Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: bimbabest99    15/03/2015    12 recensioni
La guerra magica è conclusa. Tutti i ragazzi ritornano ad Hogwarts per frequentare l’ultimo anno, ma la guerra magica ha segnato ognuno di loro. Per quanto vogliano negarlo, una parte dei loro cuori rimarrà incatenata in quel passato fatto di morte e paura. Ma c’è sempre uno spiraglio di luce nell’oscurità, così come c’è sempre un po’ di buio nella luce. Draco e Ginny. Due ragazzi agli antipodi, rispettivamente buio e luce. Ma, in fondo, cosa illuminerebbe la luce senza le tenebre? E cosa oscurerebbe il buio senza la luce?
***
Perché tutto in lei gli ricordava un angelo: la sua purezza, la sua ingenuità, i gesti pregni di dolcezza infantile.
Un bellissimo angelo dalle ali candide e i capelli di fuoco: così bello, così puro, così perfetto.
Troppo perfetto.
Un sorriso maligno curvò le labbra del ragazzo, e gli occhi perlati scintillarono macabramente.
Era arrivato il momento che le ali di quell’angelo si sporcassero di sangue, così da impedirgli di volare.
E solo allora quella ragazza che tanto gli ispirava odio, avrebbe capito cosa significava osservare la vita con gli occhi di un cieco.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo - Cominciare

                                  My only Love sprung from my only  Hate…

                     

                                    Prologo - Cominciare

“L'unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.” 

Cit. Cesare Pavese


                                        

I raggi aurei del sole illuminavano con la loro luce intensa l’immenso castello di Hogwarts, che sorgeva sull’altura più alta come un faro di speranza sempre acceso.

E’ difficile inserire la parola “scuola” e la parola “speranza” nella stessa frase, eppure questo era ciò che rappresentava per il mondo magico e per i suoi studenti - anche se, qualche volta, gli stessi alunni stentavano a crederci-.

Hogwarts era stato l’inizio di tutto: era lì che il famigerato Lord Voldemort aveva compreso l’inestimabile potere della magia, e sempre tra quelle mura aveva compreso quanto fragile potesse essere.

Perché era stato questo il suo più grande sbaglio: considerare la magia come una sua proprietà.

La magia era di tutti; ogni persona poteva godere della sua potenza e gioire per la sua inspiegabile natura.

La guerra magica era finita.

Un’Hogwarts nuova e splendente era sorta dalle proprie macerie, più forte e potente di prima, pronta ad ospitare nuovamente le future generazioni.

Ma c’era ancora una generazione che non aveva completato il proprio ciclo; una generazione che aveva visto il suo futuro stroncato da una guerra, ma adesso che quest’ultima era terminata, tutto poteva ricominciare lì dove si era concluso.

Ma non tutti ne erano usciti indenni.

Un’esile figurina scese velocemente le scale quella mattina, e uscì allo scoperto dopo il risveglio poco tranquillo.

La giovane donna si lasciò bagnare da quell’unico raggio di sole che le si era posato sul viso, illuminando così i suoi bellissimi lineamenti.

La ragazza sorrise serena, sbattendo le palpebre e avvicinandosi ad una colonna per osservare, estasiata, il sole che timidamente si lasciva intravedere dalle nubi bianche.

I suoi raggi caldi illuminarono i suoi capelli di un colore così intenso da fare invidia ai papaveri rosso fuoco che ornavano i giardini.

I suoi occhi erano due immense pozze d’oro che riflettevano la gioia e la spensieratezza di una donna che aveva combattuto la sua guerra, e l’aveva vinta.

Poggiò la testa contro la maestosa colonna in marmo bianco, e si lasciò accarezzare da quel sole che tanto amava, ma che per troppo tempo le era stato negato.

Un autentico sorriso le illuminò il volto di porcellana, sulla quale un sapiente artista aveva sparso una pioggerellina di tenere lentiggini rosse, che rendevano il suo riso ancora più bello.

