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Autore: Ade_chan    07/03/2015    3 recensioni
Dal testo:
"Ragazzi!" prese parola il preside Makarov, appena salito sul palco, armato di microfono.
"Waah il vecchietto!" esclamarono alcuni ragazzi nella stanza.
"Rispetto!" si intromise una furente Erza, avventandosi sui maleducati, prendedoli a calci e minacciandoli di morte.
"Calmi ragazzi, so che siete felici di vedermi! Ma ora è il momento di annunciarvi il grande progetto che da mesi stiamo organizzando per rendere questo anno indimenticabile per ognuno di voi!"
Tutti si fecero attenti, donando tutta la loro attenzione all'uomo di bassa statura che dondolava avanti e dietro sui talloni godendosi l'attimo di suspance che stava rendendo ansioso il pubblico.
[Nalu; Gruvia; Gale; Gerza; accenno ad altre coppie]
Ecco qui, spero di avervi incuriositi :)
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza/Gerard, Gajil/Levy, Gerard, Gray/Lluvia, Lluvia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Festa di fine anno scolastico, più o meno...;


"E alla fine che gli hai risposto?"
"Cosa avrei dovuto dirgli? Gli ho risposto di sì..."

"Ma come?!" diversi ragazzi si voltarono verse le quattro ragazze che stavano parlando -con tono eccessivamente alto-. Queste fecero un veloce gesto con la mano per intimargli di voltarsi.
"Ragazze, non fatemelo pesare. Sto già male di mio..."
"E adesso che intendi fare?"
"Secondo voi? Farò finta di niente e continuerò a starci insieme. Dopotutto mi trovo a mio agio quando sono con lui"
"Ah, insomma! Devo occuparmene io per caso? Sai che per me non è un probl-"
"NO!" esclamarono le altre tre contemporaneamente.
"Fate come volete..."

"E alla fine che ti ha risposto?"
"Ha detto di sì! Ma puoi anche fare a meno di chiedermelo con quel tono. Se non te ne frega niente puoi anche stare zitto, eh"
"Ma taci! Lo sai che voglio bene al mio fratellino!"

"Oh, guardate chi sta arrivando" mormorò una giovane ragazza bionda alle tre amiche. Tutte si voltarono e contemporaneamente sbuffarono.
"Beh, buona fortuna, Lluvia" sorrise una gracile ragazzina dai capelli color del cielo, prima di alzarsi e andarsene.
"Aspettami, Levy!" esclamò, raggiungendo l'amica, una slanciata ragazza dai capelli rosso scarlatto.
"Sempre le solite" ridacchiò la bionda, abbracciò velocemente Lluvia e seguì le altre due.

"Come mai Lucy se ne è andata così velocemente?" Lluvia sobbalzò nel sentire quella voce dietro di se. Si alzò di scatto e, inevitabilmente, arrossì.
"G-Gray-sama!" esclamò imbarazzata. Perché doveva sembra reagire così, quando c'era di mezzo lui?
"Ti ho detto di smetterla di chiamarmi così! Ormai sei fidanzata ufficialmente con mio fratello. Dobbiamo andare d'accordo!" sorrise il ragazzo.
Forse era stata questa frase, detta con tutta quella leggerezza, a smorzò l'entusiasmo della ragazza.
"G-G-G-Gray-sama, perchè sei nudo?" ululò la ragazza comprendosi gli occhi, inutile dire che si sentiva avvampare.
"Ma quando...?!"
Un ragazzo albino sbucò da dietro la ragazza e le circondò le spalle, prendendola di sorpresa, "Gray! Non ti spogliare davanti alla mia ragazza!"
"Lyon" sorrise timidamente la blu. "Come mai qui?" buttò lì per iniziare a parlare con il suo ormai fidanzato.
"Sai, è la mia scuola" rise il ragazzo in risposta. Lluvia arrossì ancora di più per la figuraccia.
"Ehi, piccioncini! Scusate se interrompo questo momento così tenerino tenerello, ma io devo andare. Ciao!"
"C-Ciao G-Gray-sama!"
"A dopo!" lo salutò il fratello, "Allora, che facciamo?"

"Maledizione, dove si sarà cacciato quell'imbecille?!" sbuffò Gray. Era da mezz'ora che cercava il suo migliore amico-nemico, lo conosceva dall'infanzia e ormai sapeva che era sempre in ritardo, ma certe volte gli dava veramente fastidio. Gli aveva lasciato ben tre messaggi intimidatori, una chiamata -senza risposta- e un segnale di fumo, ma quell'imbecille non si era degnato di rispondere a nessuno di questi.
"Appena lo trovo gliene dico quattro.." borbottò tirando un potente calcio ad un sassolino. La pietra rimbalzò su un muro e lo colpì dritto in un occhio.
Dalla sua bocca fuoriuscì un verso assai poco virile e coprì con le mani la parte lesa, imprecando senza sosta ad ogni essere vivente.
Due ragazzi, passando di lì, videro l'esilarante scena e scoppiarono a ridere senza ritegno.
"Maledetti! Questa ve la faccio pagare!" esclamò irritato Gray.
"Ghiacciolo, ma che cazzo dici?! Mica è colpa nostra se sei talmente scemo da farti male da solo!" rispose a tono il ragazzo più robusto, trattenendo le risate. Cosa che non riusciva all'altro che ancora rideva, fregandosene del fastidio che stava crescendo nella povera vittima della pietra.
"Natsu, maledetto! Perchè non mi hai risposto?" continuò Gray mentre si massaggiava dolorante il viso.
"Ho incontrato questo tizio per strada ed ha voluto unirsi a me." sorrise il ragazzo, smettendo di ridere. Perché non aveva fatto un video per ricordare quell'epico momento? Be', si riteneva già abbastanza fortunato ad aver assistito alla live.
Il ragazzo in questione rizzò le orecchie e partì all'attacco, "Primo: questo tizio ha un nome, ed è Gajeel. Secondo: sei stato tu ad insistere perchè venissi con te, quindi non inventare balle!"
"Stai forse dicendo che sono stupido, eh?!"
"Questo l'hai capito solo tu..."
"Quindi stai insinuando che-"
"Non ho detto niente."
"Ah, quindi vuoi dire-"
"Ma cosa vuoi?"
"Cosa vorresti dire con-"
"Tacete, voi due!" li zittì Gray, tornato nel pieno delle sue forze, "Stasera ci sarà la festa di fine anno, siete pronti?"
"Certo! Sono tutto un fuoco! Chissà quante belle donzelle ci saranno!" rise Natsu. Non era suo solito parlare di qualsiasi cosa riguardante l'altro sesso, per questo gli amici rimasero un po' sorpresi. In più il preside aveva informato gli alunni che ci sarebbe stata una sorpresa e l'avrebbe comunicata quella sera.
Questo emozionava ancora di più il ragazzo che non vedeva l'ora di quella sera.
"Ehi fiaccola, mi sorprendi! Tu che pensi a donne?" ghignò Gajeel.
"Un po' di svago serve a tutti" rispose stiracchiandosi le braccia con non curanza.
"Chissà, forse troveremo la nostra anima gemella" scherzò Gray.

