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Autore: Imyoursmaljk    18/03/2015    2 recensioni
Paige Murphy, ragazza diciassettenne che dopo un lungo periodo torna in America con la madre.
Compiuti i diciotto anni, scopre di non essere una semplice ragazza ma ben di più.
Scopre un mondo invisibile ai comuni mortali, dove le bellezze della natura sono infinite,
così come i pericoli che si nascondono dietro ogni cespuglio.
Sarà in grado di gestire il compito che le è stata affidata da compiere?
Tradimenti e delusioni, amicizia e amore.
 
Cosa saresti disposta a rischiare, se la vita di tutti i tuoi cari fosse appesa ad un filo?
 
NB: il genere è fantasy con un pizzico di sovrannaturale.
I primi nove capitoli saranno più classici con qualche minimo particolare, dal decimo capitolo in poi inizierà la vera avventura. :)
Buona lettura!
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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XIV

A hundred days have made me older
Since the last time that I saw your pretty face.
A thousand lies have made me colder
And I don't think I can look at this the same.
All the miles that separate
Disappear now when I'm dreamin' of your face.

 
Si sapeva; quando qualcuno si aspettava qualcosa di specifico accadeva sempre l'esatto contrario. Non che m'aspettassi di trovare un uomo alto, muscoloso con il petto ricoperto deliziosamente da peletti o qualcosa del genere ma nemmeno ciò che mi si presentò davanti gli occhi. Spalancai la bocca quando Torcall varcò la soglia del suo portoncino o meglio, spinse. Torcall era in sedia a rotelle. La fioca luce non mi permetteva di mettere a fuoco perfettamente il viso di Torcall ma aveva un pizzetto sul mento, il capo ricoperto da un cappellino bianco e rosso con visiera -parecchio sporco oserei dire -, una giacca impermeabile verde, jeans classici di almeno tre taglie più grandi. 
«Siete voi Torcall?» chiesi con voce strozzata. Nella mia testa stava dubitando del povero Silver, ma lui non poteva essersi sbagliato.
«Forse, dipende da chi lo cerca» grugnì, «voi chi diavolo siete e perché siete qua? Questa è proprietà privata.» Sputò per terra e poi tornò a guardarmi. Era rozzo da fare schifo. Mackenzie mi oltrepassò facendosi avanti, sovrastando Torcall. Lui da canto suo la guardò sottecchi.
«Abbiamo percorso l'intero boscato, siamo stati attaccati e stiamo rischiando l'ipotermia; sei o non sei Tocall?» Mackenzie poggiò le mani sui fianchi cercando di sembrare più prominente e gonfiò il petto. Torcall strinse gli occhi e tirò un lungo sospiro per poi ripete nuovamente: «Dipende da chi lo cerca.» Capii che così non saremmo andati da nessuna porte, poi ricordai un piccolo particolare. Infilai le mani nella borsa alle spalle di Mackenzie e uscii il pezzo mancante, così almeno avevo sentito chiamarlo Zayn e mia cugina. Glielo mostrai, facendogli sgranare gli occhi. Allungo cautamente le mani ammirando l'oggetto; stava analizzando il mio viso, oltre all'oggetto.
«Chi sei veramente, ragazzina?»
«Il mio nome è Paige, sono la figlia di Callisto. Gli anziani mi hanno detto che tu mi avresti aiutato» spiegai con voce paca, «Mia madre è in pericolo. Ho bisogno di conoscere i miei poteri.» Il suo sguardo sembrò addolcirsi e giurai che era sul punto di sorridere ma ciò non accadde; getto sgarbatamente l'oggetto per terra e girò le ruote della sedia a rotelle.
«No, santo cielo! Sono in pensione, non ho tempo per addestrare altre ninfette.» urlò esasperato, entrò in casa e prima che potessi raggiungerlo tirò la corda legata al pomello e sbatté la porta. La mia guancia toccò il legno freddo; era sull'orlo di una crisi isterica e mi sarei messa ad urlare da un momento all'altro. 
«Ti prego Torcall, ho bisogno del tuo aiuto!» insistetti, bussando alla porta.
«Ho detto di no! Andatevene!» udii la sua voce gracchiante all'interno. Liam si avvicinò a me e mi afferrò gentilmente per le spalle, allontanandomi dalla porta. Avevo iniziato a tremare e la mano mi faceva male; mi ero sicuramente beccata qualche scheggia. Accidenti a quel Torcall!
