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Autore: Ade_chan    17/03/2015    4 recensioni
Dal testo:
"Ragazzi!" prese parola il preside Makarov, appena salito sul palco, armato di microfono.
"Waah il vecchietto!" esclamarono alcuni ragazzi nella stanza.
"Rispetto!" si intromise una furente Erza, avventandosi sui maleducati, prendedoli a calci e minacciandoli di morte.
"Calmi ragazzi, so che siete felici di vedermi! Ma ora è il momento di annunciarvi il grande progetto che da mesi stiamo organizzando per rendere questo anno indimenticabile per ognuno di voi!"
Tutti si fecero attenti, donando tutta la loro attenzione all'uomo di bassa statura che dondolava avanti e dietro sui talloni godendosi l'attimo di suspance che stava rendendo ansioso il pubblico.
[Nalu; Gruvia; Gale; Gerza; accenno ad altre coppie]
Ecco qui, spero di avervi incuriositi :)
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza/Gerard, Gajil/Levy, Gerard, Gray/Lluvia, Lluvia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Via al piano: Convincere quel gran pezzo di *censored* padre di Lucy;
 

[Capitolo 2]
[Nalu; Gruvia; Gale; Gerza]

[Questi personaggi non appartengono a me, ma a Mashina-sensei]



"Non andrai a quella gita, la questione è chiusa." disse Jude Heartfilia, autoritario come solo un uomo d'affari del suo calibro poteva essere. La figlia, dopo ore passate a pregare ogni divinità esistente, aveva finalmente trovato il coraggio di chiedere il permesso a suo padre di andare con la scuola in America e quello era stato il risultato.
"Ma papà!" piagnucolò Lucy.

"Niente ma! Guarda che occhiaie! Se non riusci a mantenere il controllo ad una festa scolastica non sarai certo in grado di vivere da sola!" il suo tono stava diventando eccessivamente alto.
"Non puoi farmi questo! Quando mi ricapiterà un'occasione del genere!? E poi ci saranno tutti i miei compagni, non ci saranno problemi!" non avrebbe mai accettato una sconfitta.
L'uomo si girò a fissare il panorama dalle finestre del suo studio, "Quando sarai a capo della impresa di famiglia potrai andare ovunque tu vorrai."
"Non ricominciare, ti ho già detto che non intendo prendere il tuo posto." sbottò infastitidita.
"Allora non abbiamo più niente da dirci, puoi andare." mise fine alla discussione senza guardarla negli occhi, rimettendosi seduto alla scrivania.
Si voltò e fece qualche passo in direzione della porta, "Mamma avrebbe capito." sibilò sulla soglia, poi uscì sbattendo e causando un forte rimbombo in tutta la loro spaziosa e vuota casa.

Qualcuno bussò alla porta della sua camera, "Signorina Lucy, è pronto il pranzo."
"Non ho fame." rispose bruscamente la ragazza, coperta dal lenzuolo fino alla fronte. Grazie a quell'uomo aveva perso tutto il buon umore, era straordinario come un solo scambio di frasi potesse renderti talmente malinconico da odiare tutto e tutti. Detestava quella casa. Detestava suo padre. Da quando Layla era morta era diventato un pezzo di ghiaccio, si parlavano -se andava bene, o male, non sapeva più dirlo- una volta a settimana, e la conversazione era composta da una frase... e di solito era un rimprovero.
Una ragazza dalla vistosa capigliatura rosa spalancò la porta, senza badare al grido terrorizzato di Lucy.
"Signorina, se non mangia non sarà in grado di affrontare la giornata." la cameriera non lasciò la sua espressione seria nonostante fosse veramente prroccupata per la sua salute.
"Non mi importa." sbottò in risposta. Afferrò il lembo del lenzuolo che aveva lanciato per l'ingresso improvviso e si coprì di nuovo da testa a piedi.
"La prego di scendere." dato che non ricevette alcuna risposta continuò, "Ha litigato col signor Jude?". Lucy annuì, anche se era coperta dalle lenzuola. "La prego lo stesso di raggiungere suo padre a tavola."
Lucy sospirò e scostò il lenzuolo quel poco da mostrare alla cameriera le occhiaie e gli occhi rossi, "Ora ho da fare, mangerò qualcosa più tardi. Non ti preoccupare, Virgo." le rivolse un sorriso appena accennato per convincerla.
"Non le credo, ma va bene." rispose prima di uscire dalla stanza.

