Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: princess_sweet_94    21/03/2015    1 recensioni
Un regno perduto, una principessa scomparsa, una perla cambiata dal tempo e dalle emozioni… una nuova vita.
La nostra storia comincia diciotto anni dopo gli eventi che conosciamo: dopo che le principesse sirene Lucia, Hanon, Rina, Seira, Noelle, Coco e Karen sono state catturate e sigillate negli abissi dell’oceano, nuove principesse sono nate con l’unico scopo di prendere il loro posto… ma cosa succede quando una di loro scopre la verità e si mette alla ricerca delle loro predecessore coinvolgendo anche le altre, calpestando ogni regola?
Avventure, scoperte, emozioni e tanta ma tanta musica vi aspetta in questa storia!
{Ringrazio la mia Beta, nonché migliore amica, bambolinarossa98 per avermi aiutato sia con i personaggi sia a migliorare ed aggiustare la storia.}
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kyoko trattenne il respiro, mentre continuava ad osservare la donna di fronte a lei che ricambiava lo sguardo, serio e freddo. Entrambe immobili in quella calda sera di marzo, con solo la sabbia a separarle.
La donna, la sirena, inclinò il capo facendo scorrere il proprio sguardo sul corpo della ragazza indugiando un attimo sul collo dove risplendeva la conchiglia color Sakura*. Tornò a guardare i suoi occhi e poi rintonò la canzone di prima, stavolta con tono diverso.
Gli occhi di Kyoko si incatenarono ai suoi senza riuscire a staccarli, ammaliata dalla sua voce; le sue iridi divennero più opache e il suo cervello si spense. Perse il controllo del proprio corpo che si mosse da solo in direzione del mare, con passo lento: l’aveva ipnotizzata.
Appena mise un piede in acqua un'altra voce le raggiunse: “Fermati!” una ragazza le si gettò addosso respingendola sulla sabbia.
“Mikoto! Kyoko! State bene?” la voce di Anne la riscosse facendola tornare in sé, sbatté le palpebre guardandosi intorno: la donna aveva smesso di cantare ed ora le osservava curiose. Le sirene ricambiarono lo sguardo e, nello stesso istante, i loro sguardi incontrarono le collane altrui. Le due nuove arrivata rimasero sconvolte mentre la donna ricominciava il suo canto tentando di ipnotizzare tutte e tre, ma fallì anche stavolta. Improvvisamente le perle delle tre ragazze si illuminarono, un fascio di luce le avvolse e una voce riecheggiò nelle loro menti: “Usate le vostre voci!” un secondo dopo il fascio di luce cessò e le ragazze si ritrovarono completamente trasformate, come quando erano sirene solo che avevano le gambe ed indossavano magnifici vestiti:
Kyoko aveva i capelli più lunghi e di un rosa più chiaro, legati in una coda alta da un elastico di raso fuxia a forma di stella marina, con la frangetta che le ricadeva sugli occhi ora rosa scuro al contrario del nero di prima. Indossava un corpetto senza spalline rosa scuro con una gonna leggera, quasi trasparente lunga fino alle caviglie, aperta davanti mostrando i sandali di corallo rosato col tacco alto ornati di brillanti e la fibbia bianca, mentre ai polsi portava due polsini confetto con un nastrino bianco legato in un fiocchetto, tra le mani un microfono bianco al cui centro era racchiusa la sua perla rosa.
Mikoto, accanto a lei, non era da meno: i capelli erano blu chiaro, chiusi in una crocchia alta da un sottile nastro argento da cui scendeva una lunga e doppia treccia, gli occhi erano di una tonalità più intensa; il corpetto era senza spalline, come il suo, con solo un nastro che partiva dallo scollo e girava intorno al collo, il tutto di un azzurro scuro, la gonna leggera e quasi trasparente era lunga fino alle caviglie e aperta sul lato sinistro mostrando i sandali di corallo argentati col tacco alto ornati di brillanti e una fibbia argentata mentre ai polsi portava due polsini celesti con un nastrino argento.
Lo stesso valeva per Anne alla sua sinistra: i capelli verde prato erano legati in una coda alta da un elastico di raso verdognolo con la frangetta che le ricadeva sugli occhi verdi chiarissimi, il corpetto verde scuro senza spalline era costellato di strass, la gonna leggera, quasi trasparente, che le arrivava alle caviglie era aperta sul lato destro mostrando i sandali di corallo giallognoli rivestiti di brillanti mentre ai polsi portava due polsini verdi con un nastrino giallo. Entrambe avevano il microfono bianco/celeste tra le mani con la loro perla nel centro.
Si guardarono sbigottite per un attimo prima che la voce si facesse risentire: “Usate le vostre voci. Cantate!” e poi partì la musica, una musica che loro conoscevano bene.
“Dobbiamo cantare?” domandò Mikoto osservando il microfono che stringeva tra le mani.
“Credo proprio di sì” rispose Anne e fu così che cominciò la canzone, una canzone che si tramandava da sempre tra le principesse sirene:
 
