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Autore: SaraEManuel95    22/03/2015    3 recensioni
Katherine ha ventisette anni, è la proprietaria di un pub molto conosciuto a Log Angeles, è una donna piena di impegni e dopo l’ennesima relazione finita male decide di lasciar stare l’amore, anche se così piena di impegni è molto legata alla famiglia, ed è proprio al terzo matrimonio del nonna che incontra David. David ha trent’anni ed è un poliziotto, dopo varie delusioni amorose è diventato uno di quegli uomini dai quali è meglio stare alla larga, ma qualcosa cambia quando al matrimonio della nonna incontra Katherine. Ma non è tutto come sembra, la loro non sarà da cuori e fiori, e l'amore a volte si presenta come l'ultima cosa alla quale avessi mai creduto.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 9

Stavo finendo di mangiare la mia pizza quando sentii Tyson piangere e abbaiare facendo svegliare i piccoli e nello stesso tempo qualcuno suonò al citofono, presi le fasce porta bebè e le indossai, poi corsi al videocitofono e non appena alzai la cornetta ed il video si accese il respiro mi si bloccò in gola mentre il cuore mi batteva all’impazzata, era David
“ chi è? “ chiesi io portandomi la cornetta all’orecchio
“ ehm, Katherine sono David, posso, anzi puoi uscire? “
“ non posso uscire David “
“ ah certo, si hai ragione, allora vado a portare il cane a casa e torno, oppure domani..”

non lo feci finire di parlare che aprii il cancello “ vieni forza “ aprii la porta lasciando che Tyson uscisse nel vialetto e mi andai a sedere sul divano cercando invano di calmare i bambini ed ero così presa da loro che neanche mi accorsi della porta che si chiudeva finché non vidi una macchina bianca e nera e una bianca e rossiccia che sfrecciavano verso il giardino passando per la camera da pranzo dov’ero seduta io, a quel punto mi voltai verso la porta dove David era poggiato, fermo, che mi guardava stupito
“ puoi avvicinarti se vuoi “

Lui non mi rispose e con molta lentezza si avvicinò, io mi alzai e misi Hope, che si era addormentata nella carrozzina mentre continuavo a coccolare Aaron che invece era molto agitato, David si sedette di fronte a me e passava lo sguardo sul piccolo, poi su di me e infine su Hope, per un migliaio di volte prima che si decidesse a parlare
“ senti Katherine io, davvero non so’ cosa dire, insomma mi sono comportato da vero stronzo e questo lo sappiamo entrambi, ti ho trattato come quella che non sei, non ti ho creduto e... “
“ si David, ho recepito il messaggio “
“ ho avuto un’infanzia difficile “
“ niente stanza delle torture ti prego “
sussurrai io pensando di non farmi sentire, ma senza successo
“ cosa scusa? “
“ oh no niente, pensavo ad alta voce “
“ non mi chiamo Christian Grey se è questo che ti preoccupa e non provo piacere nel picchiare le donne, non sono un sadico “
“ c’è una bellissima storia d’amore sotto e poi non era proprio sadico “
“ potremmo commentare i libri un’altra volta? Mi fai finire di parlare? “
“ oh si, scusami “
feci qualche colpo di tosse “continua pure “
“ come dicevo, i miei genitori sono morti quando ero molto piccolo, ed io sono passato da una casa famiglia all’altra, finché non ho incontrato la figlia di Anna, ma ormai avevo sedici anni e la figura paterna non l’avevo mai avuta, e credo che sia per questo che ho reagito così, ho avuto paura, ed era più facile per pensare che tu fossi stata con altri che diventare padre, e ti ripeto so’ di aver sbagliato, e non posso tornare indietro e mi sento ancora più stronzo perché infondo sapevo che quei bambini sono i miei, ogni volta che ti vedevo sentivo come una stretta al petto, tu eri così forte e fiera che io in confronto ero e sono una nullità, non sono pronto per fare il padre e forse non lo sarò mai “
“ pensi che io sono pronta a fare la mamma? Ho avuto otto mesi di tempo per farci l’abitudine ed è vero, ma non credere che io mi senta pronta anzi non lo sono, però ci provo, per loro e per me “
“ è a questo che volevo arrivare, se tu me lo permetti voglio provarci insieme a te, voglio che questi bambini abbiano un padre, il loro, non voglio che crescano come me, senza nessuna figura paterna o punto di riferimento. Posso essere loro padre? “
“ tu sei il loro padre David, e di certo non sarò io quella che impedirà hai miei figli di averne uno “
“ sono i nostri figli Katherine “
“ ma, se permetti,  voglio chiarire una cosa prima “
lui mi fece segno di parlare “ io ti ho inviato quei risultati perché speravo che ti saresti preso le tue responsabilità di padre, e non perché mi servono i tuoi soldi o cose così, non voglio neanche un dollaro da te “
“ questo non posso permettertelo, i figli sono tuoi come i miei, se stanno male o hanno bisogno di qualcosa io ho il dovere e il piacere di contribuire, sono il loro papà “

“ va bene, ma si parla di spese future, tutto quello che ho comprato fino ad esso resta così com’è chiaro? “
“ se è quello che vuoi mi va bene, ma da questo momento in poi le cose cambieranno, lo sai vero? “
io annuii, restammo per un po’ in silenzio ed Aaron si addormentò, così mi alzai e David mi seguì
“ posso? “ mi chiese allungando le braccia verso il bambino ed io lo lasciai fare, lo prese in braccio e lo cullò per un po’, poi fece per metterlo accanto alla sorella ma io lo fermai
“ portiamoli di sopra “ sussurrai prendendo Hope e facendo strada verso la mia camera, dove li misi nei lettini e li coprii David era lì davanti a loro che li guardava con una strana faccia, non riuscivo a capire cosa provasse, così dissi la prima cosa che mi passò per la testa e che sembrava la più sensata “ vi lascio un attimo da soli ok? “ lui non si girò e neanche rispose, rimase fermo immobile, così scesi e andai in giardino dove i cani stavano giocando con le radici dell’erba ridendo della scena gli riempii la ciotola d’acqua e tornai a sedermi sul divano, lasciando che David facesse conoscenza con i gemelli, finalmente tutto era tornato al suo posto, una domanda mi invase la testa: cosa eravamo io e David ora? Amici ? sicuramente, ma lui era anche il padre dei miei figli e sicuramente avremmo passato tanto tempo insieme, e perché diavolo questa cosa mi trasmetteva una felicità infinita? Scossi la testa cercando di scacciare quei pensieri e mi alzai dal divano, approfittai della presenza di David per finire la pizza e ripulire il tavolo e la cucina, ormai era passata una buona mezz’ora così decisi di salire per vedere come se la cavava il ragazzo, e quando aprii la porta vidi la scena più bella alla quale avessi mai assistito, David si era addormentato sul mio letto nel quale stranamente entrava visto la sua altezza, teneva entrambi i bambini, anche loro addormentati, stretti sopra al petto ampio, non so’ perché ma a vedere quella scena mi emozionai andai verso il letto, dove mi sdraiai per osservare da più vicino quella meraviglia e senza volerlo mi addormentai anch’io.
 
  
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