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Autore: sticky2012    17/03/2015    4 recensioni
Questa fanfiction è divisa in 2 parti. La prima ambientata durante il sesto anno di Ginny (settimo libro) mentre la seconda è ambientata l'anno successivo quando tutti, chi per una ragione e chi per un'altra, torneranno ad hogwarts e dovranno fare i conti con le conseguenze dell'anno precedente.
Di cosa parla? Di una Ginny innamorata del suo Harry ma , anche se lei farà molta fatica ad ammetterlo e ad accettarlo, entrerà qualcun'altro nel suo cuore.
Chi? Draco Malfoy. Mentre nella prima parte vedremo un Harry praticamente assente e una Ginny impegnata con un Malfoy molto "presente", nella seconda parte avremo tutti e tre i protagonisti insieme.
Perchè leggerla? Cercherò di far vedere una Ginny molto dolce, razionale e matura col suo Harry e farò emergere una Ginny completamente irrazionale e più spensierata con Draco.
Vedrete un Draco molto combattivo e pronto a tutto per ottenere quel che vuole realmente, una Ginny molto in contrasto con quello che le capiterà e un Harry innamorato nel termine più dolce.
Il finale? già scritto ed è già nella mia testa.
Ci sarà una scelta? Sì.
Chi la spunterà? leggete la storia.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny
Note: Otherverse | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 14.
 
Solo per lei

 
 
 
 
Ciao amore.
Non puoi immaginare quanto io sia felice per te. Sono sicuro che questo sia solo l’inizio. Avrai un anno bellissimo. Il primo di una lunga serie. Te lo meriti tutto e tu lo sai!
La tua famiglia, soprattutto Ron, non sta più nella pelle dall’emozione. Credo che abbiano dato la notizia praticamente a tutto il Regno Unito. Poi tu li conosci meglio di me per immaginare il loro entusiasmo!
Saremo tutti lì per la tua partita a fare il tifo per te!
Per quanto riguarda Neville, se la caverà benissimo come professore.
Per il resto, come va? Hai già iniziato le lezioni?
Aspetto tue notizie con ansia.
Domani avrò il primo incontro con il Capo Auror e vorrei tanto averti qui, per raccontarti tutto.
Ti amo, sempre e ovunque.
Non dimenticartelo mai.
P.S. : sono orgoglioso di te.
Tuo Harry

 
 