Gray camminava sulla riva del fiume di Magnolia. Lui e i suoi amici si erano dati appuntamente al grande parco in centro, solo che lui non aveva per niente voglia di incontrarli.
Era molto irritato per via di quello che era successo alla festa: Natsu era stato appicicato tutta la sera alla sua donna. Be', non lo era ancora, ma presto sarebbe stata sua, ne era certo.
Sbuffò e si accese una sigaretta. Rallentando il passo il più possibile arrivò al luogo d'incontro.
"Finalmente! Ce ne hai messo di tempo!". Natsu era tutto un sorriso.
"Era ora, non ne potevo più di ascoltare 'sto qua." sbottò Gajeel, seduto per terra con la schiena contro un tronco, anche lui con una sigaretta tra le labbra. A differenza di Gray lui poteva fumare dove e quando gli pareva dato che tutti erano a conoscenza di questo suo vizio, per questo lo prendeva sempre in giro. Ma non poteva dire che fumava, ovviamente non per paura, ma per timore che Lucy non sopportasse i giovani fumatori. Ricordava ancora bene l'espressione disgustata che aveva sul volto quando aveva visto per la prima volta Gajeel intendo a rovinarsi la salute, non aveva la minima intenzione di rovinare il loro rapporto per una stupidaggine del genere.
Si sedette anche lui vicino all'amico, "Come mai tanto felice?" chiese con una smorfia. Se la risposta era quella che pensava lui gli avrebbe tirato un pugno.
"Mh, non lo so. Sarà che ieri sera..." Gray aguzzò le orecchie e lo fulmino con gli occhi, ma l'altro continuò come se non lo avesse visto, "... ho fatto molte amicizie!"
Il moro sospirò, era così infantile quando voleva.
"Io non sono stato affatto contento nel vedere quel gamberetto." si intromise Gajeel.
"Se, come no. Si vede lontano un miglio che ti piace!" lo schernì Gray.
"Cosa?!" esclamò quasi scottato da quella presa in giro. Un'altra parola e gli arrivava un pugno a quell'idiota.
"La stavi spogliando con gli occhi!" continuò ridendo il moro, ma la sua espressione divertita scomparve e ne prese il posto una accigliata quando la robusta mano dell'amico si scaraventò con forza sulla sua testa.
"Come ti permetti?! Mi hai proprio fatto incazzare!" subito sferrò un destro, che mancò l'avversaro.
"Si fa a botte!" esclamò entusiasta Natsu.

Lyon: 'Giorno!
Lluvia, infastidita dal rumore improvviso proveniente dal suo cellulare, ispezionò a tastoni il comodino a fianco al letto con ancora gli occhi chiusi. Quando trovò l'oggetto della ricerca lo afferrò e se lo portò a qualche millimentro dagli occhi, troppo pigra per aprirli completamente.
Sbuffò leggendo il messaggio, ma era decisamente maleducato visualizzare e non rispondere.
Lluvia: Buongiorno, Lyon-sama. Appena il messaggio fu inviato chiuse gli occhi e mollo il telefono sul cuscino, in attesa della risposta.
Lyon: Oggi ti va di uscire? Alla fine ieri sera non ci siamo più incontrati.
Lluvia: Non lo so, forse mi vedo con le mie amiche.
Lyon: Ah, ok...
Lluvia: Non prendertela, Lyon-sama!
Lyon: Non me la prendo, solo che mi dispiace.
Lluvia: Scusa.

Lyon: Niente, ci sentiamo.
Sprofondò la testa nel soffice cuscino e fece un gridolino liberatorio. Si era appena svegliata e il suo fidanzato già era arrabbiato con lei, che bel buon giorno.
Una figura slanciata e accigliata fece il suo ingresso nella camera della ragazza, "Tutto bene?"
Lluvia alzò il viso verso la ragazza dalla lunga chioma azzurra, "Sì, perchè?
"Ho sentito un verso strano, pensavo che qualcuno ti stesse violentando." rispose con una scrollata di spalle.
"Ehm, non ti preoccupare, Aquarius-chan." ridacchiò a disagio, "Ti devo aiutare con il pranzo?" continuò rendendosi conto di che ora si era fatta. Era così stanca dalla festa della sera prima che aveva dormito fino a mezzogiorno.
"Be', mi farebbe piacere. E poi non hai neanche fatto colazione, sorellina."

