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Autore: WickedSwan    18/03/2015    3 recensioni
A #Larry Fanfiction!
DAL TESTO: "Che schifo.
Ridotto a trascinarmi in locali sconosciuti dei sobborghi di Londra, pur di essere me stesso.
Che poi, forse, non sono me stesso neanche così.
No, non sono più me stesso da un po’ di tempo ormai.
Come sempre, il mio autista mi sta aspettando in una via laterale, pronto ad accogliermi in macchina, una berlina, ovviamente, e riportarmi a casa.
Sono sicuro che qualche sera non mi vedrà arrivare.
Prima o poi qualche pazzo mi rapirà, con la speranza di tirarci fuori un bel riscatto. O magari solo per il gusto di torturarmi ed uccidermi lentamente e con gusto.
Come se non ci stessi già pensando da solo."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 13 – HOPE?
Step one, you say we need to talk
He walks, you say sit down, it's just a talk
He smiles politely back at you
You stare politely right on through
Some sort of window to your right
As he goes left, and you stay right
Between the lines of fear and blame
You begin to wonder why you came


Where did I go wrong?
I lost a friend
Somewhere along in the bitterness
And I would have stayed up with you all night
Had I known how to save a life
.
 
HARRY POV

Dio.
Quel cretino mi ha davvero tirato un pugno in faccia?
Mi ha urlato addosso che sono un pazzo, che deve starmi lontano, che mi sono chiaramente inventato tutto.

E’ venuto qui, durante una notte di pioggia, portando speranza.
E ora se n’è andato, alla luce del mattino, lasciandomi di nuovo solo e svuotato.

Eppure l’ho visto nei suoi occhi, mentre cercavo di trattenerlo; l’ho visto che per quei pochi secondi, attimi, minuti, ore, non lo so, LUI c’era.
Il mio Louis c’era, mentre mi stringeva a sé questa notte e mentre mi urlava in faccia questa mattina; mentre aspettava il tè nel salotto e mentre rideva isterico dopo il nostro scontro fuori dal bagno.

Quella risata cristallina mi era mancata così tanto, forse più del suo sguardo furbo o i capelli incasinati post-dormita sul divano.

Lui è tornato da me, per poi andarsene di nuovo, come se niente fosse.
Lasciandomi solo un dolore lancinante allo zigomo destro, che adesso sto tentando di sedare con del ghiaccio.

Vaffanculo, e adesso chi la sente Lou? Chissà quanto dovrà lavorarci con correttore e fondotinta per nascondere il livido rosso che sta già facendo capolino.
Per non parlare di quando diventerà giallo, verde e viola..che gioia!
Passare dal nascondere i succhiotti al nascondere i lividi.
Stiamo andando nella direzione giusta direi.

Per non parlare di mia madre, che stasera sarà a Londra per '''festeggiare''' il Natale con me e mi troverà in questo stato pietoso. Già la sento.

Sono sempre di fronte allo specchio del bagno, cercando di capire la vera entità del danno, quando sento di nuovo un bussare concitato alla porta.
Oddio, è tornato.

Mollo ghiaccio e pomata sul lavandino ed esco velocemente dalla stanza, cercando di riordinare i pensieri nella mia mente e calmare il battito impazzito del mio cuore.
E se fosse davvero lui? Magari è arrivato all’appartamento da Eleanor e quando l’ha vista si è reso conto che stare con lei non è davvero ciò che lo rende felice.
Magari ha finalmente aperto gli occhi alla verità, magari si è ricordato nuovi particolari, magari..

Magari questa volta varcherà la soglia di questo appartamento con l’intenzione di non andarsene più.
Per non lasciarmi mai più.

Sento di nuovo bussare alla porta e mi accorgo di essere rimasto impalato a fissarla per un minuto intero, tanto ero perso nelle mie fantasie romantiche da liceale.
Cazzo, ho paura ad aprire.

Perché se davvero ci fosse lui al di là degli stipiti, magari con una valigia nella mano destra e la piastra per capelli nella sinistra, sarei l’uomo più felice di questo mondo.
Ma se non dovesse essere così..la mia guancia non sarebbe l’unica parte ferita del mio corpo, oggi.

Comunque, che sia o non sia lui, devo comunque aprire questo dannato uscio.
In fondo sono pur sempre una persona civile e gentile.

