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Autore: ClairllMayne    21/03/2015    1 recensioni
Un cerchio imperfetto, incompleto.
L'uno vicino all'altro, Come se il contatto fisico potesse rafforzare quel legame già indissolubile.
Rimangono così distesi a lungo sul freddo pavimento di una stanza d'ospedale, in silenzio.
Solo i loro respiri, quasi in sincrono, riempiono quel silenzio assordante.
Genere: Erotico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Ciao Louis, che piacere rivederti" un caloroso sorriso si estende fino agli occhi nocciola e luminosi di Julia, che si scosta dalla porta per far entrare Louis nel piccolo ed accogliente salotto.

"Anche per me è un piacere rivederti J" dice Louis sincero, lasciandole un delicato bacio sulla guancia.

"Siedi pure, finisco di fare delle cose e sono tutta tua" gli fa l'occhiolino.

Louis sorride divertito e sprofonda sulla poltrona di stoffa accanto al divano della stessa tonalità di azzurro pastello.
Quella è sempre stata la sua poltrona preferita, fin da quando era bambino, quando sua madre sommersa dagli impegni lo lasciava lì insieme alle sue sorelle.
Louis pensa che forse è per questo che non l'ha mai gettata quella vecchia poltrona.

Louis osserva Julia muoversi sinuosamente nella stanza, il corpo longilineo avvolto in una tuta nera, i capelli lunghi raccolti in una coda alta. 
Gli era sempre piaciuto osservarla fare le sua cose, sembrava sempre sapere cosa fosse meglio fare e come farlo, e lo faceva sempre con una calma ed una naturalezza che Louis amava. 
Era da molto tempo che non andava a trovarla, forse era passato un anno, non riusciva a ricordare bene il periodo, la sua vita era diventata talmente travolgente che non riusciva a stare al passo con gli eventi. 

"Allora piccola peste a cosa devo questo onore? Non ti vedo da quasi due anni!" Julia gli scompiglia i capelli con una mano e si siede sul divano di fronte a Louis.

"Due anni? Wow. Non me ne sono neanche reso conto" dice Louis sinceramente sorpreso. Possibile che fossero passati due anni senza che lui se ne rendesse conto? Che si fosse svegliato 730 mattine e fosse andato a letto altrettante volte senza che la sua mente ne avesse la piena consapevolezza? 
La maggior parte di quelle notti si era addormentato tra le braccia di Harry per svegliarsi invece con Harry tra sue, di questo ne era certo, finché l'incidente non aveva sconvolto le loro vite. 
Quelle trenta notti non sapeva dove avesse dormito il suo Harry, forse solo nel loro letto o sulla poltrona scomoda accanto al suo letto d'ospedale. 
Louis non lo sa e non riesce ad immaginare cosa abbia potuto provare Harry in quei giorni e quelle notti angoscianti, non sa come sia riuscito a non perdere il controllo, perché di certo Louis, lui si, l'avrebbe perso. 

Julia osserva Louis perso nei suoi pensieri, senza interromperlo, studia il modo in cui passa una mano tra i capelli come a voler scacciare un brutto pensiero, le labbra serrate in una strana angolazione, gli occhi di cristallo in un luogo lontano. 

"Sono davvero felice che tu sia qui Lou, ma so che non è un caso, tu non chiedi mai aiuto se non ne hai davvero bisogno" dice Julia intromettendosi delicatamente nel flusso dei suoi pensieri. 

