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Autore: MrRaider    16/03/2015    1 recensioni
Dopo la morte di Terzo, Deus ha deciso di sostituirlo con un altro partecipante, e ha scelto l'eroe americano Jack Bauer, che ha da poco salvato Londra da un altro attentato terroristico e che ha accettato di partecipare. Se la caverà Jack? Riuscirà a vincere il Survival Game?
____
"-Credetemi.- disse ora Jack. -Voi non sapete di cosa sono capace. E se qualcuno di voi si metterà sulla mia strada lo ucciderò.-"
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Yukiteru Amano, Yuno Gasai
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Il mondo visibile
 
Alcuni adepti continuavano a protestare per la decisione della sacerdotessa.
Ma ormai ella aveva deciso: il rituale era stato abolito e Jack era diventato il suo vice. Dopo che l’aveva salvata da morte certa ora si fidava ciecamente di lui, e voleva che fosse al suo fianco, che la proteggesse e che la consigliasse.

-Jack, vieni con me.- disse Kasugano scendendo dall’altare.

Lui la seguì e i due andarono nella camera di reclusione della ragazza. Tsubaki ordinò ai presenti di lasciarla sola con lui e appena rimasero solo loro due si rivolse a Jack

-Scusa se non te l’ho chiesto, ma mi fido solo di te, Jack. Io…-

-Hey, ferma. Non ci sono problemi. Starò con te, non devi preoccuparti.-

Lei lo guardò, stupita dalle sue parole, mentre lui le sorrideva.
Sorrise anche lei, soddisfatta e felice di poter contare su di lui. Poi si avvicinò alla grata di legno che divideva almeno metà della stanza. Ci passò la mano, accarezzando il duro legno.

-Questa gabbia, è stata testimone di quello che è successo… Da quando ero piccola, ho sempre avuto la vista debole, riuscivo a vedere fino al palmo della mia mano. Mi affidavo ai miei genitori. Ma nonostante non uscissi mai da queste mura, ero felice. Fino a quando non ci fu quell’incidente. Non avevo più la loro protezione. Non avevo nessuno. Per proteggere me stessa ordinai di costruire queste sbarre di legno. Mi illusi di restare al sicuro, ma il mondo invisibile si approfittò di me. L’unica cosa che avevo era la temari, il solo ricordo di mia madre. Però la perdetti, e cominciai ad odiare sempre di più questo mondo. Fino a quando…- si fermò un attimo. Da uno sguardo arrabbiato, pieno di odio e rabbia passò ad uno sguardo calmo, rivolgendosi di nuovo verso Bauer -… Fino a quando non sei arrivato tu. Mi hai ritrovato la temari. Mi hai salvato dalla morte. Dopotutto, il mondo invisibile on è così squallido come pensavo.-

Lui ascoltava ammirato tutte le parole che uscivano dalle labbra di Kasugano. La sua storia l’aveva colpito molto, su quanto avesse sofferto, senza genitori, senza qualcuno che si prendesse cura di lei.

-E ora che ho qualcuno di cui mi posso fidare, e che presto potrò avere la vista… non credo che queste mi serviranno ancora…-

E detto questo staccò la mano e si avvicinò a Jack. Sapeva benissimo a cosa si riferiva: mentre erano in ospedale lui le aveva riferito che avrebbe riottenuto la vista, dato che aveva una miopia molto alta ed era necessaria la visita dall’oculista.

-Voglio andare a farmi visitare, oggi!- disse poi guardandolo decisa.

-Sei sicura? Sei appena uscita dall’ospedale, non credi…-

-Accompagnami e basta. Jack, ti prego.... Sono stata anni così, e forse ora posso finalmente vedere bene. Ne ho abbastanza di restare segregata lì dentro.-

Capiva come si sentiva, e non voleva certo fermarla, così decise di accontentare la sua richiesta.

-Ok, va bene. Però vorrei che tu mi faccia un favore.-

-Dimmi.-

-Vorrei che alcuni dei tuoi uomini controllino Amano e Gasai. Dato che non posso essere lì ho bisogno di qualcuno che li tenga d’occhio. E con il tuo diario posso osservarli tranquillamente.-

-No problem. E dopotutto, ora i miei uomini sono anche i tuoi.- disse facendogli l’occhiolino.

