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Autore: nuvole_e_popcorn    21/03/2015    0 recensioni
"Non abbiamo avuto altra scelta"
"C'è sempre un'altra scelta"
DAL PROLOGO
"Guardami! - la pregò lui, e lei lo fece -andrà tutto bene. Troverò il modo di tornare da te" le promise. Che promessa stupida! Stavano per morire. Ma annuì comunque, mentre cominciava a sentire l'odore acre del gas entrarle nel naso e giù fino ai polmoni.
"Ti aspetterò"
"Lo so" Lo faceva sempre. Sentì gli occhi farsi pesanti.
DAL PRIMO CAPITOLO
"Datele una divisa da meccanico - ordinò -almeno per ora sarà utile" ordinò Alec. Mentre la donna la conduceva fuori la fermò per un braccio:
"Attenta a te, - la avvisò - ti tengo d'occhio"
"Mi stupirei se non lo facessi" e fu lei a stupire lui.
***
Era Adam.
"Hey Pulcino! - la apostrofò - ho saputo che farai parte dei meccanici e che hai un vero talento!" Rigel sorrise un po' imbarazzata. Tutti li stavano fissando. "Sì Adam - disse sorridendo -me la cavo abbastanza bene"
Genere: Generale, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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II 

Erano passate due settimane da quando Rigel aveva scoperto di essere stata imbarcata clandestina sulla navicella con una missione di pace sulla Terra. Condivideva la cuccetta con Chantal e con Amanda, era certo che fra le due non correva buon sangue nonostante agli occhi di Rigel sembrava chiaro che ci fosse del tenero da parte di Chantal verso Adam, il fratello di Amanda. Rigel riteva che Chantal fosse solo una persona molto timida, ma che in realtà dietro l'aspetto rigido e burbero nascondesse un cuore d'oro.  

"Rigel - cominciò Chantal una mattina, mentre Amanda era ancora a terminare il turno di notte in sala macchine - ti posso chiedere una cosa?" Rigel, che si stava legando i capelli annuì sovrappensiero. 

"Tra te e Adam... insomma c'è qualcosa?" 

"Io e Adam siamo solo buoni amici - rispose, quasi senza il bisogno di pensarci - è una persona molto espansiva e questo può averti dato un'impressione sbagliata. Ma tra di noi non c'è niente" Chantal le sorrise. Probabilmente l'aveva vista come una minaccia e per questo non si era comportata bene con lei. 

"Grazie per la tua sincerità ora devo proprio andare" fece lei, alzandosi dal suo letto e raccogliendo la sua giacca di IntroNauta. Quando uscì dalla porta scorrevole si trovò di fronte Adam. 

"Buongiorno, Chantal - la salutò lui, sorridendo - Hey Rigel sei pronta?" la era passato a prendere. Rigel sorrise e raccolse una borsa con degli attrezzi e annuì, ma proprio allora apparve un'altra figura oltre a quella dei due Meccanici e della IntroNauta. Alec.  

"Scusa, Adam - disse in un tono che non sembrava affatto portare a nulla di buono -ma devo rubarti la signorina Bennet per la mattinata" Adam le lanciò un'occhiata, quasi di scuse. Sapeva che Rigel si sentiva leggermente a disagio con il loro Capitano, ma non poteva disobbedire a degli ordini così diretti. Rigel sembrò capire tanto che gli fece un sorriso e sia Adam che Chantal si allontanarono seppure in due direzioni diverse lasciandoli soli. Solo allora Rigel spostò lo sguardo su quello del Capitano della Navicella e notò che sembrava preoccupato. 

"Cosa è successo?" domandò. 

"Seguimi" rispose lui voltandosi e cominciando a marciare a grandi passi verso la Cabina di Comando. Rigel non poté fare altro che seguirlo, alzando gli occhi al cielo alle sue abitudini da comandate che mal gradiva. Quando entrarono notò che c'erano solo lei e lui, il resto della Cabina era vuoto.  

"Non siamo riusciti a metterci in contatto con la Navicella Madre - cominciò lui, sedendosi sulla poltrona di comando - sembra che in qualche modo il gelo che c'è fuori abbia completamente fatto impazzire il nostro sistema di comunicazioni"  

"Se è il gelo il responsabile non posso farci molto, ne sei cosciente vero?" lui annuì. 

"Stiamo cercando di capire dove ci troviamo - continuò lui - non siamo ai Poli anche perché la traiettoria della navicella fino al momento dell'impatto sembrava quella giusta, che ci avrebbe fatto atterrare nel Nord Europa... ma dai satelliti non ci giungevano notizie di una Era Glaciale in corso." Rigel ancora non capiva perché le stava dicendo queste cose.  

"Vorrei sapere se sei in grado di recuperare gli ultimi dati della traiettoria prima che i comandi impazzissero durante l'urto con l'atmosfera" spiegò quindi lui "pensi di esserne in grado, Pulcino?" domandò. Solo Adam la chiamava 'Pulcino', oh ma chi prendeva in giro, tutti la chiamavano così ormai. Era il Pulcino della X-120. Ciononostante fu strano sentirsi chiamare così dal Capitano di Ghiaccio che non le aveva mai più rivolto la parola dopo il loro primo incontro e che aveva incrociato solo qualche volta.  

