Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: SaraEManuel95    21/03/2015    1 recensioni
Katherine ha ventisette anni, è la proprietaria di un pub molto conosciuto a Log Angeles, è una donna piena di impegni e dopo l’ennesima relazione finita male decide di lasciar stare l’amore, anche se così piena di impegni è molto legata alla famiglia, ed è proprio al terzo matrimonio del nonna che incontra David. David ha trent’anni ed è un poliziotto, dopo varie delusioni amorose è diventato uno di quegli uomini dai quali è meglio stare alla larga, ma qualcosa cambia quando al matrimonio della nonna incontra Katherine. Ma non è tutto come sembra, la loro non sarà da cuori e fiori, e l'amore a volte si presenta come l'ultima cosa alla quale avessi mai creduto.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 8

Aprii piano gli occhi e mi guardai intorno, la finestra della stanza bianca era aperte e un leggero venticello estivo entrava permettendomi di respirare un po’, quello era il Giugno più caldo e bello della mia vita, mi misi seduta e mi guardai la pancia sgonfia, finalmente ero diventata una mamma a tutti gli effetti. Il parto era stato più duro e doloroso di quanto immaginassi ma appena sentii piangere Aaron e subito dopo Hope capii che ne era valsa la pena, e tutto questo era successo solo qualche ora prima, alle undici e trenta di sera del sei giugno del duemilaquindici, guardai l’orologio, era mezzogiorno, avevo dormito circa due ore dopo l’ultima poppata, mi sentivo stanca eppure mi era difficile dormire, volevo i miei bambini con me, dalla porta entrò mia madre con un altro mazzo di fiori e due palloncini, ormai ne avevo la stanza piena
“ e questi di chi sono? “ chiesi io ridendo alla scena, la faccia di mia madre era sparita dietro a non so’ quante rose di nove colori diversi
“ vuoi davvero saperlo? “ mi chiese lei avvicinandosi al letto e poggiandocele sopra
“ certo, perché me lo chiedi? “
“ perché sono di David “

rimasi a bocca aperta “che sfacciataggine è? Come se duecentosettanta rose possano ripagare quello che ha combinato, e non mi riferisco ai bambini “
" wow "

non sapevo che altro dire, ero ancora imbambolata a fissare le rose quando entrarono delle l’infermiere con i miei bambini in braccio
“ signorina Katherine è pronta? “ mi chiese una di esse porgendomi la piccola Hope che aveva un body bianco e rosa, era cosi cicciotta che sembrava una bomboniera, appena la presi in braccio sentii una bellissima sensazione invadermi il colpo, ed essa aumentò non appena la piccola si attaccò al seno, mentre mi stringeva il dito con la sua piccola manina, dopo un po’ la lasciai prendere a mia madre mentre io allattavo il piccolo Aaron, la mia vita era perfetta così com’era. Quando le infermiere se ne andarono lasciando i piccoli con me, mia madre continuò il discorso di prima
“ cosa hai intenzione di fare? “ mi chiese lei sedendosi alla fine del letto
“ non ne ho idea, non voglio che i miei figli non abbiamo un padre per colpa mia, nel senso che voglio far capire a David che sono i suoi così che sia lui a decidere e non io “
“ e perché non fai la richiesta per il test del DNA? “
“ perché non voglio sembrare una disperata che cerca in tutti i modi di incastrare qualcuno, io posso farcela da sola, certo non mi dispiacerebbe avercelo accanto, ma non so’ ho solo paura che se dovesse andare male, da grandi loro non capirebbero le mie ragioni e non vorrei che pensassero che l’ho fatto perché ero debole o non li volevo crescere da sola, capisci? “
“ quando ero incinta di te non lo dissi subito a tuo padre, avevo paura, e quando lo feci lui diede su tutte le furie e mi lasciò. Tu pensi che tuo padre non ti abbia voluto, o che io mi vergognassi di te? “
“ no, affatto “
“ e allora perché dovrebbero farlo loro? Provaci, magari gli servirà anche a David per capire e sono sicura che quando lo saprà tornerà per prendersi cura di loro “