«Non prendertela, Paige. E' un vecchio, scorbutico e antipatico; sono sicuro che non sarebbe mai stato capace ad aiutarci, non avremmo bisogno di lui.» Le parole di Niall tentarono di alleviare l'aria pesante che si era creata, fallendo miseramente. Sapevo che i ragazzi a modo loro mi avrebbero aiutata ma allo stesso tempo sapevo che non sarebbe mai stato sufficiente e l'unica persona che ne era in grado si rifiutava di darmi una mano. Probabilmente la cosa migliore sarebbe stata tornare nel regno delle ninfe e cercare di seguire i corsi all'accademia, correndo il rischio di non uscirne mai più. Ci eravamo allontanati di qualche metro dalla casa quando sentimmo un tonfo provenire dalla casetta; che si fosse fatto del male? Anche se era un vecchio maleducato meritava essere aiutato, io almeno la pensavo così quindi corsi all'interno. Rimasi sbalordita quando l'unica cosa che trovai era la sedie a rotelle rovesciata per terra ma di Torcall nessuna traccia.
«E' sparito» dissi ai ragazzi e loro alzarono le spalle. Sentii dei strani rumori proveniente da sopra le nostre teste e per capire,uscimmo dalla casa rimando a bocca aperta. Torcall era in piedi sul tetto della casa e soffiava da un corno da stambecco.
«Vi sembro ancora un vecchio, scorbutico e antipatico?» Torcall saltò giù dal tetto con abilità balzando sui propri piedi... O meglio, zoccoli. Avevo la parte inferiore del corpo nuda, mostrando le sue gambe pelose e i zoccoli ai suoi piedi, inoltre si era tolto il cappello mostrando così le piccole corna che gli spuntavano tra i capelli ricci. 
«Sei un fauno» constatò Freya. Torcall sembrava una persona completamente nuova da quella incontrata dieci minuti fa; era come se fosse scosso da forze maggiori, ora. 
«Indovinato, fatina!» disse con un sorriso sornione. Il viso di Freya mutò in una leggera smorfia per il fatto di averla scambiata per una fata. Lui stesso sembrò accorgersene e aggrottò le sopracciglia, guardando in modo sospetto la sua sinistra. «Stupido, è un elfo!» rimproverò il vuoto. Con chi parlava? Possibile che ci fosse un essere ancora invisibile a me?
«Si lo so, ho visto le sue orecchie!... Allora non chiamarla di nuovo in quel modo, gli elfi sono essere fieri e si offendono facilmente... Stai zitto, mi metti in imbarazzo!» monologò Torcall, usando diversi timbri di voce. 
«Sembra avere un disturbo di personalità. L'essere solo lo ha reso pazzo; possiamo fidarci?» mi sussurrò cautamente Zayn all'orecchio e per un secondo mi sentii fremere. Se voleva assoluta distanza, perché mi stava parlando con tale vicinanza? 
«Sarà anche pazzo ma lui saprà aiutarci. Azzardiamo.»
«State parlando di me?» ci interruppe Torcall, attirando la nostra attenzione. «Volete o non volete il mio aiuto, allora?» Annuii energicamente con la testa. Le labbra del fauno si allargarono in un largo sorriso, suonò una seconda volta il corno e dal cielo sembrò mirare un cerchio attorno a noi.
«Servirà per non farvi scorgere» spiegò subito. Quell'uomo era troppo strano, tralasciando il suo piccolo disturbo; magari era anche una mia impressione. 
«Ormai è notte, inizieremo domani. Vi consigli di trovarvi una macchina comoda per passare la notte perché di sicuro io condividerò la mia cuccetta in paglia con voi» ci avvertì. Senza ombra di dubbio, nessuno di noi avrebbe voluto condividerla con lui. Cercammo delle macchine stabili -dato che erano accatastate una sopra l'altra - e integre per passare la notte in modo da ripararci dalla pioggia ma persisteva ancora il problema del freddo. Ed io stavo davvero gelando.
