Nome dell'autore su EFP: LaSil88
Nome dell'autore sul Forum: LaSil88
Titolo della storia: Per le ali della
libertà
Fandom:
Shingeki
no Kyojin
Rating:
Giallo
(per precauzione)
Coppia (eventuale): //
Avvertimenti e Note: Possibile OOC,
accenno della morte di personaggi minori.
NdA (eventuale): Ci sono dei
riferimenti alla doujinshi “Tower” di Skull9. Per
le età dei personaggi citati:
visto che non ci sono vere e proprie indicazioni sulle età
di nonno Arlert,
Shadis e Grisha, ho pensato che il primo fosse già intorno
ai cinquant’anni
mentre Shadis e Grisha avessero intorno ai venticinque anni.
Beta-reader (eventuale): //
Per
le ali della libertà
“Lo hanno trovato sulla riva del
fiume.”
“Non era molto lontano dalla
scuola.”
“...Sulla via di casa.”
“…Un
ladro…”
“Le mie più sentite
condoglianze, signora
Smith.”
Da
quando il
funerale concluso, la mente di Erwin sembrava ripetere
all’infinito quelle
poche frasi. Lo sguardo assente del bambino sembrava dare
l’impressione di non
essersi ancora capacitato della morte del padre. Per il bambino, che
aveva
compiuto appena dieci anni, non era così: sapeva, o meglio,
sentiva che la
morte del padre non era stata a causa di un ladro.
Il
signor
Smith aveva ripetuto più volte quando Erwin fosse
intelligente e molto attento
a quello che succedeva intorno a loro.
«Mamma,
papà
è morto per colpa mia!»
Le
parole
del bambino ruppero il silenzio della stanza, attirando inevitabilmente
l’attenzione di sua madre. La donna, dagli occhi azzurri come
quelli del
figlio, si avvicinò subito a lui per abbracciarlo.
Iniziò a rassicurarlo con
voce dolce e melodiosa, dicendogli che non era colpa sua e che le sue
azioni
non avevano portato quel ladro ad uccidere suo padre. Non
sono state nemmeno quello stupide piume, gli aveva detto con
le
lacrime agli occhi guardando Erwin come se fosse il gioiello
più prezioso che
potesse avere.
«Ma
io non
parlo delle più e nemmeno del libro di Icaro che mi ha
regalato il signore
della libreria.» disse il piccolo, guardandola con occhi
attenti. Gli stessi
occhi che analizzavano ogni situazione con minuzia per non farsi
sfuggire alcun
particolare. In quel momento, però, non aveva bisogno degli
occhi per carpire
ogni particolare della situazione. «Non ho mantenuto la
promessa fatta e la
Polizia Militare è andata a cercarlo.»
«No,
Erwin. La
Polizia Militare non farebbe mai una cosa del genere. Sono qui per
proteggerci
dai malintenzionati, anche se non sempre riescono ad avere
successo.» gli disse
la madre. Non sopportava che il suo bambino si incolpasse di quello che
era
successo al padre, quando non era lontanamente responsabile.
«Quando diventerai
più grande, capirai.» concluse aggiungendo che
doveva andare a dormire perché
era troppo tardi.
Mentre
tornava in camera sua, si ritrovò a pensare che sua madre
non sapeva nulla ed
era meglio che continuasse a non sapere. Suo padre gli aveva rivelato
un
segreto e lui non era stato in grado di mantenerlo; quando gli aveva
detto che
i giganti, probabilmente, erano stati degli umani, non aveva resistito
a tenere
per sé quella scoperta. Era corso dai compagni e aveva
raccontato loro tutto
quanto, finché due uomini della Polizia Militare non erano
intervenuti
chiedendogli dove avesse sentito quelle cose. Lo avevano minacciato,
obbligandolo a dire la verità.
Erwin
aveva
tradito suo padre, la sua fiducia, portandolo alla morte. Chiunque lo
avesse
ucciso era solamente il boia, mentre lui era il reale assassino.
***
Nei
giorni
successivi alla conversazione con la madre, Erwin non portò
più all’attenzione
quella sua colpa. Mentre portava avanti la sua vita di bambino di dieci
anni
senza padre, non poté fare a meno di notare come i movimenti
della Polizia
Militare che pattugliavano la zona fossero cambiati e aumentati. O
forse stava
diventando lentamente paranoico, come suo padre quando aveva scoperto
la sua
collezione di piume per poi bruciarla. Forse qualcuno lo aveva
denunciato alla
Polizia, dicendo che stava facendo delle ricerche sulla teoria di suo
padre?