Louis poggia gli occhi in quelli di Julia, la donna che gli ha fatto da madre quando sua madre non c'era, la donna in cui Louis ripone tutta la sua fiducia.
Si bea del suo sguardo Louis, rifugiandosi in quegli occhi caldi e scuri che sanno di casa, e finalmente può lasciarsi andare, finalmente può piangere e gridare senza preoccuparsi di far gravare sugli altri la sua sofferenza, senza sentirsi sbagliato. 
Perché Louis questo con Harry non è mai riuscito a farlo e forse non lo avrebbe fatto mai. 
Era più grande, piu forte, più determinato, lo era da sempre, da quando quel ragazzino ancora minorenne con i riccioli morbidi e gli occhi adoranti era entrato nella sua vita sconvolgendola.
Louis si era sempre sentito in dovere di proteggere quel piccolo ragazzino meraviglioso che gli aveva rubato il cuore, l'anima, la pelle. Aveva il compito di amarlo e proteggerlo, e per nulla al mondo l'avrebbe rinnegato, neanche quando il ragazzino divenne un uomo più alto di lui, con le spalle larghe ed il sorriso furbetto, con uno stile tutto suo e i capelli sempre lunghi sugli occhi, gli stessi occhi che l'avevano stregato e che non avrebbe mai voluto deludere.

"Tesoro.." Julia stringe forte Louis tra le sue braccia, cullandolo piano.

"Mi sento perso J" riesce a dire Louis tra un singhiozzo e l'altro, senza allontanare il volto dall'incavo del collo di lei.


"Cosa c'è che non va Lou, che cosa è successo?" Chiede premurosa, passando una mano tra i capelli lisci di Louis che cerca di riprendere fiato e lentamente si allontana da lei, prendendole entrambe le mani e sedendosi a gambe incrociate sul divano, in modo che possano guardarsi dritto negli occhi.

"Tutto non va, tutto" dice alzando un po' la voce e ricomponendosi subito dopo, non vuole prendersela con Julia, che rimane in silenzio paziente, aspettando che Louis abbatta quell'ultima barriera e si liberi del peso che lo opprime da mesi, o forse più.

"Non lo amo più" 

"Non ami più Harry?" Chiede Julia incredula sgranando gli occhi.


"stravolge la mia vita senza che io abbia il potere di dire o fare niente.
È entrato nella mia vita come un fulmine ed è stato meraviglioso, mi sono perso nei suoi incredibili occhi cangianti e non sono mai più riuscito a ritrovarmi, ho deciso di andare a vivere con lui, di trascorrerci ogni mio singolo giorno, di andare contro il mondo intero per lui, e lui cosa ha fatto per me? 
Non mi parla per settimane, non risponde alle mie chiamate ne ai messaggi, mi evita e quando sono in giro con El lui pensa bene di fare la sua bella apparizione, recita la parte del perfetto principe azzurro difronte a mezza Londra facendomi morire e mi porta via con se, ed io lo seguo, ovviamente lo seguo, come sempre. Ma in tutto questo io non ho avuto voce in capitolo, non ho potuto far nulla, non ho potuto dirgli che è un bastardo perché mi ha fatto soffrire per settimane ignorandomi come se non fossi mai esistito. Io sono Louis Tomlinson cristo santo, io ho un cervello ed un cuore e voglio avere la possibilità di arrabbiarmi e dire quello che penso ma lui non me lo permette, mai" confessa Louis, un macigno sul petto. 


Julia lo osserva amorevole, sotto i suoi occhi un Louis cresciuto troppo in fretta, un uomo di successo, un uomo innamorato di un amore condannato.

"Lou, tesoro, sei così stanco.
Non posso immaginare cosa voglia dire sopportare il peso che tu e gli altri vi siete ritrovati sulle spalle, siete così giovani, dovete ancora fare tanti errori, imparare tante cose.
Credo che Harry ne abbia commessi alcuni, come tu del resto tesoro.
Se ti ha evitato tanto a lungo sono certa che c'è un valido motivo, Harry non è uno stupido, quindi cerca di spiegarmi bene che cosa è successo Lou" dice lasciando le sue mani e poggiando la schiena al bracciolo del divano, gli occhi materni fissi in quelli di gelido ghiaccio. 

"Mi ha chiesto di sposarlo, e dopo l'incidente me lo sono dimenticato, ero terrorizzato così ho finto di ricordarlo finché non ho più potuto e glie l'ho confessato chiedendogli di chiedermelo ancora una volta perché volevo poter conservare quel ricordo per sempre con me, è da quel momento che mi ha evitato. 
Quando sono rientrato a casa dopo il weekend da Zayn lui non c'era, e non è tornato per settimane. Settimane. 
Si era trasferito da Liam e passava da casa solo quando era certo di non trovarmi" spiega Louis passandosi le mani tra i capelli e mordendosi il labbro senza rendersene conto. 

