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Autore: princess_sweet_94    22/03/2015    2 recensioni
Un regno perduto, una principessa scomparsa, una perla cambiata dal tempo e dalle emozioni… una nuova vita.
La nostra storia comincia diciotto anni dopo gli eventi che conosciamo: dopo che le principesse sirene Lucia, Hanon, Rina, Seira, Noelle, Coco e Karen sono state catturate e sigillate negli abissi dell’oceano, nuove principesse sono nate con l’unico scopo di prendere il loro posto… ma cosa succede quando una di loro scopre la verità e si mette alla ricerca delle loro predecessore coinvolgendo anche le altre, calpestando ogni regola?
Avventure, scoperte, emozioni e tanta ma tanta musica vi aspetta in questa storia!
{Ringrazio la mia Beta, nonché migliore amica, bambolinarossa98 per avermi aiutato sia con i personaggi sia a migliorare ed aggiustare la storia.}
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nella stanza c’era un gran silenzio, nessuno osava fiatare attendendo che la donna seduta compostamente a capotavola parlasse.
La diretta interessata guardò seria i presenti con i suoi occhi azzurro ghiaccio e… oh, ma non ho detto chi è, che sbadata!
Nel capitolo precedente alle principesse è apparsa la Regina Aqua, sovrana di tutti e sette i mari, bene: l’essere umano seduta compostamente a capotavola, avvolta nel vestito col corpetto stretto e le maniche a sbuffo con una gonna lunga e bianca, i morbidi capelli biondi che le ricadevano sulla schiena e gli splendidi occhi color cielo è proprio lei!
“Bene, forse è arrivato il momento che sappiate” sospirò “E’ una vicenda che risale a secoli or sono, molto prima della mia nascita. Una storia che, in qualità di Regina dei Mari, sono tenuta a sapere e ora che lei vi si è presentata personalmente, siete tenute a sapere anche voi”.
L’attenzione di tutti si focalizzò completamente su di lei, calma e tranquilla nonostante l’aria tesa che le aleggiava intorno.
“Mi riferisco alla Leggenda di Atlantide, il Regno Perduto” esalò, facendo trattenere il fiato a Mikoto che la guardò scioccata.
“S… si riferisce alla Leggenda della Principessa Oscura?” domandò. Aqua spostò lo sguardo su di lei.
“La conosci?” chiese.
“Si. Me la raccontò la mia Dama quando ero bambina” informò.
“Allora, sii gentile, raccontala a tutti”.
Mikoto prese un respiro profondo e iniziò a parlare:
“Si favoleggia che al trono di quella che gli umani definiscono una città ci fosse una principessa sirena dalla straordinaria bellezza che custodiva la Perla Bianca; quella perla aveva un potere immenso, anche più grande di quello di tutte le perle messe insieme: un potere capace di creare maremoti e tempeste con la propria luce, di portare la pace e la serenità e addirittura di portare invita i defunti… ma poteva essere usata anche per scopi malvagi, come distruggere il mondo marino e quello terrestre” a quelle parole tutta la sala trattenne il fiato all’unisono, il più silenziosamente possibile lasciando che la ragazza continuasse il proprio racconto “Questa principessa veniva protetta con ogni mezzo, ovviamente: non veniva mai mostrata a nessuno, non usciva mai dal castello, non poteva ricevere visite se non dalla propria Dama... però ella sopportava quell’immensa solitudine perché sapeva che era per il bene dell’intero mondo, così tutto filò liscio finché, il giorno del suo ventesimo compleanno, ella non uscì per la prima volta dalla torre ma appena fuori dalle mura delle forze oscure e malvagie si fecero avanti: essi aspettavano da anni che la principessa si mostrasse per poterla catturare e rubarle la perla.
La principessa provò a fuggire, ma venne presto messa con le spalle al muro e fu allora che accadde: le sette principesse che allora custodivano le perle che abbiamo noi in nostro possesso, si fecero avanti per difendere la loro futura sovrana.