Nanairo no kaze ni fukarete tooi misaki wo mezashiteta
Yoake mae kikoeta merodii
Sore wa totemo natsukashii uta

 
Higashi no sora he to habataku toritachi
Sa takarajima ni nukeru chikamichi

 
Nanatsu no umi no rakuen
Arashi no yoru no ato ni wa ai wo tsutaeru tame inochi ga mata umareru
Nanatsu no kuni no merodia
Daremo ga itsuka wa koko wo tabidatsu hi ga kitemo
Watashi wa wasurenai

 
 
Ed eccola, quella fastidiosa sensazione, quel sentimento di rabbia ed ira che scaturiva dal suo cuore ferito nel sentire quelle voci cantare felicemente. Come poteva sopportare ciò? Come poteva sopportare le stesse voci che l’avevano ridotta nello stato in cui versava?
 
 
Yukkuri to kumo wa nagarete niji no hate ni kiete itta
Hoshitachi wa shinju no you ni
Tsuyo hikari hanachihajimeru

 
Minami no sora kara kikoeru kuchibue
Sou otona ni naru toki ga kiteita
 

 
Dovevano smettere di cantare! Dovevano farlo subito! Non le sopportava, non sopportava quelle voci e men che mai quella canzone.
 
 
Kiseki wo megeru bouken
Yasashii haha no negai wo mune ni idakinagara daremo ga tabi wo shiteru
Hoshi furu yoru no fantajia
Afureru namida to inori dare ni mo wakaranai
Mirai wo terashiteru
 

 
<< Basta! Smettetela Principesse! Voi e le vostre stupide voci… basta! >> la donna crollò in ginocchio tenendosi la testa, mentre l’ira minacciava di uscire senza che nessuno potesse fermarla.
 
 
Nanatsu no umi no rakuen
Arashi no yoru no ato ni wa ai wo tsutaeru tame inochi ga mata umareru
Nanatsu no kuni no merodia                                                                                          
Daremo ga itsuka wa koko wo tabidatsu hi ga kitemo
Watashi wa wasurenai
 

Kiseki wo meguru bouken
Yasashii haha no negai wo mune ni idakinagara daremo ga tabi wo shiteru
Hoshi furu yoru no fantajia
Afureru namida to inori dare ni mo wakaranai
Mirai wo terashiteru

 
 