"Diceva di non potermi perdonare per avergli mentito" aggiunge, la voce più bassa.


Julia gli sorride sincera, calde lacrime gli inondano i grandi occhi nocciola, incapace di contenere l'emozione.

"Ti ha chiesto di sposarlo.. Tesoro è una notizia meravigliosa. 
Capisco che fosse arrabbiato, voleva che quel momento fosse vostro per sempre e qualcuno glie l'ha strappato via, ha creduto di averti perso per sempre, e quando ti ha ritrovato ha tenuto repressa la sua rabbia per starti vicino e supportarti, e quando ha scoperto che l'amore della sua vita gli ha mentito tutto il suo mondo dev'essere crollato, tutta quella rabbia dev'essere uscita fuori.
Non dico che l'abbia fatto nel modo giusto, ma tesoro esiste davvero il modo giusto di arrabbiarsi? So che non è colpa tua, so che tu sei la vittima in tutta quella brutta storia, ma quello che conta è che Harry vuole sposarti, e non penso che questo sia cambiato, soprattuto adesso che ha deciso di fregarsene di tutto quello che vi ha sempre costretti a rimane nascosti" 


"E allora perché da quel giorno ha ripreso a evitarmi?" Sbuffa Louis inconsolabile.

"È tornato a casa vostra?" 

"Si.. Con il corpo si.. ma non è il mio Harry, lo percepisco, è come se la nostra connessione si fosse spezzata e nonostante io cerchi di tenerla insieme con tutte le mie forze continua a sfuggirmi dalle mani" 


"Dagli ancora un po' di tempo tesoro, non mollare, continua a stargli vicino, a prenderti cura di lui. 
È un momento difficile per lui, l'attenzione del mondo intero è rivolta a voi adesso, ed Harry sa che è stato lui ha scatenare tutto questo, è normale che sia spaventato, e sono certa che lo sei anche tu"

"Ho paura Julia, ho paura di perderlo e non credo che riuscirei ad affrontarlo, non credo di avere la forza, non posso e non voglio immaginare la mia vita senza di lui, mi sembra un incubo dal quale non riesco a svegliarmi.
Io senza Harry non sono niente"

Julia abbraccia ancora una volta un Louis tremante tra le sue braccia, cullandolo piano e raccogliendo una lacrima con l'indice della mano curata.
Rimangono così a lungo, mentre Louis piange tutte le sue lacrime privo di difese fino a crollare in un sonno profondo distrutto dalla stanchezza.

Julia si alza lentamente senza svegliarlo e lo copre con una coperta scura, lasciandogli un delicato bacio sulla fronte, come quando era bambino. 
Come altre mille volte un piccolo Louis disperato per l'assenza della madre troppo impegnata era crollato con gli occhi rossi di pianto.

--------------

Harry è disteso sul letto matrimoniale della loro camera da letto completamente vestito, la maglia larga con lo scollo a v a scoprire le rondini, il telefono in vivavoce poggiato sul ventre piatto si alza e si abbassa seguendo i suoi respiri profondi, sullo schermo illuminato il sorriso gioiso di Louis.


"Ciao Harry sono Julia"


"Ciao Julia, dovevo immaginare che sarebbe venuto da te"


"sta dormendo adesso, devo svegliarlo?"


"No, non preoccuparti. Ciao Julia.."


"Harry aspetta!"


Harry non chiude la conversazione ma rimane in silenzio, lo sguardo fisso sul soffitto, avvolto dal buio della stanza. 


