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Autore: Blu_Polaris    13/03/2015    0 recensioni
Aaron è un investigatore dell' occulto, insieme al fratello Max viene chiamato da una famiglia nobile, alla ricerca di una misteriosa dama fantasma che vive nel lago
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~2 - Cena e spettacolo

<<  La cena è pronta ...  >> disse Leonard spezzando gli sguardi omicidi.
In effetti Max sentì il dolce odore del pollo e ad occhi spendenti iniziò a mangiare in modo a dir poco bestiale.
<<  MAX!  >> urlò il fratello maggiore, da un paio di sedie più lontano da lui Sara sghignazzava. <<  Vuoi darti una regolata? Mi sembri un babbuino!  >> sbraitò e a quel punto Sara rise di gusto, una donna la guardò torva.
<<  Che sbadato! Signori Smith voglio presentarvi la mia famiglia  >> disse il nobile Norrington alzandosi in piedi.
La prima che presentò fu la donna al suo fianco.
Era molto bella ma un po' sfiorita, il viso era a cuore e la capigliatura elaborata, di un caldo color cioccolato e occhi scuri.
<<  Questa è Annie, mia moglie  >> disse, la donna si alzò e fece un debole inchino.
<<  Lui è il mio secondogenito, Sebastian  >> e il ragazzo più massiccio di tutti si alzò, aveva gli occhi verdi e i capelli bruni. Anche lui fece un inchino.
<<  Questo è Andrea, il mio terzo figlio  >>
<<  Lei è la quartogenita, Sara  >> e, ridendo, Sara si alzò.
<<  Lui è, invece, mio figlio minore. Saluta i signori, Leonard... >>.
Max, dopo qualche secondo di silenzio, si rese conto che non era stato nominato nessun primogenito.
<<  Signor Norrington, volevo chiederle; ecco... il primo dei vostri figli dov'è?  >>.
Aaron si alzò e lo fulminò con uno sguardo, gli occhi di ghiaccio di Max si sgranarono per la paura. Il fratello maggiore digrignò i denti a tal punto da farne sentire il rumore.
<<  Max!   >>
<<  Signor Smith, non si preoccupi, è normale che vostro fratello sia curioso ...   >> disse il signor Norrington.
<<  Vedi caro, la nostra primogenita è scomparsa circa sei anni fa. È stata dura ma ... lei è rimasta nei nostri ricordi  >> spiegò con una voce dolce e comprensiva la moglie.
Dopo la cena, che continuò in completo silenzio, Aaron chiese di salire in camera e, per la felicità di Max, le loro due stanze erano separate.
Quella di Max aveva un letto a baldacchino e tende di seta rossa, mobili scuri e di legno massello e affacciava sulla terrazza, da lì poteva vedere anche il laghetto.
La stanza di Aaron era circa il doppio di quella di Max, un enorme armadio bruno di ciliegio offuscava la parete di fronte al letto che era grande e maestoso.
Purtroppo per Max, entrambe le camere affacciavano sulla terrazza che dava sul giardino anteriore.
<<  Ti giuro, Maximus, che se farai altre domande fuori luogo ti strangolo nel sonno e ti mando a fare compagnia alle carpe del laghetto  >>.
Max deglutì, immaginò il fratello che lo finiva con un candelabro in testa e lo lanciava giù nel lago, con tanto di risatina malefica. Ritornò in se <<  Io non lo sapevo che ...  >>.
<<  Non mi interessa! Sei un maleducato. Ora capisco perché nostra madre ti ha mollato sull'uscio di casa mia  >>.
Max in quel momento sentì i nervi a fior di pelle e con rabbia irrefrenabile girò sui tacchi e corse via in quella che era la sua stanza. Si buttò sul letto con un tonfo, guardando il soffitto.
