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Autore: lady hawke    07/12/2008    4 recensioni
Questa storia è un po' diversa da quello che potreste aspettarvi. C'è il Draco dell'epilogo, e c'è sua moglie Astoria, ma mettiamo che abbiano avuto qualche problema nel concepimento dell'erede... dal plot bunny di Chado su Acciofanfiction:
Draco si è finalmente sposato, ora c'è solo bisogno che nasca l'erede. Ma cosa farebbe se gli nascessero solo figlie femmine? Nel caso in cui non volesse divorziare dalla moglie e volesse perseverare nel suo intento, non si fermerebbe neanche dopo la sesta nata? Cosa direbbe allora Ronald Weasley, incontrandolo per Diagon Alley con sei bambine al suo seguito?
AGGIUNTO EPILOGO
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Scorpius Malfoy
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: Bene, grazie mille per gli otto preferiti e per la recensione di Mizar. Spero proprio che la curiosità verrà ben ripagata! E ora diamoci dentro!


Capitolo primo: Pandora

La luna di miele dei neo sposi passò all’insegna del nuovo, sobrio clima dei Malfoy: i giovani si limitarono a visitare soltanto le principali capitali europee, mantenendo un contegno davvero dignitoso. Di certo, per quello che premeva loro di più era sufficiente una camera da letto. Al ritorno, dunque, erano prevedibilmente stanchi, sfatti, felici ed estremamente soddisfatti. Decisero di non trasferirsi a Malfoy Manor per poter godere di privacy e tranquillità. Draco acquistò una meravigliosa proprietà in Cornovaglia, per la gioia della moglie, che amava il panorama di quella zona.
Dopo di che iniziò la serena, tranquilla vita di una famiglia altolocata. Draco iniziò a occuparsi per davvero di parte degli affari della sua famiglia, e Astoria…
- Voglio lavorare. – disse la donna una sera a cena nella sua confortevole dimora, in presenza dei suoceri. Due parole che ebbero l’effetto di una bomba, sui presenti.
- Pensi di non essere circondata da abbastanza lusso, mia cara? – la freddò Narcissa, scioccata. Draco la fissava con un misto di sorpresa e terrore, avrebbe potuto parlarne con lui in privato anche quando, no?
- Al contrario, ma Draco resta fuori spesso tutto il giorno, e questa casa è grande e vuota per me, mi annoio. – spiegò la giovane strega con semplicità. – Di certo non è una questione di denaro.
Dopotutto la dote elargita dai Greengrass non era certo irrisoria, e Astoria non era di certo un tipo avido; non quanto il consorte, almeno.
- Oh, sciocchezze… - disse Narcissa, storcendo il naso. Quante storie facevano le nuove generazioni: lei era sempre sopravvissuta alla solitudine di Malfoy Manor, come tutte le precedenti signore del maniero e come tutte le mogli e le madri della sua famiglia.
- Al tuo problema ci sarebbe una soluzione molto più semplice, mia cara Astoria. – disse Lucius, prendendo la mano della moglie e finendo di bere il vino che aveva nel bicchiere. All’affermazione della nuora le sue coronarie per poco non avevano ceduto: dopotutto era un uomo provato dalla vita, un pizzico di rispetto in più non l’avrebbe certo disgustato. Fortuna che ora riusciva ad articolare un suono. – La famiglia Malfoy ha bisogno di un erede quanto prima, e sono certo che un… bambino riempirebbe le tue giornate.
Fu il turno di Astoria di rimanere scioccata. Per poco non si strozzò con l’acqua che stava bevendo, e il marito dovette venirle in soccorso, dandole dei delicati colpetti sulla schiena. Nemmeno lui aveva preso quell’affermazione granchè bene: era bianco come un cencio.
- Cosa? – domandò la giovane con voce rauca e con gli occhi ancora arrossati.
- Direi che è prematuro, siamo sposati solo da pochi mesi e…
- Avevo la tua età quando sono diventata madre, Draco. – disse Narcissa, ancora divertita dalla scena a cui aveva assistito. – Astoria, con un bambino piccolo per te sarà davvero difficile riuscire a occuparti degnamente di lui, tenere in ordine questa casa e lavorare. Dovresti essere…
- Una strega? Direi che sono a posto. – rispose la giovane, lasciando per un attimo basiti i suoceri.