"Erza-chan, che ne dici di questo?"
"Ti sta bene."
"Solo?! Ne provo un'altro, aspetta!"

Erza sbuffò. Da ormai un'ora Lucy provava vestiti su vestiti per la festa. Era stremata, ma non ce la faceva a mentire all'amica. Se un vestito le stava bene, lo scartava; se lo stava benissimo, approvava. Solo che questo benissimo non era ancora arrivato.
"Questo è quello giusto, me lo sento!" esclamò la bionda prima di spalancare le tende del camerino
Gli occhi luccicanti di Erza erano un evidente segno che quello era il bellissimo che da tanto stavano cercando.
Finalmente.

"Non era proprio questo che avrei voluto fare..." mormorò Lyon. Tre buste traboccanti di scatole colme di vestiti per mano non erano l'ideale per camminare in un'immensa folla di profumatissime donne. Dopo quella maledetta domanda -che si appuntò di non farle più- Lluvia lo aveva trascinato al centro commerciale perchè, a quanto pare, non aveva ancora scelto il vestito per la festa.
"Non hai ancora finito?" sbottò alla raggiante fidanzata.
"Sì, sì, questo è l'ultimo negozio!" peccato che quella frase l'aveva pronunciata esattamente quattro negozi prima...

"Pronto? Erza? Sei già pronta per stasera?"
"Mira, ciao! Quasi, io e Lucy abbiamo appena finito di scegliere il vestito, ora stiamo andando dal parrucchiere con Levy. Tu?" rispose entusiasta. In sottofondo si sentiva l'allegra voce di Lucy parlare molto bene del suo parrucchiere di fiducia.
"Io, Lisanna e Cana stiamo andando a scuola. Il vicepreside ci ha chiamato per avere una mano per preparare gli addobbi."
Solo ora... sospirò Erza. Era sicura che non esistevano persone più disorganizzate del personale della loro scuola.
"... Lluvia non è con voi?" continuò Mirajane.
"No, ma anche lei è a fare shopping." rispose ripensando al messaggio che le aveva inviato l'amica qualche minuto prima. "Comunque, perchè mi hai chiamato?"
"Beh ecco, vedi... Mi chiedevo se ci potevi dare una mano! C'è troppo lavoro e non riusciremo mai a finire tutto in tempo e poi anche prepararci!" si sfogò così di tutta l'ansia che aveva nascosto nel corso della chiamata.
"Ehi ehi, certo che ti aiuterò! Quando?" esclamò la rossa attirando l'attenzione delle due amiche qualche passo più avanti di lei.
Mirajane sorrise soddisfatta. Se c'era una persona con l'autorità e l'autocontrollo per svolgere quel lavoro, quella persona era proprio Erza.
"Per adesso possiamo cavarcela, se riesci tra venti minuti vieni a scuola"
"Va bene, ci sarò!" detto questo chiuse la chiamata. "Lucy! Dove si trova questo parrucchiere?! Presto, non ho tanto tempo! Dobbiamo essere tra venti minuti a scuola!"
Aspetta, aspetta, perchè il suo discorso da singolare è diventato prurale? pensò sconcertata Levy.
"Ehm..." Lucy si guardò intorno alzandosi di poco sulle punte per vedere sopra le teste della gente, "Eccolo! E' quello lì!" esclamò poi indicando un grazioso negozio a qualche metro da loro.
"Forza, andiamo!" esclamò la rossa.

"Ve l'avevo detto che Cancer è il miglior parrucchiere della città" sospirò Lucy. Era da tanto che non si rilassava così, e tutto il merito era dell'uomo che le stava facendo lo shampoo ai capelli, con una cura degna del suo famoso nome.
Levy annuì, anche se tutto il suo viso era coperto dal casco che le stava asciugando i capelli, quindi le amiche non la potevano vedere. Ma si sentiva in dovere di approvare le parole della bionda.
"Così mi fate arrossire-ebi" prese parola il parrucchiere.
In qualche minuto aveva lavato i capelli di Levy ed Erza e li stava lasciando asciugare, mentre ora si stava occupando di Lucy.
Si armò si pettine e forbice e cominciò a spuntarle le punte, dopo di che finì con lisciarglieli, come era suo solito. Tornò da Erza e le lisciò con la piastra i lunghi capelli, come le aveva detto la ragazza. Appena finì con lei passò da Levy e le mosse i capelli.
"Ho finito-ebi!" esclamò impugnando vittorioso le sue fidate forbici.
"Ci abbiamo impiegagato solo un quardo d'ora! Straordinario!" esclamò Levy dopo aver controllato l'orologio del locale, sbalordita. Le ragazze pagarono ed uscirono di corsa.
"Presto, presto!" esclamò per l'ennesima volta Erza.
Perchè proprio a me... pensarono contemporaneamente le altre due.