Sua madre era sempre stata uno spirito libero, nei ricordi di Max lei era sempre descritta come una bellissima donna con gli occhi di ghiaccio, libera e ambiziosa.
Spesso Aaron, di dieci anni più grande, doveva badare al fratellino più piccolo.
Purtroppo Max la sapeva bene l'antifona, se sua madre era così scavezzacollo e volubile, Aaron era invece responsabile verso di lui.
Tre anni prima Max e Aaron avevano ricevuto, dal nulla, una lettera da un compagno di lavoro di loro padre.
Era morto, nei mari del nord, così Max e Aaron si ritrovarono a dover assistere a un funerale sotto la pioggia. Clara, la loro cara madre ribelle era distrutta e scomparve subito dopo il funerale.
Max ricordò in quel momento che, un giorno qualsiasi, sua madre tornò. Aaron era infuriato poiché adesso la donna voleva fare realmente da madre ad entrambi. Così come era arrivato Aaron partì senza dire niente.
Eppure, quando sua madre si era risposata con un uomo strambo e viaggiatore e l'aveva lasciato, Max era stato accolto dal fratello con calore e con la stessa voglia di prendersene cura.
Qualcuno bussò alla porta con decisione, Max era sicuro che fosse il fratello e fece finta di non sentire in alcun modo.
<<  Aaron va via  >> disse secco, scrutando il soffitto e il lampadario d'epoca.
<<  Sono Sara  >> disse una vocina dolce con un po' di timore.
Max si alzò dal letto con un balzo quasi felino e si piantò d'avanti la porta, fece un respiro profondo, si aggiustò i capelli, si sistemò le sopracciglia, si sentì l’alito da morto vivente e l'aprì. Suo malgrado insieme a lei c'era anche il fratello maggiore, Sebastian.
<<  Hai gradito la cena  ?>> chiese Sebastian e Max, con un sorriso molto simpatico annuì.
<<  Vorresti venire a cavalcare?  >> chiese schietta la sorella.
Max odiava cavalcare, sua madre ci aveva provato un sacco di volte e di certo Aaron non era stato da meno (<<  Cavalcare è un modo per spostarsi!  >>).
In quel momento però volle in tutti i modi imparare in un secondo.
<<  Non sono molto bravo ...  >>
<<  Oh, non sei il solo, mio simpatico amico  >> disse Sebastian.
<<  Non preoccuparti, ti insegniamo. Se ti va possiamo andare a fare un giro domani mattina ...  >>optò Sara.
<<  No, di sera il laghetto è fantastico, sorellina  >>.
Non ci volle molto che, tutti e tre, si dirigevano verso le scuderie, dietro la villa.
Era vero, Max odiava cavalcare nel modo più assoluto e si stava vergognando da impazzire nel vedere che le sue redini erano tenute dal nobile fratello maggiore di Sara.
Nel frattempo Sara andava al trotto su un giovanissimo cavallo nero, era un purosangue, un animale elegante e che Sara riusciva a controllare con estrema facilità.
Al contrario del fratello lei portava i finimenti bianchi e lucidi che, alla luce della luna, rispendevano di dettagli azzurrini.
Sebastian invece sellava una meravigliosa cavalla bianca con finimenti neri mentre, per orrore di Max, lui era in sella a un puledro sauro.
Max saltellava sulla sella come una bambolina, stringeva forte l'impugnatura davanti a se e digrignava i denti per il nervoso.
<<  Prova da solo...  >> propose Sebastian ridandogli le redini.
<<  Sei sicuro?  >>
<<  Male che va cadrai ...  >>
<<  Rassicurante ...  >>