- Battuta babbana. – ringhiò Draco, sbuffando. Astoria, vivace Corvonero, aveva sempre avuto una vivida curiosità per il mondo dei babbani, e aveva finito per imparare anche alcuni loro caratteristici modi di dire, presumibilmente insegnateli da alcuni suoi compagni di Casa.
Né Lucius, né Narcissa si abbassarono a replicare.
- In ogni caso… - continuò allegramente la giovane strega – mia sorella Daphne riesce a gestire bene i suoi impegni per ora, e Blaise è un marito che le dà vero supporto. – aggiunse, lanciando a Draco un’occhiata di sbieco. – Quando sarò pronta a diventare madre sarò pronta a lasciare tutto per occuparmi di lui o di lei.
- Preferibilmente di lui. – disse Draco con aria beffarda, guadagnandosi l’approvazione del padre.
- Eredi maschi al primo colpo da diverse generazioni. – disse Lucius. – Speriamo che tu sarai all’altezza.
Un albero genealogico molto movimentato dunque, pensò Astoria.
- Faremo del nostro meglio quando sarà il momento. – disse Draco, impedendo alla moglie di replicare con qualche frase sagace.
Da lì in poi, accantonato con forza ogni tentativo di emancipazione femminile da parte di Astoria, la cena proseguì piacevolmente, anche se ognuno dei commensali era preso dai suoi pensieri.
Lucius desiderava vedere con i suoi occhi una degna discendenza delle sue fortune, e lo desiderava al più presto. Narcissa bramava di avere un nipotino su cui versare quell’istinto materno che non aveva pienamente sfogato con Draco. Draco medesimo pensava che la vita era troppo bella per prendersi così presto delle responsabilità di una discendenza, e che ci avrebbe pensato su un bel po’. Astoria, invece, era convinta che presto avrebbe fregato tutti rendendo effettiva la sua indipendenza e dimostrandosi, come era, visto che dopo la scuola aveva vissuto intensamente, una donna di mondo.
- Sicura di quello che hai detto a cena? – le chiese Draco improvvisamente, mentre si stavano mettendo a dormire.
- Be’, Daphne mi ha coinvolto spessissimo nei suoi progetti di lavoro, dopo che mi sono diplomata. Ero la sua assistente non pagata, ma mi divertivo.
- Mi stai dicendo che eri più felice da non sposata?
- Se così fosse avresti già trovato la richiesta di divorzio sul tavolo del tuo studio, credimi. – lo rassicurò la donna, baciandolo. Ma il mago pretese una dimostrazione d’amore ben più impegnativa.
La fortuna arrise quindi alla vecchia coppia Malfoy: due mesi dopo Astoria si scoprì incinta, ed era rimasta soltanto una facoltosa e annoiata casalinga.
La donna si era sentita piuttosto strana, negli ultimi giorni, e Draco si era messo in testa che la sua adorabile consorte soffrisse di salute cagionevole, e aveva preteso che il guaritore di famiglia andasse a visitarla appena manifestati i primi sintomi.
- Ebbene? – chiese il rampollo Malfoy con apprensione.
- Non posso dirle nulla, per ora, vostra moglie ha insistito per essere lei a spiegarvi come stanno le cose. Fossi in voi entrerei subito, credo abbia una certa fretta. – disse, domandando subito dopo il permesso di congedarsi.
Perplesso, Draco diede il permesso al mago di andarsene e andò a sincerarsi delle condizioni di Astoria. La trovò accomodata nel letto, apparentemente in ottime condizioni, a parte un lieve pallore. Aveva le braccia conserte, e l’aria imbronciata.
- Il guaritore non mi ha detto nulla, ha detto che volevi parlarmene tu.
- Già. – rispose, tirandosi leggermente su, in modo da apparire seduta più compostamente e meno sprofondata nei guanciali. – Non so che capacità divinatorie abbiano i tuoi genitori, o se sono soltanto degli enormi uccelli del malaugurio…
- Cosa c’entrano i miei genitori, Astoria?
- Ricordi la cena di un paio di mesi fa? Bene, sono incinta.
- Ah. – fu l’unico commento di Draco, mentre si sedeva sul bordo del letto con cautela. E chi Merlino lo sapeva fare il padre?
- Vogliamo congratularci per la nostra ingenuità? – continuò Astoria. – Perché a raccontarla sembra una barzelletta.
- Non c’è un impedimento per chi è incapace di occuparsi di bambini? Voglio dire, non siamo in grado di tirare su un bambino, non adesso.
