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Autore: Miss_Sunshine    16/03/2015    2 recensioni
67th Hunger Games
Distretto Uno. Tutti pensano che i Favoriti abbiano la vittoria in tasca e siano anche un po' cattivi. Ma non sempre le cose vanno come devono e anche tra i Favoriti può esserci una ragazza un po' particolare. Questa è la storia di Stella. Una Favorita che tutto si sente tranne che questo.
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Dal testo
Guardo fuori dal finestrino e mi godo il tramonto sul mio Distretto, che diventa sempre più piccolo. Mi trovo a pensare che potrebbe essere l'ultima volta che vedo il posto dove sono nata. L'ultima volta che ho visto le persone a me care. Potrebbero essere i miei ultimi giorni di vita. Ma poi penso a quello che ho detto ad Ariel. Io ho le carte in regola per farcela. Voglio e posso vincere questi Giochi.
È ora che il Distretto Uno abbia di nuovo un vincitore.
Genere: Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri tributi, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate, Un po' tutti, Vincitori Edizioni Passate
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Author's note.- Ciao a tutti! Sta volta ho davvero poco da dire. Con questo capitolo si concludono i Giochi, spero non restiate delusi. L'intervista e l'incoronazione saranno nel prossimo perché ho voluto chiudere questo con la fine dell'arena visto mi sembrava un finale migliore, anche se il capitolo è un po' più breve degli altri.

Detto questo vi lascio alla lettura, grazie di continuare a seguire questa storia! :3

 

The Golden Girl

 

Capitolo 7 - Una nuova Vincitrice

 

 

I raggi del sole lanciano riflessi cangianti sulla superficie del mare limpido. Pesci colorati nuotano tranquilli tra i coralli di tutte le sfumature di rosso e di rosa. Il rumore della risacca leggera che bagna la battigia è l'unico rumore che si sente. La sabbia è bianca e riscaldata dal sole. Si estende per alcuni metri, fin dove iniziano le palme che proiettano le loro ombre allungate sulla spiaggia.

Il ragazzo esce dall'immensa distesa di palme e arranca fino al mare. Ha ragione di credere che quella sia l'unica fonte di acqua in tutta l'isola. Lui e i suoi alleati si sono divisi e hanno lasciato la Cornucopia, che si trova esattamente al centro dell'isola. Le loro scorte d'acqua sono quasi finite, ma non sono riusciti a trovare fiumi nelle vicinanze.

È stata sua l'idea di dividersi per setacciare più zone possibili nel minor tempo, ma fino ad ora nessuno ha trovato traccia di acqua, potabile o non. E allora ha capito. Quel mare da cui si erano tenuti lontani è l'unica distesa di acqua presente nell'arena. Probabilmente non sarà nemmeno così sconfinato come sembra, sarà solo un'illusione.

Si avvicina e riempie la sua borraccia, tenendosi il più lontano possibile dai pesci colorati che nuotano qualche metro davanti a lui. È abbastanza sicuro che non siano così innocui come sembrano. Assaggia l'acqua e avverte un sapore salino, ma non così forte da renderla imbevibile, è appena un retrogusto.

Sta per tornare sui suoi passi per dire agli altri di spostare l'accampamento sulla spiaggia, che ha finalmente capito come dissetarsi, quando qualcosa lo butta in acqua. Fa appena in tempo a vedere un'ombra su di sé che l'altro lo spinge in acqua, bloccandogli la testa. È più grosso di lui e non gli dà modo di alzarsi o scappare, lo tiene tiene fermo e aspetta semplicemente che lui smetta di vivere. Prova a trattenere il fiato e a pensare a come uscirne ma ha la mente annebbiata a causa della mancanza di ossigeno.

Non vede via d'uscita e non riesce più a trattenere il fiato. È più forte di lui. Inspira e sente l'acqua che arriva ai polmoni. È come se miriadi di spilli gli trafiggessero il petto, che inizia a bruciare, mentre sente la vita scivolargli via...

Quando apre gli occhi è così sudato che per un attimo pensa davvero di trovarsi ancora in quel mare tropicale. Ma la sveglia che suona gli ricorda che invece si trova nella sua stanza al primo piano della torre del Centro di Addestramento. Fa cessare il rumore e si passa le mani sulla faccia. Quei dannati incubi sembrano sempre così reali. Gli serve un attimo per ricordarsi di aver trovato la forza di colpire il suo avversario con la borraccia d'acqua che aveva ancora in mano e di essere fuggito sputando acqua mentre i pesci divoravano l'altro Tributo. Non sa quanto ci abbia messo a riprendersi, non ha mai voluto rivedere i suoi Giochi.

