Gloomy Dazzle
“While
the sun hangs in the sky and the desert has
sand
While the waves crash in the Sea and meet the Land
While there's a Wind and the stars and the rainbow
Till the mountains crumble into the plain
Oh yes we'll keep on tryin'”
Innuendo
- Queen
Prologo
Giace a terra, inerte, appena
consapevole del sottile velo di
pioggia che le accarezza il viso, incapace di pensare a qualunque cosa
che non
sia il dolore. L’Unborn dentro di lei affonda gli artigli
nella sua mente
spossata, lasciando graffi tanto brucianti quanto immateriali.
Morirai, sussurra la sua crudele
voce mielata. Verrai risucchiata nel
nulla, morirai come è morta tua madre… Anzi, la
tua fine sarà ben più misera:
la tua anima non avrà riposo, il tuo corpo sarà
divorato dai corvi e dai lupi e
le tue ossa rimarranno per sempre insepolte!
Lei sbatte le palpebre, accecata dalle
lacrime. Perché mi odi
così tanto?, pensa
debolmente. Cosa ti ho fatto?...
Io…
La morsa dell’Unborn si fa
più stretta e straziante, e un rantolo
sfugge dalle sue labbra screpolate.
Perché
sei
colei che mi ha sacrificato per avere un’esistenza completa,
la creatura che mi
ha rubato la vita per alimentare la propria.
Cosa
significa…?
La domanda si perde tra i suoi
pensieri ingarbugliati, irrisolta.
Ansem avanza cautamente attraverso il
bosco, con i movimenti
circospetti e lo sguardo attento del cacciatore. Dietro di lui
camminano due
persone: un giovane uomo dalla pelle bronzea, i cui capelli argentei
scintillano
nella penombra, e un robusto ragazzino sui dieci o undici anni.
«L’odore di
Heartless è molto forte, qui, signore» fa notare
quest’ultimo, storcendo il naso. «Devono essere
passati in parecchi.»
«Un branco
numeroso» conferma Ansem. «E ciò
suggerisce la presenza
di villaggi nelle vicinanze. Non mi stupirei di trovare addirittura una
cittadella
o una rocca, chissà, la gente potrebbe essere meno primitiva
di quanto pensiamo.»
Il giovane che è con loro
annuisce distrattamente, osservando il
panorama tutto attorno con pura meraviglia. Il viaggio attraverso le
Correnti
Cosmiche è stato già di per sé
elettrizzante, ma questo luogo… questo luogo è
diverso, quasi più alieno del labirinto oscuro e
caleidoscopico che collega i
mondi. Non ha mai visto un bosco simile: i tronchi sono massicci e di
una
tonalità quasi violacea, mentre le foglie rossastre sembrano
ricoperte di una
lieve peluria dorata. Tra quegli alberi assurdi svolazzano grossi
insetti
iridescenti simili a vivide scintille, per nulla simili a quelli di
Radiant
Garden. La voce di Ansem si perde in un confuso chiacchiericcio di
sottofondo;
l’udito non è importante quando la vista
è così sbalorditiva. Un insetto
particolarmente acceso e variopinto sfiora la manica della giubba del
giovane e
scompare nel turbine di sfumature fulve che i rami intrecciano sopra le
loro
teste.
«…Xehanort?»
Il giovane si riscuote.
«Sì?»
Ansem lo guarda con espressione
severa, ma i suoi occhi brillano
divertiti: è chiaro che condivide pienamente la meraviglia
dell’apprendista.
«Non distrarti,
Xehanort» dice in tono serio. «I dettagli che
cattureremo in questa spedizione saranno utilissimi al laboratorio ed
è
fondamentale raccoglierne il più possibile.»
«Stavo studiando la
diversità della flora e della fauna, signore.»
«Hai già
archiviato un sufficiente numero di campioni.»
Xehanort rinsalda automaticamente la
presa sulla bisaccia che
porta a tracolla: la pelle conciata è già gonfia,
ma a lui sembra di aver
selezionato con molta cura gli elementi da portare con sé a
Radiant Garden. È
dispiaciuto per le scarse dimensioni del proprio bagaglio,
però è preferibile
viaggiare leggeri attraverso le Correnti Cosmiche, sempre che tu voglia
ritrovarti con ogni pezzo del corpo al posto giusto.
«La bisaccia è un
oggetto materiale e quindi per
sua stessa natura limitato, ma gli spazi della mente sono
incolmabili» replica
con dignità. «Nei miei ricordi ci sono
più campioni di quanto un intero
deposito possa mai sperare di contenere.»
