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Autore: anewphoenix    14/03/2015    1 recensioni
Delinea i contorni della Luna crescente di quella sera e ammira con amore i suoi crateri che le conferiscono quel viso con il quale non si è mai sentito solo nelle notti più brutte. Perchè il grifondoro ne ha passate di nottatacce, per la sua giovane età ne ha passate davvero troppe anche per essere contate.
"Sei strano forte, Styles" lo apostrofa una voce cristallina proprio dietro alle sue spalle.
Non c'è bisogno che Harry si giri per capire chi sia, solo Louis Tomlinson non può fare a meno di parlargli così, a dirla tutta, Louis è anche l'unico che gli parla a scuola.
"Cosa vuoi?" gli chiede Harry senza distogliere lo sguardo da quel satellite troppo lontano da lui.
"Mi chiedevo solo perché diavolo stai accarezzando la Luna" gli dice il castano ridendo e sfoderando una dentatura bianchissima. Harry scuote la testa e pensa a quanto quel Tomlinson non cambierà mai. "Tu non la accarezzi mai tua madre?" gli chiede poi alzandosi e scendendo frettolosamente dalla torre di astronomia.
Genere: Angst, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"The secret side of me I never let you see,
I keep it caged but I can't control it,
so stay away from me, the beast is ugly,
I feel the rage and I just can't hold it 

[...]
Hiding under the bed, in my body, in my head, 
Why won't somebody come and save me from this? 

[...]
No one can hear me scream, maybe it's just a dream,
Or maybe it's inside of me, stop this monster
"
Skillet – Monster 
 
I

Quella sera il cielo su Hogwarts è un manto di seta scuro, puntellato da tantissime stelle tanto luminose quanto lontane. Dalla torre di astronomia la Luna si vede benissimo e se si allunga un braccio sembra possibile sfiorarla, come per magia.
Harry Styles, grifondoro al sesto anno ride di questo pensiero e, con gli occhi lucidi porta distrattamente le dita lunghe e affusolate sul vetro a sfiorare il satellite. Delinea i contorni della Luna crescente di quella sera e ammira con amore quei crateri che le conferiscono quel viso con il quale non si è mai sentito solo nelle notti più brutte.
Perchè il grifondoro ne ha passate di nottatacce, per la sua giovane età ne ha passate davvero troppe anche per essere contate.
"Sei strano forte, Styles" lo apostrofa una voce cristallina proprio dietro alle sue spalle.
Non c'è bisogno che Harry si giri per capire chi sia, solo Louis Tomlinson non può fare a meno di parlargli così, a dirla tutta, Louis è anche l'unico che gli parla a scuola.
"Cosa vuoi?" gli chiede Harry senza distogliere lo sguardo da quel satellite troppo lontano da lui.
"Mi chiedevo solo perchè diavolo stai accarezzando la Luna" gli dice il castano ridendo e sfoderando una dentatura bianchissima. Harry scuote la testa e pensa a quanto quel Tomlinson non cambierà mai.
"Tu non la accarezzi mai tua madre?" gli chiede poi alzandosi e scendendo frettolosamente dalla torre di astronomia.
Louis ridacchia, Styles non può essere serio. Per questo "Svitato" bofonchia.
Decide di infischiarsene di quel ragazzo, come fanno sempre tutti del resto, e scuotendo la testa abbandona anche lui la torre d'astronomia pregustandosi già il calore che il suo letto gli sta per riservare.

Louis Tomlinson è un grifondoro al sesto anno abbastanza popolare e ben visto da professori e compagni. Una mente brillante, la risposta sempre pronta e un sorriso sghembo che forse in troppi a volte hanno sognato di poter cancellare da quel viso fatto di strafottenza.
Ogni volta che termina le lezioni esce nel cortile di Trasfigurazione e si stende guardando il cielo. Si sente a casa ad Hogwarts, ne ama ogni metro quadro, ogni quadro – anche quelli più insolenti – ed è anche riuscito a farsi amico Pix evitando le sue caccabombe, praticamente un eroe per tutti i bambini del primo anno. Ad accompagnarlo ha naturalmente un migliore amico che non potrebbe che essere il suo esatto contrario: Zayn Malik, un corvonero anche lui al sesto anno.
Zayn Malik è un artista. Le sue mani sono perennemente sporche di carboncino e i suoi occhi nascondono tantissimi segreti che solo a Louis è dato conoscere.  Si sono conosciuti sull'espresso per Hogwarts i due e non si sono più allontanati, nemmeno il Cappello Parlante ci è riuscito.
Di conseguenza, se Louis è un ragazzo sempre pronto a far baccano e a cercare una scusa per divertirsi, Zayn è un amante del silenzio e dei luoghi con poca gente. Cos'è, quindi, che fa da collante tra i due? La loro abilità di cacciarsi nei guai.
Non che se li vadano a cercare "Sono sempre i guai a trovare noi" si giustifica ogni volta il maggiore credendo di darla a bere alla professoressa McGranitt che, da quando lo conosce, non se ne è mai bevuta una delle sue balle, la verità è che Louis le ricorda lei da giovane e la fa morire dalle risate.
Quando escono dall'aula di pozioni, Louis, che al contrario di Zayn è sempre stato una schiappa in quella materia, si stende sul prato e adagia la borsa accanto al suo fianco slacciandosi poi il mantello e allargando la cravatta. Zayn si siede accanto a lui e quando in lontananza vede i loro due amici tassorosso, Liam Payne e Niall Horan, si sbraccia per farsi vedere e alla fine raggiungere.
"Che strazio Storia della Magia" esordisce Niall buttandosi a peso morto sul prato, accanto al castano.
"Io ho trovato l'introduzione alla guerra dei folletti del 1765 molto interessante invece" sussurra Liam slacciando il primo bottone della sua camicia.
"Perchè sei un topo da biblioteca" lo pungola Louis facendo ridere a gran voce l'irlandese biondo con gli occhi color cielo. Liam alza gli occhi al cielo e nota poi Zayn sorridergli e mimargli un "Lascialo perdere". Ridacchia con le gote un po' più rosse di prima dovute alle attenzioni di Zayn fino a quando non nota un ragazzo pieno di ricci camminare al limitare del cortile. Quando lo guarda meglio nota che il ragazzo zoppica, così "Perchè Styles è sempre ridotto male?" chiede agli amici.
"Perchè sta sempre da solo?" dice Niall seduto.
"E questo che c'entra?" gli chiede Liam confuso.
"Era una domanda, non una constatazione, fai prendere aria al cervello" ride di nuovo di gusto Niall accompagnato da Louis.
"Vatti a fare un pisolino sotto al platano picchiatore" bofonchia Liam risentito mentre Louis viene incendiato da uno sguardo di Zayn che è tutto un 'smettila-di-fare-l'idiota'.
Tomlinson allora si tira su a sedere e "Figlio della Luna!" richiama a pieni polmoni il riccio facendo girare tutti verso di lui che, furtivo, stava cercando il miglior modo per sgattaiolare fino alla sala comune dei grifondoro e abbandonarsi su una di quelle poltrone morbidissime.
Non appena sente quell'appellativo il sangue di Harry si ghiaccia nelle sue vene. Si ferma di botto e sente la pesantezza di troppi sguardi addosso e irrimediabilmente sul suo piede poggiato malamente a terra. Nessuno deve sapere, nessuno può, la sua mente vede rosso, il cuore batte forte, decisamente troppo forte e le nocche si stringono fino a diventare bianche.
Il suo sguardo di laguna si perde nel mare degli occhi di Louis anche da lontano ed è solo una frazione di secondo, piccola, minuscola in cui Harry spera che Louis Tomlinson soffra anche solo la metà di quanto soffre lui. E Louis lo capisce, Louis lo sente e per la prima volta si ritrova ad aver paura di quel ragazzo emarginato e solo, il ragazzo con le labbra rosse come il sangue.
Ma è davvero solo un attimo, perchè Harry se ne pente e il verde dei suoi occhi torna ad essere quello di prima mentre la sua anima affoga ancora una volta nella consapevolezza di essere niente altro che un mostro.
"Figlio della Luna?" gli domanda Zayn confuso "Ma di che parli?".
"Quel ragazzo nasconde qualcosa" asserisce Louis ritornando con la mente a poche sere prima "E io i segreti non li sopporto".


"Oh Louis piantala con questa storia!" il moro lo segue stremato per i corridoi, sono diretti verso la Sala Grande per la cena, stanno entrambi morendo di fame e hanno l'acquolina in bocca al solo pensiero di tutte le leccornie che avranno preparato gli elfi domestici.
"Non fare il guastafeste Zayn, che c'è di male ad essere curiosi?" gli sorride il castano voltandosi.
Zayn scuote la testa e "Non capisco da dove ti nasca questa curiosità. 'Harry Styles è uno svitato', che bella novità! Lo sanno anche i quadri!" dice ironico quando "Ehi, giovanotto, cosa vorresti dire?" lo richiama un vecchio barone di vernice nel suo completo più costoso intrappolato in una cornice veramente esagerata.
"Niente, niente" asserisce il moro aumentando il passo e raggiungendo il suo migliore amico.
"Harry Styles non è solo uno svitato. È uno svitato con un segreto bello grosso" il castano parla con l'aria di chi la sa lunga quando in realtà non sa proprio niente.
"Stai ancora pensando a quella storia della Luna?" gli chiede Zayn riuscendo a far trottare più piano Louis, finalmente. Il ragazzo sarà anche più basso di lui ma quando si tratta di correre non lo batte nessuno. "Sì" sorride Louis soddisfatto "E tu devi darmi una mano naturalmente".
"E quando mai non mi trascini nei tuoi guai?" farfuglia Zayn slacciandosi finalmente la cravatta e poggiandosela sulla nuca.
"Oh ma dai" lo apostrofa il grifondoro "Lo sai che sono sempre i guai a-"
"Trovare noi" conclude il moro che avrà sentito quella frase almeno un trilione di volte "Permettimi di dissentire però" alza le spalle.
"Ti dimosterò che quell'emerginato nasconde qualcosa, corvonero dei miei stivali" Louis ammicca alla figura snella davanti a loro.
Harry si sta dirigendo alla Sala Grande, solo come sempre, la testa piena di pensieri e gli occhi vuoti, completamente altrove.
Louis affretta il passo e si avvicina al riccio mentre "Idiota" sussurra il suo migliore amico incrociando le braccia e rimanendo a guardarlo da lontano.
"Ehi, figlio della Luna!" lo richiama ancora una volta il castano.
Harry ha riconosciuto quella voce, come sempre, ma questa volta sente la rabbia montargli addosso in una maniera che non ha mai conosciuto. Perchè quel ragazzo non può lasciarlo stare e ignorarlo come tutto il resto del mondo ha deciso di fare? Il riccio si volta e viene congelato da quegli occhi che sembrano aver risucchiato l'acqua che compone un ghiacciaio e da quel solito sorriso strafottente per cui quel Tomlinson è tanto amato e venerato da ragazzi e ragazze. 
"Ah ma allora ci senti" continua a sorridere Louis una volta avuta l'attenzione di Harry.
"Sì" risponde pronto il riccio "Ma non credo tu abbia qualcosa di molto intelligente da dirmi" asserisce fingendosi spavaldo, mentre dentro di lui si maledice per essere sceso a cena quella sera.
"Volevo solo chiederti come sta mammina, figlio della Luna" lo schernisce Louis.
Ed eccolo ancora un'altra volta quel moto di rabbia che gli ricorda la sua natura mostruosa.
"Smettila" quasi ringhia Harry avvicinandosi al viso di Louis.
"O?" gli chiede quello continuando a sorridere.
E' quella nota di sfacciataggine, quell'atteggiamento da saputello e da superiore, il fatto che Louis riesca sempre a passarla liscia che spinge il riccio ad afferrare il colletto della camicia del castano e sbattere la sua schiena contro il muro di pietra e "Smettila" ringhia più forte.
Gli occhi di Louis sono accesi di eccitazione e di vittoria. Solo in quel momento infatti Harry si accorge di averlo appena lasciato vincere, di aver dato modo a Louis di portare in superficie il mostro che è, così quando "Mordi anche, Styles?" gli chiede sfacciato Louis, Harry lo lascia andare sentendo il cuore spezzarsi e sotto gli sguardi allibiti di tutti corre verso il dormitorio dei grifondoro.
Zayn si avvicina al suo migliore amico e "Quello nasconde qualcosa di grosso" ammette infine.
"Doppia vittoria!" esclama Louis ridendo e trascinando il moro nella Sala Grande.
E mentre i due amici si godono la cena, ai piani superiori Harry non ha mai desiderato così tanto non essere mai venuto ad Hogwarts, quella che fino a pochi minuti prima reputava casa sua sta diventando uno dei suoi peggiori incubi. Ed eccola ancora una volta quella smania assassina prendere le sembianze di un solo nome: Louis Tomlinson.
Una cosa che Harry non nota, che nessuno in effetti nota, è che quella sera la Luna è crescente, la sfera è quasi completa e questo può voler dire solo una cosa: quella smania assassina è nella norma.

 
II

Poche sere dopo la Sala Grande è come al solito gremita di studenti quando Louis, stanco morto, fa il suo ingresso e attraversa la navata per accomodarsi al tavolo dei grifondoro.
È in ritardo, i suoi compagni si stanno già abbuffando della seconda portata non appena lui riesce a buttare un occhio sulla tavolata. Sbuffa e continua a camminare cercando un posto.
Camminando, il suo sguardo cade su una zazzera di capelli scuri che ormai riconosce e ricollega alla scarica di adrenalina che gli percorre le vene. Harry Styles è chino su un piatto e sta mangiando con voracità una fetta di carne al sangue, solo come sempre. Harry sta masticando con forza quando Louis passando gli si avvicina e "Sembri un animale, figlio della Luna" gli dice canzonatorio e ridendo. I grifondoro osservano incuriositi quel dialogo tra due persone che non potrebbero essere più diverse. Ma quella sera Harry è stranamente calmo, sente di potersi controllare e proprio perchè sente tutti quegli sguardi addosso ingoia il suo boccone, si pulisce le labbra e sorridendo si gira verso il castano "Non riesci proprio a levarmi gli occhi di dosso, Tomlinson?" gli chiede con un sorriso di perle incorniciato da due labbra rosse da far paura. Louis è interdetto, non sa cosa dire, non si aspettava che il riccio gli rispondesse a tono, come tutti nemmeno Louis si aspettava ne fosse capace.
"Dovresti smetterla" continua Harry "O la gente comincerà a pensare che ti piacciono i tipi come me" si morde poi il labbro inferiore e Louis deglutisce a vuoto. Qualcosa in quegli occhi lo sta terrorizzando e non riesce a smettere di guardarli. Harry si alza vittorioso e "Ti lascio il mio posto, io ho finito di mangiare" gli batte una mano sulla spalla prima di lasciare a grandi falcate la Sala Grande, ma la sua vittoria dura solo pochi attimi.
L'espressione di paura nel viso di quel ragazzo gli ricorda ancora una volta del mostro che è e che riesce a diventare. Louis intanto sta fissando il piatto di Harry e sente un conato di vomito impossessarsi del suo stomaco quando nota le rimanenze della carne al sangue e avverte chiari gli sguardi dei suoi compagni addosso che per la prima volta in sei anni lo guardano con aria di sufficienza e non con il rispetto a cui è abituato.
Di una cosa è sicuro mentre si alza e scappa dalla Sala Grande: Harry Styles gliela pagherà.
La Luna quella sera è calante e Harry dorme tranquillo.


