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Autore: Boh123    21/03/2015    0 recensioni
" Nymeca invece era libera.Onde impetuose lambivano le sue rupi.
Reti salde avvolgevano il suo corpo,città di marinai veniva definita.
Ma più che sciocchi e ingenui marinai,forte e intenso era il sapore della corruzione.
Sì,quello che si vociferava non erano più solo sciocchi pettegolezzi sgusciati
fuori da qualche boccaccia giù al porto, sussurrati tra le lenzuola di
una casa di piacere o tra uno struscìo di panni sporchi e l'altro.
Non mentivano questa volta i mercanti giù nelle piazze. Era la verità.
E Myrseella lo sapeva bene.
Conosceva l'animo volubile,bramoso e ineluttabilmente fedifrago dei pirati.
E già da un po' di tempo si vociferava di un loro ritorno all'isola.
Che avessero ampliato i loro giri di lì a pochi anni,questo ormai
era noto al commendatore stesso,ma che questi fossero -per così dire- in espansione
non si era ancora certi."
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rubeus se ne stava lì. Senza la minima intenzione di spostarsi. Le onde lambivano furiosamente gli scogli e tutto ciò che incontravano.Indomite e continuamente alimentate dalla rabbia del vento che soffiava selvaggio. Tra le mani si rigirava una moneta che pareva consumata dal continuo sfregiarsi contro il suo palmo. Ora la stringeva tra le dita,ora la feceva passare attraverso le fessure ora la tirava in aria e la faceva rimbalzare contro il dorso della mano, ora la raccoglieva al sicuro sul suo palmo. Quanto aveva viaggiato quella piccola moneta. Insignificante forse.
Se vista dall'esterno non valeva più che un misero pezzo di pane e forse (se il locandiere fosse stato abbastanza misericordioso ci avrebbe aggiunto pure una tazza di latte) anche se, parlandone tra di noi, accaparrarsi uno o due bicchierini di rhum sarebbe stato meglio.
D'improvviso uno sbuffo d'acqua sembrò dirigersi proprio nella direzione nella quale si trovava Rubeus,ma l'uomo non si mosse.
L'onda, che stava acquistando mano a mano terreno, sembrava sempre più minacciosa e meno incline a cambiamenti d'umore ma,proprio quando stava per avvicinarsi alla figura dell'uomo,lentamente si affievolì. Come una candela che affamata si consuma intorno al suo stoppino e lentamente si spegne.
Rubeus commentò la cosa semplicemente sollevando lo sguardo e sorridendo con alterigia,sollevando un sopracciglio e producendo un suono di scherno.

«Rub,RUUB DOVE SEI? MANNAGGIA A QUEL FIGLIO DI BUONADONNA! »

«Ehi Ehi Gas se lo catturiamo il capitano ci darà un bel compenso...»

Fece uno con aria sognante. Aveva una voce stranamente acuta,troppo per essere un uomo in effetti, ed era vestito in maniera insolita. Di solito i pirati sono caratterizzati dai loro modi rozzi e dal loro modo di vestire abbastanza trasandato.
Ma lui no,sembrava curato e indossava una giacca verde sopra, che rendeva il suo colorito ancora più olivastro.
Un grosso naso adunco gli spuntava dal viso,mentre folte sopracciglia nascondevano l'espressione perenemmente assorta che aveva sul volto. L'altrò lo guardò storto e gli diede uno scapaccione dietro alla testa.
Sebbene fosse più forzuto era leggermente più basso dell'altro,caratteristica che veniva sempre pesata in tutte le occasioni che si presentavano come confronti. Anche se riusciva a sollevare pesi abbastanza consistenti,spesso di perdeva in eccessi di rabbia che erano difficili da domare,se non con una delle battute senza senso dell'amico.

«Sì pezzo d'idiota ma se vai ad urlarlo in giro,lo sapranno tutti. NON CREDI. EH?»

« Oh,giusto giusto. RUBEEEEEEEUSSSSSS. DOVE SEEEEI RUUUB!»

