Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: princess_sweet_94    16/03/2015    2 recensioni
Un regno perduto, una principessa scomparsa, una perla cambiata dal tempo e dalle emozioni… una nuova vita.
La nostra storia comincia diciotto anni dopo gli eventi che conosciamo: dopo che le principesse sirene Lucia, Hanon, Rina, Seira, Noelle, Coco e Karen sono state catturate e sigillate negli abissi dell’oceano, nuove principesse sono nate con l’unico scopo di prendere il loro posto… ma cosa succede quando una di loro scopre la verità e si mette alla ricerca delle loro predecessore coinvolgendo anche le altre, calpestando ogni regola?
Avventure, scoperte, emozioni e tanta ma tanta musica vi aspetta in questa storia!
{Ringrazio la mia Beta, nonché migliore amica, bambolinarossa98 per avermi aiutato sia con i personaggi sia a migliorare ed aggiustare la storia.}
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vita degli umani scorre tranquilla, beati camminano sulla terra ferma credendo di essere gli unici. Non sanno cosa c’è oltre quel cielo azzurro, nello spazio buio e freddo e non lo sapranno mai. Non sanno delle creature che volano sopra le loro testa, che vivono su altri pianeti o in altre galassie ma, cosa peggiore, non sanno cosa c’è sotto di loro.
Giù, negli abissi più profondi dell’oceano, loro non sanno che sulle sabbie grigie si ergono castelli e nelle acque limpide, oltre ai pesci, nuota qualcos’altro: delle persone, sì ma non umane bensì ragazze stupende con setosi capelli, limpidi occhi, candide braccia, morbido ventre e… una coda. Una lunga e guizzante coda dai molteplici colori che si muove libera tra le onde.
Perché, oltre agli alieni che stanno lassù in cima, ci sono anche delle sirene quaggiù: creature leggendarie dalla bellissima voce e la straordinaria bellezza.
Ed è proprio una di queste che, in questo preciso istante, sta sgattaiolando in giro per i corridoi di un castello.
La sirena in questione è, più che altro, una sirenetta di a malapena undici anni con lunghi capelli rosa legati, la coda con cui nuota svelta e giusto di una tonalità più scura mentre, con gli occhietti fuxia, scruta intorno a sé per essere sicura di non essere vista.
Kyoko Nanami, la principessa sirena custode della perla rosa, è in fase di crescita e, come tutti i bambini, è molto curiosa e disobbediente e sarà proprio questo a dare il via ad un avventura senza eguali!
Il luogo dove ella vive è uno sfarzoso castello situato nelle profondità dell’Oceano Pacifico del Nord, pieno di sirene sue servitrici: cameriere, cuoche, badanti ecc. ma c’è n’è soprattutto una, molto importante tra la servitù: Karui, la dama da compagnia responsabile della piccola principessa. E proprio quella girava per i corridoio furente, chiamando la sua protetta.
“Kyoko, vieni subito fuori birbantella!” urlava andando su e giù per il palazzo “Ma tu guarda, non imparerà mai!” proprio quando svoltò l’angolo dalla parte opposta apparve la figura imbronciata della sirenetta.
“Non ci penso proprio!” sussurrò facendo la linguaccia alla schiena della sua badante per poi voltarsi e dileguarsi giù per una rampa di scale, scese per molto fino a raggiungere un punto molto in basso, nelle segrete del castello. Ma il suo obbiettivo era un altro, vagò per un po’ illuminata solo dalla luce della sua perla e si fermò solo quando raggiunse una grande porta completamente bianca e decorata con le più maestose figure di antiche sirene.
Eccolo, il posto proibito alle principessine come lei, una stanza a cui poteva aver accesso esclusivamente la Regina dei Mari: la Stanza dei Diari.
Tastò l’immenso portone con le mani alla ricerca di una piccola apertura, ovviamente invisibile agli occhi, ma al tatto era facile da sentire… ed eccola la piccola porticina scorrevole che nascondeva un incavo a forma di conchiglia.
Si tolse la collana e l’aprì inserendola con il lato della perla all’interno dell’apertura: una luce rosata la illuminò e la porta si aprì leggermente. Estrasse la collana ed entrò, chiudendosi il portone alle spalle furtivamente.
