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Autore: _windowsgirls    21/03/2015    1 recensioni
Già durante la celebrazione del suo matrimonio, Zayn si rende conto che tutto sta cambiando. Il suo segreto più intimo gli pesa ancora di più sulle spalle, e non può fare a meno di pensare che, a volte, il passato torna con una potenza superiore ad una tempesta improvvisa.
Dalla storia:
La macchina era lontana solo cinque metri, ma prima che potesse raggiungerla, una mano lo tirò per la camicia e lo fece sbattere contro il muro. Venne placcato dal gomito dell’aggressore sotto il collo e incominciò a sudare freddo.
« E’ questo l’unico modo in cui possiamo parlare? »
« Cosa volete? » A Zayn era stato difficile fare uscire quelle poche parole, paralizzato dal terrore. Sapeva che sarebbero arrivati, che l'avrebbero cercato, altrimenti non avrebbero fatto irruzione al matrimonio. Era giunto il momento.
« Cosa vogliamo? Ma parli sul serio? Vogliamo vendetta, mi sembra più che ovvio. »
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The dinner (part one)



Il pomeriggio del giorno dopo, il venerdì, Johanna e Zayn accompagnarono Niall all'aeroporto, seguiti da Danny ed Harry che non avrebbero lasciato che il ragazzo partisse senza averlo prima salutato. Il biondo aveva un sacco di valigie da mettere nella stiva dell'aereo, ma poiché aveva fatto il check-in online, allora l'attesa fu breve e i ragazzi decisero di accompagnarlo fino al momento dell'imbarco. Niall aveva lasciato che i fattorini gli portassero via le valigie, rimanendo solo con una ventiquattrore sotto braccio e il telefono chiuso nell'altra mano. Continuava a controllare se fosse arrivata una chiamata, un messaggio, qualsiasi cosa con cui Lucie avrebbe potuto salutarlo, ma purtroppo era una speranza vana.
Il microfono chiamò il volo per Dublino e tutti i passeggeri si misero in fila per farsi controllare i documenti un'ultima volta prima della partenza. Niall strinse con un braccio sia Danny sia Harry, augurando loro di passare una bella vita.
«Mi mancherai tantissimo, Niall» sibilò Harry con gli occhi lucidi. Danny gli afferrò una mano, accarezzandone il dorso. «Torna presto».
Il biondo annuì con gli occhi arrossati e lucidi, poi si girò per stringere in un abbraccio sia Johanna, sia il marito, rimanendo in quella posizione fin quando non venne chiamato per la seconda il volo per Dublino. «Scusatemi se vi ho ossessionati da quando siete sposati» sorrise loro, controllando il cellulare: ancora nulla.
«Figurati. Anche se talvolta fastidioso, la tua presenza mi faceva sentire meno sola» disse Johanna accarezzandogli una spalla, mentre Zayn lo prendeva per il braccio e gli dava numerose pacche sulla schiena, mentre dietro di loro la fila si andava dirandando e toccava a lui. «Ti prego, non abbandonarmi».
«Zayn, ti prometto che tornerò. Non ti libererai facilmente di me» si strinsero un'ultima volta, poi Niall si sistemò la borsa e si avviò, salutandoli con la mano. Porse il foglio all'hostess e aspettò che glielo strappassero, poi le porte scorrevoli si aprirono e aspettò che si chiudessero, prima che si avviasse lungo il corridoio.
Guardò il telefono, e rimase deluso quando non trovò nemmeno un misero 'ciao', ma dopo quello che aveva fatto a Lucie, era ammissibile il fatto che non lo volesse più vedere. Si girò di spalle, per salutare ancora una volta i suoi amici più fidati quando la vide, un po' più indietro di Johanna, con la felpa e il cellulare in mano, i capelli sfatti e profonde occhiaie sotto gli occhi. Johanna si guardò alle spalle, e quando vide la sua amica, si scansò per permettere che lei e Niall si vedessero, almeno quella volta. L'hostess diede una spintarella al ragazzo per invitarlo a proseguire lungo il corridoio ormai vuoto, mentre fuori dal finestrino si vedevano tutti i passeggeri salire per le scale e prendere posto in aereo. Niall vide gli occhi di Lucie luccicare e si sentì una morsa alla gola, abbassando lo sguardo, mentre l'hostess lo prendeva per le spalle, tirandoselo dietro. Niall si sentì gli occhi pizzicare, poi vide Lucie - nonostante non si fosse avvicinata - digitare qualcosa sul cellulare.
«Andiamo, signore, si muova. Vuole rimanere qui?» gli intimò l'hostess tirandolo via con la forza, mentre il ragazzo aveva ancora gli occhi lucidi puntati su di lei. Quando Lucie alzò lo sguardo, il cellulare di Niall vibrò e si mise a leggere subito il messaggio appena arrivato. Inchiodò con i piedi, almeno per ritardare la partenza, ma l'Hostess ormai lo stava portando via, sempre più lontano dalla porta, mentre la figura di Lucie si faceva via via più piccola e lontana. Nonostante quello che tu mi stia facendo, ti amo, Niall.
Il ragazzo strinse gli occhi e si liberò dalla presa ferrea dell'hostess, avviandosi verso le porte ormai chiuse. Vi si appoggiò contro, alzando una mano e accarezzando il vetro freddo, mentre Lucie si portava una mano alla bocca, si accovacciava per terra e Johanna la raggiungeva, chinandosi piano accanto all'amica. Niall abbassò lo sguardo, poi la sua mano si staccò dal vetro trasparente e si lasciò portar via dall'hostess che inveiva contro di lui per mancanza di puntualità e maleducazione. Quando fu sull'aereo e prese posto, il suo sedile era accanto al finestrino sul quale si affacciava il resto dell'aeroporto e Lucie, nascosta da qualche parte dietro quei vetri oscuranti. Il pilota prese a parlare nel microfono, la sua voce ovattata che ribadiva il fatto di dover spegnere i cellulari o metterli in modalità aerea, e Niall approfittò di quegli ultimi minuti disponibili per digitare un unico e ultimo messaggio. Ti amo anche io, Lux. Ti amo da morire. Aspettò la consegna, poi spense il telefono e appoggiò la testa sul vetro freddo del finestrino, mentre fuori iniziava a piovere e lui finalmente scoppiava a piangere.