Cammino avanti e indietro nella mia stanza, in preda al panico.
Sono quasi le otto, indosso ancora la divisa scolastica e non ho la più pallida idea se andare o no a questa maledetta cena. Ero convinta di accettare l’invito fino a quando, a pranzo, non è arrivata la risposta di Harry alla mia lettera di ieri.  Avrei dovuto rispondergli ma non ho la minima idea di cosa scrivergli.
Dovrei dirgli che sto per uscire a cena con Malfoy che nel frattempo è diventato professore di pozioni. E forse dovrei anche spiegargli che uscire con lui non è una novità per me e raccontargli i nostri precedenti dell’anno scorso.
No. No. Questo è fuori discussione.
Però non mi va nemmeno di scrivergli delle bugie.  L’unica cosa razionale da fare è risolvere questa spiacevole questione con Malfoy, ottenere la sua firma  e domani mattina scrivere ad Harry. Tra una riga e l’altra butterò lì la notizia del nuovo professore di Pozioni e che io, dato la sua presenza, mi sono cancellata dal corso.
Se sarò fortunata, Harry, non darà molto peso alla notizia e non dovrò rispondere a ulteriori domande.
Mi sembra un giusto compromesso tra il mentirgli e rispolverare storie vecchie che ormai sono sepolte e dimenticate, almeno da parte mia.
Guardo l’orologio e mancano solo cinque minuti alle otto.
Non voglio arrivare in ritardo. Prima cominciamo questa pantomima e prima finiamo.
Vado all’armadio, mentre con una mano mi slaccio camicia e cravatta della divisa, e qui mi viene l’ennesimo dubbio.
Cosa diavolo devo mettermi? Pretenderà mica che mi vesta elegante? Non è una cena romantica e quindi non se ne parla nemmeno di mettermi vestito o tacchi.
Opto per un pantalone beige, una semplice camicetta bianca e, data la temperatura ancora calda, m’infilo una giacca nera di pelle; mi lego velocemente i capelli in una semplice coda, infilo un paio di stivaletti neri e senza guardarmi allo specchio, prima di ripensarci, esco dalla stanza.
Scendo dalla torre di grifondoro, cammino a testa bassa lungo i corridoi, per non destare l’attenzione dei vari studenti che si dirigono verso la Sala Grande.
L’ultima cosa di cui ho bisogno ora, è che qualcuno mi ferma per chiedermi dove sto andando.
Scendo verso i sotterranei e, per mia fortuna, sono quasi deserti tranne qualche serpeverde del primo anno che nemmeno si accorgono del mio passaggio.
Arrivata davanti all’aula, mi fermo, faccio un grande respiro e, prima di bussare, mi guardo l’anello di Harry al mio anulare.
Cosa sto facendo? Cosa ci faccio qui?
E se me ne andassi e da domani cominciassi a frequentare il corso di pozioni come ho fatto ogni anno?
L’immagine di me rimproverata da Malfoy per aver sbagliato una pozione mi fa irritare così  tanto che scaccio via quell’idea e, senza aspettare altro tempo, busso alla porta.
Nessuna risposta.
Sto per ribussare quando la porta si apre.
Malfoy senza soffermarsi a guardarmi esce dall’aula e chiude la porta dietro di sé.
-Sei in ritardo-. Si guarda attorno probabilmente controllando che non arrivi nessuno.
-Di cinque minuti. Chiedo umilmente perdono-. Il sarcasmo nella mia voce non manca.
Le labbra di Malfoy s’incurvano leggermente all’in su; si vede benissimo che sta trattenendo il suo solito ghigno malefico.
Inizia a guardarmi dalla testa ai piedi, con un certo disappunto.
-Potevi anche vestirti consona all’orario di cena !-. Cerco di non farmi notare mentre guardo il suo abbigliamento, ma purtroppo devo ammettere che è, come al solito, impeccabile.
Completo nero con camicia dello stesso colore leggermente sbottonata sul davanti, scarpe di vernice e capelli tirati indietro .
Prima di perdermi in altre discussioni,torno al punto centrale della serata.
- Spero tu abbia firmato la pergamena del mio esonero?-.
 Malfoy sbuffando palesemente, mi afferra per un braccio e inizia a tirarmi lungo il corridoio.
Appena comprendo la situazione tiro via il braccio dalla sua presa, mi fermo e incrocio le braccia come solo le donne Weasley sanno fare.
-No ORA. I patti erano questi, Malfoy-.
Non intendo fare un passo di più se prima non vedo la firma di Draco su quella pergamena.
Lui mi fissa spazientito, alza gli occhi al cielo e, dopo un momento di profondo silenzio di entrambi, la sua espressione sembra addolcirsi.
Fa un passo verso di me e mi porge di nuovo la sua mano.
-Avrai il tuo foglio; l’ho già firmato ma non ce l’ho qui con me. Lo avrai quando arriveremo a destinazione-. Rimango interdetta da queste parole, quasi irritata. Non è stato ai patti. E’ una trappola?
-Weasley, non sono nato ieri. Se te lo dessi ora, chi mi da la garanzia che tu non scapperesti via correndo?-.
Ecco qual è il problema. Non si fida di me e pensa che possa essere io a fregare lui. A essere sincera, non mi è mai passato dalla mente di non rispettare l’accordo fatto.
-Non lo farei-.
Rimaniamo a guardarci occhi negli occhi mentre ci studiamo a vicenda; mi porge di nuovo la mano.
-Allora andiamo, Weasley. Tu non freghi me e io non frego te-.
Senza rifletterci molto, afferro la sua mano e, in un attimo, tutto attorno a noi inizia a girare come in un vortice fortissimo; i miei piedi si staccano da terra e non riesco più nemmeno a vedere l’immagine di Malfoy.
Tutto gira intorno a me; mi viene un forte senso di nausea, sto quasi per rimettere quando questo forte turbine si ferma e i miei piedi toccano terra.
Conosco perfettamente questa sensazione e quando apro gli occhi trovo la conferma dei miei sospetti.
Ci siamo appena smaterializzati fuori da Hogwarts.
Mi guardo attorno per capire dove mi trovo.
Siamo davanti a una porta che mi sembra di aver già visto; mentre Malfoy continua a tenermi per mano, io faccio un passo indietro per guardarmi meglio attorno.
Senza darmi tempo, Malfoy bussa alla porta ed è questo semplice movimento che mi fa tornare in mente tutto quanto.
Siamo a Diagon Alley; nello stesso locale, dove mi ha portato alla vigilia di Natale.
La vigilia di Natale.
Mi ha riportato nel luogo del fattaccio.
-Sei impazzito? Come ti è venuto in mente di riportarmi qui?-. Dalla sua espressione dolorosa mi rendo conto che, dalla rabbia, sto stritolando la sua mano.
Gli lascio la mano e guardo la strada dietro di me. Il vicolo è rimasto buio come mesi fa ma, a differenza dell’ultima volta, potrebbe passare chiunque da un momento all’altro e se mi vedessero con Malfoy, cosa penserebbero? Lo verrebbero a sapere tutti e, forse, arriverebbe anche alle orecchie di Harry…
Appena la porta si apre mostrando la figura minuta di Irina, senza esitare, corro all’interno del locale, senza manco fare un cenno di saluto all’elfa di Malfoy.
Una volta all’interno, schiacciata contro il muro, vedo Malfoy, ancora fuori, e Irina che mi guardano sbigottiti dal mio comportamento.
-Cosa aspetti a entrare?  Ci potrebbero vedere, ti rendi conto?- Malfoy ancora a bocca aperta guarda Irina, anche lei confusa, ed entra nel locale chiudendo la porta dietro di se.
Irina rimane immobile all’ingresso con la testa bassa.
Vorrei picchiarlo a sangue ma mi trattengo solo perché ho il sentore che Irina non sarebbe molto d’accordo .
-Non sto qui un minuto di più. Dammi quel dannato foglio che mi sta rovinando l’esistenza così chiudiamo questa storia una volta per tutte. Hai capito?- Mi avvicino a lui, con aria minacciosa ma non mi sembra per niente intimorito.