 

<<  Questo è l'ultimo quadro che ho della mia famiglia per intero  >> spiegò elegantemente sir. Norrington.
Aaron osservò un enorme quadro di una delle tante stanze della casa.
Era ovvio che il ragazzo riusciva a riconoscere tutti i vari personaggi, tranne una.
Una bellissima ragazza, con occhi verdi e lunghi capelli oro, con un viso dolce e tondo.
Nel bel quadro, grande come un normale tavolo da cucina, Angie aveva l'età di Max e teneva al suo fianco una piccola Sara che, a sua volta, abbracciava stretta la mano di un affascinante Sebastian.
Andrea, il secondo maschio, si trovava alla sinistra del padre e in piedi vicino alla madre che era invece seduta su una sedia con in braccio un piccolo Leonard.
<<   Mia figlia aveva sedici anni qui. È sempre stata una ribelle  >>.
<<  Anche mia madre lo è. Mi ha lasciato Maximus davanti a casa un anno fa  >> Mr. Norrington lo guardò con un'espressione sorpresa, era un vero oltraggio, secondo lui.
<<  Lei è un ottimo esempio, Signor Smith  >> disse il nobile. Aaron riconobbe nel suo tono una certa nota di pietà e questo non gli piacque per nulla.
<<  Mia madre ama l'avventura, ma amava anche mio padre  >> ci fu una lunga pausa, i due uomini si guardarono negl'occhi per qualche secondo <<  Alla sua morte non ha di certo perso tempo. Ha sposato un mercante e poi ... un anno dopo Maximus era davanti alla mia porta  >>.
Il giovane preferì non andare nel profondo, non disse nulla della lettera che sua madre lasciò tra i bagagli di Max, né del fatto che adesso entrambi i fratelli avevano un odio verso la madre.
Aaron sorrise e, pensieroso, se ne andò nelle sue stanze.
Aveva i nervi a mille, adesso che aveva detto ciò che pensava al fratellino, si sentiva in colpa. Come il fratello, anche lui si era buttato sul letto ma aveva comunque aspettato molto tempo prima di rialzarsi.
Si accorse dopo qualche momento di pensiero che la luna era tonda e ben visibile.
Erano passate almeno un paio di ore dalla cena e adesso gli serviva una boccata d'aria.
Uscì fuori cercando Max.
La bellissima terrazza faceva notare le increspature nel laghetto. C'era un'aria fredda, tipica di quel periodo. Intorno alle sue piccole coste verdi cavalcavano tre persone: uno era Sebastian, l'altro era una ragazza: Sara e poi l'ultimo era Max ... cosa? Max cavalcava!
Aaron si sentì preso in giro, aveva provato a insegnare al fratellino ad andare a cavallo un milione di volte ma la risposta era sempre stata negativa. (<<  Non se ne parla  >>, <<  Perché dovrei?  >>, <<  NO!  >>, <>, <<  Userò le carrozze  >>) e adesso lo vedeva saltellare goffamente sulla groppa di un cavallo abbastanza giovane e irrequieto.
La voglia di urlargli contro era irrefrenabile ma comunque, per la prima volta da quando Aaron l'aveva accolto a casa, Max si stava divertendo senza fare danni.
Sebastian lanciò il proprio cavallo al galoppo e scomparve dalla vista di Aaron, Max fece lo stesso ma in un modo a dir poco scavezzacollo.
Aaron stava per rientrare quando si rese conto che la giovane Sara aveva arrestato il galoppo del proprio cavallo e osservava, con sguardo vacuo, il laghetto.
Una bellissima carpa bianca saltò fuori, l'acqua che alzò brillò perlacea alla luce della luna fino a quando l'animale non scomparve nelle profondità del laghetto.
Sara scese da cavallo con estrema lentezza, si avvicinò al laghetto e ne osservò le increspature. Un'altra carpa saltò su con un'eleganza incredibile.
 Sara si sedette sulla riva, si tolse le scarpette e si prese la lunga veste azzurra tra le mani.
A quanto sembrava alla giovane il freddo non faceva niente e infatti si immerse fino alle ginocchia. La gonna della veste si era bagnata e adesso una decina di carpe saltavano all'unisono come delfini ammaestrati.
La più grande e bianca si fece notare iniziando a nuotare intorno alla ragazza.
Pian piano la carpa iniziò a diventare sempre più lunga fino a quando non si trasformò in una donna.
Aaron sgranò gli occhi a tal punto che rimase immobile per qualche secondo, poi, fulmineo, si lanciò giù dalla terrazza e atterrò sul prato ruzzolando.
Adesso che vedeva bene la scena riusciva a distinguere meglio Sara, immersa nel laghetto quasi a metà, e una donna di fronte a lei.
Essa era una dama completamente bianca e avvolta da un alone di luce, i suoi capelli di platino volteggiavano in aria anche se non vi era vento.
L’ indagatore adesso riusciva a vedere in modo nitido i suoi vestiti. Erano molto simili a quelli di Sara ma la dama sembrava molto più grande. Il giovane ragazzo si fermò di colpo, da ciò che aveva imparato con i fantasmi i primi a capire se erano spiriti maligni o meno erano gli animali.
In quel caso il cavallo di Sara rimaneva fermo e calmo ma osservava la sua padrona. Aaron capì che non c'era poi così tanto pericolo.
Poi, il cavallo iniziò a nitrire agitato. La dama allungò la mano e accarezzò il viso della ragazzina. Una luce abbagliante colpì in pieno il viso di Aaron che cadde a terra svenuto.