Il ragazzino scrolla le spalle, per
nulla colpito da quel discorso
filosofico, ma Ansem sorride. Xehanort ha in sé
l’inevitabile immaturità della
giovinezza, ma anche una mente acuta e brillante. È sicuro
che l’allievo
diventerà un grande scienziato. All’improvviso una
folata gli riempie le narici
di un tanfo pestilenziale, il marcato sentore degli Heartless mescolato
all’odore di qualcosa che brucia.
Ansem accelera il passo, seguendolo, e
i suoi due compagni di
viaggio accorrono subito al suo fianco.
«Un
incendio…?» sussurra confuso il ragazzino.
«O una pira»
riflette Xehanort. «Magari tra i popoli locali le
pire sono di uso comune… In certe culture si crede che
cremare il corpo aiuti
lo spirito a liberarsi.»
I tre iniziano a correre tra gli
alberi, ora incuranti degli
insetti luminosi e delle piante bizzarre. L’ambiente
incontaminato è
interessante, sì, ma Ansem preferisce di gran lunga studiare
la civiltà; senza
contare che Xehanort potrebbe essere stato troppo ottimista riguardo
alla
natura dell’odore di bruciato. Xehanort quasi non se ne
accorge, assorto com’è,
e fa appena in tempo ad evitare di calpestare il corpo umano nascosto
dietro un
grosso groviglio di radici.
«Ma che
diavolo…»
Ansem si ferma,
s’inginocchia a terra e solleva la creatura per le
spalle: è una bambina pallida e smagrita, dagli insoliti
capelli blu
inchiostro, con una veste sudicia e sbrindellata appiccicata al corpo
cosparso
di ustioni ed ecchimosi. Respira ancora, anche se debolmente.
«È una di
loro» mormora Ansem. «Una figlia di contadini,
probabilmente.»
Il ragazzino si china accanto a lui,
osserva la piccola con gli
occhi dilatati dallo sgomento.
«Cosa le è
successo?»
«Credo che saperlo non ci
farebbe piacere» dice seccamente
Xehanort.
Ansem le scosta una ciocca dal
sopracciglio, rivelando un piccolo
segno nerastro: un’immagine contorta fatta di spirali e segni
geometrici fusi
insieme in un caos senza logica.
«Non sempre la sapienza si
sposa al gradimento» mormora. «Avrei
dovuto immaginarlo: i mondi cambiano, ma il problema resta lo stesso.
Un Unborn…»
Il ragazzino sussulta, Xehanort
aggrotta la fronte.
Ansem si rialza in piedi, scrutando
l’assistente con espressione
indecifrabile. «Sono certo che questo campione ti
affascinerà più di tutti gli
altri. La sua ora non è ancora scoccata, siamo ancora in
tempo per salvarla. Te
l’affido, Xehanort.»
Il giovane esita, poi prende la
bambina tra le braccia. È così
leggera e fragile… sembra che basti un colpo di vento a
portarla via.
«Ma,
signore…» balbetta il ragazzo.
Ansem alza una mano, bloccando sul
nascere qualsiasi protesta.
«Gli Unborn non sono
contagiosi; una volta impiantati in un
individuo, ricavano energia da esso senza estendersi anche ad altri. Li
ho
studiati a lungo, credimi, Terra. Non porterei mai una minaccia simile
a
Radiant Garden.»
Il ragazzino avvampa e china il capo,
imbarazzato per aver osato
mettere in dubbio il senno del suo maestro. Si sa, talvolta dopo un
certo
numero di anni la maturità di un uomo sfiorisce per cedere
il posto a
un’ingenua negligenza, ma per Ansem non è ancora
tempo e forse non lo sarà mai.
L’uomo si volta verso ovest,
da dove proviene l’odore di fumo, e
arriccia lievemente il naso.
«Proseguire sarebbe
azzardato. Consiglio di tornare a Radiant
Garden.»
In quel momento di silenzio e tensione, nessuno di loro immagina le insospettabili capacità della bambina appena salvata.
**********************************************************
Premetto che la
fiction non si basa su tutte le informazioni sinora svelate, anzi,
molti
dettagli sono stati inventati. Scusate per l'inizio un po' macabro...
mi auguro
comunque che come primo capitolo vi piaccia e di avervi interessato ^^
questo
era un ritaglio di passato, la vera storia parte dal prossimo
capitolo...
aloha :-)