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Autore: Draco394    21/03/2015    4 recensioni
Sesto e penultimo anno.
Cosa succederebbe se Harry decidesse di non rivelare ad Hermione il compito che Silente gli ha affidato?
{Dal II capitolo.
«Non una parola con nessuno.» voleva essere una minaccia, ma mi esce fuori più come un'implorazione.
{Dal VI capitolo.
Guardo il mio volto allo specchio e mi accorgo di quanto io mi odi. Odio me stesso con tutto me stesso. Odio l’uomo che sono diventato. Incapace di prendere decisioni se non per la paura di morire. Capace di fare del male a chiunque pur di salvarsi la pelle.Le lacrime scorrono dure, infedeli, come me.
{Dall'VIII capitolo.
E ridiamo, ridiamo come se lui non fosse Malfoy e io non fossi la Mezzosangue che si divertiva a punzecchiare.
Ridiamo perché è la cosa più naturale da fare.
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Il sonno mi ha aiutata a recuperare le forze. Mi sento ridicola ad essere svenuta in quel mondo, davanti a quei due ragazzi.
Mentre mi vesto, la pioggia battente dà il buongiorno ad Hogwarts.
Non ho fame questa mattina, e poi, andare a fare colazione significherebbe incrociare Harry.
Perché mai mi ha urlato quelle cose?
Sapevo che sarebbe scoppiato da un momento all’altro. Ma mai avrei immaginato che sarebbe successo contro di me.
La morte di Sirius lo ha segnato. È cambiato completamente da quando il suo padrino ci lasciò, abbracciando quel velo. E con lui, anche una parte di Harry è morta.
A Grimmauld Place questa estate non sono riuscita a passare, nemmeno una volta. Neanche a casa mia le cose vanno bene, ma non lo do a vedere.
Speravo che quest’anno fosse diverso, che anche l’ascesa di Voldemort potesse unirci, che potessimo pensare al futuro.
Quando ormai sono pronta per le lezioni, capisco che devo parlare con Ron.

 
 
Blaise non ha smesso un attimo di fare supposizioni su cosa avesse detto Potter alla Granger, nemmeno una volta in dormitorio. Quando finalmente tace, riusciamo a dormire.
I miei sogni, come sempre, sono popolati  solo e soltanto da Voldemort. Non c’è spazio per altro.
Altro.. Quale dovrebbe essere il mio altro? Amici non ne ho. Solo Blaise mi conosce davvero, eppure non gli posso raccontare nulla. Come potrei raccontare a qualcuno una cosa del genere?
Quando mi sveglio, controllo sempre il Marchio Nero, sperando di non trovarlo lì.
Non accade mai. E sono uno stupido a pensare che possa scomparire all’improvviso.
“Sei stato tu a volerlo, avresti potuto ribellarti” mi dico. Ma è davvero così? Avrei potuto ribellarmi al ricatto del Signore Oscuro che minaccia di uccidermi e di torturare la mia famiglia?
La pioggia fuori batte forte, come il mio cuore quando mi accorgo che il Marchio è ancora lì.

 
***
 
La lezione di Difesa contro le Arti Oscure è stata più noiosa del solito. Piton è senza dubbio un buon insegnante e cerco di concentrarmi sulla sua lezione per non pensare a quello che accade intorno a me: Harry e Ron sono seduti vicini, davanti a me e non mi hanno rivolto una parola; Malfoy e Zabini sono tre banchi alla mia sinistra e non ho intenzione di guardarli, nemmeno per sbaglio.
Spero che Harry non venga a sapere nulla di ieri sera, sarebbe quanto meno imbarazzante.
Ma stiamo parlando di Draco Malfoy e, sono certa, non perderà occasione per prendermi in giro.
Terminata la lezione, do a Ron un colpetto sulla spalla. Al tocco si volta immediatamente.
«Hey, puoi fermarti un momento?» gli chiedo.
È confuso e guarda Harry, che sgattaiola fuori dalla classe.
Rimaniamo nell’aula che si svuota, sentendo gli sguardi di tutti addosso.
«Ron, ieri sera..»
«So cosa è successo.» mi interrompe.
Io sono appoggiata al mio banco, lui è ancora seduto. Sa quello che gli ha detto Harry, non sa cosa è accaduto dopo, per fortuna.
 L’aula è luminosa, sembra che la pioggia abbia deciso di non attaccare più il castello.
«Potresti dirmi cosa succede, per favore?» chiedo nel tono più calmo che riesco ad assumere.
«Non mettermi in mezzo Hermione, ti prego. Vorrei tanto parlare con te, vorrei raccontarti tutto, vorrei dirti cose che nemmeno io conosco. Ma non posso. Però cerchiamo di non rovinare tutto..» sembra quasi implorarmi. Mi guarda come se fosse incantato, fissa i miei occhi e le mie labbra come non gli avevo mai visto fare.
«Non posso fare finta di niente. Lo capisci? Harry è il mio migliore amico, mi sta escludendo dalla sua vita e non so nemmeno il perché.» riesco ancora a trattenere le lacrime, che non voglio versare.
«Mi dispiace. Forse col tempo le cose cambieranno. Ora andiamo, c’è la lezione di Pozioni.» dice alzandosi e porgendomi la sua mano. La rifiuto, e la baratto con un abbraccio. Mi mancavano questi momenti.
L’affetto che provo verso i miei due fratelli non potrà mai finire, nemmeno per un capriccio di Harry.
«Ho bisogno di voi, Ronald.»
«Non dirlo a me..»

