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Autore: LaRagazzaImpossibile    15/03/2015    1 recensioni
Volete rilassarvi? Eccovi una Colepaldi leggera da leggere con una tazza di tè e biscotti!
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Togliete il Dottore, togliete Clara, togliete che Peter e Jenna sono attori famosi.
Immaginateli come una ragazza in cerca di una nuova vita e un uomo di mondo, accomunati da un incontro speciale.
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jenna-Louise Coleman, Peter Capaldi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Tè, biscotti e Colepaldi - 

Capitolo 6: Groppello 1996

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Quanta rabbia gli facevano le sue lacrime, in un attimo, la situazione si schiarì nella sua mente.
Uno sguardo di rabbia si materializzò sul suo volto, con uno scatto si precipitò per le scale, di corsa in strada, si guardò intorno cercando il tipetto che era a una ventina di passi di distanza, era così arrabbiato Peter, che l'immagine dell'esserino si enfatizzò nei suoi occhi, di corsa lo raggiunse.
Quando gli fu abbastanza vicino da dietro, allentò il passo,
"Samuel!"lo chiamò con rabbia facendolo girare e piazzandogli un pugno in faccia, un pugno così forte da farlo cadere a terra, qualche passante si scostò dalla vista, qualcun altro cambiò strada o si rigirò.
Peter respirava pesantemente mentre guardava il ragazzetto a terra che si dimenava per rialzarsi, seguì con lo sguardo il movimento stentato di lui che si rimetteva in piedi.
Samuel lo guardò "ma chi diavolo sei?" -chiese respirando a stento e coprendosi il naso sanguinante con il palmo della mano.
"Non avvicinarti -Peter gli puntò il dito contro- mai più a questo palazzo, sono stato chiaro?"
"ma che vuoi? cosa vuoi da me??" Samuel cominciò ad alzare la voce,
"Come hai fatto? -chiese rabbioso Peter- come hai fatto a trattarla così, Jenna non merita questo, non da te!" urlando di rabbia, fece qualche passo carico verso di lui.
Samuel esitò, e prese le difese con un tono derisorio verso il suo avversario: "chi sei? Il suo nuovo tipo? Non sei un po' avanti con l'età?"
"il suo tipo o meno: se ti vedo di nuovo gironzolare in questo quartiere, o anche solo in questa città, ti giuro che sarai tu a sembrare più vecchio di me, e ora sparisci".
Detto questo, Peter tornò sui suoi passi e si riavviò verso casa.
Samuel lo fissò spaventato con il sangue sul muso.
Lo sguardo di Peter si mantenne carico per il tragitto, fino alle scale, arrivò davanti alla porta e recuperò la valigetta.
Si fermò alla porta di Jenna e bussò con la nocca dell'indice, quella bussata che Jenna amava tanto, la sentì, ma non volle aprire.
"Jenna -cominciò Peter con la sua calda voce che la faceva sentire al sicuro, doveva rassicurarla, ora che anche la sua Jenna mentale piangeva, -Samuel non ti darà fastidio per un po', l'ho allontanato. Ascolta, non vado a lavoro pomeriggio, se vuoi parlare, mangiare, o anche solo...vedere una faccia amica, io sono qui".
Attese qualche secondo ed entrò a casa sua.
Jenna era ancora poggiata alla porta, seduta sul pavimento, aveva sentito le parole di Peter, aveva sentito quanto calore contenevano e quanto lui tenesse a proteggerla, i suoi occhi erando fradici, e il suo cuore anche, ma restò lì immobile.
Peter si tolse i vestiti da lavoro e indossò una tuta blu scuro e una maglietta a maniche corte bianca, si mise ai fornelli, ogni tanto cucinava anche lui, non pensava a nulla, sperava solo che Jenna andasse da lui, si fermasse a guardarlo piena di lacrime, lui avrebbe aperto la porta, l'avrebbe guardata e l'avrebbe tirata a sè tra le sue braccia, sarebbe stato un bellissimo bacio: lei avrebbe affondato le mani nei suoi ricci morbidi e luminosi, lui si sarebbe piegato in avanti, l'avrebbe presa in braccio e continuando a baciarla non avrebbe smesso di dirle quanto..*toc toc toc*.
Tornò alla realtà, la Jenna mentale sparì dal suo pensiero, si pulì le mani e andò alla porta con il cuore a mille.