Va in bagno e si passa un asciugamano sul viso. Non ha più voluto avvicinarsi a una spiaggia da allora. Si guarda allo specchio e si rende conto di avere ancora l'aria stravolta dall'incubo. Ruby bussa per dirgli che sta andando al Centro di Controllo. Da quando il giorno prima Trevor ha teso quell'agguato a Stella si parlano solo attraverso porte chiuse. Sapphire non la vuole vedere e lei si tiene alla larga. Dopo essersi alzato all'alba il giorno prima perché il suo Tributo stava per essere ucciso, Sapphire aveva sperato di riuscire a dormire almeno quel giorno, ma i suoi incubi hanno deciso di farsi vivi di nuovo.

Mentre si veste fa qualche conto spicciolo. Siamo al tredicesimo giorno di Giochi e ci sono ancora tre Tributi. Gli Strateghi vorranno chiudere abbastanza in fretta, prima che il pubblico si annoi. Accende la tv, sperando non sia successo nulla mentre lui dormiva. E in effetti la situazione è tranquilla. Stella si sta avvicinando alla Cornucopia e i suoi avversari sono di guardia al loro accampamento. Si dirige in fretta verso il Centro di Controllo. Non vuole che Brutus e Lyme portino troppi Sponsor dalla loro parte.

 

Sono decisamente esausta. Ieri ho camminato tutto il pomeriggio, cercando di orientarmi in questa maledetta giungla. Gli alberi sono così alti che la luce arriva a malapena quaggiù. E ho sempre paura che qualche ibrido sbuchi dal nulla per mangiarmi per colazione. Mi sono fermata a riposare solo sta notte, anche perché camminare col buio non aveva molto senso, e al sorgere del sole mi sono rimessa in cammino verso la Cornucopia. Sinceramente, pensavo ci avrei messo meno ad arrivare. Forse mi sono persa più volte di quelle che penso o forse i miei avversari mi braccavano da molto più tempo di quanto pensassi.

Finalmente vedo gli alberi diradarsi e lasciare spazio alla piazzola dove l'erba è bassa e si trova la Cornucopia. Mi nascondo dietro un albero cercando di vedere qualcosa. Sembra tutto tranquillo. Dove sono i ragazzi del Due? Data la loro stazza vederli non dovrebbe essere così difficile. Sto riflettendo se avvicinarmi di più e tendergli un agguato quando qualcosa, o meglio qualcuno, mi afferra per la nuca e mi sbatte contro l'albero. Sento il sangue che dalla fronte mi scende sulla faccia e per qualche secondo vedo nero. Sento ridere Lydia, la ragazza del Due, prima di essere spinta di nuovo verso l'albero. Il suo compagno la incita a farmi fuori. Maschi, gli basta così poco per divertirsi.

Approfitto di quei pochi secondi prima del terzo colpo per darle un calcio alla cieca che per fortuna va a segno. Ma serve solo a intontirla per qualche secondo. Mi è di nuovo addosso e mi inchioda a terra, sedendosi su di me. È così pesante che sento le mie costole scricchiolare sotto il suo peso e i polmoni compressi. Delle piccole lucine iniziano a passarmi davanti agli occhi, credo a causa della mancanza di ossigeno. Mi dà un pugno così forte che penso l'occhio mi debba schizzare fuori dall'orbita e sento il sapore ferreo del sangue che mi invade la bocca.

Penso si sia divertita abbastanza perché mi stringe le mani attorno alla gola per farmi fuori definitivamente. Le mie mani annaspano per terra cercando qualsiasi cosa per fermarla ma tutto ciò che afferro è terra. Ne prendo una manciata e gliela tiro negli occhi. Questo la distrae per qualche secondo, il tempo necessario per me a riprendere fiato e vedere una pietra abbastanza grande attraverso le lucine che mi ballano davanti agli occhi. La afferro e, quando lei sta per buttarsi di nuovo su di me, le colpisco la testa più forte che posso. Continuo finché il suo sangue non schizza, il cannone non spara e lei mi cade addosso senza vita.

Grandioso, sono sepolta sotto questa tizia di almeno novanta chili e il suo compagno sta venendo verso di me con aria minacciosa. Davvero grandioso. Quando arriva abbastanza vicino mi accorgo che ha in mano un coltello. Gli lancio contro la pietra ancora stretta nella mia mano e lo colpisco in faccia. Da come si tiene il naso penso di averglielo rotto. Lascia andare il coltello, che cade a pochi centimetri dalla mia faccia, e se ne va correndo verso la Cornucopia. Almeno per il momento sono salva.