Alle voci in lontananza che continuavano a chiamarlo da un po', Rubeus non dava molto peso. Se l'avessero trovato, allora e solo allora,avrebbe concesso loro una risposta. Anche se probabilmente non sarebbero stati capaci di interpretarla.
Di due cervelli non riuscivano a comporne mezzo,figuriamoci riuscire a sostenere una conversazione con lui.
Di conseguenza rimase lì immerso nei suoi pensieri. I capelli che ormai erano ricresciuti gli ricadevano in parte sul viso,neri come la pece e non troppo lunghi,una specie di caschetto sfaldato(che comunque finiva per tirar su a mo' di coda)
La lunga giacca che portava era rossa sbiadita,mentre gli stivali di un nero lucente.
Aveva un fisico asciutto e nonostante l'esposizione al sole continua il suo colorito rimaneva dorato.Aveva dei lineamenti fini ed eleganti,che culminavano nello splendore dei suoi grandi occhi a mandorla. Eredità della sua razza,incrociata chissà a quale madre. Bastardo. Così era stato definito da tutti,per la maggior parte della sua via e così era rimasto dentro.
Dopo qualche minuto un ragazzo sulla ventina comparve dietro di lui,indossava degli abiti consumati,probabilmente indossati da qualcun'altro prima di lui.
Aveva un lungo rasta e i capelli semi rasati di un bel biondo cenere,gli occhi coraggiosi e fieri di un bell'azzurro e l'animo intraprendente dettato,probabilmente dalla sua giovane età.

« Rub ti stanno cercando tutti. Che faccio continuo a proporgli strade alternative? Il capitano è alquanto....irato»
Rub si sistemò il capello sul capo,ridendo di gusto nel sentire il ragazzo commentare la cosa.Sì di sicuro Hwang stava impazzendo,oh pardon, il capitan Hwang. Quell'uomo era così pieno di sè da non rendersi conto di quanta importanza stava dando proprio a lui,Rubeus,il ragazzo che considerava "inutile" e "nullafacente."

«Garret. Mi hai portato quello che stavamo cercando?»

«Quello che TU stai cercando.»

Specificò il ragazzo,come a voler sottolineare che in "quell'impresa folle" lui avrebbe preferito non avventurarsi. Anche se si sa,alla fine non aveva resistito. Un po' per il fascino carismatico che trasmetteva Rubeus un po' per la prospettiva di guadagno in fatto di fiducia da parte sua. Però forse era meglio non rispondere da impertinente.

«Garret.»

Ripetè Rubeus calmo. Nella sua voce c'era comunque un pizzico di autorità e Garret lo sapeva. Ne sentiva il peso,parola dopo parola,sillaba su sillaba. A dirla tutta,aveva un po' paura di Rubeus,a volte lo inquietava da morire. Come quella volta in cui se l'erano data a gambe facendola in beffa al capitano stesso.Quante punizioni aveva preso. Non roba leggera. Per nulla. Erano pirati e le punizioni che infliggevano di poco sfioravano la morte.
In effetti era curioso il modo in cui si erano conosciuti,proprio in una di quelle occasioni. Garrett stava per essere buttato fuori,lasciato in balia della morte. Ma Rub l'aveva salvato,senza dargli una spiegazione e senza un motivo apparente. Ma Hwang non poteva uccidere Rubeus,lui gli serviva. Per cosa? Era quello che lo stesso capitano si domandava spesso,però a quanto pareva tutto ciò che Rubeus toccava diventava oro. Miracolosamente scampavano da agguati mortali e le prospettive di guadagno triplicavano. Nessuno si spiegava tutto questo successo e nonostante avessero provato ad abbandonarlo,avevano subito fatto carte false poi per riprenderselo a bordo. Rubeus ovviamente aveva interesse nella pirateria,quel tipo di vita gli permetteva di proseguire verso il suo obbiettivo senza troppi intoppi.


«S-Sì. Sì l'ho trovato aspetta un'attimo che...»
Garrett scattò sugli attenti,iniziando a cercare tra le tasche quello che Rubeus aveva richiesto. L'uomo per conto suo,continuò a ignorare le voci che lo cercavano,che nel frattempo si facevano più fitte. Tirò fuori dalla tasca un orologio di piccole dimensioni e osservò il quadrante.Era molto bravo con le maree,riusciva a far vela in direzioni propizie e sapeva sempre quando si sarebbe messo a piovere. Altre cose che nessuno sapeva minimamente spiegarsi.


«L'umidità sta salendo,tra poco inizierà a piovere. E sono solo le sette di sera,hai intenzione di farcela per allora?»

