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Autore: Kuroi Namida    02/03/2015    1 recensioni
Uno sguardo di fuoco e uno di ghiaccio, un incontro che cambierà le loro vite e una passione in comune: il basket.
Uno scontro tra due personalità, una lotta per dimenticare il passato e una battaglia per la vittoria assoluta.
Nessuno sa cosa succederà.
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Seijuro Akashi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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 Ebony era sul tetto della scuola con le compagne e mentre loro chiacchieravano lei studiava il fascicolo della festa.

Nei due giorni precedenti aveva memorizzato un terzo degli invitati e in quel momento stava scrutando il volto intelligente di Tara Mori, 37 anni. Si trattava di una donna d'affari proprietaria di un'importante struttura scientifica.

Quando voltò pagina si ritrovò a fissare due occhi seri e severi, penetranti e acuti. Andò e leggere il nome e aggrottò le sopracciglia. L'uomo non era altri che il Signor Akashi, il padre di Seijuro. Ora finalmente capiva perchè il ragazzo si comportava in quel modo, doveva aver avuto un'educazione molto rigida. Curiosa lesse le informazioni: “Presidente della società Akashi, vedovo da otto anni circa,.....”

-Cos'è successo alla madre di Seijuro?

Le altre tacquero, poi dopo qualche istante Hono rispose.

-Da quel che so morì di malattia quando lui aveva nove anni.

Eb non commentò e rimase un momento a osservare la foto dell'uomo, assorta, quindi continuò a leggere.

 

 

 

 

 

In un'aula della scuola, anche qualcun altro si stava informando. Il giovane Akashi mentre giocherellava distratto con gli Shogi, teneva davanti a sé una cartelletta con fissato un foglio stampato sulla ragazza.

Il padre gliel'aveva dato il giorno prima, quando l'aveva aggiornato sul fatto che sarebbe andato con lui alla festa.

 

 

 

Flashback

L'uomo dietro la scrivania osservava severo il figlio.

-Il prossimo fine settimana è stata organizzata una festa per conoscere le eredi del vecchio Akimura e voglio che anche tu sia presente. Per questo ho fatto fare delle ricerche sulla famiglia Fairy.

Fece un cenno al maggiordomo che porse una cartelletta al ragazzo.

-Stranamente i miei detective non sono riusciti a trovare tutte le informazioni, come la morte del padre. Quell'incidente a quanto pare è conosciuto solo a una piccola cerchia di persone e nessuno di loro sembra intenzionato a collaborare. Per il momento non credo comunque sia necessario conoscere la storia, più che altro si tratta di curiosità. C'è anche qualche buco per quanto riguarda la ragazza, Ebony, sembra infatti che celi qualche segreto.

So che frequenta la tua stessa scuola, quindi ricorda questo: è intelligente ed eccelle in molti campi, ma tu devi superarla per tenere alto il nome degli Akashi, chiaro? Non tollero distrazioni!

-Sì.

-Ora vai.

 

 

 

Quale segreto poteva mai celare quella ragazza? Sulla scheda c'era scritto che il padre era morto in un incidente e se non fosse stato così? Se vi fosse implicata anche Ebony?

Il ragazzo ripensò allo sguardo e al comportamento della giovane: quegli occhi argentei bruciavano di tenacia e determinazione, anche se gli era parso ci fosse qualcos'altro. Quando le aveva afferrato il polso, aveva avvertito un leggero brivido di tensione e aveva colto di sfuggita un lampo di paura, ma non poteva esserne certo perchè era durato un secondo appena. Il suo comportamento poi....solitamente le ragazze erano le più facili da sottomettere, bastava uno sguardo e subito si zittivano e obbedivano. Lei invece aveva osato guardarlo negli occhi e l'aveva sfidato come se nulla fosse, incurante di chi avesse davanti. Rilesse ancora la scheda e notò un particolare, c'era scritto che fino ai sei anni circa fosse una bambina allegra e sorridente, poi un vuoto di qualche mese e d'un tratto era diventata introversa e distaccata. In quello stesso periodo il padre aveva avuto l'incidente, ma riflettendoci attentamente era strano quel cambiamento così improvviso. Non era tanto il fatto che fosse cambiata con la morte del genitore, anzi era normale, ma non in quel modo così brusco. Passare da bambina allegra ed estroversa a chiusa e seria in un batter d'occhio? Piuttosto inconsueto.

