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Autore: SasukeUchihaSakuraHaruno    15/03/2015    2 recensioni
Sakura Haruno studentessa diciottenne del liceo di Konoha, non ha mai cercato di avere alcun tipo di rapporto con nessuno, in quanto ferita ancora da un'esperienza che nessuno conosce. Un giorno però, Naruto le confessa i suoi sentimenti,ma lei lo rifiuta dicendogli di non volere alcun tipo di relazione al momento. In realtà però, nei suoi pensieri è impressa l'immagine di un giovane dai capelli corvini, anche se lei non vuole ammetterlo a se stessa, perchè scottata troppe volte per poter riprovare ad amare...Studente modello, fascino tenebroso ed anche lui con un passato ancora del tutto ignoto agli altri. Fin da subito è l'unico a far uscire la vera Sakura, quella ragazza che non ha paura di niente e di nessuno, quella Sakura sorridente e felice, quella Sakura innamorata che nessuno aveva mai visto, a parte lui...
Dal secondo capitolo:
"-Naruto, siediti e smettila!- Lo rimprovera il docente.
-Ascolta quello che dice il maestro…pecorella.- , questa volta è Sasuke a parlare e per un attimo contemplo incantata quelle labbra carnose dalle quali sono uscite quelle quattro piccole parole…"
Spero di avervi un po' incuriosito,per il resto: Dattebayo!!!!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 11:
Ricordi... Profumo di ciliegia...
 
            
 

Dopo la breve gita, siamo ritornati tutti a casa…
Sorrido leggermente nel ricordare ancora gli occhi di Sasuke puntati addosso, durante tutto il viaggio.
Giro la testa più volte, cercando di scacciare il pensiero, ma non ci riesco è più forte di me, ogni volta che richiamo alla mente quelle scene, il mio cuore prende a battere furiosamente, come se volesse uscirmi dal petto.
 
Mi stendo supina sul letto, con un sorriso da ebete stampato sul viso, prendendo un cuscino e  poggiandomelo sulla faccia, iniziando poi, ad emettere gridolini .
 
-Ehm, Sakura… È la mia impressione, o soffri di mancanza d’affetto?-
Dice mio padre, facendomi ritornare con i piedi per terra.
-Eh?- Chiedo alzando un sopracciglio, non avendo capito nessuna delle parole pronunciate…
 
Stavolta è lui ad avere un cipiglio sul volto, tant’è vero che comincia a mettersi le mani dietro la schiena, assumendo un’aria diplomatica:
-Devo fare una chiacchierata con quel… Come si chiama? Ah, sì… Sasuke Uchiha.
Stai diventando un po’ troppo permissiva, non credi?-
 
Afferma sorridendo impercettibilmente, ritornando poi a fissarmi, con i suoi occhi cerulei.
-Papà… Non preoccuparti, Sasuke non è come lui…- Dico, accarezzandogli una guancia.
 
-Anche quella volta avevi detto di non preoccuparmi e vedi com’ è finita… Quel bastardo doveva marcire in galera, maledizione! Se penso che ha osato toccare la mia bambina, divento nervoso…- Afferma stringendo i pugni.
 
-Dov’è la mamma?- Domando cercando di cambiare discorso; parlare di Sasori, non è benefico per me…
-Sta dormendo. Non alzare troppo la voce, altrimenti potrebbe svegliarsi…- ,
 risponde, poi si siede accanto a me continuando a parlare:
-Vedi, nella tua vita sono sempre stato assente, a volte per il lavoro, oppure semplicemente perché non avevo tempo… Sono stato così sciocco a non capire dai suoi atteggiamenti, che ti maltrattava… Se solo lo avessi scoperto prima, a quest’ ora…-
 
Gli metto un dito sulle labbra, interrompendo il suo monologo.
-Papà, guardami. Sono sempre la tua bambina e, se accadrà qualcosa di spiacevole, non mi comporterò più come prima, tenendomi tutto dentro. Ve ne parlerò… Promesso.- Enuncio, guardandolo con fermezza, abbracciandolo poi con trasporto.
 