«Accenderò un fuoco, va bene?» Torcall gettò della legna al centro di noi e fece schioccare abilmente due pietre l'una contro l'altra, accendendo il fuoco. Non era granché come fonte di calore ma ci saremmo dovuti accontentare di questo. Ci demmo la buonanotte, anche se di buono questa sera non c'era nulla, ritirandoci nelle rispettive macchine. Tutti avevamo scelto una macchina propria, evitando di condividerla con qualcuno per via dello spazio limitato. Tutti tranne Niall ovviamente, lui come al solito era accompagnato dal dolce segugio che portava il nome Freya ma questo non sembrava infastidirlo molto. Probabilmente ci aveva già fatto l'abitudine. Abbassai il sedile e cercai disperatamente una posizione più comoda possibile ma il manubrio mi impediva di muovere le gambe ed io era troppo stanca per alzarmi e mettermi nel sedile accanto. Sbuffai sonoramente e sbattei con rabbia la testa contro il sedile alle mie spalle. Guardai l'orologio che portavo al polso; erano quasi le due di notte, domani avrei iniziato a conoscermi meglio ed io non riuscivo a prendere sonno. Ticchettai le dita contro quel fastidioso manubrio, decidendo di uscire silenziosamente dalla macchine e di andarmi a scaldare al fuoco. Scesi cautamente dalle due macchine sottostanti alla mia e rotolai un pneumatico vicino al fuoco, fungendomi da poltrona. Mi strofinai le mani sulle braccia per riscaldarmi.
«Perché non dormi?» Trasalii quanto sentii Torcall alle mie spalle. «Tranquilla, non ti volevo mica mangiare» tentò di scherzare, mostrandomi il cotone che aveva tra le mani. Mi medicò la ferita che avevo sulla fronte con cotone e qualcosa che dal odore dedussi era del whisky. Bruciava terribilmente e ma apprezzai il fatto che si fosse preoccupato di me.
«C'era un unicorno con voi -annusò un po' l'aria intorno- ed è ancora molto vicino. Perché non ti sei fatta curare da lui?» Chiese, stampandomi con forza della garza sterile sulla fronte. Feci spallucce.
«Gli altri erano messi peggio di me; Liam aveva una gamba rotta e Zayn aveva la schiena squartata. Inoltre è stata colpa mia se si sono feriti, quindi..» risposi semplicemente. L'episodio con l'arpia non sarebbe stato di sicuro l'ultimo scontro col nemico e non potevo permettere che mi facessi trascinare così dai miei poteri. D'altronde, non volevo assolutamente che gli altri pagassero per i miei errori.
«La schiena squartata?» ridacchiò, «Dimmi, quel ragazzo ti ha fatto arrabbiare e tu-» 
«Cosa, no! Zayn si era ferito in quel modo perché era intervenuto quando l'arpia stava per attaccarmi!» lo interruppi, chiarendo immediatamente. Lui sembrò impercettibilmente di annuire e si grattò il pizzetto.
«Vuoi dire che quel vecchietto tra voi ti ha salvato? Accidenti!» Torcall sembrò impressionato da quello che aveva compito Zayn quel pomeriggio.
«Vecchietto?» chiesi stranita, aggrottando le sopracciglia. Lui si mosse da dietro, sentii i suoi zoccoli pestare per terra e lo vidi accucciarsi vicino a me.
«Ehm, non proprio vecchietto ma è visibilmente più grande. Sai, con tutti gli anni di lavoro-» Cercò di spiegare ma lo interruppi prima che potesse finire.
«Torcall, Zayn ha diciannove anni. Non penso che lì si sia già vecchi.»
«Ed è lì che ti sbagli, Paige. Lui ha ventitré anni e credimi, ho un occhio da falco. Riesco a riconoscere la vecchiaia di quei mezzosangue.» Non riuscivo a crederci, Zayn aveva ventitré anni ed aveva sempre omesso questo particolare. Era amareggiata e delusa, delusa da Niall che mi aveva mentito l'altra notte riguardo l'età dei ragazzi. Come faceva ad andare ancora al liceo a quell'età, era per questo che veniva così rispettato a scuola, era questo il motivo perché gli avevano dato senza alcun problema gli alcolici quella mattina? Scattai in piedi.
«Mi è venuto improvvisamente sonno, credo che andrò a dormire.» Rotolai il pneumatico al suo posto e finsi un sbadiglio, mentre lui era occupato in un intenso dialogo con sé stesso. Mi diressi alla mia macchina, decisa che per oggi le informazioni ricevute erano bastate ma il mio occhio cadde sulla macchina in alto alla mia sinistra; era quella di Zayn. La voglia di salire e tempestarlo di domande era grande ma non potevo andare da lui di punto in bianco. Lanciai una moneta che trovai in tasca. 