"Mira, non ce la faccio più!" esclamò una giovane ragazza accasciata su un divanetto rosso fuoco.
"Andiamo Lisanna, tra un attimo dovrebbe arrivare Erza, così ci darà una ma-"
"Eccoci!" esclamò la figura che aveva appena spalancato la porta della grande palestra.
"Erza, finalmente!" esclamò a sua volta una ragazza castana, con in mano due bottiglie di alcool.
"Cana, Mira, Lisanna, scusate il ritardo!" ansimò Lucy, strisciando con l'aiuto di Levy attraverso la porta.
"Non fa niente, l'importante è che siate arrivate!" sorrise Lisanna, aiutando l'amica sfinita per la corsa senza sosta.
Neanche il tempo di riposarsi che Erza le aveva già affidato un lavoro: pulire l'intera palestra, da cima a fondo. Con il suo subito sibilato in una maniera a dir poco spaventosa aveva eliminato ogni traccia di stanchezza dalla ragazza, che subito si mise all'opera.
"Levy... Tu devi prendere tutti gli addobbi dal magazzino e portarli qui!" e la ragazzina sfrecciò al magazzino per eseguire l'incarico.
Erza sapeva essere proprio persuasiva quando voleva..
"Non siete felici? Così faremo in tempo a preparare tutto per la festa!" esultò una raggiante Mirajane, mentre gonfiava i palloncini colorati con Cana, che altenava un soffio a un sorso di liquido alcolico.
"Speriamo solo di far un buon lavoro..." sospirò Lisanna.

"Sì? Cosa?! No, non posso. Mi spiace. Scusami, a stasera"
"Chi era?" chiese Gray, sdraiato sul letto.
"Lisanna" rispose Natsu, seduto ai piedi del letto.
"E che voleva?" continuò Gajeel, senza fingere di essere indifferente, perchè lo era.
"Mi ha chiesto se potevo aiutare lei e alcune sue amiche a preparare la palestra per stasera" fece una piccola pausa, "Ma gli ho detto che non potevo!" esclamò tirando fuori il joistic da dietro la schiena.
Tutti e tre si abbandonarono ad una risata malvagia, poi ripresero a giocare alla play imprecando a ogni sbaglio.

Dopo varie cadute da scale, pianti isterici, esaurimenti nervosi e così via, i preparativi erano finalmente conclusi. Le sei ragazze se ne stavano abbandonate per terra, a riposare.
Levy trovò la forza di alzare il braccio e guardare l'orologio, l'ora la lasciò scioccata.
"Ragazze!" esclamò alzandosi di scatto, attirando l'attenzione delle amiche, "Manca solo mezz'ora alle otto! Non ce la faremo mai a prepararci per bene!" continuò. Tutte si alzarono alla velocità della luce, correndo a destra e a sinistra in preda al panico.
"Ferme! Ehi, fermatevi!" strillò Cana, ora toccava a lei prendere il contollo della situazione, "Se facciamo con calma, senza impazzire, possiamo farcela!" continuò quando tutte si erano fermate ad ascoltarla.
"Sì, Cana ha ragione" la appoggiò Mira, con il consenso di Erza, dietro di lei.
"Su, andiamo a casa, sarà una passeggiata prepararci in tempo!" continuò Cana.
Detto questo le ragazze, dopo aver chiuso tutto, corsero ognuna a casa propria.

Dove sei? digitò Lluvia sulla tastiera del suo telefono. Quello era il decimo messaggio che scriveva a Lucy, dopo due chiamate senza risposta. Lo stesso era capitato con le altre.
L'avevano abbandonata proprio una sera così importante? No, non lo avrebbero mai fatto. Le conosceva -quasi tutte- dalla scuola media e poteva affermare con certezza che quelle erano le sue migliori amiche. Ogni giorno, senza contare la mattinata a scuola, si incontravano in centro e passavano tutto il pomeriggio insieme. Con loro aveva pianto, ma anche pianto dal ridere, aveva litigato e fatto pace. Aveva condiviso i momenti migliori e i peggiori. Gli abbracci più belli e le feste più divertenti. Loro erano a conoscenza di tutti i suoi segreti e l'avevano sempre aiutata, anche se tutte avevano consigli diversi e, per questo, soltanto rare volte riuscivano a finire la conversazione senza litigare, ma poi facevano pace, come sempre.
Avevano passato insieme ben sette anni, non l'avrebbero mai lasciata sola, lo sapeva, ma non riusciva a fermare le sue paranoie e la sua angoscia.
Strinse tra le dita il lembo del suo vestito celeste. Non avrebbe mai avuto il coraggio di entrare da sola, le avrebbe aspettate di fuori. Perfortuna l'estate era alle porte e si stava benissimo con il suo cappotto blu. Per l'occasione aveva acconciato i capelli in perfetti boccoli che le arrivavano alle spalle e aveva usato un trucco giusto un poco pesante -dopotutto era una festa-, mentre ai piedi aveva degli stivaletti scuri.
La gente continava ad entrare, alcuni la spintonavano e si scusavano, poi continuavano il loro cammino. Lei se ne stava immobile vicino alla porta, continuando a controllare il cellulare.
"Lluvia!" esclamarono tre ragazze correndo verso di lei.
"Ragazze, finalmente! Lluvia è così felice di vedervi!" esclamò andando ad abbracciarle.
"Scusaci per il ritardo, ma abbiamo dovuto aiutare-"
"Fa niente, ora entriamo, dai!" fece la blu per interrompere le inutili scuse di Lucy.

"Erza, sei uno schianto!" sorrise Cana, accompagnata dalle amiche al tavolo degli alcolici.
La rossa indossava un vestito nero con una generosa scollatura, ornato da alcuni brillantini sulla gonna che le arrivava fino alle ginocchia. I capelli, lisciati quel pomeriggio, erano stati lasciati sciolti; il trucco non era niente di speciale, mascara e matita; delle scarpe bianche con un po' di tacco e degli orecchini luccicanti finivano il suo abbigliamento per la festa.
"Devo dire che, nonostante il poco tempo a disposizione per prepararci, non siamo affatto male!" sorrise Mira, facendo una piccola giravolta su se stessa. Lei era veramente bella, quella sera. Non che di solito fosse brutta, intendiamoci.
Aveva optato per un vestito lilla che le arrivava fino alle caviglie, con un candido nastro bianco legato in vita; delle scarpe col tacco del medesimo colore del vestito, i capelli mossi erano legati in una coda alta e il trucco era leggero. Si poteva definire la classica bellezza acqua e sapone.
Sua sorella, Lisanna, portava una maglietta verde acqua e una gonna bianca lunga fino alle ginocchia, delle vans del colore del top ed era truccata un po' più della sorella maggiore. Era molto bella quella sera ma aveva affermato che non si sentiva a suo agio con un vestito. Anche lei, secondo i consigli delle amiche, stava meglio struccata o con poco trucco.
Cana aveva lasciato i boccolosi capelli sciolti e si era truccata per bene. Indossava un abito magenta che le arrivava alle caviglie con un'abbondante scollatura e delle scarpe marroni col tacco.
La piccola Levy, come Lisanna, aveva preferito un abbigliamento più sportivo. Indossava un top con le spalline arancione, una gonna di jeans e un gilet dello stesso materiale, aveva legato all'indietro i capelli mossi con un nastro arancione, facendo risaltare il blu dei suoi capelli. Ai polsi aveva vari braccialetti colorati e infine delle scarpe arancioni. Come trucco aveva usato solo un po' di mascara.
Infine, Lucy, indossava un vestito rosso senza spalline, con alcuni ricami bianchi lungo la scollatura e la gonna. Ai piedi indossava delle ballerine rosse e si era truccata più delle amiche. I capelli erano raccolti in uno chignon che lasciava alcune ciocche libere intorno al viso. Da quando era arrivata non aveva smesso di sorridere un secondo.
"Lu-chan, come mai così felice?" chiese Levy divertita. La turchina era in ansia per la notizia che a breve il preside avrebbe rivelato, per questo si stava sfogando col cibo e con le chiacchere: non aveva smesso di mangiare e parlare un attimo.
"Cara, carissima Levy-chan... lo scoprirai presto." ammiccò la bionda, sorridendo.