"Mi ha spiegato tutto quanto, so che ti ha mentito Harry, e so quanto odi che ti vengono dette delle bugie, soprattuto se a farlo è la persona di cui più ti fidi al mondo, ha sbagliato ma l'ha fatto perché non voleva farti soffrire, non voleva deluderti e si sentiva in colpa per aver dimenticato, ma tu sai benissimo che non è colpa sua, sai benissimo quello che ha passato e come me non puoi immaginare cosa si provi a stare in bilico tra la vita e la morte tanto a lungo. 
Quindi signorino, è il momento che tu prenda una decisione, o stai con Louis o lo lasci andare, e mi pare che tu questa decisione l'abbia già presa due giorni fa in pieno centro di Londra" Conclude Julia mentre la sua voce calma e confortevole risuona nella camera da letto di Harry fin nella sua testa. 


"Non potrei mai vivere senza di lui" dice di getto Harry più a se stesso che a Julia, chiude la conversazione e si alza dal letto.

Rufola nell'armadio che ha in comune con Louis e prende la prima felpa che gli capita tra le mani e se la infila, nasconde i ricci ancora bagnati per la doccia dentro un cappello blu di Louis e prende una sua felpa bianca da portare con lui. 
Si precipita nel salotto e raccoglie le chiavi dal tavolo e sbatte la porta d'ingresso alla sue spalle.

Poco dopo le strade umide per la poggia scorrono veloci sotto le ruote della BMW di Harry, che guida con gli occhi grigi puntati di fronte a lui, mentre i tergicristalli si inseguono senza toccarsi mai in una danza frenetica sotto la pioggia violenta. 
La mano sinistra di Harry stringe forte il cambio mentre scala in quarta e il semaforo diventa rosso, cento km/h sono troppi, troppi per riuscire a frenare in tempo, troppi per riuscire a frenare in tempo sotto la pioggia che picchia contro il vetro, troppi per riuscire a pensare.
Scala in terza e preme forte il freno mentre la macchina perde il controllo e fa un giro completo su se stessa, i meravigliosi occhi di Harry serrati in una smorfia per lo sforzo di riprendere il controllo della macchina, i denti serrati in una morsa, i fari della jeep che si avvicinano mentre nella sua testa si forma un unico pensiero. 

LOUIS.

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"HARRY" grida Louis svegliandosi di soprassalto, impiega qualche secondo per rendersi conto di dove si trova, la coperta scura scivolata a terra.

"Louis tesoro che succede?" Julia si precipita nella stanza preoccupata.

Louis è in piedi completamente sveglio, cammina avanti e indietro con le mani tra i capelli "Harry Harry Harry" continua a ripetere in loop. 

"Louis per favore calmati e spiegami che cosa è successo" insiste Julia preoccupata dalla maschera di terrore che è il volto di Louis. 

"Ho fatto un sogno, c'era Harry, e stava guidando come un matto, e una jeep gli stava andando addosso, e pioveva, e lui era terrorizzato, e poi mi sono svegliato, e sta piovendo Julia sta piovendo!" Grida Louis esasperato guardando fuori dalla finestra nel buio della notte, la pioggia picchia forte contro il vetro.

"Louis era solo un incubo, Harry sta bene, è a casa, c'ho parlato poco fa, aveva provato a chiamarti ma stavi dormendo e non ti ho svegliato" spiega Julia cercando di tranquillizzarlo.

Louis rimane per un momento come sospeso nell'incertezza, ma come sempre, ascolta il suo istinto.

"Non era un sogno, lo so. Dammi il telefono" dice mentre tende una mano tremante verso di lei che le porge il telefono.

Controlla il registro delle ultime chiamate, sono passati 27 minuti dalla telefonata, 27 minuti sono abbastanza per prendere la macchina ed immettersi nel traffico di Londra. 
27 minuti sono abbastanza per fare un sacco di cose.
Preme il tasto di verde e lo squillo della chiamata esplode nelle sue orecchie, uno due tre quattro cinque squilli, e nessuna riposta.
Attacca e riprova mentre continua a camminare avanti e indietro passandosi la mano destra tra i capelli arruffati.
Ancora la segreteria. 
Attacca e riprova.
Attacca e riprova.

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"CHE CAZZO FAI COGLIONE" un tizio alto il doppio di Harry e largo il triplo si precipita fuori dalla jeep urlando a squarcia gola mentre si precipita verso la BMW nera di Harry in mezzo alla corsia. 

