Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: SaraEManuel95    23/03/2015    1 recensioni
Katherine ha ventisette anni, è la proprietaria di un pub molto conosciuto a Log Angeles, è una donna piena di impegni e dopo l’ennesima relazione finita male decide di lasciar stare l’amore, anche se così piena di impegni è molto legata alla famiglia, ed è proprio al terzo matrimonio del nonna che incontra David. David ha trent’anni ed è un poliziotto, dopo varie delusioni amorose è diventato uno di quegli uomini dai quali è meglio stare alla larga, ma qualcosa cambia quando al matrimonio della nonna incontra Katherine. Ma non è tutto come sembra, la loro non sarà da cuori e fiori, e l'amore a volte si presenta come l'ultima cosa alla quale avessi mai creduto.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 11

Verso le sette Giada e Angelina andarono via, così cominciai a cucinare ma mi era quasi impossibile visto che Tyson e Akira gironzolavano per la cucina cercando da mangiare, così presi il telefono e chiamai David, che rispose dopo molti squilli
“ p-pronto? “ oh Dio, stava ansimando?
“ David, sono Katherine ti ho disturbato? “
“ oh no, dimmi pure “
sentii un lamento dall’altra parte del telefono, ma poi capii che quella ragazza stava facendo tutto tranne che lamentarsi
“ Akira, la faccio mangiare io? “
“ oh cazzo, Akira “
alle sue parole seguì un botto e delle lamentele, sta volta ero sicura fossero quelle “ arrivo subito “ attaccai il telefono senza rispondere, e preparai da mangiare ai due cani così che poi potessi pensare anche a me. Dire che ero incazzata era poco, quel “arrivo subito“ aveva superato l’ora e mezza, quando finalmente suonarono aveva appena finito di lavare i piatti, andai ad aprire, e dopo due minuti entrò David in tutta la sua bellezza, con due pizze in mano
“ Hola “ disse sorridente, non appena mise piede in cucina, in tutta risposta ricevette un’occhiataccia “ ho portato la cena “ continuò sempre sorridendo
“ sono le dieci meno un quarto, secondo te non ho già mangiato? “ dissi mentre con la pezza strofinavo la penisola in marmo della cucina
“ tutto bene? “
“ certo, ti chiedo solo una cosa, la prossima volta non mi rispondere al telefono se stai scopando “
buttai il panno nel lavandino e me ne andai nell’altra stanza a prendere i bambini per poi cambiarli e metterli a letto
“ ti sei incazzata per questo? Non sono fatti tuoi con chi vado a letto Kath “
“ eh infatti non ho detto questo, ho detto solo di evitare di rispondere al telefono è stata una cosa viscida, e poi devi spiegarmi che gusto ci trovi nel passare da un letto all’altro, e poi se fai con tutte come hai fatto con me dovresti stare attento, sai girano tante di quelle malattie, e poi non vorrai altri figli vero? “
“ non mi sembra che ti sei lamentata nove mesi fa’ o sbaglio?! “
“ davvero maturo da parte tua, sul serio, comincia a fare l’uomo, ti prego e smettila di fare il puttaniere “
“ ora non cominciare, ti ho già detto che non sono fatti tuoi “
aveva urlato, mi voltai sorpresa dalla sua reazione, nel frattempo eravamo arrivati nella camera dei bambini, scossi la testa e mentre cominciavo a preparare Hope gli risposi
“ hai ragione, non sono fatti miei, ma ci sono i bambini di mezzo e non voglio che crescano con padre così, a questo punto sarebbe meglio che non l’avessero “ non ero riuscita a chiudere il canale che collegava il cervello alla bocca, pentita mi coprii quest’ultima con le mani, mi voltai verso David che aveva gli occhi lucidi, “ mi dispiace io non intendevo... ”

“ no va bene, sul serio, ma voglio chiarire una cosa, se sei arrabbiata perché sto con qualcuno non usare la scusa dei bambini, perché è meschino “

poi sbattendo la porta uscii dalla stanza, scrollai la testa, e se avesse ragione? Presi Hope in braccio e la strinsi a me, no, non potevo aver fatto una cosa del genere. Dopo aver messo a dormire i gemelli misi il pigiama e scesi al piano di sotto per chiudere le finestre e azionare l’allarme, prima passai per la cucina dove, sul tavolo c’erano ancora le pizze, sbruffando presi i due cartoni e mi avvicinai al secchio
“ io vorrei mangiare la mia se non ti dispiace, e magari anche la tua visto che le ho pagate “ sobbalzai sentendo la voce di David “ ti ho spaventato? “ mi chiese mordendosi il labbro inferiore per non ridere
“ in realtà si, pensavo te ne fossi andato “ gli risposi cercando di non svenire, quella bocca mi aveva baciato per ore quella notte, e quanto volevo che lo facesse di nuovo, Katherine non ricominciare
“ non mi toglierai di mezzo così facilmente, tesoro “
David si sedette su uno sgabello mentre io, dopo aver poggiato la pizza sul tavolo, prendevo la coca-cola dal frigo con due bicchieri e le forbici per tagliare la pizza, quando posai quest’ultime sul tavolo lui mi guardò alzando un sopracciglio
“ che ci devo fare con quello? “ mi chiese poi
“ tagliare la pizza? “ risposi come se fosse la cosa più logica al mondo, lui scosse la testa ridendo, poi prese la pizza e la piegò in due per poi morderla, lo guardai e sbottai a ridere, aveva il viso pieno di pomodoro “ ma come mangi? “ gli chiesi con le lacrime agli occhi
“ che ti ridi? “ mi chiese continuando a mangiare io mi alzai e andai a prendere un tovagliolo, poi mi avvicinai a lui e gli girai il viso dalla mia parte, era così alto che anche se stava seduto la sua testa superava di qualche centimetro la mia, gli pulii il pomodoro dalle guance per poi passare alla bocca, il mio cuore cominciò a battermi velocemente quando mi accorsi che lui mi stava fissando dritto negli occhi,


ci fissammo per un tempo che mi sembrò infinito, mi piaceva, e anche tanto, i suoi occhi erano ancora fissati nei miei e la sua bocca era leggermente aperta quando mi staccai, mal volentieri, per buttare il fazzoletto
“ comunque mi dispiace per prima David, e non devi preoccuparti di me, non sono gelosa è solo che mi sono imbarazzata per la telefonata e ho dato di matto “
“ mi volevo scusare anch’io, so’ di non essermi comportato bene “
“ David Lewis che si scusa? “
“ non dirlo in giro però, tanto non ti crederebbe nessuno “

Gli feci compagnia mentre mangiava, quel ragazzo era una ruspa, aveva finito due pizze in tempo da record, parlammo per un altro po’ prima che lui se ne andasse
“ forse è meglio che vada “ disse alzandosi e infilandosi la giacca “ domani dovrei lavorare fino al tardo pomeriggio, ti porto la cena? Così passo dai bambini? “
“ non ti disturbare, cucino io “
lui mi sorrise e dopo aver richiamato i cani, chiusi tutte le finestre e poi lo accompagnai alla porta ma prima di andarsene mi disse una cosa sulla quale rimuginai tutta la notte:
“ metti l’allarme che di questi tempi se ne sentono molte, e non voglio che vi accada niente, a nessuno dei tre, non so’ se lo sopporterei “.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: SaraEManuel95