"Quanta gente!" esclamò Natsu, guardandosi intorno entusiasta. Doveva quasi alzarsi sulle punte dei piedi per vedere sopra le teste dei ragazzi dell'ultimo anno, ma allo stesso tempo la sua statura gli permetteva di vedere il palco in fondo alla palestra. La sala era stata addobbata veramente bene, lo doveva ammettere. A quanto pare Lisanna non aveva poi tutto questo bisogno di aiuto. Di sicuro non si era arrabbiata.
"Ragazzi, io vado a cercare una persona. Venite con me?" chiese Gray, trovandosi costretto ad alzare il tono della voce per farsi sentire dagli amici in tutta quella confusione.
"Sì, certo!"
"Io non vengo. Vado più avanti, magari incontro qualcuno. Se mi volete sono sotto il palco!" urlò Gajeel spintonando a destra e a sinistra per farsi strada, senza scusarsi con le vittime. Come suo solito...
"Chi devi cercare?" chiese curioso il rosato mentre si dirigevano al tavolo del cibo. In efetti uno spontino ci voleva proprio.
"Una mia amica mi ha scritto e adesso si trova qui in giro. Conoscendo Cana l'avrà di sicuro portata al tavolo dei drink." rispose squadrando il viso di ogni persona che incontrava.

"Ma quello non è Natsu?" chiese Mirajane alla sorella. Questa guardò nella direzione indicata dalla ragazza e riconobbe subito una spettinata capigliatura rosa. Senza rispondere corse incontro al ragazzo.
"Lisanna! Ti trovo bene!" esclamò Natsu appena la vide. Lei lo abbracciò velocemente, cominciando poi a bombardarlo di domande per sapere perché quel pomeriggio non era venuto ad aiutarla.
"Scusa ma ho avuto degli impegni." si giustificò lui, guardando con la cosa dell'occhio l'amico che si allontanava. In effetti quel pomeriggio aveva avuto da fare, e anche tanto.
Aveva stracciato Gray alla play e pareggiato con Gajeel. Si poteva ritenere soddisfatto, per ora... Ma poi Gray aveva iniziato un discorso insolito. Ragazze. Non ne parlavano quasi mai, e quelle poche volte si deridevano a vicenda per le disgrazie degli altri. Da quel che aveva capito aveva intenzione di abbordare una ragazza della loro età che si stava lavorando da un po' -qualche anno-.
Istintivamente gli venne da ridere: Gray non ci sapeva proprio fare con le ragazze, e anche se usava termini da playboy rimaneva sempre una schiappa.
"Aspetta un attimo, devo andare con Gray." continuò, allontanandola un po'.
"Vengo con te, tanto starà sicuramente andando da Lucy!" sorrise l'albina prendendolo a braccietto.
"Luigi? Chi è Luigi?"

"Lucy!" esclamò Gray abbracciando da dietro la ragazza.
"Ciao!" lo salutò lei sorridente.

"Ragazzi!" prese parola il preside Makarov, appena salito sul palco, armato di microfono.
"Waah il vecchietto!" esclamarono alcuni ragazzi nella stanza.
"Rispetto!" si intromise una furente Erza, avventandosi sui maleducati, prendedoli a calci e minacciandoli di morte.
"Calmi ragazzi, so che siete felici di vedermi! Ma ora è il momento di annunciarvi il grande progetto che da mesi stiamo organizzando per rendere questo anno indimenticabile per ognuno di voi!"
Tutti si fecero attenti, donando tutta la loro attenzione all'uomo di bassa statura che dondolava avanti e dietro sui talloni godendosi l'attimo di suspance che stava rendendo ansioso il pubblico.
"In questo anno abbiamo risparmiato molto, come avrete notato i corsi e la struttura della scuola ne ha risentito," si sentirono in sottofondo le lamentele da parte della squadra di calcio che negli ultimi tempi doveva condividere il campo con la squadra di baseball; del club di cucito che avevano a disposizione solo la stoffa di quel fastidioso color verde marcio che tutti si rifiutavano di utilizzare e, infine, degli sfigati che erano stati vittima delle scale del secondo piano, quelle burlone avevano deciso di cedere proprio mentre gli studenti scendevano in corsa al primo piano- "... e gli insegnanti si ritiravano uno dopo l'altro per via delle vostre continue lamentele. Ma grazie a questi soldi siamo riusciti a comprare un, attenzione attenzione, intero palazzo in America!". La palestra si riempì di urli, applausi, fischi, i più sensibili cominciarono addirittura a piangere -o forse era per via delle gomitate e della confusione creata dai più entusisti-.
"Calma figlioli!" rise Makarov, "Vi devo ancora dire alcune cose!" gli insegnanti e i responsabili di classe riuscirono a calmare un po' la folla, "Noi vi garantiamo solo un tetto sopra la testa e un letto caldo, i soldi per il viaggio, per il cibo e gli altri beni ve li dovrete procurare voi con lavori part-time o altro. Ah, una cosa importante: ovviamente un palazzo non basta per tutti voi, per questo in un appartamento ci saranno due o tre persone." l'entusiasmo di prima fu scambiato da occhiatine e mormorii. "Sapero che questa idea non vi sarebbe piaciuta più di tanto, perciò intendo precisare che non siete obbligati a venire! Poi la cosa dovrà essere anche valutata dai vostri genitori, non si sa mai che a loro non vada bene e non vi lascino venire. Vi verranno consegnati dei volantini a fine serata con scritto tutto quello che c'è da sapere, quindi non bevete tanto da non riuscire nemmeno a reggere un foglio.
Prima di lasciarvi voglio ricordarvi solo una cosa: un'occasione come questa capita poche volte nella vita a meno che tu non sia ricco sfondato, quindi pensateci bene.
Bene, ora potete festeggiare, la scuola è finita!" esclamò infine alzando il microfono in aria, scatenando di nuovo urli e fischi.