Erza e Mira si aggiravano per il centro di Magnolia, armate di cellulare.
"Allora?" chiese palesemente a disagio la seconda. Dato che l'amica non la degnava di risposta sbuffò e si accomodò su una panchina, "Chiedo?" continuò accigliata.
Erza rimase in silenzio ancora qualche secondo, poi annuì sedendosi a fianco a lei.
"Era ora!" sbuffò Mirajane. Entrò su whatsApp -la droga dei giovani d'oggi- e pigiò col dito la chat creata quella mattina con componenti i loro amici.
Mira: Buongiorno! Allora, avete il permesso dei vostri genitori? La velocità con cui scrisse il messaggio era dovuta alle numerosi volte in cui aveva scritto quella stessa frase da quando aveva creato il gruppo, quella mattina. Lei e Erza aspettarono -non proprio- pazientemente la risposta, continuando a controllare sui propri telefoni. Quando qualcuno rispose quasi non caddero dalla panchina per controllare il prima possibile.
Cana: Mio padre ha pianto tutta la mattina ripetendo che non voleva lasciarmi sola per così tanto tempo, ma poi ha acconsentito!
Le due tirarono un sospiro di solievo.
Elfman: E' ovvio che veri uomini come me partecipino!
Lisanna: Sì, sono felicissima!
Gray: Io, Natsu e Gajeel possiamo. Sono qui e vi salutano.
Erza: Ciao ragazzi!
Gray: Ahah Erza ora hanno paura.
Erza: Appena li vedo li picchio.
Mira: Lisanna ora è occupata quindi non potrà rispondere, ma viene!
Lisanna: Grazie per la considerazione, one-chan.
Mira: Ops!
Levy: Anche io vengo, dopo una lunga lotta ho convinto i miei genitori! Però non riesco a contattare Lu-chan, qualcuno di voi l'ha sentita?
Lluvia: Lucy-chan non risponde ai messaggi di Lluvia. Comunque anche Lluvia ha avuto il permesso!

"Proviamo a chiamarla?" chiese Erza, lasciando trasparire dal tono la preoccupazione.
"Ok, vai." rispose l'albina.
Mira: Io e Erza proviamo a chiamarla, se ci risponde vi avvisiamo.

Il telefono iniziò a squillare, svegliandola dal sonnellino che si era concessa per non pensare alla rabbia e alla tristezza.
Guardò il display e riconobbe il viso sorridente di Mirajane che aveva allegato al suo contatto, in oltre notò una decina di messaggi su una chat mai vista prima.
"Pronto?" borbottò strofinandosi un occhio.

"Lucy! Ti disturbo?" percepì il sorriso nella sua voce, doveva essere felice, come non lo era lei.
"No, non ti preoccupare. Hai bisogno di qualcosa?" cercò di essere il più gentile possibile, ma in quel momento voleva solo tornare a dormire.
"Sì. Volevamo sapere se ci sarai alla gita!" esclamò tornando a sorridere.
Lucy rimase in silenzio qualche secondo, cercando l'intonazione giusta per parlare in mod da non far preoccupare l'amica, "Ho parlato con mio padre e non ha voluto ascoltarmi, ha detto subito di no."
"Ma come!? Non puoi non venire, Lucy!" brontolò in preda al panico. Erza, sentendo la sua esclamazione, si accigliò.
"Non posso farci nulla." si incupì Lucy.
"Ma non è giusto!" sentì esclamare da Erza, "Aspetta, stiamo arrivando!" continuò la rossa, poi una delle due attaccò.
"Eh?"

Mira: Potete andare a casa di Lucy ORA? Suo padre non la lascia venire, dobbiamo fargli cambiare idea. Io e Erza siamo già sulla strada, vi aspettiamo.

"Ma sono impazzite?" sbottò Gajeel leggendo il messaggio, "Non so neanche dove abita!"
"Neanche io, ma voglio andare!" esclamò Natsu, trattenendo a stento l'adrenalina.
"Vi accompagno io!" intervenne Gray. Si pulì dalla polvere che si era attaccata ai pantaloni col sedersi per terra e buttò la seconda sigaretta della giornata.