"Posso sapere perchè Liam ti sta sempre appresso e quando ci serve sparisce?" chiede retorico il grifondoro trottando per le scale. Z
ayn sbuffa e "Piantala" zittisce il suo migliore amico.
Sono diretti entrambi verso la grandissima biblioteca di Hogwarts e Louis sente l'adrenalina scorrergli nelle vene al ricordo di quello che è successo la sera precendente.
"Posso chiederti perchè abbiamo tanta fretta?" gli chiede il moro che come sempre ha problemi a seguirlo mentre corre.
"Perchè devo farla pagare a quello svitato" grugnisce il grifondoro stringendo i denti.
"E dai Lou" Zayn afferra il suo braccio e riesce a farlo rallentare "L'hai provocato".
"E lui ha risposto" se ne esce logico il castano "Non l'aveva mai fatto. Hai visto come era nervoso giorni fa? Perchè d'un tratto è così tranquillo e rilassato? Te lo sei chiesto?"
"E da quando lo osservi così tanto?" Zayn alza un sopracciglio.
Louis sbuffa e "Non pensare a me. Te ne sei accorto?"
"No, ma-" comincia il moro.
"Perchè tu vivi in un mondo tutto tuo. Non mi sorprenderei se avessi la testa piena di nargilli" lo apostrofa il grifondoro prima di afferrare la manica della camicia di Zayn e trascinarlo in biblioteca.
"Bene" grugnisce il corvonero accigliato "Da cosa cominciamo?" chiede girandosi verso il suo migliore amico che è già tra gli scaffali altissimi e tra le braccia ha due libri. Zayn alza gli occhi al cielo e si prepara psicologicamente alle prossime ore d'inferno.
Il moro si avvicina al suo migliore amico dopo qualche minuto in cui Louis è corso da una parte all'altra della biblioteca. Si avvicina e lo vede completamente chino su un libro impolverato e dall'aria vecchissima che come titolo ha 'Leggende sulla Luna e sui suoi figli'.
Il corvonero sbuffa sedendosi accanto a Louis e "Questa cosa mi sembra sempre più stupida. Addirittura più stupida dei discorsi che fai ogni mattina tra un pisolino e l'altro a Storia della Magia e-"
"Ssshh!" lo zittisce il castano leggendo sempre più velocemente, una riga dopo l'altra.
Zayn se ne infischia e "Stai diventando anche più noioso di Ruf con questa storia!" sussurra a denti stretti dopo un'occhiataccia da parte di una giovane tassorosso tutta trecce "Da quando in qua leggi ?".
"Ho trovato!" esordisce Louis al settimo cielo e con gli occhi brillanti "Ho trovato!" indica al corvonero il titolo della pagina che hanno davanti che recita semplicemente "Figli della Luna, la leggenda". Zayn passa le dita come al solito sporche di carboncino sulla pagina e la osserva.
"Beh?!" richiama Louis "Leggi!" lo incita ormai anche lui curiosissimo.
Il grifondoro lo guarda ridendo "Io sarei noioso eh? Guarda che ho trovato!" gongola allegro.
"Muoviti prima che il mio pugno trovi il tuo naso" bofonchia il corvonero risentito.
"E' una canzone?" domanda scettico Louis.
"Leggi l'introduzione, su!" lo incita il moro avvicinandosi ancora di più.
Louis si schiarisce la gola e "Un figlio della Luna, secondo una vecchia leggenda gitana, non è altro che un lupo mannaro abbandonato a sè stesso" il fiato di Louis si blocca su quelle due parole 'lupo mannaro'. La testa si riempie di immagini spaventose e la schiena di brividi che sono un misto di eccitazione e paura ben celata.
"Ok, siamo fuori strada" dice il corvonero ripoggiando le spalle sullo schienale della sedia.
"Certo che no!" esclama Louis elettrizzato.
"Styles non può essere un lupo mannaro solo perchè stava accarezzando la luna. E poi no, dai, Styles è solo uno svitato sociopatico, non un lupo mannaro, ma ce lo vedi? Sarebbe morto già da tempo!" lo sminuisce Zayn in una logica che non fa una piega e produce una smorfia tra le labbra di Louis, arricciandole. "Leggiamo la storia" continua però convinto.
I due si riavvicinano al libro e si dedicano completamente alla lettura della leggenda, scritta in caratteri decoratissimi e curati.

 
"Per chi non fraintenda, narra la leggenda di quella gitana che pregò la luna bianca ed alta nel ciel,
mentre sorrideva, lei la supplicava «fa che torni da me».
«Tu riavrai quell'uomo, pelle scura, con il suo perdono, donna impura, però in cambio voglio che il tuo primo figlio venga a stare con me».
Chi suo figlio immola per non stare sola non è degna di un re.
Nacque a primavera un bambino da quel padre scuro come il fumo, con la pelle chiara, gli occhi di laguna, come un figlio di Luna.
«Questo è un tradimento, lui non è mio figlio, ed io no, non lo voglio».
II gitano folle di dolore colto proprio al centro dell'onore la afferrò gridando, la baciò piangendo, poi la lama affondò, corse sopra al monte, col bambino in braccio e lì lo abbandonò.
Luna, adesso sei madre ma chi fece di te una donna non c'è, dimmi,
 Luna d'argento, come lo cullerai, se le braccia non hai?
 Se la luna piena poi diviene è perché il bambino dorme bene, ma se sta piangendo lei se lo trastulla, cala e poi si fa culla"

 
Gli occhi di entrambi i ragazzi adesso sono sgranati, le mani sudano e le voci sembrano bloccate in gola.
"Sono sicuro che ci sbagliamo" asserisce il moro.
"La pelle chiara" sussurra Louis nel ricordo della pelle chiarissima di Harry, così in contrasto con i ricci scuri e le labbra rossissime "Gli occhi di laguna" continua nel momento in cui l'immagine degli occhi di quel ragazzo gli invade la testa. Occhi che sembrano capaci di uccidere con uno sguardo. Quegli stessi occhi che, infuocati da una scintilla di pura cattiveria lui aveva visto spegnersi in una trattenuta pioggia di dispiacere.
"Harry non può essere il bambino di questa storia, Louis, ragiona. Era più nervoso quando la Luna era piena, stride con la canzone-"
"Vedo che lo tieni d'occhio anche tu" sussurra Louis con lo sguardo fisso nel vuoto "Non è il bimbo della storia, è semplicemente un-"
"Non dirlo, non è possibile! Te l'ho detto, è solo il grifondoro più strambo e con problemi di comunicazione che io abbia mai visto, non per questo è un lupo mannaro! Questa cosa è cominciata da uno scherzo e qui deve finire".
Ma Louis ormai non lo ascolta. Riesce a distinguere i tratti animaleschi dal ricordo della fetta di carne al sangue, dalla paura che aveva provato per i suoi occhi, dalle labbra troppo rosse per essere umane e da quel sorriso mostruosamente affascinante, affascinante come il pericolo, come il proibito.
"Non lo so" dice schietto al suo migliore amico spostandosi un ciuffo di capelli castani dalla fronte, incastra gli occhi azzurri in quelli scuri di Zayn e "Sono più convinto che lo sia piuttosto che il contrario e sai che mi sbaglio difficilmente".
Zayn sbuffa sonoramente guadagnandosi l'ennesima occhiata torva da quella tassorosso e "Lo terremo d'occhio, va bene? Ma non immergertici troppo in questa storia" dice serio.
"E perché?" domanda il grifondoro arricciando il naso.
"Perchè se Styles fosse un lupo mannaro-" comincia il corvonero per abbassare la voce e dire "Tu gli avresti già dato troppo fastidio, non sono esseri contro cui noi maghi abbiamo sempre la meglio, anzi" conclude sapiente prima di chiudere il libro rumorosamente e rimetterlo a posto sul suo scaffale.


 
III

"Io me ne tiro fuori" aveva detto il corvonero "Stai diventando pazzo" lo aveva preso in giro prima di dileguarsi a pozioni.
Louis non stava diventando pazzo, non del tutto almeno.
L'idea di capire cosa si cela dietro a Styles non lo lascia stare ormai, gli rende difficile anche rimanere attento durante le lezioni e di questo la McGranitt se ne è accorta.
Non vuole deluderla Louis, ma davvero, ha bisogno di fare luce su Harry e le sue stranezze.
E se a tutti è chiaro quanto Louis sia distratto, Harry continua comunque ad essere il solito.
Continua ad essere il solito da solo, nel silenzio e nella voglia sempre meglio celata di avere qualcuno accanto, nella paura di chiederlo e di ammetterlo per primo a sé stesso. Perchè non vuole credere di aver bisogno di qualcuno, significherebbe dimostrarsi deboli e dimostrarsi deboli porta solo problemi, questo è ciò che ha capito nei suoi sedici anni di vita.
Sente il nervoso dato dall'imminente luna piena sotto la pelle mentre a grandi falcate scende la scalinata della torre dell'orologio e si dirige verso il ponte per arrivare alla foresta proibita.
Si allenta la cravatta e cerca di fare meno rumore possibile mentre cammina, ci manca solo che qualcuno lo becchi proprio quella sera.
'Se qualcuno ti beccasse non ne uscirebbe vivo' dice quella voce sempre presente nella sua testa.
Harry digrigna i denti e non sa dargli torto. Lui è un mostro, lui merita di stare da solo.
Non è degno di avere un amico, di essere il destinatario di un sorriso, Harry Styles merita solo la solitudine e anche i suoi genitori la pensavano così.
"Al diavolo" sussurra una volta abbandonato il ponte.
Quando vede che la Luna piena è quasi nel mezzo del cielo comincia a correre sentendo già i muscoli cominciare a fare male. 
Un urlo squarcia il silenzio della notte quando Harry correndo forte come il vento entra nella foresta. Il collo si lascia andare all'indietro mentre il riccio chiude gli occhi ed alcune lacrime di dolore gli solcano come al solito le guance. La pupilla divora completamente l'iride chiarissima rendendola nera, le unghie  spaccano la carne delle dita allungandosi e diventando quasi d'acciaio. Le ossa delle gambe si allungano e si rompono per ricrearsi facendolo urlare ancora di più, in preda come sempre, a dolori atroci.
Il viso dolce scompare insieme ai ricci per lasciare posto al muso di un lupo mannaro, i denti bianchissimi lasciano posto a zanne affilate e affamate.
Non c'è più traccia di quelle lacrime pure nel momento in cui un ululato squarcia la gola della creatura che si è appena trasformata sotto gli occhi innaturalmente spalancati di Louis che se ne sta nascosto dietro un albero, lontano da quel che era Harry fino a pochi secondi prima.
Il lupo corre nella direzione opposta alla sua e Louis sente il cuore galoppare fortissimo mentre quasi senza fiato corre superando la casetta del guardiacaccia. Si sente al sicuro solo una volta arrivato al ponte. Si aggrappa al parapetto e vuole davvero smettere di tremare. L'aveva sospettato, praticamente lo sapeva già ma vedere il corpo di Harry diventare quello di un lupo lo ha scosso davvero tanto. Le sue mani tremano mentre stringono i capelli fini tra le dita e l'immagine violenta di quelle lacrime gli riempie gli occhi, le orecchie si riempiono di quell'urlo straziante e allora Louis corre. Fa i gradini della scalinata dell'orologio a due a due e scappa verso il suo dormitorio mentre qualche quadro lo sgrida per il rumore.
Corre Louis, corre forte come è solito fare e nello stesso momento, con la Luna alta nel cielo anche Harry corre.