«Ecco,ecco a te, sì eccotela. »
Garrett gli porse un foglio con su scritto un nome. Nymeca. Rubeus sorrise,finalmente ora sapeva. Per una volta tanto fu soddisfatto del lavoro di Garret. Quel ragazzotto in fondo non era male,non che fosse particolarmente affezionato a lui,sia ben chiaro. Rub era affezionato solo alla sua vendetta,anche se in più occasioni aveva salvato la pelle al biondino. Spesso si chiedeva come mai si stesse rammollendo,ma poi continuava a ripetersi che un alleato gli avrebbe fatto comodo in futuro e smetteva quindi di pensarci. Rigirò il foglio che aveva tra le mani e puntò lo sguardo verso l'orizzonte,finalmente ora aveva una traccia.


«Pronto a tornare a casa ragazzino? Si parte. »
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Myrseella era pronta a scoprire la verità.
Stranamente era riuscita ad allontanarsi dal porto,abbastanza per poter sperare in un attacco sicuramente non repentino.
Ma doveva allontanarsi ancora un po' per sentirsi totalmente al sicuro. In ogni caso l'unica cosa che la preoccupava per ora era scoprire l'identità dell'altra persona a bordo. Prese la pistola che era riuscita a raccattare da qualche parte e lentamente proseguì verso la poppa,dove doveva tovarsi "l'intruso".
Sgusciò come una serpe e attese il momento giusto per mostrarsi,già con il colpo in canna,solo pronto ad essere sparato.


« N-Non uccidermi Myrs. Ti prego non uccidermi!»
Un urlo di donna. Una donna? Abbassò lentamente la pistola e ignorò il tremolio della mano. Era tesa. Osservò il viso della donna e improvvisamente si rilassò,emettendo un sospiro di sollievo.Che non durò molto.


«ISE CHE DIAMINE CI FAI QUI?!»
Myrseella era totalmente allibita. Tutti poteva aspettarsi lì a bordo di quella nave,tranne Eloise,la sguattera della locanda.
Come faceva a sapere del suo piano? Come era riuscita a capire tutto? Se era riuscita a fregare lei allora non doveva essere poi così stupida.
La ragazza era così spaventata da tremare come una foglia. Indossava degli stracci di dubbia provenienza,disposti un po' a caso sul suo corpo. Era magra forse troppo.I capelli ramati stavano sul viso alla rinfusa ,gli occhi neri pieni di speranza e allo stesso tempo pieni di terrore fissavano Myrseella. Poi la lingua si sciolse e inizò a parlare velocemente,senza prender aria tra una frase e l'altra.

«Ho scoperto il tuo ripostiglio,sai quello dei soldi. In realtà lo sapevano tutti,ma io li ho difesi.
Cioè quando vedevano che volevano prenderli li nascondevo altrove e poi li rimettevo lì. E-E da lì ho capito che tramavi qualcosa...c-così quando ho viso che ti cambiavi ti ho seguito. E-E poi belladonna? Io non ce l'avevo messa! Volevi mettermi nei casini?»

Mryseella seguì a stento il discorso. Cosa? Tutti avevano scoperto il suo nascondiglio,ma come era possibile?
L'aveva progettato con tanta astuzia e aveva cercato di custodirlo con cura.
Quella ragazzina...davvero l'aveva aiutata? O era solo un modo per ricattarla?
Il suo sguardo vagò altrove,senza minimamente considerare il soggetto che aveva davanti,poi si rese conto che magari si stava perdendo una parte importante del discorso,allora lo rialzò.


«No Ise,lo sai che non volevo metterti nei guai. Insomma non ti avrebbero mai dato la colpa...»

Lasciò cadere la frase,come a voler ammettere la propria colpa. In effetti non si era preoccupata molto del destino che avebbe potuto subire. Ora di sicuro erano ricercate. Ise per omicidio e lei chissà per cosa. Sicuramente l'avrebbero accusata di qualcosa. Magari come complice del fatto. O ancora peggio. Avrebbero potuto accusarla come mandante dell'omicidio. Insomma sicuramente Nymeca non era più un luogo sicuro ed era ovvio che qualsiasi altro posto sarebbe stato solo una striscia di terra temporanea in cui fermarsi. Le guardie potevano aggirarsi ovunque,Myrseela si scostò i capelli togliendo finalmente il colpo dalla pistola. L'aveva quasi dimenticata.
«E' che,che dovevo andarmene. Capisci?»