"Lluvia-chan, dove sei?" esclamò Levy con il poco fiato che le rimaneva. Appena aveva letto il messaggio di Mira si era precipitata fuori casa, e quando aveva tentato di fermare un taxi si era accorta di aver dimenticato i soldi per la fretta di raggiungere gli altri. Si era premuta una mano sul viso e aveva preso a correre senza fermarsi verso la casa della sua migliore amica.
"Sono quasi arrivata, tu?" rispose Lluvia.
"Vedo adesso Erza e Mira, eccole! Ti aspetto!" ansimò prima di chiudere la chiamata.
"Levy, finalmente!" esclamò Mira, sbracciandosi per salutarla. Dietro di lei sbucarono tre ragazzi, che riconobbe poi come i loro amici e compagni di classe che aveva incontrato la sera prima alla festa.
"Mancano solo Lluvia e Cana." sbuffò Gray.
"Lluvia sta per arrivare! Lucy vi ha già visti?"
"Non credo, non è ancora uscita." rispose titubante Mira.
"Io voglio entrare! Che si sbrighino ad arrivare!" esclamò accigliato Natsu.
Nel giro di dieci minuti le due ritardatarie raggiunsero la casa Heartfilia, senza fiato.
Erza si avvicinò alla porta e bussò, forse con troppa energia. Ad aprire arrivò Virgo, la cameriera.
"Oltre a questa enorme casa che sembra più un palazzo, c'è anche la cameriera." mormorò incredulo Gajeel fissando la ragazza che rimaneva inpassibile davanti a quel gruppo di adolescenti dall'aspetto non raccomandabile.
"Come posso aiutarvi?" chiese Virgo, dopo averli squadrati tutti da capo a piedi.
"Vorremmo vedere Lucy." rispose Levy, sorridendo imbarazzata.
"Ora è occupata, va bene se la aspettate in salotto?" era impressionante come non cambiasse mai espressione quella rosata.
I ragazzi annuirono e la cameriera gli fece largo verso la stanza, poi li invitò ad accomodarsi sui divani che campeggiavano nel centro della stanza formando un perfetto semicerchio.
"Che casa enorme!" esclamò sbigottito Natsu.
"Fai silenzio." lo ammonì Erza e braccia conserte.
Passato qualche minuto Lucy fece la sua comparsa dalle scale.
"Scusate l'attesa" fece col fiatone. I capelli erano umidi e legati con una coda alta, niente trucco e gli erano occhi vagamente rossi e gonfi.
"Lu-chan! Perchè non rispondevi ai messaggi?" domandò allarmata Levy.
"Dormivo." rispose semplicemente con una scrollata di spalle, dopo di che si sedette vicino agli amici.
"M-Ma quindi? Non puoi venire?" chiese insicura Cana. Lucy si incupì e scosse la testa.
"Mio padre non vuole, dice che non riuscirò mai a vivere da sola e blablabla... Non si fida affatto di sua figlia. Che poi io me la caverei benissimo! Ho passato dieci anni della mia vita in casa da sola, in pratica... l'unica compagnia che ho qui è Virgo."
Natsu si alzò di scatto e strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche, "Che pezzo di...! Lo riempio di botte quel vecchiaccio!" esclamò in preda ad un attacco di ira.
"Natsu! Calmati!" eslcamò infastidita Erza, con uno sguardo terrorizzante. Il ragazzo si fece piccolo piccolo sotto il suo sguardo minaccioso e borbottando maledizioni e parole inconprensibili tornò a sedersi.
"Non c'era bisogno di venire qui, tanto non cambierà idea." sospirò la bionda. Lluvia le posò una mano sulla spalla e la guardò comprensiva, anche lei aveva litigato con sua sorella per avere il permesso e lei ne era uscita con Meglio così, potrò invitare a casa il mio ragazzo quando vorrò.
"Vogliamo lo stesso parlargli." ammicò Gray. Era il suo momento, avrebbe convinto il padre di Lucy a lasciarla partecipare alla gita e lei si sarebbe innamorata perdutamente del suo eroe. Forse si stava facendo troppo film mentali..

