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Autore: Kuroi Namida    15/03/2015    1 recensioni
Uno sguardo di fuoco e uno di ghiaccio, un incontro che cambierà le loro vite e una passione in comune: il basket.
Uno scontro tra due personalità, una lotta per dimenticare il passato e una battaglia per la vittoria assoluta.
Nessuno sa cosa succederà.
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Seijuro Akashi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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 Ecco che il giorno della festa era infine arrivato. La casa brulicava di preparativi a destra e a manca e la tensione nell'aria era palpabile. Ebony per rilassarsi passò gran parte del tempo nel suo rifugio preferito: la palestra. Rimase lì per ore, cercando di non pensare alla serata. Verso le 17 di sera la sua cameriera l'andò a chiamare, dicendole che doveva iniziare a prepararsi. Con un sospiro mise via i palloni e si fece un bagno caldo, poi lasciò che il parrucchiere della madre le facesse i capelli e infine rimase sola nella stanza. Si sedette sul letto con addosso una camicia e dei pantaloni, appeso davanti a lei c'era l'abito che avrebbe indossato, ma evitò di guardarlo e rimase ad accarezzare distrattamente Cream.

Quella mattina l'aveva portato a fare un lunghissimo giro per l'immenso parco così da farlo stancare e gli aveva lavato il pelo, che ora era morbido e profumato. Passò cinque minuti così, seduta con lo sguardo perso e grattando affettuosa le orecchie del compagno. Alla fine sbuffò e si preparò.

 

 

 

 

I primi ospiti aveva cominciato ad arrivare, ma di Eb ancora nessuna traccia. Mae cominciò a spazientirsi, sapeva che la figlia non amava le folle, però poteva fare lo sforzo di presentarsi ad accogliere gli ospiti. Mentre guardava per l'ennesima volta la porta che portava all'ala occupata dalle camere, sopraggiunsero il Signor Akashi e figlio. La donna abbandonò l'espressione corrucciata e sorrise gentilemente.

-Signor Akashi, che piacere fare la sua conoscenza.

L'uomo si chinò rispettoso e la salutò.

-Signora Akimura il piacere è tutto mio.

Senza scomporsi indicò il ragazzo al suo fianco.

-Mi permetta di presentarle mio figlio Seijuro.

Il giovane la osservò e fece una leggera riverenza.

-Signora Akimura.

-Piacere di conoscerti Seijuro.

Con eleganza fece un cenno gentile con il capo, poi si rivolse nuovamente al padre.

-Mi scuso per il ritardo di mia figlia, dovrebbe arrivare a momenti.

Infatti in quell'istante le porte laterali si spalancarono e nella sala entrò la ragazza con a fianco il Pastore. Tutti, compresa la madre, rimasero a guardarla avanzare in silenzio: era davvero molto bella.

Indossava un lungo abito indaco, aderente al busto e che scendeva morbido su fianchi e lungo le gambe finendo all'altezza delle caviglie. Le spalline ricadevano leggermente dalle spalle, lasciando libero il collo, adornato da un'elegante catena provvista di tanzanite taglio a giccia incastonata a griffs e con dei diamantini taglio brillante incastonati lungo un lato. Ai lobi portava due orecchini pendenti con anche lì incastonate tanzaniti a taglio brillante, senza però altre pietre a decorare. I capelli bianchi erano raccolti in una treccia che poggiava delicata sulla spalla destra e con un fiore lilla appuntato sul lato sinistro. Gli occhi d'argento fuso erano truccati finemente e con grazia e brillavano intensi, mentre scrutavano curiosi gli ospiti. I piedi erano coperti da un paio di scarpe con tacco basso nere. Sui polsi fini portava dei semplici bracciali d'argento.

Il cane di fianco a lei avanzava elegantemente, con la coda rilassata e la testa alta e lo sguardo fisso davanti e sé, mentre le orecchie ruotavano in tutte le direzioni, attente.

Ebony avanzò con sicurezza sorridendo e salutando con un cenno del capo i presenti, fino a fermarsi di fronte alla madre e ai due ospiti.

-Chiedo scusa per il ritardo mamma.

Si volse verso il Signor Akashi e fece una riverenza.

-Mi scuso anche con lei Signor Akashi, spero possa perdonare la mia mancanza.

L'uomo la trafisse con uno sguardo severo.

-Non si preoccupi Signorina Fairy.

Con un sorriso di ringraziamento spostò la sua attenzione sul coetaneo e un lampo infuocato attraversò i suoi occhi, ma lo sostituì immediatamente con un sorriso gentile.