Il resto della serata, Johanna la passò con Lucie a casa della ragazza, che continuava a mangiare gelato di fronte alla televisione, lo sguardo puntato su quest'ultima.
«Dai, Lux, reagisci».
«No. Ho deciso di passare una settimana in queste condizioni».
Johanna continuava a guardare l'amica, con le sopracciglia aggrottate. «Con una coppa di gelato da finire in massimo dieci minuti di fronte alla tv, spenta tra l'altro?».
«Sì» disse l'altra, portandosi un altro cucchiaio alla bocca. Johanna guardò l'orologio appeso alla parete e si alzò dal divano, recuperando borsa e cappotto.
«Ora devo andare a preparare la cena. Se vuoi, possiamo vederci in questi giorni..».
Lucie rimase con lo sguardo vacuo e face un rapido gesto della mano. «Ti chiamo io» disse semplicemente e Johanna pensó fosse ormai arrivato il momento di lasciare da sola la sua amica, per farla sgolare senza che nessuno la disturbasse. La salutò rapidamente e si incamminò verso casa, prendendo la macchina e vedendo all'improvviso Louis e Liam passeggiare l'uno accanto all'altro sul marciapiede adiacente alla strada. «Ehi!» gridó, suonando il clacson per farsi accorgere. Li passò rapida accanto mentre i due ragazzi alzavano le loro teste coperte da cappucci neri e la salutavano con la mano, mentre Louis le sorrideva e si portava due mani intorno alla bocca per amplificare la sua voce acuta. «A domani!».
Johanna rispose con un altro clacson e se li lasciò alle spalle, mentre imboccava la via di casa. Per Zayn, pensava, sarebbe stata una sopresa fantastica, da restarci a bocca aperta. Ovviamente non poteva per nulla sapere che quella sera sarebbe stata la rovina per suo marito.
Quando tornò a casa, trovò Zayn seduto in salotto, con le braccia incrociate al petto. «Zayn?».
«Ciao, Jo. Ti stavo aspettando. Ho comprato le pizze» disse lui, alzandosi dal divano e raggiungendo la moglie in cucina. «Anche tu devi prenderti un po' di riposo, qualche volta» bisbigliò mentre le allontanava la sedia per farla sedere come un vero gentiluomo.
«Zayn, ma non so se la pizza vada bene..»
«Tranquilla, ho parlato con la dottoressa e ha detto che va bene. Fidati, non comprerei mai qualcosa che ti possa far male, vero piccolino?» disse abbassandosi sulla pancia della moglie e lasciando un rapido bacio sul piccolo rigonfiamento. Poi si andò a sedere dall'altro capo del tavolo e tagliò le pizze in quattro pezzi ciascuna, aprendo poi una bottiglia di acqua fresca.
«Se vuoi, ti puoi prendere la birra» disse lei mentre piegava un pezzo in due e si portava la punta in bocca, assaporandola.
«No» disse lui, «facciamo finta che sia anche io incinto». Versò l'acqua nei bicchieri e fece un brindisi rapido urtandoli delicatamente, poi iniziò a mangiare la pizza anche lui, mentre in sottofondo non si sentiva nient'altro che il vento ululare contro le finestre e la luna piena che illuminava il bordo della porta che portava sul giardino sul retro.


