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Autore: altaira    17/03/2015    1 recensioni
La mia storia racconta di un uomo che incontra di continuo una ragazza fidanzata di cui si innamora. Lei improvvisamente riceve una proposta di matrimonio dal suo ragazzo e le cose si complicheranno
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Francesca passò l'ultimo mese a preparare il matrimonio con Pino e ad incontrare segretamente Michele, durante le pause al lavoro. Ormai era sempre più attratta da lui. Tornava a casa e sversava il suo desiderio di fare l'amore con Michele, nel lavoro. -Francesca.- disse un giorno suo suocero, mentre la osservava lavorare infaticabilmente. - Sei diventata un avvocato incredibile. Ma non è che ti stai stressando per il matrimonio? Voglio che arrivi all'altare serena, non distrutta dal lavoro.- -No, signore, ogni caso mi appassiona a modo suo, anche il risarcimento danni per incidente d'auto sta diventando una causa da vincere a tutti i costi. Eppoi tra un po' ho l'esame di stato, voglio arrivarci quanto più preparata possibile.- -Ok, ragazza mia, ma dopo l'esame vai in ferie, non voglio sentire ragioni!- rispose lui. Oddio, no! Se fosse andata in ferie, come avrebbe fatto ad incontrare Michele? Doveva evitare questa cosa. Mentre sfogliava dei documenti pensando a queste cose, vibrò il suo cellulare. “Non vedo l'ora di vederti. Oggi è una stupenda giornata, ti aspetto al solito posto. Michele” Michele quel giorno non riusciva a pensare al lavoro. Era un mese che aveva incontrato Francesca e le aveva preparato una sorpresa. Aveva mosso un' intera città per quel giorno, e voleva che per quelle poche ore che dovevano passare insieme, tutto fosse perfetto. -Angela.- chiamò la sua assistente. - Chiama il fioraio, prenota 30 rose rosse, passo io a prenderle durante la pausa pranzo.- -Si, signore.- rispose lei sorridendo. Ormai tutti si erano accorti che lui aveva qualcosa di diverso. La sua gioia si espandeva tutta intorno a lui, e coinvolgeva tutte le persone che si trovassero almeno in un perimetro di 100 metri da lui. Francesca lo aveva completato. Adorava tutto di lei, dai suoi occhi verdi, i suoi riccioli neri, al suo modo di affrontare le difficoltà, alla sua intraprendenza al lavoro. Aveva scoperto che era una grande lettrice dei classici, amava Shakespeare e Dante, adorava il medioevo, e le civiltà antiche. Cose che lui non aveva mai preso neanche in considerazione. Lui amava le scienze, la fisica, il progresso, non avrebbe mai creduto che esistesse qualcosa di affascinante anche nelle opere antiche. Aveva capito che Pino era una parte importante della sua vita, e stava accettando piano piano anche gli ascessi di gelosia che ogni tanto gli facevano venire i bruciori di stomaco. Il solo pensiero di immaginarli a letto insieme lo uccideva, eppure era consapevole che era solo una formalità, come il resto del loro rapporto. Francesca con Pino sembrava essere una donna legata, mentre con lui era diversa, sembrava libera, nonostante fosse frustrata dal fatto che lui avesse rifiutato di fare l'amore con lei. Lo desiderava e glielo dimostrava spesso. Più di una volta aveva dovuto frenarla. Un giorno entrò in casa durante la pausa pranzo, e la trovò nella sua enorme camera, già distesa sul letto con addosso solo un bellissimo sottogiacca di seta azzurra ed un tanga abbinato. E lui nonostante avesse gradito molto la sorpresa, e si fosse eccitato enormemente vedendo solo la forma dei suoi seni nudi sotto la seta, era stato fermo