Prodezza.
<<
Che diavolo succede? >> si chiese.
Era
appena salita in sella, pronta a tornare a casa, quando
improvvisamente sentì partire l'allarme di un auto, non
molto
lontano da lì.
<<
Saranno stati gli zombie? >> chiese ancora,
chissà a chi in
particolare.
<<
Andiamo. >> invitò Peggy, facendole fare
retrofront, e
dirigendosi verso il luogo dove aveva sentito il suono. La sua era
mera curiosità, ma anche precauzione: il controllo non
doveva mai
mancare. Doveva sempre sapere quello che aveva attorno per poterlo
combattere.
Stava
per svoltare l'angolo, arrivando così sul luogo, quando
sentì la
voce di Michonne gridare << Merle!!! Muoviti, Merle!!!
>>
Corse
nella sua direzione e scese all'istante da cavallo, appena in tempo
per sfoderare la sua spada e perforare il cranio di uno degli zombie
che stava per mordere la ragazza. La guardò velocemente,
avendo poco
tempo da dedicarle, e l'unica cosa che notò furono i suoi
polsi
incatenati a un palo << Che ci fai legata?
>> chiese
velocemente, prima di essere costretta a voltarsi e riprendere lo
scontro, senza riuscire ad avere una risposta. Decine di zombie si
stavano radunando davanti a quella villetta, attirati dal baccano che
quell'idiota di Merle stava facendo con l'auto, intento com'era a
cercare di manometterla per farla partire.
Si
allontanò da Michonne, avvicinandosi all'uomo steso sotto il
sedile
del guidatore e con un altro colpo di spada tagliò la testa
a uno
degli zombie, prima che potesse mordergli la caviglia.
<<
Ocean! Merle! >> chiamò ancora Michonne, di
nuovo nei guai.
Legata com'era non poteva fare molto e Ocean fu costretta di nuovo a
intervenire per salvarla. Correva da una parte all'altra del
cortiletto, recidendo teste per proteggere non uno, ma ben due dei
suoi. Sola contro una madria, sentiva rabbia nei confronti
dell'idiota che ancora macchineggiava nell'auto.
Improvvisamente
il rumore cessò e lui uscì dalla vettura appena
in tempo per
trafiggere la testa di un altro zombie. Ocean, a due passi da lui,
gli si scaraventò addosso e gli puntò la spada al
viso,afferrandolo
per il colletto
<<
Che cazzo stai combinando? >> chiese.
<<
Oh, ciao bambolina. >> salutò Merle con uno
dei suoi sorrisi
beffardi, liberandosi dalla sua presa con facilità e
ritornando da
Michonne.
<<
Che fai? Che diavolo fai? >> brontolò ancora
lei, alzando
sempre più il tono della voce.
<<
Come? Non lo sai? >> provocò ancora Merle,
trascinando la nera
verso l'auto.
<<
Non so cosa, cazzo? >> cercò ancora di
fermarlo, mettendogli
una mano sul petto.
<<
Il caro Governatore ha dato una scelta a Rick. Se questo gli
consegnerà Michonne, lui promette di lasciarvi in pace.
>>
spiegò << E ora fatti da parte.
>> minacciò, passando
oltre.
<<
Non vedo Rick, qui! Stai mentendo! >>
<<
Rick non ha le palle. >> continuò a spiegare
l'uomo.
<<
E così ci pensi tu? Ma che gentile. >> gli
disse sarcastica,
incrociando le braccia al petto.
<<
Libera di non crederci. >> alzò le spalle lui,
prima di
spingere la testa di Michonne nell'auto.
<<
Fermo! Non ti permetterò di portarla via! >>
gli si piazzò
davanti, spingendolo.
<<
Hai ucciso due uomini per vendetta, io ne sacrifico una per il bene
di mio fratello e dei tuoi amichetti, non sei nella posizione di
muovere decisioni del genere, tu! >>
Ocean
lo guardò, sentendosi spiazzata. Aveva ragione, lei aveva
ucciso
degli uomini, di cui uno anche innocente. Era peggio di lui, non
aveva diritto di dire niente. Merle chiuse la portiera e si
avviò al
lato guidatore.