 

 

 

<<  Aaron!  >> disse una voce maschile, quella di Max. Fuori dalla finestra della sua stanza, Aaron vedeva la luce del sole. <<  Aaron, tutto bene?  >>.
Intorno a se c'era tutta la famiglia Norrington tranne Sara. Aaron saltò in piedi con un balzo, si fiondò alla porta e la richiuse con un gesto secco. Adesso c'era solo una cosa da fare: trovare Sara e il fantasma.

<<  Signorina Sara?  >> urlò a squarciagola Aaron mentre correva per le scale un po' troppo ripide per i suoi gusti.
Cercò di fare mente locale ma riusciva a distinguere solo il viso luminoso della dama del lago e poi ...
Il flash.
Sara, Sara Norrington sapeva più di lui, di Max e della sua famiglia messa insieme e lui, il giovane, atletico, altezzoso, cacciatore di fantasmi doveva trovarla! DOVEVA!
Proprio mentre il suo piede toccava terra un rumore potente si diffuse nell'aria.
Aaron, preoccupato, si voltò di scatto e vide Willbur uscire con noncuranza.
<<  Willbur!  >> esclamò Aaron, il servitore (che sembrava più un tuttofare) lo guardò con il solito sguardo stanco e altezzoso.
<<   Mi dica signor Smith  >> disse con la solita voce nasale e irritante.
<<  Mi sa dire dov'è la signorina Sara?  >> chiese in modo più delicato che poteva.
Willbur, urlando, chiamò un piccolo ometto baffuto; Ad Aaron ricordava molto un banchiere ma in formato mignon.
<<  Theodor, hai visto la signorina?  >> chiese il cocchiere.
L'ometto fece di no con il capo, i baffoni sbatacchiavano sulle guance.
<<   Qualcuno sa dov'è?  >> chiese Aaron, spazientito.
<<   Dovvebve chieveve a miss Poppev  >> disse l'omino baffuto, Aaron capì che Theodor aveva la ''R'' moscia.
Non chiese neanche chi fosse Miss Popper, Aaron scattò come una gazzella dietro la terza porta alla sua sinistra e si ritrovò a ruzzolare per una rampa di scale strette e ripide.
Atterrò come un sacco di patate sul pavimento di pietra.
Si alzò massaggiandosi la schiena, era capitato nelle cantine dove riposavano i vini pregiati.
Lì, in un angolo c'era un candelabro arrugginito e dalle candele consumate ma accese.
Aaron si avviò verso l'oggetto e vide un grosso alano seduto proprio sotto di esso, l'animale si alzò e abbaiò con forza.
Il giovane non aveva ottimi rapporti con i cani, più volte era stato costretto a darsela a gambe.
Quel bestione era alto la metà di lui e aveva denti giganteschi.
<<   Tobia! Cuccia!  >> sbraitò una voce acuta, quella di un bambino <> ripeté.
Era un ragazzino dai capelli rosso fiamma e dagl'occhi verdi, aveva poco più di sei anni ed era alto come l'enorme cane.
Il bambino lasciò che il cane gli passasse vicino, ubbidiente e sottomesso, poi lo accarezzò sul capo.
<<   Mi scusi signore, è abituato ad abbaiare a chiunque non conosce e ... a Willbur  >> disse il piccolo, sembrava molto magro ed emaciato.
