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Autore: Ormhaxan    14/03/2015    2 recensioni
Inghilterra, 1471. Dopo la sanguinosa battaglia di Barnet, in cui Edward IV ha perso la vita, la corona passa a suo fratello minore Richard. Re severo ma giusto, Richard prende in moglie - sotto consiglio del fratello Edmund, Arcivescovo di York - Anne Neville, vedova del suo nemico Edouard di Lancaster, Principe del Galles.
Il matrimonio, però, non sarà inizialmente felice e Richard dovrà fare i conti con una giovane e fredda sposa, un regno in tumulto e dimostrare che anche un "sole di mezzanotte" può essere caldo e luminoso come un sole splendente.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Edmund Plantagenet, Elizabeth Woodville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Westminster, Londra, Novembre 1471 – Gennaio 1472
 
 
 
 
Seduta sul bordo del letto, Anne stava aspettando con impazienza il momento in cui Richard l’avrebbe raggiunta per passare la notte con lei come promesso.
Per lui, la giovane aveva lasciato i lunghi capelli biondo-ramati sciolti, capelli che ora ricadevano come onde sulla sua spalla, sulla schiena, riuscendo persino a toccare il materasso di piume; Richard adorava i suoi capelli, ne era stato attratto sin da quando erano entrambi bambini a Middleham, e sebbene all’epoca i suoi dispetti l’avevano fatta arrabbiare e talvolta piangere – Richard era solito tirare le sue lunghe trecce – al ricordo di quei momenti di vita quotidiana, di quei gesti quasi banali, Anne sorrise malinconicamente.
La porta della stanza si aprì senza preavviso, destando Anne dai suoi pensieri e facendo spostare il suo sguardo perso nel vuoto verso la suddetta porta, verso la figura in penombra di Richard fermo sullo stipite: il giovane sovrano le sorrise e, chiusa la porta con un chiavistello per non far entrare nessuno, fece qualche passo nella sua direzione.
Senza dire neanche una parola iniziò a slacciare il suo farsetto, sfilandolo successivamente dalle spalle, ripetendo la procedura con i calzari. Vestito solo con braghe di lino, si avvicinò nuovamente al letto, sedendosi accando alla moglie che nei minuti passati non aveva mai distolto lo sguardo da lui e, scostati i capelli di lei da una spalla, le accarezzò una guancia e la baciò.
“Perdonatemi, non avrei voluto farvi attendere così tanto, ma alcuni affari urgenti richiedevano la mia attenzione.”
“Non importa, mio caro. Importa solo che adesso siate qui con me come mi avete promesso questa mattina, passare la notte insieme.”
Anne posò un bacio sulla sua spalla, accarezzò il suo braccio sinistro, la cicatrice vistosa presente su di esso, e ancora una volta si chiese in quale circostanza Richard si fosse così gravemente ferito.
“E’ successo a Barnet. – le disse, intercettando i suoi pensieri – Guidavo l’avanguardia per conto di mio fratello e nello scontro sono stato ferito; inizialmente non ho neanche sentito il dolore, troppo occupato a combattere, a difendere inutilmente il mio sovrano.”
“Mi hanno detto che poco dopo la fine della battaglia anche voi avete perso i sensi, che per un momento i vostri uomini hanno pensato di aver perso anche voi, l’unico erede della casata degli York.”
“Aye, vi hanno detto il vero, ma fortunatamente la ferita non si è infettata, è guarita nel giro di qualche settimana e… - sorrise, lasciando volontariamente la frase in sospeso – Non c’è bisogno che vi dica cosa è accaduto dopo, no?”
Anne scosse la testa, baciò la cicatrice e in uno scatto improvviso circondò le sue braccia attorno al collo di lui e lo abbracciò stretto.
“Mi dispiace per tutto quello che avete dovuto affrontare, per le decisioni che avete dovuto prendere; mi dispiace di avervi dato dell’assassino, di non essere riuscita a capire quanto anche voi avete sofferto. – lo guardò dritto negli occhi, strinse le labbra – Perdonatemi, Richard.”
“Vi ho già perdonata, ma belle, ho dimenticato tutto nel preciso istante in cui vi ho visto scendere dalla lettiga questa mattina.”
Si scambiarono un sorriso d’intesa e questa volta fu lui a stringerla tra le sue braccia, a baciarla con trasporto e dolcezza.
Il baciò si fece sempre più passionale, e quando Richard iniziò ad accarezzarle le cosce e far alzare lentamente la veste da notte di lei, Anne indietreggiò verso il centro del letto, stendendosi e trascinando con se il marito, il quale la sovrastò con il suo corpo senza mai smettere di baciarla.
Anne chiuse gli occhi quando le labbra di lui si spostarono sul suo collo, mentre le sue mani calde abbassavano la veste rivelando i candidi seni che poco dopo iniziò a baciare e presa dalla passione crescente affondò entrambe le mani nei ricci neri di Richard, incitandolo a continuare.
Per la prima volta da mesi, Anne sentì di avere il controllo, di essersi liberata dai demoni che la perseguitavano, di poter concedersi totalmente a suo marito, e senza remore alcune decise di lasciarsi andare totalmente.
Richard le sfilò la veste, lasciandola completamente nuda, e sorridendole sornione tornò a baciare la sua pelle bollente, il ventre piatto che entrambi speravano di riempire presto con una nuova vita, mentre con una mano dai polpastrelli callosi continuava ad accarezzarle un seno, provocando in lei mugugni malamente celati.
Fecero l’amore con calma quella notte, si scoprirono per la prima volta, e Anne percepì nel suo cuore che batteva forte nel suo petto un sentimento simile alla felicità, un senso di pace che non provava da anni.
Richard la tenne sempre stretta, la fece sentire amata, e intrecciò le loro mani quando la fece sua e i loro corpi diventarono uno, si incastrarono perfettamente come due pezzi di un puzzle, e la passione prese il sopravvento.
Quando tutto terminò, Richard l’abbracciò, coprì i loro corpi ancora accaldati e scossi da respiri irregolari e le baciò il capo, accarezzò pigramente il suo braccio, il suo ventre, mentre pian, piano il sonno prendeva il sopravvento su di lui e i suoi occhi chiari si chiudevano non potendo più combattere oltre la stanchezza di un lungo giorno.
Sentendo il suo respiro regolare, chiaro segno del suo essersi addormentato profondamente, Anne sorrise e, dolcemente, baciò la sua spalla dopo essersi sporta all’indietro e aver girato come meglio poteva il viso verso di lui. Poco dopo anche lei chiuse gli occhi e cadde in un sonno tranquillo.