«Testa vado da lui, croce torno a dormire.» La moneta luccicò nell'aria e colpi il mio palmo. Testa. Tirai un profondo sospiro e salii, cercando di non ammaccare le carrozzerie o fare rumore. Aprii silenziosamente lo sportello e m'infilai dentro, senza chiudere la porta. La testa di Zayn era adagiata all'indietro ed aveva la bocca socchiusa da cui uscivano respiri brevi. Sembrava così sereno e non aveva il solito broncio che riservava solo ed esclusivamente a me. Dal suo collo esposto notai una catenina finissima, il ciondolo era sotto la maglietta. Che fosse lo stesso tipo di collana che portava Harry quella mattina al bar? Niall, per esempio, non la possedeva o almeno io non l'avevo ancora vista. Mi avvicinai di alcuni centimetri a lui, sfiorandogli appena il petto e tirando leggermente la collana verso fuori. Zayn si mosse e risucchiò un profondo respiro, una sua mano catturò il mio polso stringendolo forte. I suoi occhi scuri erano spalancati e fissi su di me.
«Cosa stai facendo?» La sua voce era roca e irritata. Strinse ancora di più il mio polso fino a farmi male, e lo indicò con gli occhi.
«Non-, non stavo facendo niente, Zayn» tagliai corto, divincolandomi dalla sua presa. La pelle sembrava bruciarmi e lui era ostinato a non mollarlo. Lo tirò un po' e si avvicinò a me e «Non provarci mai più» sputò. Mi liberò il polso che massaggiai per il bruciore e lui sospirò come se fosse rassegnato. Gli avrei volontariamente tirato un pugno sul naso -che era stato riparato grazie alle mie suppliche da Mackenzie - e farglielo sanguinare. Però, facendo così, mi sarei solo fatta odiare ulteriormente e non era questo il mio obbiettivo.
«Posso vedere la tua collana?» buttai lì schietta. Lui si massaggiò le tempie con un lamento.
«Non dovresti essere nell'altra macchina a dormire? Tornatene là e lasciamo in pace» borbottò, «la tua presenza mi infastidisce.» La prima parte mi convinse solo di spronarlo di più a farlo parlare, la seconda mi ferì. 
«E' dall'altra notte che mi domando perché provi tutto questo rancore verso di me. Davvero, io non capisco cosa abbia fatto di sbagliato con te...» presi un sospiro e abbassai lo sguardo, «perché non hai mai detto essere invecchiato di quattro anni?» Zayn si mosse nervosamente verso di me, colpendo varie volte il manubrio tra le sue gambe e agitò la mani nella mia direzione.
«Punto uno, non sono affari tuoi quanti anni abbia effettivamente o quanto sia invecchiato. Che poi, vorrei sapere di cazzo è stato a raccontartelo, Niall vero? Punto due, non ho affatto rancore verso di te, in fondo non mi hai mai fatto niente ma non ti voglio attorno. Adesso che abbiamo messo in chiaro i tuoi dubbi puoi andartene.» Incrociò le braccia al petto e mi voltò le spalle, tenendo lo sguardo rivolto fuori dal finestrino.
«Non ti azzardare di lasciare la discussione in sospeso!» lo ripresi alla spalle facendolo girare verso di me, «Dimmelo ora ed in faccia, cosa ho che ti infastidisce così tanto?» sbottai. Avevo il respiro affannato per la rabbia e guardai Zayn dritto negli occhi. 
«Paige Murphy, figlia della ninfa Callisto; non trovi strano il fatto che tutti sappiano chi tu sia e conoscano tua madre?» pronunciò con un suono di voce aggraziato, alludendo qualcosa...
«Io-, io non me lo sono mai chiesto...» Non mi ero mai posta la domanda perché Urien mi conoscesse, perché i ragazzi sapevano più loro su di me che io stessa, perché Mackenzie attribuiva un valore così alto alla mia vita.
«Esatto. Preferibilmente la prossima volta dovresti informarti riguardo il tuo albero genealogico prima di impicciarti nei miei affari. E ora, seriamente, vattene. Non ce l'ho con e non ti dio ma non ho la voglia e la pazienza di tollerarti accanto a me.» Si rigira nuovamente dal lato opposto ed uscii dalla vettura senza proferire un'altra parola. Per la seconda volta mi aveva fatto capire che la mia presenza non era gradita, o meglio, quello che ero. Tutto quanto era iniziato da quando avevamo fatto cadere quel maledetto vaso per terra facendo rovesciare l'acqua e scoprendo lo scrigno sotto il pavimento. E' da allora che sembrava avere una sorta ti intolleranza nei miei confronti. Sbuffai quanto i miei piedi toccarono il suolo e mi diressi alla macchina per dormire mentre all'orizzonte sembrava albeggiare. 

