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Autore: Eridian    21/03/2015    2 recensioni
Salve popolo di EFP! Tutto a posto? ^-^
Ritorno dopo tantissimo tempo con una nuova storia, questa volta a più capitoli però.
Avverto subito che non so quanto andrà avanti questa fic dato che sono punti di vista di vari personaggi di una giornata un po' movimentata.
Spero di essermi spiegata per bene. ^-^’
ma soprattutto spero che la storia vi piaccia! :D
Genere: Fluff, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorno 24

Giorno 24

Aah che pranzo squisito, era un peccato che Ai non fosse voluta venire con me. E dopo un gustoso pranzo una bella passeggiata di ritorno verso casa era proprio quel che ci voleva! Ed era quello che stavo facendo infatti, sempre per la solita stradina, solita ma sempre bellissima!
Come di routine passai davanti alla casa, ormai disabitata da un po', di Shinichi, ma questa volta notai un particolare strano. Nella sua cassetta delle lettere, c'era una busta bianca. Eppure avevo detto ai suoi conoscenti di spedire le lettere al mio indirizzo e non al suo. La presi e rigirai tra le mani. Mi sembrava strano in quanto non aveva il mittente, così decisi di andare a farla vedere ad Ai e chiedere un parere a lei.
Arrivato a casa la trovai seduta sul divano che leggeva una lettera. Tremava e non poco. Mi avvicinai a lei e mi spiegò la situazione. Avevano iniziato ad agire e lei era spaventata, ma dopotutto era prevedibile.
Chiamai Shinichi e gli dissi di raggiungerci appena poteva dicendogli che era arrivata una strana lettera per lui.
Passarono svariate ore in cui Ai si calmò un po' e si chiuse in laboratorio.
Quando il bambino/ragazzo arrivò tornò finalmente anche la piccola Ai con noi.
Ci sedemmo sul divano. Mentre lui esaminava la busta e leggeva la lettera, io imploravo Ai di dirgli che avevamo ricevuto una lettera uguale.
Shinichi iniziò a fissarla e credo che Ai si spazientì non poco.
Si alzò e andò a prendere la busta. Era tesa poverina, riuscivo a percepirlo, anche se lei cercava di nasconderlo.
Quando tornò, la guardai con sguardo paterno per provare a infonderle coraggio, ma credo mi ignorò.
-È arrivata la stessa lettera anche a noi. E così il dottore ha deciso di chiamarti insospettito. Hai visto Kudo? Sono rientrati in azione.- no, quel tono freddo non le si addiceva per niente. Io lo sapevo. Lei era una ragazza dolce e gentile, rovinata solo dalla crescita con loro, e diventata fredda, con il volto coperto sempre da una maschera fredda e senza emozioni.
-Cosa avete intenzione di fare- il tono freddo di Shinichi invece non era raro ormai; lo usava sempre durante la risoluzione di un caso.
-Andremo è ovvio! Non ti lascio solo in balia di spietati assassini.- e io che avevo detto? Lei è la dolcezza in persona! E gli vuole bene, eccome se gliene vuole.
-E il dottore? Verrà alla festa?-
-Lui deve venire per forza; sono io la sua accompagnatrice, la lettera è arrivata a lui e dato che io faccio parte della famiglia posso venire. Ma tu invece piccolo genio? Tu non sei di questa famiglia, come pensi di fare ad andare a quella festa!?- due bimbi che discutono, erano proprio bellissimi, che teneri.
-Sta tranquilla. Se li conosco bene, a questo punto avranno inviato anche Goro e la sua famiglia.- perché no, aveva ragione, infondo al momento lui era il fratellino di Ran. Povera ragazza, lì ad aspettare il ritorno di Shinichi mentre lui era proprio accanto a lei.
Quando se ne andò era ormai sera. Io e Ai mangiammo una buona cenetta salutare preparata da lei e andammo a letto, con un'aria agitata ad avvolgerci.

Giorno 25

Una mattinata tranquilla finalmente, era proprio quello che ci voleva.
Finalmente riuscii a riposarmi a dovere (già dormii quella mattina).
Nel pomeriggio invece venne a trovarci nuovamente Shinichi. Quel ragazzo mi stupiva sempre! passò tutto il pomeriggio a darci istruzioni su come comportarci il giorno dopo.
Ovviamente quella con cui parlo molto di più fu Ai. Teneva troppo a lei per poterla perdere, si vedeva.
Quando come il giorno prima Shinichi se ne andò, io e Ai cenammo e andammo a dormire.

Giorno 26

Quella mattina mi alzai presto, mi feci una bella doccia e preparai il tutto per la sera. Me la presi con comoda e ci misi si e no un'oretta a preparare me e i vestiti.
Nel pomeriggio invece vidi Ai travolta dalla malinconia. Solo una lacrima riuscii però a solcare il suo bel visino. Sarei voluto andare la e abbracciarla con tutto l'amore paterno che potessi darle, ma pensai solo dopo che forse era meglio lasciarla da sola.
Quella sera ci trovammo davanti all'Hotel ed entrati iniziammo a goderci la festa. Avevo messo dei vestiti di ricambio della misura di un adolescente in macchina sia per Shinichi che per Ai, non si sa mai. I due restavano sempre insieme, non si staccavano mai. Io mentre mi rilassavo un po' con alcuni vecchi amici incontrati per caso li tenevo sotto controllo per qualsiasi evenienza.
Le luci si spensero all'improvviso, una persona fu uccisa e in meno di mezz'ora Shinichi riuscii a trovare il colpevole. Non mi stupii del poco tempo che ci aveva messo per trovare la soluzione del caso. Dopotutto lo conoscevo bene ed era parecchio famoso, quindi era ovvio che ci riuscisse così velocemente.
Li vidi ad un certo punto parlare con una cameriera dall'aria strana. C'era qualcosa in lei che non mi piaceva, anche se sembrava una bellissima persona. Mi alzai velocemente dalla sedia su cui mi ero seduto per riposarmi qualche minuto e iniziai a mettermi in allerta. Che sta facendo Shinichi! Eppure lo sa che: uno, non deve parlare con gli sconosciuti; due, non deve parlare con gli sconosciuti soprattutto ad una festa organizzata da quei delinquenti!
Prese un cioccolatino e piano piano iniziai ad avvicinarmi a loro. Anche Ai, probabilmente convinta da Shinichi, prese un cioccolatino e dopo essersi congedata la cameriera se ne andò velocemente. Io continuavo ad avvicinarmi ai due quando il peggio accadde. Iniziarono a urlare e caddero a terra straziati dal dolore che provavano al petto.
La cameriera era una di loro.
Corsi dai due bimbi e li avvicinai a me. Attirammo l'attenzione di molti, ma quella di cui mi preoccupai di più fu Ran. Chiesi a Goro di tenerla ferma e lontana dai due piccoli, ormai presi tra le mie braccia, mentre lei si disperava per sapere cosa avevano.
Mi distruggeva vederla così ma non potevo fare altrimenti.
Svennero pochi minuti dopo tra le mie braccia e corsi subito al parcheggio dell'Hotel. Li misi nella mia auto, lui davanti seduto e lei dietro sdraiata. Coprii Ai con una coperta, sempre portata per ogni evenienza, e le misi i vestiti accanto al corpo mentre Shinichi gli coprì solo il necessario con i suoi vestiti da liceale. Pregando ogni divinità presente in cielo perché nessuno dell'organizzazione li trovasse e uccidesse, tornai nella sala della festa a controllare la situazione.

  
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