Infatti, tutte le principesse che possedevano la Perla Bianca erano destinate a salire al trono proprio per l’immenso potere che esse avevano, e quel giorno era proprio quello dell’incoronazione della nuova regina ecco perché le sette principesse erano ad Atlantide. Ma nonostante i loro sforzi non riuscirono a sconfiggere il nemico tanto era potente; la principessa dalla Perla Bianca non era in grado di usare il suo potere appieno per scacciarlo così le Sette presero una drastica decisione: sigillare la principessa dalla Perla Bianca e tutto il regno di Atlantide nelle profondità marine” Mikoto fece una pausa mentre gli occhi di tutte erano incatenati alla sua figura, chi con paura e chi con curiosità, poi continuò “Con il potere delle loro voci sovrastarono la principessa, incapace di usare la luce della propria perla per respingerle, la rinchiusero nella torre del palazzo e fecero sprofondare per sempre Atlantide e i suoi abitanti nel Regno degli Abissi, proteggendo così il mondo e scacciando una volta per tutte l’entità malvagia che la minacciava.
Nonostante tutto però, l’allora Regina decise di tenere sigillata la giovane principessa insieme alla Perla per evitare altri disagi e raccomandò silenzio assoluto alle Sette principesse e agli abitanti delle acque che sapevano la storia, così da non mettere più in pericolo nessuno…” la ragazza si interruppe di nuovo, indecisa se finire oppure no.
“Ma la principessa dalla Perla Bianca rimase cosciente anche se incapace di muoversi e di liberarsi. Col trascorrere dei secoli in lei crebbe la rabbia e l’angoscia, sentimenti che sovrastarono il suo cuore facendolo diventare malvagio: i suoi capelli assunsero la tonalità dell’ebano, i suoi occhi divennero pece, la sua coda si unì alle tenebre e la sua Perla, che vantava il colore più magnifico di tutte, divenne nera come l’oscurità che l’avvolse per più di mille anni” terminò Aqua in tono sommesso.
Seguirono secondi di silenzio in cui tutti osservarono la loro regina senza parlare, solo Aika, dopo un po’, trovò il coraggio di proferire parola: “Quindi quella che abbiamo visto era la leggendaria principessa?”
“Temo proprio di si” mormorò Aqua.
“Ma se lei è stata rinchiusa, com’è possibile che fosse lì davanti a noi?” domandò Yume.
“Questo non lo so ma ho avvertito qualcosa di strano nella sua forma. Sembrava più che altro uno spirito” disse Aqua.
“Allora è probabile che sia scesa sulla terra sotto forma di spirito mentre il suo corpo è rinchiuso ancora nella torre” rifletté Kanzaki.
“Potrebbe essere un ipotesi” concordò Nikora.
“Ciò non toglie” esordì la giovane donna con tono serio “Che qualcuna di voi ha violato una delle regole fondamentali del Regno dei Mari: ovvero che nessuna principessa sirena può accedere alla Stanza dei Diari”
A quelle parole Kyoko si irrigidì assumendo un color rosso vergogna ed iniziò a borbottare qualche scusa.
“Il tuo comportamento non solo ha infranto una regola ma ha messo a repentaglio la vita di tutte le principesse. Venendo sulla terra vi siete mostrate permettendo che lei vi trovasse, ora farà di tutto per catturarvi. Il suo unico scopo è questo: vendicarsi delle principesse che l’hanno imprigionata. Se tornaste nei vostri Regni potrebbe attaccare quelli mettendo a serio rischio la vita dei loro abitanti, oramai ha imparato a padroneggiare il potere della Perla e potrebbe distruggerli uno ad uno però… visto che si è presentata a voi come spirito deduco che non abbia abbastanza forze per rompere il sigillo, quindi anche il suo potere è molto limitato”.
“Ma allora… cosa facciamo?” domandò Arashi.
“Quello per cui la Custode della Perla Rosa vi ha chiamate: fermarla e liberare le principesse” rispose la donna con noncuranza “E’ per questo che vi ho dato il potere di trasformarvi in idol” aggiunse rivolta ad Anne, Mikoto e Kyoko “Con quella trasformazione la vostra voce sarà più forte e in grado di sconfiggere qualunque nemico vi si presenti. Sono sicura che voi potete farcela” terminò con un sorriso “Oramai ne va della sicurezza degli Oceani”.
“Se… se è quello che lei ritiene giusto, allora lo faremo” disse Anne “In fondo il nostro compito è proprio quello di difendere il Mare”.
“Sono d’accordo” l’appoggiò Mikoto ottenendo il consenso di tutte.
“Ma guardatevi: prima fate tutte le ritrose e poi accettate solo perché l’ha detto la Regina” disse Nikora facendole arrossire tutte mentre la Sovrana sorrideva.
“Tranquille, l’importante è che vi impegnate al massimo”.
“Certo, lo faremo!”
“Oh, e per agevolarvi vi manderò anche un aiuto” aggiunse.