Perché solo chi ha pianto molto, sa ridere di gioia.

E Ginny Weasley, poteva finalmente sorridere per la felicità, beandosi per un ultimo istante di quel sole, i cui raggi erano, per lei, un’ondata di vita.

Poi, s’incamminò silenziosamente verso la Sala Grande, passando casualmente davanti alle scale che conducevano nei sotterranei.

Se una persona avesse imboccato quella strada, si sarebbe ritrovata davanti un maestoso quadro, raffigurante un uomo basso, con una grande parrucca ottocentesca, dei lunghi baffi brizzolati e un paio di occhi superbi e freddi: il Barone Sanguinario.

E, oltre quel quadro, avrebbe trovato l’immensa Sala Comune dei Serpeverde, dipinta con sfumature argento-verdastre, che davano un tocco di classe a tutto l’ambiente.

In quel momento, la Sala Comune era immersa nella penombra, rischiarata solo dal fuoco scoppiettante: il buio non era una novità per i Serpeverde, ma il ragazzo che sedeva su una delle poltrone, sembrava essere vissuto nelle ombre per tutta la vita.

Una striscia di luce illuminava il suo sguardo travolgente, le cui iridi sembravano argento fuso e scintillavano nel cuore dell’oscurità come quelli di un felino.

Tutta la sua figura emanava un’aura di mistero nota a pochi, e nell’oscurità si riusciva a intravedere il suo fisico tonico e ben curato.

Le fiamme creavano magiche sfumature sul suo volto, illuminandone i tratti cesellati ad arte dal più abile degli dei: dal viso spigoloso e ambiguo, fino alle labbra sottili e sensuali.

I suoi capelli biondi sembravano fili d’oro finissimo, e gli incorniciavano il volto affascinante, dandogli un’aria nota solo a quegli animali tanto affascinanti quanto letali.

Il ragazzo era stravaccato sulla poltrona in pelle della sua Sala Comune, mentre la mano destra era posata mollemente sul bracciolo.

Il gomito sinistro reggeva la mano dalle lunghe dita che, in quel momento, erano posate sulle labbra sensuali, in una posa tanto pensosa quanto inconsapevolmente maliziosa.

L’anello a forma di serpente che portava all’anulare sembrava brillare di luce propria, così come lo sguardo intenso del ragazzo che fissava insistentemente le fiamme scarlatte.

Dietro quelle due pietre preziose si nascondeva un’anima dannata, e più il ragazzo fissava le fiamme avvolgenti, più non poteva fare a meno di paragonarle alla sua anima: bruciata da un fuoco insaziabile, da quando quel marchio incandescente aveva brutalmente sfregiato la sua pelle dal bagliore lunare.

Non era la prima volta che mancava a cena, e non sentiva la mancanza di quell’ambiente chiassoso e confuso, che sembrava appartenere a un’altra vita: una vita che quel marchio non aveva ancora sconvolto.

Dopo la guerra magica, lui e sua madre erano stati rilasciati per mancanza di prove: adesso, aveva avuto la possibilità di frequentare quell’ultimo anno che gli era stato negato.

Non voleva ammettere che, in realtà, aveva solo bisogno di stare lontano da quel castello che l’aveva visto crescere, maturare, e morire interiormente.

Troppi ricordi si nascondevano tra quelle mura e – sebbene fosse sempre stato una persona molto abile nel mascherare i propri sentimenti, e, alle volte, rinnegarli – non poteva negare che quell’ambiente gli procurava un dolore immenso.

Il ragazzo staccò le dita affusolate dalle labbra, mentre quest’ultime si curvavano in un sorriso sardonico ed amaro: nessuno avrebbe potuto salvare la sua anima.

Più nessuno…

Perché Draco Malfoy non aveva mai combattuto la sua guerra, non l’aveva mai iniziata, mai conclusa, mai vinta: essa era costantemente dentro di lui.