-D’accordo, piccolina.- Mi dà un buffetto sul naso, per poi riabbracciarmi di nuovo.
Si alza dal letto, mi rivolge un debole sorriso e esce dalla stanza, chiudendosi poi, la porta dietro le spalle.
 
Inizio a guardarmi intorno e nel farlo, soffermo lo sguardo su uno spazio vuoto della mensola, dove una volta era appoggiato il mio coniglietto Yuki.
Era un peluche a cui ero molto affezionata da piccola, non c’era giorno che non passassi assieme a lui, era il mio migliore amico…
 
Ricordo che gli raccontavo di tutto, dai “piccoli” litigi tra me ed Ino durante l’infanzia, ai complimenti ricevuti dalle maestre…
 
Una volta poi (quattordici anni fa), ho incontrato un bambino in un ospedale; il nonno in quel periodo stava male, aveva mancamenti continui e quel giorno, era uno di quelli.
 



 

˜All’ospedale:˜
Oggi il nonno è svenuto di nuovo…
Uffa, proprio ora che volevo andare al parco assieme a lui, accidenti che sfortuna; possibile che stia male,  sempre quando voglio divertirmi?!
Quella di oggi è una giornata bella ma soprattutto calda,  proprio per questo volevo giocare assieme a lui.
 
Ma non fa niente, ormai ci sono abituata; nessuno ultimamente mi dà retta, non so spiegarmi nemmeno il  perché, però penso che sia dovuto al mio nonnino e alla sua salute…
D’istinto batto i piedi arrabbiata sulle mattonelle asettiche del corridoio dell’ospedale, correndo a più non posso verso l’uscita.
 
-Sakura!-Sento urlare il mio nome dalla mamma, però non mi fermo lo stesso, facendole una linguaccia.
-HARUNO SAKURA, vieni qui immediatamente! Non vedi che il nonno sta male?-
Continua lei alzando il tono della voce…
 
-NO! Voglio andare a sedermi su quella panchina lì fuori!-
Lei mi guarda in modo furioso, poi posa gli occhi su papà.
-Tesoro, dai falla andare… È qui vicino… Possiamo osservarla dalla finestra; non si farà male, vedrai…- Dice lui, cercando di convincerla rivolgendole poi, uno sguardo che io reputo un po’ strano…
 
-E va bene… Però se solo ti venisse in mente l’idea di spostarti di lì,  Sakura, non so cosa farei una volta averti trovata…- Non me lo faccio ripetere un’altra volta, ed esco dall’ ospedale, facendo proprio come mi ha detto lei.
Mentre corro per trovare il “mio” posto, noto un bambino che piange.
 
-Perché piangi?- Domando, mettendomi davanti a lui…
 È davvero bello, ha la pelle bianchissima come il latte, due occhioni neri e ha una tuta grigia con delle scarpette blu… È semplicemente splendido.
 
Devo chiedermi se vuole sposarmi…
 
Fa ciondolare i piedi, ignorando la mia domanda e, proprio mentre stavo per aprire la bocca, dice arrabbiato:
-Non sto piangendo, mocciosa! E poi gli uomini non piangono!-
Lo guardo triste, sento le lacrime che già premono per uscire.
-G-Guarda che io non sono una mocciosa!-
 
-Ah, sì? E cos’è quel pupazzo che hai in mano?- Dice, puntando un dito su di me.
Abbasso la testa notando il mio coniglietto e sorrido, sedendomi vicino a lui.
Per un attimo mi guarda confuso, poi ritorna a fissarmi come prima, in questo momento non riesco a capire cosa abbia in mente.
-Lui è il mio migliore amico e si chiama Yuki, l’ho chiamato così perché è bianco e assomiglia ad un fiocco di neve e-
 
-So il significato della parola “Yuki”.- Non mi piace quando le persone mi interrompono, ma adesso non m’ importa più di tanto.
-Perché prima stavi piangendo?- Chiedo di nuovo.
-Uffa, sei insistente! Non stavo piangendo, ti ho già detto che gli uomini non piangono mai!- Lo guardo non capendo, ma cosa significa la parola “insistente”?
 
