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Autore: Ray Wings    16/03/2015    2 recensioni
Non voltare la testa, non andartene di nuovo! Sono cambiata. Sì, è vero, non sono più Alice! E questa ti sembra una colpa? Tu e il tuo strafottutissimo gruppo del cazzo mi avete trascinata qui: è solo colpa vostra. Mai più, mai più rivedrò gli occhi di mia sorella o di mia madre, ed è solo colpa vostra. Mai più rivedrò i tuoi occhi. Ma quelli non voglio nemmeno ricordarli, vuoti e disperati, mentre affondavano e annegavano e io impotente sulla spiaggia a pregare.
Mi avete lasciata sola, cazzo!
Sono rimasta in un angolo a piangere, come ho sempre fatto, aspettando l'arrivo di qualche supereroe dimenticandomi che questa è la fottuta realtà! Che qui si muore!
E sono morta.
Dimentica Alice...te la sei portata via.
So che sei un sogno, stai sfumando, comincio a non vederti più e so che quando aprirò gli occhi sarò di nuovo sola. Ma non voltare la testa. Guardami fino alla fine...guarda l'Oceano. Fino alla fine. Come ho fatto io. Pregando, sciocco, di svegliarti.
Manu. Guardami.
Ora sono Ocean.
[In revisione]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prodezza.

<< Che diavolo succede? >> si chiese.
Era appena salita in sella, pronta a tornare a casa, quando improvvisamente sentì partire l'allarme di un auto, non molto lontano da lì.
<< Saranno stati gli zombie? >> chiese ancora, chissà a chi in particolare.
<< Andiamo. >> invitò Peggy, facendole fare retrofront, e dirigendosi verso il luogo dove aveva sentito il suono. La sua era mera curiosità, ma anche precauzione: il controllo non doveva mai mancare. Doveva sempre sapere quello che aveva attorno per poterlo combattere.
Stava per svoltare l'angolo, arrivando così sul luogo, quando sentì la voce di Michonne gridare << Merle!!! Muoviti, Merle!!! >>
Corse nella sua direzione e scese all'istante da cavallo, appena in tempo per sfoderare la sua spada e perforare il cranio di uno degli zombie che stava per mordere la ragazza. La guardò velocemente, avendo poco tempo da dedicarle, e l'unica cosa che notò furono i suoi polsi incatenati a un palo << Che ci fai legata? >> chiese velocemente, prima di essere costretta a voltarsi e riprendere lo scontro, senza riuscire ad avere una risposta. Decine di zombie si stavano radunando davanti a quella villetta, attirati dal baccano che quell'idiota di Merle stava facendo con l'auto, intento com'era a cercare di manometterla per farla partire.
Si allontanò da Michonne, avvicinandosi all'uomo steso sotto il sedile del guidatore e con un altro colpo di spada tagliò la testa a uno degli zombie, prima che potesse mordergli la caviglia.
<< Ocean! Merle! >> chiamò ancora Michonne, di nuovo nei guai. Legata com'era non poteva fare molto e Ocean fu costretta di nuovo a intervenire per salvarla. Correva da una parte all'altra del cortiletto, recidendo teste per proteggere non uno, ma ben due dei suoi. Sola contro una madria, sentiva rabbia nei confronti dell'idiota che ancora macchineggiava nell'auto.
Improvvisamente il rumore cessò e lui uscì dalla vettura appena in tempo per trafiggere la testa di un altro zombie. Ocean, a due passi da lui, gli si scaraventò addosso e gli puntò la spada al viso,afferrandolo per il colletto
<< Che cazzo stai combinando? >> chiese.
<< Oh, ciao bambolina. >> salutò Merle con uno dei suoi sorrisi beffardi, liberandosi dalla sua presa con facilità e ritornando da Michonne.
<< Che fai? Che diavolo fai? >> brontolò ancora lei, alzando sempre più il tono della voce.
<< Come? Non lo sai? >> provocò ancora Merle, trascinando la nera verso l'auto.
<< Non so cosa, cazzo? >> cercò ancora di fermarlo, mettendogli una mano sul petto.
<< Il caro Governatore ha dato una scelta a Rick. Se questo gli consegnerà Michonne, lui promette di lasciarvi in pace. >> spiegò << E ora fatti da parte. >> minacciò, passando oltre.
<< Non vedo Rick, qui! Stai mentendo! >>
<< Rick non ha le palle. >> continuò a spiegare l'uomo.