-Grazie. Allora, andiamo.-

Prima di uscire dal tempio parlarono con due uomini di Kasugano. Jack gli chiese di osservare Amano Yukiteru e Gasai Yuno, e loro accettarono. E ovviamente, non potevano certo ribellarsi di fronte al nuovo superiore.
Subito dopo Bauer scortò la ragazza in macchina, per dirigersi dall’oculista, utilizzando l’indirizzo che un dottore dell’ospedale aveva dato a Jack. Prima di partire però inviò un messaggio ad Amano

“Yukiteru, ho mandato alcuni uomini di Kasugano per vedere se è tutto tranquillo. Non preoccuparti, eseguono i miei ordini. Riferisci a Yuno”

E dopo aver mandato il messaggio mise in moto e partì. Nel tragittoci fu un piccolo silenzio, fino a quando Jack non parlò della sua famiglia

-Non ho avuto una famiglie delle migliori. Mia madre è morta quando ero piccolo. Non mi ricordo neanche il suo viso, non più. Mio padre era il proprietario di una ditta di famiglia, ma quel lavoro non faceva per me. Fu mio fratello minore, Grahem, a prenderne le veci. Io invece mi arruolai nell’esercito.  Ma quando rientrai in America dalla mia prigionia in Cina, ci furono diversi attacchi terroristici. Quel giorno era esplosa una bomba atomica in un quartiere di Los Angeles… ma la cosa peggiore era che mio fratello… e mio padre, complottavano con i terroristi. Torturai mio fratello, e lasciai morire mio padre. Quando mi lasciò, non sentii nulla… per me era già morto da tempo…-
E in quel preciso momento gli ritornò in mente un vecchio ricordo di tanti anni fa.
 

FLASHBACK

Giorno 6, ore 5.28 del mattino
Jack Bauer a 43 anni.
Mancava ormai poco. Il tempo stringeva. Jack si trovava in una piattaforma marina piena di terroristi cinesi. E lì c’era suo padre, che aveva rapito suo nipote e voleva portarlo con sè in Cina. Aveva poco tempo, dei caccia americani stavano arrivando là per radere al suolo i terroristi, perciò doveva fare in fretta. Scese le scale, arrivando al livello del mare, e trovò vicino alla scialuppa di salvataggio suo nipote, Josh Bauer, un ragazzino di 16 anni coi capelli biondi, e Philip Bauer, un vecchietto coi capelli bianchi, il padre di Jack. Josh puntava la pistola a suo nonno, che si trovava a terra, sofferente dal proiettile ricevuto dal proprio nipotino qualche secondo fa.

-JOSH!-

Jack arrivò lì, poco prima che Josh premesse il grilletto a Philip. Si avvicinò al ragazzo, puntando la pistola al vecchio ancora a terra. A quel punto parlò a suo nipote cercando di calmarlo.

-Tranquillo, ce l’ho sotto tiro. Puoi abbassare la pistola.-

Ma lui non voleva farlo. Voleva farla pagare cara a suo nonno, per ciò che gli aveva fatto.

-Josh… Abbassa la pistola. So che ora sei spaventato e arrabbiato. Lo capisco, ci sono passato anch’io. So esattamente come ti senti.  Ma credimi, non è facile vivere con un morto sulla coscienza, anche se sei convinto che si meritava quella fine. Fra pochi minuti ci sarà un’incursione aerea. Dobbiamo andarcene subito. Ti prego...-

A quel punto Jack ripose la pistola nella propria fondina e si avvicinò a suo nipote.

-Va tutto bene. E’ finita.-

E lo abbracciò con grande affetto, togliendogli la pistola. Sentì il ragazzo singhiozzare, ma il loro abbraccio durò poco.

-Sali in cima alla piattaforma e vai sull’elicottero. Forza sbrigati!-

Lo lasciò e lo spinse verso le scale. Il ragazzo cominciò a salirle ma si girò verso suo zio.