Lucy sorrise, grata per la bontà degli amici. "Ora è nel suo studio. Virgo! Puoi chiamare mio padre?"
"Subito, signorina." rispose precipitandosi su per le scale. Tornò dopo qualche minuto informando la bionda che il padrone di casa voleva che gli ospiti lo raggingessero in studio.
"Ci può fare strada?" chiese cordialmente Mira, mentre Lucy, che già negava con il capo, la fulminò con lo sguardo.
"Non andate! Vi farà sentire dei vermi con quel suo aspetto e carattere da mafioso!" supplicò Lucy, ma invano. Virgo li aveva portati nella stanza dove lavorava l'uomo e busso per avvisarlo della loro presenza, poi aprì la porta e li invitò ad entrare.
La stanza era spaziosa e le pareti erano coperte da librerie e finestre, dalle quali entrava l'unica fonte di luce. A qualche passo da loro il signor Jude sedeva composto alla scrivania, sommersa di documenti.
"Voi siete gli amici di mia figlia, giusto?" chiese incrociando le braccia.
"Sì, piacere di conoscerla." rispose con un mezzo sorriso Erza, fingendosi non intimorita dallo sguardo freddo dell'avversario.
"Bene, bene... Sentite, non mi piace parlare con dei ragazzini, quindi vi dico già che non intendo cambiare idea. Ora potete anche andare."

"Ma come si permette questo..." sibilò a denti stretti Gajeel. In quel momento voleva solo rimboccarsi le maniche e fargliela pagare per averli definiti ragazzini, soprattutto perché aveva definito lui, ragazzino, ma una piccola mano gli sfiorò il braccio. Voltò il capo dietro di se e vide una testolina turchina fargli segno di no col capo, con l'espressione più preoccupata che avesse mai visto su quel piccolo volto.
"Lucy ci tiene davvero tanto a venire!" affermò Mira.
"Come può..." bisbigliò Natsu stringendo i pugni tanto da farsi sbiancare le nocche, "... essere così crudele con sua figlia?"
Jude soffocò un risata, "Mia figlia non ha tempo per queste cose, deve prepararsi per gli esami che la aspettano l'anno prossimo."
"Nella vita non esiste solo lo studio, c'è anche il divertimento, sa?" sputò con disprezzo Cana, guardandolo in cagnesco. Jude si alzò dalla sedia, offeso dal modo irrispettoso con cui la ragazza si era rivolta ad un uomo del suo calibro e ricambiò il suo sguardo. Cana restò qualche secondo a fissarlo, poi distolse lo sguardo e sbuffò, incrociando le braccia e mostrando il broncio, sconfitta.
"Ha tutta l'estate per queste cose! Un mese di svago non farà altro che rilassarla!" controbattè prontamente Gray.
"Pensi a Lucy-san! Non crede che sfogandosi in vacanza poi avrà tutto il resto dell'estate per studiare? Noi non la obbligheremo a trascurare gli studi...!" prese parola Lluvia. Non era suo solito alzare la voce -non l'aveva fatto neanche in quel momento, dato che la sua affermazione si era sentita a mala pena per via del tono basso e indeciso- ma non poteva concepire l'idea di abbandonare la sua migliore amica tra le grinfie di quell'uomo senza fare assolutamente niente. Al solo pensiero le venivano i brividi. Come aveva fatto Lucy a vivere sedici anni nella stessa casa di quell'essere tanto insensibile? Pensandoci ora, dopo averlo incontrato, capì perché l'amica spesso non si presentava quando le chiedevano di uscire.
"Anzi! Se vuole la potremo anche aiutare mentre saremo in America!" tentò disperata Levy.
L'uomo si sciolse in un ghigno, "Forse si può fare..." I ragazzi si illuminarono, spalancando bocca e occhi. Però, prima che potessero saltare addosso all'uomo per ringraziarlo, questo mostrò loro il sorriso più sadico del suo repertorio, "Passate stasera e vi spiegherò tutto. Ora andate." concluse prima di sedersi alla grande scrivania.
I ragazzi uscirono spaesati dallo studio, tutti assorti nei propri interrogativi da non accorgersi di una ragazza bionda spiaccicata contro la porta che rischiò pericolosamente di cadere se non grazie alla pronta presa di Virgo.
"Allora? Cosa vi ha detto?" domandò la bionda tirandosi dritta.
"Non ne sono sicura, ma forse siamo riusciti a convincere il signor Heartfilia!" strillò Lluvia, lanciandosi di scatto verso l'amica per abbracciarla.
Lucy si illuminò, sfoggiando il suo sorriso più radioso, "Cosa? Non ci credo! Ma quanto posso volervi bene!"
Ringraziò di cuore gli amici e diede il via ad un abbraccio di gruppo, a cui -stranamente- parteciparono tutti.
"Però tuo padre vuole vederci stasera, cosa pensi ci dirà?" chiese perplessa Erza.
Lucy sentì la rabbia crescerle dentro, le guance si fecero rosse e le mani iniziarono a tremarle, "Me lo dovevo aspettare da quell'uomo! Non sa cosa sia la bontà! Ma non metterà in mezzo i miei amici!" si fermò per fare un profondo respiro, "Vi sono veramente grata per aver provato a fargli cambiare idea, ma non voglio che vi faccia fare qualcosa contro la vostra volontà."
"Lu-chan, non ti preoccupare! Lo faremo!" la rassicurò Levy. Conosceva la sua migliore amica ed era sicura che non sarebbe stata d'accordo con loro, ma ormai erano tutti in gioco, non potevano di certo tirarsi in dietro quando erano a buon punto.
"No, no, no, no!" negò lo stesso scuotendo la testa.
"Perchè ti spaventi per così poco?" sbuffò Gray. Non capiva perchè si era infuriata tanto quando le avevano detto dell'incontro di quella sera, lui al posto suo sarebbe stato felicissimo di poter andare a quella stramaledetta gita che tanto si stavano sudando.
"Lu, fidati di noi!" sorrise Natsu, mostrando un sorriso a 32 denti. La ragazza rimase a contemplare quel radioso sorriso, cercando di mantenere la sua decisione, ma poi, sconfitta, sospirò. Certo che quando si mettevano in testa qualcosa era impossibile destarli dal loro obbiettivo.
"Siete senza speranza!" sospirò ancora, ma questa volta divertita.

