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Autore: lady hawke    13/12/2008    4 recensioni
Questa storia è un po' diversa da quello che potreste aspettarvi. C'è il Draco dell'epilogo, e c'è sua moglie Astoria, ma mettiamo che abbiano avuto qualche problema nel concepimento dell'erede... dal plot bunny di Chado su Acciofanfiction:
Draco si è finalmente sposato, ora c'è solo bisogno che nasca l'erede. Ma cosa farebbe se gli nascessero solo figlie femmine? Nel caso in cui non volesse divorziare dalla moglie e volesse perseverare nel suo intento, non si fermerebbe neanche dopo la sesta nata? Cosa direbbe allora Ronald Weasley, incontrandolo per Diagon Alley con sei bambine al suo seguito?
AGGIUNTO EPILOGO
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Scorpius Malfoy
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: Via col secondo bebè e le reazioni di nonno Lucius! Grazie a Chocolate_xxx, il cui commento mi ha fatto molto piacere. Sono felice davvero che il carattere dei personaggi sia stato ben delineato e che ti abbia incuriosita ^^. Ringrazio anche MoMomaramao per i suoi complimenti. Sono felice che la coppia ti piaccia. La storia ho già finito di scriverla, quindi i capitoli hanno già lunghezza definitiva, mi spiace. Grazie anche a tutti coloro che l'hanno letta e messa tra i preferiti, aspetto i vostri pareri!


Capitolo due: Calpurnia

Lucius Malfoy salutò sua nipote con un sopracciglio pericolosamente alzato e un’aria tra il deluso e il perplesso.
- E’ una femmina. – commentò, glaciale, mentre Astoria e financo Narcissa lo squadravano con aria di sfida.
- Così pare. – sospirò Draco, ormai amorevolmente rassegnato all’idea di avere a che fare con una piccola bambina.
- Oh, è bellissima! – chiocciò Daphne irrompendo nella stanza come una furia. – Sono zia! Mi scuso per Blaise, ma è oberato di impegni in questo periodo, si farà vedere appena potrà.
- Non c’è problema, Daphne. – rispose la sorella, mentre con infinita delicatezza le allungava la figlia, perché potesse spupazzarla.
- E’ ben riuscita. – disse Lucius. – Ma di certo non è quello che ci si aspettava.
- Credo che sia suo figlio a dover rendere conto, io sono solo il contenitore, sa… - rispose Astoria, tagliente. La signora Zabini dovette mordersi la lingua a forza, per non scoppiare a ridere davanti alla nobilissima famiglia Malfoy. Ma quel tentativo di autocontrollo non fu sufficiente, Pandora iniziò improvvisamente a piangere e Daphne la restituì velocemente alla sorella, sperando che potesse fare qualcosa per calmarla.
- La predisposizione a pretendere le migliori attenzioni ce l’ha tutta, padre. Eredità di famiglia. – disse Draco, sospirando, mentre veniva soffocato dall’abbraccio a tradimento della suocera, appena entrata nella stanza.
I giovani neo genitori si illusero di ritrovare pace e tranquillità una volta portata la bambina a casa, ma la serenità sembrava fuggita da quell’angolo di Cornovaglia che era stato per poco tempo un vero paradiso. Pandora pretendeva molte, troppe attenzioni per le energie della giovane Astoria, ed i momenti più sfiancanti erano le notti.
- La ucciderei, a volte, quando mi fa passare serate d’inferno, ma guardala, madre: è così carina. – disse un giorno alla signora Greengrass, che era venuta ad aiutarla a gestire quel piccolo inferno tascabile, mentre la osservava dormire nel suo lussuosissimo lettino.
- I figli mettono sempre a dura prova, pensavi che sarebbe stato come accudire una delle tue vecchie bambole di porcellana? – rise la strega più anziana.
- Pensavo che avrei dovuto aspettare di più prima di imbarcarmi in un’impresa così, e anche Draco… - disse Astoria distrattamente, mentre osservava Pandora muoversi leggermente, prigioniera di un sogno.
- Ormai è successo, e ve la state cavando egregiamente, Lucius Malfoy dovrà rassegnarsi all’idea che un’erede femmina non sia poi così male. Io ne ho avute due, e né io né tuo padre avremmo mai fatto cambio con nessun altro.
- Grazie. – sorrise la giovane. – Tu e Narcissa mi state aiutando davvero parecchio, ben più di Draco, che si lamenta perché non lo coccolo più.