“Basta!” l’urlo della donna le investì a fine canzone “Voi… voi farete la loro stessa fine! Vi farò sparire tutte! Pagherete per le vostre colpe… non canterete mai più quella canzone… voi, esseri malvagi!” la donna ora le guardava astio e disprezzo mentre la terra iniziava a tremare sotto di sé preannunciando un imminente catastrofe, quando…
“Voce di Perla Viola!”
“Voce di Perla Indaco!”
“Voce di Perla Gialla!”
“Voce di Perla Arancione!”
Una lampo di luce le investì costringendole a chiudere gli occhi e un attimo dopo quattro ragazze dei colori appena citati erano di fronte a loro:
Kanzaki era in mezzo con i lunghi capelli viola che le scendevano fino alle caviglie aprendosi il tanti boccoli con una frangia che le ricadeva sugli occhi lillà chiarissimi, il corpetto del vestito era senza spalline, bianco con delle strisce di perle viola, la gonna era a balzi viola e bianca; gli stivaletti erano bianchi con un piccolo tacco e un cerchietto di perline viola alle caviglie che si aprivano poi in un unico sbuffo lilla sopra al polpaccio; i guanti erano come gli stivali e tra le mani stringeva il microfono.
Arashi era alla sua destra, i lunghi capelli indaco le ricadevano fino ai polpacci con una frangia a cuore sugli occhi azzurrissimi, il corpetto era bianco con delle decorazioni di perle indaco, le spalline sono fatte di perle azzurre e la gonna a balzi era bianca e azzurra; gli stivali erano bianchi così come il cerchietto di perline alle caviglie mentre lo sbuffo era indaco chiaro, anche lei stringeva lo stesso microfono tra le mani guantate.
Yume era alla sinistra di Kanzaki con i lunghi capelli biondi che le ricadevano fino alle cosce e una frangetta dal taglio regolare che quasi le copriva gli occhi più chiari, il corpetto era giallo decorato da piccole conchiglie arancio con delle spalline formate da piccole stelle marine arancio; gli stivali erano giallo chiaro con un piccolo tacco e un cerchietto di perline arancio sulle caviglie che si aprivano poi in un unico sbuffo sopra al polpaccio, tra le mani il microfono.
Aika era alla sinistra di Yume, con i lunghi capelli arancioni tirati indietro e chiusi da un fermaglio a forma di farfalla grande tanto da coprire la nuca, con due lunghe ciocche che le scendevano davanti e la frangia che ricadeva sugli occhi arancioni chiarissimi. Il vestito era formato da un corpetto arancione scuro senza spalline attaccato ad una corta gonna arancione e un sottogonna un po’ più lungo bianco, uno strascico giallo partiva indietro dalla vita e si apriva sulle gambe fino alle caviglie. Gli stivali erano arancio chiaro col tacco piccolo e un cerchietto di perline scuro sulle caviglie che si apriva poi in un unico sbuffo sopra al polpaccio; i guanti erano come gli stivali e il microfono che avevano tutte.
Erano tutte come nella loro forma di sirena a parte i vestiti e, ovviamente, le gambe. Tutte pronte a combattere, tutte pronte a cantare.
“Forza ragazze, tutte insieme!” incitò Yume ottenendo un cenno d’assenso mentre una nuova canzone partiva.
 
 
Vola la mia mente, è scintillio suadente che libera mi libera e va
Gioia incandescente, il cuore mi si accende, magicamente amore sarà
Sciolgo le mie vele al vento del mio cuore, tu sei con me, con me!
Come una carezza mi sfiora già la brezza, se amore sei amore sarai
 
Sogno non c’è più grande di te, mare in tempesta dentro di me
È melodia, fantastica poesia, questo bisogno di te!
Sogno non c’è più vero di te, cielo d’argento dentro di me
È melodia, fantastica poesia. Ho bisogno di te, di te!
 
 
Vola la mia mente, è scintillio suadente che libera mi libera e va
Gioia incandescente, il cuore mi si accende, magicamente amore sarà
Sciolgo le mie vele al vento del mio cuore, tu sei con me, con me!
Come una carezza mi sfiora già la brezza, se amore sei amore sarai!

 
Sogno non c’è più grande di te, mare in tempesta dentro di me
È melodia, fantastica poesia, questo bisogno di te!
 
Sogno non c’è più vero di te, cielo d’argento dentro di me
È melodia, fantastica poesia. Ho bisogno di te, di te!
 
Sogno non c’è più grande di te, mare in tempesta dentro di me
È melodia, fantastica poesia, questo bisogno di te!

Sogno non c’è più vero di te, cielo d’argento dentro di me
È melodia, fantastica poesia. Ho bisogno di te, di te!