"Levy-chan, Lluvia, che ne pensate?" eslcamò Lucy per farsi sentire dalle amiche nonostante fossero a qualche passo da lei.
"Hai sentito il preside: è un'occasione unica, Lu-chan! Lotterò con tutte le mie forze contro i miei genitori finchè non mi lasceranno venire!" rispose esaltata la prima. Lluvia tentennò qualche secondo prima di annuire decisa, condividendo in pieno la sua affermazione. "Tu, invece?" continuò Lluvia.
"Dovremo condividere la stanza con qualcuno, e se poi questo qualcuno non ci sta simpatico?"
"Non passeremo di certo tutta la gita chiuse in casa! Ti rendi conto che andremo dall'altra parte del mondo? Io intendo visitare ogni museo, cinema, piazza e, perché no, ogni vicolo buoio inquetante!" esclamò gesticolando senza sosta.
"Levy-chan ha ragione, dovrai vedere il tuo coinquilino solo di notte." aggiunse Lluvia.
"Mh sì, il vostro ragionamento non fa una piega." mormorò la bionda pensierosa. "Ok, ho deciso! Da domani sciopero della fame finchè non convincerò mio padre!" continuò alzando un pugno al cielo, decisa.
"Questo è lo spirito! Guardate, ci sono Mira e Lisanna!". Le due sorelle si avvicinarono vedendo Levy sbracciarsi per salutarle.
"Sono così emozionata, ragazze! Voi verrete, vero?" sorrise la maggiore, e tutte e tre annuirono.
"Ah, che sbadata! Lui è Natsu." prese parola questa volta la minore, indicando il ragazzo al suo fianco. "Loro sono le mie amiche." continuò, dopo di che le presentò una per una.
"Siete compagne di Lisanna?" dopo la loro conferma continuò, "Allora andremo in gita insieme, anche io sono del quarto anno!"
Gray spuntò da qualche ragazzo, "Eccoti qui fiaccola! Scusate ma stavo parlando con dei miei amici"
"Vi conoscete?" chiese Lucy al nuovo arrivato.
"Sì, è il ragazzo di cui ti avevo parlato: quello leso nel cervello."
"Ah! Quel Natsu!" ridacchiò la biondina. Qualche giorno prima si erano ritrovati a parlare della festa di fine anno, e lui ne aveva aprofittato per raccontarle qualcosa sugli amici con cui sarebbe venuto. I nomi non li ricordava perchè al loro posto continuava ad usare buffi soprannomi, come fiaccola, ferraglia, babbei senza un bricciolo di intelligenza.
Le aveva raccontato alcune delle loro avventure, quelle dove lui faceva la figura dell'eroe o dell'intellettuale pronto a salvare la situazione. Erano talmente assurde che si era trovata più volte a pensare che le stesse inventando, ma le avevano fatto fare lo stesso grosse risate.
"Maledetto... che cosa ti ha raccontato?!" sbottò il rosato, con le guance un poco rosse per la rabbia mista a imbarazzo.
"Oh be', un po' di cose... Per esempio quando sei scivolato su una buccia di banana mentre passavi in moto su un ponte e sei caduto in pieno stile Titanic, con tanto di multa per disturbo alla quiete pubblica per le tue imprecazioni." tutti scoppiarono a ridere, mentre la vittima arrossiva ancora di più, "Oppure mentre saltavi una siepe ti eri incastrato con i pantalini in un ramo e si erano strappati tutti. Tu non te ne eri accorto e andavi in giro con i tuoi boxer rosso fiammante in bella vista." questa volta Lucy si fermò per liberare la lunga risata che aveva trattenuto con fatica durante il racconto.
Natsu si stupì quando si ritrovò a pensare che la risata della ragazza che lo stava umiliando di fronte a quelle persone appena conosciute fosse davvero gradevole. Si meravigliò molto anche quando non si sentì irritato per la figuraccia.
"Scusa, non dovevo." aggiunse ridacchiando.
"Oh, fa niente"

"Erza-chan! Siamo qui!" esclamò Lluvia, scorgendo tra le teste una capigliatura scarlatta.
"Finalmente, è da minuti che vi cerco!"
"Sei stata tu ad allontanarti per pestare quei poveri ragazzi..." borbottò divertita Mirajane,
"Perchè non siete in pis- TU!" fulminea indicò Natsu, bloccandosi di colpo durante la frase. "Che ci fai qui? Non ti stavo dando una lezione fino ad un secondo fa?!"
"Ma che stai dicendo?" chiese il ragazzo guardandola torvo.
"M-Ma... in quel gruppetto che aveva mancato di rispetto al preside poco fa non c'eri anche tu?"
"Erza, basta alcol per stasera" la schernì Cana.
"Ma come?! Allora chi è che ho picchiato?" esclamò coprendosi la bocca con una mano.
Natsu non sapeva proprio che pensare: quella ragazza aveva malmenato degli sconosciuti, pensando però di conoscerli, e in più ci era andata anche pesante dato che era sicura che tra quei poveretti c'era proprio lui. Lui che non aveva fatto niente, assolutamente niente.
Il motivo però lo conosceva: la presidentessa Erza, che conosceva da quando erano piccoli, pensava che per educarlo servissero solo le maniere forti. Ogni volta che si rivolgeva in modo sgarbato a qualcuno, che combinava pasticci, lei era lì. E con lei, a volte, c'erano anche oggetti appuntiti -o non- pronti ad essere scaraventati sulla sua faccia.
La vita è strana, pensò con un sospirò sconsolato.
"Devo andare a soccorrere quei ragazzi!" esclamò guardandosi intorno. Aveva fatto uno sbaglio imperdonabile, ora il suo titolo di presidentessa era stato infangato. E per era stata solamente colpa sua, così non poteva neanche sfogarsi su qualcuno, altrimenti la situazione sarebbe peggiorata.
"Erza-chan, ti stai preoccupando troppo per una cosa inutile." intervenna Lluvia tentando di calmarla.
"No, non capisci! Ora la mia autorità vacillerà!" Forse non le era chiaro il concetto che facendo del male a delle persone, queste, l'avrebbero temuta ancora di più. Di certo l'immagine spaventosa che si era creata non si sarebbe indebolita in questo modo, anzi, sarebbe aumentata.
Non diede ascolto -per fortuna- alle prese in giro dei due ragazzi e si immerse nel pubblico.
"Era appena riuscita a trovarci..." sbuffò Lisanna. "Be', che ne dite di ballare?"