-Datti una calmata Weasley. Dove volevi che andassimo? Vuoi andare a fare una passeggiata per le vie di Diagon Alley o forse vuoi andare a Hogsmeade? Io sono pronto, andiamo! Sono certo che lì non ci vedrà nessuno, vero?-.
Odio ammettere che ha ragione. Qualsiasi altro posto sarebbe stato senz’altro più pericoloso di questo.
-Se fossimo rimasti ad Hogwarts, non ci saremmo posti il problema di essere visti!-.
Malfoy mi fa l’occhiolino; mi passa accanto sfiorandomi la spalla e va verso la sala dietro di noi che io, ancora, non ho avuto il coraggio di guardare.
-Ciao Irina-.
Irina alza la testa, tutta sorridente.
-Buonasera signorina Weasley. E’ un piacere rivederla!-mi sento in colpa per non averla considerata quando sono entrata. Prima, devo esserle sembrata una pazza.
-Spero che il tuo padroncino ti tratti bene-. Lo dico per smorzare i toni di prima ma sembra che lei l’abbia presa molto seriamente.
-Il mio padrone Draco Malfoy-. La sua voce si fa più seria sulla parola padrone.
All’inizio non capisco cosa voglia sottolinearmi ma poi mi torna in mente la conversazione che avevamo avuto nel bagno della mia stanza, qualche mese fa. Mi aveva detto che il suo padrone legittimo era Lucius Malfoy, anche se si vedeva benissimo che preferiva Draco di gran lunga.
Da quando Malfoy senior è stato condannato tutte le sue cose sono passate sotto la proprietà di Draco, compresi gli elfi domestici.
Ecco spiegato il motivo della precisazione di Irina; ci teneva a precisare chi fosse il suo vero padrone.
-Sono contenta per te, Irina-. L’elfa, quasi commossa, si avvicina a me.
-Mi vuole dare la sua giacca, signorina Weasley?- .
Irina mi ha quasi fatto dimenticare dove mi trovo; alla domanda mi risveglio dall’incanto e mi giro per cercare Draco.
-No Irina, non mi fermo molto!-. Questo è poco ma sicuro. Non intendo fermarmi più dello stretto necessario; con la mente torno alla mia scrivania dove si trova la lettera di Harry che aspetta ancora una mia risposta.
Entro nella sala e noto che tutti i tavoli sono spariti e ne è rimasto solo uno, posizionato proprio al centro davanti a me; le lampade accese illuminano la stanza di una luce rilassante.
L’ultima volta che sono stata qui era il camino ad essere acceso mentre ora è semi nascosto dall’unico divano rimasto nella stanza.
Cerco di scacciare via dalla testa le immagini di me e Draco su quel divano, indietreggio verso il tavolo ma sento la mia schiena sbattere contro qualcosa che non è il muro.
Sento la presenza di Malfoy dietro di me, mi scosto subito come se fossi andata a sbattere contro il fuoco.
Mi giro per guardarlo negli occhi e vedo che tra le mani tiene una pergamena e una bottiglia di whisky incendiario.
-Eri incantata. Rivivevi bei momenti?- il tono di voce di Malfoy si fa sempre più malizioso.
-Assolutamente no. Stavo pensando che appena torno devo scrivere ad Harry-. Ho giocato sporco e nemmeno lui si aspettava questo colpo basso.
Lo vedo che vorrebbe rispondermi ma si trattiene; va verso il tavolo che è completamente sparecchiato e apre la bottiglia che ha in mano.
-Accomodati Weasley-.
-Preferirei restare in piedi-.
-Irina!-. Credo non abbia sentito la mia risposta perché non mi degna nemmeno di uno sguardo.
Irina entra nella sala con un vassoio su cui sono posizionati due piccoli flùt; si avvicina vicino a Draco e lo aiuta a versare il liquido nei bicchieri.
-Puoi andare Irina. Se abbiamo bisogno, ti chiamiamo-.  L’elfa fa un grande inchino e corre via.
-Weasley siediti, per favore-.
-Ho detto NO-. Quale lettera di questa semplicissima parola non ha capito?
Malfoy si sbottona un bottone della giacca e si siede in una delle due sedie ai lati del tavolo.
-Non essere arrabbiata Weasley. Ti ho spiegato perché ti ho portato qui. Una volta, riuscivamo a parlare senza questo continuo tono di sfida. Parlavamo da esseri civili!-.
Questo tono nostalgico mi fa quasi sentire in colpa ma non posso e soprattutto non devo abbassare le difese con lui.
-Dopo quello che mi hai detto mi viene un po’ difficile parlare con te come facevamo l’anno scorso-.
Dopo quello che mi ha detto ieri sera nella sua aula come faccio a comportarmi, come se niente fosse?
-Cosa ti ho detto di così tanto sconvolgente?? Che il tuo amore folle da ingenua bambina per il bambino prescelto Potter si è sciolto come neve al sole? -.
Questo non può permettersi di dirlo.
Mi avvicino al tavolo, per guardarlo in volto e, senza soffermarmi molto, mi ritrovo seduta di fronte a lui.
Non mi guarda ma sul volto ha uno dei suoi sorrisi strafottenti.
 Ha ottenuto quello che ha voluto.
-Questo è il tuo esonero dal mio corso-. Spinge verso di me la pergamena che teneva in mano, la prendo e la srotolo.  Vicino alla firma di Neville, ora c’è anche la firma del professore di pozioni.
Alla fine dei conti, Draco è stato di parola.
Ora potrei andarmene senza degnarlo di uno sguardo, voltargli le spalle per sempre, senza più guardarmi indietro ma non voglio farlo.
Salutarlo dignitosamente non mi costa nulla.
-Grazie!!-.
Solleva un angolo delle labbra in un timido sorriso; prende il suo bicchiere tra le mani e lo solleva in aria.
-Un brindisi, Weasley-.
Afferro anche il mio di bicchiere e lo avvicino al suo.
-E a cosa vorresti brindare?-.
-A questo momento! Entrambi liberi!-.  La risposta mi turba di nuovo. Stiamo entrando in un discorso che non mi piace per niente.
-Se non sono venuta all’appuntamento, quando sei uscito da Azkaban, c’è un motivo Malfoy. Sono veramente contenta che tu sia stato prosciolto ma non me la sentivo di venire da te!-.
-Non è vero-. Lo dice in tono calmo e convinto; faccio fatica a proseguire il discorso.
-Io amo Harry-. È la semplice verità; non posso dirgli altro.
-Lo so-. Sono stupita che riesca ad ammettere l’evidenza. – Sei innamorata di lui da sempre. La tua famiglia stravede per lui. Vi conoscete da anni. Vivete allo stesso modo. Siete uguali-.
-Almeno questo lo hai capito-. Tiro un sospiro di sollievo e ingurgito un’altra golata di quel buonissimo whisky. Sono decisamente più rilassata.
-L’unica cosa che ho capito è che tu sei convinta di essere innamorata di Potter. Non hai mai preso in considerazione l’idea che, forse, quest’amore epico che hai idealizzato tanto, nella realtà sia piuttosto deludente??-.
Scoppio a ridere.
-Non voglio parlare con te della mia storia con Harry-. Il suo ghigno divertito si fa sempre più evidente.
-Due settimane fa non sei venuta all’appuntamento perché avevi paura; se fosse vero che ti sono indifferente, saresti venuta senza problemi-.
-Ma tu non mi sei indifferente! A volte mi stai anche simpatico - bevo l’ultimo sorso di liquido nel mio bicchiere ma Malfoy provvede subito a riempirlo di nuovo.
-Ah. Quindi tu vai a letto con tutti quelli che ti stanno simpatici??- mi va di traverso il whisky e quando mi ricompongo, lo guardo sbalordita.
-Non fare quella faccia, Weasley. E’ quello che è successo! -sento le mani iniziare a sudarmi.
-Puoi smetterla di ricordarmelo??  -.
Malfoy mi studia riflessivo per qualche secondo; poi posa il bicchiere, si alza ed esce dalla sala.