 
 
“Accidenti a voi! Giuro che vi pentirete di essere nate!” esclamò la donna prima di scomparire in un fascio di luce bianca.
Dopo di ciò calò il silenzio, rotto subito dopo da Aika: “Ma chi diamine era quella?” esclamò.
“E’ lei!” disse Kyoko, più per autoconvincersi che non per rispondere alla ragazza. Tutte si voltarono verso la principessa in rosa “E’ lei! E’ lei quella che ha rapito Lucia e le altre e voleva fare lo stesso con me” spiegò euforica “Ha detto Farete la loro stessa fine, vi farò sparire tutte. Più chiaro di così!”
“Ma quella aveva un perla con sé” notò Arashi “Anche se era nera”.
“Non esiste una principessa con la perla nera, anzi non esiste un’altra principessa. I mari sono solo sette. Deve essersi messa quella collana solo per ingannarci, forse l’ha presa da un delle predecessore” riflettè Kanzaki.
“No, non credo. Forse è…” Mikoto si interruppe per riflettere ma scosse la testa subito dopo “No, è impossibile…”
“Cosa?” domandò Anne ma non ricevette risposta poiché un fascio di luce proveniente dal mare le distrasse. Una figura si materializzò davanti a loro: una splendida donna avvolta in un lungo vestito bianco con le spalline doppie e lo scollo profondo, dei lunghi capelli biondi da cui spuntava una corona di preziose e un lungo scettro tra le mani.
La Regina Aqua si era presentata alle principesse.
 
***
Un fascio di luce illuminò per un attimo l’oscurità tetra della stanza, una figura apparve nel buio, alta e snella per poi cadere in ginocchio sul pavimento: si osservò le mani che svanirono per un attimo per poi riapparire subito dopo. La donna emise un verso di disprezzo e si alzò barcollante raggiungendo la porta della stanza, non prima di aver gettato un occhio al corpo steso sul letto che riposava beatamente con le mani congiunte sul ventre scoperto, i morbidi capelli ordinatamente riposti sul materasso, la lunga coda che sfiorava appena il bordo e gli occhi dalle lunghe ciglia chiusi.
Non avrebbe ancora potuto riprendere completamente il possesso del proprio corpo, era troppo debole per uscire da lì in carne ed ossa.
Uscì faticosamente dalla porta e si avviò con passo pesante giù dalle scale e verso il corridoio, faceva fatica persino ad uscire dalla stanza della torre figurarsi su in superficie. Per quello aveva fatto uno sforzo enorme.
Raggiunse la sala del trono dove la grande sedia in legno placcata d’oro era in mostra e, davanti ad essa, sette teche di vetro piene d’acqua dove sette figure di sirene dormivano beate di un sonno profondo, lo stesso sonno a cui loro stesse l’avevano condannata.
Ed ora stavano provando la stessa cosa che aveva provato lei in quei lunghissimi anni di prigionia, confinata nel proprio regno senza la possibilità di uscire se non in forma di spirito. Poggiò una mano sul vetro di una dove incontrò gli occhi chiusi della giovane ragazza dai lunghi capelli indaco: “Pagherete, tutte voi per ciò che mi avete fatto” sussurrò “La stirpe delle Principesse Sirene sparirà, dinastia dopo dinastia finché non vi faranno più rinascere. Avrò la mia vendetta, una volta per tutte!” dopo quella frase una tremenda fitta alla testa la colse, s’inginocchiò e di nuovo le sue mani sparirono per poi riapparire.
Basta. Aveva fatto troppo quel giorno, doveva andare a riposare se voleva recuperare le forze. Lasciò la grande sala e fece il percorso a ritroso fino alla stanza nella torre dove si stese nel letto a baldacchino e svanì nel corpo della sirena che riposava beata.
Il corpo che un tempo era suo ma che ora non poteva più usare.
Il corpo che un giorno avrebbe causato la distruzione dei Sette Mari.
 
 
 
Angolo Autrice:
La canzone che cantano Kyoko, Mikoto e Anne è “Legend of Mermaid” che cantano tutte le principesse sirene nell’ultimo scontro contro Gaito nella versione originale giapponese e sostituita in Italia da “Dolce Melodia”; mentre quella che cantano Kyoko, Mikoto, Anne, Aika, Yume, Kanzaki e Arashi è “Fantastica Poesia”.
Nelle strofe, ogni colore corrisponde alla sirena che la canta (rosa=Kyoko, blu=Mikoto, verde=Anne, indaco=Arashi ecc.) mentre le strofe rosse sono quelle che cantano insieme.
 
*Sakura: in giapponese vuol dire “petalo di ciliegio”, in questo caso è rivolto al colore rosa del fiore simile al colore della collana di Kyoko
  
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