 

**



“Non potete chiedermi anche questo, non questo!” Richard era furioso, il suo consiglio stava cercando nuovamente di spingerlo al limite.
“Maestà, fino a quando il vecchio Henry vivrà, sarà una minaccia per il vostro regno; - ricordò Will Hastings, il quale da settimane spingeva per sbarazzarsi definitivamente del pio uomo chiuso nella Torre – i Lancaster potrebbero insorgere nuovamente nel giro di pochi anni, e fino a quando non avrete un erede…”
“So bene quanto pericoloso possa essere tenerlo in vita, Lord Hastings, ma non pensate che ci siano state troppe morti? – chiese severo, stringendo più volte il bracciolo ligneo della sedia – Inoltre anche lui non ha più un erede, quindi perché mai qualcuno dovrebbe insorgere in suo favore?”
“Perché sarebbe un sovrano burattino. – rispose Anthony Rivers, il quale era stato appena nominato Capitano di Calais, città in cui si sarebbe trasferito e breve – Tutti ci guadagnerebbero, specialmente i Lancaster.”
“E non dimentichiamoci di Jasper Tudor e di suo nipote: per quanto lontana, anche lui potrebbe reclamare un giorno un diritto al trono, e con il vecchio Henry sul trono e suo zio nuovamente in Inghilterra sarebbe facile per lui afferrare la corona e arrivare al potere un giorno.”
“Allora cosa, miei lord? Cosa dovrei fare: premere un cuscino sul viso di Henry e fingere che sia morto di crepacuore a causa della morte di un figlio che per metà del tempo neanche ricorda di avere?”
Nessuno rispose, e dal silenzio che calò nella sala grande del castello Richard capì che sì, quella da lui proposta era una possibilità più che valida, un azione che tutti loro ritenevano saggia per salvaguardare il regno, il futuro della nazione e di tutti loro.
“No, no! – esclamò, sbattendo un pugno contro il massiccio tavolo – Non lo farò, non lo farò. Non importa cosa voi pensiate, non mi sporcherò le mani con il sangue di un uomo innocente!”
Spingendo la sedia all’indietro, provocando un rumore sordo, Richard si alzò e, a passo spedito, lasciò la sala e i suoi consiglieri che, sbigottiti ma non troppo sorpresi, lo osservarono abbandonare la seduta seguito dall’unico membro che per tutta la riunione non aveva proferito parola, il suo più fidato consigliere nonché fratello Edmund.