Continuando a leggere vide che praticava anche moltissimi tipi diversi di sport: calcio, pallavolo, atletica, ippica, nuoto, ginnastica,.....e basket. Non c'era annotato a che livello di preparazione fosse, altra stranezza.

I voti scolastici erano eccellenti con lode, ma arrivavano tutti da dopo i sei anni, come se prima fosse una normalissima ragazzina.

Si può sapere che diamine è successo in quei mesi? Probabilmente la chiave di tutto sta lì, deve aver subito una sorta di trauma che ha sbloccato qualche “porta” del suo cervello e scombussolando il suo centro dell'apprendimento. Se riuscissi a svelare i suoi segreti sicuramente riuscirei a farle capire chi comanda. Sapendo le sue debolezze potrei sottometterla e farle capire che io sono assoluto e che ho sempre ragione!”

Con uno scatto chiuse la mano sulle pedine e presa la cartelletta uscì dall'aula.

 

 

 

 

Le quattro ragazze stavano ridiscendendo le scale per tornare in classe. Poco prima di mettere piede sul pavimento del secondo piano però, Sakura lanciò un gridolino e si nascose dietro Hono. Ebony che stava proprio uno scalino sopra, dovette bloccarsi di colpo per non finirle addosso.

-Ma che diamine....?!

-Ssssh! Zitta!

Tsubomi sbuffò e girandosi scoccò uno sguardo divertito alla compagna.

-Avanti smettila, neanche sa chi sei, è inutile che ti nascondi, attirerai solo di più l'attenzione!

In effetti alcuni ragazzi del secondo anno si erano girati verso di loro. Ebby capì cosa succedeva e mise una mano sulla spalla dell'innamorata.

-Qual'è?

-Il ragazzo biondo vicino a quello alto dai capelli neri.

La ragazza osservò il diretto interessato. Era abbastanza alto, biondo, con un sorriso quasi idiota sul volto, non era male e visto così sembrava simpatico.

-Ti sei già confessata?

L'altra la fissò stralunata.

-Stai scherzando?!

-No perchè?

-Non posso mica andar là così e dirgli: “Mi piaci, usciresti con me?”

-Di solito non si fa così?

La Viola arrossì e non rispose, le altre due ridacchiarono divertite mentre Eb sbuffò.

-Forza è ora di buttarsi!

Afferrò il polso della giovane e la trascinò in corridoio, diretta a passo deciso verso il duo e ignorando le proteste della compagna. A pochi passi da loro si fermò.

-Kotaro?

I ragazzi si girarono verso di lei.

-Sì?

Ebony si ricordò le buone maniere e lasciato il braccio dell'altra si inchinò educatamente.

-Piacere di conoscerti, sono Fairy Ebony del primo anno. Sto per caso interrompendo qualcosa?

-No tranquilla, hai bisogno di qualcosa?

Lei tirò al proprio fianco la protagonista.

-La mia amica qui avrebbe qualcosa da dirti se non ti da fastidio.

La poverina era rossa come un pomodoro e dopo un inchino impacciato si mise a farfugliare qualcosa di incomprensibile, tanto che alla fine il ragazzo dai capelli neri le andò in aiuto con dolcezza.

-Perchè non fai un bel respiro e tenti di calmarti prima di parlare? Se ti tranquillizza mentre parli con Ko-chan io e la tua amica vi lasciamo da soli.