 

Ragazzeeeeeeeeeee

Io penso che dovremo davvero compare un champagne e stapparlo in questo preciso momento.
Primo di tutto come state? Sono mancata tipo 20 giorni e ho provato a scrivere qualcosa di decente.
La brutta notizia è che è uscito fuori questa cagata, quella buona è che ho indagato su internet e ho trovato del materiale interessante da introdurre (mitologie, leggende e quella roba lì). 
Mh,vabbè passiamo al capitolo:
1. preparate le carote, è spuntato il così tant nominato Torcall! E' un fauno e quindi metà capra e metà uomo. Ammetto di aver avuto questa ispirazione dal libro di Percy Jackson e da Phil nel cartone di Hercules ma il personaggio sarà ovviamente diverso. Diciamo che la solitudine gli ha fatto un po' maluccio e ora ha un disturbo di personalità multipla. Double-Torcall;
2. Zaige. Nella prima parte hanno un dialogo normale, poi nella seconda parte abbiamo un dei loro soliti litigi. Lui sembra detestare la sua presenza e si comporta in modo lunatico ed ecco che arriviamo al punto 3;
3. Zayn. Torcall se la è cantata che Zayn ha ventitré anni e Paige fa l'impicciona. Ora vi chiederete "perché ha perso quattro anni, mica ha fatto come Harry e si è messo a giocare?" La risposta è no, lo scoprirete più avanti perchè ha perso i quattro anni.
Bene, credo di non aver dimenticato nulla, se avete dubbi potete senza problemi contattarmi e chiedere. Sono sempre disponibile a spiegarvi tutto! :)
Spero che nonostante l'attesa il capitolo vi sia piaciuto e spero ancora di più di postare il possimo capitolo il prima possbile. Adesso passo e chiudo.
[Scusate eventuali errori.]
Un bacio, 
Imyoursmaljk.

Ps: Adorato il nuovo banner? L'ho creato giusto per innaugurare il mio ritorno. ;)
Pps: Vi lascio le gif dei nostri protagonisti e la foto della sfasciacarrozze di come me la immagina più o meno.


 
           
  
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