Louis non chiude occhio da quella notte, non ci riesce più, soprattutto quando prima di andare a dormire vede Styles chiudersi nella sua camera. Dovrebbe essere il contrario, certo, ma il castano si sente più sicuro solo durante le notti di Luna piena, quando sa che Harry è fuori dalla scuola, perso nella foresta. Non ha voglia di darlo a vedere, non ha voglia che la sua casa si accorga che qualcosa in lui è cambiato o che pensino che abbia paura di quel ragazzo con i capelli ricci, quello strano, quello matto. Così, anche con un paio di occhiaie da far paura, si avvicina al suo compagno grifondoro intenzionato a ferire. Perchè è solo colpa di Harry se lui la notte non riesce a dormire, è colpa sua.
Anche Harry è ancora visibilmente scosso, la pelle è più bianca del solito, quasi trasparente e gli occhi sono vuoti, ma a Louis non interessa, lo nota ma se ne frega. 
Così si avvicina e mentre Harry cerca di mandare giù qualcosa per colazione "Figlio della Luna, dormito male?" gli chiede cattivo, tagliente.
Harry sbuffa e incurva le spalle, non ha davvero la forza di reagire quella mattina. Tutto il corpo fa ancora male e la testa sembra sul punto di scoppiare. Rifugia lo sguardo nel suo piatto e si spaventa quando Louis "Ti devo parlare" gli dice alle spalle, con un tono serio, un tono che Harry non credeva potesse appartenere a quel Tomlinson. E cos'ha da perdere Harry? Niente.
Per questo si alza e segue il ragazzo un po' più basso di lui fino alla sala dei trofei.
Louis si chiude la porta dietro le spalle e "So cosa sei" gli dice serio.
Harry sente il sangue arrivargli dritto al cervello e vorrebbe davvero tanto urlargli di farsi gli affari suoi, di lasciarlo stare, di uscire dalla sua vita come tutti quanti sono bravi a fare ma peggiorerebbe la situazione e basta, così "Un mago?" chiede retorico Harry.
Louis lo guarda male e "Un lupo mannaro" dice a denti stretti.
Harry finge una risata divertita che gli esce anche particolarmente bene, anni di allenamento sono serviti. Louis lo guarda confuso e spiazzato.
"Avrai avuto un incubo, Tomlinson" dice il riccio fingendo un sorriso sghembo "Continuo ad essere nella tua testa o sbaglio?" chiede cattivo. 
"Che diamine ci fai qui? A Hogwarts, mh?" gli domanda aggressivo.
"Hogwarts è casa mia!" esplode a quel punto Harry. Solo il pensiero di doversi allontanare da quelle mura basta a farlo cadere in un abisso senza fondo, in un attacco di panico che gli stringe i polmoni in una morsa.
"Sei bugiardo come la tua mamma, Styles. Sei bugiardo come la tua stupida Luna!" dice Louis alzando anche lui la voce questa volta.
"Che vuoi dire?" gli chiede confuso il riccio allontanandosi da un'improvvisa vicinanza che lo destabilizza. Tomlinson tira fuori la bacchetta e con un piccolo sbuffo rosso disegna una D "Questa è la tua mamma che dice di Crescere" dice tra i denti, cancella la D e disegna una C "E questa è la tua mamma che Decresce, siete due bugiardi Styles, due sporchi bugiardi" dice ad un palmo dal naso del riccio e sempre più vicino, i loro nasi quasi si sfiorano "Ma io non ho paura di te, tu non puoi farmi niente, Harry, niente!" e pochi secondi dopo è già fuori dalla stanza dei trofei, il fiato corto e gli occhi azzurri pericolosamente lucidi. Zayn lo vede uscire e in un attimo gli è addosso, gli stringe un polso.
"Che ci facevi lì dentro con Styles? Mi avevi promesso che gli saresti stato lontano dopo quello che hai visto!" lo rimbecca il corvonero visibilmente preoccupato.
"Volevo dirgli che non ho paura di lui" risponde freddo il grifondoro.
"Ma questo non è vero Lou, devi smetterla di dargli fastidio" lo scuote il moro.
"E' vero, ho una paura spaventosa, ma lui non deve avere il piacere di saperlo".
"Promettimi che alle prossime lune piene non andrai a cercarlo"
"Zay" lo guarda confuso il grifondoro "Perchè dovrei andare in cerca di qualcuno che vuole uccidermi?" gli chiede in un ragionamento che non fa una piega.
Zayn non lo dice al suo migliore amico ma nel suo stomaco sono giorni che una sensazione si è fatta casa, la sensazione che i guai con quello svitato di Styles non siano nemmeno ancora cominciati.


 
IV

Esattamente un mese dopo Harry sta camminando per i corridoi di Hogwarts, la testa come sempre persa in pensieri intricati e silenziosi che nessuno si prenderebbe la briga di ascoltare.
I ricci ondeggiano al suo passo e gli solleticano quel poco di nuca che la divisa da grifondoro lascia scoperta. Lo sguardo è fisso davanti a sè e sente i muscoli cominciare a far male per la luna piena imminente. Gli sbalzi d'umore sono continui e lui per primo si ritrova a non sopportarsi.
Tutto quello che desidera in quel momento, mentre si dirige verso l'aula di trasfigurazione, è rintanarsi nella sala comune e sprofondare dentro una di quelle poltrone morbidissime che tanto ama e che tanto vorrebbe portarsi dietro ogni volta che deve lasciare Hogwarts per tornare in quello stupido collegio di cui ha la nausea. Tutto di quel posto gli fa schifo, tutto è troppo diverso da Hogwarts. I muri sono freddi, le pareti sono scialbe e prive di colori, lì dentro nessuno sorride, nessuno sfavillio di bacchette illumina la notte e nessun incantesimo può squarciare il silenzio.
Mentre cammina, adesso con la testa china, un paio di occhi azzurri sono incollati alla sua sagoma.
Louis Tomlinson lo segue con lo sguardo, ancora, assetato di voglia di fargliela pagare e spaventato dall'idea di essere diventato completamente pazzo. 
Lui non è così, Louis Tomlinson non si è mai fermato più di tanto a riflettere su una situazione, lui è il tipo di persona che le domande le pone, non è chi cerca disperatamente una risposta. Louis è nato per essere brillante, sagace e imponente anche nella sua statura non particolarmente degna di nota. Louis è luce, è il rumore che ti invade il cervello e tiene via i brutti pensieri, è la mano da afferrare nel momento in cui decidi che è bello ridere e quella risata, quella risata è l'invito più bello a ridere che chiunque possa mai ricevere.
Per questo non capisce cosa gli succeda quando si ritrova per l'ennesima volta nascosto dietro un muro a spiare quell'Harry Styles, il lupo mannaro che da un mese ormai popola tutti i suoi incubi.
Gli occhi sempre brillanti e vivi di Louis sono cerchiati da due ombre viola e i suoi muscoli sono perennemente tesi, a tal punto da saltare ad ogni rumore un po' più forte.
Tutta la sua casa se ne sta accorgendo, tutti sanno che in Tomlinson qualcosa ha cominciato a girare male e i più intelligenti sono stati talmente attenti da riuscire a ricollegare i fatti con lo scontro che ha avuto con Harry in Sala Grande. 
Il ricordo di Harry che mangia una bistecca al sangue non lo abbandona, mai.
"Io l'ho detto a Zayn che stai diventando pazzo" lo schernisce una voce divertita alle sue spalle.
Louis si volta di scatto e riconosce la testa bionda e il sorriso larghissimo di Niall.
"Ah si?" chiede Louis riuscendo benissimo a mascherare l'imbarazzo "E lui che ti ha detto?"
"Di fermarti in caso stessi facendo qualcosa di stupido o strano, o forse era solo strano.." il viso si storce in una smorfia confusa "Beh, stavi facendo qualcosa di stupido e strano e ti ho fermato".
Louis lo guarda e alza un sopracciglio prima di passarsi una mano sulla fronte "Beh sì, allora grazie eh" dice ironico mentre si allontana deciso a trovare Zayn e dirgliene quattro.
"Ehi Tommo!" lo ferma il tassorosso urlando e facendo girare tantissime teste verso di loro.
Louis lo incenerisce con lo sguardo e si riavvicina per "Che c'è?!" chiedergli tra i denti.
Niall lo studia attento prima di "Stai attento, ok? C'è un motivo se quello non ha amici, e il tuo sguardo mentre lo fissavi...promettimi solo che starai attento" sorride timidamente il tassorosso prima di voltargli le spalle e andarsene alla sua lezione di Difesa contro le arti oscure.


La notte è calma, è silenziosa e sembra abbracciare Hogwarts nella sua oscurità puntellata di stelle che splendono e quasi sorridono accanto alla Luna ormai quasi completamente piena.
Il platano picchiatore scuote dolcemente i suoi rami in una danza silenziosa a ritmo di un vento fresco e calmo. L'unico rumore che si avverte è il tubare sommesso di qualche gufo provenire dalla foresta proibita. Il fumo del camino della casa del guardiacaccia disegna spirali al limitare di quel posto tanto misterioso quanto pericoloso e tutta la scuola si prepara a godersi una nottata all'insegna del caldo e delle coccole che i letti a baldacchino morbidi ed accoglienti sanno riservare.
Pochi sono gli studenti ancora in giro, tra di loro c'è un Louis Tomlinson particolarmente stanco che già assapora il tepore della sua camera. Cammina lentamente verso il suo dormitorio mentre si allenta il nodo della cravatta ormai quasi sfatto, lo slega del tutto e lascia il tessuto rosso e oro cadere ai due lati del suo collo. I capelli di miele e sabbia sono arruffati dalla giornata caotica e gli occhi sono stanchi, le palpebre pesanti e le iridi più scure. Perfino il suo cervello, che da un mese a quella parte non ne ha mai voluto sapere di tacere un attimo, sembra essersi arreso alla stanchezza ormai evidente e ingestibile.
Ma in un attimo lo scenario cambia, perchè le orecchie all'erta di Louis sentono un tonfo provenire poco lontano da lui e un lamento invadere e rimbombare sui muri per poi finirgli addosso nella consapevolezza di conoscere quella voce, è Styles.
Il riccio è accasciato contro un muro, le mani a stringere lo stomaco e gli occhi strizzati in un'espressione di pura sofferenza. I respiri sono accelerati e dei gemiti rochi rilasciano la gola del riccio che si alza a fatica e strappando via il mantello comincia a correre verso la foresta proibita.
Louis nemmeno fa in tempo a stoppare le sue gambe che quelle stanno già correndo dietro all'altro grifondoro.
I respiri in entrambi i petti sono mozzati, uno per il dolore e l'altro per la paura.
Quando sono all'esterno, la notte fuori da Hogwarts non è più per niente tranquilla.
Harry corre e lo fa anche Louis, nascondendosi bene come ha imparato a fare in una famiglia fin troppo numerosa. Quando superano il limitare della foresta sempre più gemiti sfondano la gola di Harry irritandola e inniettandola di sangue. Le lacrime scendono copiose lungo le guance dove a volte regnano quelle così belle e dolci fossette, le mani sono sul petto e lo implorano di non esplodere. Perchè non importa da quanto tempo Harry sia così, a quel dolore non riuscirà mai ad abituarsi. E' mentre sente l'umanità scivolargli dalle dita che il rumore di un legnetto spezzato lo attrae.
Louis si maledice in tutte le lingue che conosce e in quel momento sa di non aver più nemmeno una chance di sopravvivere.
Harry si gira verso il castano e con l'ultimo sprazzo di umanità che ha nel cuore lo guarda spaventato tra le lacrime e "Sei pazzo?" gli chiede disperato, gli occhi inniettati di sangue e il corpo scosso da spasmi sempre più forti. Il respiro di Louis è strozzato nella sua gola, le parole bloccate in testa e lontane dalla sua voce, gli occhi sono ormai spalancati e disperati mentre spera con tutta la forza che ha di riuscire a sopravvivere, mentre per l'ennesima volta si maledice.
Un singhiozzo disperato scuote ancora una volta il riccio che "Mi dispiace" dice in un filo di voce "Mi dispiace così tanto" e quelle parole sono così vere e sentite che Louis ci crede senza nessun ripensamento. Sta per morire ma decide di credere alle parole del suo carnefice, carnefice che per mesi è stato la sua vittima. Così il castano, anche se sa che è inutile, comincia a correre forte, come è solito fare sempre. Le gambe corrono veloci come il vento ma sono niente in confronto alle zampe lunghe del lupo mannaro – che ormai non è più Harry – che lo sta inseguendo. È un attimo che una zampa anteriore della creatura notturna afferra Louis e sbatte violentemente la sua faccia contro il tronco di un albero escoriando la guancia liscia e facendo sbattere violentemente lo zigomo contro la superficie dura e umida. Un gemito lascia la gola di Louis e le sue guance sono già rigate di lacrime salate che parlano solo di dolore e paura. Un ringhio mostruoso sale per la gola della creatura mentre con uno scatto fa voltare la sua vittima in modo da poterla guardare. Louis sa come finirà tutto nel momento in cui vede le zanne del lupo brillare alla luce della Luna e la zampa alzarsi in aria, le unghie affilatissime pronte a colpire.
Si rannicchia e chiude gli occhi, pronto ad affrontare il destino che quella vita gli ha riservato.
Perchè se c'è una cosa, una piccola cosa in cui Louis crede, quella è il destino. Ci crede così tanto che mentre sente il sangue mischiarsi alle lacrime che ha sulle guance se ne rimane fermo, senza più alcuna forza. Perchè tutto, tutto gli fa male e brucia così tanto che se avesse una fiamma ossidrica addosso non se ne accorgerebbe. L'umiliazione brucia, la sua vita che si conclude per un suo stupido errore brucia e la consapevolezza di non poter fare più niente lo arde dentro.
Quando però il lupo sta per sferrare il colpo mortale qualcosa succede. Qualcosa invade gli occhi di Harry, che per un attimo non è più un lupo mannaro ma torna ad essere un ragazzo normale.
I suoi occhi sono pieni di Louis, della carnagione bellissima, degli occhi fatti di cielo e di quel sorriso che sembra aver rubato le perle più belle al mare. Tutto diventa quel ragazzo che tanto non sopporta, inspiegabilmente tutto diventa bellissimo e caldo, tutto gli da una sensazone mai provata, una sensazione di casa e di caldo. Ma se c'è una cosa che lo spiazza maggiormente è l'immagine di loro due abbracciati e stesi sul prato davanti al lago nero. Sono felici, lo si può vedere lontano un miglio, sorridono insieme e le loro spalle si sfiorano dolcemente e il sorriso di Louis non è mai stato così bello – o forse Harry non se ne è mai accorto?- . Il fotogramma che più lo spiazza però è il momento in cui le labbra di Louis si poggiano sulle sue e quasi riesce a sentirle e a godersi il sapore fresco e dolce di quel ragazzo. Riesce a sentirle le mani di Louis addosso, sente il suo peso e il fiato sul collo ma soprattutto sente qualcosa che credeva non esistesse: sente l'amore sfondargli cuore, vene e arterie. Così, mentre la sua zampa è ancora in aria sente una voce sussurrare nella sua testa "Lui no, lui è il mio regalo per te, figlio mio, lui è nel tuo destino" e riconosce quella voce. La Luna gli sta parlando dopo anni e la sorpresa e lo sgomento divengono un'unica cosa mentre Harry svanisce di nuovo e il lupo abbassa la zampa correndo via nei meandri della foresta. Gli occhi di Louis sono ancora sbarrati e il respiro è  immobile nel petto mentre la sua mente non riesce a collegare nessun evento. Si rialza a fatica e asciuga un rivolo di sangue dalla sua guancia prima di inspirare profondamente. Si poggia all'albero contro il quale è stato sbattuto e si guarda intorno. Il cuore corre come una locomotiva e le mani tremano fortissimo, le nocche aperte nella caduta bruciano ancora ed è un attimo che le ginocchia di Louis cedono ancora una volta e il cuore esplode in un pianto liberatorio, in un pianto di gioia e paura. In un pianto pieno di una consapevolezza che fino a poco prima non sapeva di avere. La consapevolezza nascosta nel fatto che Harry non avrebbe mai potuto fargli del male, è tutto scritto in quegli occhi, ma Louis, sempre di corsa com'è, se ne accorge solo mentre piange con la testa poggiata contro il tronco dell'albero e in silenzio ringrazia la Luna.