Lei lanciò uno sguardo a Ebony, che le fece un leggero cenno. Con un profondo respiro tentò di calmarsi e annuì. Senza indugiare il Nero e la Bianca si allontanarono e raggiunsero le altre due, che in silenzio rimasero a guardare. Ebony si sedette senza troppe cerimonie sugli scalini e l'altro l'affiancò.

-Di dove sei?

-America.

-Parli bene il giapponese.

-Mia madre è di qui, mio padre è americano.

-Capisco. Come si chiama la famiglia di tua madre?

-Perchè ti interessa?

-Hai un bel temperamento, come quello di coloro che sono stati cresciuti severamente perchè portano un nome importante.

-Mi spiace deluderti ma il mio carattere non dipende da come sono stata cresciuta, però ammetto che hai occhio......

-Mibuchi, Mibuchi Reo.

-.....Reo. Non amo appoggiarmi al nome di mia madre e non mi interessa farlo. Anche se la mia famiglia è ricca, non sono stata cresciuta come se fossi speciale, ma come una bambina qualsiasi. Ti prego quindi di non confondermi con gli altri figli di papà, perchè non lo sono. Per quanto riguarda il nome, te lo dirò visto che qui in Giappone ci tenete a sapere la provenienza di una persona.

Io sono la discendente della famiglia Akimura.

Lo sguardo del suo interlocutore si fece ancora più interessato.

-Allora sei tu la famosa nipote che erediterà una fortuna. Avevo sentito che saresti venuta in questa scuola, ma non pensavo fossi una persona così indifferente della propria provenienza.

-Essendo cresciuta in America ho coltivato passioni e sogni che mi hanno portata a non aver necessità di potere o denaro. L'ereditare le società qui in Giappone non mi rande molto felice.

-Sei una ragazza davvero particolare Ebby-chan. Però penso che sia giusto che tu voglia seguire i tuoi sogni.

Gentilmente le sorrise e lei lo studiò un momento, era un tipo particolare, aveva un fare strano,...quasi da mamma chioccia.

-Sono felice che lo pensi.

Continuò ad osservarlo, era alto, muscoloso e dalle mani abituate a tenere un pallone in mano.

-Giochi a basket?

Lui si stupì.

-Sì, come l'hai capito?

-Dalle mani. Sei un titolare vero?

-Esatto anche questo.

Lo sguardo di lui era attento, mentre lei rimaneva un attimo in silenzio.

-Ti sta bene che il capitano sia una matricola?

-Sei-chan è un'ottimo giocatore e un bravo capitano, forse è un po' brusco e gelido, ma le sue strategie sono sempre perfette.

-Saranno anche perfette, ma giocare solo per vincere è davvero penoso!

-Vincere è tutto.

Ebony si alzò di scatto e lo guardò con occhi ardenti.

-Vincere non è nulla!

Senza dire più nulla rivolse la propria attenzione sulla coppia e li vide ridere di gusto, così con un sorriso complice alle altre due si avviò giù per le scale, con lo sguardo di Reo sulla schiena.

 

 

 

 

 

L'allenamento giornaliero stava per iniziare quando Mibuchi si avvicinò a Seijuro.

-Sei-chan.

-Che succede?

-Sai, oggi ho conosciuto una persona molto interessante.

-Ah sì? E chi sarebbe?

-Ebby-chan.

Il capitano, che stava controllando gli schemi di gioco, lo guardò freddo.

-Hai conosciuto Fairy Ebony?

-Sì esatto. Povera ragazza, ha un carattere così forte! Eppure c'è in lei una strana sofferenza.

-È solo un'impertinente che non sa stare al proprio posto!

-La conosci?

L'altro tornò ai fogli.

-Le farò capire che deve obbedire e che sono io quello che comanda!

Detto ciò prese e si allontanò, mentre il compagno lo osservava con un sorriso di tenerezza.

Non so se chiedermi chi vincerà o piuttosto vedere quanto ci metteranno a mettersi assieme! Ah, l'amore, è davvero complicato!”

   
 
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