<<
Stai facendo un errore! Non dimostrare ancora una volta quello che
non sei, Merle. >> cercò ancora di
convincerlo. Lui la
squadrò, aggrottando la fronte e disse << Che
cazzo ne sai tu
di come sono io? >>
<<
Non lo so. >> alzò le spalle lei, ormai non
sapendo più dove
andare ad appigliarsi per convincerlo << Ma voglio
fidarmi di
te. Vuoi davvero tradire la fiducia dell'unica persona che te ne sta
dando? >>
Merle
rise sarcastico, poi, ignorandola, salì in macchina. Ocean
si piazzò
davanti al cofano, impedendogli di procedere e ci poggiò
sopra le
mani << Fermo! Non te lo permetterò.
>>
Non
aveva la più pallida idea di cosa stesse facendo, ma non
sapeva dove
altro andare a parare con lui.
Merle
uscì con la testa dal finestrino, si tirò via una
pistola dai
pantaloni e gliela puntò contro << Non
costringermi a farlo.
>> Ocean parve non muoversi. Decisa e determinata. Non
sapeva
cosa stesse succedendo, non sapeva di Rick e dell'accordo e forse una
parte di lei non si fidava delle sue parole, ma aveva sentito
abbastanza: Merle stava andando da solo contro il Governatore.
Nè
lui nè Michonne sarebbero tornati a casa. E il Governatore
avrebbe
comunque marciato contro la prigione.
Continuò
a fissarlo, sperando di intimorirlo con lo sguardo. Sperando non
avesse il coraggio di spararle o investirla.
Merle
tolse la sicura alla pistola.
Tentativo
vano.
Quanto
odiava le armi da fuoco!
Si
fece da parte e Merle partì.
<<
Cazzo. >> borbottò tra sè e
sè, correndo da Peggy e
salendoci sopra << Andiamo, forza! >> la
speronò e, come
sempre seguita da Max, partì all'inseguimento dell'uomo.
Stava
di nuovo facendo qualcosa di folle.
Ma
che scelta aveva?
Se
fosse tornata indietro dagli altri, poi non sarebbero arrivati in
tempo per salvare Michonne. Non poteva aspettare oltre, doveva
riuscire a fermarlo, in qualche modo.
La
macchina era da qualche minuto ferma di fronte a un vecchio negozio
abbandonato. Si riusciva a sentire la musica a tutto volume,
provenire da lì dentro, anche da qualche metro di distanza.
Ocean
scese da cavallo e si avvicinò a essa con disinvoltura,
senza
preoccuparsi di essere vista.
Aprì
lo sportello del passeggero ed entrò dentro, affiancandosi a
Merle,
unica persona lì presente.
Michonne
era stata scaricata per strada poco prima, l'aveva incontrata, ma
aveva deciso lo stesso di proseguire.
Il
cuore le urlava di non lasciarlo solo.
Lo
era stato già troppo.
<<
E così l'hai lasciata andare, eh? >> chiese
lei, mettendo un
piede sul parabrezza e cominciando a rovistare tra la sporcizia
presente in giro, in cerca di una sigaretta.
Merle
intuì i suoi desideri e gliene offrì una delle
sue, silenzioso come
se non fosse successo niente, come se intorno a loro non stessero
radunandosi decine di zombie.
<<
Che intenzioni hai? >> chiese lui buttando giù
un lungo sorso
di whisky, trovato in chissà quale angolo segreto di quel
mondo
abbandonato. Ocean fece entrare Max nella vettura, che andò
a
posizionarsi sui sedili posteriori, e si affrettò a chiudere
finestrini e portiere.
<<
Non ti prenderai tu tutto il merito di aver ucciso il Governatore.
>>
Merle
rise, prima di dire, col tono di chi sta parlando con un'idiota
<<
Tornatene a casa, bambolina. >>
<<
Non puoi farcela da solo. >>
<<
Tu credi? >> chiese provocatorio Merle, prima di tornare
serio
<< Daryl piangerà più per te che
per me, lo sappiamo
entrambi. >>
<<
Ma io non morirò...e neanche tu. >>
<<
Stai venendo per proteggermi? >> chiese Merle prima di
scoppiare a ridere << Questa è bella, una
troietta che si
sente in dovere di proteggere me. >>
<<
Bada a come parli, Romeo. >> disse tranquilla, lievemente
minacciosa, ispirando dalla sua sigaretta. Gli zombie cominciarono ad
accumularsi intorno all'auto e Peggy, poco lontano, lasciata libera
di proposito, scappò via. Sapeva come tornare a casa.