 
La mattina dopo andarono a fare la visita ginocologica, e Zayn teneva la mano di Johanna mentre la dottoressa Mary spalmava la crema fredda sul ventre rigonfio.
«Ma guarda un po' come cresce» disse la dottoressa mentre passava il telecomando sulla pancia, facendo aderire meglio la crema alla pelle, mentre teneva lo sguardo puntato sullo schermo in bianco e nero e i due ragazzi rapiti da quella minuscola figura che si muoveva piano. Gli arti li sembravano distaccati e si chiesero entrambi come facesse la dottoressa a vedere un progresso in quel disordine. «Sta procedendo tutto benissimo, Jo. Sei davvero fortunata».
«Lo so» rispose lei, sorridendo a Zayn, poi la dottoressa schiacciò un pulsante e stampò alcune fotografie dell'ecografia.
«Queste sono per voi, per seguire tutto. Penso che se procediamo di questo passo, saprete entro il mese prossimo se il vostro pargoletto sia una femminuccia o un maschietto».
«Speriamo maschio» disse Zayn mentre lasciava la mano di Johanna che prese a pulirsi la pancia dalla crema. «Anche perchè ho una mezza intenzione di comprare la cameretta blu».
«Tu non hai intenzione di fare niente» puntualizzò Johanna che si abbassò la maglietta e prese il foglio che la dottoressa Mary le stava porgendo. «Si deciderà tra un poco che si deve fare».
Zayn alzò le spalle, completamente non curante, e aspettò fuori dalla stanza mentre la dottoressa controllava Johanna, appena dietro la porta chiusa. Si sedette sulla sedia di velluto e si prese le mani, facendo girari i pollici, quando sentì il telefono vibrare. Oh no, adesso no, pensò, mentre lo tirava fuori dalla tasca e leggeva il messaggio. Spero che non ti siamo mancati, tanto ci vedremo prima di quanto pensi. Ingoiò a vuoto e lo ripose in fretta nella tasca, mentre dietro di lui la porta si apriva e Johanna usciva tutta sorridente. «Zayn? Qualcosa non va?».
La ragazza lo trovò stranamente pallido e con la fronte lucida, come se in quel frattempo avesse sudato parecchio, però d'altra parte il ragazzo scosse la testa e si mise in piedi, alzandosi un po' i pantaloni. «Perché? Cosa mi sarebbe potuto succedere?» disse con un sorriso che di vero aveva ben poco, e deglutì rumorosamente.
«Va bene allora» li interruppe la dottoressa che aveva appoggiato la cartella clinica di Johanna sulla scrivania, osservandoli mentre si aggiustava gli occhiali sul naso. «Il prossimo appuntamento è per il mese prossimo».
«Okay».
Effettuarono il pagamento e lasciarono lo studio, poi Zayn - che aveva fatto il permesso a lavoro - accompagnò Johanna a casa e partì per raggiungere l'ufficio postale.
A quel punto Johanna si andò subito a fare la doccia, e poi si mise ai fornelli per preparare la cena di quella sera.