e deciso. Quel pomeriggio fu uno dei più belli insieme, ma non si erano neanche sfiorati. Michele sorrise al pensiero di lei che stava tentando di sedurlo in tutti i modi, e le mandò un nuovo messaggio “Mi raccomando, vieni appena puoi, abbiamo un po' di cose da fare. Michele” Francesca fremeva al pensiero di vederlo, ed era incuriosita da tutti quei messaggi misteriosi. Non aveva idea di cosa stesse combinando, e appena si fece l'una, afferrò la borsa, salutò il suocero, e corse via. Raggiunse velocemente il luogo del loro incontro e corse a buttarsi tra le sue braccia. -Ciao, tesoro!- le disse lui baciandola. - Sei pronta per questa avventura?- -Si, ma ce la faremo a rientrare per tornare a lavoro?- -Ma certo! Sai che giorno è oggi?- -Oggi è il 14 aprile, credo.- rispose lei con uno sguardo curioso, mentre sottobraccio si incamminavano verso il Teatro S. Carlo. -Esatto, ed è un mese che io e te abbiamo avuto l'incidente! Ti ho preparato una serie di sorprese per festeggiare.- gli brillavano gli occhi. Superarono il Maschio Angioino e andarono verso il porto. -Sei pronta?- le chiese, e lei gli fece di si con la testa. Lui prese un foulard dalla tasca e le coprì gli occhi. La prese per mano e la fece sedere su un sedile. Francesca si accorse che erano in un'auto quando sentì il rombare del motore in accensione. -Tesoro mio, non hai idea di quello che ti ho preparato. Ti piace il mare?- le chiese. -Si, basta che non mi ci fai tuffare. Credo che faccia ancora un po' freddo, sai!- rispose lei allungando una mano per cercarlo. -Non preoccuparti, non ho intenzione di tuffarmi oggi, eppoi voglio che sia tutto perfetto per te, non ti lascerei mai gelare dal freddo, mentre passiamo del tempo insieme.- disse prendendole la mano che lei aveva allungato e portandoselo alle labbra per posarle un leggero bacio. Lei sentì un brivido. Subito lui le poggiò la mano sulla coscia, e lei toccò la stoffa del suo pantalone. Con la mano scivolò verso quello che lei credeva fosse il suo inguine, e fece un sorriso malizioso. Seppur per pochi attimi sentì la sua erezione che premeva contro la stoffa. -Ehi signorina!- la sgridò lui, tirandole via la mano. - Dove credi che stiamo andando? Io non ho ancora cambiato idea sul fatto di fare l'amore.- -Io speravo che invece l'avessimo fatto. Mi hai promesso una giornata perfetta!-rise lei, ma lui si rabbuiò. Non aveva affatto pensato a questo. -Francesca, smettila. Sai quali sono le mie condizioni.- -Si, ma io sono un avvocato. Ho abbastanza esperienza nell'aggirare le leggi.- rispose lei -Oh, sei un' incredibile dispettosa!- le disse lui ridendo. Anche lei rise, poi restò in silenzio ad ascoltare la canzone che suonava dall'autoradio. Amore il mio grande amore che mi credi, Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi. Lei cominciò a canticchiare muovendo la testa. Lui fermo nel traffico, la guardò e sorrise. Gli sembrò che quella canzone parlasse di loro. Rise. Lui voleva essere il suo guerriero, e avrebbe lottato contro chiunque per averla con se. Anche se si fosse sposata, avesse avuto figli con Pino, lui l'avrebbe sempre protetta, e sarebbe stato al suo fianco anche se lei non avesse voluto più vederlo, anche se lei lo avesse dimenticato, lui sarebbe stato lì, dove lei avrebbe potuto raggiungerlo facilmente. Gli si riempì il cuore, e finalmente si rese conto di essere innamorato di lei. Era bellissima anche con la benda sugli occhi. Il sole illuminava la sua pelle e i suoi capelli. Michele non vedeva l'ora di vedere la sua espressione quando avrebbe visto dove la stava portando. Erano arrivati, lui parcheggiò l'auto e la aiutò a scendere. Tenendola per mano la guidò verso un porticciolo a Mergellina, arrivati sul molo lei diventò più curiosa, e cominciò a fare mille domande. Sentiva lo sciabordio dell'acqua, ma non aveva idea di dove stessero andando. -Ok, ora solleva un piede.