 
V

Quando Harry quella mattina scende le scale uscendo dal dormitorio per recarsi in Sala Grande spera vivamente con tutto sé stesso che Tomlinson non abbia nemmeno un graffio e che abbia solo sognato la notte appena passata. Perchè Harry non ha mai avuto ricordi delle notti di Luna piena, mai prima di quella mattina. L'immagine del corpo di Louis rannicchiato sotto quell'albero è ancora spaventosamente nitida nella sua testa, troppo nitida per essere solo un incubo.
Cammina lungo la tavolata dei grifondoro e lo cerca attentamente tra tutti gli altri visi ancora sonnecchianti. Lascia perdere quando, arrivato alla fine del tavolo, si siede da solo e si versa un po' di succo di zucca sbuffando. Louis non è a colazione e la cosa lo inquieta. 
Ed è un attimo, ci mette solo un attimo a realizzare il motivo per cui si sta preoccupando che il poco succo di zucca che ha ingerito minaccia di risalirgli per lo stomaco. Le parole della Luna tornano violente nella sua testa e allora decide di mollare il calice e rifugiare la testa sugli avambracci poggiati sul tavolo. Non può essere vero, la sua vita non può davvero prenderlo in giro in quel modo. Se ripensa alle immagini di quel bacio ancora non vissuto con Louis tutto quello che sente è lo stomaco contorcersi e chiudersi. Harry non sa cos'è l'amore, non ha mai avuto modo di conoscerlo in tutta la sua vita, come potrebbe riconoscerlo?
Quando, sbuffando, alza lo sguardo i suoi occhi finiscono sulla figura appena sveglia di Louis Tomlinson, che, pensandoci meglio, ha la faccia di chi non ha dormito per niente.
Harry percorre tutto il suo corpo con gli occhi e sembra essere completamente intero, il suo cuore non fa in tempo ad alleggerirsi che deve fare i conti con la guancia del grifondoro.
Il viola regna su quella parte del suo viso spaventosamente gonfia, Harry non ha mai visto un livido più grande di quello. I pugni si stringono fortissimo mentre "colpa tua, sei un mostro" recita quella vocina odiosa nella sua testa. Gli occhi di Louis sono bassi e Harry non riesce nemmeno a spiarne il colore, il castano cammina velocemente e, prima che Harry possa guardarlo un'altra volta, quello ha già afferrato un dolce dal tavolo e si è voltato per uscire dalla Sala Grande. Harry continua a seguirlo con lo sguardo fino a quando la figura stanca di Louis non è completamente sparita dalla Sala. Si guarda intorno e sente già parecchi ragazzi cominciare a ipotizzare cosa possa essere successo a Louis ma non ce la fa proprio ad ascoltarli, non quando lui è la causa di quel livido gigantesco. Si alza di scatto dalla panca e a grandi falcate abbandona anche lui la Sala Grande.


"Lou!" lo richiama il corvonero per i corridoi, diretto a Storia della Magia.
Ma come sempre il grifondoro sta camminando a passo svelto, questa volta con la testa china, e la voce del moro non riesce ad arrivare alle sue orecchie. Zayn sbuffa e come ogni giorno affretta il passo entrando nell'aula deciso a riuscire a prendere un posto accanto al suo migliore amico.
Posto che però trova occupato da un altro grifondoro che conosce solo di vista che sembra molto interessato a Louis e Zayn proprio non capisce perchè. Quando si avvicina per salutare il castano nota finalmente il motivo dell'assenza di Louis da colazione, la guancia del ragazzo è ricoperta da un livido enorme e costellata di graffi, uno sembra anche abbastanza profondo. Zayn sente il sangue bloccarsi di colpo nelle vene e "Mi fai mettere qui?" chiede al grifondoro accanto a Louis attirando finalmente la sua attenzione.
Come Tomlinson si accorge della sua presenza scatta e gli occhi azzurri si spalancano scioccati.
"Chi prima arriva meglio alloggia" risponde scocciato quel biondino grifondoro che forse non ha guardato bene in faccia Zayn, perchè i suoi occhi ardono in quel momento.
"Giuro che se non ti alzi sposto il tuo letto negli abissi più profondi del lago nero, vuoi provare?" chiede di ghiaccio. Louis trattiene a stento una risata – deve ammetterlo, la vena creativa di Zayn la si può notare anche fuori dai suoi disegni – e si gode la scena. Il biondo scuote la testa e leggermente intimorito dagli occhi scuri di preoccupazione di Zayn gli lascia il posto.
Il corvonero sbatte i suoi libri sul banchetto e si gira nervoso verso il suo migliore amico "Che diamine è successo alla tua faccia?" gli chiede visibilmente confuso.
Louis trattiene per un attimo il fiato mentre l'immagine del lupo mannaro davanti a sè torna a fargli visita per l'ennesima volta.
"Stamattina sono uscito per allenarmi presto, il campionato di Quidditch sta per ricominciare, sai?" gli chiede con il solito tono sagace, come se la cosa fosse ovvia. "Ero ancora un po' addormentato e sono caduto dalla scopa" mente, e conosce Zayn talmente bene che sa davvero come farlo "Ma per gli altri ho duellato con un troll e l'ho fatto fuori, ok?" gli chiede ironico ridendo, mascherando il tremore delle mani che però non sfugge per niente al corvonero, come sempre troppo attento ad ogni azione del suo migliore amico.
Zayn lo guarda con un sopracciglio alzato e "Devo crederti?" gli chiede serio.
Louis deglutisce a vuoto e si tradisce un po' quando "Credi a ciò che vuoi" risponde nervoso ed infinitamente stanco. Zayn continua a fissarlo insistente e nota lo sguardo di Louis saettare sulla figura slanciata di Harry Styles appena entraoa nell'aula. Vede Louis abbassare lo sguardo e nascondersi la guancia con davvero poco successo, non ha mai visto gli occhi del suo migliore amico così spaventati per il semplice motivo che Louis non ha paura, da quando lo conosce Louis non ha mai avuto paura di niente.
"E io dovrei crederti" borbotta il moro lasciando andare la spalla contro lo schienale della sedia "E' colpa di quello?" chiede indicando il riccio che ha appena preso posto e ha lo sguardo più perso del solito. Zayn lo vede rigido e sa che quella reazione è dovuta al livido di Louis, non può che essere così, è perfettamente logico.
Louis lo guarda e per un attimo Zayn riesce a cogliere ancora i segni del panico, ma Louis è bravo a nascondersi, Louis è un esperto in fatto di maschere "Lascialo stare" grugnisce prima di zittirsi a causa dell'arrivo di Ruf.
Zayn sposta lo sguardo dal suo migliore amico al riccio, entrambi sembrano sull'orlo di un precipizio, pronti a cadere, inutile dire che alla storia del Quidditch non ci crede nemmeno un po'.


Zayn sente ormai la testa scoppiare una volta uscito dall'aula di Trasfigurazione, per quanto si applichi quella materia proprio non gli sta simpatica e il fatto che sia stata l'ultima ora di una giornata già abbastanza pesante non ha aiutato per niente. La cravatta scura è allentata sul collo del corvonero mentre il ragazzo si dirige a passo pesante – ma pur sempre elegante come solo lui riesce ad essere – verso la Sala Grande. Una figura attira però la sua attenzione.
Anche Harry Styles sta camminando verso la Sala Grande e in quel momento a Zayn basta il ricordo degli occhi spaventati di Louis ad aiutarlo ad avvicinarsi al riccio e "Styles" lo ferma con tono serio "Credo che noi dovremmo fare una chiacchierata" dice senza l'ombra di un sorriso.
Quando guarda meglio il grifondoro si accorge di quanto anche lui sembri infinitamente stanco. La pelle chiarissima ha un colorito malato e gli occhi verdi sono più scuri del solito e non godono di nessuna scintilla.
Harry sbuffa e "Non ho tempo per i giochetti" borbotta ricominciando a camminare. Zayn lo ferma per un avambraccio e quando Harry si volta fulminandolo, il moro riesce a capire perfettamente lo stato d'ansia del suo migliore amico, ma nuovamente si stupisce quando vede la rabbia abbandonare gli occhi di Harry Styles e spegnersi in una tristezza che sa di antico.
"Si può sapere che vuoi?" gli chiede acido il riccio liberando il braccio dalla presa di Zayn.
"Che cosa stai facendo a Louis?" chiede a denti stretti il corvonero.
"Come se il tuo fidanzatino non te lo avesse già detto" lo schernisce Harry col cuore ormai in gola.
Se Louis Tomlinson e Zayn Malik sanno di lui, tutta quanta la scuola, nel giro di nemmeno due giorni lo saprà e tutto cambierà.
Niente sarà più lo stesso, e tutto questo per colpa di quel ragazzino viziato.
"Che c'entra Liam?" chiede ingenuamente Zayn.
Harry storce il naso e "E chi sarebbe Liam?" chiede confuso.
Gli occhi del corvonero si sgranano, tossisce per mascherare l'imbarazzo e "No, io volevo dire-" farfuglia mentre Harry si chiede come abbia fatto il cappello parlante ad inserirlo tra i corvonero.
Ma non ha tempo il riccio, non ha tempo per niente.
"Lasciami stare, ok?" dice acido al moro facendo per andarsene ma Zayn lo ferma e, di nuovo serio "Se hai un problema con Louis ce l'hai anche con me, chiaro? Lui non mi dice niente ma ti giuro Styles, te lo prometto, che se continua a saltare i pasti e a non dormire dovranno cercarti in lungo e in largo perché-" dice con una voce che non ammette repliche, ma Harry non lo fa finire.
"Non ti ha detto niente?" chiede sbalordito al corvonero che lo fulmina per averlo interrotto.
Zayn sbuffa e ormai decisamente innervosito "Sta' attento a te" borbotta prima di allontanarsi e dirigersi verso la sala comune dei corvonero.


Dopo una giornata quel livido ormai un po' più scuro sembra fare ancora più male.
Sorridere gli è impossibile sia per un fatto fisico che per un fatto mentale ormai e infatti ci ha rinunciato definitivamente. Si accoccola meglio su una delle poltrone della sala comune dei grifondoro mentre libera dalle sue mani il boccino d'oro per poi riafferrarlo subito dopo.
Sbuffa una volta che la piccola pallina alata è ormai troppo lontana per essere riacchiappata e non ci pensa proprio ad alzarsi per riprenderla. Preferisce sprofondare nella sua poltrona ed essere coccolato dal crepitare del fuoco mentre tutti gli altri grifondoro accanto a lui, dato l'orario tardo, cominciano a diradarsi e a salire nelle loro camere.
Louis rimane lì per un tempo indefinito, lo sguardo perso oltre la finestra, nel buio più scuro di una notte senza Luna.
Sente i brividi lungo la schiena quando un flashback della notte precedente lo investe in pieno. 
"Un lupo mannaro potrebbe uccidere il suo migliore amico" le sue orecchie sono piene di quella frase che non ricorda nemmeno quando ha sentito.
"Perchè lui non mi ha ucciso?" chiede a sè stesso a bassa voce mentre si tortura le mani e sente la guancia pulsare. Porta una mano come a placare il dolore e nello stesso momento in cui sfiora la sua pelle il ritratto della Signora Grassa lascia passare una sagoma che ormai conosce fin troppo bene. I muscoli di Louis si irrigidiscono in un attimo per la paura quando riconosce Harry, ma il suo viso rimane come sempre impassibile, una maschera di cera che assume le sembianze di una pura strafottenza, gli occhi si riempiono d'orgoglio ma infondo non riescono a mascherare del tutto il terrore che ancora li pervade e Louis crede che Harry possa sentire il suo cuore quasi sfondare la cassa toracica, lui lo sente.
Gli sguardi dei due ragazzi si scontrano in due maschere glaciali e nervose.
La bocca di Louis è impastata ed è come se il suo cervello si rifiutasse di ragionare, tutto quello che nota è una scintilla che prima accende gli occhi del riccio e poi li spegne miseramente.
"Mi dispiace" dice serio, lo sguardo puntato a terra e le mani che si torturano.
Louis sente gli occhi sgranarsi, perchè tutto si aspettava fuorchè questo, che Harry Styles fosse dispiaciuto, che Harry Styles provasse effettivamente delle emozioni che andassero oltre al disgusto e all'inadeguatezza. "E grazie" aggiunge infine dovendo lottare contro se stesso per tirare fuori quelle parole.
"Per cosa?" chiede confuso Louis, lo sguardo ormai puntato sul corpo del riccio che sembra addirittura più malandato di lui.
"Per essere stato zitto con quel corvonero che ti porti sempre dietro" asserisce Harry già diretto verso la sua camera.
"No, aspetta" lo ferma Louis alzandosi "Perchè non mi hai ucciso, Harry?" gli chiede per la prima volta a cuore aperto, senza nessuna traccia di cattiveria o ironia nella voce cristallina.
Il flashback di quel bacio non è mai stato così nitido nella testa del riccio, ma lui ancora non ci crede, lui si rifiuta di poter amare una persona come Louis Tomlinson che nulla gli ha portato oltre al dolore, alla vergogna e alla rabbia. Eppure una domanda affligge anche lui da quando ha parlato con Zayn "E tu perchè mi stai coprendo?" chiede serio al castano.
Louis sbianca e boccheggia, perchè infondo nemmeno a lui sono chiarissime le sue ragioni. Cercava un modo per sbatterlo fuori da quella scuola e ora che ce l'ha non sa più che farsene. "Perchè avresti potuto uccidermi" risponde incrociando di nuovo gli sguardi "Ma non l'hai fatto..perchè?" chiede di nuovo Louis.
Harry deglutisce a vuoto e "Tu non hai paura di me, Louis?" gli chiede avvicinandosi pericolosamente.
Louis sente il cuore cominciare a battere fortissimo ma è sicuro, è certo che quella non sia paura ma sia altro, qualcosa che ancora non riconosce.
"Non più" risponde in un soffio mentre Styles è davvero vicino.
"Perchè?" chiede Harry con una punta di disperazione mal celata in fondo alla gola "Perchè?!" sbraita a voce più alta avvicinandosi maggiormente, fino a quando è solo qualche centimetro a dividerli.
Louis boccheggia e "Forse.." comincia "Forse per lo stesso motivo per il quale tu non mi hai ucciso" asserisce con gli occhi leggermente lucidi e la pelle della sua guancia che implora pietà, ormai anche parlare gli fa male.
Il cuore del riccio è in subbuglio mentre l'immagine del sorriso candido di Louis in riva al lago gli inonda gli occhi e si imprime nel cuore costringendolo a domandarsi se davvero il sorriso di Louis Tomlinson possa essere così bello e stranamente caldo.
"Perchè non mi hai ucciso, Harry?" chiede quindi un'altra volta Louis mentre nota gli occhi di Harry perdersi e farsi più scuri, diventare i soliti occhi di laguna.
Harry riaumenta le distanze e affoga per un attimo negli occhi pieni di speranza del maggiore per poi concludere quello scambio, voltargli le spalle e correre in camera sua mentre "Scusa, Harry" sussurra il grifondoro sapendo che comunque il riccio non riuscirà a sentirlo.