Eloise fece un lungo sospiro,tenendo le mani strette sul grembo,per un momento sembrò che volesse dire qualcosa ma non le uscirono le parole. Poi finalmente proferì con voce flebile,quasi sussurrando fino a proseguire più sicura. Sembrava supplichevole e allo stesso tempo consapevole del fatto che probabilmente se non fosse scappata lontano,la morte sarebbe stata una prospettiva migliore alla noia.


«Lo capisco,per questo ti ho seguito. Non puoi mandarmi via Myrs. Ti prego,non voglio tornare in quello schifo di posto.L-Lo so che sono una buona a nulla e che non ho mai avuto doti particolari...»
Mryseella conosceva la storia di Eloise. Era un clichè al tempo.
Orfana di entrambi i genitori abbandonata in una specie di collegio,dove era riuscita a scappare solo perché affidata alla locanda come sguattera.
Quello che non guadagnava per sopravvivere lo metteva da parte per il sogno di un futuro migliore,proprio come aveva fatto lei.
Ma nonostante avessero un passato simile,Eloise era fragile, più fragile di Myrseella.
Costantemente presa di mira dai bulli,dagli uomini che non facevano che approfittarsene e anche dai suoi superiori che sfogavano le loro ire represse su di lei.
La ragazza si faceva condizionare da ciò che dicevano di lei,la echitettavano come una buona a nulla,un'incapace.
E lei finiva per crederci e di conseguenza,sbagliava quasi sempre tutto quello che andava ad intraprendere.
Ma Myrceella non era mai stata più sicura di ora. Davanti a sé aveva solo un diamante grezzo.
Proseguì quindi con voce molto più chiara,guardandola negli occhi senza mollarla un secondo.
«Chi ha detto che sei una buona a nulla? Senti se vuoi venire con me sappi che non posso garantirti nulla. Potremmo finire con la testa appesa,mozzata o con una pallottola nel petto da un momento all'altro. Ma se sarai disposto a sottostare alle mie regole e farai tutto quello che ti dirò,mi farebbe piacere se tu restassi.»
Eloise rimase con la bocca aperta. Un leggero sorriso le comparì sul voltò,iniziò a volteggiare per aria,saltellando. Poi abbracciò Myrseella. La strinse forte,urlando con tutto il fiato che aveva in gola.


«SONO LIBERA! SONO LIBERA! GRAZIE! GRAZIE MYRS!!»
Myrseella le tappò la bocca guardandola a metà tra il divertito e l'arrabbiato. Cosa aveva in mente quella ragazza? Stava cercando di sbandierare la loro posizione ai quattro venti? Eppure la capiva,comprendeva appieno il suo senso di libertà. Lo stesso che aveva vissuto lei stessa molti anni prima.


« Datti una calmata ragazzina,non urlare. Aiutami ad andarcene il più lontano possibile lontano da qui. Forza, a lavoro!»


