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Autore: alicehorrorpanic    24/03/2015    1 recensioni
«Sei vestita da cattiva ragazza stasera» constatò osservandomi da capo a piedi, mostrando uno sguardo languido «baceresti il bad boy che hai davanti?» ghignò e rimasi con la sigaretta a mezz'aria, fissandolo.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Quando una voce ci interruppe bruscamente, io ero ancora persa nel suo bacio, nelle sue carezze e nel suo profumo.

La vista mi si era appannata e mi ci volle qualche secondo per ricordarmi dove fossi e perché.

«Non credo ai miei occhi» di fronte a noi c'era il ragazzo misterioso, il famoso Leo, con la sigaretta tra le labbra e le mani incrociate al petto.

Ci guardava ghignando, come se avesse scoperto la marmellata nel barattolo di vetro.

Vale si staccò leggermente da me e posò un braccio sulla mia spalla, poi si rivolse a lui guardandolo freddo «che vuoi?»

Lui sorrise sghembo e buttò fuori il fumo «sei lo scoop della serata, sai?» si leccò il labbro superiore e continuò, fissandomi «e non pensavo che tu ci saresti stata, bel colpo, hai vinto la scommessa»

Sentii qualcosa rompersi dentro di me e cercai di liberarmi dal braccio di Vale che si era irrigidito «non mi conosci e non sai come mi potrei comportare» presi fiato e lo guardai nei suoi occhi neri come la notte «e di quale scommessa parli?»

Lui accennò una risata e si avvicinò a noi, appoggiandosi al muro con la spalla «davvero non ci arrivi?» fece un altro tiro di sigaretta e poi la buttò a terra «il tuo amichetto ha scommesso che stasera ti avrebbe baciato» gli lanciò un'occhiata furtiva e sorrise gelido «e non solo»

Aprii la bocca per parlare ma non ne uscì niente, solo dolore e rabbia.

«Non sparare cazzate» dopo un'eternità sentii la voce di Vale, fredda, inespressiva, e mi fece malissimo.

«Credo che alla tua dolce amica stia per venire un attacco isterico» rise l'altro, osservandomi da capo a piedi con malizia, non risparmiandosi niente «che non è davvero niente male»

Storsi la bocca per ribattere ma fui preceduta qualche secondo prima «togliti quell'idea dalla testa» ringhiò.

Il moro ridacchiò «avanti, alla fine mi aspetta un premio anche a me» 

Digrignai i denti nervosa, stufa marcia di quella situazione «io non sono il premio di nessuno, sia chiaro» lui cercò di avvicinarsi e di sfiorarmi ma mi allontanai «non ci provare»

«Mi piacciono le ragazze cattive» constatò lui, per niente toccato dal mio gesto e dalle mie parole.

«Adesso basta, torniamo dentro» Vale mi si parò davanti come per difendermi e afferrandomi per le spalle mi trascinò di nuovo dentro, non prima però si scorgere un sorriso malefico sulle labbra di Leonardo.


La musica ritornò a rimbombarmi nel corpo e la rabbia si mischiava con essa, creando un mix letale.

Seduti sui divanetti c'erano ancora i nostri amici, ancora più appiccicati, che cercavano di ammazzare la noia pomiciando senza ritegno.

Tossii per farmi sentire nonostante la musica e loro si staccarono di malavoglia, lanciandomi un'occhiata interrogativa «che faccia, cosa è successo?» mi domandò la mia amica, sfiorandomi la mano che tenevo nervosamente aggrappata al mio ginocchio.

«Niente» si affrettò a rispondere Vale e io scossi la testa per confermare la sua tesi, ma dentro di me tremavo e mi sentivo presa in giro.

A lui piacevano i ragazzi, per quale motivo avrebbe dovuto fare una scommessa per baciarmi e fare altro con me?

Tutti questi interrogativi iniziavano a darmi alla testa, mi alzai di scatto e mi feci spazio per attraversare la massa e arrivare fino al bancone per ordinare qualcosa di forte.

Mi sedetti sullo sgabello e mi morsi il labbro così forte che non mi sarei stupita se si fosse messo a sanguinare «una vodka liscia» ordinai gelida al barista che mi aveva fatto l'occhiolino.

Sbuffai e buttai giù in un sorso il liquido freddo e infuocato, che mandò il mio corpo in corto circuito per qualche secondo.

«Ti dai all'alcool?» quella voce mi fece trasalire e mi riportò la rabbia davanti agli occhi.

«Evapora per favore» lo freddai, ma lui non si scostò e mi mise una mano sulla spalla, cercando di sfiorarmi con le dita la pelle nuda sotto la maglietta «sei nervosetta, ti serve un massaggio tesoro»

Mi scrollai le sue mani da dosso con stizza «non toccarmi»

Lui sorrise divertito e si avvicinò al mio orecchio «ti fai baciare da un finocchio e non ti fai toccare da me?» chiese indicandosi e con un sopracciglio alzato, come per dire che avevo qualche rotella fuori posto se non gli ero ancora saltata addosso.

Storsi la bocca e mi alzai «io faccio quello che mi pare e piace» 

Lui mi afferrò per un polso e fui costretta a voltarmi per guardarlo in faccia «ti piacerebbe baciarmi allora?» disse sfacciato e io feci una smorfia cercando di liberarmi dalla sua presa «per niente» risposi grave, e mi allontanai, volevo mantenere le distanze e ritornare me stessa.

Mentre mi facevo spazio per i divanetti sentii una presa forte per i fianchi, mi voltai di scatto e mi ritrovai il suo viso a due centimetri, le nostre bocche quasi si sfioravano.

Guardai le sue labbra e poi gli occhi, che avevano una luce strana e brillante, la musica sembrava essersi fermata insieme al mio respiro.

Deglutii e cercai di allontanarmi, la Corinna coerente lo avrebbe preso a calci, ma la Corinna su di giri e arrabbiata era molto più pericolosa e fragile.

Posai le mie mani sul suo petto per spostarlo e ottenere una distanza di sicurezza accettabile, ma tutto ciò che sentii sotto il mio palmo fu un muro potentissimo e impossibile da superare.

Sbuffai affranta e lo guardai negli occhi seccata «che vuoi ancora?»

Sorrise semplicemente e ancorò le sue mani ancora più strette «ancora, ciò che volevo prima» 

Inarcai un sopracciglio confusa e la sottile distanza che c'era tra noi fu quasi annullata da una spinta che ricevetti da qualcuno dietro di me, che si stava dimenando a ballare come un pazzo.

Imprecai sottovoce ma mi zittii di botto quando mi accorsi che i nostri corpi si toccavano, erano appiccicati come se fossero una cosa sola e questo mi spaventava.

Stavo provando emozioni contrastanti per un ragazzo che non conoscevo, che mi aveva fatto arrabbiare, che aveva probabilmente fatto una scommessa con un mio amico, che non aveva nè confermato nè smentito, e la sua aria misteriosa mi piaceva, mi elettrizzava da morire. 

Sentii una mano accarezzarmi la parrucca e poi scendere sulla guancia «non hai più scuse ora dolcezza» alzai il viso per protestare ma tutto quello che successe fu incontrare le sue labbra, morbide e calde, in un bacio passionale e quasi urgente.




+la coerenza, lo so, non esiste ahahah.
vi è piaciuto il finale di questa mini-storia pazza? volevo finirla in modo diverso ma mi sono trattenuta ahah.

++finalmente posso aggiungerla alle storie complete, cantiamo vittoria ragazze!
  
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