Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: LaStregona    16/03/2015    1 recensioni
Roma, 2011.
Antonia è una vampira. E’ stata trasformata contro la sua volontà dal vampiro che amava e ora vive nel risentimento e nel senso di colpa. Si odia per il suo disperato attaccamento a quella vita a metà e non vede niente, se non la morte, nel proprio futuro.
Finché un evento fuori dal comune non stravolgerà la sua vita. Da quel momento, per Antonia, inizia un viaggio che la costringerà ad attraversare le tenebre di quella Terra che la respinge e la condanna. Ma non sarà da sola ad affrontare il cammino, incontrerà qualcuno il cui destino si intreccerà con il suo, cambiando il corso degli eventi e della storia.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Avrebbe voluto ucciderla. Invece doveva scortarla fino al Conservarium, il luogo in cui venivano gestiti casi come quelli. La ragazza era incinta ed era stata trasformata, le conseguenze erano inevitabili: avrebbe partorito un vampiro. Antonia conosceva bene le regole che governavano la riproduzione. Erano rimaste immutate da millenni ed erano il fulcro di tutta l'organizzazione gerarchica.
Solo le donne gravide potevano diventare un vampiro e tutti i vampiri maschi non erano altro che i figli di queste ultime. Una volta trasformati, non c'era modo di tornare indietro. Né per la madre, né per suo figlio.
Alle vampire femmine più alte in grado era permesso prendersi carico del mantenimento della specie e stava a loro regolare le nuove nascite. Quando era necessario riprodursi, i maschi venivano incaricati di trasformare un certo numero di donne gravide.
In passato questo avveniva anche contro la loro volontà, ma ultimamente i contatti con le alte sfere umane avevano reso possibile la gestione della riproduzione per vie più o meno ufficiali. Ora si consentiva a una gravida umana consenziente e selezionata in segreto di trasformare se stessa e il proprio figlio senza alcuno spargimento di sangue.
Questo aveva diversi vantaggi. Per prima cosa si evitavano misteriose scomparse di donne incinte che non facevano altro che aumentare il livello di allerta della popolazione umana. Seconda cosa, era possibile selezionare le partorienti da trasformare e scegliere solo quelle che portavano in grembo maschi. Solo questi ultimi, infatti, sopravvivevano al parto e i vampiri avevano tutto l'interesse a non sprecare vite umane.
Quando, però, qualcuno violava le regole infettando una gravida senza autorizzazione, stava alla Recuperatrice sistemare le cose. E quella notte l'ingrato compito era toccato proprio a lei che solo fino a qualche giorno prima era una delle vampire di più alto livello.
Antonia arricciò le labbra in una smorfia di disgusto. C'erano voluti secoli per salire qualche gradino della gerarchia e un attimo per ricadere in basso. Tutta colpa di quell'arpia della Matrona Eliana e delle altre che stavano lì ad assecondarla, sperando in chissà quale avanzamento di carriera.
Eliana era una delle più giovani vampire del Conservarium di Roma e aveva sempre avuto ben chiari i suoi obiettivi. Aveva scelto di trasformarsi e in meno di un secolo aveva scalato la gerarchia fino a raggiungere la vetta.
Tutti sapevano che la matrona non le era mai piaciuta. Eliana viveva per assecondare la propria smodata voglia di adulazione e dare libero spazio alla sua ossessiva mania di controllo. Teneva schedari su tutto e tutti. L'ultima trovata riguardava un nuovo registro in cui si sarebbe dovuto segnare chi entrava e usciva dal Conservarium, con relativo motivo. Pur riconoscendone una remota utilità, ad Antonia era sembrato davvero troppo.
La vampira infilò nervosamente una mano in tasca e ne estrasse un accendino d'argento. Ne fece scattare il cappuccio e accese la fiamma. Subito dopo lo richiuse, spegnendola. Certo, avrebbe potuto evitare di dimostrarle in pubblico il suo dissenso, pensò con irritazione. Ma ormai era successo e la megera non si era fatta sfuggire l'occasione. L'aveva retrocessa da Levatrice Superiore a Recuperatrice.
Per Antonia era stato un duro colpo. Era stanca di dover di nuovo trascorrere la notte seguendo piste di maschi assetati per poi dover accorrere all'improvviso, senza sapere quale sarebbe stato il sesso del nascituro. E non voleva vedere altre femmine nate morte. Non era in grado di sopportarlo.