-E tu che farai?-

-Arrivo subito. Corri!-

Non se lo fece ripetere due volte e corse sulla cima della piattaforma. E rimasero solo loro due, Jack e suo padre, Philip.

-In piedi.- ordinò Jack al vecchio. Ma questi non fece nulla, ma si limitò a guardare suo figlio.
-IN PIEDI! E’ finita!-

-Allora finiscimi.-

-No! Tu pagherai per quello che hai fatto oggi!-

-Non credo. Non hai il tempo di portarmi via, se hai detto la verità sull’incursione aerea.
E tu non vuoi morire… non qui… non insieme a me...-

Guardò con odio e disprezzo suo padre, che gli aveva parlato con molta calma. Sarebbe morto lì, da solo. Senza nessuno. Jack abbassò la pistola. Non avrebbe mai fatto in tempo a portarlo nell’elicottero e consegnarlo alla giustizia. Doveva rassegnarsi… lasciarlo andare.

-Così te la caverai facilmente.-

E a quel punto salì le scale, lasciandolo lì, al suo destino. Quelle erano le ultime parole che aveva detto a suo padre…
Salì su un paio di piani, e poco prima di salire ancora sentì il suo amico Bill nel microfono.

-Jack, mi dirigo sul lato sud, terzo livello.-

-Ricevuto Bill. Ci sono.-

Si affacciò alla ringhiera, ci salì e si mise in equilibrio. Vide l’elicottero avvicinarsi, con una scala. Appena l’elicottero si avvicinò Jack saltò nella scala e riuscì ad appendersi, tendendo ben salda la presa per evitare di cadere.
E non appena riuscì a prendere le scale, la piattaforma esplose dietro di lui, dai razzi sparati dai caccia. L’elicottero si allontanò dalla piattaforma, che ormai era circondata da fuoco e fiamme.  Jack guardò la piattaforma, e l’unico pensiero che gli venne in mente era suo padre. Era completamente impossibile che si fosse salvato.
 
FINE FLASHBACK
 

Kasugano guardò Jack che era ancora alla guida. Vedeva nel suo viso un uomo che nascondeva tutto il dolore che aveva avuto per tanti anni.

-Dev’essere… dev’essere stato difficile…-

-Già… Molto.-

Decise di non ripensarci più e si riconcentrò sulla guida.
Dopo almeno un quarto d’ora di macchina arrivarono allo studio dell’oculista. Parcheggiò di fronte, fece scendere la ragazza e la portò in sala d’attesa. Per fortuna non c’era nessun altro, così aspettarono qualche minuto: un paziente uscì e l’oculista fece entrare i due.

-Ahhh…. La sacerdotessa dell’Occhio Sacro. Sono onorato di fare la sua conoscenza.-

Kasugano fece un sacco di test per la vista: tra gocce da mettere negli occhi, diverse lenti provate alla fine l’oculista arrivò alla conclusione

-Però…- disse non appena finì di visitarla. Era seduto nella sua scrivania, con la paziente e il suo accompagnatore davanti a lui.
-… non è così grave come pensavo. Beh, signora, penso che lei dovrà portare gli occhiali.-

-Davvero?! Quindi potrò vedere perfettamente?!- chiese lei, non credendo alle sue parole.

-Certamente! Ecco a lei…- disse dando a Jack un foglietto, con indicato il livello di miopia della ragazza
-… porti questo con sé. Vada in un negozio di ottica e compri degli occhiali. Ce n’è uno qui vicino, dietro l’angolo. Non può sbagliare.-

-Grazie mille.- disse Jack all’oculista.

-Di niente. E’ stato un piacere.-

I due si alzarono e si strinsero la mano. Anche Kasugano lo fece.
Così, dopo un visita di circa un oretta, i due uscirono completamente contenti, soprattutto Kasugano, che aveva un sorriso stampato in faccia.

-Presto, andiamo!-

-Okok, andiamo subito.- disse Jack sorridendo anch’egli.