Prendo un profondo respiro, neanche dovessi fare una gara a chi resiste di più sott’acqua, ed apro la porta di scatto, mantenendo gli occhi assolutamente serrati.
Purtroppo, nonostante il tentativo di posticipare la verità –qualunque essa fosse- questa mi colpisce dritto in faccia, o meglio, nel naso, dato che riconosco subito il profumo che mi investe in pieno.

“Oh..” Esclamo, la delusione nella mia voce dipinta in una scala di grigi.
“Harry, che diavolo stai facendo? Perché non apri gli occhi???” Mi chiede la voce, con quella sua velocità caratteristica che di solito mi fa ridere, mentre adesso non fa che deprimermi ancora di più.
Mi sposto lentamente, tornando all’interno dell’appartamento per potermi tranquillamente buttare sul divano e piangere tutte le mie lacrime.

La persona, assolutamente indesiderata in questo momento, entra decisa all’interno della stanza, chiudendosi la porta alle spalle con un colpo secco.
Vi prego, salvatemi. Stamani non posso sopportare un’altra delle sue continue ramanzine.
Lo so che lo fa per noi, ma a volte vorrei soltanto poter abbassare il volume e godermi un po’ di sano silenzio.

“Harry. Primo, perché non sei ancora vestito alle..due del pomeriggio? Non hai ricevuto la chiamata dei produttori?? Abbiamo una conferenza stampa fra esattamente..centoventi minuti! Secondo, dimmi che cavolo avete fatto tu e Louis in terrazza stanot-oh, Harry che diavolo hai in faccia!”
Il monologo incomprensibile si arresta improvvisamente, non appena alzo la testa dal suo nascondiglio sotto il cuscino e lascio in piena mostra lo schifo che ho sulla guancia.

Adesso si che si ride.

“Harry, ti sei di nuovo ubriacato stanotte? Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo! Ti hanno pestato? Chi? Hai altre ferite addosso? Perché non sei andato all’ospedale? Sei un cretino!”

“Liam. Stai zitto un secondo, ti prego. Non è successo niente di quello che stai immaginando, stai tranquillo. E non c’entrano neanche gli alieni, o Batman o le Spyce Girls. Anzi, se proprio vuoi saperlo e da ieri sera che non lascio questo appartamento. Oh, e Buon Natale anche a te.” Gli rispondo, mettendomi finalmente a sedere, avendo capito che, adesso che lui è qui, non potrò piangere fino ad addormentarmi, così come avevo sperato.

Guastafeste di un Payne.

Harry. Chi se ne frega del Natale. Vuoi dirmi cosa è successo, per favore?” Mi chiede ancora lui, con un tono leggermente più dolce, stavolta.
Evidentemente deve aver messo bene a fuoco la mia faccia sconvolta e rigata dalle lacrime.

Lo guardo stancamente, mentre il suo piede continua a battere in terra ad un ritmo costante e le braccia, incrociate sul petto, si alzano e si abbassano con i suoi respiri.
In fondo avevo bisogno di sfogarmi; avrei chiamato Gemma, probabilmente, ma visto che Liam è qui, credo che ne approfitterò.

“Louis.”  E anche solo dire il suo nome mi fa salire un lento brivido lungo la schiena.
Sono completamente ed inesorabilmente fottuto.

“Immaginavo che c’entrasse lui. Ieri sera ti ho visto sconvolto, quando siete rientrati dalla balconata..ma non capisco perché tu debba continuare a ridurti così, quando tutto questo è stata una tua scelta! Sai benissimo che avresti potuto cambiare le cose, se solo avessi voluto!” Liam si siede vicino a me, poggiandomi una mano sul ginocchio, notando quanto la mia espressione stia diventando sempre più cupa e..pensierosa.

“Cristo, Harry, potresti ancora provare a cambiare la situazione! Non capisco perché tu debba soffrire in questo modo quando basterebbe parlare. Avresti l’appoggio di tutti noi, questo lo sai e sono sicuro che Louis..”
“No. Liam tu non capisci. Louis è..stato qui, stanotte.” Gli dico, interrompendo di nuovo il fiume di parole che stava uscendo dalla sua bocca.

“Cosa?” Mi chiede lui, per la prima volta davvero senza idee.
“Louis è stato qui? Quando è arrivato? Cosa ha detto? Perché me lo dici così tranquillamente? E’ stato lui a farti questo?” Mi chiede, indicando di nuovo la mia guancia, facendo un mezzo versetto disgustato nel constatare che..sì, quello è stato proprio un bel pugno.
Tomlinson non scherza.