Merle
alzò il volume della musica e fece qualche metro in avanti,
trascinandosi dietro la coda di vaganti che si era formata
all'esterno.
<<
Non è vero che Daryl piangerà più per
me che per te. Lui ti vuole
bene. >> disse poi lei.
Merle
rise ancora, ma non rispose alla sua affermazione. << Sto
facendo questo soprattutto per lui. >> disse
<< se tu
muori io sarò lo stronzo. >>
<<
Sei il nostro capro espiatorio, giusto? >> rispose Ocean,
sfoderando una delle sue daghe e utilizzandola per togliersi lo
sporco da sotto le unghie.
<<
Tornatene a casa, fidati. Non voglio averti tra i piedi.
>>
ordinò ancora Merle << Sei ancora in tempo.
>>
<<
Sì, è vero. >> annuì
lei, ma non si mosse da lì.
Poi
fece un sospiro, e confidò << Sai che stanotte
tuo fratello ha
detto di amarmi? >>
Merle
scoppiò a ridere così rumorosamente da far
sobbalzare l'auto più
di quanto già riuscisse la musica.
<<
Sì, molto divertente. >> disse lei sarcastica
<< Sei suo
fratello. Se lui è legato a me, allora anche tu lo sei.
>>
<<
Non ti conosco nemmeno. >> sbruffò lui, per
niente d'accordo,
ma continuando a ridere per quanto sentito poco prima.
<<
No, è vero. >> disse Ocean, prima di ammiccare
<< Però
mi trovi adorabile, dì la verità!
>> e gli diede un paio di
sgomitate.
<<
Tu sei fuori di testa. >> rise ancora lui facendo qualche
altro
metro avanti con l'auto, e le offrì la sua bottiglia.
<<
Me lo dicono in tanti. >> confessò lei,
accettando l'offerta e
buttando giù un lungo e amaro sorso d'alcol <<
Che schifo. >>
commentò poi pulendosi la bocca con la manica.
<<
Mi piaci, ragazza. Hai le palle...quelle che non ha mio fratello.
>>
disse ancora lui continuando a procedere con l'automobile, lentamente
per non perdere l'orda che li stava seguendo.
<<
Oh, no, ti assicuro che ce l'ha anche lui. >>
ammiccò la
ragazza, maliziosa, e questo fece di nuovo scoppiare a ridere Merle,
che ammise poi << Spero che tu non muoia. >>
Ocean
lo fissò qualche secondo, prima di tornare a guardare di
fronte a
sè, fumando la sua sigaretta storta << Pensa a
non morire tu,
piuttosto. A me so badare. >> e non sentirsi dire "non
è
vero, ci deve pensare Daryl a te" fu un gran sollievo. Non ne
poteva più di quelle cantilene.
Arrivarono
alla zona delle cisterne, quella dove si erano incontrati il giorno
prima Rick e il Governatore. Merle, stringendo il suo fucile,
cominciò ad aprire la portiera, lasciando l'auto camminare
da sola
<< Salta giù! >> disse alla
ragazza, che già lo stava
imitando, insieme a Max.
Scesero
dall'auto in corsa e velocemente si andarono a rifugiare dietro una
cisterna, per scappare dall'orda che ancora seguiva imperterrita la
fonte del suono, e soprattutto per cercare di sfruttare l'effetto
sorpresa.
<<
Hai un'arma? >> le chiese Merle.
<<
Odio quegli aggeggi, fanno solo tanto baccano e non colpiscono mai
dove dovrebbero. >> confesso Ocean <<
Tienili impegnati.
Confusi come saranno dal casino, non mi vedranno arrivare se passo da
dietro. Punto dritto al Governatore, senza troppi rigiri, e fine
della storia. >>
Merle
annuì e le diede una pacca sul sedere, incitandola
<< Vai! >>
Ocean
sussultò al contatto e si voltò di nuovo,
lentamente, verso lui,
con la spada sguainata.
<<
Provaci di nuovo e ti taglio le palle. >> lo
fulminò,
facendolo sghignazzare ancora.
Lasciò
da parte l'inconveniente e si allontanò: corse in parallelo
al
gruppo di casolari (3 o 4, uno di fianco all'altro) che aveva di
fronte, nascosta dalle lamine abbandonate e dal recinto.
Cercò di
tenersi bassa, per non farsi vedere. Ben presto gli scagnozzi del
Governatore furono attirati dal diversivo. Sentì i primi
colpi di
pistola e capì che doveva sbrigarsi.