<< E così ci pensi tu? Ma che gentile. >> gli disse sarcastica, incrociando le braccia al petto.
<< Libera di non crederci. >> alzò le spalle lui, prima di spingere la testa di Michonne nell'auto.
<< Fermo! Non ti permetterò di portarla via! >> gli si piazzò davanti, spingendolo.
<< Hai ucciso due uomini per vendetta, io ne sacrifico una per il bene di mio fratello e dei tuoi amichetti, non sei nella posizione di muovere decisioni del genere, tu! >>
Ocean lo guardò, sentendosi spiazzata. Aveva ragione, lei aveva ucciso degli uomini, di cui uno anche innocente. Era peggio di lui, non aveva diritto di dire niente. Merle chiuse la portiera e si avviò al lato guidatore.
<< Stai facendo un errore! Non dimostrare ancora una volta quello che non sei, Merle. >> cercò ancora di convincerlo. Lui la squadrò, aggrottando la fronte e disse << Che cazzo ne sai tu di come sono io? >>
<< Non lo so. >> alzò le spalle lei, ormai non sapendo più dove andare ad appigliarsi per convincerlo << Ma voglio fidarmi di te. Vuoi davvero tradire la fiducia dell'unica persona che te ne sta dando? >>
Merle rise sarcastico, poi, ignorandola, salì in macchina. Ocean si piazzò davanti al cofano, impedendogli di procedere e ci poggiò sopra le mani << Fermo! Non te lo permetterò. >>
Non aveva la più pallida idea di cosa stesse facendo, ma non sapeva dove altro andare a parare con lui.
Merle uscì con la testa dal finestrino, si tirò via una pistola dai pantaloni e gliela puntò contro << Non costringermi a farlo. >> Ocean parve non muoversi. Decisa e determinata. Non sapeva cosa stesse succedendo, non sapeva di Rick e dell'accordo e forse una parte di lei non si fidava delle sue parole, ma aveva sentito abbastanza: Merle stava andando da solo contro il Governatore. Nè lui nè Michonne sarebbero tornati a casa. E il Governatore avrebbe comunque marciato contro la prigione.
Continuò a fissarlo, sperando di intimorirlo con lo sguardo. Sperando non avesse il coraggio di spararle o investirla.
Merle tolse la sicura alla pistola.
Tentativo vano.
Quanto odiava le armi da fuoco!
Si fece da parte e Merle partì.
<< Cazzo. >> borbottò tra sè e sè, correndo da Peggy e salendoci sopra << Andiamo, forza! >> la speronò e, come sempre seguita da Max, partì all'inseguimento dell'uomo.
Stava di nuovo facendo qualcosa di folle.
Ma che scelta aveva?
Se fosse tornata indietro dagli altri, poi non sarebbero arrivati in tempo per salvare Michonne. Non poteva aspettare oltre, doveva riuscire a fermarlo, in qualche modo.

La macchina era da qualche minuto ferma di fronte a un vecchio negozio abbandonato. Si riusciva a sentire la musica a tutto volume, provenire da lì dentro, anche da qualche metro di distanza. Ocean scese da cavallo e si avvicinò a essa con disinvoltura, senza preoccuparsi di essere vista.
Aprì lo sportello del passeggero ed entrò dentro, affiancandosi a Merle, unica persona lì presente.
Michonne era stata scaricata per strada poco prima, l'aveva incontrata, ma aveva deciso lo stesso di proseguire.
Il cuore le urlava di non lasciarlo solo.
Lo era stato già troppo.
<< E così l'hai lasciata andare, eh? >> chiese lei, mettendo un piede sul parabrezza e cominciando a rovistare tra la sporcizia presente in giro, in cerca di una sigaretta.
Merle intuì i suoi desideri e gliene offrì una delle sue, silenzioso come se non fosse successo niente, come se intorno a loro non stessero radunandosi decine di zombie.
<< Che intenzioni hai? >> chiese lui buttando giù un lungo sorso di whisky, trovato in chissà quale angolo segreto di quel mondo abbandonato. Ocean fece entrare Max nella vettura, che andò a posizionarsi sui sedili posteriori, e si affrettò a chiudere finestrini e portiere.
