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Autore: Niglia    24/03/2015    2 recensioni
«Guardala, Ade, gli aveva sussurrato, indicando la fanciulla che sedeva poco distante dalla madre alla mensa degli dei. Volgi pure il tuo sguardo verso di lei. Il suo nome è Persefone. Non è forse una sfida adatta al potente sovrano dell’Oltretomba? Non senti il profumo della vita su di lei? Non vedi come la sua pelle risplende di calore e gioventù? Eppure non conosce nulla della vita, la poverina. Sua madre la tiene ben stretta alle sue gonne e le impedisce di prendere il volo… Scommetto che vorresti essere tu le sue ali.»
Il mito di Ade e Persefone – raccontato a piccoli pezzi.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Altri, Persefone
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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[Ade]






Demetra stava decimando migliaia e migliaia di umani – nemmeno la guerra faceva approdare sulle sponde del lago Averno tutte le anime che invece vi conduceva la carestia. Donne, bambini, vecchi, giovani, non vi era alcuna differenza – la furia di una madre ferita e privata della sua unica figlia non conosceva limiti, e il mondo stava morendo.
Quando Hermes ritornò nell’Oltretomba con l’ordine secco e implacabile di Zeus di liberare la giovane, trovò che il dio non aveva alcuna intenzione di ribellarsi all’ennesimo ordine del padre degli dei. La situazione nel regno dei morti era ormai al di fuori del suo controllo e il sovrano degli Inferi, semplicemente, aveva le mani legate.
Ade, per il momento, dovette capitolare.
Aveva lasciato Hermes nella sala del trono, intimandogli di attendere in silenzio e badando di non parlare con nessuna creatura, e si era diretto negli appartamenti silenziosi di Persefone, il cui accesso gli era solitamente negato.
Tra le mani, un piatto d’argento con dodici chicchi di melograno, grossi e succosi, rossi come la porpora che tinge le vesti degli imperatori e le armature dei soldati uccisi in battaglia. Odiava quanto stava per fare – ciò che lo avevano costretto a fare – ma non c’era altro modo per assicurarsi che la dea tornasse da lui. Se fosse riuscito a farla affezionare a sé, allora, forse, non ci sarebbe stato bisogno di ricorrere a un simile e miserabile stratagemma… Ma così non era stato. Aveva bisogno di più tempo, e avrebbe fatto in modo di ottenerlo.
Era entrato nella sua stanza senza bussare, e aveva rivisto nella fanciulla quegli occhi spaventati. Questo lo ferì, ma gli tolse anche ogni dubbio e remora per ciò che venne dopo.
Tornerai da tua madre, aveva esordito, con quel tono greve e severo che lo caratterizzava. Aveva visto il terrore di Persefone tramutarsi in sorpresa e poi incredulità, prima che i suoi occhi iniziassero loro malgrado a luccicare di gioia una volta compreso che il dio non si stava prendendo gioco di lei.
Il proprio sguardo si indurì a quell’innocente sollievo, e le porse il piatto.
Devi essere in forze per tornare in superficie. Un tono secco, piatto. Ecco, questi chicchi di melograno ti aiuteranno a non soffrire durante il viaggio. Più ne mangerai, meno difficoltosa sarà l’ascesa.
La fanciulla esitò. Poi, le sue dita si allungarono su quei grani invitanti.
Il dio non staccò gli occhi dalle labbra della giovane, contando con brama i chicchi ingurgitati.
Due. Quattro. Sei.
Ade sorrise.






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Drabble: 412 parole.
Note dell'Autrice: Questo capitolo mi piace proprio tanto. Ade e i suoi stratagemmi *_* You go, Hades!
   
 
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