- Usa queste parole? – chiese sua madre, scettica.
- No, è pur sempre un Malfoy. – rise la strega, - Ma il concetto è quello.
- Ci si dovrà abituare, tutte le madri si innamorano follemente dei propri bambini, e per un po’ di tempo non vedono altro. Ma vedo che succede anche alle nonne. – aggiunse la strega, mettendosi accanto alla figlia ad osservare quel piccolo capolavoro.
Era vero, considerò Astoria. Pandora al momento era la sua unica, vera ragione di vita, e qualsiasi altra cosa stava un gradino indietro, con buona pace di Draco. Se non altro lui poteva definirsi autosufficiente. Anche Narcissa sembrava aver ceduto il cuore alla nipote: in presenza di suo marito manteneva un decoroso contegno, ma non avendo mai avuto una figlia vezzeggiava la piccola in maniera incredibile.
Lucius ci mise più tempo, ad apprezzare la nuova arrivata in famiglia. Non era mai stato un padre affettuoso, e di certo non sarebbe stato un nonno espansivo. Oggettivamente, non capiva l’entusiasmo di sua moglie, che ogni giorno parlava di Pandora fino alla nausea.
- Cissy, è solo una neonata. – aveva sospirato una sera, stanco.
- Ed è la tua unica nipote.
- Per ora.
La strega alzò gli occhi al cielo, scocciata.
- Che possono fare quei due ragazzi? Il tanto decantato maschio arriverà, prima o poi. Se tu la guardassi per davvero te ne innamoreresti follemente.
Era proprio per questo che Lucius non aveva ancora guardato Pandora negli occhi.

- Posso metterla a dormire?
- Pensa di esserne in grado, signor Malfoy? – l’apostrofò Astoria con tono fintamente severo, stringendo la piccola a sé.
- Sono stato parte integrante del concepimento, se non sbaglio, ti spiace se faccio parte del resto? – replicò l’uomo, inseguendo letteralmente la moglie, che vagava per la stanza con la bambina.
- Bene, fai del tuo meglio.
Draco si sentì straordinariamente impedito con Pandora tra le braccia, benché lei stesse già dormendo. In qualche modo riuscì a posarla con dolcezza nella sua culla e a rimboccarle con premura il lenzuolino di seta e la coperta che l’avrebbe tenuta calda.
- Non sembra molto difficile. – commentò poi.
- Era un compito facile. Eri un amore da osservare, sai? – disse sua moglie, avvicinandosi per baciarlo.
- Finalmente ti ricordi anche dei tuoi doveri di consorte, oltre che quelli di madre. – ribattè Malfoy con sufficienza.
- Se un certo nobile purosangue si alzasse al posto mio di notte, ogni tanto…
- Pensi che saprei allattare una bambina? – chiese Draco, perplesso.
- Prova a fare amicizia con questo. – disse Astoria piazzandogli in mano un biberon. – Io vado a letto.
Pandora iniziò a piangere in quel preciso momento, e per la prima volta da quasi un mese non fu Astoria a calmare il suo pianto.
Questo fece recuperare diversi punti al signor Malfoy che, finalmente, tornò a ricevere le attenzioni che desiderava.
Galeotto fu il biberon, e il fascino del medesimo Draco. Sette mesi dopo Astoria era di nuovo incinta.
- Ma è un vizio! – commentò Astoria con sarcasmo, una volta certa della diagnosi.
- Be’, magari è il destino che vuole che recuperiamo al nostro precedente errore. – disse Draco mettendole il braccio intorno alle spalle.
- Pandora è un incidente di percorso come chi verrà, visto che non avevamo programmato nulla di tutto ciò.
- Mio padre ha viaggiato, in gioventù, pensi che ci stia facendo la macumba?
- Merlino mio, spero di no o questa storia dell’erede maschio diventerà la nostra, personale condanna.
Fare i genitori sembrava una faccenda semplice, una volta imparato a gestire i cambi d’umore della piccola, nutrirla a doverle, curarla come si conveniva… ma la famiglia, stramaledetto signore oscuro schiattato, era tutt’un altro problema, considerò Draco.
La notizia della nuova gravidanza della signora Malfoy fu accolta con gaiezza ed entusiasmo da tutta quanta la famiglia, e lettere di felicitazioni tornarono ad oberare Milly, l’elfo domestico, di lavoro extra.