L'uomo smette immediatamente di gridare contro Harry quando si ritrova di fronte l'idolo di sua figlia con la testa abbandonata sul volante ed un rivolo di sangue che gli scende dalla fronte fino a sparire dentro la felpa, le nocche delle mani bianche tanto sono strette al
volante.

"Ehi" l'uomo batte con foga il pugno al finestrino di Harry "Ehi ragazzo mi senti?" 

Le mani di Harry allentano leggermente la presa mentre lui mormora un "si",tirandosi indietro sul sedile, la schiena distesa.
Porta una mano alla testa che gli scoppia tastandosi il sopracciglio spaccato e "merda" si lascia sfuggire, mentre sposta gli occhi sull'uomo in piedi fuori dalla sua macchina.

"Stai bene figliolo?" Chiede l'uomo preoccupato, mentre gli tende una mano che Harry stringe dopo aver abbassato il finestrino. 

"Sto bene" dice Harry, la voce più roca del solito "devo spostare la macchina da qui" dice mentre gira la chiave nel cruscotto e mette in moto la macchina.
Inserisce la retro e si rimette dritto sulla corsia, procedendo lentamente, una mano sulla fronte a tamponare il sangue che cola copiosamente dal taglio sul sopracciglio. 


--------

"Louis dove pensi di andare? Sta diluviando fuori" grida Julia a Louis che sta armeggiando con le chiavi della porta d'ingresso per uscire fuori.

"Devo andare da Harry" dice catapultandosi nella pioggia, gli occhi di sghiaccio sbarrati, i capelli ed i vestiti già completamente zuppi.
Cammina a passo svelto lungo il vialetto, lasciando Julia incredula ad osservarlo sulla porta.
Senza neanche rendersene conto si ritrova a correre mentre la pioggia gli colpisce il volto con forza ed i vestiti si fanno pensanti, impregnati d'acqua, le grida disperate attutite dal rumore dei suoi passi e della pioggia, il nome di Harry portato via dal vento.


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Harry parcheggia la BMW infondo al lungo viale, c'è stato poche volte, non è sicuro di ricordare bene la strada e spera di non sbagliarsi. 
La testa gli scoppia mentre la pioggia gli lava via il sangue dal volto e il cuore gli batte all'impazzata nel petto mentre i passi veloci sembrano non bastare ed inizia a correre contro la pioggia violenta, contro tutti i dubbi e le incertezze, contro tutto quello che ha pensato nelle ultime settimane. 
Corre e chiama Louis a gran voce, e non sa perché lo fa, non sa perché stia correndo come un pazzo sotto la pioggia gridando il suo nome, quando sa benissimo che Louis sta dormendo sereno a casa di Julia, eppure grida il suo nome e lo sente vicino, grida il suo nome e sente Louis gridare il suo. 
La botta alla testa deve avergli fatto parecchio male perché la voce di Louis sembra farsi più forte sotto il ticchettio della pioggia, ma non si ferma Harry, non si ferma e continua a correre verso quella voce che lo guida da così tanto tempo ormai che neanche ricorda quanto. 
I ricci schiacciati contro la fronte e le labbra umide socchiuse, il fiato corto mentre i polmoni gli scoppiano nel petto e la gola gli brucia per il troppo gridare.

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"Harryyyyyy" grida Louis continuando a correre, mentre gli pare di sentire la
voce di Harry provenire dall'oscurità tutt'intorno a lui. 
Continua a correre finché non si scontra a tutta forza contro qualcuno più alto di lui, qualcuno completamente zuppo e con un cappellino in testa, il suo cappellino.
Qualcuno che poggia le mani sulle sue spalle.
Qualcuno con gli occhi di diamanti ed un fottutissimo sorriso sul volto. 
Qualcuno di nome Harry Styles.

"Mi dispiace Lou mi dispiace mi dispiace mi dispiace" continua a ripetere Harry mentre gli lascia delicati baci bagnati su tutto il volto, tra i capelli, sulle mani.