No, era impossibile. Nessuno sapeva che stava cercando la
verità sulla morte di
suo padre, partendo dal motivo per cui era stato ucciso. Eppure non
poteva fare
a meno di pensare che lo stessero in qualche modo controllando.
Per
questo
motivo, quando rientrò in casa e trovò quel libro
proibito nello studio di suo
padre, fece in modo di tenerlo nascosto. Non poteva permettere che sua
madre
venisse incolpata per la presenza di quell’oggetto.
***
Le
pagine
erano ruvide sotto i suoi polpastrelli, mentre sfogliava quel grande
libro alla
luce della luna. Gli occhi non si staccavano nemmeno per un istante
dalle frasi
scritte con quella calligrafia elegante ed ordinata; sembrava
l’opera di un
gruppo di amanuensi, di quelli che aveva visto nei luoghi dove si
riunivano i
seguaci del Culto delle Mura. Ma non era quello che interessava ad
Erwin; non
era il tipo di scrittura usato per incidere quelle parole sulla carta,
ma
quello che le stesse frasi lasciavano trapelare: terre ricoperte
interamente di
sabbia, distese di acqua ghiacciata, montagne che venivano ricoperte di
fuoco
ad intervalli regolari. E poi ancora pianure immense, catene montuose
altissime, laghi dall’acqua cristallina e cascate; e poi
tanto altro, fiumi,
mari, laghi. Per finire, poi, l’oceano: una distesa di acqua
salata molto più
grande di un mare e che circonda tutte le terre emerse. Ma non era
quello che
attirava l’attenzione di Erwin; no, i suoi occhi erano presi
dalle teorie sull’apparizione
dei giganti. Ogni genere di teoria, dalla più improbabile
alla più veritiera.
Ognuna di quelle teorie, però, aveva un punto in comune: i
Titani erano stati
degli umani. Ribelli, esperimenti, volere divino. Erano tanti i motivi
per cui
gli umani si erano trasformati in quegli esseri che divoravano
l’umanità intera
ed Erwin era intenzionato a scoprirlo. Doveva sapere ogni cosa,
scoprire per
quale motivo erano state costruite le mura, chi le aveva fatte
costruire e come
facessero a reggere ancora contro gli attacchi dei titani. Doveva
continuare a
leggere quel libro e scoprire se era in grado di dare risposta alle
mille
domande che gli frullavano intesta.
Per
delle
ore, Erwin lesse e rilesse ogni singola pagina sulle teorie dei Titani,
finché
non si accorse che un foglio sorgeva di lato. Era un colore
più chiaro e di una
qualità di carta decisamente diversa da quella del libro,
oltre a sembrare più
nuovo rispetto al resto delle pagine. Senza aspettare un secondo, come
se il
voglio lo chiamasse a sé, voltò velocemente la
carta senza fare troppo
attenzione a romperla. Qualche pagina, infatti, si strappò
nella foga con cui
girava le pagine fino ad arrivare a quel punto.
Il
bambino
trovò un foglio dal colore chiaro che risaltava sulle pagine
ingiallite dal
tempo; lo stile di scrittura era completamente diverso da quello degli
amanuensi che avevano scritto il libro. Era una scrittura spigolosa e
quasi
illeggibile, come se il proprietario andasse di fretta al momento della
stesura.
C’era del testo cancellato, come se il mittente avesse
riletto dei passi e li
avesse reputati sbagliati; ma Erwin avrebbe riconosciuto quello stile
anche se
fosse stato completamente cancellato: quel foglio di carta era stato
scritto da
suo padre ed era una lettera indirizzata a lui.
Mio caro e piccolo Erwin,
Quando leggerai queste parole, con molta
probabilità, io sarò già morto. Spero
con tutto il cuore che questo avvenimento
accadrà il più tardi possibile, ma nutro poche
speranze. Prima di iniziare a
spiegarti il perché delle mie parole, ti devo chiedere di
bruciare questa
lettera: molte persone rischierebbero la vita se dovesse finire in mani
sbagliate.
Il libro che hai appena letto è un passo
fondamentale
per il tuo futuro. Oh, ti starai chiedendo come faccio a sapere che lo
hai già
letto, immagino: sei mio figlio e la tua natura è curiosa,
soprattutto con i
libri.