Fino a quel momento era stata fortunata, tutte le gravide che aveva “recuperato” avevano partorito dei maschi.
Presa da quei pensieri, la vampira lanciò un'occhiata alla giovane donna che camminava al suo fianco e fece scattare il cappuccio metallico dell'accendino un'altra volta. Aveva subito notato il suo odore, non ne aveva mai sentiti di simili. Forse era stato quello che aveva mandato quel vampiro fuori di testa. Fortunatamente la ragazza non le aveva fatto alcuna domanda, l'aveva seguita e basta. Forse non aveva nemmeno capito cosa le fosse successo.
Poco male, tanto non ce l'avrebbe fatta. Né lei, né suo figlio. Era passato troppo tempo da quando era stata morsa. Aveva anche valutato la possibilità di caricarsela sulle spalle e correre, ma quella aveva un ventre da nono mese e così facendo sarebbe morta anche prima.
Antonia soffocò sul nascere una sensazione che conosceva bene. No, non aveva la minima intenzione di sentirsi in colpa. Non appena aveva sentito l'odore del sangue, aveva fatto una corsa al limite delle sue possibilità per arrivare in tempo.
- Come ti chiami? - le chiese per distogliersi dalle sue riflessioni.
- Amber. Non sono di qui - rispose lei.
Era pallida e aveva il volto sofferente. Oltre al suo stato, però, Antonia notò anche il suo strano accento.
- Si sente. Ma parli italiano. Perché? - le domandò.
- Mio padre è siciliano. Emigrato a New York. Tu... sei...
- Antonia. Sono nata qui, a Roma - rispose lei, senza guardarla.
Meglio fermarla subito, prima che lei le chiedesse anche cosa fosse. Non le andava proprio di vedere quegli occhioni spalancarsi per il terrore, per poi ricordarsi che pochi minuti prima anche lei stessa si stava godendo un bel banchetto di sangue e carne umana. Antonia l'aveva vissuta troppe volte quella scena. Una volta, in Francia, una donna aveva tentato di uccidersi buttandosi nella Senna quando le aveva detto cos'era diventata. Era stato un inferno recuperarla viva, oltre che inutile. Pochi giorni dopo aver partorito si era comunque lasciata morire, cuocendosi al sole.
Antonia richiuse per l'ultima volta l'accendino e se lo infilò in tasca. Era tutto quello che le rimaneva di quella donna di cui non aveva mai saputo nemmeno il nome.
- Dove stiamo andando? - domandò la ragazza con un filo di voce.
Antonia si pentì di aver avviato la conversazione. Non aveva voglia di perdere tempo a spiegare il seguito. Stava ancora pensando a come rispondere quando un uomo le si parò davanti. Notò subito il colletto bianco che indossava sotto la giacca nera. Si trattava di un prete.
Il volto barbuto era contrassegnato da una cicatrice che gli solcava tutta la guancia destra fino all'angolo dell'occhio. I capelli castani si univano alla barba delimitando una mascella squadrata su un collo forte. Era alto e le spalle larghe evidenziavano un fisico prestante e allenato.
- Maledizione... - imprecò la vampira, mentre tutti i suoi sensi scattavano, all'erta.
Non lo aveva sentito arrivare e non riusciva a percepirne l'odore. I suoi sensi erano sviluppati come quelli di un predatore e non le era mai capitato di essere colta di sorpresa.
- Amber, vieni con me. Muoviti - intimò il sacerdote con la cicatrice, rivolto alla ragazza.
- Come fai a conoscere il mio nome? - chiese Amber al prete, indietreggiando.
Aveva gli occhi sbarrati e il fiato corto.
- Non c'è tempo per le spiegazioni. Vieni con me - incalzò quello, tendendole la mano.
Antonia si sforzò di riflettere con lucidità. Quello che stava accadendo non era una cosa da prendere alla leggera. I rapporti con la Chiesa non erano amichevoli, ma le ostilità erano cessate più di cinquecento anni prima. Interferire con le attività dei vampiri avrebbe interrotto la tregua e causato una crisi diplomatica senza precedenti. Non riusciva a immaginare cosa potesse spingere i preti a rischiare un'eventualità del genere.