“Okay Liam, ti racconto tutto. Ma ti prego di non giudicare o dare opinioni affrettate. Devi sapere che in terrazza..”
E così, mentre nel suo sguardo vedo susseguirsi curiosità, confusione, rabbia, incredulità e infine compassione, vado avanti nel raccontare tutto quello che è capitato nelle ultime sedici ore, senza tralasciare nulla.

In fondo, ormai, mi ha visto in ogni possibile condizione umana e disumana: completamente sbronzo,mentre  piangevo come un bambino perché mi mancava Lou; completamente sbronzo mentre tiravo calci a casaccio e buttavo in terra tutti i mobili dell’appartamento, perché mi mancava Lou; completamente sbronzo, mentre cantavo a squarciagola le canzoni più tristi del secolo in mezzo ad una strada, perché mi mancava Lou; completamente sbronzo, mentre cercavo giocavo a trovare più aggettivi possibili che descrivessero i suoi occhi blu, perché mi mancava Lou.

Insomma, già mi crede pazzo, tanto vale essere sincero fino alla fine.

Dopo circa mezz’ora di racconto, durante il quale –stranamente- è rimasto in silenzio, arrivo alla parte finale, quella in cui narro del pugno in faccia e la fuga immediata di Louis, che mi ha lasciato qui, nell’assoluta balia dei miei pensieri.

“Non ci posso credere!” Sbotta infine Liam, alzandosi in piedi di scatto, come se cercasse di sfogare la frustrazione senza sembrare troppo arrabbiato.
Tipico di lui. Per questo lo chiamiamo ‘Papà Directioner’, cerca sempre di mantenere il controllo della situazione ed è ogni volta pronto a calmarci e farci ragionare, nei momenti difficili.

Peccato che in questo caso, con me, non ci sia riuscito.

“Liam, mi dispiace, lo so che non avrei dovuto rivelargli tutto così..a questo punto sarei dovuto stare in silenzio, lasciarlo vivere, cazzo mi dispiace così tanto io..”
“Harry. Stai zitto un attimo. Io non ce l’ho con te, anzi, credo che tu abbia fatto la prima cosa giusta da tanto –troppo- tempo.” Mi interrompe, lasciandomi senza parole. Sta dicendo che..è d’accordo con me?

“Cosa?” Chiedo io, questa volta, sempre più confuso.
Allora non ho appena fatto la cazzata più grande della mia vita?

“Harry, io ce l’ho con Louis! Cazzo, va bene che ha perso la memoria, ma se quello che mi hai raccontato è vero –e da come ti osserva ultimamente ci metto la mano sul fuoco che è così- non capisco che problema abbia! Come fa a non capire che c’è qualcosa fra voi due?? Io sono una persona calma, di solito, ma ti giuro che se fa qualche altra cazzata lo ammazzo con le mie mani. Ora poi con questa storia della conferenza stampa..io speravo che fosse un segnale positivo, ma ora che so cos’è successo stanotte, ho paura che mi macchierò presto di un grave reato.”

E giuro, adesso vorrei soltanto alzarmi ed abbracciarlo.
Perché ha ragione, Louis sta facendo una cazzata dopo l’altra e io non ce la faccio davvero più a reggere.
Dovesse tirare fuori un’ altra delle sue perle, crollerei davvero, una volta per tutte.
Solo che..

“Conferenza stampa? Quale conferenza stampa?? Non eravamo in pausa fino alla prossima settimana? E poi, il giorno di Natale? Seriamente?? Che sta succedendo?” Chiedo, mentre il panico si impossessa della mia gola.
“Te l’ho detto prima, ma evidentemente eri ancora troppo scosso dalla notte per capirci qualcosa. Ti perdono Harry. Comunque..è stata indetta una conferenza stampa per oggi pomeriggio, intorno alle quattro, allo stesso Hotel dove abbiamo festeggiato ieri sera.
Non ci è stato dato nessun altro particolare, se non che dovremo essere tutti presenti e che i sarà svelata ogni cosa arrivati là.”