Il giovane decise di crogiolarsi ancora in quell’ambiente silenzioso, ma sarebbe rimasto tale per poco tempo, poiché la cena in Sala Grande era quasi terminata.

Il fatto che il ragazzo non si era presentato a cena fu un bene, specie tenendo conto di ciò che sarebbe succedendo in quell’ambiente.

Le candele fluttuanti lo illuminavano come se fosse l’ora di punta, e le immancabili ciance degli studenti riempivano l’aria, come a dare un segnale che quel castello era ancora vivo e pulsante.

Ginny Weasley, seduta al tavolo dei Grifondoro, respirò per un attimo interminabile quell’aria familiare che per troppo tempo le era mancata, sostituita dalla costante percezione della malvagità      .

I suoi compagni di Casa ridevano, scherzavano e parlavano tra di loro come se nulla fosse cambiato, e questo le riempiva il cuore di gioia.

-Humm…quanto mi sono mancate queste prelibatezze!-

Mugolò Ronald Weasley, ovvero suo fratello e fidanzato della sua migliore amica, ingozzandosi con una buona dose di patate al forno con tanto di pollo.

-Non cambi mai, Ron…-

Le disse la sorella, riempendo l’aria con la sua risata cristallina che attirò lo sguardo rapito di Harry Potter, seduto al suo fianco.

-Già…se la tua mente fosse ampia quanto la tua pancia, non avresti difficoltà a imparare gli appunti di Pozioni, che tanto ti danno problemi…-

Lo rimproverò la sua ragazza, alias Hermione Granger, che lo osservava con sguardo severo ma anche un po’ divertito dalla sua stessa battuta, rivolgendo uno sguardo al bambino sopravvissuto.

Quest’ultimo aveva gli occhi fissi sulla sorella del suo migliore amico, e sembrava aver perso di vista il mondo circostante, il che non sorprese più di tanto la castana.

-Guarda che noi non stiamo parlando di “appunti”! Quelle pergamene sono più grandi della pila di maglioni regalatami da mia madre, e lei ne cuce uno ogni-mese-da-tutta-la-vita!-

Scandì lentamente il ragazzo, dando un’idea della loro grandezza, e questo fece sorridere la rossa: lei sapeva cosa significava ricevere ogni mese un maglione di due taglie più grandi, ma, in fondo, anche per questi inconvenienti amava la sua famiglia.

-Le dimensioni non sono importanti, Ronald. Sei tu che non hai voglia di studiare!-

-Guarda che le dimensioni sono importanti per qualsiasi persona!-

Ribatté Ron, sentendo il dovere di ottenere l’ultima parola.

-Certo che le dimensioni sono importanti! Pensa a quel disgraziato del tuo sarto!-

Una vocetta squillante s’intromise nel loro discorso, facendo calare un mare di risate sulla tavolata alle loro spalle: non avevano bisogno di voltarsi per sapere che era stato uno dei Serpeverdi a parlare.

Ron s’immobilizzò all’istante con una coscia di pollo in bocca, e il suo viso assunse una sfumatura rossastra, più per la rabbia che per l’imbarazzo.

Nel frattempo, Harry sembrava essersi risvegliato dal suo stato di trans, e si voltò in direzione del tavolo alle sue spalle, ancora pieno di risate.

Rimase immobile nell’osservare quei volti tanti odiati che, ancora una volta, non si facevano scrupoli a ferire gli altri, nonostante la guerra magica li avesse segnati quanto loro.

Dopo la battaglia, il numero dei Serpeverdi era notevolmente diminuito, ma non per questo erano diventati meno scorbutici.

-Cosa c’è, Potter? Sorpreso di vederci ancora seduti a questo tavolo? Scommetto che era l’ultimo posto in cui avresti pensato di vederci!-

Esclamò Blaise Zabini, alzando il calice colmo di vino elfico con un sorriso di scherno, per poi prendere una lunga sorsata del liquido color rubino.