Il cellulare di Lluvia vibrò nella borsetta abbandonata su un divanetto a caso. Il display si illuminò e comparve un nome: Gajeel. Dopo qualche minuto si illuminò ancora, questa volta comparve un nuovo nome: Lyon.
Nessuno dei due messaggi ricevette risposta.

"Ehi, io esco un attimo!" esclamò Gray agli amici. Era da quasi venti minuti che ballavano senza sosta in mezzo a quel groviglio di corpi sudati e provati. Pur essendo una festa scolastica l'alcol non mancava e i ragazzi che lo sopportavano meno erano già ubriachi. Si potevano riconoscere semplicemente guardandoli in faccia: gote arrossate, occhi socchiusi, sorriso stampato in faccia e quella continua e fastidiosa risata. Senza contare la parlantina e la camminata traballante.
Si fece a fatica largo tra gli studenti e -finalmente- riuscì a uscire all'aperto. L'aria fresca gli era mancata troppo. La palestra era troppo piccola e l'aria era viziata di sudore misto a odore di cibo e bevande. Troppo per i suoi gusti.
Si accertò che non ci fossero professori ed estrasse dalle tasche dei jeans una sigaretta.
"Non dovresti fumare alla tua età." sentì dire alle sue spalle. Ignorò chiunque fosse e si accese la sigaretta. Non doveva preoccuparsi, dalla voce si capiva che era giovane.
"Sto parlando con te. Non mi hai riconosciuta, vero?" insistettè. Gray espirò il fumo e scosse la testa. Era già stanco di parlare. "Idiota, sono Ultear!". La ragazza si avvicinò e tirò un debole schiaffo alla sua nuca.
"Oh, ciao! Non ti avevo proprio riconosciuta! Da quanto tempo!" esclamò girando la testa verso di lei. Era siceramente sorpreso, non pensava di trovarla lì.
"Da quanto tempo mi sembra un po' eccessivo dato che non ci vediamo da un paio di settimane. E comunque avremmo anche potuto incontrarci, sai, andiamo nella stessa scuola." rise.
"Ah già."
"E Lyon? Non è venuto? L'ho sempre detto che quel ragazzo è un po' sfigato." sorrise scuotendo la testa.
"Attenta a come parli. Comunque penso sia venuto, cioè non penso sia così sfigato da non venire alla festa di fine anno". Ultear scoppiò a ridere.
"E dimmi, felice che l'anno scolastico sia finito?" fece una pausa, poi continuò vedendolo annuire, "Anche io. Ora c'è la gita in America. Che forte, non lo avrei mai pensato dato che a scuola non puoi neanche fare le scale senza paura che crollino." ridacchiò pensando a due suoi compagni che erano stati vittima del crollo delle scale del secondo piano di qualche mese prima. Gli alunni si erano proprio legato al dito quell'episodio. Ogni occasione era buona per rinfacciarlo alla scuola, ai professori o al preside. Se prima di quella sera gli avessero detto che le misere condizioni della scuole erano per via di un risparmio per un gita internazionale si sarebbero messi immediatamente a ridere.
"Robe da matti." sorrise Gray, prima di prendere un altro tiro dalla sigaretta.
Ultear sospirò divertita. "Quando inizi non riesci più a smettere, eh? E' brutto il vizio del fumo."
Sorrise ancora, pronto alla solita paternale. "Già."
"Lo so che non smetterai con la mia inutile predica." sospirò ancora.
"Mi conosci bene, allora!" rise il moro.
"Ah, che cugino scemo! Sarà meglio che torni dentro ora." si alzò e palì via con le mani la polvere dalla gonna del suo vestito nero, "Ci vediamo!" esclamò poi allontanandosi con passo svelto.
Quando finì la sigaretta si alzò e buttò il mozzicone a terra, spegnendolo con la suola delle scarpe. Erano passati sì e no dieci minuti da quando era uscito. Non era ne suoi programmi incontrare Ultear. Prese un ultimo profondo respiro di aria fresca e tornò nella palestra.

Spintonare. Sorpassare. Ormai questi erano gli unici pensieri di Erza. Le luci colorate la stavano innervosendo ed era coperta di sudore. Aveva percorso tutta l'area della palestra e del gruppetto di ragazzi che aveva picchiato non c'era traccia. E se erano andati via? Era proprio stanca di cercare.
Sbuffando e spintonando con più forza di prima si diresse verso il muro, dove c'erano alcuni divani. Si buttò a peso morto sul primo che trovò e sbuffò l'ennesima volta.
"Non ti diverti?" le chiese un ragazzo, seduto nel divano di fianco con alcuni amici, probabilmente.
"Insomma." sbottò in risposta senza guardarlo in faccia. Quando decise di voltarsi per conoscere chi le aveva rivolto la parola rimase stupita nel vedere una conosciuta capigliatura blu e un bizzarro tatuaggio rosso. "Gerard, ma sei tu!" esclamò mettendosi composta.
"Eh già!" ridacchiò lui. "Non ci si vede da quando? Dall'ultima riunione dei rappresentanti, giusto?"
"Sì, da qualche giorno. Non ti ho più visto in giro per i corridoi o in classe dopo la riunione". Subito si pentì di aver parlato, ora lui stava sicuramente pensando che lei lo aveva cercato. Doveva sembrargli una stalker malata.
"Ho avuto da fare." disse senza cambiare la quieta espressione. Ci fu un attimo di silenzio. "Be', non è tanto male la festa. Perché non ti diverti?" continuò Gerard quando si accorse che il silenzio si era fatto troppo imbarazzante.
"Ecco, vedi..." balbettò qualcosa senza senso mentre rifletteva sulle parole giuste da dire per non essere presa per una ragazza manesca. "Prima, per sbaglio, ho... inciampato su dei ragazzi e ora li stavo cercando per porgergli le mie scuse".
Gerard scoppiò a ridere, "Sì, me lo aspettavo da te."
"I-In che senso?" balbettò stringendo tra le dita sudate la borsetta. La temperatura stava diventando eccessivamente alta.
"No, dico che sei una persona molto onesta e gentile. Non mi stupisce che tu ti voglia scusare per una cosa simile." rispose impacciato, grattandosi con un dito la guancia.
"A-Ah, grazie." e calò ancora il silenzio.