Ma non gli avrebbe lasciato la ragazza. Non aveva mai fallito un incarico e non aveva intenzione di iniziare in quel momento. Senza contare che lei ricordava bene cosa significasse essere trasformata con violenza. Il senso di smarrimento, la sete e il terrore. La consapevolezza che la morte si era presa il suo pegno, lasciandolo dietro di sé solo dolore, illusione e oscurità. Se fare quello che doveva con quella ragazza avesse causato una guerra con i preti, non era certo un suo problema. Le prese la mano e la tirò dietro di sé.
- Lei non è nella condizione di scegliere. Viene con me - sibilò Antonia.
- Amber deve venire con noi. Lotterò se necessario - ribatté quello.
- Devi essere pazzo. Siamo in mezzo alla strada - ringhiò Antonia, al limite della pazienza.
Non solo stavano per interrompere una tregua durata secoli, ma erano disposti anche a rischiare che qualcuno li vedesse combattere contro un vampiro. O meglio, a morire contro un vampiro, si corresse mentalmente. Quell'umano non aveva speranza contro di lei.
- Non vedo testimoni nelle vicinanze, - ribatté lui.
Era vero, era una tarda notte di lunedì e il vicolo in cui si trovavano era deserto. L'unico rischio era di essere visti dalle macchine che circolavano su via dei Fori Imperiali, ma era notte e sfrecciavano a tutta velocità. Antonia s’inumidì le labbra. Se lo scontro era inevitabile, allora doveva attaccare per prima. Non poteva correre il rischio che il prete usasse l'acqua santa.
Aveva provato lei stessa quanto quel liquido potesse essere devastante per quelli come lei. Non aveva mai creduto alle fandonie sul diavolo e i suoi servitori vampiri e per molto tempo era stata convinta che quella dell'acqua santa fosse solo una superstizione, ma aveva dovuto ricredersi.
Un centinaio di anni prima aveva sfiorato con le dita il liquido nell'acquasantiera di una chiesa e l'effetto era stato simile a quello dell'acido. Il suo urlo di dolore aveva rimbombato per tutte le navate. Fortuna che era riuscita a fuggire prima che qualcuno la vedesse. Così, nonostante rimanesse convinta che non avesse nulla a che fare con Satana, aveva avuto la prova che doveva guardarsi bene dal quel maledetto intruglio.
- Non mi lasci altra scelta - incalzò l'uomo, infilando una mano nella borsa.
Antonia s'irrigidì. Stupido umano, lo avrebbe fatto fuori in meno di tre secondi. Estrasse le zanne e con un balzo si abbatté su di lui, atterrandolo. Quello cadde all'indietro con un tonfo e un urlo. La vampira stava per avventarsi sul suo collo quando si rese conto di essere in trappola. Da una macchina parcheggiata scesero altri cinque uomini che la accerchiarono. Impugnavano delle pistole argentate dalla forma allungata. La vampira le conosceva, si trattava di armi create appositamente per uccidere un vampiro.
- Dacci la ragazza e non ti accadrà niente - dichiarò uno di loro, puntandogliela contro.
Antonia sollevò le labbra e scoprì le zanne. Erano tanti, ma erano pur sempre degli umani. Sarebbero morti prima ancora di rendersene conto. Piantò una mano sul collo del prete a terra sotto di lei, decisa a farlo fuori una volta per tutte.
Non appena toccò la sua pelle, però, si rese conto che qualcosa non andava. Era freddo quasi come un maledettissimo vampiro, anche se per il resto sembrava un essere umano qualsiasi. Gli occhi erano scuri, ma intorno avevano il bianco tipico dell'occhio umano.
   - Ma che diavolo... - imprecò Antonia, balzando all'indietro, accanto ad Amber.
  Il prete si rialzò con un balzo, impugnando una piccola fiala trasparente. Non aveva zanne, ma la velocità con cui si era mosso era molto superiore rispetto a quella di un uomo comune.
- Ci costringi a combattere – minacciò quello.
  Antonia era al limite dello sconcerto. Le sembrava di essere capitata in una specie di incubo. Preti simili a vampiri, equipaggiati come squadre speciali, che per qualche oscuro motivo erano interessanti a quella ragazza al punto di combattere a viso aperto.
- Lascia a noi la ragazza - ripeté l'uomo.
- Scordatelo. La devo portare al Conservarium, e subito - ringhiò Antonia.
  Forse poteva almeno salvare il bambino, pensò. Per quanto la riguardava era più che sufficiente per non arrendersi.