Sono convinta di essere rimasta sola nella stanza, prendo la bottiglia di fronte a me e sollevandola m’accorgo che è completamente vuota. Come abbiamo fatto già a finirla?
In effetti, la testa mi gira un po’ ma, a dirla tutta, mi sento anche leggermente più rilassata di quando sono arrivata.
Sto per alzarmi quando sento due mani sfilarmi la coda e sciogliermi i capelli; non faccio in tempo a girarmi che sento le labbra di Malfoy sul mio orecchio.
-Stai ferma-.
Il tono della sua voce è così suadente e malizioso che il mio corpo si paralizza dalla testa ai piedi; non riesco a muovermi.
 Ho freddo e caldo insieme.
Con due dita mi accarezza il collo fino ad arrivare al colletto della camicia, scende un po’ più in basso e, con estrema facilità, mi sbottona il primo bottone.
Sento il mio corpo elettrizzato; la mia mente si opporrebbe ma è proprio il mio corpo a non volerne sapere di muoversi.
Ho la pelle d’oca. Ogni volta che torna ad accarezzarmi il corpo, percepisco una strana tensione in ogni parte del mio corpo.
-Anche Potter ti tocca così?-.
Le sue dita smettono di giocare sul mio collo e ne approfitto per riprendere la mia lucidità.
Con uno scatto, sbattendo nello spigolo del tavolo, mi allontano da lui e corro verso il muro.
-Devi smetterla-. Ho il fiatone e mi sento incredibilmente accaldata.
Per non far notare il mio stato, mi abbottono la camicia fino all’ultimo bottone e mi rilego i capelli.
Malfoy è ancora leggermente piegato sulla sedia, dove ero seduta qualche attimo fa e mi guarda quasi divertito dall’imbarazzo che si è creato.
-Hai caldo, Weasley?-.
E me lo chiede pure? Sento le guance avvampate dal caldo e la fronte leggermente sudata.
Potrei urlare, schiaffeggiarlo, prenderlo a male parole ma questo giocherebbe solo a suo favore.
-E’ il whisky a farmi questo effetto. Devo tornare ad Hogwarts-.
Devo andarmene. Questo posto mi mette a disagio e la situazione non mi piace per niente.
Draco sembra tranquillo nonostante la mia richiesta; senza smettere di guardarmi, si appoggia al tavolo.
-E’ un peccato che non sei attratta da Potter come, invece, lo sei da me!– il suo tentativo di sfidarmi, questa volta non andrà a buon fine.
Non voglio ascoltare nemmeno una parola in più e non voglio cadere nelle sue provocazioni.
-Devo tornare ad Hogwarts-.
Malfoy infastidito dalla mia risposta, s’incammina lentamente verso di me.
-Oppure no. Potremmo ripetere il discorso iniziato a Natale … -.
Quando ormai è di fronte a me, mi accorgo che sono di nuovo senza vie di fughe.
Inizia a mancarmi anche la salivazione e non sono più sicura di riuscire a proferire parola.
Si avvicina ancore di più; mi sposta una ciocca di capelli che mi ricadeva sulla guancia, dietro all’orecchio.
-Harry è quello giusto per me-. Non so perché ma il tono della mia voce non risuona molto convincente.
Mi afferra la mano destra e la posiziona, con delicatezza, sul suo petto.
Sento il battito impazzito del suo cuore. Se potesse sentire il mio, probabilmente, sentirebbe la stessa cosa.
-Lo senti, Weasley?  E’ questo che posso darti io. Passione. Adrenalina. Avventura. FolliaDev’essere sconvolgente rendersi conto di essere molto più a tuo agio con me che con lui!!-.
-Tu non hai la minima idea di quello che voglio io. Harry, sì. -.
Draco si passa una mano nei capelli che iniziano a ricadergli sulla fronte.
- Ma TU vuoi davvero stare con lui? La domanda è: lo vuoi nello stesso modo in cui desideri me? Oppure ti accontenti di lui perché, per te, è troppo complicato ammettere di volere me? Sai lo scandalo?!?! Una Weasley e un Malfoy! La tua famiglia cosa direbbe? La gente cosa direbbe? A te importa di questo o di quello che vuoi tu veramente?-.
Sento una strana malinconia dopo queste parole.  Si è trasformato nel Malfoy  triste, che ho imparato a conoscere così bene, l’anno scorso.
-Non sei un cattivo. A volte, hai fatto cose cattive e.. ne hai fatte anche di buone – di questo ne sono convinta al mille per mille.  -Ma tu sei e resterai sempre un Malfoy. Io e te, non potremo mai essere nulla! - sollevo la mano e gli accarezzo una guancia.
Lui stupito da questo gesto, rimane un attimo confuso; chiude gli occhi.
Ha un’espressione che, sinceramente, mi turba non poco. Mi fa sempre un certo effetto vederlo così. E’ come se i suoi demoni fossero sempre lì, pronti ad attaccarlo quando meno se lo aspetta.
Malfoy trattiene la mia mano vicino alla sua guancia e ci posa un leggero bacio sopra.
Non so come ma ora il disagio di prima non lo sento più e , anzi, ora mi sento in dovere di dire qualcosa per rincuorarlo.
Lo guardo, lui guarda me e mi sento … in pace.
-E se ti dicessi che è da un po’ di tempo che voglio intensamente passare ogni minuto delle mie giornate con una sola persona?? - pronuncia quelle parole con un sussurro di voce, a occhi chiusi e con la mia mano premuta sulla sua guancia.
Non so perché ma non percepisco più il pericolo che sentivo cinque minuti fa.
-Andiamo. Torniamo ad Hogwarts-.
Draco fa un passo indietro, va al tavolo e prende la mia pergamena di cui mi ero anche dimenticata.
Non so cosa pensare. Avrei giurato che sarei dovuta scappare di corsa per uscire di qui  e, invece, è lui, di sua spontanea volontà, a voler tornare indietro.
E’ completamente imprevedibile. Da animale di caccia che aspetta che la preda arrivi nel suo recinto, in un momento, è passato a essere la preda stessa.
Prima che possa cambiare idea, gli vado dietro ma non sono entusiasta del fatto di doverci lasciare in questo modo. Preferisco, di gran lunga, quando fa il dispotico arrogante piuttosto che vederlo così silenzioso.
Prima che possa fargli una domanda, mi afferra un braccio e in un attimo ci stiamo di nuovo smaterializzando.
I miei piedi ritrovano la terra, apro gli occhi e mi ritrovo davanti all’aula di pozioni; alla mia destra, Malfoy, ancora incupito si finge impegnato a cercare qualcosa nelle sue tasche.
Dovrei salutarlo e andarmene ma … rimaniamo lì, uno di fronte all’altro, a guardarci, ognuno immerso nei propri pensieri.
Vorrei dirgli qualcosa ma ho paura che qualsiasi mia  parola possa essere fraintesa da lui.
-Se ti ho offeso in qualche modo, mi dispiace. Non era mia volontà farlo – finalmente sembra risvegliarsi dai suoi pensieri. Rivedo nei suoi occhi un po’ di divertimento.
-Tu non c’entri nulla. Solo che … ogni tanto penso al fatto che, oltre a te, non mi è rimasto nessuno. Non ho più un familiare e molti di quelli che mi girano attorno sono solo degli avvoltoi, che vengono attratti dal mio cognome o dai miei soldi -.
Oltre a te.
Sono colpita dalla maturità che sta dimostrando; fino all’anno scorso la sua famiglia e i suoi amici erano un vanto per lui mentre ora sembrano la sua peggior vergogna.
Oltre a te.
Sono veramente io l’unico affetto che gli è rimasto?
E lui, per me, cos’è?
Posso prendermi la responsabilità di essere l’unico affetto per Malfoy? La risposta corretta sarebbe no; dovrei essere corretta e dirgli che, in realtà, io non sono nulla per lui ma non me la sento.
Come posso fare una cosa del genere? Dovrei dimenticarmi anche delle cose buone che ha fatto per me, l’anno scorso?
No, questo non posso farlo. Non fa parte di me.
