Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |       
Autore: 0gattomiao    17/03/2015    0 recensioni
Il viaggio di un re verso il congresso indotto dal Magnifico Regis, re dei re, accompagnato da un duca apparso dal nulla un anno prima per lo scontento di molti nobili.
(Questa storia è stata scritta per il contest Fantasy tatoo creato da Yuko chan.)
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia partecipa al concorso Fantasy tatoo indotto da Yuko chan. Ho affrettato il finale, creandone uno che non centra nulla, inseguito a dei problemi “tecnici” (i pc capricciosi che cancellano capitoli sono l'incubo di molti) e ho intenzione di proseguirla (aggiungendo molte delle parti mancati) e di aggiustare gli stravolgimenti che sono stati necessari per riuscire a consegnare in tempo.

 

LA FENICE


 

       

 


1.

 

Il re sedeva sulla piattaforma più alta, torreggiando sul lungo tavolo dinnanzi a lui sui cui lati si allungavano ministri e generali. Davanti a ciascuno di loro la tradizionale tazza di ivis, liquore forte e pregiato, era vuota. Prima di iniziare un importante convegno, la tradizione imponeva ai nobili l'obbligo di svuotare l'intera ciotola in un unico sorso e a stomaco vuoto. Molti inservienti sospettavano fosse, più che un onore, una strategia assunta dai precedenti regnanti per rendere gli oppositori instabili e manipolabili. E la dinastia degli Owain durava da più di seicento anni, un primato di tutto rispetto tra i vari regni - superiore a quello dello stesso Supremo- tanto che lo stesso regno ne aveva assunto il nome.

Il nero e il rosso si ricamavano sulle sontuose toghe indossate dal re, accentuando il rosso insolito della sua chioma raccolta in un acconciatura regale di trecce annodate sul capo. La calma tagliente con cui affrontava efficiente la corte era guidata da un'impetuosa volontà. Come ora.

"Vi prego, maestà, considerate lasciarlo qui. Il Magnifico richiede la presenza di tutti, tutti, i re. Anche Dore e Sufra. Questi avvenimenti non sono mai un bene" supplicò l'anziano ministro Azir. Erano a suo carico tutte le terre coltivabili dei picchi e le conseguenti tasse. Era tra i primi ad aver usufruito e aver avuto contatto diretto con le migliorie dei cambiamenti ispirati un anno prima. E la fonte ispiratrice sedeva, annoiata, alla sinistra del re. Giovane, con modi fragili e languidi, il giovane dai lunghi capelli neri sedeva accanto al re del nord e lasciava intendere come tutto ciò non lo riguardasse neanche un po'. Sfacciato, trascurava l'etichetta e la decenza sedendo scomposto, appoggiato alla parete finemente decorata che dietro di lui celava il corridoio utilizzato dai regnanti per entrare nella sala. Solo il trono finemente decorato possedeva uno schienale, per aiutare il monarca a portare il peso del regno. Da tutti gli altri ci si aspettava la necessaria educazione inculcata fin dalla nascita a posa e modi eleganti, la schiena eretta senza artificio simbolo di cultura e nobili natali. L'anno prima, quando la presenza del giovane seguiva il re più strettamente della sua ombra l'indignazione era dilagata a corte. Tali modali erano intollerabili, ancor di più verso la persona che il giovane dava sfoggio di rispettare di meno: il re.

I nobili, i più fidati consiglieri, persino l'exregis, madre del re, avevano, futilmente, cercato di trarlo in ragione. Un simile degradato non poteva dilagare tra loro. E consiglio dopo consiglio il giovane si era stravaccato in un angolo. Imperturbabile, lo sguardo colorato di un cielo in primavera vagamente interessato sugli astanti, come un dio e la distanza tra il suo trono e il mondo terrestre. Irritato rispondeva di malavoglia ai quesiti posti dal sovrano, quando quest'ultimo gli chiedeva consiglio su una o un'altra faccenda. E per il disgusto dei molti, sotto la guida di quelle risposte secche e stizzite, il regno era fiorito. Con un paio di insolite innovazioni il raccolto dei picchi inospitali e aridi era raddoppiato, per la prima volta dalla fondazione del regno esso ne aveva abbastanza da mantenersi durante l'inverno e addirittura farne un commercio con la vicina Calomora; nuove tecniche di formazione sul campo avevano posto fine ad anni di schermaglie sul confine delle vicine regioni. Nella corte sussurri giravano su colui a cui spettava il merito, sussurri inquieti le cui correnti avevano raggiunto le corti oltre il confine.

"No. Che posto può essere più sicuro, per lui, se non al mio fianco? O dubitate che sia in grado di frenare l'interesse di quegli avvoltoi?" Il re guardò una per una le facce contrariate, sfidandole a opporsi a lui. "Inoltre l'incontro col Magnifico Regis prevede strettamente solo i re e i pochi funzionari necessari. Nessuno saprà o vedrà nulla di lui. Qui si conclude la riunione. Lasceremo la corte la prossima luna."

In un basso mormorio i funzionari si dispersero a gruppi, lasciandoli soli. "Ridicolo," sbuffò il giovane, raddrizzandosi "spendere due interi cicli lunari viaggiando per un inutile raduno di culi coronati che non concluderà nulla. Ognuno sperpererà ricchezze ed energie, tornandosene a casa un po' più povero, stanco e meschino, con pace e alleanze appena avviate e già pianificano disgrazie altrui per proprio tornaconto. Buttando il proprio tempo nella latrina. Vacci da solo, io voglio cibo commestibile e un letto caldo."

"Al letto provvederei io" disse allusivo, avvicinandolo a sé. "Ti manterrei bollente."

L'aria frivola svanì, le linee leggiadre del volto si irrigidirono impassibili e con disgusto allontanò lo sguardo dal re. Ogni divertimento sparì anche per il sovrano, che col braccio lo avvicinò e lo avvolse nella sua pelliccia, pesante e morbida.

"Il mio tesoro. Più la tua arguzia da frutti più desidero legarti a me." Gli scostò una una lunga ciocca dalla fronte, baciandogliela. Rimase scoperta al centro, poco più in alto delle sottili sopracciglia, la prova della sua divinità: una singola goccia di sangue cremisi, versata da Glide per farlo nascere. Il tocco lieve delle labbra del re gli sfiorò il simbolo. Il ragazzo mantenne lo sguardo fisso sulla sala vuota e tacque.

 

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: 0gattomiao