- Che Dio ti perdoni - fece quello, stappando la boccetta che teneva in mano.
Il resto accadde molto velocemente. Antonia sentì il bruciore dell'acqua santa sul viso e si piegò, portandosi le mani al volto. Subito dopo si sentì afferrare per le spalle e tirare violentemente all'indietro. Batté la nuca e la schiena contro una vecchia auto e per un attimo vide doppio. Rotolò di lato in tempo per evitare un'altra dose di acqua santa e si rialzò in piedi. Ora aveva tutti e sei i preti di fronte. Quello con la cicatrice aveva afferrato Amber per le braccia mentre gli altri cinque puntavano le pistole contro di lei.
- Lasciami! - urlò la ragazza, cercando di divincolarsi.
- Vattene, noi non vogliamo ucciderti, - disse il prete ad Antonia, indietreggiando.
La vampira si passò la lingua sulle labbra e la sentì pungere quando qualche goccia di acqua santa residua la toccò. Sul volto avvertì la pelle sfrigolare nel punto in cui il liquido l'aveva colpita e quel dolore acuto e la consapevolezza che si ritrovava a combattere per la propria vita, portò alla luce qualcosa di terribile e sconosciuto. Come un mostro che per lungo tempo aveva dormito dentro di lei, fra le tenebre più oscure del suo essere. Un misto di euforia e sete di sangue la travolse. Ogni cosa intorno a lei sembrò scorrere al rallentatore, ogni dettaglio era vivido e chiaro nella sua mente. Era come se tutto il mondo fosse ai suoi piedi. Antonia sorrise. Questo dovette colpire l'uomo davanti a lei più di un attacco vero e proprio. Quello, infatti, indietreggiò di un passo e nei suoi occhi s'intravide un lampo di paura.
- Penso proprio che sarete voi a morire. Tutti - dichiarò poi lei, un attimo prima di attaccare.
Estrasse il pugnale e si gettò a terra poco prima dello schianto secco delle pallottole che si conficcavano nella macchina dietro di lei. Rotolò verso quello più vicino e si alzò in piedi tagliandolo in due con un unico fendente verso l'alto. Prima che potesse reagire, atterrò quello accanto con un colpo al volto e lo finì con una pugnalate dritta al cuore. Nel frattempo il prete con la cicatrice aveva trascinato Amber un paio di metri indietro mentre gli altri tre si preparavano a sparare un'altra raffica di colpi. La vampira ne afferrò uno per il braccio e diresse la pistola che impugnava verso l'altro uomo davanti a lei. Entrambi crollarono a terra, uccisi l'uno dalla pallottola dell'altro.
Antonia alzò lo sguardo nello stesso istante in cui il prete con la cicatrice apriva lo sportello di una Mercedes nera parcheggiata poco distante. Non aveva il tempo di abbattere anche l'ultimo, quindi decise di rischiare. Si disinteressò dell'uomo armato e scattò nella direzione della macchina. Colpì al volto il prete con la cicatrice facendolo cadere a terra e costrinse Amber a ripararsi dietro lo sportello. Per fortuna era blindato e bloccò il colpo di arma da fuoco esploso dall'ultimo uomo rimasto.
  A quel punto Antonia si sporse con l'intenzione di ucciderlo lanciandogli contro il pugnale. Quello però si voltò e corse via. La vampira esitò, non era da lei attaccare alle spalle. Quel pensiero durò un attimo, perché l'uomo con la cicatrice la afferrò da dietro, stringendole il collo con l'avambraccio. Antonia gliel'afferrò, ma non fece in tempo a proseguire perché  inaspettatamente fu Amber a reagire, attaccando l'uomo alla gola. Iniziò a succhiare con furia, attirandolo a sé con forza. Il prete mollò la presa sul collo di Antonia e scivolò a terra. Dalla sua bocca non uscì altro che un urlo soffocato.
Antonia la lasciò fare e si voltò di nuovo verso il fuggitivo Ormai era troppo lontano per essere raggiunto. Meglio così, che informasse pure i suoi mandanti, lei avrebbe fatto lo stesso. Infilò di nuovo l'arma nella custodia appesa alla cintura e si diresse verso i cadaveri a terra. Li esaminò velocemente e si rese conto che non erano vampiri, ma non sembravano nemmeno del tutto umani. A conferma di ciò, il suo pugnale non ne aveva distrutto i corpi ma, nel punto in cui aveva tagliato, la pelle si era ingrigita e polverizzata. Era un segno che faceva comunque presagire un legame fra quelle creature e i succhiasangue.