Il pomeriggio era passato lento e noioso per Gray, era innervosito da quella mattina. Lucy non lo aveva calcolato durante la loro missione a casa Hearfilia, e cosa peggiore: aveva cambiato idea solo quando aveva visto Natsu sorridere. Gli stavano suonando tutti i campanelli: era decisamente ora di darsi una mossa.
Gettò un'occhiata annoiata all'orologio, constatando che mancava solo mezz'ora all'appuntamento che si erano dati con il padre di Lucy. Decise di incamminarsi, magari avrebbe incontrato qualcuno sulla strada.
Avanzava lungo i margini del fiume di Magnolia con passo lento e le mani nascoste nelle tasca. Proprio come si trovava quella mattina, che cosa buffa.
Era da tre metri che calciava quello stesso, povero, sassolino contro il quale scagliava il suo malumore. Sbuffò mentre estraeva il suo cellulare dalla tasca, sentendolo vibrare.
Natsu: Io sn gia d'avanti a casa di Lu, tu?
Eccolo, l'analfabeta. pensò sbuffando.
Gray: Sono quasi arrivato.
Natsu: Manchi sl tu!
Cana: Impara a scrivere, perfavore.
Sbuffò ancora e rimise il cellulare in tasca, decidendo di non rispondere per evitare di arrabbiarsi ancora di più.