Essendo entrato con due ore di ritardo, Zayn tardò lo stesso tempo, per cui sarebbe rientrato per le nove. Johanna si allisciò davanti allo specchio il vestititino rosso che aveva deciso di indossare per quell'occasione e si scosse i capelli, portandoseli sul davanti e che, con quel nero, rimbalzavano sul colore acceso.
Tornò un'ultima volta in salotto per controllare per l'ennesima volta la sua sistemazione. Aveva aperto un tavolino di legno e aveva portato gli sgabelli dalla cucina, e il tavolo era pieno di piatti ricolmi di antipasti, mentre sulla penisola in cucina il pollo e la lasagna fumavano e riempivano l'ambiente di un profumo delizioso. Allisciò il bordo della tovaglia e poi sentì suonare il campanello. Fece un profondo respiro e poi si avviò ad aprire la porta. «Che la serata abbia inizio» bisbigliò, mentre abbassava la maniglia, stampandosi sulla faccia un sorriso allegro. «Buona sera signori!».
Sotto l'arcata della porta, Liam e Louis erano vestiti di tutto punto, il primo con i capelli scomposti e il secondo impomatati e tirati all'indietro. Entrambi sfoggiavano un completo in giacca e cravatta, solo che quello di Louis era blu scuro. Il ragazzò inspirò a fondo, chiudendo gli occhi. «Mmh, a sentire questo profumo mi viene il languorino allo stomaco» disse, mentre metteva per primo il piede in casa, e Johanna si scostava lasciandoli passare.
«Sembra tu abbia dato il meglio di te, questa sera» disse invece Liam che si guardava intorno, imprimendosi nella mente qualsiasi dettaglio di quella casa confortevole.
«Beh, tutto deve andare per il meglio» disse lei, mentre prendeva le loro giacche e le appoggiava sul divano. «Zayn tarderà un'altra mezz'ora, per cui vi faccio vedere casa intanto?» chiese loro sorridendo, non avendo la benchè minima idea di come farli sentire a proprio agio. D'altra parte, loro sembravano abbastanza sereni e rilassati, e si muovevano con movimenti lenti e sicuri, mentre si guardavano intorno e si soffermavano ad osservare le foto appoggiate sui mobili. «Certamente» disse Liam mentre indicava una foto che ritraeva Johanna e Zayn abbracciati su una panchina, con il vento che li scompigliava i capelli e il mare dietro di loro in tempesta. «Oddio, vedi quanto è cambiato» osservò mentre prendeva la foto e la faceva vedere anche a Louis. «Non trovi?».
«Era diverso quando l'avete conosciuto?».
Louis spostò lo sguardo su di lei  e le sorrise, socchiudendo gli occhi. «La domanda giusta sarebbe ''era diverso quando avete smesso di frequentarvi?''. Comunque sì, parecchio. Prima di tutto non aveva la barba» sorrisero entrambi, mentre Johanna si dondolava e sorrideva leggermente in imbarazzo.
«Questa sera avrete modo di appurarne di persona i cambiamenti» rispose loro, mentre i ragazzi si guardarono a lungo.
«Sì, in effetti è da davvero un bel po' che non abbiamo modo di vederlo, vero Louis?».
Il ragazzo contrasse la bocca in una smorfia concentrata, e Johanna si chiese per quale motivo si stessero comportando così; insomma, non avrebbe mai potuto cogliere l'ironia di quei gesti restando all'oscuro di tutto.
«Allora? Questa casa volete vederla?» disse, quando loro riappoggiarono la foto sul mobile.