Tutte le Recuperatrici avevano una lama di quel genere, veniva chiamata Nam-Us. La composizione del metallo faceva in modo di creare una combustione interna nel corpo dei vampiri, che si polverizzavano in una fiammata. Su tutte le altre creature, invece, aveva lo stesso effetto di un normale pugnale. L'origine dei Nam-Us non era chiara, si diceva che fossero forgiati col materiale di un meteorite, ma non c'era alcuna prova che fosse la verità. C'era addirittura chi sosteneva che fossero stati gli alchimisti a crearla. L'unica cosa certa era che si trattava di strumenti che venivano passati da una Recuperatrice all'altra da ormai molto tempo.
Non aveva tempo di nascondere i corpi, quindi, dopo averli esaminati velocemente, si diresse di nuovo verso Amber. La ragazza era ancora in ginocchio e succhiava ancora dal collo del prete.
- Ora ce ne liberiamo del tutto - le disse, allontanandola delicatamente.
Amber alzò la testa e si scostò. Aveva lo sguardo assente e la faccia sporca di sangue.
- Quello che hai fatto ti costerà la vita - sibilò il prete, in tutta risposta.
Antonia avrebbe voluto sottoporlo a un interrogatorio come si deve, ma non c'era tempo. Il bambino sarebbe nato a momenti.
- Pensa per te, - tagliò corto lei, afferrandogli la testa con entrambe le mani e spezzandogli il collo.
A quel punto Amber sussultò e sembrò svegliarsi dal torpore.
- Adesso muoviamoci, abbiamo già perso troppo tempo - decise poi la vampira, prendendola per un braccio e facendola alzare in piedi.
- Io… sto male - sussurrò Amber, trascinandosi dietro di lei.
Aveva retto fin troppo, pensò la vampira. Le restava davvero poco.
- Allora allunga il passo, - le intimò, continuando a tenerle il braccio.
Erano appena arrivate su via dei Fori Imperiali quando Amber si piegò in due, portandosi una mano sul ventre. Era sofferente e probabilmente già in pieno travaglio.
- Io... non ce la faccio... - gemette Amber prima di cadere in ginocchio.
- Siamo quasi arrivate, vediamo di non dare spettacolo proprio adesso - le sussurrò Antonia.
La vampira si guardò intorno. Davanti a loro, a meno di cinquecento metri si stagliava il Colosseo, in tutta la sua antica magnificenza. A quell'ora il marciapiede di via dei Fori Imperiali era deserto. Le macchine sfrecciavano a tutta velocità e nessuno sembrava essersi accorto delle due donne sul marciapiede. Ma se si fosse fermata una volante della Polizia avrebbe avuto un problema serio a spiegare la presenza di una donna incinta con la faccia impiastrata di sangue.
- Non ce la faccio... aiutami - ripeté Amber, in un rantolo.
- E invece ce la devi fare! - sibilò Antonia tirandola su per un braccio.
Solo in quel momento si accorse della macchia scura sul marciapiede. Colava da sotto il vestito, fra le gambe della ragazza. Si rese conto che non c'era possibilità di arrivare in tempo al Conservarium.
- Non c'è più tempo, stai per partorire - disse Antonia.
La prese in braccio e si spostò con cautela nell'unico luogo in cui sarebbe stata al sicuro da sguardi indiscreti: le rovine degli antichi Fori Romani. Scelse un luogo poco illuminato e adagiò Amber sull'erba umida. Era Agosto e la temperatura era mite, nonostante avesse piovuto tutto il pomeriggio. Intorno a loro le pietre bianche degli antichi marmi riflettevano la luce della luna e si stagliavano contro il cielo nero come guardiani senza tempo.
- Ti prego, salva mio figlio - rantolò Amber portandosi entrambe le mani sul ventre.
- Vediamo di farlo uscire, intanto - rispose Antonia, sfilandole gli slip.
- Ma è troppo presto! Mancano due mesi! – protestò, cercando di divincolarsi.
- Avrei detto meno dalle dimensioni - commentò Antonia sollevando la gonna del vestito.
Amber piegò la testa all'indietro tendendo il collo.