Mal volentieri affrettò il passo fino a quando non vide la grande casa di Lucy e il gruppetto di ragazzi radunato davanti alla porta d'ingresso. Li salutò con un veloce movimento della mano, che poi ricacciò nel piacevole tepore delle tasche, e accennò un sorriso alla loro risposta.
"Ci siamo tutti?" chiese Erza, accigliata. Quel pomeriggio non aveva avuto un attimo di tranquillità: le sue amiche l'avevano chiamata e sommersa di messaggi ogni due secondi per via dell'ansia. Per questo non aveva avuto il tempo di fare niente, lei che aveva programmato di far visita ai suoi amici dell'asilo dato che non li avrebbe più visti per una buona parte delle vacanze estive. Ma invece no, aveva passato ore a cercare di calmare le altre.
"Sì." annuì Lisanna. Mirajane l'aveva informata di ogni minimo dettaglio di quello che era successo il pomeriggio ed aveva insistito nel prendere parte all'operazione Convincere il grand pezzo di *censored* padre di Lucy, come l'avevano chiamata Natsu e Gajeel. Indelicato o non i due si erano intestarditi con questo nome e, orgogliosi, continuavano a ricordare che l'idea del nome era stata loro, che il merito era solo ed esclusivamente loro.
Erza annuì e fece un profondo respiro, dopo di che bussò, con molta più calma in confronto a come aveva bussato il pomeriggio. Se si guardava bene la porta si potevano notare i lievi segni che le nocche della rossa avevano lasciato. Ad aprire questa volta arrivò Lucy, che appena li vide sfoggiò un sorriso bianchissimo.
"Dopo si festeggia!" ammicò la bionda. Li accompagnò allo studio, aprì la porta ed entrarono tutti insieme.
"Buonasera." sorrise -più o meno- Jude, sempre seduto alla scrivania. Diede un'occhiata ai fogli che coprivano la tastiera del computer e ridacchiò, cosa che intimorì i ragazzi. "Vi dovevo dire le condizioni, giusto?" chiese senza alzare lo sguard dai suoi fogli.
"Sì." rispose sua figlia, ostentando una grinta che non possedeva.
"Lucy, potresti uscire?" chiese Jude, e nonostante le proteste la ragazza fu constretta ad uscire dalla stanza. "Mh... Prima di tutto volevo ringraziarvi per il legame che avete con Lucy..." tutti rimasero spaesati letteralmente e senza parole, con le bocche aperte a boccheggiare come pesci, "Vedete, noi non abbiamo un ottimo rapporto e l'amicizia che ha instaurato con voi penso sia l'unica cosa che la salva dalla depressione." si fermò e fece un profondo respiro. "Il primo luglio è il compleanno di Lucy e volevo chiedervi di organizzarle una festa degna di nota dato che vi troverete ancora là, giusto?"
"G-Giusto." balbettò con un filo di voce Levy. Dire che era confusa era dire poco.
"Ve ne sarei veramente riconosente, se passarà il compleanno qui l'unica cosa che riceverà sarà un mazzetto di banconote." scosse la testa amareggiato.
"Ma allora perché era contrario alla gita?" chiese perplesso Gray.
Il padrone di casa si permise di far scappare una veloce risata, "Mia figlia non è il tipo da bucato e ferro da stiro, tanto meno da aspirapolvere!" non lasciò il tempo ai ragazzi di esprimere il loro pensiero che continuò, "Ma sono più tanquillo dopo avervi conosciuti: ora so che sarà in ottime mani."
Finito di parlare mostro un sorriso tutto denti, molto, molto inquietante.
Natsu troterellò vicino all'uomo e gli tirò qualche pacca sulla spalla, "Aahh! Che personaggio!" rise.
"Ok ragazzo, ora però basta toccarmi" lo ammonì Jude, tornando serio.
"S-Scusi..." borbottò allontanandosi con un'aria cupa a circondarlo.
"Un'ultima cosa: non dite niente a Lucy della festa di compleanno. Ditele che l'ultima settimana vi ho incaricato di lavorare in uno dei bar delle mie proprietà mentre organizzate tutte le cose che vi servono per la festa. Insomma, avete capito?"
"Sì! Non si preoccupi!" rispose subito Erza, sull'attenti.
"Mi fido." sorrise, "Ora potete andare e, mi raccomando, tenete quelle boccacce chiuse."


ANGOLO AUTRICE
Holà cari lettori!
Allooora, sono riuscita ad aggiornare moltissimo prima di quanto mi aspettassi! :o
Che ne dite delle chat? Non so, mi sembrava un'idea carina! (Non mi sono affatto fatta influenzare da Love, Rosie o meglio conosciuto come Scrivimi ancora, nono! u.u) ma mi sembrava troppo rigido tutto nero, quindi ho aggiunto un po' di colore! Spero non vi dispiaccia!
Il prossimo aggiornamento non ho la più pallida idea di quando sarà, vi so solo dire che il prossimo capitolo è già a buon punto! :)
E niente, ringrazio di cuore
Sayaka chan 94 per la recensione dello scorso capitolo :3
Adele.
   
 
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