Dickon! – Edmund stava seguendo suo fratello minore nella sua fuga verso chissà dove – Dickon, fermati!”
“Lasciami solo, Ed, smettila di seguirmi!” intimò, senza mai smettere di camminare, senza mai voltarsi.
“Non puoi comportarti così, non puoi! Sei il Re adesso, e hai degli obblighi, primo tra tutti proteggere te stesso e il tuo regno!”
“Così sei anche tu in combutta con loro? – Richard si fermò bruscamente, si girò di scatto e lo fronteggiò – Credi anche tu che io sia un debole, uno sciocco?”
“Non un debole, ma uno sciocco sì. Sei uno sciocco se pensi di poter lasciar vivere Henry nella Torre per altri dieci, venti anni: - lo afferrò per le spalle, lo scosse appena – Non possono esserci due sovrani d’Inghilterra, e se non vuoi credere a me credi alla storia. Ned ha pagato questa sua leggerezza a caro prezzo, e fino a quando non avrai un erede…”
“Ma lei mi odierà! – esclamò con una punta di disperazione Richard, riferendosi ad Anne, alla sua sposa – Se farò uccidere Henry, Anne non mi perdonerà mai, tornerà a vedermi come un tempo, come un assassino.”
“Così è questo il motivo… - sussurrò Edmund, sorridendo algido – Ma certo, certo: che sciocco a non averlo capito prima. Ho creduto per un attimo che fosse la tua coscienza il problema, la tua anima immortale ma la verità è ben altra: è il pensiero di deluderla nuovamente, di ferirla che ti fa parlare in questo modo. E’ il tuo cuore il problema, non la tua anima.”
“Sono davvero uno sciocco, non credi? – Richard rise, si coprì il viso con una mano – Sono così patetico.”
“No, non lo sei, ma credo che tu debba rifletterci bene, lasciare da perte il cuore e i sentimenti e agire come un vero sovrano farebbe: non c’è spazio per i sentimentalismi, Dickon, non in questi tempi e un solo sbaglio, una sola esitazione potrebbe costarti cara un giorno, costarti la vita delle persone che ami, dei figli che un giorno avrai, di quelli che potrebbero già essere stati concepiti con il volere di Dio.”
“Forse, - riprese Edmund, posando una mano sulla spalla del fratello – dovresti parlarne con la Regina, spiegarle ciò che deve essere fatto. Lei capirà vedrai; capirà e non ti giudicherà, perdonerà poiché non c’è nulla da perdonare. Falle capire che lo fai anche per lei, per i vostri figli e il vostro futuro, e vedrai che capirà, accetterà.”
“E se non dovesse?” chiese con apprensione, paura.
“Lo farà, credimi. Anne non è una sciocca, è la figlia di suo padre, e ha compreso il gioco del trono più di quanto immagini.”
“In questo caso… – Richard sospirò – Convoca il consiglio per domani, dì ai lord che mi scuso per il mio comportamento e che prenderò in considerazione le loro parole, che domani avranno la mia definitiva risposta.”