 

Non so quanto ci ho messo a togliermi Lydia di dosso, ma ora sto strisciando verso il mio zaino cercando di ignorare la fitta di dolore sulla fronte e il sangue che mi scorre fino al collo. Mi accascio contro un albero e frugo alla cieca nello zaino finché non trovo il panno alla lavanda. Mi pulisco il sangue che mi si è incrostato addosso e cerco di ragionare, ma il dolore è troppo forte.

Ricordo durante il training di aver studiato, se così si può dire, delle piante con proprietà antidolorifiche. Se riuscissi a trovarne una sarebbe davvero di aiuto. Non intendo mettere disinfettante sullo squarcio che ho in fronte senza qualcosa che lenisca il dolore.

Mi guardo attorno cercando di ignorare il fatto di avere la vista annebbiata. Purtroppo tutte le piante che vedo non mi dicono nulla o mi sembrano velenose. Perfetto. Che cavolo ho passato tempo prezioso a studiare le piante se poi non mi serve a niente?! Sento il dolore alla testa diventare più forte, ma mi sforzo di concentrarmi. E la vedo. Una pianta dai piccoli fiori rossi a un centinaio di metri da me. Se non ricordo male, dovrebbe essere un sedativo. Se ricordo male e muoio, Sapphire viene qui e mi uccide una seconda volta. Più che camminare sbatto di albero in albero finché non raggiungo la mia meta e raccolgo alcuni fiori. Dopo aver fatto il percorso al contrario mi siedo e faccio un respiro profondo prima di mettermi in bocca una manciata di fiori. Fanno schifo. Credo di essermi esibita in una delle mie migliori espressioni disgustate. Li mando giù con qualche sorso d'acqua e aspetto. Devo ammettere che dopo poco mi pare di sentire la testa più leggera e il dolore che diventa più sopportabile. Ne approfitto per disinfettare la ferita e applicarci quel po' di pomata che mi rimane. Per sicurezza mi fascio la testa con la garza e decido di riposare un po'. I fiori schifosi stanno facendo effetto sul serio e io sento la testa sempre più pesante.

 

Al Centro di Controllo le cose si sono mosse in modo assurdo. La mattina è iniziata in silenzio, tutti si chiedevano chi sarebbe stato il cacciatore e chi la preda. Ed è stato chiaro abbastanza presto che la preda era Stella. Sapphire ha creduto sul serio che quella fosse la fine di tutto, che il suo Tributo sarebbe morto con la testa fracassata contro un albero mentre Brutus si vantava dei suoi ragazzi. A detta sua, Lydia si allenava dalla tenera età di dieci anni nella difficile arte dell'uccisione brutale e senza rimorso. A quanto pare al Distretto Due iniziano presto. Forse al posto del sonaglino le hanno messo in culla una mazza chiodata, si è ritrovato a pensare il Mentore. Lydia sapeva maneggiare ogni tipo di armi ma il suo modo preferito di uccidere le sue vittime era tramite la forza bruta. La sua stazza di sicuro la aiutava. Il padre lavora come addestratore di Pacificatori, quindi l'avrà probabilmente cresciuta nel mito della gloria degli Hunger Games. E ora Stella le ha aperto il cranio a colpi di pietra.

Sapphire esulta platealmente nella direzione dei Mentori del Distretto Due. Sa che se il ragazzo dovesse tornare lei non sarebbe pronta a combattere, ha bisogno di riposare e curarsi la ferita. Ma deve ostentare sicurezza davanti agli Sponsor. Probabilmente l'altro sarà a curarsi il naso rotto, per ora Stella non ha niente da temere.

"Sembra che i Tributi del Distretto Due non siano poi così bravi come dite, quest'anno" ghigna, alzando il bicchiere verso Brutus e gongolando per la parità appena ristabilita.

"La prossima volta la tua mocciosa non sarà così fortunata, finirà con un coltello nel petto e un bel colpo di cannone sancirà la nostra vittoria" gli risponde l'altro, sicuro del Tributo che ha addestrato .

"La mia mocciosa tornerà qui e berrà ad altre cento vostre sconfitte" rincara Sapphire mentre si avvicina allo spazio bar a prendere qualcos'altro da bere.

"Se dovesse davvero tornare e provarci, sarò io a finire il lavoro" sibila Brutus minaccioso, mentre si avvicina al Mentore rivale. A quella minaccia Sapphire non ci vede più. Copre la poca distanza che li separa e sferra un pugno sulla mascella squadrata dell'altro. Brutus indietreggia di qualche passo a causa della sorpresa ma poi si scaglia sul collega dell'Uno. Servono un paio di Pacificatori aiutati da Ruby e Finnick Odair per separarli.