"Harry" sussurra piano Louis, incapace di pronunciare altro se non il suo nome.

"Ti amo, ti amo da sempre e ti amerò per sempre e non posso scappare da questo, ti amo e non voglio lasciarti andare mai più" dice Harry con il sorriso sulle labbra, le lacrime mescolate alla pioggia sul suo volto. 

"Harry" 


"Lou" 

"Sta diluviando, sei tutto bagnato, e hai fatto un incidente"


"C-cosa? No io non ho fatto nessun incidente.. Più o meno" dice Harry sorpreso. 


"L'ho sognato, lo so" dice Louis spingendo la sua testa contro il petto di Harry, le mani aggrappate ai suoi fianchi. 


"Mi dispiace, andavo troppo veloce.. volevo raggiungerti in fretta, e ho perso il controllo e-"


Louis lo zittisce premendo le sue labbra su quelle di Harry, le sue mani ora sono affondate nei suoi ricci bagnati, sotto al cappello "non sono arrabbiato Harry, sono felice, sono felice perché ti ho sentito, io ti ho sentito, ho sentito che avevi bisogno di me. La nostra connessione non si è spezzata!" Dice Louis seguendo un filo logico tutto suo, il sorriso sul volto a dimostrare quanto tutto questo lo renda felice.

"Di qualunque cosa tu stia parlando Tomlinson, non si spezzerà mai, te lo premetto" dice Harry contro le sue labbra, gli occhi persi in quelli del suo angelo prima di chiuderli e gustarsi quel bacio che sa di sale e pioggia e attesa.
E Louis quasi dimentica di respirare mentre la sua lingua vogliosa si perde nella bocca di Harry che l'accoglie con la sua. 
Sono una cosa sola, sotto la pioggia uniti in quel bacio che dice ogni cosa, un bacio di quelli che ti riportano a casa, di quelli con gli occhi chiusi e le mandibole che ti fanno male, di quelli che ti fanno perdere la cognizione del tempo e neanche la pioggia ed il vento tagliente riescono a fermare.
È così che Harry e Louis si ritrovano ancora una volta, petto contro petto e le dita intrecciate, tanto strette da far male,
le labbra arrossate, molestate da quel bacio che sa di sesso.
Mentre Harry sente l'erezione di Louis crescere contro la sua gamba lo stringe più forte a se facendogli sentire che anche lui lo vuole, adesso.

"Andiamo a casa amore mio" dice Harry interrompendo il bacio ma senza staccare le labbra dalle sue. 

"Promettimi che non lascerai la mia mano Haz" sussurra Louis contro le sue labbra, gli occhi che cercano quelli di Harry.


"Questo è quello che io ho chiesto a te Lou" sorride sulla sua bocca, mordendogli il labbro.


"Sei stato tu a lasciare la mia mano questa volta Harry, prometti di non farlo mai più" insiste Louis serio.


"Te lo prometto. Non lascerò mai più la tua mano" promette solenne Harry, capendo quando per Louis sia importante, ed affonda di nuovo la sua lingua nella bocca di Louis, come se cercasse ossigeno in quel bacio, tracciando con le mani ogni centimetro di quel corpo bagnato dalla pioggia, le mani di Harry sui fianchi di Louis spingono per attirarlo forte a se, mentre quelle di Louis fanno esattamente lo stesso, nello stesso momento. 
Petto contro petto,labbra contro labbra, erezione contro erezione, la loro eccitazione esplode ancora una volta, e non possono far altro che cedervi mentre con le mani cercano di alleviare quell'eccitazione prorompente e farsi piacere a vicenda, i gemiti attuti dalla pioggia, i movimenti circolari in sincrono nascosti dal buio della notte, finché insieme raggiungono l'orgasmo, i respiri affannati e due magnifici sorrisi a specchiarsi in quelle due meravigliose paia d'occhi, le risate emozionate risuonano in un coro perfetto, sotto la pioggia autunnale di Londra. 

"Mi sei mancato"
"Lo so. Ti amo"
"Lo so. Anche io"
   
 
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