 
**



“Cosa vi turba, mio caro?” chiese Anne, accarezzando il viso di Richard dopo aver fatto l’amore con lui.
Prima e durante l’amplesso Richard era stato distante, presente con il corpo ma non con la mente, e questo Anne lo aveva intuito.
“Problemi con il consiglio, altri tumulti in Galles da parte dei sostenitori del vecchio Henry?” chiese, senza sapere di aver appena toccato una questione delicata, un nervo scoperto.
“No, ma belle, nessuna ribellione. – rispose lui, baciandole la mano – Ma hai ragione quando chiedi se sia implicato il vecchio Henry.”
“E per la successione, vero? Il consiglio teme che fino a quando non riuscirò a darvi un erede lui sarà una minaccia, un nemico da dover eliminare ad ogni costo.”
“Voi… - Richard la guardò sbalordito, preso alla sprovvista da quelle parole che delineavano perfettamente la soluzione – Aye, è proprio così.”
Richard si portò seduto, sospirò: “Loro pensano che sia saggio eliminarlo, eliminare anche l’ultimo Lancaster in vita, ma egli è pur sempre re, consacrato da Dio e io… io non so se posso accettarlo, se riuscirei a vivere sapendo di avere le mani lorde del suo sangue.”
“Ma sai anche che lasciandolo in vita rischieresti troppo, rischieresti una nuova guerra civile, altro spargimento di sangue.”
“E la vita dei mie figli, quelli che presto, sono certo, nasceranno… - Richard posò una mano sul ventre di lei, nascose il suo viso nell’incavo del suo collo sottile – Ma ciò che più mi terrorizza e vedere nuovamente quello sguardo nei vostri occhi, tutto quel risentimento e odio. Io… io non potrei sopportarlo.”
“Ma voi siete il Re, e un sovrano deve fare quello che è più giusto. – gli disse, iniziando ad accarezzargli la spalla nuda – Inoltre, non posso non preoccuparmi anche io per il nostro futuro, quello del figlio che potrei anche ore portare in grembo.”
“Mi state dicendo che… - Richard deglutì nervosamente, la guardò con espressione priva di emozioni – Potete perdonarmi per ciò che sto per fare, per quello che sono costretto a fare?”
Aye, io… - Anne sospirò, annuì e lo baciò frettolosamente a fior di labbra – Io posso perdonarvi, posso accettarlo. Devo farlo, per noi, per i nostri figli.”


 
**




Erano appena trascorse le festività natalizie, la corte finalmente vuotata e il castello tornato all’apparente quiete di ogni giorno quando Anne fece convocare nelle sue stanze una levatrice, una donna di mezza età che aveva fatto nascere la Principessa Elizabeth prima e la Principessa Cecily dopo. Da settimane, oramai, la Regina sospettava di portare in grembo l’erede da tanto tempo atteso, ma solo in quel giorno di inizio Gennaio ne ebbe la conferma: era gravida, nel suo ventre stava crescendo una nuova vita, il figlio suo e di Richard, quello che lei sperava sarebbe stato un giorno il futuro sovrano d’Inghilterra e Irlanda.

“Mandate a chiamare Sua Grazia, ditegli di venire immediatamente nelle mie stanze!” ordinò la Regina alle sue dame, le quali ubbidirono e di corsa uscirono dalle sue stanza per mettersi alla ricerca di Richard.
Alcuni minuti dopo, finalmente, un trafelato Richard entrò nelle sue stanze spalancando bruscamente la porta; nel vederla a letto, il giovane si precipitò al suo capezzale, e afferrata una mano la strinse forte tra le sue.
“Mia cara, cosa succede? – chiese con apprensione lui, che da giorni aveva notato la salute precaria della moglie, la sua perenne debolezza e inappetenza – Cosa hanno detto i medici?”
“Non vi allarmate, mio caro, non c’è n’è motivo; sto benissimo, nulla di cui allarmarsi. In effetti, qualcosa c’è ma non è quello che pensate voi…”
Anne lasciò la frase in sospeso, sorrise sorniona e con calma posò entrambe la mani del marito sul suo ventre morbido: “Aspetto un bambino.”
“Mia adorata, mia cara! – Richard baciò entrambe le piccole mani di lei, il suo viso e infine le sue labbra – E’ la notizia più bella che poteste darmi e mi avete reso così orgoglioso, così felice…”
“Alla fine la Vergine ha ascoltato le mie preghiere, e la levatrice pensa che il bambino nascerà in Agosto, prima della fine dell’estate.”
“Il nostro bambino… - Richard sorrise, i suoi occhi furono improvvisamente velati da lacrime di gioia – Anne, mia cara, mia gioia.”
La baciò nuovamente, ancora e ancora e tra un bacio e l’altro sussurrò: “Vi amo, Anne. Vi amo.”




 
*



Angolo Autrice: Nuovo, questa volta in tutti i sensi, capitolo della storia! Avviso subito che ho intenzione di concluderla verso il 1480, dato che in questa storia non ci sarà il problema Tudor da affrontare, quindi non credo che durerà ancora moltissimo, ho calcolato al massimo 25capitoli. Ma potrei anche cambiare idea all'ultimo, quindi prendete queste informazioni con cautela....
Spero che vi sia piaciuto e, come sempre, ringrazio tutti voi che seguite la storia e recensite.
Alla prossima,
V.
  
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