Aprì, la figurina di Jenna era davanti a lui, minuta e silenziosa, anche se ben vestita sembrava indifesa, il fatto di non essere truccata lo fece trasparire maggiormente.
"Jenna" disse con un tono quasi stupito;
"Grazie.." disse lei trattenendo le lacrime.
Non era necessaria parola alcuna, Peter tese le mani verso di lei, fece un piccolo passo "Vieni qui -le bisbigliò mentre lei si nascose tra le sue braccia, fu quello il momento in cui Peter gliele avvolse intorno alle spalle.
Jenna era stretta a lui, con gli occhi chiusi lacrimanti, la testa poggiata alle sue spalle, le mani incrociate sul davanti passarono dietro la schiena di Peter, ed entrambi si strinsero più forte.
Peter alzò gli occhi sentendosi felice di averla con sè per consolarla, una mano passò sulla piccola testa di lei e Peter le diede un bacio sul suo capo sentendo il profumo di cocco e pesca dei suoi capelli color nocciola.
La sentì tremare per poi piangere di nuovo, così la staccò da lui e prese il suo piccolo viso tra le mani, quelle mani contenevano perfettamente la sua testa da bambina.
Peter gliasciugò le lacrime con i pollici "hei, non devi piangere, chiaro? Non qando sei con me, non voglio che tu pianga, okay? -Jenna annuì stringendo le labbra- adesso sai cosa facciamo? Mangiamo qualcosa, facciamo gli scemi perchè lo siamo di natura -Jenna sorrise un istante- e poi.. -Peter guardò all'aria sbuffando- poi boh, quello che viene da fare facciamo, eh?" Jenna annuì sorridendo.
"Dai su, siediti come tu sai che è quasi pronto il pranzo" detto questo le lasciò il viso e si incamminò in cucina a finire di preparare il pasto.
"hai cucinato tu?" chiese Jenna ancora tremante.
Peter si girò mentre andava in cucina "si, ma è indolore, tranquilla".
Jenna rise con un versetto gutturale, a braccia conserte esaminò il soggiorno più dettagliatamente, si avvicinò allo stereo, voleva capire che tipo di musica ascoltasse Peter.
Su quello scaffaletto trovavi di tutto: da Bon Jovi a Pavarotti, da Armstrong a Mozart, da Freddie Mercury a Verdi.
C'era già un cd nel lettore, decise di lasciare quello, senza sapere cosa fosse. La sua ignoranza spadroneggiava ne campo della musica classica, per lei era solo un pianoforte a suonare una malinconica e dolcissima melodia, restò ferma a fissare le luci dello stereo.
Peter entrò in salotto con due bicchieri di rosso elegentemente riempiti.
Jenna si girò e guardò i bicchieri mentre Peter gliene porse uno.
Brindarono, non si sa a cosa, e bevvero un sorso guardandosi negli occhi.
Jenna deglutì il vino, compiaciuta, "cos è?"
"Groppello, 1996, grande annata" rispose Peter guardando fiero il suo bicchiere e prendendo un altro sorso seguito da Jenna.
Poi le tolse il bicchiere dalle mani e insieme al suo, lo poggiò sullo stereo, si avvicinò a Jenna guardandola dall'alto al basso, le prese la mano mentre gli metteva l'altra dietro la schiena e e la guardava dal collo in giù, mentre Jenna lo guardava in viso, guardò la sua mano incrciata in quella di Peter e gli mise una mano sulla spalla.
Istintivamente, sentendosi protetta poggiò il viso sul suo petto e la mano che era dietro la schiena sulla spalla di lui, scivolò più in avanti in modo che il suo delicato braccio disegnava la linea della spalla di lui, erano legati.
Senza ballare in modo vero e proprio, Peter la conduceva a fare piccoli passi dondolanti a destra e sinistra, mentre con il volto scivolò sulla sua testa e poggiò il mento sui capelli di lei.
Restarono a ballare così 10 minuti buoni, senza dire nulla.
Il suono del fornello interruppe quel momento magico, Peter si staccò da Jenna percorrendole un braccio con le dita che finirono per toccare la sua mano, "va a metterti qualcosa di comodo" -premurò Peter, Jenna obbedì, andò a casa sua, prese una tuta nera e una maglietta grigia, e le sue solite eleganti pantolfoline rosse.
Mentre entrava di nuovo da Peter, lui aveva già sistemato il pranzo sul tavolino-poggia-piedi. 