<<
Resta qui. >> disse al cane, una volta trovato un buon
nascondiglio tra le siepi.
<<
Non muoverti. Aspetta che torno. >> ordinò
ancora, facendogli
un gesto che lui aveva imparato bene ormai. Spesso Ocean gli chiedeva
di starsene in disparte, ormai aveva capito che quando diceva "stai
qui" lui doveva stare lì, o avrebbe subito la sua ira.
E
così fece.
Ocean,
nel frattempo, aggirò il casolare e si schiacciò
con le spalle al
muro. Controllò che non ci fosse nessuno e
continuò ad avvicinarsi
a quello del Governatore, il quale ora era fuori insieme a tutti gli
altri. Anche lui, con la sua pistola, stava sparando agli zombie.
Ocean controllò la situazione: erano tutti molto
più avanti
rispetto a lui, quasi in mezzo all'orda e sicuramente molto impegnati
a tenersi in vita. Il Governatore invece era a pochi passi da lei,
proprio davanti alla porta aperta del suo casolare: sarebbe bastato
arrivargli silenziosa alle spalle e tutto sarebbe finito. Nessuno
l'avrebbe notata, fino a che non avrebbero sentito le urla del loro
capo.
Deglutì
e fece il primo passo, silenziosa e bassa. Le mani le sudavano e non
smetteva di guardarsi attorno.
Un
altro passo.
Poi
qualcosa andò storto.
Il
Governatore si voltò immediatamente verso destra e si
precipitò da
quella parte urlando << Lascialo a me! >>
Ocean
si schiacciò di nuovo contro il muro dietro di
sè, abbassandosi
talmente tanto da sfiorare il suolo con una spalla. Si voltò
a
guardare nella direzione dove lui era corso, chiedendosi cosa fosse
successo, ma dalla sua posizione non riusciva a vedere niente.
Sentiva
però il rumore di un pestaggio e bastò quello,
collegato alla frase
del Governatore, per capire.
<<
Cazzo, Merle! >> sussurrò e velocemente
tornò dietro il
casolare. Il cuore le pulsava in petto, c'era in lei più
adrenalina
in corpo che globuli rossi.
Aveva
una paura fottuta.
Fece
un pezzo della strada a ritroso, correndo verso il retro del casolare
dove si trovava Merle in quel momento. Si affacciò a
controllare il
cortile dove erano radunati tutti gli altri, e li vide allontanarsi
per tornare a combattere la minaccia dei Vaganti. Li lasciò
lì
dov'erano e si avvicinò alla porta che aveva pochi passi
affianco.
Ora riusciva perfettamente a percepire la voce sforzata di Merle,
impegnato in una rissa di quartiere, che avrebbe però
permesso solo
a uno dei due di uscire vivi da lì.
Sbirciò
dentro sperando di non essere vista: lui e il Governatore si stavano
picchiando furiosamente, ma Merle aveva la peggio. Era steso a terra,
ricoperto di sangue e non faceva che lamentarsi e tentare la fortuna
con colpi a caso. Il Governatore gli assestò un altro
calcio. Ocean
riuscì a entrare senza farsi vedere, approfittando della sua
posizione di spalle rispetto a lei.
Troppo
impegnato com'era a tirar calci all'uomo a terra non badava che
intorno ci fosse qualcun altro.
Fece
un altro passo verso lui.
Ne
sarebbe bastato un altro ancora e sarebbe riuscita a prenderlo con la
spada.
Alzò
il piede da terra...ma il pavimento cigolò.
Trattenne
il respiro.
E
si lanciò contro l'uomo nell'istante in cui questo si era
voltato
con l'arma spianata, pronto a uccidere chiunque si trovasse alle sue
spalle.
Un
colpo di pistola partì.
Il
Governatore cadde a terra, sollecitato anche da un colpo arrivatogli
alla caviglia da Merle, ancora steso a terra.
Ocean
lo afferrò per il collo, si sedette sul suo stomaco e gli
puntò la
spada alla gola. Aveva le orecchie che fischiavano e non era ancora
riuscita a capire se fosse stata colpita o meno. L'adrenalina in
corpo era troppa per riuscire a sentire dolore. Aveva il fiato corto
e le girava la testa.
Ma,
nonostante la situazione nettamente svantaggiosa del Governatore, lui
sorrideva.