“Ma cosa significa? Dobbiamo parlare con i giornalisti e non sappiamo neanche di cosa? Come pensi che possa riuscire anche solo ad uscire di casa in queste condizioni? E poi, chi diavolo a deciso di farla proprio oggi?” Chiedo, mentre la parte del mio carattere ancora devota alla musica ed al mio lavoro mi spinge ad alzarmi dal divano e prepararmi per uscire.

“Era questo che cercavo di spiegarti un minuto fa.” Mi risponde Liam, seguendomi tranquillamente in camera per scegliere dei vestiti adatti alla situazione.
“Cosa?” Chiedo, mentre osservo le mie varie camicie per cercare quella giusta, troppo intento a studiare i vari abbinamenti per poterlo guardare in faccia.

“Louis. E’ stato Louis a richiedere la conferenza. Ha detto che deve fare un annuncio importante e..non può aspettare oltre.”
Cazzo.
 
Liam POV (Che novità, ragazze! Hihi)

Da quando Harry mi ha sganciato la bomba, non so davvero più a cosa pensare.

Dopo mesi di silenzio forzato, durante i quali ho visto Louis perdere completamente se stesso ed Harry sprofondare nel baratro dell’autocommiserazione, non mi aspettavo certamente che potesse accadere una cosa del genere.

In effetti, pensare che Louis abbia davvero agito in questo modo, stanotte, mi mette un’inquietudine addosso senza precedenti.
Soprattutto adesso, che sono nella Limousine insieme ad Harry e ci stiamo dirigendo insieme verso il luogo stabilito per la Conferenza Stampa.

Il silenzio che regna nell’abitacolo è molto pesante e posso sentire da qui le rotelle che si muovono nella testa di Harry; lo osservo mentre si tortura le dita delle mani, mentre si riavvia continuamente i capelli all’indietro e tenta di pensare ad altro guardando il paesaggio fuori dal finestrino.
Tentativo completamente inutile.

Stamani, quando me lo sono trovato davanti in quello stato pietoso, con la guancia martoriata e gli occhi così rossi, non mi sarei mai aspettato che la storia dietro ad essi potesse essere una visita inaspettata di Louis.
Che proprio lui l’avesse colpito in pieno volto, prima di abbandonarlo di nuovo, pur avendo ascoltato la verità.

Io voglio bene ad entrambi, questo non posso negarlo, ma credo che stiano sbagliando tutti e due.
O per lo meno, Harry ha preso la decisione più sbagliata che avrebbe potuto, decidendo di rimanere nell’oscurità e lasciando che Louis si allontanasse non solo da lui, ma anche dal se stesso più reale, quello che non avrebbe mai abbandonato Harry dopo un pugno sul naso.
Ma Lou che fa deliberatamente male ad Hazza?
No fucking way.

Dall’altra parte vorrei prendere quell’idiota di Tomlinson e sbattergli la testa addosso ad un muro, così forte, da fargli tornare finalmente la memoria.
Almeno smetterebbe di fare il cretino e tornerebbe il pazzo sfrenato che tutti quanti amiamo.

Lo abbiamo notato tutti che sta male, ultimamente sempre di più, con questi attacchi improvvisi che lui dice essere normali e che invece normali non lo sono affatto.

Cazzo, siamo tutti responsabili di questo casino.
Harry con le sue paure, noi con le nostre promesse, Louis, con la sua incapacità di sentire la verità.
Non ascoltarla e basta, ma sentirla, reale, dentro di sé.

Perché in fondo, non posso neanche prendermela con Louis.
Siamo stati noi a decidere di lasciar perdere, ad accettare la stupida proposta di Harry e sperare che le cose tornassero al loro posto da sole.
E invece non può essere così.

Harry e Louis hanno bisogno di noi, per poter tornare ad essere felici ed io sono stanco di mentire, stanco di vederli così abbattuti, così diversi, così estranei.

Però, un guizzo di speranza si fa strada nella mia mente, ancora scossa per le rivelazioni ricevute pochi minuti fa.
E se questa Conferenza non fosse affatto negativa, per il loro rapporto? E se, invece, Louis avesse finalmente ricordato come stanno le cose e deciso di dire la verità al mondo intero?

“Harry, io non vorrei darti false speranze ma..hai mai pensato che, forse, Louis abbia chiamato i giornalisti per parlare di voi?”
“Cosa? In che senso, Liam..?” Mi chiede il ragazzo, stretto in una camicia nera e semplice, così poco da lui.
“Nel senso che..e se dopo la sua fuga di stamani avesse realizzato che quella che hai detto è solo la verità? E se avesse deciso di..provarci di nuovo?”