-Scusa ma cosa significa “insistente”?-
-Che domande! Insistente,  significa assillante! Beh, tu lo sei e tanto!-
-Scusa, volevo solo consolarti tutto qua… Oggi il mio nonnino è svenuto e non sono potuta andare al parco…-
-Beh, mi dispiace, ma ora ho ben  altro a cui pensare…- Risponde lasciandomi di sasso.
 
Silenzio.
 
-Per essere qui deve essere successo qualcosa, vero?- Domando guardandolo negli occhi…
-Sei noiosa… Ma te lo dirò, così la smetterai, okay?-
Annuisco, stando attenta a tutto quello che dirà.
 
-La mia mamma, è stata ricoverata da un paio di giorni in questo ospedale, perché ha avuto un incidente e- non termina la frase, perché d’istinto lo abbraccio forte.
 
Mi stacco da lui e notando le sue guance rosse,  arrossisco anch’io.
-Scusa, ma cosa ti è preso? Staccati.- Ordina, guardando per terra.
 
-S-Scusami, mi andava di abbracciarti… La verità  è che non lo so neanch'io perché l’ho fatto.-Dico con un sorriso malandrino.
-V-Va bene.- Risponde lui, guardando un punto fisso di fronte a sé.
 
-Ecco… Volevo regalarti questo…-
Sventolo il coniglietto davanti alla sua faccia.
-E perché vorresti darmi quel coso?-
 
-Vedi, Yuki è il mio migliore amico e nei momenti in cui mi sentivo triste, mi ha aiutata molto… Adesso voglio darlo a te. Così ogni volta che sarai infelice, guardandolo ti sentirai meglio.-
-Ecco… Non aspettarti che adesso ti ringrazi.- Dice allungandosi, prendendo tra le mani paffute il peluche.
 
-Profuma di ciliegia…- Continua portandosi il pupazzo sotto il naso, aspirandone poi l’odore…
Divento rossa come un peperone, guardandolo imbarazzata.
-Non devi piangere più, bimbo bello…- Mi avvicino a lui, lasciandogli un bacino sulla guancia.
 
-Come ti chiami?- Domanda, tenendomi per una mano.
-Mi chiamo…-
-Tesoro! Vieni il nonno si è ripreso!-
-Ma mamma, proprio adesso?!- Mi lamento dispiaciuta, voglio restare un altro po’ assieme a lui!
-Sì, saluta il tuo amichetto e vieni…-
Mi giro verso il bambino, sorridendo sbarazzina:
 
-Quando saremo grandi, vorrai essere il mio fidanzato?-
 
Chiedo con le guance arrossate, mentre lui si porta una mano davanti alla bocca, guardando un cestino davanti a sé, impacciato.
-Dai, andiamo!- Mamma arriva prendendomi per il braccio, trascinandomi poi, verso il corridoio dell’ospedale.
 
Non ho potuto far a meno di notare gli occhi di quel bambino puntati addosso, mentre mi allontanavo da lui…
Uffa! Se solo mamma mi avesse lasciato ancora per un po’ lì, a quest’ora sapevo se gli interessavo…
 
-Mamma! Ti rendi conto di cosa hai fatto?!-
-Cosa ha fatto stavolta ?- Chiede una voce che conosco molto bene, il mio caro nonnino.
-Nonno!- Lo abbraccio, dicendo poi:
-Stavo parlando con un bambino e lei mi ha interrotto!- Indico con un dito mia madre, con un’espressione triste e arrabbiata al contempo.
 
-Figlia, hai davvero osato interrompere mia nipote, mentre faceva conquiste?!- Chiede nonno Ryuichi, accennando un debole sorriso.
-Sì, papà… Questa piccoletta era in compagnia di un bel bambino…- Risponde la mamma, sorridendo ampiamente quando nota una piccola vena pulsante sulla fronte di  papà.
 