"Lluvia non ce la fa più!" esclamò la ragazza stremata. Non si sentiva più i piedi dal tanto aveva ballato.
"Riposiamoci un attimo, anche io sono stanca!" ridacchiò Lucy prendendo sotto braccio la povera amica. Si sedettero sul divano dove avevano lasciato le loro cose -incustodite- e tirarono un sospiro di sollievo.
"Oh, finalmente!" esclamò Lucy. Si sdraiò completamente sul divano e si stiracchiò braccia e gambe. "Sono stanca morta. Mi addormenterei qui e ora!"
"Anche Lluvia."
La bionda si tirò su di scatto, "Però mi sto divertendo così tanto!" sorrise entusiasta. "Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?"
"Sì, va bene tutto" sorrise. Mentre l'amica si allontanava ne approfittò per controllare se nella borsa ci fosse tutto. Accese il cellullare con l'intenzione di controllare che ora fosse, ma si accorse di aver ricevuto qualche messaggio.
Rimase sorpresa nel leggere i due nomi dei due ragazzi che avevano cercato di contattarla. Gajeel e Lyon.
Senza pensarci due volte rispose al primo, scusandosi per il ritardo nel visualizzare e chiedendogli dove fosse. Sperava solo non si fosse arrabbiato. Rimase in ansia fino a che non rispose.
Finalmente, eh. Adesso sono fuori a fumare, tu?
Lluvia sospirò, sembrava sereno. Io sono dentro, seduta su uno dei divani in fondo. PS. Lluvia pensa che non dovresti fumare, e tanto meno davanti la palestra.
"A chi scrivi?" chiese Lucy sedendosi al suo fianco, con alcuni bicchieri traboccanti di un qualsiasi alcolico in mano.
"A un mio amico. Grazie, per chi sono gli altri?" chiese prendendo solo uno dei bicchieri. La bionda li appoggiò con cura sulla superficie del comodo mobile con la paura che con un semplice respiro potessero cadere, dopo di che fece un cenno col capo agli amici nella pista da ballo.
"Non resisteranno ancora a lungo." ridacchiò. Bevve un sorso e fece un sospiro.
Il cellulare di Lluvia vibrò ancora. Sto arrivando. Lo so, lo so.
"Uhm, Gajeel Redfox?" mormorò pensierosa Lucy, leggendo il nome sullo schermo. "Ah, ho capito! Il tuo amico d'infanzia che viene sospeso una settimana sì e una no!"
"Lucy-san, non sei spiritosa. Gajeel-sama è solo immatuto, ecco.." Lucy ridacchiò e scosse la testa.
"Oh, devo rispondere anche a Lyon-sama." mormorò non troppo entusiasta.
"Già dal tuo tono si intuisce l'amore che provi per lui." sbottò contrariata Lucy.
Sì, grazie, sto bene. Dove sei?
"Neanche un cuoricino?" la schernì Lucy, "Che coppia triste!"
"Lluvia non vuole sembrare infantile."
"Ma infantile cosa? Lui non aspetta altro che i amoruccio mio ti amo, tesoro dove sei? Mi manchi e nomignoli stupidi. E a effusioni come siete messi? Gli hai già permesso di vedere la tua magnifica caviglia?"
"L-Llvia e Lyon-sama si vedono solo da una settimana, non posso ancora permettermi di essere così audace!" balbettò rossa come un pomodoro.
"Ma sei seria?..."
"Che vergogna! Lluvia non si sente ancora pronta!" esclamò coprendosi il viso con le mani.
"Pronta per cosa?" chiese Levy buttandosi sul divano. I bicchieri ondeggiarono pericolosamente e rischiarono di cadere se non fosse stato per il pronto intervento di Lucy.
"Ops" ridacchiò la turchina, poi ne prese uno e fece un grande sorso, per poi tossire subito dopo per il bruciore alla gola causato dall'alcol. "Sono stremata!"
"Ci credo, non ti sei fermata un secondo!" rise Lisanna, prendendo anche lei un bicchiere.
"Ehi Gray, hai visto che mosse? Ti batto anche sulla pista da ballo!" esclamò Natsu ridendo orgoglioso.
"Se, come no. E poi io sono stato via un po', non vale!"
"Ho comunque vinto io, vero?" chiese per avere l'approvazione delle ragazze.
"A me sembravi tanto un babbeo!" rise Cana.
"E sei anche caduto su qualche ragazza, poverette..." aggiunse Mira scuotendo la testa.
"Ha calpestato il mio piede... tre volte..." borbottò offesa Lisanna, incrociando le braccia.
"Pff, non ci capite niente di queste cose. Oh, arriva la ferragli, evviva" sbottò non molto felice della comparsa dell'amico.
"Dove sei stato? Ah, lui è Gajeel."
"Lo conosciamo, Gray. Chi non lo conosce..." sbuffò Levy. Non gli andava tanto a genio quel ragazzo, non si capacitava come riuscisse a essere amico di Lluvia.
"Guarda chi c'è, il gamberetto!" ghignò il ragazzo appena vide la ragazzina. Fece un cenno con la testa agli altri e si sedette malamente sul divano.
"Ti ho detto di smetterla di chiamarmi gamberetto"
"Quando tu la smetterai di chiamarmi buzzurro"
"Siamo a una festa, potete non litigare?" chiese esasperata Mirajane.
"No." dissero insieme i due, per poi guardarsi in cagnesco.
"Levy, perchè non vai a cercare Erza? Non si vede più da un po'." propose Cana, non voleva assistere alle loro frecciatine alla festa di fine anno.
"Va bene, chi viene con me?" Di sicuro non si sarebbe immersa in quella chiassosa folla di ubriachi da sola.
"Ti accompagno io." sorrise Lisanna.
Qualche minuto dopo tornarono con una non tanto entusiasta Erza. Balbettò qualcosa sull'aver incontrato il ragazzo di cui era innamorata e che ci aveva fatto una figura terribile, poi bevve due bicchieri uno dopo l'altro e si buttò in pista. Tutti scrollarono le spalle e la seguirono.