Perché stare con lui mi fa questo effetto? Mi fa dimenticare di tutto, come se non esistesse nient’altro, se non noi due. Tutto il mondo e tutti i problemi svaniscono.
 Per tutta l’estate ho voluto far finta di essermelo dimenticato ma mi è bastata un’ora per capire che così non è stato.
Il vero problema è che appena mi allontano da lui, la realtà mi ricade addosso come un macigno ristabilendo le varie priorità.
E se avesse ragione lui? Se ci fosse veramente una parte di me che prova qualcosa anche per lui?
No, non è possibile.
-Davvero non senti il bisogno di baciarmi? Io lo sento da quando ti ho vista all’udienza in cui hai testimoniato - con una veloce falcata mi raggiunge, mi afferra il volto tra le sue mani e poggia la sua fronte alle mie.
Afferro le sue mani per allontanarle ma,  vedere i suoi occhi così vicini, mi fa smettere di pensare razionalmente.
-Io non … - vorrei parlare e ripetergli che lui non è niente per me ma non ci riesco; le mie mani sono finite intrecciate alle sue, sento il suo respiro così vicino e rimango incantata a fissare le sue labbra …
-Ginevra … ci siamo solo io e te, qui! -.
Il mio nome non mi è mai risultato così dolce da ascoltare.
Guardo quegli occhi color ghiaccio che quasi rispecchiano i miei; sento di nuovo un gran caldo nonostante abbia i brividi in tutta la schiena.
Chiudo gli occhi e l’unica immagine che mi compare nella mente è Malfoy.
Quando li riapro è ancora qui; così vicino …
Stacco le mie mani dalle sue e, senza esitare, afferro il suo volto, lo avvicino a me e poso le mie labbra sulle sue.
Non c’è nulla di delicato; i movimenti sono veloci e frettolosi.
Malfoy, senza perdere tempo, stringe la presa sulle mie guance e mi avvicina ancora di più a lui.
Morde e assaggia le mie labbra, una per una, senza mai staccarsi nemmeno per prendere fiato.
La mia testa urla di staccarmi da lui ma l’unico effetto che produce è quello delle mie mani che gli afferrano la camicia, lo tirano verso di me per stringerlo ancora più forte.
Non mi accorgo nemmeno che Malfoy mi ha spinto contro il muro, se non quando sento la mia testa picchiare contro la parete; la fitta di dolore invece di indebolirmi mi da un’ennesima scarica di adrenalina.
Le nostre labbra e le nostre lingue non smettono di cercarsi mentre le mie mani rimangono, aggrappate alla sua schiena.
Draco appoggia le sue mani al muro bloccandomi completamente nella sua presa; allontana le labbra dalle mie ma senza staccare il suo corpo da me, di nemmeno un millimetro.
Mi basta aprire gli occhi e vedere il modo ardente in cui mi sta guardando in questo momento, per capire cosa succederà se non riprendo in mano la situazione.
Con grande sforzo, nonostante senta tutte le articolazioni nervose in fiamme, spingo via Malfoy giusto il tanto per staccarmi dal muro e allontanarmi qualche metro da lui.
Dentro di me, una piccola vocina urla in segno di protesta.
Mi porto le mani al volto e inizio a massaggiarmi le tempie della fronte. Non voglio vedere la mia immagine riflessa da nessuna parte , ho troppa paura di quello che potrei vedere. Cerco di riprendere fiato!!
Cosa ho fatto? Ma perché?
Cosa c’è di sbagliato in me? Sono così debole da fare una cosa del genere ad Harry dopo solo due giorni che non lo vedo?
Ma poi perché Malfoy? Perché doveva capitarmi una cosa del genere proprio a me e, soprattutto, con lui? Perché non sono passati nemmeno due giorni e siamo, di nuovo, a questo punto … allora la mia estate con Harry a cosa è servita?
-Weasley … -.
-NO!- sentire la sua voce infrange l’unica speranza che avevo, che si fosse trattato di un incubo.
-Weasley … -.
Mi giro credendo di vederlo dispiaciuto di quello che ha appena fatto e invece… il ritratto della serenità!
-NON DIRE UNA PAROLA! NON VOGLIO SENTIRE LA TUA VOCE!-.
-Se non abbassi la voce, ci sentirà tutto il castello!-.
Oh Dio ... poteva passare chiunque e beccarmi mentre baciavo Malfoy.
Vederlo così tranquillo e soddisfatto mi fa innervosire ancora di più; vorrei urlare ma non posso.
Cerco di respirare profondamente;  non ottengo alcun risultato.
Mi faccio coraggio e torno a guardare Malfoy, sperando di trovare in lui le risposte che sto cercando.
-Va tutto bene, Weasley. E’ così che devono andare le cose!-.
Ma come fa a dire una cosa del genere?
-Ti prego! Allontanati da me. Almeno per questa sera! Non mi costringere a mettere tutto in discussione! Non sono pronta … sono passati solo due giorni!!– mi guardo l’anello di Harry e sento tutta la frustrazione affliggermi.
Forse anche questo è un errore ma, nonostante sia lui il colpevole dei miei drammi, mi sento magicamente più serena.
-Draco? La faresti una cosa per me?- faccio un passo indietro perché voglio che mi veda bene in faccia.
-Sì – risponde confuso.
-Perché non torni a disprezzarmi come hai sempre fatto fino all’anno scorso?- sono disposta anche a inginocchiarmi per convincerlo.
Lui non sembra molto stupito dalle mie parole, anzi!
-Ma io un po’ ti disprezzo ancora!!!- mi fa l’occhiolino, trattengo una risata –Solo che, invece di provare ripulsione, sono completamente attratto da te!-.
-NON IMPORTA!! -.
Per un veloce istante sono convinta che forse, se fosse rimasto ad Azkaban, tutto questo non sarebbe mai successo ma ricaccio indietro l’idea; sarebbe vergognoso anche solo pensare una cosa del genere.
-Io voglio che tu stia lontano da me! – devo essere convincente.
-Non è vero! Non lo vuoi davvero. Se fossi sincera, saresti tu la prima a stare lontano da me ma non ci riesci! -.
L’unica soluzione è smetterla di fare domande.
- Io amo Harry. Ok?!-.
-Tu ami Potter ma desideri me. Ecco perché non ti sei presentata quest’estate ed ecco perché non vuoi frequentare pozioni!! -.
-Devo andare! Ho delle cose da fare … -.
-Io avrei una lunga lista di cose da fare con te e ho anche il sospetto che piacerebbero molto anche a te!! - ha l’aria più rilassata – ma comunque, per stasera,  penso sia più che sufficiente! Ci vediamo domani! -.
Sono esasperata dalla situazione.
Devo andarmene. Devo allontanarmi da lui.
Malfoy sembra accorgersi che la nostra conversazione sta per finire, quindi si avvicina alla porta della sua aula e la apre; prima di entrare mi guarda ancora una volta.
-Puoi provare a scappare ma non servirà a niente!-.
Resto impalata a guardarlo senza più nemmeno le forze per contraddirlo; ho la testa che mi scoppia.
Non serve più parlare; ora, devo solo rispondere con i fatti.
Devo cercare di dormire, devo somatizzare quello che è successo e forse dovrò anche parlare con Harry, anche se non so assolutamente cosa potrei mai raccontargli.
Faccio solo alcuni passi quando sento la voce di Malfoy raggiungermi di nuovo.
-Anche se tiferò sempre per i serpeverde, è inutile dirti chi è ormai il mio capitano preferito -.
In tutto questo casino, mi ero quasi dimenticata di essere diventata capitano. E, a lui, chi gliel’ha detto??
Malfoy riesce a strapparmi un sorriso ma, senza nemmeno voltarmi, riprendo a camminare verso l’uscita dai sotterranei.
Ho fatto male a tornare ad Hogwarts; se fossi rimasta con Harry, tutto questo non sarebbe mai successo.
Ormai è troppo tardi per tornare indietro.
L’unica cosa da fare è trovare il modo di mettere fine a questa confusione che ho in testa.
Primo obiettivo: evitare del tutto Malfoy.
 