 
VI

E' stupido, folle, irrazionale e anche spaventoso, e forse per questo Harry Styles, grifondoro al sesto anno, proprio non riesce a fare a meno di osservare le mosse di Louis nascosto dietro un albero nel cortile di trasfigurazione. 
Sono passate due settimane da quella famosa notte e ormai sulla guancia di Louis non è rimasta che una leggerissima ombra giallognola e il ragazzo se ne sta, come ogni giorno dopo le lezioni, steso a terra nel cortile con la sua cerchia di amici: il corvonero psicopatico e quegli altri due tassorosso di cui Harry non conosce il nome; ma è sicuro che la risata del biondo la riconoscerebbe anche se il ragazzo si trovasse sul fondo del lago nero, anche se in quel caso ci sarebbe davvero poco da ridere. Così, Harry li osserva facendo sbucare la testa riccia dal tronco dell'albero ad intervalli di più o meno cinque minuti. Li osserva e perde gli occhi verdi in quelle risate, prese in giro e spintoni affettuosi che lui, non avendo mai avuto nessuno, proprio non riesce a capire. Si ritrova ad invidiare la chiarezza con la quale ognuno di quei quattro si schiererebbe in prima fila a difendere uno del gruppo. E Harry si sente solo, perchè nessuno proteggerebbe mai lui.
Morde il labbro inferiore quando la solita voce nella sua testa ridacchia e "Quale mostro ha bisogno di essere protetto, Harry?" gli chiede gelida e divertita.
Il riccio scuote la testa e vorrebbe davvero riuscire a staccare l'interruttore che fa affluire quella massa spaventosa di pensieri al suo cervello. Vorrebbe più di ogni altra cosa stoppare tutte quante le domande che lo torturano da quella notte e che sono nate anche nei giorni seguenti.
Perchè Louis mi sta coprendo? Perchè io non l'ho ucciso?
Ma la risposta alla seconda domanda Harry ormai la conosce bene, talmente bene che si è ritrovato a rivivere quei flashback anche durante i suoi incubi – o sogni in questo caso? - fino a ritrovarsi ad affezionarsi a quel sorriso bianco che non è mai stato dedicato a lui.
Fino a quando, come uno stupido, una sera nel suo letto a baldacchino non si era messo a immaginare che sapore avrebbe potuto avere la bocca di Louis, come sarebbero stati i suoi denti contro la sua lingua e anche più ingenuamente come si dona un bacio. Perchè Harry non lo sa, Harry non ha la più pallida idea di che cosa voglia dire abbracciare qualcuno, come fa a sapere cosa significhi baciare una persona? Aprire le porte della propria essenza ad uno sconosciuto e semplicemente fidarsi? Harry non lo sa, sa solo che ormai si è quasi affezionato a quelle immagini e non riesce a mandarle via. Ma poi, basta che il riccio pensi a tutto il male che Louis Tomlinson gli ha fatto – o ha provato a fargli – per darsi dello stupido un'ennesima volta.
La verità è che Harry, da due settimane ormai non ci capisce più niente.
Si ritrova a cercare un contatto con quegli occhi azzurri che però sono ancora spaventati, ne è sicuro, Louis tutta quella paura non riesce a nasconderla. Harry si ritrova a guardarlo ancora una volta allora, nascosto dietro un albero mentre si vanta con quello che deve essere Liam Payne dei suoi riflessi mentre gioca con il boccino d'oro. Zayn lo guarda e scuote la testa rassegnato.
Harry nota come gli occhi azzurrissimi di Louis si contornino di pieghette ogni volta che ride, di come le labbra rosa si tendano all'inverosimile verso l'alto e scoprano una dentatura bianca e cristallina quasi quanto quella voce, che tale rimane anche quando è colma di ironia o sarcasmo.
Ed è proprio nel momento in cui gli occhi di Harry sono fissi su Louis che il ragazzo si gira fulminandolo con i suoi occhi azzurri. Il fiato di tutti e due si stoppa un'altra volta mentre i loro occhi affondano e il blu si mischia al verde in un colore tutto nuovo e indefinito.
I brividi nascono lungo le schiene di tutti e due e mentre le labbra di Harry si incurvano in un sorriso accennato leggermente e davvero timido, quelle di Louis si stringono e perdono l'incurvatura verso l'alto, sono sigillate in una linea dritta adesso.
È così che gli occhi di Louis Tomlinson, senza davvero volerlo ma per riflesso incondizionato e dominato dall'ansia, si ghiacciano e con loro congelano anche il riccio che smette automaticamente di sorridere.
Innervosito scosta lo sguardo, chiude la borsa e si allontana, con le guance in fiamme e gli occhi a far loro compagnia, da quel gruppo d'amici che tanto invidia. Come può un mostro provare così tante emozioni insieme da fargli esplodere il petto in pochi secondi? Come fa un mostro ad amare?


"Ehi Lou" lo raggiunge Zayn. Louis se ne sta seduto su un masso proprio davanti al lago nero.
Lo sguardo azzurro verso le distese verde scuro e la mente completamente altrove, la mente incastrata tra i ricci scuri di Harry Styles e quegli occhi così pieni di cose da dire, cose che sembrano essere intrappolate da fin troppo tempo. Il senso di colpa per averlo respinto in quel modo così violento pochi giorni prima lo assilla ancora e se c'è una cosa che Louis ancora non ha recuperato quella è il sonno. Perchè da quando si è accorto di quanto Harry lo osservi, tra domande che gli affollano la testa e quella sua stramaledetta curiosità e necessità di sapere sempre tutto, di dormire non se ne parla proprio.
"Tommo devi dirmi che succede" lo richiama alla realtà il corvonero "Perché io non ce la faccio più a vederti così. Tu sei diventato pazzo e io sono sulla buona strada per raggiungerti con la differenza che tu ne conosci la causa e io no" asserisce il moro ridacchiando nervoso.
Louis volta lo sguardo e sospira, alla fine glielo deve. Zayn è il suo migliore amico, non merita di essere tenuto all'oscuro sulle sue nevrosi e crisi di identità.
"Se te lo dico devi promettermi che non lo dirai a nessuno" premette il castano con uno sguardo serio.
"Ok" il corvonero lo guarda confuso ma sollevato, finalmente quel calvario sta per finire, una volta che saprà cosa ha ridotto Louis Tomlinson un'acciuga saprà bene cosa fare per salvarlo da quello stato comatoso in cui è caduto.
"E che non ti arrabbierai" arriccia il naso il grifondoro grattandosi in seguito la nuca, gesto che Zayn riconosce troppo bene in Louis con un'unica definizione: non gli ha dato ascolto e aveva ragione.
Il moro sbuffa e "Ti giuro che se te ne riesci con quella storia su come siano i guai a trovare te, quando è ovvio che te li cerchi, la mia non sarà rabbia Lou, ma una furia assassina" scrolla le spalle Zayn provocando una risata da parte del castano che non crede nemmeno ad una parola.
"Allora è meglio che cominci a nascondermi, sono sicuro che la stanza delle necessità mi ospiterà volentieri" dice quello ridacchiando. Zayn scuote la testa e gli fa segno di parlare sfoderando un'occhiata eloquente e minacciosa che genera in Louis solo l'ennesima risatina.
"Harry è un lupo mannaro" ribadisce Louis calmo.
"Sì, lo so" asserisce Zayn confuso "Per questo ti ho chiaramente invitato ad evitarlo come fosse una cena a lume di candela con Mirtilla Malcontenta".
"Già" sussurra il grifondoro perdendo lo sguardo sulle sue mani. Ed è quel movimento a tradirlo, quel suo parlare così pacatamente e con tono arreso che proprio non gli appartiene che fa collegare a Zayn tutte le tesserine del puzzle.
"Styles ha a che fare con quel mostro viola che avevi in faccia, Louis?" chiede duro.
Louis deglutisce e "L'ho visto correre verso la foresta una notte di Luna piena. Volevo fargliela pagare Zayn, sai quanto sono testardo" dice "E l'ho seguito senza pensare alle conseguenze, convinto che se mi fossi nascosto bene ce l'avrei fatta" gli occhi del più grande sono completamente catapultati nei flashback di quella notte e "Ma lui mi ha visto" aggiunge "Ed era così spaventato che ho provato pena, ho provato pena per lui".
La testa di Zayn è in pieno subbuglio, un pensiero si sovrappone all'altro e il primo che trova una via d'uscita verso le sue labbra viene recitato con una voce strozzata.
"Pena?!" esclama "Provi pena per un mostro?!" gli chiede completamente scosso anche dal solo pensiero.
"Lui non è un mostro!" esordisce Louis spiazzando anche se stesso, lasciandosi senza parole perchè proprio non sa quando ha deciso che per lui Harry Styles non è un mostro, non se lo spiega e non se ne capacita.
Zayn lo guarda allibito e ormai convinto della pazzia di Louis esclama "E' un lupo mannaro, è un assassino, Louis" aggiunge serio, ormai di pietra.
"Non è un mostro" ribatte fermo il grifondoro "E non è un assassino, perchè io sono vivo e sono qui a parlartene e ad implorarti di tenere la bocca chiusa".
"Harry Styles ti ha sfondato la faccia e noi dovremmo lasciare che rimanga qui, Lou? Quando tutto quello che volevi era vederlo fuori da questa scuola?" gli chiede con le mani nei capelli, ai limiti dell'incredibilià e dell'ansia.
"Sì" risponde semplicemente Louis "Perchè se lui non si fosse fermato io non sarei qui a parlarti. Gli devo la vita, Zayn, non posso tradirlo così" continua serio come Zayn  non l'ha mai visto "Ti prometto che non lo seguirò mai più ma lascialo stare, ha già troppi problemi senza di noi".
Qualcosa nel tono spaventato e triste di Louis riporta Zayn ad una quasi calma originaria, si riavvicina al suo migliore amico e "Perchè non ti ha ucciso? Come hai fatto a scappare ad un lupo mannaro?" gli chiede rendendosi conto solo in quel momento della gravità della situazione.
Louis scuote la testa e "Non lo so e lui non parla" ammette sbuffando.
"Non ci credo" Zayn scuote la testa "Harry Styles, il ragazzo che hai denigrato davanti a tutti, ti ha salvato la vita" gli occhi di Zayn sono persi insieme a quelli di Louis verso l'orizzonte.
"Credo che sia arrivato il mio turno di salvarlo" dice Louis in un soffio di voce, Zayn si gira a guardarlo e può giurarlo sulla sua bacchetta: non ha mai visto il suo migliore amico più serio.


Zayn soffoca l'ennesima risatina nella stoffa sul suo avambraccio cercando di nascondere il viso al professor Piton che scruta i suoi alunni con attenzione e con la solita aria di sufficienza.
Louis non lo aiuta per niente quando, proprio accanto a lui gli sussurra "Che ne so, pensi ci sia qualcosa che li rende così unti?" mordendosi forte un labbro per evitare di fare la fine di Zayn, che ormai sembra essere nel pieno di una di quelle crisi di riso che il grifondoro tanto ama vedere nel suo migliore amico. Si preoccuperebbe della sua respirazione, Louis, se non fosse troppo impegnato a non farsi beccare mentre cerca di non esplodere a ridere nel bel mezzo della lezione di pozioni. E stanno davvero ridendo per una cretinata, per un argomento sul quale le battute si sprecano e si ripetono generando sempre la stessa ilarità tra gli studenti, ma Louis ha bisogno di ridere, ha bisogno di ricaricare il cuore e allontanare tutta l'ansia di cui si è caricato.
"O magari ha trovato qualcuno a cui piace condirci l'insalata, non lo so" borbotta ancora Louis mordendosi un dito per nascondere il sorriso strafottente che ha sulle labbra. Zayn a quel punto non riesce a non immaginarsi il professor Piton che a lume di candela mangia la sua insalata da solo e non riesce a non scoppiare a ridere una volta per tutte ad un volume forse troppo alto.
La maggior parte della classe si gira verso i due. Louis sta guardando Zayn con una risata che sta per scappare anche dalle sue labbra, gli occhi dei due migliori amici sono incatenati e nelle loro menti stanno ridendo a crepapelle. Ed eccoli lì, di nuovo come ai vecchi tempi, in quegli sguardi che sono loro due sanno regalarsi.
"Signor Tomlinson" esordisce la voce del professor Piton meravigliando un po' tutta la classe, in fin dei conti il primo a ridere e fare baccano è stato Zayn. Ma Piton e Louis hanno sempre avuto un rapporto basato su frecciatine, voti strappati ed occhiate eloquenti, un normale rapporto tra un grifondoro ed un serpeverde insomma. Louis sorride in direzione del professore.
Gli occhi scurissimi di Severus Piton congelano gli zaffiri di Louis e "I segreti delle nobili arti delle pozioni sono riservati a davvero pochi fortunati eletti" lo sguardo cade su Zayn che intanto è riuscito a darsi un contegno e si sta mettendo composto "Non credo che il suo Accettabile stentato lo elevi a tali livelli" torna a guardare Louis compiaciuto di se stesso e con la voce sempre sullo stesso tono "Il perché lei abbia voluto continuare dopo dei Gufo passati per miracolo per me rimane ancora un mistero" si ferma davanti al banco del grifondoro che intanto ha gli occhi non più sorridenti ma fissi davanti a se, non sbatte ciglio e non abbassa il capo "Ma abbia la decenza di rimanere in silenzio e tenere per sé i suoi commenti ripetivi e poco consoni e non disturbare chi – come il suo amico Malik qui – ha una potenzialità per diventare grande" torna a guardare Zayn "Ma a quanto pare è troppo attratto dal divertimento per preoccuparsene a fondo" conclude fissando gli occhi scurissimi sulla testa di Zayn che intanto si sta mordendo un labbro.
"Quindi" il professor Piton si allontana e si dirige un'altra volta alla sua cattedra, dietro il suo calderone.
Quando l'uomo vede Louis rilassarsi e sorridere tranquillo al suo amico corvonero sorride meschino e divertito.
"Vada a dividere il calderone col signor Styles, Tomlinson" lo rimbecca.
E basta quel cognome a congelare del tutto Louis e a spegnere il sorriso bianchissimo trasformandolo prima in una smorfia di panico e di nuovo in una maschera di sufficienza che si addice così poco a quello che sente nella cassa toracica. Louis deve ancora capirlo perchè il suo cuore si ostini a battere così forte. Non osa muoversi dal suo banco, ancora pietrificato.
Dietro il suo calderone, solo come al solito, Harry Styles ha gli occhi sgranati e sente le guance essere diventate porpora mentre si morde il labbro inferiore, rosso come al solito. Tiene lo sguardo fisso sulle sue mani e sente lo stomaco contorcersi al solo pensiero di avere Louis accanto.
Ma Louis non accenna a muoversi e "Ansia da separazione, Tomlinson?" lo schernisce Piton "Non si preoccupi, ritroverà il signor Malik alla fine delle lezioni proprio fuori dall'aula" lo prende in giro ancora. Louis guarda Zayn un'altra volta, il corvonero ha gli occhi più sbarrati di quelli del suo migliore amico ma con le labbra gli mima un "Stai calmo" che invece di tranquillizzarlo non fa che agitarlo ancora di più.
Louis raccoglie la sua borsa e con riluttanza abbandona Zayn andando a sedersi vicino ad Harry che intanto gli sta facendo spazio.
Quando Louis si siede accanto al ricciolino, Harry si volta un attimo solo per rivolgergli un timidissimo sorrisino tirato colmo di imbarazzo e Louis sente lo stomaco stringersi e torturarsi mentre senza rendersene conto lo ricambia anche più convinto mettendosi meglio a sedere.
Il resto della lezione, ora che Tomlinson e Malik sono decisamente lontani, passa in un silenzio tombale che si addice veramente bene alla serietà e alla professionalità del professor Piton.
Mancano ormai pochi minuti alla fine della lezione quando "Entro tre settimane voglio un tema sulle fasi lunari e i loro influssi sulle pozioni" annuncia Piton con la sua voce monotono.
Il cuore di Harry perde un battito e si ritrova a lanciare un'occhiata torva al professore, come se la sua natura dipendesse da Piton, abbassa lo sguardo una volta resosi conto della stupidaggine ma è quando "Due rotoli di pergamena da scrivere con il vostro compagno di banco" aggiunge il professore tranquillo – ma forse un po' divertito dalla faccia di Louis – che lo stomaco di Harry si attorciglia in un nodo e sembra chiudersi per sempre.
Louis fa per aprire bocca ma il professore lo ferma e "Con il vostro attuale compagno di banco, signor Tomlinson, sì, questo vuol dire che non può più contare sul signor Malik per avere un buon voto nella mia materia" lo schernisce di nuovo prima di uscire dai sotterranei.
Louis si morde un labbro e proprio non ci crede, non è possibile che debba scrivere due rotoli di pergamena sulle fasi lunari e i loro effetti in compagnia di un lupo mannaro. Non fa in tempo a girarsi verso Harry che il grifondoro sta già correndo a grandi falcate fuori dall'aula, lontano da lui.