La Biblioteca del Tempo (o Stanza dei Diari, quel posto aveva molti nomi): grandissima, con file e file di scaffali su cui erano disposti moltissimi pesanti volumi tutti di colore diverso alternati tra loro. Percorse la navata dal tappeto rosso guardandosi intorno con occhi luminosi, fino a raggiungere un piedistallo su cui vi era un libro chiuso, rilegato in bianco con ornamenti d’oro: il Diario di Aqua, l’attuale Regina dei Mari.
Lì, in quell’immensa libreria, vi erano rinchiusi tutti i Diari di tutte le Regine dei Mari vissute dalle origini ad ora; era loro compito annotarvi tutto ciò che accadeva: la nascita di nuove principesse, i loro progressi, i problemi, le minacce, le vicende… insomma tutto.
I libri ovviamente erano protetti di modo che solo le principesse pure e le regine potessero prenderli o anche solo avvicinarvisi ed era per quello che lei riuscì ad aprirlo ed assaporarne il contenuto, voltando le pagine delicatamente per non rovinarle, divorando il sapere parola dopo parola… non seppe quanto tempo stette lì sotto e forse non gliene importò nemmeno, così come non gliene importò della sgridata che le fece Karui non appena ritornò sopra sudata e scioccata: ciò che aveva letto nelle ultime pagine di quel Diario dannato, era sicura, non l’avrebbe mai più scordato.
 
***
 
Sette anni dopo
Karui la guardò intensamente, quasi supplicante. Glielo stava chiedendo silenziosamente ma lei oramai era decisa. Da quel giorno si era ripromessa che lo avrebbe fatto appena raggiunta l’età giusta e ora non poteva tirarsi indietro.
“Ti prego non fare stupidaggini!” le mormorò la donna “Ti scongiuro, ne va della tua vita!”
Le lanciò solo un occhiata, Kyoko, prima di sorridere: “Andrà tutto bene” rassicurò “Non sarò sola”
“Ma tu non puoi… se non ci sono riuscite loro come pensi di riuscirci tu?!” protestò ancora.
“Suvvia, non preoccuparti. Te l’ho già detto: andrà tutto bene” detto questo uscì dal castello e si avviò verso la superficie.
Infranse la superficie dell’acqua respirando l’aria fresca della mattina, l’alba si scagliava alle sue spalle e il cielo non era ancora del tutto illuminato: il momento giusto per entrare nel mondo umano. Nuotò fino alla riva e si issò a sedere su uno scoglio guardando il sole sorgere. Era da tanto che non lo vedeva.
<< Sono sicura, posso farcela >> pensò << Ti salverò, Lucia Nanami, te e le altre principesse sirene! >> sorridendo si trasformò in umana e scese dallo scoglio ma appena mosse un passo perse l’equilibrio e cadde: forse prima era meglio fare pratica!
 
Poche ore dopo camminava per le vie della città con passo esitante, avvolta in quelle strane cose che chiamavano jeans con i piedi nelle scarpe rosa: glieli aveva presi Karui pochi giorni prima in un ‘negozio’ in vista della sua emersione. Si aggiustò la borsa a tracolla dove la donna aveva messo i vestiti, e nascosti dietro uno scoglio di modo che non si bagnassero portandoli al palazzo, e che ora era vuota.
Cosa l’aveva spinta fino a lì a cercare un albergo che forse neanche esisteva più? Semplice, la sua natura altruista e curiosa.
Dal diario della Regina Aqua aveva scoperto che loro (lei e le altre principesse) non facevano parte della sesta dinastia di principesse (contando da quando Aqua era salita al trono) come gli avevano sempre detto, ma della settima: la sesta generazione di sirene era stata catturata da un entità sconosciuta e rinchiusa nelle profondità dell’oceano. Non erano morte, erano ancora vive sigillate da qualche parte ma nessuno se ne curava: piuttosto avevano pensato a farne nascere altre per mantenere la stabilità dei regni.
Ma ora c’erano loro, giovani e coi pieni poteri delle voci, le uniche a poterle liberare ed ha scoprire chi fu a sigillarle.
Raggiunse una stradina piuttosto isolata che dava sul mare, dove si ergeva una struttura a molti piani, dipinta di azzurro con una insegna: “Pitchi Pitchi Pearl”.
Il suo cuore perse un battito: c’era ancora!