 

 
Le occhiaie sul mio volto non lasciano alcun dubbio sulla notte appena passata; non sono riuscita a chiudere occhio neanche cinque minuti. Continuavo a girarmi e rigirarmi tra le coperte e ripensavo a tutto quello che era successo.
Non ho ancora risposto ad Harry ma, francamente, ora come ora, non saprei neanche cosa scrivere.
Non so spiegarlo nemmeno  a me stessa; so solo che da ieri sera mi ripeto sempre la stessa domanda: cosa mi sta succedendo?
Sarei anche pronta a raccontare a Harry delle mie debolezze, se solo gli riuscissi a dare una spiegazione razionale sul perché sono successe queste cose.
Guardo le lancette del mio orologio che segnano le otto e mezza; senza nemmeno aver fatto colazione e, dopo averci messo quasi due ore per indossare la divisa, mi faccio forza ed esco dalla mia stanza.
Almeno una cosa positiva in tutto quello che è successo ieri sere c’è! Non dovrò frequentare il corso di pozioni, mai più nella mia vita.
Sono quasi arrivata all’aula del professor Vitious quando sento qualcuno chiamare il mio nome.
-Ginny!! Ginny!! – in mezzo alla folla di studenti scorgo Neville, molto affannato, che si sbraccia per farsi notare.
Mi fermo un attimo per aspettarlo; sono irrequieta perché non mi va di restare in mezzo a tanta gente, visto che non ho alcuna voglia di fare incontri spiacevoli.
-Ciao Neville – appena mi raggiunge, dando una veloce occhiata al corridoio, ricomincio a camminare, accelerando il passo.
-Perché stai correndo? – effettivamente Neville fatica un po’ a tenere la mia andatura soprattutto data la quantità di libri che tiene tra le mani.
-Sono in ritardo – controvoglia, sentendo il fiatone di Neville, rallento un po’ l’andatura.
- Quando mai vai di corsa per arrivare in orario a lezione?- mi dimentico sempre che Neville mi conosce troppo bene.
-Voglio cominciare l’anno con buoni propositi. Uno di questi è arrivare in orario -.
Siamo arrivati di fronte all’aula e non dovrebbero più esserci pericoli; i sotterranei sono dal lato opposto rispetto a dove mi trovo io.
-Fammi sapere se questo tuo nuovo proposito durerà più di una settimana -. Neville non sembra molto fiducioso nella mia nuova puntualità. Cosa ci vorrà mai ad arrivare prima di tutti alle lezioni? Hermione lo faceva sempre senza alcuna fatica. E’ solo una questione di organizzazione. Posso farcela.
- Se non ti sbrighi a dire quello che devi dire, sarai tu a farmi arrivare in ritardo! -.
- Come sei divertente stamattina. Comunque volevo sapere se sei riuscita a cancellarti dal corso di Malfoy?- .
Ogni tanto penso che Neville abbia il potere di leggermi la mente.
-Si -.
-C’è qualcosa che non va Ginny?- sembra studiare qualunque movimento della mia faccia; sto prendendo in seria considerazione l’ipotesi di raccontargli tutto.
Vorrei raccontargli della situazione in cui mi sono cacciata; che solo a una stupide come me, poteva capitare una cosa del genere!!
-Lo sai che a me puoi raccontare tutto? Sei la mia migliore amica! -.
A qualcuno dovrò pure raccontarlo; farmi aiutare da una persona che mi vuole bene. E se escludo la mia famiglia, escludo Harry e Hermione, rimangono solo Neville e Luna.
-Anche tu lo sei. Vorrei potertelo raccontare ma non l’ho ancora detto nemmeno a me stessa!-.
Neville fa un passo in avanti e mi abbraccia. Appoggio la mia testa sulla sua spalla e, dopo una notte infernale, sento sciogliere un po’ la tensione.
-Potresti cominciare col dirla a me!- mi sciolgo dall’abbraccio e gli sorrido; non voglio che si preoccupi.
-Lo farò. Quando sarà il momento – non sembra molto convinto dalle mie parole –non è nulla di grave, Neville. Te lo giuro. Sciocchezze da donne-.
Gli faccio l’occhiolino e sembra finalmente rilassarsi.
-Devo crederti?-. Riesce anche a strapparmi una risata.
-Assolutamente sì!-. Ho capito una cosa fondamentale: non posso raccontare di quello che mi succede a lui ma devo parlarne con una donna.
L’unica che può ascoltarmi senza avere pregiudizi e che non tradirebbe mai il mio segreto è Luna; almeno sono certa che non tenterà di uccidere Malfoy.
Neville mi da un bacio sulla guancia e, sentendo il suono della campanella, corre via.
Sto per entrare nell’aula quando sento, di nuovo, Neville dietro di me.
-Mi stavo dimenticando la cosa più importante. Da oggi i capitani delle case possono iniziare i provini. Quindi, quando vuoi, puoi scegliere la tua squadra!- inizia a saltellare sul posto; sembra quasi un bambino davanti a un enorme lecca lecca.
-Non vi deluderò!-. Questo è poco ma sicuro. Non vedo l’ora di ricominciare a giocare nel campionato di Hogwarts.
-Per qualsiasi cosa di cui hai bisogno, sono a tua completa disposizione. Lo sai cosa mi ha detto Luna? Che tutti gli studenti maschi di corvonero tifano per te! E non mi stupirei se anche i serpeverde lo facessero!-.
Neville scoppia a ridere ma al solo sentire il nome di quella casata , mi passa il buon umore.
-Sono coscienti del fatto che siamo i più forti!-.
-TU sei la più forte! E anche la più bella!- straluno gli occhi – ovviamente dopo Luna-.
-Ah volevo ben vedere! Stavo già correndo a dirglielo!- gli tiro una leggera pacca sulla spalla come saluto, mi rimetto la borsa sulle spalle ed entro nell’aula.
Dopo la notizia del Quidditch, la giornata ha preso tutta un’altra piega.
 