«Avanti, oh nostro guida, illustraci il cammino» recitò Louis mettendosi appena dietro a Johanna e scambiandosi un sorriso sornione con Liam accanto a lui. Johanna mostrò tutto, persino la camera spoglia del bambino, poi quando tornarono nel salotto Liam le indicò la pancia. «Chi credi che sia?».
«Un maschietto?» ipotizzò Louis, mentre si accomodava sul divano. Lei sorrise e scosse la testa.
«Sinceramente io spero possa essere una femminuccia. Insomma, ti danno più gusto, in quanto a vestiti e giocattoli».
Liam rise e rimase appoggiato alla parete, con le braccia robuste piegate contro il petto. «Le donne, quanto sono complicate».
«Forse è per questo che siamo single» disse Louis suscitando l'ilarità della stanza, dopodichè piombò il silenzio, mentre Johanna non sapeva che dire o fare e Liam e Louis improvvisamente seri, assorti in una conversazione fatta solo di sguardi fugaci. Quando suonò il campanello, la ragazza non fu più felice di udire quel suono e initimò ai due ragazzi di prendere posto a tavola. «Fatevi trovare pronti» sussurrò, mentre si avvicinava alla porta.
Louis e Liam si misero ai loro posti e si diederono di nascosto una pacca sulla spalla, «Che lo spettacolo abbia inizio» sussurrò Liam, mentre Johanna apriva la porta.
«Mamma mia, amore, non puoi capire che giorn-» Zayn girò la testa nel suo giubbotto catarinfrangente che dava agli occhi nel momento in cui vide tutto preparato a pennello, la casa avvolta in un profumo delizioso. Aveva un pacco in mano da consegnare l'indomani mattina, quando Johanna gli fece un cenno del capo, tutta sorridente verso il tavolo, e Zayn girò la testa a rallentatore, proprio mentre Louis e Liam facevano strisciare le sedie sul pavimento e si mettevano in piedi.
«Zayn!» esultarono, sorridendogli nella maniera più finta che una persona avrebbe mai potuto solo pensare. «Sorpresa!». Zayn perse presa sul pacco che cadde ai suoi piedi risuonando per tutta casa, sentì i battiti del cuore accelerare, il sangue pompargli nelle orecchie e il respiro mozzato in gola: non fece in tempo a fare nulla, che le gambe lo cedettero, la testa prese a girargli vorticosamente e cadde a terra, privo di sensi.

 



Spazio autrice
Here i ammmmm!
Bene, non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo, ma ancor di più il prossimo perchè è il capitolo.
Partendo con ordine, Niall se ne va. I'm so sorry. Poi Johanna rimane accanto a Lucie ma questa vuole rimanere da sola perchè andiamo, si è appena lasciata, un po' di libertà per sforgarsi la esige. E poi il momento clou: la cena.
Questa è solo la prima parte, in cui Zayn preso alla sprovvista, a causa dall'ansia, di ogni tipo di preoccupazione sviene, ma il bello arriverà quando si sveglierà. Dal prossimo capitolo cambierò anche il banner perchè si avrà un'ulteriore svolta nella storia, ma sopratutto incominceranno i flashback attraverso i quali si scoprirà tutto quello che è accaduto quella notte.
Spero 
che questa storia sia di vostro gradimento, e mi piacerebbe se mi lasciaste una recensione.
Scusate se ci sono errori, ma non ho tempo per ricontrollare perchè sono troppo agitata, Insurgent mi aspetta al cinema iasugcbij
Okay, mi dileguo.
Ah, ho anche aggiornato 'Nothing is like it used to be', passate :)
Love you all.
A sabato prossimo
Elisa :)

 

 
  
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