"Lluvia-chan! Non mi sento tanto bene!" esclamò una traballante Lucy. "Voglio sedermi!"
"O-Okay, vieni" Le due ragazze riuscirono ad arrivare ai soliti divani e Lucy si sdraiò come aveva fatto prima. Cana l'aveva convinta a bere un'altro bicchiere, poi un'altro, un'altro e un'altro ancora. Ora le girava la testa mentre lei se ne stava a ridere e ballare spensierata. Sopportare l'alcol non le era mai riuscito bene. Una volta a una festa dei suoi parenti le avevano dato da bere un bicchierino di vino rosso: aveva dormito due giorni di fila. Poi col tempo aveva iniziato a reggerlo meglio, così rimaneva lucida alle festicciole con le amiche o in quelle poche volte che erano andate in discoteca, ma preferiva ugualmente non alzare troppo il gomito.
Girò la testa verso la pista, giusto in tempo per vedere Natsu pestare i piedi di Lisanna. Scoppiò a ridere quando lei gli tirò un pugno -non tanto forte- imprecando alla sua goffaggine. Era felice di aver trovato un nuovo amico.
"Vuoi qualcosa?" la vocina dell'amica la riscosse dai suoi pensieri ancora lucidi.
"Mh-mh"
"Vado a vedere cosa trovo" disse alzandosi.
"E mi lasci qui da sola? E se poi mi rapiscono e mi stuprano?" L'alcol la illuse che quella -pessima- battuta fosse divertente, infatti rise solo lei.
"Lluvia ci metterà solo un attimo. Però hai ragione, è meglio chiamare qualcuno." Detto questo pensò fosse più vantaggioso lasciarla sola mentre andava a chiamare un amico piuttoto che sfruttare le evoluzioni tecnologiche.
Qualche secondo dopo una capigliatura rosa entrò nel campo visivo della bionda.
"Speravo che qualcuno si sentisse male, così avrei mostrato la mia superiorità nel reggere l'alcol!" Doveva essere una battuta? Be', neanche l'alcol era riuscito a farla sembrare spiritosa. Natsu tossì a disagio: lui voleva solo farla sentire meglio. "P-Però sono molto bravo anche a consolare le persone quando stanno male!" continuò sperando di rimediare.
Lucy ridacchiò e si tirò su a sedere. "Che ore sono?"
"Sono quasi le tre! Passa veloce il tempo!" rispose dopo aver controllato sul suo orologio da polso.
"Wow, è tarduccio." borbottò sfregandosi gli occhi per mandare via il sonno. Subito si maledisse per essersi scordata del trucco, lo aveva di sicuro rovinato. "Mi passi la mia borsa perfavore? E' quella nera. Grazie." Ne estrasse uno specchietto e controllò gli occhi. Come aveva previsto il trucco era tutto sbavato. Prese un fazzoletto e lo pulì via alla bel e meglio. Non aveva voglia di truccarsi, quindi rimise tutto nella borsa e si abbandonò di nuovo sul divano.
"Stai bene anche struccata." Lucy sorrise e mormorò un grazie. Il sonno stava avendo la meglio.
Si guardò attorno e vide parecchi ragazzi abbandonati sui divani o per terra, quindi non era la sola ad aver bevuto troppo. E meno male che è una festa scolastica si ritrovò a pensare ridendo.
"Perchè ridi?" le chiese Natsu.
"Niente, ho sonno." rispose accocolandosi sul morbido mobile. "Se mi addormento qui mi riporti a casa, vero?" continuò con tono molto basso, ma l'altro la sentì ugualmente. Ridacchiò e annuì.
"Mi sa che si è addormentata" disse Natsu a Lluvia, appena arrivata con un piattino pieno di stuzzichini.
"Davvero? Sarà meglio portarla a casa" borbottò agitata. Certo che addormentarsi ad una festa piena di ubriachi non era la mossa più azzardata, aveva fatto bene a chiedere a qualcuno di controllarla. Anche se l'idea gliel'aveva suggerita proprio la ragazza che ora dormiva con le gambe sulle ginocchia del suo sorvegliante.
"Se vuoi posso restare con lei." propose sorridendo il ragazzo.
"Sei sicur-" la sua domanda venne interrotta dalla vibrazione del suo cellulare. Si scusò con l'amico e lesse il messaggio che le aveva appena inviato il suo fidanzato.
Ora non posso venire da te: Lucy-san si è addormentata e la voglio portare a casa e sono stanca anche io, sono già le tre.
Ma come? Non ci siamo incontrati in tutta la serata! Ma quanto può essere grande questa maledetta palestra?!
Mi dispiace, ci sentiamo questo pomeriggio.


ANGOLO AUTRICE;
Buonsalve a tutti!
Allora, mi rendo conto che il primo capitolo è leggermente infinito ma non mi piaceva tagliato in due parti, ahah.
La trama è molto semplice: i nostri protagonisti si trasfeferiranno in America per un breve periodo durante le vacanze d'estate. Ma c'è un imprevisto: le camere a coppie. E con questo piccolo scherzetto ho intenzione di far impazzire questi poveri ragazzi muahahah!
Chiedo perdono per gli errori ma, capitemi, con tutto quello che ho scritto qualcosa mi sarà sfuggito :(
Premetto che non ho idea di quando aggiornerò, ho già pronto qualcosa ma vorrei portarmi avanti. Però state sicuri che la finirò, anche se ci dovessi mettere tre anni vedrete la parola fine a questa fanfiction!
Mi raccomando: non fatevi problemi a consigliarmi qualcosa o farmi notare gli errori più gravi :3

Adele.
   
 
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