Jenna entrò, gli sorrise e prese posto sul divano, questa volta non mise i piedi sul tavolino, ma incrociò le gambe e restò a piedi nudi sul divano poggiata di fianco allo schienale, Peter si sedette come lei, di fronte, un piede a terra e una gamba piegata sul divano poggiata allo schienale.
La concezione di comodo di quest uomo è strana.
Cominciarono a mangiare, finchè Jenna non sentì un bruciore allo stomaco "cos è?" chiese indicando il cibo;
"Funghi e tabasco" rispose Peter con il boccone provocando una forte tosse a Jenna, era diventata rossa e gli occhi erano lucidi causando un sorrisetto divertito e furbetto di lui.
"Okay -disse Jenna strozzata dal piccante- devo bere", Peter le porse il vino divertito, e lei bevve tutto il bicchiere in un sorso, lo poggiò sul tavolo e cominciò a sventolarsi la lingua con la mano "mamma se brucia" -tosse di nuovo-
"hai bisogno di bere ancora?" chiese Peter ridendo, ovvio che ne aveva bisogno, il tabasco è come il veleno, le riempì una altro bicchiere di vino abbondante che lei finì in un altro sorso profondo.
"uh! Oddio -si portò una mano al petto e comincio a digrignare- ma tu come fai a sopportarlo? Non ti brucia?" chiese mentre Peter mangiava tranquillo e posato.
"ma da me non c'è il tabasco" e trattenne una risata.
"cosa? bastardo!" -disse Jenna ridendo e lanciandogli un cuscino verde acido che finì nei suoi funghi e gli sporcò la maglietta grigia.
Peter sobbalzò, a braccia spalancate si guardò la maglia terrorizzato "era la mia preferita!" disse scherzosamente.
"ora ti lancio anche i miei funghi!" 
"nonono! -tese le mani in avanti mentre Jenna brandiva i suoi funghi- vado a cambiare maglia, non ti muovere, e metti giù quelle armi!".
Jenna si riempì altro vino, quel Groppello '96 era davvero un'ottima annata, anche se stava cominciando a farsi sentire.
Peter tornò con una maglietta bianca e con un altro piatto di funghi, senza tabasco.
"Ecco a te" -porse un piatto a Jenna e si rimise a sedere riempiendosi del vino e versandone altro alla ragazza.
"Alla salute!" disse lui alzando il bicchiere, Jenna fece lo stesso e mandarono giù.
Furono altri tanti bicchieri di vino, tra un brindisi inutile e una battuta, la seconda bottiglia era cominciata.
"Non guardi mai la tv?" chiese Jenna con il boccone indicandola con la forchetta;
"preferisco guardare te" rispose Peter, pieno di serietà e sfoggiando ancora una volta il suo affascinante sguardo-orecchie-tirate-e-bocca-angolata, Jenna rimase con la forchetta a mezz aria guardandolo nelle pupille scioccata mentre lui portava alla bocca altro vino.
Peter voleva prendere in mano la situazione, voleva testare Jenna per vedere fin dove sarebbe arrivata, ma lei non si lascia prendere così, nemmeno da sbronza.
Accennando una risata stupida disse lei "non sono un bello spettacolo ora",
"sei comunque uno spettacolo" ribattè lui, Jenna posò la forchetta e in tono completamente intriso di vino, ubriaca fino allo sfinimento cominciò a ribattere: "ci stai provando con me? Mr Capaldi?", Peter poggiò il bicchiere continuando a fissarla negli occhi, si portò in avanti con la schiena per avvicinare il suo viso a lei "io ci provo sempre con te, Miss Coleman", detto questo si alzò e prese un'altra bottiglia di vino, la aprì e ne versò altro nei bicchieri.
"Cos è, adesso mi ubriachi e poi mi fai quello che vuoi?" la sua voce era canzonata dall'ebrezza del vino, Peter ancora ribattè mentre le riempiva il bicchiere "solo se lo vuoi tu"; cominciò un dialogo di botte e risposte provocatorie al punto giusto,
"non è galante..approfittarsi di una ragazza ubriaca" cominciò lei, mentre lui si sedeva di nuovo, stavolta più vicino, le tolse il piatto dalle gambe e lo poggiò sul tavolino, ora erano solo loro due su quel divano nero con i cuscini verde acido, loro due e il bicchiere di Jenna mezzo pieno.