Mia madre mi aveva convinto, così più tardi, quando tornarono a prendere i bambini, parlai l’infermiera che mi fece compilare dei moduli e dopo avergli dato i dati base di David mi disse che l’avrebbero contatto e se avesse accettato, convocato in ospedale per ritirare un campione di DNA. Il giorno dopo l’infermiera, nonché mia amica, mi disse che David aveva accettato e che lo stesso giorno si sarebbe presentato per compilare il modulo e consegnare il suo campione, e da quel momento dovevo aspettare dai cinque ai sette giorni lavorativi per le risposte, ma visto che mio padre lavorava in ospedale, dovevo aspettarne solo cinque, ormai mi era rimasto solo quello da fare, aspettare. Uscii dall’ospedale due giorni dopo pronta per cominciare la mia nuova vita, appena misi piede in casa Tyson corse verso di me cominciando ad odorarmi, e appena si accorse dei gemelli cominciò a saltare per cercare di vedere dentro al passeggino, posai le borse a terra e mi avvicinai al divano dove mi sedetti e presi in braccio prima Aaron e poi Hope così che Tyson potesse odorarli bene, e se non fosse stato per i miei riflessi li avrebbe anche leccati sul viso, con l’aiuto di mio  fratello portai le borse di sopra ma non prima di aver sistemato i bambini nelle loro culle, la loro stanza era al piano di sopra, di fronte alla mia, accesi la radiolina e tornai a sistemare le cose. Era più forte di me, non ero riuscita a dormire rilassata neanche un minuto, avevo spostato i bambini in camera mia e ogni due per tre aprivo gli occhi immaginando il loro pianto, in realtà si svegliarono cinque o sei volte e per il resto erano molto tranquilli, tutto il contrario di me, che appena nata non facevo altro che piangere, magari avevano riprese dal loro papà ma io non potevo saperlo, conoscevo David davvero poco, guardai l’orologio cercando di dare una nuova strada ai mie pensieri, erano le otto del mattino mi alzai lentamente e dopo una doccia veloce, allattai i bambini e li portai al piano inferiore, feci uscire Tyson nel giardino ed iniziai o almeno provai a sistemare un po’ la casa. Quando sentii Tyson abbaiare il mio cuore perse un battito, la posta era arrivata, il mio cane abbaiava solo al postino proprio come nel film, uscii solo quando sentii citofonare
“ è lei la signorina Katherine Miller? “ mi chiese l’uomo masticando del tabacco
“ certo “
“ allora queste sono sue “
mi porse diverse buste e la prima aveva il logo della clinica, i test erano arrivati, “ha capito?! “ la voce dell’uomo si fece un po’ più alta ed io tornai in me
“ no, mi scusi, cosa diceva? “
“ che deve firmare qui “
mi porse una cartellina ed io senza esitare firmai e poco cordialmente gli chiusi il cancelletto e tornai in casa, poggiai il resto delle buste sul divano ed aprii quella con i risultati dei test che era positivi, David era il papà dei bambini, nella busta c’era anche un altro foglio di carta scritto da mio padre che mi diceva che aveva inviato entrambe le buste a me così che avessi deciso io cosa fare con la seconda, la risposta era semplice, presi l’altra busta ci scrissi sopra “ guarda qua stronzo “ e poi chiamai la mia migliore amica e gli chiesi di portargliela, lei lo fece e poi tornò da me
“ era in casa? “ gli chiesi mentre cambiavo i pannolini ai bambini
“ si, infatti mi sono spacciata per la postina per farmi aprire e appena ho sentito la sua porta che si chiudeva ho buttato la busta nella cassetta della posta e sono corsa via “
“ dici che ti ha visto? “
le chiesi ridendo mentre cercavo di calmare Hope che nel frattempo stava piangendo
“ no e neanche sono riuscita a vedere la sua faccia, ha preso la posta ed è tornato dentro “ nel frattempo cominciò a piangere anche Aaron, cosi mi dovetti sedere sulla poltrona che avevo sistemato nella loro camera, e cominciai a cullarli entrambi “ vuoi una mano? “ mi chiese lei sedendosi a terra
“no, tranquilla posso fare da sola “ ma il punto era proprio quello, per quanto provassi a fare la dura, quella che non aveva bisogno di nessuno, in realtà era il contrario io ero quella che aveva più bisogno di qualcuno al suo fianco ma non l’avrei mai ammesso, non volevo essere un peso per nessuno.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: SaraEManuel95