 

Sapphire decide di tornare nella sua stanza e guardare i Giochi da lì, almeno per oggi. Prima che finisca di spaccare la faccia a quel pallone gonfiato pieno di sé che è Brutus.

Quando accende la tv è felice di vedere che la situazione nell'arena è rimasta tranquilla e che Stella si sta curando la ferita. Spera vivamente che sappia quello che sta facendo e tira un sospiro di sollievo quando, dopo aver mangiato quei fiori, non cade a terra in preda agli spasmi. Lo schermo è praticamente diviso tra lei, il suo avversario che si tampona il sangue che gli esce a fiotti dal naso e Caesar Flickerman che commenta gli sviluppi. Sapphire spera che gli Strateghi si rendano conto che per oggi quei due ragazzi non saranno più in grado di combattere e li lascino riposare. E in effetti la giornata trascorre senza altri colpi di scena o invasioni di territorio. È chiaro che i due ultimi Tributi rimasti stanno recuperando le forze per lo scontro finale.

A sera, quando squilla il telefono, Stella sta già dormendo.

"Si può sapere che ti è preso? Fare a pugni con Brutus? Avete quindici anni per caso?!"

"Ciao anche a te, Eve. Io sto bene, grazie, e tu?" le risponde, sarcastico. Sperava non lo sarebbe venuto a sapere.

"Stavo bene finché Ruby non mi ha detto quello che era successo!" risponde lei con un tono stizzito, chiedendosi quando il marito perderà quel temperamento da adolescente. Probabilmente mai.

"Ah quindi è stata la mia amica Ruby a fare la spia? Interessante, prima prova ad uccidere il mio Tributo e poi questo... Ricordamelo quando dovremo prenderle un regalo per il compleanno" commenta sarcastico mentre si versa del whisky.

"Sapphire la vuoi smettere di fare il ragazzino?! Ruby non c'entra niente con quella storia. E le avevo chiesto io di dirmi se succedeva qualcosa. Quindi, per favore, smettila di fare l'offeso" e dal suo tono gli fa capire che l'argomento è chiuso.

Commentano un po' i Giochi e anche Eve è dell'idea che il giorno successivo sarà l'ultimo.

"Non vedo l'ora che tu sia a casa" gli dice a denti stretti, con un tono che gli fa intendere che non si è dimenticata della sua rissa.

"Anche io non vedo l'ora di esserci" risponde lui, sincero, chiedendosi se avranno una nuova vicina di casa al Villaggio dei Vincitori.

 

Vengo svegliata dai raggi del sole. Qui gli alberi non sono così fitti come lo erano al mio vecchio nascondiglio quindi la luce arriva prima nel sottobosco. Mi stropiccio gli occhi e mi ricordo di avere ancora la testa fasciata. Tolgo con cautela la benda e tasto la ferita, trovando solo un segno leggero. Bene, lo aggiungiamo alla collezione. Faccio colazione con gli ultimi biscotti e svuoto la borraccia. Con oggi finirà tutto, quindi non c'è motivo di lesinare sul cibo.

Ho un piano, credo. Se riuscirà, finirà tutto in pochi minuti e io potrò tornare a casa. Se non riuscirà, in pochi minuti sarò morta e sarà stato tutto inutile. Mentre mi lego i capelli penso che forse oggi potrò finalmente fare una doccia. I miei Preparatori dovranno farmi un triplo lavaggio dopo due settimane qui dentro. Il panno magico ha ancora qualche traccia di sangue e questo mi fa pensare che devo averne perso parecchio ieri, se neanche la soluzione che c'è qui dentro l'ha ancora cancellato del tutto.

Metto zaino, bastone e faretra in spalla: visto che non so con esattezza cosa succederà potrebbero sempre servirmi. Tengo in mano l'arco con una freccia già incoccata e mi avvicino silenziosamente alla Cornucopia. Spero che il mio avversario stia dormendo, coglierlo di sorpresa e assonnato sarebbe perfetto. Cerco di camminare piano e senza fare rumore. Da questa distanza è impossibile sbagliare. In fondo, so perfettamente quello che devo fare, l'ho già fatto altre volte. Prendere la mira, scoccare la freccia, centrare il bersaglio. Sono in una posizione favorevole, devo solo concentrarmi senza pensare troppo a quello che sto per fare.

Finora ho ucciso solo per difendermi, mentre sta volta è diverso. Sta volta l'ho pianificato, non sarà istintivo o casuale. Questo ragazzo è l'unica cosa che mi separa dalla vittoria, è il mio biglietto per quel treno maledetto che mi riporterà a casa. Mi sono stancata di passare le giornate a dormire per terra, senza sapere cosa sta per succedere, con ogni cosa, animale o vegetale, che prova ad uccidermi.