"Non lo è -riprese Peter- non è galante approfittarsi di una ragazza ubriaca, ma se la ragazza in questione sei tu, possiamo strappare la regola"
"da quando in qua tu hai le regole?" -cominciò a parlare bofonchiando Jenna;
"da quando sei arrivata tu qui, vedi, io ho avuto...molte donne in questa casa, molte donne nel mio letto, donne con cui non mi sono mai legato, i sentimenti offuscano tutto ciò che c'è, questa era la mia regola, ma non ho più regole da quando sei qui";
Jenna si trascinò a fatica più vicina a lui, avevano entrambi le gambe incrociate, l'uno di fronte all'altro, ma ora le loro ginocchia si toccavano.
"Sono una regola per te?" chiese lei sospirando, il vino aveva compiuto tutto il giro completo del suo corpo,
"sei l'eccezione"
"allora viola questa regola, Mr. Capaldi" disse in tono malizioso e ubriaco.
Peter fece 'no' con la testa ripetutamente, finchè Jenna si avvicinò a lui, mise le braccia intorno al suo collo, facendole molleggiare dietro le sue spalle, erano vicinissimi, così vicini che Peter non solo sentiva l'odore pesante di vino delle sue labbra, ma anche il sentore forte di tabasco ancora su di esse.
Eccolo.
Jenna posò le sue labbra su quelle di Peter, il quale era ancora incredulo della situazione, si lasciava baciare, arrivarono tanti baci innocenti, e lui si lasciava baciare tenendo gli occhi aperti per guardarla.
Jenna teneva le braccia intorno al suo collo, Peter non la toccava, a parte gli scherzi, era ubriaca.
La situazione cambiò quando Peter sentì la lingua piccante di Jenna entrare nella sua bocca, quello fu il momento in cui anche lui si abbandonò a ciò che desiderava da tempo.
Chiuse gli occhi anche lui, le prese il viso tra le mani causando la discesa delle mani di Jenna lungo i suoi fianchi coperti dalla maglietta che profumava di ammorbidente.
Prese il controllo del momento, le labbra di Jenna non rispondevano più a lei, ma alla danza che Peter imponeva loro di seguire, Teneva il suo volto vicino a sè, la baciava avidamente ad occhi chiusi.
Basta, non ce la faceva più.
Si alzò dal divano, accompagnando a sè Jenna senza mai lasciarle il viso, si staccò da lei solo per dirigersi in camera da letto, la prese per mano mentre lei gongolava in una camminata strisciante, non capiva più nulla, era la sua vittima ora.
Arrivati davanti alla porta della camera da letto, Peter riprese la sua danza, continuò a baciarla e lei si lasciava baciare.
La tensione saliva, Peter cominciò a spingere le sue labbra contro quelle di Jenna che indetreggiava, si aggrappò a lui con le braccia saldate intorno ai suoi fianchi.
Le piccole mani cominciarono a scendere sotto il bordo della maglietta, le dita cominciarono a giocarci, o forse no.
Voleva togliere la maglietta a Mr. Capaldi.
Ma non ne aveva nemmeno la forza.
Peter se ne accorse, si staccò da lei che rimase con le labbra a mezz'aria, la vedeva incapace anche di sfilargli la maglietta, si sentì un mostro.
Le accarezzò la guancia e disegnò le sue labbra con il pollice.
"Jenna" sospirò mentre lei teneva gli occhi chiusi tra il vino e il sonno.
Guardò il letto mentre Jenna si accasciò al suo petto, "meglio se dormi, sei sbronza fino all'orlo" detto questo, lei già dormiva, la prese in braccio e la adagiò sul letto.
Prese una trapunta e la coprì, era una bambina che dormiva nel suo letto, l'unica donna con la quale aveva iniziato qualcosa, ma non aveva concluso nulla.
Le carezzò i capelli e le diede un bacio sulla fronte, uscendo dalla stanza e chiudendo la porta della camera.
Tirò un respiro profondo.
Peter aveva le vene gonfie in fronte, e non solo.
Lucido di sudore sul viso, tremante e con il cuore esploso.
Quanto autocontrollo c'era in quella stanza.
Corse in bagno respirando a fatica, si tolse con foga la maglietta, i pantaloni, la biancheria e si infilò nella doccia, aprì il getto d'acqua fredda, inspirava ed espirava pesantemente per scaricare tutta la foga che aveva lì sopra, lì sotto e lì dentro.
 
   
 
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