-È un piacere vederti Sijuro, come stai?

Lui ricambiò il sorriso con uno sguardo di circostanza.

-Piacere mio Ebony, ti ringrazio per l'interessamento va tutto bene e tu?

-Molto bene grazie.

Mae intervenne gentilemente.

-Vedo che vi conoscete già.

La figlia fece un cenno di assenzo.

-Ho avuto piacere di conoscere Seijuro il primo giorno di scuola.

Negli occhi della donna passò un lampo di comprensione. Poi da dietro gli Akashi comparvero altri ospiti, così i due si congedarono, senza che prima i due giovani avessero tempo di lanciarsi delle occhiate fuoco-ghiaccio.

 

 

 

 

 

La serata sembrava non finire mai, per tutto il tempo Ebony non aveva fatto altro che parlare con uomini e donne di affari, economia e altre cose noiose. Aveva accettato qualche ballo con gli ospiti che più si avvicinavano alla sua fascia di età e aveva guardato la madre che volteggiava avvolta in un bellissimo abito dorato.

In quel momento le due donne stavano discutendo sul miglior tipo di allenamento per un atleta con il proprietario di un centro sportivo e delle ditte sempre legate al mondo dello sport. L'uomo era alquanto sorpreso della sua vasta conoscenza sull'argomento, lo sbalordì come riuscisse a trovare il giusto tempo di lavoro per ogni tipo di persona e disciplina e pian piano anche altri si unirono per ascoltare ciò che lei stava dicendo.

Tra di loro c'erano anche Seijuro e il padre che ascoltavano con la massima attenzione, soprattutto il ragazzo. Mentre Eb parlava alcuni fecero domande o affermazioni, a cui lei diede risposta senza esitare.

Dopo quella che sembrò un'eternità, finalmente le persone si sciolsero e tornarono a chiacchierare a gruppetti o a coppie. Il Signor Akashi si fermò a parlare con Mae, mentre i due figli ascoltavano educatamente senza degnarsi di uno sguardo.

-Seijuro, perchè non invita la Signorina a ballare?

Il Rosso guardò il padre poi rivolse uno sguardo accigliato e seccato alla Bianca, che lo ignorò.

-Balleresti con me Ebony?

Lei lo guardò e gli sorrise con gentilezza, accettando la mano che le tendeva. Senza parlare si fece condurre sulla pista, quindi si posizionò di fronte a lui. Delicatamente posò una mano sulla sua spalla mentre ammorbidiva il tocco dell'altra. Il cavaliere invece le cinse il fianco sinistro e le tenne sollevata la mano sul suo palmo, poi quando partì il nuovo brano la guidò per la pista.

Mentre si muovevano Ebony sentiva gli occhi freddi del ragazzo su di sé, ma facendo finta di nulla non lo degnò di uno sguardo.

-Te ne intendi parecchio di sport.

-Mio padre era un fanatico, mi ha insegnato molte cose.

-Era?

-È morto.

-In un misterioso incidente vero?

I fiammeggianti occhi d'argento di lei gli si puntarono addosso con un'intensità tale da rendergli difficile non distogliere lo sguardo.

-Perchè me l'hai chiesto se lo sapevi già?

-Volevo vedere la tua reazione.

Ebby inarcò un sopracciglio.

-Pensavi che mi sarei messa a piangere? Sono passati più di dieci anni.

-In realtà speravo di capire se avesse davvero avuto un incidente.

-Che intendi dire?

-Che tu c'eri.

-Di che stai parlando?

Lui la vece piroettare.

-Ho la sensazione che tu fossi con tuo padre quand'è morto.

-Mi spiace ma ti stai sbagliando.

Seijuro la strinse a sé.

-Davvero?

Gli occhi di Ebony erano due braci ardenti, più pericolosi delle fiamme dell'inferno.

-Non ti permetto di intrometterti nella mia vita in questo modo, non ne hai il diritto!

-Io posso fare quello che voglio, anche svelare i tuoi segreti.

-Perchè ti interessano tanto?

Il Rosso le rivolse uno dei suoi sorrisi sadici.

-Detesto non sapere le cose e poi così ti farai una ragione accettando il fatto che sono assoluto e che mi devi obbedire.

-Questo non accadrà mai!

Di nuovo i loro sguardi cozzarono e fecero scintille, cercando di predominare sull'altro. Quando finalmente la melodia finì, il ragazzo le fece l'inchino e un piccolo bacio a mano con sguardo beffardo, poi la lasciò. Lei rimase qualche secondo immobile, prese un profondo respiro per calmarsi e riprendere il controllo e tornò a dedicarsi con un sorriso agli altri ospiti.