-Come sarebbe a dire: ”mentre faceva conquiste”?! Mi devo preoccupare tesoro?- Chiede lui, cercando di mantenere la rabbia…
-Papà, lo dovevi vedere era carinissimo… Aveva gli occhi neri e la pelle bianchissima, sembrava un principe… Lo voglio sposare!- Detto ciò, noto mamma che con le braccia cinge mio padre che momentaneamente è svenuto, mentre il nonnino se la ride sotto i baffi…
 
-Che dire nipotina, sei molto audace…- Si porta una mano sulla bocca, nascondendo le risate, mentre papà una volta essersi ripreso, mi chiede dove sia finito Yuki.
Lo guardo colpevole, abbracciandolo.
-Ne aveva bisogno più lui che io.-
 
-Lui, chi?- Domanda, stavolta sento che mi sgriderà, altrochè se mi sgriderà.
-Il bambino che ho incontrato prima.-
Chiude gli occhi respirando a pieni polmoni.
 
-Fammi capire… Hai regalato il tuo coniglietto preferito ad uno sconosciuto…
Quando due giorni fa è venuto tuo cugino Masahiro a trovarci, ha solo provato a sfiorarlo e tu per poco non lo uccidevi!-
 
Guardo il pavimento nervosa, torturandomi le mani; non so cosa sia successo da quando ho incontrato quel bambino, ma appena l’ho visto, mi sono sentita in dovere di aiutarlo, non era quello che dicevano sempre i miei genitori?
 
Certo che sì, mi hanno insegnato che quando una persona è in difficoltà, bisogna aiutarla sempre e comunque, allora perché adesso mi stanno sgridando?
 
In fondo, non ho fatto nulla di male, lo riconosco, Yuki per me è stato molto importante, ma ora serve più a quel bimbo che a me.
-Sì, papà…-
-“Sì” un corno! Hai idea di quanto mi sia costato… Cioè voglio dire… Di quanto sia costato a Babbo Natale comprartelo?!-,
 
-Adesso andiamo da quel bambino, così ci restituisce il pupazzo.-
Dice, prendendomi per un braccio, trascinandomi verso quella panchina, accanto a quell’albero di ciliegio.
Con molta sorpresa, notiamo che è vuota, per cui tirando dei sospiri (io di sollievo), ritorniamo di nuovo dentro.
 
-Allora, avete trovato il bambino misterioso?- Domanda tra i colpi di tosse nonno Ryuichi.
-No, purtroppo.- Dice duro papà, girandosi verso di me.
-Meglio così, qualcosa mi diceva che se l’era svignata quel piccolino. E ho pregato affinché fosse così.-
 
-Scusate la franchezza, Ryuichi… Ma voi da che parte state?- Chiede  ancora una volta papà con un’ espressione triste dipinta sul viso.
-E chi lo sa, figliolo.- Mi fa un occhiolino, scompigliandomi un po’  i capelli.
-La state viziando troppo…- Continua imperterrito il mio babbo.
 
-Dipende dai punti di vista.- Risponde. Inutile, il nonno ha sempre ragione, per cui, anche se con malavoglia, papà annuisce, cedendo alle sue ultime parole.
-Sono felice nonno!-
-E perché, tesoro?-
 
-Perché Yuki, mi ha sempre accompagnata nei momenti più tristi, e adesso che è nelle mani di quel bambino, sento che lo aiuterà in qualche modo… Spero tanto che sua madre si riprenda presto!-
Lui sorride dicendo:
-Sapevo che c’ era una motivazione, altrimenti non avresti mai regalato a nessuno quel peluche.-
 
I miei genitori si fermano, guardandomi orgogliosi.
-Siamo fieri di te Sakura-chan, è stato un bel gesto il tuo.- Dice la mamma sorridendo radiosa, mentre papà mi accarezza i capelli, sollevando appena gli angoli della bocca .
-Grazie.-
 
˜˜
 


Ricordando quell’episodio in ospedale, non posso far a meno di sorridere…
Ero proprio senza vergogna, insomma, chiedere ad un bambino di diventare fidanzati senza nemmeno conoscerlo, non è il massimo; anche se per certi versi era davvero molto bello.
Non ricordo alla perfezione il suo volto, anche perché sono passati tanti anni, quindi è normale dimenticarsi di una persona incontrata durante il passato.
 
