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Autore: gothika85    19/03/2015    0 recensioni
Il manto stellato, puro velluto trapuntato di diamanti scintillanti, accompagnò la lenta ascesa dell’astro notturno.
La foresta, fino ad un attimo prima ronzante di vita, si acquietò di colpo.
Urla agonizzanti si levarono nel buio della notte.
Impazzite, le foglie della fitta vegetazione iniziarono a frusciare tra loro.
Movimenti impercettibili, ombre illusorie, saettarono tra i bassi rami arrampicandosi fluidamente su per i tronchi secolari, scomparendo alla vista.
Diversi lampi rifulgenti, occhi predatori…
Inquietanti brillii nell’oscurità…
Figure in sincrono depositarono qualcosa a terra, fuggendo di nuovo confondendosi nella boscaglia.
Come fari nella notte, i loro occhi si spensero all’improvviso, riportando i suoni dapprima strappati via.
Riversi a terra, presso i margini del boschetto, furono ritrovati alcuni ragazzi privi di sensi.
Nessun segno di violenza.
Genere: Dark, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Emmett Cullen, Jasper Hale, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight, Contesto generale/vago
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Ricordo a tutti che questa storia nasce come Crossover e per questo motivo ci saranno molti nuovi personaggi, non necessariamente di altre saghe, piuttosto frutto della mia fantasia (^purtroppo per voi^NdA) e che Twilight, storia da cui ho preso il contesto del primo libro e alcuni personaggi, non è che di "contorno"

Buona Lettura!

 

Cap.4 – Nuovi Arrivi



Pov Ragazzo in Segreteria


Non capivo come potesse essere possibile.
Da quando era giunta la nuova compagna di classe tutto sembrava venirmi contro.
Non bastava mandarmi all’inferno con quel dannatissimo profumo afrodisiaco spuntato da chissà dove durante l’ora di biologia? Non bastava fosse un mondo a parte quel suo modo assurdo di non pensare a nulla durante tutta la giornata? Non bastava crearmi problemi con la mia dieta ferrea?
No, ma cosa andavo blaterando?! Maledetta lei!
Mi sentivo isolato da tutto. Come se fossi stato buttato dentro un universo parallelo, in cui tutto sfugge al tuo controllo, ogni regola basilare dell’essere umano viene meno, in cui, non una bensì due mortali si prendono beffe del sottoscritto, negandomi i loro pensieri, le loro incognite, i loro istinti. Vedere la paura nei loro occhi e non sapere se effettivamente la stanno provando, mi manda in bestia!
Orribile sentirsi privati di quel potere fin’ora tanto odiato del saper leggere la mente. Immersi costantemente in un brusio di voci, sempre a contatto con esse, rischiare di divenir pazzo ogni giorno, cercando di quietarle inutilmente e poi, all'improvviso, provare sulla propria pelle come possa sentirsi una radio rotta cercando di sintonizzarsi su una frequenza conosciuta e... non sentire nulla. Come se si fosse sotto una cupola di vetro. Isolati dal mondo.
Trovarsi dinnanzi ogni giorno di non-vita ed essere assillato da centinaia di pensieri, come se ogni studente e professore avesse fili infiniti di domande da approfondire. Sommerso continuamente da tutto e da tutti senza che gli altri ne siano a conoscenza; affogare senza tempo nella quotidianità della vita di Forks.
Dover sprofondare senza remore nei propri pensieri per risalire ed evitare di divenir schiavo delle passioni altrui.
Inutile cercare di distrarsi, se poi nel grigio torpore di un’aula di biologia, in un giorno qualunque, la tua nuova compagna di banco emana un delizioso profumo che mette a dura prova il bisogno di far fuori un’intera classe solo per dissetarti di quel nettare caldo e così stranamente aromatizzato.
Inutile cercare di capire il perchè se poi codesta ragazza è capace di bloccare i pensieri del suo predatore.
Inutile cercare di arrampicarsi su uno specchio se l’amatissima figlia dell’ispettore Swan non è l’unico essere umano in grado di mandarmi in paranoia totale.