A quelle parole Eloise schizzò come una lepre. Era davvero abile nel saltellare da un'albero e l'altra,tra una cima e l'altra e Mryseella si sentiva davvero felice di poterla avere al suo fianco. Tirò fuori dal decoltè una lunga catenina dove appesa aveva una moneta.
Di poco valore e consumata dal tempo. Finalmente ora poteva dire di avere una speranza. Ora poteva trovare l'altra faccia della moneta.
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Faceva davvero caldo. Il sole forte del primo pomeriggio premeva sulle spalle di Huan,che sentiva come se stessero per andare a fuoco.
La salsedine aveva attecchito sulla pelle,donandole una leggera ruvidezza al tocco.
Il pescatore non era composto di acqua come qualsiasi essere umano.
Il suo corpo non confaceva agli standard comuni l'acqua che lo componeva era acqua di mare.
Questo gli permetteva di destreggiarsi tra le onde,cavalcare tra le maree e riuscire ad arabattarsi qualche piccolo pesce anche solo per la soddisfazione di ritrovare,al mattino, quelle piccole creature che ingenuamente venivano intrappolate nella grossa rete che veniva calata giù,giorni prima. Huan,come molti lo chiamavano, era un umile pescatore che ogni santa mattina,prima dell'alba andava a procurarsi il pane. Non era un peso per lui fare il pescatore,dato che era una delle poche cose che conoscesse alla perfezione. Infatti suo padre e suo nonno prima di lui lo avevano istruito affinchè potesse apprendere il mestiere che era stato loro e prima di loro di altri ancora.
Huan amava vestirsi al mattino con quella leggera brezza(a volte davvero fredda,sopratutto nelle giornate invernali) e calarsi dietro di sé il mantello della notte. La cittadella dove viveva era stata costruita su una collina,provvista come sempre di torrette di avvistamento.
Si diceva infatti che i pirati erano soliti passare di lì anche se,da diversi anni, la gente aveva smeso di crederci pensando che anche loro,per una qualche ragione,avessero deciso di cambiar mestiere e di diventare gente onesta.
Ma di gente davvero onesta c'è n'è davvero poca al mondo e non è che diventarlo sia così facile per tutti,sopratutto per coloro che hanno brutte abitudini.Quella mattina sembrava tutto tranquillo,anche se da un paio di giorni il ragazzo si sentiva irrequieto,come se qualcosa stesse per accadere da un momento all'altro. Aveva perso la sua capacità,la sua cosiddetta abilità nel piantare le reti.
Era una caratteristica di cui andava molto fiero e che era riuscita a fargli conquistare le lodi del padre. Ma ultimamente sembrava andargli tutto storto. Tempi di maraccio,pesci piccoli o inesistenti,la barca che doveva subire diverse riparazioni. Insomma pareva che la sfiga lo perseguitasse. Tutto era avvenuto il giorno in cui,a seguito di un'onda così gigante da sembrar frutto di un maleficio,era caduto nelle acqua profonde,parecchio lontano dalla spiaggia e sembrava lì lì per ricongiungersi con il padreterno,quando improvvisamente si rese conto che stava galleggiando.
Allora fece per risalire,ma qualcosa attirò la sua attenzione. Qualcosa di scintillante che lo richiamava dolcemente verso il fondo.
Scioccamente pensò che tanto non aveva nulla da perdere,era da diverso tempo in acqua e nessuno poteva rimanere così a lungo senza respirare. Quindi doveva essere sicuramente già morto. Nuotò velocemente verso il fondo,scavando con le mani per vedere da dove veniva quella fonte di luce e finalmente l'afferrò. Poi tutto divenne buio. E si ritrovò sulla spiaggia come un naufrago.

"Nah Huan,quel pezzo di ferraglia non vale più di una notte con mia moglie!"


Una grossa risata sguaiata seguì le parole del fabbro,che era tutto impegnato nel dilettarsi con due amabili signorine che sicuro non avevano niente di promiscuo da fare lì,solo affari. Affari che le impegnavano in maniera molto discreta,così che il loro decoltè non veniva nemmeno notato.
Sopratutto non in quelle posizioni così caste e innocenti.

"Ma,ma sei sicuro? Ehi non è che per caso vuoi fegarmi?"

Huan non era un come si suol dire un "ragazzo amabile" anzi amava fare a botte ed ubriacarsi e doveva andare a casa del dottore per farsi leggere le cose che gli interessavano. Per di più,spesso preferiva parlare in dialetto piuttosto che nella loro lingua corrente,non capiva proprio perché dovessero esserci due lingue.
E poi lui mica andava dal governatori a imporgli la sua?

"Ragazzino ora ho da fare,vedi di andartene. Quel pezzo di ferraglia non ti serve nemmeno per farti una puttana come si deve!"

E scoppiò a ridere di nuovo,rozzamente e battendo le mani così forte da sembrar impazzito. Huan stava per tirargli un grosso pugno su quella faccia da maiale che si ritrovava ma in fondo pensò che aveva già preso la sua vendetta sul fabbro.
Aveva preso qualcosa che lui non aveva mai apprezzato e che probabilmente non avrebbe mai nemmeno voluto concepire come qualcosa di prezioso. Qualcosa che doveva ricordargli l'amore e il rispetto e che silenziosamente lo guardava dall'anulare della sua mano sinistra.
Piuttosto quell'oggetto cos'era? E perché da quando l'aveva trovato non faceva altro che portargli guai?
Eppure c'era qualcosa che gli diceva di non sbarazzarsene. Nonostante non sapesse leggere quel simbolo sopra la moneta gli ricordava qualcosa che aveva già visto.
Anche se non sapeva dove.
  
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