"Posso provare - acconsentì lei - ma non prometto niente. Se veramente i Comandi di Posizionamento sono impazziti con l'impatto con l'atmosfera forse non posso fare molto. Ma potrei ricollegarmi ai vecchi radar e cercare di capire dove ci dovremmo trovare a occhio e croce"rispose cominciando a estrarre attrezzi dalla borsa. 

"Quanto tempo credi ti ci voglia?" 

"Non lo so... se devo mettere apposto tutta la cabina per riattivare i Comandi di Spaziatura e poi i radar e quelli di Posizionamento potrebbero volerci settimane" 

"Non abbiamo settimane, Rigel - rispose lui - questa non è una Nave Merci, se razionalizziamo le scorte potremmo durare al massimo due settimane ancora. Siamo in troppi da sfamare altrimenti. Ci toccherà uscire alla scoperto."Rigel non ci aveva mia pensato, ma quello poteva essere un problema, non potevano avere le scorte che continuassero in eterno.  

"Ok. - disse - vedrò cosa posso fare. Intanto tu cerca di mantenere la calma tra la gente, non devono sapere che siamo a corto di provviste o si scatenerà il caos" intanto aveva già cominciato ad armeggiare con i comandi. 

"Dove hai imparato ad aggiustare le cose?" domandò lui "che io sappia non sei mai entrata in un Accademia delle Arti" 

"Hai fatto le tue ricerche, vedo - rispose lei senza mai alzare lo sguardo dai comandi -no, non sono mi stata in nessuna Accademia. Ma so fare un sacco di cose che potrei solo avere imparato in un'Accademia. Le so e basta. E' sempre stato così fin da quando ho memoria, dopo l'incidente" 

"Sei stata coinvolta in un incidente?" domandò lui. 

Lei annuì: "Sì. Avrò avuto diciassette anni circa. Ho perso la memoria fino ad allora. Mia madre dice che mi insegnò mio padre. Anche se faceva l'operaio si mangiava libri di ingegneria come se fossero panini... e quindi quello che so lo devo a lui. Ho la memoria tattile, ma non quella degli insegnamenti in sé... morì anche lui in quell'incidente. Mi rimane solo mia madre" 

"Io non credo che tua madre sia strana" disse lui e questo le fece alzare lo sguardo e incrociò i suoi occhi neri "Credo che abbia scritto la verità altrimenti non l'avrebbero multata. Anche se non ho mai letto il romanzo non lo fecero uscire nella Stazione Principale." 

"Grazie" rispose lei, ritornando a guardare i comandi e ignorandolo.  

*** 

Alec entrò nella Cabina dei Comandi quella sera, come faceva sempre per controllare che tutto fosse in ordine prima di passare l'ennesima notte in bianco. Cercando di capire cosa fosse meglio per la gente della X-120. Ma quella sera non era da solo. "Che ci fai qui? Sono le quattro" 

"Potrei chiedere la stessa cosa a te. Io almeno lavoro qua dentro, sai?" Rigel non aveva neanche alzato lo sguardo. Se ne andava verso le undici, era una settimana e mezza che lavorava ai comandi senza ottenere risultati incoraggianti, la aiutava anche Adam di tanto in tanto. Ma la situazione era sempre la stessa.  

"Trovato niente?" 

Lei appoggiò il cacciavite accanto a sé a terra e gli fece gesto di sedersi accanto a lei, Alec obbedì e lei gli mostrò alcuni display e alcuni dati che sembravano impensierirla. 

"Le temperature la fuori sono glaciali. Di giorno raggiungono un massimo di -15 e la notte scendono anche 80° sotto zero. Però non siamo in Europa del Nord. Questo lo escludo. Gli unici dati che sono riuscita a racimolare indicano che è stato attivato un comando remoto che ha modificato la rotta di collisione. Direi che siamo più semplicemente a uno dei Poli, quale non so ancora dirtelo, certo non molto vicino al Polo reale, perché il campo magnetico è forte, ma non così forte. Ed è quello che ha mandato in tilt i comandi. Questa navicella non è delle più moderne e inoltre non siamo abituati ad avere a che fare con campi magnetici di questa intensità quindi i comandi non hanno resistito. Non so quanto lontani siamo da qualsiasi forma di vita."  

"Ma chi può avere azionato il comando remoto?" 

"Sembra che lo abbiano azionato dalla Matrice, dalla Base in cui è stata costruita la navicella, ma purtroppo non sono riuscita a localizzare esattamente da dove fosse partito il segnale, certo non è partito dallo Spazio, ma della Terra. Qualcuno ci ha voluti far atterrare qui. Nel bel mezzo del nulla" 

"Quindi abbiamo una sola possibilità di sopravvivere - fece lui - uscire e cercare di capire meglio dove siamo." 