- la guidò lui mentre era già salito su una scaletta che portava su uno yacht tutto bianco. - Ora solleva l'altro piede- le mise le mani sui fianchi e la sollevò per aiutarla a salire, tenendola al sicuro. - Ci sono dei gradini, fai attenzione.- continuò, e lei pian piano salì la scaletta e si raddrizzò una volta resasi conto che gli scalini erano finiti. Michele la prese di nuovo per mano e la fece accomodare su quello che al tatto le sembrò un divanetto di pelle. Erano ancora all' aperto, perchè lei sentiva il vento sul viso. -Ok. Aspetta un secondo qui, torno subito.- le disse e si allontanò. Francesca cercò di rilassarsi, ma era quasi impossibile senza Michele al suo fianco e quando all'improvviso sentì un rombo e il divanetto su cui era seduto vibrò, capì che erano in movimento. Sentì dei passi che si avvicinavano. -Allora, mica hai paura?- le chiese la voce di Michele. -No.- rispose lei con voce incerta, poi lo sentì ridacchiare. -Vieni qua.- le disse prendendole di nuovo la mano. La fece alzare, e tenendola per i fianchi si incamminarono. Francesca sentiva più forte il vento sulla pelle e tra i capelli, ebbe un brivido e incrociò le braccia al petto per il freddo. -Mi avevi promesso che non avrei sentito freddo.- disse a Michele. Lui rise ancora, e l'avvolse col suo abbraccio. -Ok. Fermati.- le disse lui. Aspettò ancora pochi istanti e sciolse la benda. Francesca fu abbagliata dalla luce intorno a sé, poi cominciò a distinguere il mare, il cielo, il sole e la ringhiera davanti a se. -Siamo su una barca!- esclamò. -Non è una barca, è uno yacht. È in prestito. È di proprietà del mio capo. Qualsiasi cosa gli chiedo, è disposto a darmela.- rispose lui e le sorrise. Lei si voltò e si guardò intorno. Era al centro del golfo. Intorno a se vedeva il monte del Vesuvio da un lato e Napoli tutta intera dall'altro. -Allora, ti piace?- chiese lui timidamente, quasi sussurrandole in un orecchio. -Si!- rispose lei. - é forse la cosa più bella che io abbia fatto dopo la laurea.- strinse forte Michele a se, e l'abbracciò. -Aspetta di vedere il resto.- rispose lui, e le posò un bacio lieve sulle labbra. La prese per mano, e la guidò all'interno dello scafo, dove c'era un ampio salotto bianco, con le pareti di legno, e un grande televisore su una delle pareti. La portò giù per una scaletta stretta, e le mostrò le camere da letto. Erano tutte sotto il livello del mare, ed avevano delle finestre ermetiche che mostravano la vita sottomarina. Lei ne fu affascinata. Si incollò ad una di esse, e guardava stupita come una bambina i pesci che, timorosi, si avvicinavano allo scafo, le piante marine che ondeggiavano lentamente sul fondo. La luce proveniva solo da quelle finestre, ed era blu e tenue. Michele la trascinò infine in una sala da pranzo, a prua, che aveva tutte le pareti di vetro. Il tavolo era già apparecchiato per loro due, e un cameriere si avvicinò per chiedere se volessero che fosse servito il pranzo. Michele acconsentì, e si sedettero sulle comode sedie bianche di velluto, intorno al tavolo. -Ho anche un regalo per te.