Prese un bel respiro e si avviò verso di essa bussando insistentemente, nonostante fosse presto doveva per forza rispondere qualcuno sperava solo che non fosse stato dato in gestione a qualche umano… ad aprire fu un ragazzo, sui diciannove anni, alto con dei capelli biondissimi e degli stupendi occhi azzurri. Trattenne a stento il fiato davanti a tanto splendore e quasi andò in tilt.
“Serve una mano?” chiese lui alzando le sopracciglia. Kyoko si ridestò sbattendo le palpebre.
“Ahm… S-si” balbettò confusa per poi riprendersi “Sto cercando una persona, Nikora Nanami. A quanto mi risulta è la padrona dell’albergo… o almeno lo era” aggiunse sottovoce.
“Si, è lei. Ma prego entra così potrai parlarle” la invitò spostandosi dalla soglia.
“Grazie” sorrise lei entrando ed accomodandosi nel salottino, poco dopo una donna la raggiunse: aveva i capelli viola scuro legati in una crocchia, indossava un vestito rosso e da sopra un grembiule bianco. Le sorrise con fare amichevole e le chiese cosa desiderasse, ma il sorrise sparì dal suo volto quando la ragazza le porse il quesito per cui era venuta: “Lei conosceva Lucia Nanami?”
La donna e il ragazzo ammutolirono per qualche istante prima che lei balbettasse: “Non so chi sia, mi dispiace” ma Kyoko non si lasciò scoraggiare, sapeva chi era lei e la sua reazione gliel’aveva confermato.
“E’ molto importante che lei mi parli della sua scomparsa, così come delle altre sirene…” la donna la interruppe con una risatina stridula.
“L-le sirene non esistono!” esclamò.
“Ma certo che sì! E lei e una di loro e… anche io” si slacciò i primi bottoni della camicetta rosa mostrando la collana a forma di conchiglia contenente la perla. Li vide sbancare entrambi.
“Tu… come… dove hai preso quella…” balbettò il ragazzo.
“Io sono Kyoko Nanami, la settima principessa sirena dell’Oceano Pacifico del Nord, custode della perla rosa” disse tutto d’un fiato. Mentre i loro sguardi cambiavano dall’incredulo, al sorpreso fino a sfociare nel sollevato.
“Non ci posso credere… allora sono riuscire a farvi nascere!” la donna si esibì in un sorriso strano ed iniziò a ridere anche se sembrava più che piangesse, l’abbracciò ma poi si accasciò al suolo stringendosi le braccia con le mani ed iniziò a piangere “Le hanno fatte nascere… hai visto Hippo? ...Sono nate e non ce lo hanno detto… per tutto questo tempo siamo stati qui ad aspettare che… ma è stato inutile, alla fine le hanno fatte nascere lo stesso… loro non hanno pensato a… non le hanno calcolate minimamente… abbandonate al loro destino…” singhiozzò sommessamente “A loro importava solo dei benefici dei regni!” quasi urlò mentre Hippo, il ragazzo, s’inginocchiava accanto a lei cercando di calmarla “E tu… che cosa sei venuta a fare qui?” chiese alzando gli occhi rossi dal pianto su di lei.
“Io… sette anni fa ho saputo dell’esistenza della sesta dinastia e della loro scomparsa per mano di un entità misteriosa, quindi ho deciso di venire qui per saperne di più e… trovare un modo per salvarle. Perché loro sono ancora vive, no?” chiese timidamente, senza sapere cosa fare davanti quella strana reazione. I due alzarono gli occhi su di lei.
“Certo che sono ancora vive!” ringhiò Nikora “E dubito fortemente che tu sola potrai fare qualcosa. Le abbiamo cercate per diciotto anni nelle profondità più oscure degli Oceani senza trovarne nemmeno l’ombra. Cosa puoi fare tu?”
“Su Nikora, stai calma” sussurrò Hippo.
“Ma io non sono sola, ho mandato un messaggio alle altre principesse chiedendo loro di riunirci per parlarne meglio. Se riusciamo a convincerle ci aiuteranno… beh, sempre se voi volete far parte della cosa” aggiunse poi timidamente.
“Si” rispose il ragazzo “Si, con l’aiuto di tutte le principesse riusciremo a trovare Lucia e le altre!” esclamò raggiante rivolto a Nikora, la quale sospirò.
“Dove vi siete date appuntamento?” chiese.
“Sulla scogliera di Tokyo, saranno lì alle 18 in punto di stasera”.
  
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