Dovevo farmi cambiare orario, non potevo permettermi di perdere il controllo con la nuova arrivata.
Con i nervi a fior di pelle, rischiando di azzannare chiunque si fosse deciso a mettersi sulla mia strada, decisi di recarmi in segreteria, dove la signorina Cope, a differenza delle poche altre volte in cui le avevo chiesto piccolissimi favori che avvantaggiassero la mia posizione di studente modello, stavolta invece, sembrava molto restia.
Cercando di influenzarla con il mio tipico sguardo suadente, sarà stato che ero nervoso, sarà stato che non era proprio aria di andare a scuola quella mattina in particolare, in ogni caso, non riuscivo ad ammaliarla come consuetudine.
La goccia che fece traboccare il vaso, già pieno, fu un leggero tocco sul braccio.
Chi osava mettermi le mani addosso? Chi voleva morire? Chi interrompeva i miei patetici tentativi di ipnotizzare quella povera donna?
Mi girai di scatto, sperando di completare ciò che avevo cominciato e andare via da lì il prima possibile.
Due occhi castano scurissimo mi fissavano stupiti. Lampeggiarono brevemente di terrore. Poi, inverosimilmente tornarono a scrutarmi come davanti a un’apparizione.
Non era della zona, non l’avevo mai vista nei dintorni. Al ché, provai a sondarle la mente.
Ebbi un attimo di disorientamento. Non riuscivo a leggerla!
Neanche lei...
Guardai i fogli che porgeva all’altra segretaria. A quanto sembrava, l’avventuriera si chiamava Sophie Pattz .
Lei parlava a ruota libera. Parve chiedermi scusa su non so cosa.
Ma erano tutte così le ragazze fuori da Forks? Con gli schermi protettivi incorporati?
La fissai allucinato e mi accorsi, solo dopo avere intravisto gli occhi inumidirsi, di averla spaventata.
Ma tanto cosa importava se ero io in netto svantaggio?
Venni rapito da un profumo improvviso.
Uno dei miei incubi peggiori era li sulla soglia: Bella Swan!
E come se avessi il diavolo alle calcagna, mi allontanai mormorando risentito su quanto fossi sfigato su questa terra!



--------Poco più in là fuori dalla scuola, in un punto imprecisato di Forks------------------




«E così questa sarebbe Forks?» Chiese una ragazza sistemandosi gli occhiali da sole tra i capelli biondi.
«A quanto pare sì, Vale. Ė molto piccola..» Rispose placidamente la sua compagna, dal sedile posteriore, sistemando la chitarra elettrica che le era rovinata malamente addosso.
«Mhm, pensi sia grigia anche la musica che gira qui, Luna?» Sospirò piano l’altra.
«Guarda, spero vivamente di no. Quella che ci piace è particolare, ma non fino al punto di essere di un altro pianeta!» Rise quella chiamata “Vale” seduta affianco al conducente
«Vero, Enrica?» Riprese poi. tirando una gomitata tra le costole di Enrica, la quale si trovò a sgommare, frenando appena in tempo per evitare un testacoda rocambolesco, per poi finire di parcheggiare docilmente il furgoncino ad un lato della strada.
«Ora spiegami cosa ti ho sempre ripetuto?!» chiese guardandola truce «Non mi devi distruggere mentre guido! Ci vorrei arrivare sana alle audizioni o comunque di ritorno a casa!» La rimproverò Enrica mentre sfilava le chiavi dal quadro.
Se non fossero state amiche da anni, quello sguardo fiammeggiante avrebbe preoccupato non pochi.
«Mi svegliate Rachel per piacere?» Suggerì dolcemente Enrica alle sue compagne d'avventura.
«Chissà se la tua tastiera, Luna, è così comoda come cuscino! Guardala mentre dorme, non è tenera??»
«Vale smettila! La mia tastiera è tostissima. Piuttosto, dovrei chiederglielo anche io, come riesce a prendere sonno sulla Roland!»
«Forza raga! Siamo in ritardo sui tempi. Dobbiamo cercare alloggio e chiamare Daky per organizzarci il soggiorno qui nella piscina naturale degli Stati Uniti! Muovetevi!» Le richiamò all’ordine Enrica, mimando con le bacchette della batteria le ripercussioni del “se-non-avessero-assecondato-le-sue-richieste”.

Ed in coro Enrica, Luna, Vale e Rachel, l’ultima appena buttata giù dal furgoncino, gridarono con un ghigno diabolico:

«Forks preparati alle “Vampiria”!!!»

  
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