Tendo l'arco e mi preparo a mettere fine a questi Giochi.

"Maximus!"

Urlo il suo nome e il silenzio intorno a me si rompe per qualche secondo. Poi di nuovo nessun rumore. Aspetto degli istanti che mi sembrano ore e poi lui esce. Ha un'espressione sorpresa sul volto, ma non particolarmente. Penso si aspettasse un attacco o comunque aveva valutato questa possibilità. Posso quasi sentirlo, il suo cuore che accelera i battiti per la tensione e la paura di morire. Lo fa anche il mio. L'unica cosa che devo fare è centrare quel cuore e tutto sarà finito. Potrò finalmente andarmene da qui. Rilasso le spalle, abbasso il gomito, il pollice della mano destra che sfiora la bocca per angolare bene la freccia. Scocco la freccia e lui non è abbastanza veloce da scansarsi. Ma è abbastanza veloce da tirare un coltello, che si conficca nella mia coscia sinistra.

Cadiamo a terra insieme e sento il colpo di cannone, ma non è per me. Questo dolore lancinante mi ricorda fin troppo bene che sono viva. E quindi è finita così. Posso tornare a casa dopo quello che mi sembra un secolo qui dentro. Non dovrebbe esserci un annuncio o una cosa simile? Prima che mi dissangui magari? E in effetti, la voce di Claudius Templesmith riempie l'arena. Non la sentivo da quando ci ha augurato buona fortuna prima del conto alla rovescia.

"Signore e signori, sono lieto di presentare la vincitrice dei Sessantasettesimi Hunger Games! Stella Maloney, dal Distretto Uno!"

D'accordo, lo sapevo che avrebbe detto il mio nome e so anche che da quando sono arrivata mi ripeto che posso vincere, ma mi rendo conto solo adesso di non averci mai creduto davvero. Sento le lacrime che scendono mentre arrivano due hovercraft, uno per il corpo di Maximus e uno per me. Mi tirano su e mi tolgono l'arco dalle mani mentre io sono in una specie di stato catatonico. Sento i medici affrettarsi a bloccare l'emorragia e mettermi su un lettino per occuparsi della ferita. Ma è come se la mia mente fosse sospesa sopra tutto questo. Riesco a pensare una sola cosa, mentre le lacrime continuano a scendere silenziose. Mi stanno portando via dall'arena. Tornerò a casa.

 

Al Centro di Controllo, Sapphire sta versando champagne a chiunque gli capiti a tiro, gongolando nella direzione dei Mentori del Distretto Due. I Giochi sono finiti e il Distretto Uno ha una nuova Vincitrice. Maximus, il pupillo di Brutus, addestrato da lui in persona, ha evidentemente dimenticato di allenarsi anche in difesa, perché non è riuscito ad evitare la freccia che Stella gli ha lanciato contro. Brutus ha lasciato la stanza infuriato, Lyme è rimasta a far buon viso a cattivo gioco, incassando la sconfitta. Sapphire ripensa a quello che è successo e ancora non ci crede. Solo Stella poteva passare due settimane a nascondersi per cambiare Strategia l'ultimo giorno e iniziare finalmente a comportarsi come una Favorita.

Sa che per lei non dev'essere stato facile, uccidere un'altra persona a sangue freddo. Si ricorda ancora la sua ultima uccisione. Dopo essere sopravvissuto agli scontri tra i Favoriti, gli restava soltanto da scovare dove si era nascosta la ragazza del Nove, che era stata così abile da non farsi trovare per tutta la durata dei Giochi. Ma lui aveva un obiettivo, doveva tornare a casa da Eve. E niente o nessuno lo avrebbe fermato. L'aveva scovata in una grotta e le aveva tagliato la gola, cercando di farla soffrire il meno possibile. Gli dispiaceva farlo, lì dentro aveva scoperto che uccidere non è così facile come ti raccontano, ma aveva dovuto. Può sentire il suo grido disperato ancora, se solo ripensa a quel momento. Ma nei Giochi funziona così, o vinci o muori, non c'è una terza possibilità.

Stella l'aveva probabilmente capito quella mattina. Sapphire sa bene che presto capirà anche che da questa giostra non si scende mai, ma per il momento sarà solo felice di essere uscita viva dall'arena. Il resto verrà da sé, lui sarà lì ad insegnarle ad essere un Mentore, esattamente come le ha insegnato ad essere una Vincitrice. 

  
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