“Un aiuto?” domandò Hippo.
“Oh, si… una vostra vecchia conoscenza”
 
 
***
 
“Ahm, ok impegnarci al massimo… ma perché dovremmo andare anche a scuola?” domandò Anne.
Era la mattina dopo l’accaduto dei fatti: erano tutte infilate in una divisa rosa e rossa con tanto di cartella: “Che poi io la scuola la dovrei già averla finita!”
“Errato, tu la finisci quest’anno. E’ Mikoto che, regolarmente, l’ha già finita. Voi tutte andrete a scuola regolarmente, studierete, lavorerete all’hotel…” snocciolò Nikora.
“Ma perché?” domandò Yume che cercava di legarsi i capelli avvolta nella divisa troppo stretta: erano quelle della loro predecessore che, al tempo in cui vivevano lì, avevano solo quattordici anni.
“Perché dovrete sembrare delle ragazze normali! Nessuno deve sospettare nulla” esclamò Hippo.
“Almeno potreste rendere queste divise della nostra taglia?” piagnucolò Kyoko “Non ci respiro!”
“Queste ragazze erano abbondanti di petto ma di fianchi nemmeno un po’!” notò Kanzaki cercando di allargare la camicia per non soffocare.
“A me è andata bene. Sono della mia taglia!” esclamò Aika sollevata.
“Ci penseremo quando tornerete, ora andate o farete tardi. Kaito vi condurrà alla sede” spiegò la donna buttandole praticamente fuori dove, ad aspettarle, c’era un bel ragazzo con i capelli arancioni sui diciassette anni “Divertitevi!” e chiuse la porta.
Il ragazzo le squadrò una ad una per poi sospirare: “Quindi voi siete le nuove Principesse Sirene, eh?”
Scese un gran silenzio nella stradicciola davanti all’hotel, rotto solo dal lieve cinguettio degli uccelli e dal venticello leggero che passava sull’asfalto.
“E tu come diavolo fai a saperlo!?” urlarono all’unisono facendo rizzare la pelle al ragazzo per lo spavento.
“I… io sono un Principe del mare!” si spiegò frettolosamente per evitare altre escandescenze da parte delle sue nuove ‘amiche’ e compagne di scuola “Mi chiamo Kaito Domoto, aiutavo le Principesse prima di voi”.
“Aah, ora si spiega!” esclamò Yume.
“E, dì un po’, sei già fidanzato?” domandò Kanzaki avvicinandosi a lui con sguardo malizioso. Lui la guardò male.
“Si, con Lucia Nanami” rispose stizzito “A proposito, chi di voi è la sua successora?” domandò.
“Io” si fece avanti Kyoko “Mi chiamo Kyoko Nanami, molto piacere” sorrise.
“Il piacere è mio… anche se sei molto diversa da lei” notò.
“Beh, non nasciamo tutte uguali” rise.
“Ma… un momento!” interruppe Kanzaki “Se tu aiutavi le principesse prima di noi, anzi eri fidanzato con una di loro... cioè, quanti anni avevi?”
“Già è vero. Sembri avere a malapena la vostra età eppure tutto ciò è successo diciott’anni fa” fece notare Arashi.
“Non è che ci stai nascondendo qualcosa?” chiese Yume, sospettosa.
“Ah, beh… è una storia lunga” sorrise il ragazzo “Poi ve la spiegherò, ora dobbiamo affrettarci o faremo tardi” e detto ciò si avviò di corsa.
La scuola era un grande edificio color panna posto in un grande cortile gremito di ragazzi dai sedici ai diciott’anni, tutti allegri e solari.
“Bene, Anne e Kyoko saranno in classe con me” disse Kaito adocchiando la rosa e cercando di capire chi fosse Anne.
“Sono io” si fece avanti la ragazza coi ricci.
“Bene, frequenterete il terzo anno nella sezione E. Invece: Kanzaki, Arashi e Yuma…”
“Yume!” lo corresse la bionda “Mi chiamo Yume!”
“Ah, scusa! Comunque frequenterete il secondo anno nella sezione C” le tre annuirono “Mentre Aika, frequenterà il primo anno nella sezione A” concluse.
“Ah, mi tocca stare sola” sospirò lei.
“Non ti abbattere, vedrai che andrà tutto bene” cercò di consolarla Arashi.
“Ahm, aspettate prima di andare” intervenne il ragazzo “Ecco, prendete questi” consegnò ad ognuna un cellullare “Erano delle ragazze: il numero mio, di Nikora, dell’hotel e degli altri cellulari è già in memoria. Se avete bisogno basta chiamare” disse.