 
VII

"Devi fare qualcosa" esordisce il corvonero seduto accanto a Louis nel cortile di Trasfigurazione.
Come al solito la classica banda si è rifugiata lì dopo l'ennesima giornata lunghissima.
Niall alza un sopracciglio e "Infondo" comincia "Devi solo farci un tema. Styles è strano, ma non ci devi mica passare tutta la tua vita con lui" continua scrollando le spalle.
Louis scuote solo la testa. Styles non è solo strano, Styles è un lupo mannaro, ma lui questo non può dirlo a Liam e Niall.
"Ti rimane solo una settimana e qualche giorno per fare quel tema" gli fa presente Liam giocando con alcuni fili d'erba.
Louis grugnisce e "Ok, farò qualcosa, ora lasciamo stare" asserisce chiudendo gli occhi e beandosi del vento fresco che gli scompiglia i capelli.
Louis pensa e rivede ancora una volta gli occhi di Harry. Cerca di immaginare come sia la vita vista da quegli smeraldi, a cosa ci sia racchiuso dentro e vuole scoprire dove va a finire quella scintilla di luce che si palesa così raramente ma che quando lo fa riesce ad illuminare tutto ciò che ha intorno. Vuole scoprire come mandare via l'altra scintilla invece, quella che gli inonda gli occhi di rabbia e lo fa sembrare più lupo mannaro che ragazzo. Vuole capire come eliminarla e spazzarla via. Vuole farlo perché Harry gli ha salvato la vita, questo è quello che gli racconta il suo cervello, ma non riesce a capire che ciò che il suo cuore sta cercando di urlargli è totalmente lontano da quella motivazione. Qualcosa di grande sta crescendo nel petto di quel ragazzo fatto di sarcarmo e furbizia, ma questa volta Louis è troppo distratto per accorgersene.


Harry Styles adora le nuvole e a differenza di tantissima altra gente crede che il grigio non sia solo un miscuglio di bianco e nero ma un colore di tutto rispetto. Gli piacciono le sfumature di quel colore, gli piace come disegnino tantissime cose diverse sulle nuvole facendo prendere loro svariate forme. Ci vede una zucca lì nel cielo, un leone, un cappello e perfino un drago. Ha sempre avuto una fervida immaginazione, forse per compensare la solitudine che ha caratterizzato la sua infanzia ed anche la sua adolescenza.
"Styles" quella voce che conosce troppo bene per non sobbalzare lo interrompe. La stessa voce che non pronuncia il suo nome da almeno due settimane. Harry si mette a sedere, tirando su la schiena dal prato, e riconosce gli occhi chiari di Louis che lo guardano con apatia, senza nessuna scintilla mentre "Dobbiamo metterci d'accordo" si gratta una guancia "Per la ricerca.." scrolla le spalle.
"Oh" sussurra il riccio alzandosi in piedi e "Hai da fare adesso?" domanda stupendosi un po' di se stesso.
Louis stringe le spalle e "No" risponde "Vogliamo andare in biblioteca?" gli indica l'interno della scuola.
Il respiro di Harry si mozza e proprio non riesce a capire perché Louis continui ad innervosirlo in quel modo così strano.
"Ehi?" lo richiama Louis.
"Oh, si, si, certo" si riprende il ricciolino "Andiamo".

Osserva Louis leggere e grattarsi la testa mentre uno sguardo confuso lo obbliga a stringere gli occhi e a fare un'espressione che Harry considera buffa, tanto che si ritrova a sorridere guardandolo e "Cosa c'è che non va?" domanda.
Louis alza lo sguardo e lo vede tentennare per un secondo, trattiene il fiato anche lui quando nota come lo sguardo di Louis si sia spostato sulle sue labbra. Harry lo esorta e Louis si schiarisce la voce "Le fasi lunari descrivono il diverso aspetto che la Luna mostra alla terra durante il suo moto" dice "E su questo non ci piove" continua sicuro e ad Harry viene da ridere ma si ferma e annuisce.
"Le fasi lunari si ripetono in un untervallo di tempo chiamato 'mese sinodico' che dura ventinove giorni e mezzo" continua tranquillo.
"Esatto" sorride Harry "Ti ricordi le fasi?" domanda appuntando qualcosa sulla sua pergamena.
Louis sposta il peso da un braccio all'altro e si ritrova a guardare Harry senza poter avere altre distrazioni e "Non voglio parlarne con te" dice senza neanche pensarci.
Harry alza lo sguardo e sente il cuore creparsi un po', avrebbe dobuto aspettarselo, le sue labbra si tirano in un sorriso amaro e "Ti capisco" gli dice "Neanche io vorrei studiare con un mostro" dice alzandosi ma Louis non capisce, proprio non capisce come Harry possa aver travisato così tanto le sue parole. Quando si alza in piedi Louis gli blocca un avambraccio e "Qualcuno ti ha mai detto che fai troppe uscite teatrali?" gli domanda ridendo.
Harry lo guarda confuso e "Smettila di prendermi in giro" gli dice "Ne ho abbastanza, Tomlinson".
"Mi chiamo Louis" alza gli occhi al cielo il ragazzo.
"Credi davvero che io non lo sappia?!" sbraita ai limiti della sopportazione Harry per poi "Sei snervante" dirgli "E lascia il mio braccio!" continua ma Louis sorride e il riccio non capisce proprio perché ma gli viene da ridere.
"Non chiamarmi Tomlinson" storce le labbra Louis "Non sono mica vecchio" gli dice tirandolo per il braccio e rimettendolo a sedere "Ti insegno una cosa chiamata confronto" gli dice paziente il maggiore "Quando qualcuno dice qualcosa che non ti sta bene devi affrontarlo, non fare un'uscita di scena alla Broadway e soprattutto, quando pensi che qualcuno ti abbia detto qualcosa di sbagliato devi essere certo della tua sensazione, capito?" domanda.
Harry lo guarda confuso, si morde il labbro inferiore e "Veramente le tue capacità esplicative fanno pena" gli dice ridendo.
Louis alza gli occhi al cielo e "Sì, lo so" ammette "Comunque non ho mai detto di non voler studiare con te".
"Allora perché non vuoi parlarmi delle fasi lunari?" domanda Harry allentandosi la cravatta, è così stanco.
Louis sospira e "Ti ho osservato molto e ho imparato a distinguerle in base ai tuoi stati d'animo" ammette guardandosi le mani.
"Mi hai studiato?" domanda Harry incerto su cosa dovrebbe sentire.
"La luna è all'ultimo quarto, tu sei tranquillo e non senti quasi più gli acciacchi dell'ultima luna piena nonostante stessi zoppicando mentre venivamo qui, perché non vai in infermeria?" domanda tranquillo.
"Luna crescente?" domanda Harry volendo testare la sua preparazione.
Louis si morde un labbro e "Sei spensierato e sai addirittura rispondere al sarcasmo con altro sarcasmo, l'ho sperimentato" gli dice ridendo.
Le guance di Harry arrossiscono un po'.
"Perché non vai in infermeria?" domanda ancora Louis.
Harry lo ignora e "Gibbosa crescente?" domanda.
I muscoli di Louis si tendono e "E' anche quasi peggio della luna piena, non ti reggi in piedi e sei uno straccio" dice per poi "Raccontami la tua storia" dirgli.
"No" si oppone Harry per poi alzarsi dal tavolo della biblioteca e lasciarlo da solo in mezzo ai loro appunti. Louis lo lascia andare, il solo pensiero di ferirlo o infastidirlo lo fa star male e proprio non riesce ad accettarlo. Rimane fermo, lui non corre mai dietro alle persone.


Sono passati tre giorni da quel pomeriggio in biblioteca e Louis non ha più visto Harry nonostante siano parte della stessa casa.
È nervoso e scontroso perché ormai, in un modo o nell'altro, non è più abituato a non averlo attorno.
"Secondo me ti piace" gli aveva detto Zayn "E per questo secondo me sei il re dei cretini" aveva continuato.
Non era riuscito a contraddirlo, a farlo stare zitto, perché, volente o nolente, deve ammettere che Harry Styles è riuscito ad entrargli sotto la pelle e Louis non ha nemmeno voglia di provare a lavarlo via. Gli piace parlare con lui, gli piace il modo in cui i suoi occhi sappiano parlare più delle sue parole, gli piace la forma a cuore delle sue labbra, gli piace che siano sempre rosse e che il freddo le gonfi ma non le screpoli, gli piace il suono della sua voce, gli piace il fatto che Harry Styles gli abbia salvato la vita e proprio non riesce a capire cosa ci sia di sbagliato in questo.
Se ne sta sprofondato nel divano della sala comune dei grifondono con il pigiama indosso, i capelli spettinati e il boccino tra le mani. Lo lascia andare e lo riacchiappa mentre immagini del volto di Harry gli riempiono la testa. Chiude gli occhi quando riesce quasi a risentire il dolore che ha povato quella notte in cui è quasi morto. Quando li riapre il boccino sta vagando per la sala comune e Harry è davanti a lui, ha ancora il mantello indosso.
"Ciao" lo saluta Louis tirandosi su.
"Buonanotte" lo saluta Harry puntando le scale per andarsene a dormire.
Louis si morde le labbra, proprio non può lasciare che se ne vada, non quando non lo vede da tre giorni, per questo "No, Harry, aspetta" gli chiede arrampicandosi sul divano.
Harry si volta a guardarlo interrogativo e "Non riesco a dormire" spiega Louis "Mi fai un po' di compagnia?" gli chiede e Harry vorrebbe tanto dirgli di no ma è convinto di non aver mai avuto la forza di opporsi a quegli occhi azzurri.
Soprattutto quando ha davanti agli occhi ogni giorno la visione del lago, proprio non riesce a dimenticarla. Louis lo guarda speranzoso.
Harry torna indietro, si sfila il mantello, recupera il boccino e quando si siede accanto a Louis sul divano glielo restituisce.
Louis ci gioca ancora e "Dove sei finito in questi giorni?" domanda.
Harry sospira ridendo e "Perché mi fai sempre domande alle quali non voglio rispondere?" domanda.
Louis trasalisce e "Io non-" prova ma Harry lo ferma levandosi le scarpe e mettendosi comodo.
"Sta' tranquillo" gli dice sorridendo piano "Il problema non sei tu" scuote la testa.
"Qual è il problema?" domanda Louis.
"Perché ti importa di me, Louis?" chiede Harry sereno.
Louis lo guarda interdetto e "Beh, mi hai salvato la vita"
"Dopo averti quasi ucciso" precisa meticoloso il ricciolino.
Louis lo guarda corrucciato e "Non c'è sempre bisogno di un motivo" gli dice.
"Tu non fai mai niente senza un motivo".
"Voglio essere tuo amico" replica nervoso "Cosa c'è di strano?" sbotta distogliendo lo sguardo.
Harry lo guarda attento e riesce a vedere bene ancora i segni di qualche graffio lasciato sulla guancia, allunga una mano e li accarezza. Louis chiude gli occhi sotto quel tocco leggero e prova solo tranquillità. Non è spaventato, non è ansioso, è tranquillo come poche altre volte gli è successo in vita sua. "Questo" risponde Harry "Questo sarebbe un buon motivo per non essere mio amico".
Louis lo guarda in cagnesco e si alza, "Buonanotte Styles" lo lascia solo dandogli le spalle.
Harry si alza dal divano e "Qualcuno ti ha mai detto che fai troppe uscite teatrali?*" fa il verso al ragazzo che si congela e si volta nuovamente verso di lui.
Louis si riavvicina al divano, sospira e "Sono nato il ventiquattro Dicembre, odio la data del mio compleanno e odio quando mia madre mi pizzica le guance. Ho quattro sorelle: Charlotte, Felicite e Phoebe e Daisy che sono gemelle, sono una gran rottura ma mi mancano molto. Durante la mia prima partita a Quidditch ho vomitato in campo per l'ansia, mio padre continua a dire che fu comunque un successo perché la squadra non perse a causa mia" scrolla le spalle per poi riprendere fiato e "Odio Storia della Magia e Pozioni ma amo Incantesimi e Difesa Contro le Arti Oscure, sono un testardo, lunatico, bastardo figlio di puttana e voglio essere tuo amico nonostante tu sia un figlio della Luna. Hai provato ad ammazzarmi ma non l'hai fatto, possiamo chiuderla qui?" domanda incrociando le braccia al petto.
"Hai altro da dire?" domanda Harry notevolmente impressionato.
"Sì" Louis torna a sedersi sul divano "Odio quando ti dai del mostro nonostante io l'abbia fatto per primo, ti chiedo scusa, non succederà mai più, non devi affrontare tutto questo da solo per forza" conclude il suo discorso per poi voltarsi verso Harry e "E tu? Hai qualcosa da dire?" domanda.
Harry studia i suoi occhi per qualche secondo per poi prendere un gran respiro e "Non ho mai conosciuto mia madre o mio padre, i primi ricordi che ho risalgono ad un collegio dove vivo ancora ogni volta che torno da Hogwarts, è vicino Londra, in uno di quei quartieri che non sembrano nemmeno appartenerle. Un giorno ero in giardino, una delle educatrici mi disse che c'era un uomo che doveva parlarmi, era il professor Silente" spiega "Mi disse che il mio corpo sarebbe cominciato a cambiare, che avrei dovuto prestare attenzione alla Luna, mi disse come e cosa fare, chi chiamare se avessi avuto bisogno di qualcosa e io non capivo nonostante lo avessi sempre immaginato. Ho sempre sentito di essere diverso dai babbani. Pregai Silente di non lasciarmi lì, gli dissi che se se ne fosse andato sarei morto alla prima Luna piena ma non fu così e dopo pochi mesi arrivò la mia ricompensa: la lettera per Hogwarts e un biglietto con un binario che non avevo mai visto prima, nove e tre quarti. Mi incontrò a Londra e insieme comprammo la mia bacchetta, i miei libri, tutto quello che serviva" spiega perso in ricordi lontani e indelebili.
Le loro mani si sfiorano poggiate sul divano.
"In questi tre giorni mi ha portato a conoscere una famiglia di lupi mannari, crede che io possa prendere spunto da loro" ride amaramente per poi alzare lo sguardo verso Louis e "Ma a me non interessa, ho vissuto per diciassette anni da solo, non ho bisogno di cambiare proprio adesso" mente sfiorando le dita di Louis che non le ritrae ma le avvicina a quelle del riccio.
"Vuoi ancora essere mio amico?" domanda Harry guardandolo negli occhi.
"Sì" risponde pronto Louis, davanti a loro il fuoco continua a scoppiettare, dietro di loro i primi colori dell'alba invadono il cielo.