“Stai dicendo che potrebbe aver ricordato, Li?” Mi chiede allora, dopo aver finalmente compreso il messaggio che volevo lanciargli.

“Sto dicendo che prima di disperarsi adesso e pensare subito al peggio, dovremmo soltanto attendere e sperare che, per una volta, la fortuna sia dalla nostra parte.” Gli rispondo, appoggiando di nuovo la mano sul suo ginocchio, così come faccio ogni volta che sente il bisogno di essere rassicurato.

Era il gesto che faceva Lou, un tempo, quando le cose erano migliori.

“Ci proverò.” Mi dice ancora lui, dopo aver preso un profondo sospiro e aver dato un paio di pacche rassicuranti alla mia mano.
E’ allora che lo sguardo mi cade distrattamente fuori dal finestrino e mi rendo conto con orrore che siamo bloccati in mezzo al traffico.

“George, cosa sta succedendo? Perché siamo fermi?” Chiedo  allarmato all’autista, accorgendomi con orrore che mancano soltanto dieci minuti alle quattro e di questo passo non arriveremo mai in tempo.

“Purtroppo Liam, mi hanno appena fatto sapere che è avvenuto un incidente all’incrocio in fondo alla via.”
Un Natale da ricordare, davvero.

“Si è fatto male qualcuno?” Chiede Harry, improvvisamente attento ed allarmato.
Nonostante tutti i problemi che sta affrontando al momento, non smette mai di essere il ragazzo dolce e compassionevole di sempre.
Lo ammiro molto.

“No Harry, sta’ tranquillo. Soltanto un tamponamento a catena, ma nessun ferito grave. Solo tanta paura.” Risponde George, sorridendo dolcemente al ragazzo che lo osserva intento dallo specchietto retrovisore.

“Menomale.” Commento “Solo che non riusciremo mai ad arrivare in tempo all’Hotel in questo modo..” Continuo, cercando di immaginare una soluzione possibile al contrattempo.
“No Liam! Noi dobbiamo essere là per le quattro! Io devo essere lì per le quattro!! Qualsiasi cosa abbia da dire Louis, positiva o negativa, devo essere presente!” Esclama Harry, nuovamente concentrato sul problema che lo affligge.

“Harry, non so davvero come potremmo fare..anche a piedi ci metteremmo comunque almeno venti minuti, a passo spedito..dimmi tu.” Rispondo, pronto a soddisfare ogni richiesta del mio amico.
In fondo, oggi potrebbe essere un momento decisivo per lui.

Non faccio in tempo a finire la frase, che Harry è già saltato fuori dall’abitacolo, lanciandosi in una corsa spericolata fra le macchine e i bus fermi per la strada.
Ecco, sapevo che sarebbe andata così.

Saluto velocemente George, che mi lancia uno sguardo a metà fra lo scioccato ed il divertito, e mi lancio all’inseguimento di Harry, che, purtroppo, è già diversi metri avanti a me.

Io odio correre, da sempre.

Ho sempre cercato di darmi a sport in cui non servisse rimanere senza fiato e non ho mai sviluppato una grande capacità polmonare.
Eppure sono un cantante, ma che posso farci, sono anche pigro.
Così, mentre continuo a seguire Harry, il mio respiro si fa sempre più irregolare, mentre lo sforzo inizia a farmi grondare di sudore come mai prima.

Cazzo, se dopo questa corsa Louis si azzarderà a dire la cosa sbagliata..lo ripeto, non risponderei più delle mie azioni.

Dopo minuti che mi sembrano interminabili, e dopo aver perso ancora del terreno nei confronti di Harry, scorgo finalmente l’ingresso dell’Hotel, sempre più vicino ma sfocato, come se fosse un miraggio, una chimera.
Oppure sto solo per svenire.

Vedo Harry entrare nell’edificio, per poi imitarlo un minuto dopo, cercando e trovando subito la sala conferenze.
Nonostante il fiatone ed il sudore, noto che la stanza è gremita di giornalisti e addetti stampa, che stanno ascoltando in silenzio una persona sul palco.
Ferm. Quella persona è Louis.