<< Non ti prenderai tu tutto il merito di aver ucciso il Governatore. >>
Merle rise, prima di dire, col tono di chi sta parlando con un'idiota << Tornatene a casa, bambolina. >>
<< Non puoi farcela da solo. >>
<< Tu credi? >> chiese provocatorio Merle, prima di tornare serio << Daryl piangerà più per te che per me, lo sappiamo entrambi. >>
<< Ma io non morirò...e neanche tu. >>
<< Stai venendo per proteggermi? >> chiese Merle prima di scoppiare a ridere << Questa è bella, una troietta che si sente in dovere di proteggere me. >>
<< Bada a come parli, Romeo. >> disse tranquilla, lievemente minacciosa, ispirando dalla sua sigaretta. Gli zombie cominciarono ad accumularsi intorno all'auto e Peggy, poco lontano, lasciata libera di proposito, scappò via. Sapeva come tornare a casa.
Merle alzò il volume della musica e fece qualche metro in avanti, trascinandosi dietro la coda di vaganti che si era formata all'esterno.
<< Non è vero che Daryl piangerà più per me che per te. Lui ti vuole bene. >> disse poi lei.
Merle rise ancora, ma non rispose alla sua affermazione. << Sto facendo questo soprattutto per lui. >> disse << se tu muori io sarò lo stronzo. >>
<< Sei il nostro capro espiatorio, giusto? >> rispose Ocean, sfoderando una delle sue daghe e utilizzandola per togliersi lo sporco da sotto le unghie.
<< Tornatene a casa, fidati. Non voglio averti tra i piedi. >> ordinò ancora Merle << Sei ancora in tempo. >>
<< Sì, è vero. >> annuì lei, ma non si mosse da lì.
Poi fece un sospiro, e confidò << Sai che stanotte tuo fratello ha detto di amarmi? >>
Merle scoppiò a ridere così rumorosamente da far sobbalzare l'auto più di quanto già riuscisse la musica.
<< Sì, molto divertente. >> disse lei sarcastica << Sei suo fratello. Se lui è legato a me, allora anche tu lo sei. >>
<< Non ti conosco nemmeno. >> sbruffò lui, per niente d'accordo, ma continuando a ridere per quanto sentito poco prima.
<< No, è vero. >> disse Ocean, prima di ammiccare << Però mi trovi adorabile, dì la verità! >> e gli diede un paio di sgomitate.
<< Tu sei fuori di testa. >> rise ancora lui facendo qualche altro metro avanti con l'auto, e le offrì la sua bottiglia.
<< Me lo dicono in tanti. >> confessò lei, accettando l'offerta e buttando giù un lungo e amaro sorso d'alcol << Che schifo. >> commentò poi pulendosi la bocca con la manica.
<< Mi piaci, ragazza. Hai le palle...quelle che non ha mio fratello. >> disse ancora lui continuando a procedere con l'automobile, lentamente per non perdere l'orda che li stava seguendo.
<< Oh, no, ti assicuro che ce l'ha anche lui. >> ammiccò la ragazza, maliziosa, e questo fece di nuovo scoppiare a ridere Merle, che ammise poi << Spero che tu non muoia. >>
Ocean lo fissò qualche secondo, prima di tornare a guardare di fronte a sè, fumando la sua sigaretta storta << Pensa a non morire tu, piuttosto. A me so badare. >> e non sentirsi dire "non è vero, ci deve pensare Daryl a te" fu un gran sollievo. Non ne poteva più di quelle cantilene.
Arrivarono alla zona delle cisterne, quella dove si erano incontrati il giorno prima Rick e il Governatore. Merle, stringendo il suo fucile, cominciò ad aprire la portiera, lasciando l'auto camminare da sola << Salta giù! >> disse alla ragazza, che già lo stava imitando, insieme a Max.
Scesero dall'auto in corsa e velocemente si andarono a rifugiare dietro una cisterna, per scappare dall'orda che ancora seguiva imperterrita la fonte del suono, e soprattutto per cercare di sfruttare l'effetto sorpresa.
<< Hai un'arma? >> le chiese Merle.
<< Odio quegli aggeggi, fanno solo tanto baccano e non colpiscono mai dove dovrebbero. >> confesso Ocean << Tienili impegnati. Confusi come saranno dal casino, non mi vedranno arrivare se passo da dietro. Punto dritto al Governatore, senza troppi rigiri, e fine della storia. >>
Merle annuì e le diede una pacca sul sedere, incitandola << Vai! >>
Ocean sussultò al contatto e si voltò di nuovo, lentamente, verso lui, con la spada sguainata.