 
VIII

"Conosci il significato della parola no?" domanda Harry cercando di divincolare il suo braccio dalla stretta di Louis che continua a trascinarlo giù per le scale del dormitorio.
"No" ridacchia il castano divertito e sempre più impegnato.
Harry alza gli occhi al cielo e "Non sei divertente" gli dice togliendo definitivamente il suo braccio alla stretta di Louis che si gira a guardarlo e sbuffa "Vuoi davvero fare tardi alla lezione della McGranitt?" domanda scettico.
"No" risponde il grofondoro "Non voglio infilarmi nel tuo gruppo" spiega.
"Ma perché?" domanda Louis senza riuscire a capire.
Harry si morde il labbro incerto e sposta lo sguardo dal ragazzo e "Lo sai perché".
"Piantala" lo rimbecca Louis e Harry proprio non sopporta sentirglielo dire.
"Zayn vuole uccidermi e per i due tassorosso io sono 'Styles-lo-svitato', ricordi? Si creerebbe un silenzio imbarazzante ed opprimente perché non riuscireste a parlare delle vostre cose con me in mezzo, inizierebbero a fare domande e io non so neanche come ci si comporta con le persone, l'hai notato?" continua a domandare. Louis lo guarda e poi ridacchia.
"Ora piantala tu" lo minaccia Harry.
"Ho parlato loro di te" spiega Louis, vede lo sguardo di Harry cambiare e "Non gli ho detto tutto. Loro non hanno nessun problema e Zayn non è poi così male una volta che lo conosci. Per il resto, come credi di imparare a fare amicizia se neanche ci provi?" e Harry non può proprio controbattere questa volta, si limita a sospirare e a scuotere la testa. Louis non riesce proprio ad accettare tutta quella insicurezza, si avvicina al ragazzo e gli lascia un bacio sulla guancia senza riflettere.
Tutti e due sentono le guance andare a fuoco, si guardano per un attimo, ancora spaventosamente vicini. Harry può giurare di non aver mai visto un azzurro più bello di quello che vede adesso e proprio mentre qualcosa dentro di lui lo spinge a riavvicinarsi a Louis, una dama di vernice dietro di loro tossisce e "Siete già in ritardo" li rimbecca ridacchiando maliziosa.
Louis le lancia un'occhiata fulminea e il secondo dopo sta di nuovo trascinando Harry lungo le scale.

Arrivano in tempo record davanti l'aula della McGranitt, un secondo prima di entrare però Harry si ritrova a stringere la manica del maglione di Louis e a trattenerlo. Quando Louis si volta a guardarlo lo trova più pallido del solito, i denti a martoriare le labbra a cuore che si ritrova a fissare sempre più spesso mentre "Non odiarmi" gli dice "Ma non posso" continua scrollando le spalle "Louis, sono cresciuto nel silenzio, non sono riuscito a trovare il mio posto neanche in un orfanotrofio pieno di bambini nella mia stessa situazione. La verità è che non voglio che le persone si avvicinino a me, potrei ferirle, potrei ucciderle, te ne rendi conto?" domanda avvicinandosi al ragazzo "Dovresti lasciarmi stare anche tu" continua "E no, non è una silenziosa richiesta d'aiuto, non è vittimismo, è solo una schiacciante razionalità" continua con gli occhi lucidi "Sono un lupo mannaro e prima o poi finirò per farti del male, finiremo questo compito di Pozioni e poi mi lascerai stare, torneremo alla normalità e-"
"No" Louis lo ferma allibito, scuote la testa incredulo, proprio non riesce a capire.
"Invece si" ribatte il riccio stringendo i pugni e guardando per terra "Quella notte sei scappato per pura fortuna, io avevo voglia di ucciderti" mente e lo fa così bene che per un momento ci crede bene ma Louis scuote la testa e "Questo non è vero" insiste.
"Come puoi saperlo?" sbotta Harry al limite della sopportazione, le mani tremano e gli occhi bruciano come non mai.
Louis boccheggia per un secondo e poi "Non lo so, lo sento e basta".
"Lasciami stare" il viso di Harry si scurisce forzatamente, le fossette spariscono e le labbra diventano una riga dritta, le sue mani smettono di tremare ma i suoi occhi, quegli occhi rimangono liquidi e pieni d'acqua salata.
"Non capisci che non posso più?" questa volta è Louis ad alzare la voce, stanco di affrontare quel discorso, stanco di tutti quei sentimenti contrastanti che gli danno il voltastomaco, stanco di sentire che per respirare gli manca qualcosa di essenziale.
"Perché?" domanda Harry per l'ennesima volta e Louis vorrebbe prenderlo a schiaffi, farlo stare zitto per sempre, vaporizzarlo perché davvero, nessuno l'ha mai fatto impazzire così ma invece di fare tutte queste cose si lascia andare completamente.
Afferra il colletto della camicia di Harry saldamente e sbatte la sua schiena contro il muro ed Harry quasi si prepara ad un cazzotto dettato dalla disperazione, per questo proprio non si aspetta quello che succede dopo: Louis annulla ogni distanza e lo bacia lì, in mezzo al corridoio mentre tutti sono ormai alle rispettive lezioni. Lo bacia dapprima con prepotenza, quasi a farlo stare zitto, per poi sciogliersi e ritrovarsi ad aggrapparsi ad ogni centimetro del corpo di Harry che proprio non lo avrebbe mai immaginato così. È naturale chiudere gli occhi ed accogliere le labbra di Louis sulle sue, baciare l'unica persona al mondo che, dopo averlo visto nel suo stato peggiore, non ha avuto la furbizia di voltargli le spalle e scappare.
Nessuno dei sogni di Harry potrebbe mai competere con il bacio che sta ricevendo, la spinta di Louis verso il muro si alleggerisce tanto da permettere a Harry di afferrare le ciocche dei capelli chiari di Louis e stringerseli tra le dita mentre prende il controllo del bacio e gli morde le labbra fine. Louis si allontana un attimo, solo un secondo, per guardarlo e "Ecco perché" gli dice sospirando "Ti basta come motivazione?" domanda saccente.
Harry ha le guance rossissime e il respiro ancora mozzato per il bacio, fa per rispondere ma viene fermato dalla voce della professoressa McGranitt appena uscita dall'aula che "La mia lezione è cominciata da venti minuti e voi siete in punizione" dice loro con le braccia conserte ma con un cipiglio divertito mal nascosto.
"Ora filate in aula" li ammonisce e loro obbediscono, quando Louis gli passa accanto nota la professoressa sorridergli e subito dopo riceve una pacca sulla spalla, sorride.
Tutto il mondo sembra finalmente più leggero.


Venti giorni dopo Harry è nel cortile di Trasfigurazione, la schiena poggiata contro un albero, la testa di Louis sulle sue gambe e gli occhi puntati su Niall che sta raccontando a tutti e quattro di come è riuscito a parare una pluffa impossibile-e-ovviamente-maledetta.
"Secondo me sei stato solo fortunato" borbotta Louis giocando con un filo d'erba, Niall coglie la palla al balzo e "Secondo me ti da fastidio aver perso" lo punge nel vivo.
Louis lo guarda ammirato per poi "Tre, due" cominciare a contare e Niall sa che nel momento in cui Louis dirà 'uno' dovrà alzarsi e correre più veloce del vento e così fa.
"Sono snervanti" commenta Zayn guardandoli rincorrersi per tutto il cortile. Harry ridacchia addentando una mela e scuote la testa.
In venti giorni sono cambiate tante di quelle cose che Harry fatica a credere che quella sia la sua vita adesso, dopo quel bacio ha passato sempre più tempo con Louis e di conseguenza con i suoi amici e avvicinarsi a loro è stato facile come bere un bicchiere di succo di zucca, ancora non riesce a capire di cosa avesse davvero paura. Sta bene in mezzo a loro nonostante Liam e Niall non sappiano ancora del suo segreto, ad una piccola parte di lui piace sperare che, anche una volta a conoscienza dei suoi problemi con La luna piena, potrebbero accettarlo ancora ed aspettarlo ogni giorno lì in cortile.
"Hai già preparato la valigia, Harry?" gli domanda Liam risistemandosi il nodo alla cravatta da tassorosso. Harry riemerge di scatto dai suoi pensieri e "Oh" sospira per poi "No" rispondere sorridendo piano "Io rimango qui" spiega scrollando le spalle.
Vede Liam piantare un'espressione confusa e ripensa alle parole di Louis "Non puoi fare amicizia con gli altri se non dai loro l'opportunità di conoscerti" e "Non ho mai conosciuto i miei e l'orfanotrofio la sera di Natale è quasi più triste del solito" spiega stranamente tranquillo "Amo Hogwarts proprio per questo" scrolla le spalle "Tu l'hai preparata?" domanda.
Liam sorride gentile e "Sì" continua guardandolo dolcemente ma ad Harry non dà fastidio, quella negli occhi di Payne non è la compassione che tanto non sopporta, è sincero interesse e gli piace, gli piace molto.
"Io e la mia famiglia partiremo insieme a quella di Zayn" spiega con un'eccitazione mal celata nella voce, Harry si volta a guardare Zayn e trova la stessa eccitazione decisamente celata meglio. Alza gli occhi al cielo e ride, quei due sono divertenti.
Chiederebbe dove se una fortissima fitta al torace non lo investisse prima, geme piegandosi su se stesso e stringe gli occhi.
"Harry?" lo richiama Zayn avvicinandosi.
"Un secondo" sussurra lui stringendo i denti e alzando una mano a rassicurarlo.
"Dovrei chiamare Madama Chips?" domanda Liam preoccupato e ad Harry si congela il sangue e "NO!" esclama più forte di quanto voglia.
Conosce bene quei dolori, li conosce come conosce se stesso ma è impossibile abituarvisi, ha anche smesso di provarci ormai.
"Sto bene" sorride a stento. Il suo viso è pallido e Liam non è per niente convinto.
Harry avverte il rumore pesante di passi in avvicinamento e un "Così ti impari a-" che si blocca immediatamente, Louis si accuccia accanto a lui e "Harry?" lo richiama preoccupato.
"Non ti preoccupare" sussurra il riccio "Va già meglio" cerca di rassicurarlo.
Louis si morde le labbra e "Ti porto al dormitorio" gli dice e Harry potrebbe piangere di felicità.
Lo aiuta ad alzarsi e a camminare.
"Ci vediamo dopo" saluta i suoi amici per poi trascinare Harry fino alla torre di grifondoro.