 

 
 
-Ginny?? Posso?-.
Sento la voce di Calì da dietro la porta; guardo l’orologio e mi accorgo che mancano cinque minuti alle otto.
Sono seduta alla scrivania con un foglio di carta bianco ancora davanti a me; in due ore le uniche parole che sono riuscita a scrivere sono state: caro Harry.
Avrò già strappato una quindicina di fogli e in ognuno di essi c’era scritta una versione diversa di quello che era successo nelle ultime ventiquattro ore.
-Vieni pure- giro il foglio e con una mano faccio cadere tutti i fogli appallottolati dietro la scrivania, in modo che non si vedano.
Calì entra nella mia camera saltellando, tutta contenta; vorrei anch’io aggirarmi nel castello con questa leggerezza ma, ora come ora, è già tanto se riesco a fare un sorriso.
-Volevo chiederti se scendevi con noi a cena?- Calì si siede comodamente sul mio letto.
-Grazie ma penso di saltare. Non ho molto appetito-.
Non ho alcuna voglia di entrare in sala grande, rischiare di incontrare Malfoy, fingere che vada tutto bene e, francamente, mi è passata anche la fame.
-Sei sicura? Non stai bene?- se rispondessi di sì, con forti probabilità, nel giro di due ore Calì lo racconterebbe a tutta la scuola.
-No è che entro domani deve essere tutto pronto per i provini della squadra e non ho ancora fatto niente-. Calì sembra delusa dalla mia risposta.
-Vuoi che ti porti qualcosa? -.
Apprezzo la sua gentilezza ma non ho voglia di ingurgitare niente.
-No grazie. Ci vediamo domani a colazione?-.
-Certo. Ora ti lascio fare … quello che devi fare-.
Calì mi da un bacio sulla guancia e, sorridendo, esce dalla mia stanza facendo attenzione a non sbattere la porta.
Non posso di certo nascondermi per sempre; o forse sì?
 

 
Caro Harry, scusa il ritardo ma con l’inizio delle lezioni, non ho avuto molto tempo per risponderti.
Sto iniziando a organizzarmi per la squadra; anche se, a dirla tutta, salterei volentieri la fase dei provini per cominciare, subito, gli allenamenti.
Mi manchi.
Spero che l’incontro col Capo Auror sia andato bene.
Un bacio
G.