-Sbagliato! L’ultimo posto è il paradiso…-

Esclamò acida la giovane di casa Weasley, senza degnare di uno sguardo i ragazzi della casa verde-argento: si limitò a prendere Harry per braccio, facendolo voltare.

Dopo quell’esclamazione, calò il silenzio alle loro spalle, e Ginevra fu felice di averli sorpresi a tal punto.

-E comunque…dubito che tu sappia cosa significa patire la vera fame. Specie quando voi, figli di papà, avete una marea di elfi domestici che vi puliscono il…-

Ron non terminò la frase, ma le sue labbra si curvarono in un sorriso suadente e a tratti spaventoso.

-…moccio-

Terminò, continuando a mangiare tranquillamente il suo pasto: se si fosse voltato, avrebbe senz’altro osservato uno spettacolo esilarante: alcuni dei Serpeverdi erano diventati più rossi dei peperoni.

Solo Blaise Zabini e Theodore Nott sembravano totalmente indifferenti alle sue parole.

-Almeno noi non spaliamo letame per vivere in una latrina…-

Esordì Nott con tono calmo e sguardo annoiato: quelle parole fecero breccia nelle loro menti con una potenza inaudita.

-Beh…gli “spalatori di letame” hanno qualcosa che voi non avrete mai…-

Disse Hermione con lentezza calcolata: bastò uno sguardo per capire a cosa si riferiva, e in un secondo Ron si voltò verso di loro, continuando a rimanere seduto sulla panca in legno.

Sollevò la manica della divisa, mostrando loro l’avambraccio sinistro dalla pelle candida: i volti dei due Serpeverdi rimasero granitici, ma i loro occhi scintillarono per la rabbia repressa.

-Questo è ciò che non avrete mai. Tutti voi! Compreso quel mangiamorte di Malfoy…-

Ginevra osservava confusa il fratello maggiore mentre pronunciava quelle parole velenose, prima di voltarsi verso il suo lauto pasto.

Continuò a mangiare come se nulla fosse successo, ma rimase in silenzio fino alla fine della cena, mentre gli occhi d’oro della sorella osservavano un punto in lontananza.

Ronald reagiva sempre male quando qualcuno scalfiva la sua famiglia, specie dopo la morte di Fred…

Una stilettata colpì la ragazza in pieno petto, e la spinse a chiudersi in un silenzio tombale, ignorando i Serpeverdi che borbottavano qualcosa alle loro spalle.

Malfoy non sarebbe stato felice del nomignolo che suo fratello gli aveva affidato…

Decise di non pensarci, e si concentrò solo sull’ambiente che la circondava, sperando di rimuovere dalla sua mente il sorriso di Fred.

Quello che Ginevra e Draco non sapevano, era che – quella sera stessa – l’impossibile si stava già realizzando…

To be continued…

Saaalve mie cari lettori!

Sono tornata con una nuova (naturalmente Drinny) fanfiction ^^ Mi scuso per avervi fatto attendere così tanto, ma sappiate che un po’ di stacco mi ci voleva: avevo bisogno di rimettere la testa apposto ehehehe @.@ Sappiate, però, che le vostre bellissime recensioni mi sono mancate tantissimo, ed è per questo che ho creato questa nuova fanfiction! Sarà una storia più elaborata rispetto alla precedente, ma non altrettanto lunga, purtroppo Y.Y Diciamo che in questa fic predomineranno i caratteri diversi di Ginny e Draco: Ginevra sarà l’angioletto dalla purezza candida come la luna, mentre Draco sarà un’anima nera tormentata dal passato. Spero che questo primo capitolo stuzzichi la vostra immaginazione OwO Non vedo l’ora di risentirvi *0* Sappiate che aggiornerò la storia tutte le domeniche ;) Vi aspetto ;) Un bacio,

Bimba

  
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: bimbabest99