“Oh, si li conosco questi aggeggi. Servono per comunicare a distanza” informò Anne osservando il suo: semplice, verde chiaro con lo schermo incorniciato da porporina e i tasti alternati tra loro nelle due tonalità del verde chiaro e scuro.
“Chi è Noel?” domandò Kanzaki scorrendo la rubrica e notando il numero aggiunto tra i preferiti, il suo cellulare era un palmare touch screen, lilla con dei motivi a forma di lunghe alghe in porporina viola sul retro.
“E’ il numero del cellulare che ha… Arashi, giusto?” domandò Kaito alla azzurrina che annuì “Il tuo apparteneva a Karen, la custode della Perla Viola, e Noel era sua sorella, la custode della Perla Indaco” spiegò “Ma forse è meglio che mettiate i vostri di nomi, altrimenti rischiate di confondervi” consigliò.
“Forse è meglio se ci dici tu di chi sia uno e di chi sia l’altro perché io so solo i nomi” disse Kyoko, armeggiando col suo Black Berry rosa dai piccoli tasti fuxia.
“Già, anche perché qui ci sono una marea di numeri!” fece notare Arashi con in mano il palmare identico a quello della sorella solo indaco e blu.
“Si, beh… erano molto socievoli” rise Kaito.
“Il mio è un catorcio” notò Aika alzando il mini cellulare apribile arancione e giallo per il pendolino a forma di polpo.
“Ma come faceva a vedere con questi così?” chiese Yume avvicinandosi agli occhi lo schermo del Samsung giallo, dotato di touch screen.
“Presto ci farete l’abitudine” le rassicurò Kaito ed iniziò a spiegare quali fossero i numeri da usare, quali quelli da sostituire per riconoscersi e quali quelli da non toccare mai.
“Chi è ‘Masahiro’?” domandò Anne, facendo voltare il ragazzo.
“Oh, no! Lascialo stare!” si affrettò a dire “E’ una questione di Rina” spiegò “Non chiamarlo mai”.
“Ok” disse lei perplessa per l’improvvisa reazione del ragazzo. In quell’istante suonò la campanella che segnava l’inizio delle lezioni così si affrettarono ad entrare.
Si divisero nel corridoio ed ognuno raggiunse la propria classe; poco dopo arrivarono anche i professori.
“Buongiorno ragazzi!” salutò sorridente la donna avvolta nel tailleur rosso, colei che doveva essere la loro insegnante di inglese “Oggi qui con noi abbiamo due nuove studentesse, prego venite pure” invitò le due ad alzarsi che la raggiunsero alla cattedra “Loro sono Anne Toin e Kyoko Nanami” presentò le due che si inchinarono “Ed un nuovo compagno” continuò. Kaito si alzò e le raggiunse “Lui e Kaito Domoto. Spero farete presto amicizia”.
Dopo le presentazioni tornarono tutti ai propri posti, Anne e Kaito si erano messi vicini mentre Kyoko era dietro di loro accanto ad una ragazza molto carina coi corti capelli castani che la salutò con un sorriso.
Le altre, poche classi più in là, non erano state così fortunate: dopo la presentazione il loro professore, un severo insegnante di matematica, le aveva predisposte secondo le proprie scelte: Yume era finita accanto ad una ragazza dai corti capelli verde menta che pareva essere molto scortese, Kanzaki accanto ad un ragazzo coi capelli castano-rosso che si considerava il ‘figo’ della scuola e, neanche a cinque minuti dal suo arrivo, gli aveva già chiesto di uscire dodici volte mentre Arashi si sedette accanto ad un ragazzo coi corti capelli blu e gli occhi color cielo che le sorrise presentandosi.
Nella classe di Aika, invece, la ragazza era stata ancora più sfortunata! Era stata messa vicino ad ochetta snob, davanti a degli idioti che parevano trovare divertimento nell’infastidirla e dietro a due tizie (probabilmente amiche dell’oca che aveva per vicina) che non facevano altro che girarsi e ridacchiare… o ridacchiare anche senza girarsi.
Le cose sembravano andare male un po’ per tutti tranne per il gruppetto Kyoko-Anne-Kaito, che avevano già stretto amicizia con alcuni compagni; la prima con cui Kyoko socializzò fu proprio la sua compagna di banco che le si presentò in modo cordiale: “Molto piacere, io sono Mikaru Amagi!”
  
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