 
Mentre guardo il piccolo gufo grigio spiccare il volo dalla finestra della guferia, rilasso le spalle e mi massaggio le tempie; alla fine sono riuscita a scrivere solo poche righe ma almeno sono riuscita a non scrivergli bugie. Vorrei raccontargli tutto per sentirmi in pace con la mia coscienza ma come diavolo faccio a raccontargli una cosa del genere, per lettera?
Ancora più avvilita, scendo le scale della guferia, socchiudo leggermente la porta per controllare che non ci sia nessuno che cammina nei corridoi; una volta appurato di essere sola, apro la porta e una volta richiusa, inizio a correre verso la torre dei grifondoro.
Ci impiego nemmeno un paio di minuti per oltrepassare la soglia della signora grassa.
Rientrata nella stanza, crollo sul letto, esausta dalla corsa; la stanchezza inizia a farsi sentire anche se, a dirla tutta, adesso mangerei qualcosa molto volentieri.
Rimanendo seduta, mi tolgo la felpa e la maglietta, li lancio sulla sedia e mi sdraio sul letto per sfilarmi i pantaloni; mi sfilo l’anello di Harry e guardo la scritta al suo interno.
Il mio inizio è dove inizi tu.
Non riesco nemmeno ad immaginare come reagirebbe Harry, se venisse a sapere una cosa del genere.
Appoggio l’anello sul comodino, indosso il pigiama e mentre m’infilo sotto le coperte ripenso alla giornata appena trascorsa; ho saltato quasi tutti i pasti, andavo da una lezione all’altra correndo come una pazza e l’unica persona con cui ho parlato è stata Neville.
In poche parole: una giornata del tutto inutile.
La cosa più preoccupante è che, mentre sto per essere cullata nelle braccia di Morfeo, nella mia mente si fanno spazio due immagini che si alternano tra di loro.
Io ed Harry mentre passeggiamo per mano, in Francia, quest’estate; sembriamo una normale coppia felice.
La seconda è ancora più chiara: io e Malfoy intenti a baciarci davanti all’aula di pozioni; ed è proprio su questa immagine che mi addormento.
 
 

 
Seduto alla mia scrivania, faccio fatica a stare fermo; mi sbottono il colletto della camicia e allento la cravatta.
Avrei dovuto seguire il mio istinto e andarla a cercare fin in camera sua, fregandomene delle regole.
-Padroncino, deve stare tranquillo! Irina ha seguito tutto il giorno la signorina Weasley. Non l’ha persa mai di vista -.
Mandare Irina a seguire Ginny è stata l’unica idea che mi è venuta in mente dopo ieri sera; ho un brutto presentimento.
La conosco troppo bene per non sapere che farà di tutto per evitarmi ma quello che mi preoccupa di più è che confessi tutto a Potter; se così fosse, mi brucerei l’unico piccolo vantaggio che ho.
Se Potter sapesse tutto, lo comunicherebbe a tutta la famiglia Weasley e tutti insieme farebbero il lavaggio del cervello a Ginny; probabilmente, l’ inizierebbero a controllare, senza lasciarla mai da sola, e io potrei dire addio per sempre all’unica possibilità che ho di averla.
-Sei sicura che non abbia visto nessuno o che non sia uscita dal castello?-.
Dopo quaranta minuti in cui ripeto le stesse domande, persino Irina inizia a dare i primi segnali di stanchezza.
-Sono certa, padroncino. E’ stata quasi sempre in camera sua ed è uscita solo per andare in guferia per spedire una lettera indirizzata al signor Potter-.
Appoggio la testa sul piano della scrivania, esausto.
-Ti prego Irina. Non chiamarlo signore. Anzi, fammi il favore di non nominarlo proprio-.
-Ogni suo desiderio è un ordine, per me-.
Potter. Maledetto Potter.
Devo trovare il modo di tenere lontano Potter da qui, il tempo necessario; se riuscirò a far capire a Ginny che anche lei vuole stare con me, nessun intervento esterno potrà escludermi dalla sua vita e il caro Potter si ritroverà in competizione con me, quando sarà ormai troppo tardi per screditarmi agli occhi di Ginevra.
-Padroncino domani continuerò nel mio lavoro e, questa volta, le porterò notizie ancora più precise-. Irina mi risveglia dai miei pensieri.
Non è pedinando Ginevra che risolverò le cose. Devo agire.
Mi alzo dalla mia poltrona, mi sistemo i capelli, riallaccio camicia e cravatta; Irina continua ad aspettare una mia risposta.
-Grazie Irina ma domani ci penso io!-.
-E’ sicuro di non aver bisogno di me?- ancora inchinata di fronte alla scrivania, Irina mi ha appena fatto venire un’idea geniale.
-Mi sei già stata di grande aiuto. La prossima volta che ci rivedremo non sarò da solo. Te l’assicuro  -.
-Sì signore – fa un leggero inchino e si smaterializza.
Apro la finestra ed esco sul piccolo terrazzo che dà sul parco di Hogwarts; se penso che fino all’anno scorso avevo giurato a me stesso che non sarei mai più tornato in questo castello e che me ne sarei andato molto lontano da qui, ed ora? Eccomi di nuovo qui.
So di aver fatto l’unica scelta logica che potevo. Come fai ad andare via se la tua testa non vuole saperne di allontanarsi??
Non importa quanto dovrò aspettare e cosa dovrò fare, sono disposto a tutto per avere quello che voglio.
E ce la farò!
 
 
 
 
 

Ciao a tutti!!!!!!!!!!!!!
Scusate, di nuovo, il ritardo ma la mia frattura al bacino mi ha portato via troppo tempo.
Ho voluto aspettare per pubblicarlo per essere sicura di aver raccontato bene i vari stati d’animo. Per questo motivo, ho voluto aggiungere una parte scritta dal punto di vista di Draco.
Cosa ne pensate? Come si evolverà la situazione?
Siamo molto vicini a una svolta. Ginny cambierà idea?
Per il prossimo capitolo posso solo dirvi che il nostro Malfoy giocherà una grande carta in suo favore.
E poi, chissà. Forse, qualcuno verrà a conoscenza del segreto di Ginny.
A presto e grazie a tutti per le recensioni.
Aspetto i vostri pareri perché sono sempre di grande ispirazione
P.S: voglio rispondere pubblicamente a un messaggio privato che mi chiedeva se avessi già deciso il finale della storia.
La mia risposta è: sì, assolutamente sì!
Un bacio.
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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