Risalirono in macchina e parcheggiarono nel negozio lì vicino.
I due entrarono e Kasugano iniziò a provare diversi occhiali: dopo averne provato abbastanza, optò per degli occhiali neri a lente rettangolare. Si tolse un paio di ciocche di capelli che le coprivano l’occhio destro e li indossò. Andò a guardarsi allo specchio: quegli occhiali le davano un’aria più graziosa e carina di prima, insomma… le piacevano.

-Che ne pensi?- chiese notando Jack dietro di lei guardando lo specchio.

-Ti stanno bene.- rispose sorridendo di nuovo.

-Sì. Mi piacciono. Prendo questi!-

Deciso quali prendere diedero gli occhiali e il foglio col tasso della miopia al negoziante. Ci voleva almeno un’ora per metterci le lenti giuste, ma i due decisero lo stesso di aspettare.
Finalmente tornò il negoziante, che diede a Kasugano una scatolina rettangolare. Lei la aprì e indossò i suoi nuovi occhiali. Si guardò attorno, ammirando il mondo che sin dalla nascita non aveva mai visto così bene.

-Wow…- disse stupita.

La sua espressione fece felice Jack. La vista di quella ragazza, che da bambina non aveva avuto la possibilità di vedere bene, lo aveva fatto sorridere un’altra volta.
Pagati gli occhiali uscirono e tornarono in macchina. Durante il tragitto al tempio Kasugano guardò con stupore la strada: le luci dei negozi, le persone nel marciapiede, le macchine nel traffico e così via. Per lei era un qualcosa di bellissimo, riuscire finalmente a vedere così bene.
Kasugano non riuscì a trattenersi, e mentre la macchina era ferma ad un semaforo, abbracciò Jack che era ancora al volante.

-Grazie.-

Lui non sapeva cosa dire: aveva fatto felice una ragazza, con cui, in poco tempo, aveva stretto un grande legame. Le accarezzò la mano con la testa, in segno di affetto e alla fine riuscì a dire l’unica cosa che gli venne in mente.

-Non c’è di che.-

L’abbraccio durò qualche secondo, ma si interruppe sentendo il clacson di una macchina dietro la loro. Infatti Jack alzò lo sguardo, vedendo il semaforo sul verde, e fece ripartire la macchina.
Poi, i due cominciarono a ridere.
 

Verso pomeriggio tornarono al tempio. Appena entrarono gli adepti andarono incontro ai due e videro la loro sacerdotessa che indossava degli occhiali. E loro si complimentarono, dicendole che le stavano veramente bene, e lei ringraziò.
I due ritornarono nella stanza della ragazza. Kasugano guardò quelle sbarre di legno, che l’avevano circondata per anni.

-Ci vorrà un po’ per togliere queste sbarre…- disse lei.

-No. Io ho un’idea.-

Jack prese dalla borsa un enorme sacchetto rettangolare, che spezzò in due e mise nelle sbarre della gabbia. Poi portò la ragazza il più lontano possibile, e appena furono ad una distanza di sicurezza Jack le porse un telecomando, piccolo e di forma quadrata che conteneva un unico pulsante rosso.

-Premilo.-

Lei lo guardò e subito dopo premette il pulsante.

BOOM!

I diversi pezzi di legno che costituivano la gabbia caddero a terra, in mille pezzi.  

-Ora sei libera.- disse infine Jack.

Angolo dell'autore:
Ok, ok, calmi. So che ho detto che avrei messo un nuovo capitolo nel weekend, ma ho avuto problemi con la linea che mi hanno impedito di pubblicare un nuovo capitolo. Nonostante ciò ne ho approfittato per modificarlo, aggiungendo il flashback. Come per gli altri concorrenti che venivano caratterizzati anche grazie ai flashback, voglio farlo anche con Jack, narrando alcuni episodi della serie di 24 (ogni "giorno" corrisponde a una determinata stagione, in questo caso la  stagione 6), spero che l'idea vi piaccia e che possiate "rivivere" i vecchi ricordi di Jack Bauer.
Detto questo... beh, ci vediamo al prossimo capitolo! ;)
-MrRaider

Josh Bauer (nipote di Jack)


Philip Bauer (padre di Jack)
   
 
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