- Daphne mi prende in giro, Draco.
- E perché?
- Perché dice che con questo ritmo sto facendo il lavoro di entrambe le sorelle. – borbottò la donna sovrastando i gorgheggi della figlia che aveva in braccio.
- In effetti mi stavo chiedendo perché Blaise non ci onori dello status di zii: cos’è, non si impegna abbastanza, forse?
- Chiediglielo, non abbiamo ancora risposto al loro biglietto.
Gli occhi di Draco luccicarono di sadica malignità.
La seconda gravidanza fu, nonostante la presenza della dolce, ma esigente Pandora, vissuta con maggiore consapevolezza da parte di Astoria. Restava pur sempre una madre giovane, ma con la prima bambina non aveva goduto per niente quei nove mesi.
Era stata arrabbiata con sé stessa e Draco per la loro sconsideratezza, con Lucius Malfoy per la sua capacità di attirare quella che, al tempo, era stata vista come una calamità, si era innervosita con Narcissa perché non aveva assecondato la sua voglia di indipendenza…
Morgana, era una donna, doveva stare dalla sua parte!
Per non parlare delle battutacce del cognato… e le rassicurazioni false e ipocrite dei suoi genitori.
Insomma, ai tempi era davvero infastidita, ma ora… ora la vedeva per quello che era: mesi di attesa per vedere la creatura creata dall’amore suo a di Draco. Sperava fosse maschio, così poi tutti avrebbero forse abbandonato quella sorta di isteria collettiva.
Fortuna che c’era Draco ad aiutarla con la bambina; negli ultimi mesi, con quel pancione ormai di dimensioni inimmaginabili e un mal di schiena ormai leggendario non poteva certo occuparsi di lei.
- Sai, avevo una parente, gobba più o meno come te…
- Un’altra battuta, Draco, e il prossimo erede lo porti in grembo tu.
- Sai, Pandora, quando ho sposato tua madre l’ho fatto perché credevo avesse senso dell’umorismo, al contrario dei miei famigliari, invece mi sbagliavo… - disse l’uomo rivolto alla piccola che stata voracemente succhiando un peluche a forma di unicorno, seduta nel suo adorabile lettino.
- La carta del senso di colpa è davvero, davvero patetica.
- Ti amo anche io, Astoria, ed è un piacere approfittare della tua scarsa mobilità. – rispose approfittandone per baciarla, operazione non semplice, visto che doveva superare l’ostacolo di un pancione di otto mesi e mezzo.
Il secondogenito di casa Malfoy non si fece attendere e, puntuale come un orologio, decise di nascere l’esatto momento in cui scadeva il termine della gravidanza. Dava già a vedere il suo temperamento volitivo.
Per Astoria fu la seconda esperienza più dolorosa della sua vita, ma almeno stavolta sapeva con certezza che non sarebbe durata in eterno.
Draco non era rimasto nella stanza, ma si precipitò dentro non appena sentì un inconfondibile pianto di neonato. Non fece in tempo a vedere se era maschio o femmina, perché l’avevano già portato via per il bagnetto: non restò che attendere.
- Congratulazioni, è una bambina! – disse un’assistente guaritore, portando la nuova nata dai genitori.
- Evviva. – commentò Draco con un sorriso tirato.
- Anche stavolta siamo senza nome.
- L’ultimo dei miei problemi, al momento.
- Oh, dai, non essere così negativo, è bellissima! – disse Astoria accarezzando il viso della piccola.
- Chiamiamola Mary. – buttò lì.
- Nome orrendo e banale, e l’hai tirato fuori apposta, signor Malfoy. – l’apostrofò la moglie.
- Bellatrix? – azzardò.
- Come tua zia? Così a sedici anni ti crucerà per il favoloso nome che le hai affibbiato? Uno spettacolo a cui vorrei assistere, lo ammetto.
- Calpurnia, allora.
- E questo da dove viene?
- Se non ti va bene trovalo tu, non posso fare tutto io, ti pare? – sbottò Draco, sconsolato. Astoria alzò gli occhi al cielo: - Guarda che mi piace, la mia era solo curiosità. Non essere irritabile, sei diventato papà, di nuovo, è un bel giorno.
- Calpurnia cara, tu fai uno strano effetto a tua madre, questo è certo. – disse il mago, con un sorriso, stavolta sincero.
  
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