 
 
Lumacorno crede davvero che queste lezioni siano difficili? Potrei fare questi infusi ad occhi chiusi.
Proprio mentre stiamo per cominciare, arrivano “gli inseparabili”.
«Come mai questo ritardo, signor Weasley?»
Il rosso è visibilmente alterato. Dopotutto il ritardo è stato fatto da entrambi, ma Lumacorno sembra adorare Hermione e non si accorge di quanto accaduto. Pansy non perde occasione di canzonare i due, ma stavolta nemmeno Blaise le da corda. Mio cugino è tutto il contrario di me: è un duro anche lui, ma riesce a prendersi la responsabilità anche di cambiare idea sulle persone.
Forse per questo, a volte, mi è venuto in mente di raccontargli della mia missione, perché forse lui mi perdonerebbe e mi aiuterebbe. Ma poi la codardia mi blocca, e rimango nella mia omertà.
Le mie supposizioni, comunque, erano esatte: Potter non ha rivolto neanche una parola alla Granger. Il che, mi pare una scelta saggia, ma non per uno che ci ha praticamente vissuto con lei.
Penso che, infondo, non mi interessa un fico secco di quanto accada a quei due e mi dirigo alla mia postazione, dove trovo un calderone nero come la pece, sei ingredienti in sei ampolle diverse e un orologio che scandisce il tempo che abbiamo a disposizione.
Quando sono qui, riesco a svuotare la mente, per una volta mi sento uno studente normale, che impara e mette a frutto le proprio capacità. Oggi non c’è la vincita di alcun premio ma, francamente, non mi interessa.
Quando ormai mancano dieci minuti allo scadere del tempo, io sono l’unico ad aver terminato. Sono orgoglioso di me, e il mio sguardo compiaciuto deve dar fastidio a molti Grifondoro presenti nell’aula.
«Ohh bene ragazzo mio, sei stato un portento!» mi stringe la mano il professore.
La lezione termina ufficialmente e tutti ripongono i loro strumenti nei rispettivi scaffali impolverati.
Blaise ha già finito e, quando lo raggiungo, la Granger sta parlando con lui.

«Zabini, ascolta volevo chiederti una cosa.» mi rivolgo a lui, prima che Malfoy possa avvicinarsi. Ho sempre pensato che Blaise fosse altezzoso come il cugino, ma almeno con lui non ho mai avuto problemi.
«Ti ascolto.» mi dice, serio.
«Vorrei chiederti se quello che è successo ieri possa restare tra noi.»
«A noi non interessa di quello che succede, Granger!» dice Malfoy, che è arrivato accanto al cugino.
«Conoscendoti, Malfoy, mi sembra strano che tu non lo abbia già gridato ai Quattro Venti.»
«Forse non è chiaro. Delle cose che accadono tra te e Potter, a noi due non importa un accidente.» mi dice, calmo con le braccia incrociate.

«Chi ti dice che c’entra Harry?» mi chiede.
Rimango in silenzio, pensando che non posso dirle che abbiamo fatto supposizioni tutta la notte.
«Lo abbiamo sentito urlare poco prima di uscire.» dice calmo Blaise.
«Capisco. Bene, io ho provato a chiedervi un favore, fate quello che volete.» dice, ormai rassegnata.
«Ti senti meglio, comunque?» chiede Blaise per cambiare discorso.
«Stavo già meglio ieri. A questo proposito, grazie.» dice, con lo sguardo fisso sul mio.
So che le costa fin troppi sforzi essere gentile con me.

«Puoi anche smetterla con tutti questi convenevoli, a me non interessano. Nessuno ti avrebbe lasciata per terra, non credi?» mi domanda.
«E poi, è come se tu lo avessi salvato, a cena con Paciock.» dice Blaise, sorridendo.
Non mi sbagliavo, è completamente diverso dal cugino.
Draco sta per dire qualcosa, quando lo fermo : «Mi è venuto naturale. Nessuno ti avrebbe lasciato in quell’imbarazzo, non credi?»
Il tono che uso sembra ironico, quasi di sfida. Ma entrambi capiscono che ormai la tensione è sciolta.
«Non ne sarei così sicuro.» dice guardando il pavimento.
Quasi come se si stesse esponendo troppo, ritorna in sè.

«Nessuno dirà nulla comunque, ora andiamo a pranzo.» dico, andando fuori dall’aula.
Non voglio stare altro tempo lì, con quella ragazza.
Mi ha sempre provocato un gran fastidio nel corso degli anni. E continua a procurarmene.
Ma il pensiero che “le sia venuto naturale” difendermi, mentre eravamo a tavola, non mi abbandona nemmeno quando siamo in Sala Grande e Blaise mi racconta della sua ultima conquista.
  
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