- Noi siamo la prova vivente che tutto è possibile. – considerò la futura madre.
- Oh be’, dici che mio padre non ha poi fatto un così pessimo lavoro con me?
- Non sono in vena di elargire complimenti di alcun genere.
- Peccato. – disse Draco con un ghigno. – E’ il caso di informare i miei, saranno entusiasti di questa notizia. Vuoi anche tu carta e penna?
- Solo se posso avvelenarmi con l’inchiostro.
- Non sono un guaritore, ma non credo che approverebbe, per la salute del mio prezioso erede, sai... – rispose, sporgendosi per baciare la donna sulla fronte. – Milly, porta carta e penna per due!
In men che non si dica un paio di gufi si erano levati in volo per dare la buona novella alla famiglia Malfoy e alla famiglia Greengrass. Dopodiché, si diffuse a macchia d’olio.
- E’ una mia sensazione o si può sentire tuo padre ridere da qui?
- Mi fischiano le orecchie, sono praticamente certo che stia parlando di me.
Meno di mezz’ora dopo, come da previsione, furono sommersi da numerose lettere di congratulazioni. Milly non fece che fare avanti e indietro dalla camera portando missive e biglietti.
- Saranno nove mesi molto, molto impegnativi. – borbottò Draco.
- Cos’è, fai l’ironico? Sono io quella che si gonfierà come una mongolfiera. – replicò la moglie, acida.
Il signor Malfoy si rese conto che i futuri neopadri godevano sempre di bassissima considerazione.
Di certo ora Astoria non aveva più motivo di annoiarsi, il piccolo che stava crescendo dentro di lei si divertiva a tenerla occupata, prima con le nausee, poi, appena ne fu in grado, con calci e altre manifestazioni di vivacità.
- Giuro, io ormai lo odio. – disse un giorno la strega, a casa della sorella.
- Sai che dicono che siano le bambine quelle più agitate nel pancione? – le disse Daphne.
- Non dirlo nemmeno per scherzo, mio suocero è così esaltato per questa cosa che sembra sia figlio suo.
- Non avevi considerato questo aspetto, quando ti sei innamorata come una ragazzina, vero?
No, pensò sconsolata Astoria, mentre subiva l’ennesimo calcio. Non vedeva l’ora che il termine scadesse. I nove mesi infine passarono, ma il futuro rampollo si fece attendere per un’altra settimana e mezzo. Quando infine decise di venire al mondo Astoria dovette correre al S. Mungo di tutta fretta.
Partorire fu l’esperienza più dolorosa tutta la sua vita; Draco meritava vendetta, secondo la sua modesta opinione. Ma alla fine, quando ormai aveva perso le speranze riguardo una rapida fine della tortura che stava subendo, il nuovo erede Malfoy diede il suo benvenuto al mondo con un pianto disperato.
Era una bambina.
- Che fine ha fatto il mio erede maschio? – esclamò Draco, vedendola. La moglie lo incenerì con lo sguardo. – Tu stai bene, mia cara?
- Prova a farti uscire un cocomero fra le gambe…
- No, va bene, basta così. – implorò l’uomo, sedendosi sulla sponda del letto a osservare bene la sua Astoria e la sua… - Come vogliamo chiamarla?
- Non ne ho idea, tua madre e mia madre mi hanno riempito di elenchi di nomi maschili…
- Aspetta che arrivi mio padre, - disse Draco, - conoscerai la personificazione della delusione.
- E tu?
Draco osservò un attimo il fagotto rugoso avvolto in una copertina decisamente troppo rosa. - Mi basta che abbia un bel nome e a me andrà bene.
- Un nome degno dei nostri nobili antenati? – chiese Astoria. – Be’, credo che nel nostro caso sarebbe adatto il nome Pandora, la prima donna della mitologia…
- Colei che ha liberato sugli uomini tutti i mali del mondo?
- Be’, non ha disperso la speranza, ti pare? – disse Astoria, fissando amorevolmente la bambina addormentata.
- Speranza di avere un erede maschio, la prossima volta?
La donna fissò il marito con sufficienza. – Speranza di un futuro sereno. Direi che è meglio mirare a questo, ti pare?
- Mia cara Pandora, tu sei davvero la nostra unica speranza. – mormorò con un lieve sorriso Draco, mentre da fuori si sentivano le voci dei parenti, pronti a fare irruzione.


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