L’unica cosa che mi è rimasta impressa, sono stati i suoi occhi, erano così vividi, grandi e neri come la notte.
 
A dirla tutta, quell’ evento mi ha segnato non poco, perché ho rinunciato “al mio migliore amico” pur di vederlo felice almeno un po’.
 
Ritorno alla realtà, pensando a quello che avrei dovuto affrontare fra poche ore.
 
Questa sera, sarei dovuta andare di nuovo al night e, anche se sono stanca, non posso  proprio rifiutarmi, dopotutto ho chiesto al signor Yamamoto di darmi tre giorni di ferie per andare in gita ed ora, devo assolutamente riprendere il ritmo.
 
Fortunatamente la giornata di oggi passa più in fretta del previsto e, una volta scattata l’ora “x”, mi preparo.
Con passo felino mi avvicino alla porta, cercando di non fare rumore e la apro il più delicatamente possibile, uscendo di casa come una ladra.
Come al solito mi guardo intorno, l’ultima volta un uomo aveva cercato di…
Meglio stare attenti, insomma.
 
-Ehi, Sakura come va?- Chiede Nagisa, con un sorrisetto che la diceva lunga.
-Che cosa hai fatto in questi tre giorni, eh?- Ora si mette anche Yumi, a spettegolare.
-Dai su scherziamo, non fare quella faccia sconvolta e cambiati… Stasera, avremo un bel po’ di lavoro da svolgere…-
Questa volta è un’altra ragazza a parlare, credo sia una “ballerina”, ma non ricordo il nome.
 
Dopo essermi cambiata, mi precipito verso la sala, iniziando a prendere ordinazioni da parte dei clienti.
 
-Sakura, lì al tavolo n° 7…- Mi avvisa Natsumi, intenta a preparare un cocktail
per un giovane ragazzo, che sembrava stesse tentando in tutti i modi di farle la corte.
 
-Cosa vuole ordinare?- Chiedo distrattamente al cliente di quel tavolo, accorgendomi poi, che il signorino qui presente è Sasuke…
 
-C-Cosa ci fai qui?- Biascico, visibilmente scossa e imbarazzata al contempo ma, dopo essermi ripresa dallo stato di shock iniziale, la rabbia prende il sopravvento…
 
Perché Sasuke è qui? Non vorrà mica trovarsi qualche ragazza e…
 
Scaccio quel pensiero di mente e ritorno a posare lo sguardo su di lui.
 
-Nulla di che, sono venuto qui per bere qualcosa in pace, o meglio vorrei farlo,
ma quelle lì-;  fa una pausa, indicando una massa informe di ragazze davanti a lui.
-Non me lo permettono.-
Ad essere sincera sono un po’ infastidita,  sia dal suo comportamento, che da quello delle “oche eccitate” che lo guardano come se fosse un Dio.
 
-Capisco.- Sibilo tra i denti.
-Gelosa?- Chiede ad un tratto, ma non si vedeva? Probabilmente doveva mettersi un paio di occhiali…
-No, non lo sono… Tranquillo.- Affermo sarcastica.
-Quindi se vado con quella ragazza, non ti da fastidio, giusto?-
 
Non capisce proprio niente, tanto vale che dica una bugia.
 
-No, vai pure… Sei un essere capace di intendere e di volere, quindi…- Poggia un dito sulle mie labbra dicendo:
-Non sai mentire e sei anche gelosa…- Il mio cuore perde un battito all’udir di quelle parole e d’istinto senza che me ne accorgessi, poggia la sua bocca sulla mia.
 