Il
perchè lo capì un'istante dopo: nella sua mano
era ancora stretta
la pistola che adesso era dritta puntata a Merle, inginocchiato a
terra alla sua sinistra.
<<
Fallo...e io sparo. >> la minacciò, sorridente
<< Ho dei
buoni riflessi. Il dito è già sul grilletto.
Basta un leggero
spasmo e muore. >>
Ocean
serrò la mascella. I muscoli erano tutti tesi e l'aria
sembrava
sempre insufficiente. Il cuore le batteva nelle orecchie, peggiorando
ancora ulteriormente il suo udito.
<<
Fallo, ragazza! >> la incitò Merle, severo e
incazzato. Ma lei
ancora esitò. Non voleva che morisse, lo aveva seguito
apposta!
Daryl voleva suo fratello accanto e lei non voleva tradirlo.
Quell'idiota e scorbutico uomo meritava una seconda
possibilità.
<<
Fallo, stupida!!! >> urlò Merle, ancora
più incazzato. Erano
a un passo dalla vittoria, non gliene fregava niente di morire,
nessuno lo avrebbe pianto, ma il Governatore meritava di andare con
lui. Aveva già messo in conto che probabilmente non avrebbe
fatto
ritorno. Non doveva esitare!
La
mano di Ocean tremò. Non ce la faceva. Non riusciva.
E
questo diede modo al Governatore di ribaltare la situazione.
Riuscì
ad afferrare un ferro vecchio con la mano libera, e, approfittando
della distrazione della ragazza, la colpì in testa con tale
violenza
da farla cadere. La spada le scivolò di mano, e lei rimase
tramortita a terra qualche secondo. Non riusciva a vedere niente, la
vista si era annerita, sentiva solo un forte fischio alle orecchie.
Merle si alzò e si scaraventò di nuovo contro il
Governatore, ma
era debole e non sarebbe riuscito a reggere ancora a lungo.
Un
altro colpo di pistola, e questo Ocean riuscì a sentirlo.
Sussultò
e cercò disperatamente di guardarsi attorno: voleva vedere!
Che
succedeva? Le aveva sparato? Ma tutto continuava a essere buio. Si
sentì afferrare e trascinare, e cercò di
dimenarsi contro il nemico
invisibile. Ma sembrava tutto inutile.
"Sono
cieca?" si domandò impanicata.
"Che
cazzo sta succedendo?" cercò di divincolarsi, ma
qualcosa
la teneva stretta.
Per
fortuna però la vista le tornò pian piano. Era
solo stato il
terribile colpo ad averla confusa. Ben presto la luce tornò
a
colpire i suoi occhi, e lei riuscì a distinguere dapprima
immagini
sfocate, poi sempre più chiare.
Tutto
sembrava calmo.
Gli
uomini non stavano più lottando tra loro.
Nebbia.
Scosse
la testa.
Una
figura era in piedi, pochi passi da lei.
Ancora
nebbia.
Sforzò
la vista.
Si
stava avvicinando.
Cercò
di muoversi, ma sentì i polsi farle male. Un palo era ben
fisso
dietro la sua schiena e non riusciva a separarsene.
"Mi
hanno legata!"
riuscì a
capire.
Ma
chi fosse la persona che le stava andando incontro era ancora un
mistero.
Il
viso era annebbiato.
Tutto
troppo confuso.
Poi
colse il suo indizio: non aveva una mano.
<<
Merle? >> chiese.
Ce
l'aveva fatta! Era solo lui, in piedi. Il Governatore non lo vedeva
da nessuna parte. Era riuscito a ucciderlo e sopravvivere.
<<
Merle, liberami! >> chiese, vedendolo arrivarle incontro.
Ma
qualcosa non andava.
Non
reagiva.
La
vista migliorò...e lo vide.
Un
profondo buco sul petto...la pelle troppo bianca per essere
naturale...e gli occhi...gli occhi non erano più i suoi.
Il
cuore cessò di battere.
Un
verso uscì dalla gola dell'uomo.
Un
verso che aveva perso tutta la sua umanità.
Era
morto!
Era
trasformato.
E
si stava avvicinando.
Si
dimenò più forte, nel disperato tentativo di
liberarsi.
I
polsi bruciavano.
Non
ci riuscì.
Le
lacrime le bagnarono il viso.
Il
panico nella sua voce.
<<
Merle!!!! >>