- Ti prego! Fa in modo che viva - gemette.
- Va tutto bene, siamo già a buon punto - sussurrò Antonia tastandole il ventre.
Sapeva quello che stava facendo, il bambino era già incanalato e aveva tutta l'aria di non veder l'ora di uscire. Il problema era la madre, stava perdendo troppo sangue e la trasformazione non era abbastanza avanzata da consentire alle sue ferite di rimarginarsi velocemente.
- Ti prego fa che sia maschio...
Antonia parlava a se stessa mentre controllava la dilatazione di Amber.
- Eccolo- disse poi, quando vide la testa.
La ragazza era ormai allo stremo, il respiro era poco più di un rantolo e sembrava aver smesso di lottare. Antonia si passò la lingua sulle labbra.
- Amber, ascoltami. Ti chiedo un ultimo sacrificio, se vuoi che tuo figlio viva non ti devi arrendere proprio adesso, - la incoraggiò.
A quelle parole Amber diede fondo a tutte le sue energie. Forse il piccolo ce l'avrebbe fatta, ma la ragazza no, pensò Antonia. Ne ebbe la conferma quando spinse per l'ultima volta. Amber urlò e subito dopo si accasciò, crollando la testa da un lato.
- Eccoti - mormorò Antonia quando ebbe l'esserino fra le mani.
Era piccolo e pallido, con una zazzera di capelli scuri sulla testa. Non piangeva e la vampira si rese subito conto del motivo: si trattava di una femmina. Tutto ciò che aveva temuto fino a quel momento, si era avverato. Maledì il destino che l'aveva messa di fronte a quella prova. Il passato le tornò alla mente, soffocandola con le sue lunghe spire di dolore e senso di colpa. Una morsa le strinse la gola e le tolse le forze, mentre dentro di lei il vuoto minacciava di inghiottirla. Per un attimo il mondo vorticò intorno a lei, procurandole un senso di nausea.
Mentre la sua mente vacillava, però, l'istinto di conservazione le consentì di non smarrirsi. L'alba stava per sorgere e presto il sole avrebbe cancellato i resti di quella notte. Doveva andarsene, o la luce avrebbe avuto ragione di lei.
Eseguì i gesti successivi meccanicamente, mentre dentro di lei il dolore lasciava posto a un senso di vuoto oscuro e senza via d'uscita. Osservò prima la bimba, poi Amber. Da una mano della ragazza era scivolata la catenina con la croce. La prese e la infilò al collo della piccola. Subito dopo strappò un lembo del vestito di Amber e lo strinse intorno al cordone ombelicale. Estrasse le zanne e si chinò su di esso, tranciandolo di netto. Eseguì il rituale con precisione e rispetto. Quella piccola creatura ne aveva tutto il diritto, pensò Antonia, sfiorandole la guancia con le dita.
Fu in quel momento che accadde qualcosa che era destinata a cambiarle la vita per sempre: la bambina raggrinzì il volto e pianse. Pianse con tutte le sue forze verso il cielo, in quella notte in cui la luce della luna piena era cosi forte che aveva fatto sparire le stelle, celandole dietro un pallido sudario.
Antonia non aveva mai creduto ai miracoli, ma quel 14 di agosto fu testimone dell'evento più incredibile della storia dei vampiri: una femmina era appena sopravvissuta al parto e, da come urlava, aveva tutta l'intenzione di continuare a proclamare la sua esistenza al mondo.
La sorpresa, lo smarrimento e l'incredulità la assalirono in un misto di straziante felicità e dolorosa consapevolezza. La strinse fra le braccia e la baciò mentre una marea di emozioni saliva dentro di lei fino a rompere antichi argini. Ringraziò a bassa voce una volta, due, tre, senza saper bene chi o cosa. Intanto le nuvole si erano dissolte e il chiarore che annunciava l'alba iniziava a diffondersi intorno alla luna, donando al cielo un tenue colore violaceo. Era euforica, era fuori di sé.
- Ti chiamerò Luna - sussurrò con voce rotta, mentre osservava l'astro argenteo nel cielo.
Solo in quel momento si accorse delle lacrime rosse che le erano scese lungo le guance e dei singhiozzi che le scuotevano le spalle. Si sentì di nuovo parte del mondo, come se la vita avesse ripreso a fluire dal punto in cui era stata interrotta, tanto tempo prima.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: LaStregona