Dischiudo le labbra permettendo alla sua lingua di giocare con la mia, dando così, vita ad una tortura dolce e passionale…
 
Dopo parecchi secondi, ci stacchiamo senza fiato e ci guardiamo negli occhi.
-Vieni con me…- Dichiara con voce roca, inebriandomi i sensi.
-N-Non posso, devo lavorare e poi devo portarti la tua bevanda...-
Ancora una volta mi fa tacere, poggiando di nuovo le sue labbra sulle mie.
 
-Non preoccuparti, ho parlato con il tuo capo, e mi ha concesso di passare una notte con te.- sussurra imperturbabile, lasciandomi senza parole…
-Scusa ma quanto hai pagato per passare del tempo con me?-
-Settantamila yen-
 
Cosa?!
Dove può aver preso tutti questi soldi?
Deve per forza avere una doppia vita…
 
-So cosa stai pensando, Sakura… “Dove avrà preso tutti quei soldi?”
Non te lo dirò… Almeno non ora. E smettila di tenere la bocca aperta, potrebbe entrare qualcosa.- Dice allusivo.
 
Inutile dire che divento color pomodoro, pensando a “quel qualcosa”
 
Scaccio quel pensiero poco casto, vergognandomi di me stessa e lo seguo verso l’uscita ma, proprio quando stavo per varcare la soglia della porta, sento una mano cingermi il braccio.
 
-Sakura, poi me lo dirai come hai arpionato quel bellimbusto, vero?- Questa è se non ricordo male è Haruko, una ragazza del night travestita da diavoletta, che ora rivolge a Sasuke un’occhiata maliziosa.
 
“Non ci provare nemmeno.”
 
Questo è quello che penso ora che si sta avvicinando a lui, facendo combaciare i loro corpi.
 
-Mmh… Ci farei un pensierino su di te, carino.- Continua lei poggiandogli un dito sul petto.
Sasuke sorride, toccandole il collo, poi si avvicina sussurrandole un “non ora” o qualcosa del genere, per cui infastidita, lo tiro per il braccio e continuiamo a camminare verso la porta.
 
Dopo averlo trascinato fuori, ci stacchiamo.
 
-Avevi detto di non essere gelosa, o mi sbaglio?-
Domanda sogghignando, mentre io alzo gli occhi al cielo, notevolmente infastidita dal suo atteggiamento puerile.
 
-E non alzare gli occhi al cielo, Sakura.- Aggiunge, passandomi poi un casco.
 
Non mi sono nemmeno accorta di essere arrivata al parcheggio del locale, forse per la rabbia, non so…
 
-Ora devo tener conto a te, delle cose che faccio?-
-Stai zitta e sali.- Un po’ contrariata, salgo assieme a lui sulla moto.
 
-Scusa, dove andiamo?-
-Che domanda stupida, a casa mia ovviamente.-  
 
Una volta arrivati a destinazione, mi prende per i fianchi appoggiandomi su un
 divano-letto.
 
-Sasuke… Per favore…- Sussurro debolmente e questo deve averlo fatto eccitare non poco, a giudicare dalla sua erezione che preme vogliosa sulla mia coscia.
 
Poggia una mano sul mio seno, iniziando a torturarlo un po’, mentre io mi lascio sfuggire dei gemiti.
Ci liberiamo dei vestiti ad una velocità pazzesca, rimanendo solo in intimo.
 
Mi fissa per attimi che sembrano ore, mentre io ricambio il suo sguardo imbarazzata.
-Sei bellissima…- Arrossisco come un semaforo rosso, lasciandomi cullare dalle sue carezze e dai suoi baci.
Sposta gli slip, sfregando la parte più sensibile del mio corpo con una mano, mentre con l’altra mi massaggia il ventre.
 
-Sa…su…ke…- mormoro in preda all’eccitazione, poi con una mano scivolo timorosa nei i suoi boxer.
 
-S-Sasuke?- Lo chiamo e lui, come se fosse una sentinella, alza subito il volto di scatto.
-Cosa… C’è?-Domanda ansimando.
-P-Possiamo fermarci, per favore?- All’improvviso mi sento a disagio, ma perché?
 