"Louis, davvero, sto bene" riprova Harry per l'ennesima volta mentre guarda Louis continuare a spulciare tutti i libri che ha raccolto sui lupi mannari "E' normale" insiste "La luna piena si avvicina" sussurra infine.
"Mancano cinque giorni" gli dice Louis che ormai mantiene i calcoli scrupolosamente "A nessuno è mai venuto in mente di scrivere come evitare il dolore?" domanda frustrato lanciando via l'ennesimo libro. Harry lo guarda piegando la testa e lo trova buffo con la cravatta lenta, il maglione  sgualcito e i capelli chiari per aria. Si mette più comodo sotto le coperte e "A quanti lupi mannari credi sia permesso pubblicare libri sulla nostra specie?" domanda sbadigliando e reprimendo l'ennesima fitta al costato.
Louis sembra pensarci e "Non è giusto" dice.
"Siamo assassini" lo riprende Harry.
"Tu no" lo inchioda con lo sguardo e, come ogni volta che succede, Harry si sente sopraffatto dalla bellezza, amato come non lo è mai stato. Louis si avvicina al letto del suo ragazzo, si siede accanto a lui e gli scosta qualche ricciolo dalla fronte.
"Starò bene" lo rassicura Harry "Dovresti andare a preparare la tua valigia" gli dice accarezzandogli una mano.
Louis lo guarda confuso e "Io non parto" dice oltraggiato.
Harry lo guarda confuso e "Perché mai?" domanda stranito.
"Perché la Luna piena sarà la notte di Natale e io non voglio lasciarti solo" ammette spudoratamente, guardandolo negli occhi senza battere ciglio.
Il respiro nella gola di Harry si mozza per tutto l'amore che quelle parole trasudano ma proprio non può permetterglielo.
"Devi tornare dalla tua famiglia" gli dice "Dalle tue sorelle!" gli ricorda "Non è la prima luna piena che affronto, Louis, ce la faccio da solo" dice tirandosi su.
Louis lo guarda e "Non ti lascio da solo la notte di Natale" ribatte fermo.
"Non è giusto!" Harry si mette a sedere "Non è giusto che tu rinunci alla tua famiglia per me, non lo capisci? Come dovrebbe farmi sentire?" domanda mentre i suoi organi continuano a giocargli brutti scherzi. Louis scatta in piedi all'improvviso e "Amato" gli spiega "Dovrebbe farti sentire amato" continua "Dovrebbe significare molto per te, dovresti accogliere questa notizia con un sorriso e non con le tue solite lamentele secondo le quali non ne vali la pena, mi hanno stufato" gli dice risentito "Sarò qui a Natale, se vuoi sai dove trovarmi" si congeda uscendo dalla stanza e Harry non può fare a meno di pensare a quanto sia bello anche quando si arrabbia e a quanto sia stato fortunato a trovarlo ma un altro crampo gli attraversa la colonna vertebrale e tornare alla realtà è di nuovo semplice come respirare.


Harry si guarda intorno e, per la prima volta nella sua vita, non si trova ad odiare il Natale. Sono in pochi nella Sala Grande, è vero, ma tutto ciò che importa è che davanti a lui ci sia Louis che mangia con soddisfazione una fetta del suo arrosto e prende ancora un altro po' di puré di patate.
"Sei felice?" gli domanda Harry d'un tratto.
Louis alza lo sguardo dal suo piatto, manda giù il boccone e poi gli sorride piano "Certo che lo sono" ammette "Anche se dover sopportare un capoccione come te non è una passeggiata" ammette sospirando giocosamente.
Harry ride ancora se pensa a quanto ha dovuto faticare per chiedergli scusa e per dirgli che rimarrà sempre inspiegabile a parole quanto gli sia grato per ogni più piccola cosa.
"Tu come ti senti?" domanda Louis vedendolo pallido.
Gli mentirebbe se solo fosse capace, gli direbbe che non è mai stato meglio nella sua vita per non farlo preoccupare, perché nulla di malvagio dovrebbe più sfiorare il viso del ragazzo che ha davanti, ma si limita a storcere le labbra e "Appena hai finito di mangiare ti riaccompagno in camera e-" dice lasciando morire la frase, non è proprio il suo argomento preferito "Spero di avere tempo di salutarti" dice sospirando all'ennesimo spasmo della mano.
"Ti aspetto" dice sicuro Louis.
Harry lo guarda e "Dormirai profondamente quando sarò tornato" gli dice ridendo.
Louis lo guarda storto e "La prossima cosa che devo insegnarti è il romanticismo" dice tirandogli un pezzo di pane.
Harry continua a ridere e "Quando vuoi" gli dice sporgendosi verso di lui lungo la tavola. Louis scuote la testa e mentre gli bacia delicatamente le labbra un brivido scende lungo la colonna vertebrale di Harry che comincia a fare male proprio come all'inizio di ogni suo incubo.
"Devo andare" si scosta Harry boccheggiando e Louis lo vede pallido proprio come la Luna, il verde dei suoi occhi farsi color laguna, vede le sue mani tremare e la sua fronte imperlarsi di sudore.
Si alza quasi cadendo dalla panca. Louis è senza respiro e non riesce a muoversi mentre lo guarda scappare via, oltre la porta della Sala Grande.

Louis ha perso il conto di quante ore siano passate quando si ritrova nella sala comune di grifondoro da solo, sa solo che è tardi e che  proprio non può smettere di misurare la stanza a falcate. Ascolta ogni minimo rumore intorno a lui, intento a scorgere un ululato, una richiesta d'aiuto forse, un indizio che gli dica che Harry sta bene, che sta tornando e che quella notte può finire.
Louis ne è sicuro, quella notte, la notte di Natale, deve finire con tutti e due sotto lo stesso tetto, interi e insieme, non potrebbe sopportare il contrario.
Si riavvicina alla finestra e scruta l'oscurità e la foresta proibita che deve aver inghiottito il suo ragazzo. Ha paura per lui, per tutto quello che potrebbe succedergli, ha paura che prima o poi non ritrornerà e ha paura anche di se stesso, perché tutte queste sensazioni non sono nuove solo per Harry ma lo sono anche per Louis. Ha già avuto delle relazioni ma nessuna persona gli ha mai fatto credere di potersi stringere il cuore tra le mani come in quell'esatto momento.
Nessuna persona lo ha mai ridotto in quel modo, nessuna persona gli ha mai dato la certezza di poter toccare il cielo con un dito e di poter essere felice, felice da morire.
Continua a scrutare quegli alberi quando sente un ululato in lontananza: è un suono straziante che fa venire i brividi a Louis lungo tutta la schiena. Si ritrova a stringersi i capelli tra le dita mentre il cuore pompa sempre più veloce fino a quando si ritrova a guardare la luna e a "Dimmi cosa devo fare" chiederle ad alta voce, si ritrova a supplicarla e sta quasi per darsi del pazzo prima che "Seguimi" sente nella sua testa "Ascoltami".
E a quel punto a Louis è tutto chiaro. Afferra la coperta strappandola dalla sue stesse lenzuola e scende le scale come una furia mentre la Signora Grassa gli urla che, come al solito, si sta cacciando in un guaio.
Ma sono i guai che cercano lui.
Attraversa la scuola addormentata e più bella di sempre per poi trovarsi fuori, nel gelo di quella notte di Dicembre, non si chiede neanche dove deve andare. Comincia a correre verso il limitare della foresta proibita e quando i suoi occhi assorbono lo spettacolo che ha davanti Louis sa certamente, per la seconda volta nella sua vita, di essere ad un passo dalla morte.
Davanti a lui due lupi stanno combattendo e con la voglia di vomitare nello stomaco e le lacrime agli occhi riconosce il lupo che sta per ricevere il colpo di grazia come Harry.
Non è così che deve finire e Louis lo sa, sa di essere stato scelto dalla Luna proprio per questo e non può più tirarsi indietro.
Lascia andare la coperta, recupera un sasso e lo lancia contro la testa dell'altro lupo che guaisce, lascia andare Harry e punta lui.
A che servirebbe correre?
Louis sa di essere il sacrificio e piange, perché avrebbe voluto più tempo da passare con Harry, perché avrebbe voluto salutare Zayn e baciare per un'ultima volta sua madre.
Chiude gli occhi mentre sente il lupo correre verso di lui e la luna ringraziarlo per aver salvato suo figlio. 
Attende il momento dell'impatto e quando la sua schiena sbatte per terra e il suo polso viene schiacciato da una delle zampe urla per il dolore, come urla mentre sente le unghie graffiarlo.
Aspetta il colpo di grazia, ma non arriva.
D'un tratto non sente più nessun peso addosso, sente un ululato più forte e un tonfo a terra e quando riapre gli occhi Harry sovrasta l'altro lupo con cattiveria.
Louis è sicuro di non voler vedere nulla di quello che accadrà ma l'adrenalina gli impedisce di distogliere lo sguardo mentre, con un colpo secco, Harry uccide il lupo sotto di sé.
Un ululato squarcia il silenzio della notte e pochi secondi dopo Harry si accascia accanto a quel corpo senza vita. Louis si avvicina quasi correndo mentre Harry lentamente torna umano, lo accoglie tra le sue braccia e solo in quel momento si rende conto di quanto male sia messo il ragazzo.
"Ehi, ehi, sono qui" gli dice tirandogli su il viso, Harry non risponde.
"Harry, ti prego" lo richiama scuotendolo e coprendolo con la coperta "Andrà tutto bene" gli ripete sotto shock "Ci sono io qui adesso" continua fino a quando sente una mano poggiarsi sulla sua spalla. Quando alza lo sguardo il professor Silente è dietro di lui.
Harry lo guarda un'ultima volta, è convinto di annegare perché guardare gli occhi di Louis è come guardare il sole attraverso l'acqua, è rilassante, è giusto, è in pace quando chiude gli occhi e si lascia andare tra le sue braccia.

 
"All I am is all I could not mention.
Who will bring me flowers when it's over?
Who will give me comfort when it's cold?
I never meant for you to have to crawl,
I never meant to let you go at all.
Who will I belong to when the day just won't give in?
Who will tell me how it ends and how it all begins?
Don't ever say goodbye,

I am only human"
Thriving Ivory – Flowers for a ghost

 
IX

Nonostante la sua natura Harry non ha mai immaginato di poter morire davvero.
Da mostro si è sempre visto invincibile.
Questo prima di Louis.
Prima di aver temuto più per la vita di quel ragazzo che per la sua.
È per questo che tenta di chiamarlo ma non ci riesce, continua a cercare di far uscire la voce ma la sua gola brucia troppo, le sue costole sono troppo pesanti e lui è davvero troppo stanco per continuare a provare.
"Si sta riprendendo?" è un eco lontano quello che sente, l'eco di una voce che crede di conoscere.
"Harry!" si sente richiamare "Dai, Harry, dai!" contuinuano a esortarlo ad aprire gli occhi, se solo sapessero che ci sta provando con tutto se stesso nonostante non riesca a capire se è vivo o morto. Continua a combattere e quando "Figlio della Luna" si sente richiamare da quella voce che tanto ha cercato e di cui tanto sente la mancanza, apre gli occhi e la luce lo acceca.
"HARRY!" lo richiamano altre tre voci insieme non appena li richiude.
"State urlando" fa notare loro flebile il ragazzo prima di riaprire gli occhi.
Ci mette qualche secondo a metterli a fuoco ma poi li riconosce tutti: Liam, Zayn, Niall e poi lui Louis, proprio accanto a lui mentre gli stringe una mano, l'altro braccio fasciato.
"Come stai?" gli chiede e a Louis viene da ridere quando "Meglio di te, idiota" lo prende in giro baciandogli una tempia.
Harry ride piano e "Siete tutti qui" nota mentre il cuore gli si riscalda.
"Sei nostro amico" gli spiega Niall "Certo che siamo qui" conviene logico.
"Si ma adesso lasciamo un po' di privacy ai due piccioncini, mh?" domanda Zayn portando via i due tassorosso.
Se ne va lasciando un occhiolino a Louis ed esce.
"Come me la cavo?" domanda Harry.
Louis sospira scuotendo la testa e "Tre costole e il braccio destro rotto senza calcolare le mille e più escoriazioni che hai sul torace e in faccia".
Harry grugnisce e "Devo essere un mostro" scherza ridendo piano.
Louis si morde le labbra e "Mi hai salvato la vita" gli fa notare spostandogli i capelli dal viso.
"Tu l'hai fatto per primo" gli ricorda Harry per poi "Mi dispiace averti tirato in mezzo a tutto questo, davvero" gli dice serio. Quando si volta a guadarlo, Louis ha gli occhi lucidi e "Ho avuto paura che fossi morto. Hai dormito per sei giorni, il tempo che la scuola si ripopolasse" gli dice.
"Mi dispiace" ripete.
"Smettila di dirlo!" lo rimprovera Louis pulendosi gli occhi "Sono contento che tu sia tornato" gli dice avvicinandosi e rubandogli un bacio, Harry gli accarezza una guancia e "Adesso che tutti sanno cosa sono, se rimani con me non avrai vita facile qui dentro" gli dice.
Louis scuote la testa e "Non me ne importa neanche un po'" giura e Harry sa che è vero.
"Hai paura di me, Louis?" domanda il ricciolino accarezzandogli ancora una guancia.
Louis sorride e "No" gli dice baciandolo di nuovo per poi allontanarsi e "Ma prova a farmi spaventare un'altra volta così e sarai tu a doverne avere di me".



È una notte senza luna ma piena di stelle quando si ritrovano stesi davanti alle sponde del lago nero, entrambi su una coperta con il naso verso il cielo.
Sono passati molti giorni dal risveglio di Harry in infermeria e quasi tutte le ferite sono ormai guarite.
"Sono felice" esordisce Harry ad alta voce girandosi verso Louis che "Anche io" conferma per poi baciarlo ed Harry si ritrova a vivere la stessa visione che la Luna gli aveva mostrato tempo prima. Sorride e la ringrazia silenziosamente.
Quando si allontana da Louis lo sente ridere e quando gli domanda cosa ci sia di divertente Louis gli indica il cielo e "La tua mamma ci sta lasciando spazio" gli fa notare.
Harry alza gli occhi al cielo ridendo per poi stendere la schiena di Louis contro il prato, salire a cavalcioni su di lui e "Meglio approfittarne allora, no?" domandargli prima di prendersi uno degli infiniti baci che riceverà.

 

"Marrily we fall out of line,
I'd fall anywhere with you,
I'm by your side
[...]
Carefully we'll place for our destiny,
you came and you took this heart and set it free.
I'm not afraid anymore, I'm not afraid
"
He is We – I Wouldn't Mind


 

L'unica cosa che ho da dire è che il documento di questa one shot è datato 2013 e che l'ho finita l'altra sera con molta soddisfazione.
Nasce tutto dalla canzone dei Mecano (che io ho spacciato per leggenda qui sopra, coff) eeee spero che vi sia piaciuta, non pubblicavo qualcosa da un sacco di tempo causa
#maturità2015 ,  yay!
Grazie infinito alla mia Debby per il banner :*
 
  
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