< <   Non preoccuparti, giovanotto  >> disse Aaron, in fondo era grato al piccolo per avergli tolto quella sottospecie di cane troppo cresciuto, mise una mano in tasca e ne estrasse una monetina in argento.
<<  Tieni  >>.
<<  Non posso, signore… Io non posso accettare denaro, sono troppo giovane   >> spiegò il bambino rosso, il grosso cane si era accucciato ai suoi piedi.
<<  Chi ti ha detto questo?   >> chiese.
<<  Miss Popper ...  >>.
E Aaron si illuminò come la luna di notte, osservò il piccolo e si abbassò alla sua altezza. Guardandolo il ragazzino aveva qualche cosa di molto familiare.
<<  Quindi sai dov'è?   >> chiese gentile, la speranza salì alle stelle e poi svanì. Il piccolo ragazzino rosso fece di no con il capo e si osservò i piedi.
<<  Allora facciamo così, tu trovami la signorina Norrington e poi vieni da me. Non farti vedere e io in cambio ti darò due monete d'argento...  >>
<<   Ma ...  >> cercò di dire il bambino.
<<  No, la tua cara Miss Popper è nel torto questa volta. Se io voglio darti questi soldi tu li prendi. Sei d'accordo?  >> chiese gentile.
Il piccolo rosso annuì e Aaron gli fece scivolare tra le dita una delle due monete <<  Questa è la prima, la seconda te la darò dopo, comunque io sono Aaron Smith  >>.
Prima che il bambino potesse dire il suo nome, Willbur comparve dietro al giovane Aaron.
<<  Signor Smith, la stavano cercando. Il suo simpatico fratellino non fa altro che urlare il suo nome nell'atrio  >>.
Aaron si innervosì non poco per il tono di voce del cocchiere tuttofare, appena si girò per dire un'ultima cosa al ragazzino si accorse che questo era sparito nel nulla.
<<  Si sbrighi...  >>.
<< Adesso l’ammazzo   » farfugliò tra se il giovane cacciatore.


<<   AARON! AARON!   >> strillava Max dall'atrio, lo si sentiva già dai primi scalini della cantina.
<<   Sono qui, sono qui Max ...   >> disse lui aprendo la porta, suo fratello gli andò incontro e, con non poca felicità, lo abbracciò.
<<  Fratello mi hai fatto preoccupare!  >>
<<  Adesso sai come ci si sente, non è vero?  >> chiese Aaron. Max annuì per poi avvicinarsi al suo orecchio.
<<  Andrea Norrington vuole vederti . ..  >>.
Andrea? Quello che sembrava poco collaborativo? Le cose andavano di male in peggio.
Sara, il ragazzino, il lago, le carpe, troppo per un solo uomo.
<<   Max, aspettami qui...   >> disse Aaron, sulle scale che portavano ai piani superiori c'era un giovanissimo ragazzo dagl'occhi scuri. Andrea adesso stava per dirgli qualcosa, ma cosa?
<<   Mi dica signorino ...  >>
<<  Conosce già la storia della nostra famiglia, vero?   >>.



 

Scusate per errori di battitura ed altro ma sono distratta ultimamente XD
allora, rettifico. I capitoli saranno 4 lunghi lunghi.
Cosa ne pensate?
Com’è’?
Ci sono errori e suicidi grammaticali?
Fatemelo sapere! E GRAZIE 1000 PER AVER LETTO!

   
 
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