Passò il resto della serata con una furia omicida in circolo, tenuta sotto controllo a stento. Fu un sollievo quando gli ospiti iniziarono a congedarsi e vedere finalmente il ragazzo uscire da casa sua.

Appena la porta si chiuse lasciò uscire un lungo sospiro e strinse i pugni.

-Che succede tesoro?

-Niente mamma. Scusa ma sono stanca vado a sistemarmi.

-Ebby?

La Bianca si avviò con passo pesante verso le camere, seguita da Cream e dalla madre preoccupata.

-Fermati! Si può sapere che cos'hai?

-Va tutto bene, lasciami stare.

Con furia raggiunse il bagno e prima che Mae potesse aggiungere altro chiuse la porta in faccia a lei e al povero animale che uggiolò stupito. Con un calcio si tolse le odiose scarpe e infilò i piedi tra i peli del morbido tappetino, poi si appoggiò con le mani al lavandino e guardandosi nello specchio ringhiò. Il soprammobile le restituì l'immagine di un paio d'occhi d'argento fuso accesi di rabbia. Senza distogliere lo sguardo si slegò i capelli e si tolse con forza il trucco. Quindi fece scorrere l'acqua fredda e vi immerse il viso, tenendolo sotto per qualche minuto. Svogliata si lavò i denti e uscì. Davanti alla porta c'era ancora la madre che l'aspettava impaziente, mentre il cane scodinzolò confuso.

-Allora?

La figlia strinse i pugni, facendo sbiancare le nocche.

-Lo odio!

-Chi?

-Akashi Seijuro! Mi da sui nervi.

-A me sembra un bravo ragazzo.

-Bravo ragazzo?! Quello è arrogante e manipolatore, dovresti vedere come si comportano con lui tutti i ragazzi e le ragazze della scuola, lo trattano come se fosse un imperatore!

-Hai conosciuto molte persone come lui, perchè adesso te la prendi tanto?

La donna cominciava a spaventarsi, non aveva mai visto la figlia in quello stato. Il viso era corrucciato e arrossato dall'ira, gli occhi grigi splendevano come non mai ed erano pieni di lacrime, che scendevano una dopo l'altra sulle guance. I capelli sciolti le circondavano il viso disordinatamente e alcune ciocche gocciolavano sulle punte. Teneva le braccia lungo il corpo irrigidito e tremante e le mani erano strette a pugno.

-Ti ricordi il primo giorno? Quando ci siamo incontrati gli ho negato la mia sottomissione, poi deve aver saputo di papà e adesso.....

Le lacrime si fecero più copiose.

-.....adesso pretende di intromettersi nella mia vita e riportare a galla tutto il dolore che ero faticosamente riuscita ad alleviare!

Il viso di Mae si indurì e il suo sguardo si oscurò.

-Che cosa?

-Deve aver fatto delle ricerche su di noi, perchè sa dell'incidente con papà. Ora è deciso a scoprire cosa è successo veramente. Il problema è che non lo fa solo per scoprire la verità, ma anche per riuscire a rendermi ubbidiente!

Strinse ancora più forte i pugni.

-Mi fa incazzare così tanto!

-Parlerò con il Signor Akashi.

-No.

La donna spalancò gli occhi.

-Ebony.....

-No mamma, è una questione tra me e Seijuro.

-Ma....

-Smettila! So cosa pensi: hai paura che possa allontanarmi e mi stupirei se non l'avessi. Ti prego però di lasciarmi fare, è una questione che ho bisogno di risolvere io.

Le due si guardarono negli occhi, la madre vedeva chiaramente il bisogno di combattere della figlia, ma aveva paura che entrando di nuovo in quel periodo l'avrebbero portata ad allontanarsi e a rivivere i dolori provati. Erano ancora troppo vivide in lei le notti passate nel letto della bambina tentando di calmarla dopo gli atroci incubi avuti.

-Non voglio perderti di nuovo.

-Per questo voglio vedermela con Seijuro, devo impedirgli di rovinare tutto!

La Scarlatta le si avvicinò e con dolcezza le baciò la fronte. La ragazza si godette quel tocco, poi asciugandosi le lacrime si chiuse in camera. Andò alla finestra e l'aprì, uscendo sul piccolo balcone. Fuori inspirò la fresca aria notturna e chiamando a sé Cream lo coccolò con dolcezza, poi tornò in camera più calma e dopo essersi messa in pigiama si sdraiò al calduccio sotto le coperte.

   
 
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