"Per quanto poco mi piaccia come piano.. sì è l'unica soluzione possibile. Ed è anche molto rischiosa." fece lei " ho controllato anche le comunicazioni, ma nulla sono direttamente manomesse, qualcuno ci vuole qua imprigionati. O vuole costringerci a uscire." 

"Non mi piace camminare direttamente in una trappola" 

"Neanche a me piace l'idea. Ma credo che se siamo abbastanza attenti possiamo ottenere qualche cosa, eventualmente saremmo comunque costretti ad uscire."  

"Hai scelto il viaggio sbagliato per imbucarti clandestina, Pulcino" 

"Mi ci fossi almeno imbucata da sola. Mia madre ha fatto tutto da sola.. Sarà meglio che tu vada a dormire. Credo che domani avrai da parlare con i tuoi secondi per decidere cosa fare" lui annuì, ma fu lei ad alzarsi e dirigersi verso l'uscita. 

"Hey... Buonanotte Pulcino" le chiamò dietro, lei si voltò a osservarlo con una luce strana negli occhi, come se stesse cercando di acchiappare qualcosa che continuava a sfuggirle dalle mani, prima di annuire. 

"Buonanotte Capitano" 

*** 

Quando il giorno dopo Chantal raggiunse correndo a perdifiato la mensa dove Amanda, Rigel e Adam stavano facendo colazione Rigel sapeva che qualcosa non andava come avrebbe dovuto.  

"Rigel!" - chiamò infatti quella - "Si tratta di Alec! E' impazzito vuole uscire la fuori da solo!?I secondi non ne vogliono sapere, ma lui sembra così convinto" 

"E lo stai dicendo a lei perché..." fece Amanda. 

"Ha lasciato a te il comando" rispose Chantal "non so perché, ma non ne ha voluto sapere di lasciarlo a nessun altro..." ora molti le stavano fissando, Rigel lasciò andare le posate e cominciò a correre verso la Cabina dei Comandi, seguita a ruota da Adam.  

"Che vi guardate voi? - urlò Amanda - non sono affari vostri, tornate alla vostra colazione". 

 

Rigel entrò in sala proprio mentre Alec indossava la tuta termica mentre altre quattro persone cercavano di impedirglielo. 

"Che diavolo fai?" gli urlò contro stupendo se stessa, Adam e tutti gli altri presenti. Alec, per nulla sorpreso della sua entrata ad effetto.  

"Non puoi andare la fuori da solo! E soprattutto pensavo non ti fidassi di me! E adesso mi lasci addirittura il comando? Ti ha dato di volta il cervello? Non abbiamo idea di che pericoli ci siano la fuori! Non puoi assolutamente andare da solo." 

"Certo che posso, sono stato addestrato per questo" 

"No! Sei stato addestrato a fare la cosa migliore per il tuo equipaggio e per portare a termine la missione! La fuori ci sono trenta gradi sotto zero come minimo a quest'ora! Non puoi andarci da solo, che ne sappiamo potrebbero esserci dei pericoli che neanche sappiamo esistano e non puoi lasciare il tuo equipaggio senza un comandante!" 

"Ce lo lascio un comandante! Lascio te!" 

"Ma io non sono adatta a fare il comandate! Non ho la benché minima idea di come funzionino le cose per i comandanti! Non sarei un  buon comandante! Sono solo una sottospecie di macchinista nulla di più e tu mi lasci il comando solo perché vuoi andare la fuori da solo? Te lo scordi! Io non voglio avere la tua vita sulla coscienza!" rispose lei. "Trovati un altro responsabile al posto tuo, non me!" sbottò sfidandolo con lo sguardo.  

"Senti se almeno attaccano solo me ci sarete voi e potrete organizzarvi per proteggervi! Se andiamo tutti quanti sarà una strage sempre che ci siano davvero dei pericoli!" questo era vero dovette ammettere Rigel. 

"Adam - fece lei - prendi tu il comando" 

"ma cosa... Pulcino..?" domandò quello stupito. Mentre gli altri quattro li guardavano in silenzio prima di scoppiare in una cacofonia di offese e proteste. 

"State zitti! - sbottò Alec e quelli si zittirono - non verrai con me" le disse serio in viso, mentre lei indossava un'altra tuta termica. 

"Prova a fermarmi se ci riesci" lo sfidò ancora lei, mentre si scioglieva i capelli per creare ancora un altro strato.  

"Non possiamo lasciarli senza una guida" 

"E io secondo te sarei quella guida? Sveglia! Sei tu quella guida, Capitano dei miei stivali. Non io. Ma Adam saprà cavarsela" il quale Adam stava zitto ancora incapace di capire cosa steste succedendo.  

"Va bene." sbottò lui. 

"Bene" 

"Benissimo. Partiamo subito" 

"Bene" continuarono a punzecchiarsi, mentre si preparavano. Quello che c'era la fuori li aspettava.              

 

 Eccoci qua col secondo capitolo. Eh, che ne dite? No sul serio non mordo se vi va di farmi sapere che ne pensate ne sarei felice, anche perchè altrimenti si smarrirebbe la mia motivazione a scrivere se penso che non piaccia a nessuno... Alla prossima. 

  
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