<< Provaci di nuovo e ti taglio le palle. >> lo fulminò, facendolo sghignazzare ancora.
Lasciò da parte l'inconveniente e si allontanò: corse in parallelo al gruppo di casolari (3 o 4, uno di fianco all'altro) che aveva di fronte, nascosta dalle lamine abbandonate e dal recinto. Cercò di tenersi bassa, per non farsi vedere. Ben presto gli scagnozzi del Governatore furono attirati dal diversivo. Sentì i primi colpi di pistola e capì che doveva sbrigarsi.
<< Resta qui. >> disse al cane, una volta trovato un buon nascondiglio tra le siepi.
<< Non muoverti. Aspetta che torno. >> ordinò ancora, facendogli un gesto che lui aveva imparato bene ormai. Spesso Ocean gli chiedeva di starsene in disparte, ormai aveva capito che quando diceva "stai qui" lui doveva stare lì, o avrebbe subito la sua ira.
E così fece.
Ocean, nel frattempo, aggirò il casolare e si schiacciò con le spalle al muro. Controllò che non ci fosse nessuno e continuò ad avvicinarsi a quello del Governatore, il quale ora era fuori insieme a tutti gli altri. Anche lui, con la sua pistola, stava sparando agli zombie. Ocean controllò la situazione: erano tutti molto più avanti rispetto a lui, quasi in mezzo all'orda e sicuramente molto impegnati a tenersi in vita. Il Governatore invece era a pochi passi da lei, proprio davanti alla porta aperta del suo casolare: sarebbe bastato arrivargli silenziosa alle spalle e tutto sarebbe finito. Nessuno l'avrebbe notata, fino a che non avrebbero sentito le urla del loro capo.
Deglutì e fece il primo passo, silenziosa e bassa. Le mani le sudavano e non smetteva di guardarsi attorno.
Un altro passo.
Poi qualcosa andò storto.
Il Governatore si voltò immediatamente verso destra e si precipitò da quella parte urlando << Lascialo a me! >>
Ocean si schiacciò di nuovo contro il muro dietro di sè, abbassandosi talmente tanto da sfiorare il suolo con una spalla. Si voltò a guardare nella direzione dove lui era corso, chiedendosi cosa fosse successo, ma dalla sua posizione non riusciva a vedere niente.
Sentiva però il rumore di un pestaggio e bastò quello, collegato alla frase del Governatore, per capire.
<< Cazzo, Merle! >> sussurrò e velocemente tornò dietro il casolare. Il cuore le pulsava in petto, c'era in lei più adrenalina in corpo che globuli rossi.
Aveva una paura fottuta.
Fece un pezzo della strada a ritroso, correndo verso il retro del casolare dove si trovava Merle in quel momento. Si affacciò a controllare il cortile dove erano radunati tutti gli altri, e li vide allontanarsi per tornare a combattere la minaccia dei Vaganti. Li lasciò lì dov'erano e si avvicinò alla porta che aveva pochi passi affianco. Ora riusciva perfettamente a percepire la voce sforzata di Merle, impegnato in una rissa di quartiere, che avrebbe però permesso solo a uno dei due di uscire vivi da lì.
Sbirciò dentro sperando di non essere vista: lui e il Governatore si stavano picchiando furiosamente, ma Merle aveva la peggio. Era steso a terra, ricoperto di sangue e non faceva che lamentarsi e tentare la fortuna con colpi a caso. Il Governatore gli assestò un altro calcio. Ocean riuscì a entrare senza farsi vedere, approfittando della sua posizione di spalle rispetto a lei.
Troppo impegnato com'era a tirar calci all'uomo a terra non badava che intorno ci fosse qualcun altro.
Fece un altro passo verso lui.
Ne sarebbe bastato un altro ancora e sarebbe riuscita a prenderlo con la spada.
Alzò il piede da terra...ma il pavimento cigolò.
Trattenne il respiro.
E si lanciò contro l'uomo nell'istante in cui questo si era voltato con l'arma spianata, pronto a uccidere chiunque si trovasse alle sue spalle.
Un colpo di pistola partì.
Il Governatore cadde a terra, sollecitato anche da un colpo arrivatogli alla caviglia da Merle, ancora steso a terra.