-Cosa c’è che non va? Ho fatto qualcosa di sbagliato?-
-No, non sei tu… Sono io, il fatto è che sono un po’ nervosa e vorrei che per ora non continuassimo…-
Affonda la testa nell’incavo del mio collo, respirando affannosamente.
 
-Un giorno di questi mi farai morire, Sakura… Dico sul serio…-
Non so cosa rispondere, per cui lo osservo attenta, aspettando una sua possibile reazione.
-Scusa.- Gli sfioro una guancia con il palmo della mano, ma lui me la rimuove infastidito.
Per quale motivo?
 
-La devi smettere di scusarti continuamente… Mi dà fastidio.-
-Scu…- Mi tappo una bocca con una mano e lo guardo colpevole.
-Non sai quanto è difficile…- Sbotta ad un tratto.
-Cosa?- Chiedo non capendo.
-Resisterti. È fottutamente difficile, ti voglio su questo divano, sul tavolo, contro la parete, nel mio letto, in ogni posto immaginabile… Mi immagino dentro di te, cazzo.-
-Che?- Ho le guance letteralmente in fiamme.
-Non lo ripeto un’altra volta.- Adesso è lui ad avere le gote rosse e, per non farsi accorgere, sposta dei ciuffi di capelli neri con una mano sul viso.
 
È semplicemente stupendo: con quel corpo scultoreo, quei capelli scuri e l’espressione che ha adesso è meravigliosa, è un misto tra l’imbronciato e lo sbarazzino, mi piace molto.
 
-Dannazione a te e alla tua vagina!- Ringhia e io colta dalla sorpresa, mi giro di scatto prendendo un cuscino, per poi lanciarglielo in faccia.
-S-Sasuke- kun, t-ti s-sembrano c-cose d-da d-dire?- Biascico, con i battiti del cuore accelerati.
Fa una specie di grugnito e si gira con il volto rivolto verso il soffitto.
 
All’improvviso, senza che me ne accorgessi, mi tira verso di lui con un braccio e mi annusa i capelli.
-Proprio come quella volta…- Dice affondando di più il viso tra l’ incavo del mio collo, aggiungendo poi:
-È lo stessoCiliegia.-
-Che?- Domando, non comprendendolo a pieno.
 
-Lascia perdere…Non capiresti… Cerchiamo di dormire piuttosto, perché poi
dovrò riaccompagnarti a casa.- Risponde attirandomi di più verso di lui e nel farlo, sento chiaramente la sua erezione premermi contro.
 
Notando il mio disagio, dice mesto:
-Scusa, non è facile… Dovresti capirmi, ho una ragazza seminuda sul mio divano, che  sfrega il bacino in maniera non poco provocante… È una combinazione letale…-
-N-Non scusarti, h-ho capito.- Ribatto imbarazzata, stringendomi più forte a lui.
 
-Buonanotte Sas’ke- kun.- Dico dandogli un dolce bacio a stampo, che ricambia subito, approfondendolo.
                                                      
Una volta staccati cerchiamo di recuperare fiato, poi lo sento borbottare impicciato qualcosa, mentre lo abbraccio.
 
-Buonanotte anche a te, noiosa.-
 
Penso che da tempo quel “noiosa” sia diventato, qualcosa di speciale, indissolubile; qualcosa che possiamo capire soltanto noi...
 
Noi, che ora siamo abbracciati e dormiamo come non abbiamo mai fatto.
Noi, incuranti di tutto e tutti.
Noi, così bisognosi l’uno dell’altra.

 
 


Angolo Autrice:
Ciao a tutti/e, come sempre ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente.
Sono molto felice.
^^
In questo ho voluto parlare un po’ del passato (quello spensierato) della nostra Sakura e poi ho voluto scrivere un momento padre-figlia *^*… Ci voleva xD.
 
Purtroppo mi dispiace dirlo molte volte, ma sono ritardataria, per cui perdonatemi se impiegherò molto tempo per pubblicare il prossimo capitolo.
Per favore. >.<
 
Detto ciò, vi mando un abbraccio forte e un bacione!
-SasukeUchihaSakuraHaruno.
  
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