Come avrai già letto in queste pagine,
oltre
alla descrizione del territorio oltre le mura, esistono molte teorie
sulla
natura dei Titani. Probabilmente la più probabile
è quella sulla loro natura
umana. Non abbiamo prove, Erwin, e non abbiamo tempo!
So che la tua curiosità ti porterebbe ad
andare avanti nelle ricerche e scoprire la verità, ma non
puoi farlo da solo.
Ci sono persone che, in un modo o nell’altro, potranno
aiutarti. Quando avrai
finito di leggere questa letta, consegna il libro ad Arlert, il
bibliotecario,
lui saprà cosa fare con il libro. Digli semplicemente che ti
mando io. Fallo
solo quando avrai bruciato questa lettera.
Erwin, ti ricordi il libro sul mito di
Icaro? Sì, te lo ricorderai di certo. Quando lo leggesti,
iniziasti a
raccogliere delle più di uccello, qualsiasi andava bene per
te, e mi tenni
nascosto questo segreto. Quando le trovai, in un impeto
d’ira, le bruciai
davanti ai tuoi occhi. So che tieni ancora una piuma che si
salvò dal rogo in
uno dei tuoi amati libri.
Mi ero spaventato perché temevo che
saresti
sparito dalla mia vista o che la Polizia Militare ti portasse via; ora,
però,
mi sto rendendo conto che quelli ali che volevi costruire con le piume,
come
fecero Icaro e Dedalo, sono il tuo futuro. Le Ali della
Libertà. Penso che la
Legione Esplorativa abbia bisogno di persone come te per permettere
alle sue
ali di volare. Arruolati, figlio mio. Mi rendo conto che non posso
obbligarti a
farlo, ma lì troverai tutte le risposte che cerchi sulla mia
morte e sulle mura.
Sono solo teorie al momento, ma sono certo che riuscirà a
trovare la risposta
giusta.
Shadis e Jeager sapranno come guidarti; sono
entrambi giovani, ma molto promettenti. Jeager è un giovane
medico nel
distretto di Shingashina, ma collabora molto spesso con la Legione. In
gran
segreto, ovviamente.
Qualsiasi cosa deciderai di fare, Erwin,
sappi che ti sosterrò in ogni caso. Per il momento faccio
affidamento alla tua
curiosità e alla tua sete di conoscenza, affinché
ti guidino ad un futuro
migliore.
Per la gloria dell’umanità.
Tuo padre.
***
La
lettera
che suo padre gli aveva lasciato venne bruciata all’alba,
mentre accendeva il
fuoco per preparare la colazione a suo madre. Erwin osservò
il foglio
arricciarsi fra le fiamme fino a diventare nient’altro che
cenere, cancellando
dal mondo le ultime memorie del capofamiglia.
Suo
padre
aveva poggiato sulle sue spalle un grande peso e pochissima
possibilità di
scegliere; aveva fatto leva sulla sua curiosità e la sua
voglia di sapere, ma
anche sul suo desiderio di sconfiggere i Titani e trovare una
spiegazione a
tutto quello. La sua mente tornò a quel giorno dopo la
scuola, quando suo padre
rispose alla domanda che aveva evitato in classe: aveva scritto la
lettera quel
giorno? O forse lo aveva già fatto, sapendo che un giorno
suo figlio gli
avrebbe posto quella fatidica domanda?
Tante,
troppe domande che non avrebbero mai trovato una risposta. Tanti dubbi,
sia su
suo padre che sulla missione che voleva affidargli. Una sola decisione
da
prendere, che si rivelava troppo difficile per un bambino di appena 10
anni.
In
cuor suo,
però, Erwin sapeva che non avrebbe abbandonato
l’umanità a sé stessa.
Se ne
rese
conto solo cinque anni più tardi, quando finalmente si
arruolava nell’esercito
ed iniziava il suo addestramento. Se ne rese conto ancora di
più, mentre
incontrava Mike, Nile ed Hanji, trovando in loro degli amici fidati
anche se le
loro strade si sarebbero separate.
I risultati
delle ricerche di suo padre e del suo gruppo iniziarono a fiorire solo
molto
anni più tardi, quando la speranza prese le sembianze di un
quindicenne. Solo
in quel momento, Erwin Smith si rese conto che la scelta di seguire la
sua
curiosità e la sua sete di conoscenza non era stata una
decisione sbagliata.