Ocean lo afferrò per il collo, si sedette sul suo stomaco e gli puntò la spada alla gola. Aveva le orecchie che fischiavano e non era ancora riuscita a capire se fosse stata colpita o meno. L'adrenalina in corpo era troppa per riuscire a sentire dolore. Aveva il fiato corto e le girava la testa.
Ma, nonostante la situazione nettamente svantaggiosa del Governatore, lui sorrideva.
Il perchè lo capì un'istante dopo: nella sua mano era ancora stretta la pistola che adesso era dritta puntata a Merle, inginocchiato a terra alla sua sinistra.
<< Fallo...e io sparo. >> la minacciò, sorridente << Ho dei buoni riflessi. Il dito è già sul grilletto. Basta un leggero spasmo e muore. >>
Ocean serrò la mascella. I muscoli erano tutti tesi e l'aria sembrava sempre insufficiente. Il cuore le batteva nelle orecchie, peggiorando ancora ulteriormente il suo udito.
<< Fallo, ragazza! >> la incitò Merle, severo e incazzato. Ma lei ancora esitò. Non voleva che morisse, lo aveva seguito apposta! Daryl voleva suo fratello accanto e lei non voleva tradirlo. Quell'idiota e scorbutico uomo meritava una seconda possibilità.
<< Fallo, stupida!!! >> urlò Merle, ancora più incazzato. Erano a un passo dalla vittoria, non gliene fregava niente di morire, nessuno lo avrebbe pianto, ma il Governatore meritava di andare con lui. Aveva già messo in conto che probabilmente non avrebbe fatto ritorno. Non doveva esitare!
La mano di Ocean tremò. Non ce la faceva. Non riusciva.
E questo diede modo al Governatore di ribaltare la situazione. Riuscì ad afferrare un ferro vecchio con la mano libera, e, approfittando della distrazione della ragazza, la colpì in testa con tale violenza da farla cadere. La spada le scivolò di mano, e lei rimase tramortita a terra qualche secondo. Non riusciva a vedere niente, la vista si era annerita, sentiva solo un forte fischio alle orecchie. Merle si alzò e si scaraventò di nuovo contro il Governatore, ma era debole e non sarebbe riuscito a reggere ancora a lungo.
Un altro colpo di pistola, e questo Ocean riuscì a sentirlo. Sussultò e cercò disperatamente di guardarsi attorno: voleva vedere! Che succedeva? Le aveva sparato? Ma tutto continuava a essere buio. Si sentì afferrare e trascinare, e cercò di dimenarsi contro il nemico invisibile. Ma sembrava tutto inutile.
"Sono cieca?" si domandò impanicata.
"Che cazzo sta succedendo?" cercò di divincolarsi, ma qualcosa la teneva stretta.
Per fortuna però la vista le tornò pian piano. Era solo stato il terribile colpo ad averla confusa. Ben presto la luce tornò a colpire i suoi occhi, e lei riuscì a distinguere dapprima immagini sfocate, poi sempre più chiare.
Tutto sembrava calmo.
Gli uomini non stavano più lottando tra loro.
Nebbia.
Scosse la testa.
Una figura era in piedi, pochi passi da lei.
Ancora nebbia.
Sforzò la vista.
Si stava avvicinando.
Cercò di muoversi, ma sentì i polsi farle male. Un palo era ben fisso dietro la sua schiena e non riusciva a separarsene.
"Mi hanno legata!" riuscì a capire.
Ma chi fosse la persona che le stava andando incontro era ancora un mistero.
Il viso era annebbiato.
Tutto troppo confuso.
Poi colse il suo indizio: non aveva una mano.
<< Merle? >> chiese.
Ce l'aveva fatta! Era solo lui, in piedi. Il Governatore non lo vedeva da nessuna parte. Era riuscito a ucciderlo e sopravvivere.
<< Merle, liberami! >> chiese, vedendolo arrivarle incontro.
Ma qualcosa non andava.
Non reagiva.
La vista migliorò...e lo vide.
Un profondo buco sul petto...la pelle troppo bianca per essere naturale...e gli occhi...gli occhi non erano più i suoi.
Il cuore cessò di battere.
Un verso uscì dalla gola dell'uomo.
Un verso che aveva perso tutta la sua umanità.
Era morto!
Era trasformato.
E si stava avvicinando.
Si dimenò più forte, nel disperato tentativo di liberarsi.
I polsi bruciavano.
Non ci riuscì.
Le lacrime le bagnarono il viso.
Il panico nella sua voce.
<< Merle!!!! >>

   
 
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