Raggiungo Harry in un angolo della stanza, contento che nessuna delle persone presenti, troppo intente ad ascoltare il discorso del mio amico, si sia accorta della nostra presenza.
Meglio passare inosservati, dato che non ho idea di cosa succederà fra poco.

Una volta accanto al piccolo Hazza, che sta già osservando il suo Lou con occhi sgranati, sposto di nuovo la mia attenzione sul ragazzo seduto dietro allo stand, cercando di mettere a fuoco le sue parole.
L’ansia sta uccidendo me..figuriamoci il poveraccio che mi trovo accanto.

“..Insomma, adesso che ho ringraziato tutti voi per la vostra presenza e dopo aver fatto i doverosi auguri di buone feste, vorrei fare una semplice e coincisa dichiarazione, prima di rispondere ad ogni vostra domanda.” Dice Louis, cercando evidentemente qualcuno con gli occhi.
Che stia cercando Harry?

Il ragazzo deve aver pensato la stessa cosa, perché lo vedo alzarsi in punta di piedi e focalizzare lo sguardo nelle iridi di Louis, cercando di attirare la sua attenzione, invano.
Purtroppo però, quello che avviene dopo, non è affatto quello che entrambi ci aspettavamo.

“Vorrei annunciare a tutti che io ed Eleanor Calder, che è ormai la mia ragazza da un po’ di tempo, abbiamo deciso di..sposarci.”

Sposarci.
“Sposarsi???”
No.
“No!” Sento singhiozzare Harry accanto a me.

Sono completamente sbalordito da ciò che ho appena sentito e non faccio in tempo a voltarmi verso il mio amico, che lui mi si accascia addosso, con tutto il suo peso, mentre le lacrime gli scendono copiose sulle guancie.

E non faccio più caso al palco; non noto Louis portare Eleanor lassù con sé, per mostrare l’anello alle affamate telecamere; non sento la ragazza ridere felice, mentre risponde alle tipiche domande sul matrimonio; non mi accorgo che Niall e Zayn sono sul palco insieme a loro, cercando di mostrare dei sorrisi falsi, quando in realtà giudicano tutto questo completamente sbagliato.
Non noto che lì sopra, il sorriso più finto di tutti, lo sta indossando Louis.

Mi concentro invece sul povero ragazzo che sto sorreggendo, tremante come una foglia; così grande eppure così fragile, mentre mormora parole sconnesse al mio orecchio, probabilmente ancora incapace di credere a ciò che è appena successo.

“Liam ti prego.. portami via!” Mi sussurra, quando la paura di essere notato da sguardi indiscreti inizia a farsi spazio nella sua mente.
“Certo. Tutto quello che vuoi Harry.” Gli rispondo, dopo avergli infilato gli occhiali da sole.

Sono tutti così attenti ad osservare cosa stia succedendo sul palco, che davvero nessuno nota le nostre figure unite allontanarsi silenziosamente.
Usciamo dalla porta secondaria, e non appena ci ritroviamo alla luce del sole –cazzo, in una giornata di merda come questa deve proprio esserci il sole- Harry si siede, o meglio, si accascia contro il muro, piegando le ginocchia al petto ed abbassando la testa su di esse.

Continua a singhiozzare sommessamente, mentre io posso solo vedere i movimenti convulsi delle sue spalle ed una lacrima pesante come un macigno scende anche sul mio viso.

Louis Tomlinson, sei un uomo morto.

SPAZIO DELLA SCEMA: HI GUYYYYS! Don’t kill me, I’m still young!!!
Insomma, piaciuto il capitolo?...posso immaginare la risposta……………………

Comunque, FINISCE BENE GIURO, non lo ripeterò più ma statene certi!

Voglio dire, Harry sta soffrendo come un cane, pensate davvero che potrei rifiutargli il suo lieto fine????

NO FUCKING WAY. (Frase del giorno, per me) :D

Pls, continuate a commentare, che adoro leggere le vostre recensioni ed i vostri consigli..anzi, facciamo un giochino.
Vorrei sapere da voi che leggete –se siete Larry shippers- qual è stato il video o l’informazione o lo sguardo che vi ha fatto dire ‘CAVOLO E’ REALE, PUNTO.’

Se non siete LS, ma leggete comunque, vi aNo tantissimo perché so quanto può essere difficile accettare la cosa.
Un po’ come quando io provo a leggere le HET.
Ci vuole impegno.

Howevahh,
un bacione,

A presto

Scody :D
   
 
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