- disse, Michele, mentre aspettavano che fosse servito il pranzo. Si alzò e scomparve dietro la porta. Tornò pochi minuti dopo, ed aveva in braccio un grande mazzo di rose rosse. - Non so come farai a portarlo a casa, ma se vuoi puoi lasciarlo qui, tanto la sorpresa vera è un'altra.- Francesca prese il mazzo e notò uno scatolino tra le rose. Sfilò il nastro che lo chiudeva, e lo aprì. Sorrise. Era una catenina di oro bianco, ed aveva un ciondolo a forma di cuore alla fine. Lo voltò tra le mani e c'era incisa la data del loro incontro. 14 Marzo 2014. -Sperò che tu lo possa indossare, senza dare nell'occhio. L'ho scelto apposta così piccolo, perchè lo puoi nascondere facilmente sotto i vestiti.- le disse mentre la aiutava ad indossarlo. -Credo che non sarà difficile, eppoi avevo proprio bisogno di qualcosa che mi ricordasse te, oltre ai messaggi al cellulare. Ho voglia di indossarlo anche di notte.- rispose lei. -Sai? Oggi non ho molta voglia di mangiare.- sospirò lui, mentre respirava il suo profumo, affondando tra i suoi capelli. -Neanche io.- sussurrò Francesca.- Ho scoperto che mi desideri anche tu. Mi dispiace tirare in ballo sempre lo stesso discorso, ma non riesco a capire come fai ancora a resistere.- -Francesca, oggi sto cercando di tirare fuori tutta la forza di volontà che ho, per resisterti. Mentre lavoravo stamattina ripensavo a quando ti ho trovata mezza nuda nel mio letto. Poi quando mi hai sfiorato prima in auto...- Michele lasciò la frase in sospeso. -Michele, non tocco Pino da quando mi hai portato la prima volta al tuo appartamento a Santa Lucia. Mi sono lanciata a capofitto nel lavoro per pensare a cose diverse da te, torno ogni sera a casa stanca, apposta per evitare di fare sesso con lui, e fortunatamente lui lo capisce, e sotto le lenzuola non facciamo nient'altro che dormire.- gli raccontò. - Voglio te, ti desidero con tutta me stessa, e questo non mi fa concentrare su altro.- -Ma, tesoro, il matrimonio...- rispose lui. -Oh! Che si vada a far fottere! Troverò un modo per disdire tutto!- esclamò lei. -Francesca, ne sei sicura? Mi stai dando la tua parola che il matrimonio sarà disdetto?- -Michele, si, voglio restare con te, e farò di tutto perchè sia così.- Michele saltò dalla sedia la baciò, con una passione tale che non li lasciò respirare finchè le loro labbra non si staccarono. Affannati e sorridenti corsero nella prima camera da letto vicino alla sala dove si trovavano. Si svestirono di fretta, ed una volta nudi si guardarono vicendevolmente. Michele era muscoloso, le sue spalle larghe erano tese e sode. Le sue braccia erano forti e solide. Il suo ampio petto villoso si muoveva su e giù seguendo il ritmo veloce della suo respiro. Le gambe erano tornite e la sua erezione prorompente. Francesca allungò le sue braccia verso di lui tremando, lo abbracciò affondando la testa nel suo petto, inalando a lungo il suo profumo, così virile ed eccitante. Michele la sollevò e la adagiò sul letto, ansimava ancora, e quando cominciò ad accarezzarla fu come aver toccato un filo ad alta tensione. I suoi seni erano generosi, ed i suoi capezzoli erano turgidi per il contatto della loro pelle. Dopo un attimo lui fu dentro di lei. Michele sollevò la testa estasiato e Francesca sospirò un gemito di piacere. Il loro ritmo aumentò, finchè mentre lui le baciava il seno, Francesca perse il controllo di se, venne, esplodendo intorno a lui come un fuoco d'artificio, lui, incoraggiato dalle sue grida di piacere, incalzò ancora di più, e dopo pochi momenti venne in un sospiro, e crollò su di lei sfinito.
  
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