Per
colpa tua di nuovo!
-Scusate
ero
convinta di aver finito il bilancio di questo mese…- Cuddy
provava a
giustificare la sua impreparazione. Si sentiva di nuovo
un’adolescente;
solamente House poteva farla sentire così piccola.
-Cuddy
che
succede? Non ti è mai successa una cosa simile…-
Wilson prima di uscire dalla
sala riunioni aveva fermato il capo all’interno.
-Ieri
sera
mi sono addormentata… e non ho fatto in tempo a finire-
raccolse gli ultimi
documenti rimasti sul tavolo.
-No
non è
vero. Non ti addormenteresti mai con del lavoro da completare.
È
colpa di
House vero?-
Lisa
abbassò
la testa.
-Il
solito!
Ah ma ora mi sente!- l’oncologo fece come per andarsene.
-No
Wilson
non è necessario, è una cosa che riguarda
soltanto noi due...- mentì.
Riguardava soltanto House e il suo egoismo, ma preferiva non farlo
innervosire
ulteriormente con le prediche dell’amico. In
quell’istante pensò a quanto fosse
stata idiota a permettere a House di cambiare la sua vita in quel modo,
ma
soprattutto a quanto fosse stata sognante quando sperava che sarebbe
lui
cambiato quel poco per rendere possibile la loro relazione.
-Buongiorno
caramellina profumata!- House entrò nella stanza 1 dove
Cuddy stava visitando
una paziente. Ma lei era ancora nervosa per la brutta figura fatta in
consiglio
che lui così sereno le dava fastidio.
-Sto
lavorando, che vuoi?- nel frattempo controllò la gola
arrossata della ragazza
che guardava House con aria maliziosa.
-Due
raggi
di sole nella stessa stanza… oggi dev’essere la
mia giornata fortunata!- in
realtà non aveva notato affatto la ragazza ma si era accorto
che Lisa era
infastidita dal modo di guardare della paziente che ne
approfittò per
stuzzicarla, senza ricordare minimamente cosa avesse combinato la sera
prima.
-Sei
davvero
infantile!- uscì in fretta dalla stanza e si diresse nel suo
studio.
-Cuddy
gelosa… scopro qualcosa di te ogni giorno! Peccato che
quella potrebbe essere
mia figlia!-
-Non
è
soltanto per questo House! Ti comporti come un bambino in cerca
d’attenzione e
guai a chi te la nega!- chiamandolo in quel modo per la terza volta
senza
neanche accorgersene, innescò l’ira del diagnosta.
-Davvero
patetico!
Da quando sei tornata a lavoro ti metti a fare tutta la saputella:
questo non
si fa, questo è sbagliato, non ho tempo per quello, sei un
bambino…- le fece il
verso -ti preferivo disoccupata! Anche il sesso era migliore! Scarica
la
depressione della tua infelicità su qualcun altro!-
Lisa
si
voltò e Greg uscì. Era rimasta talmente ferite
dalle sue parole che non ebbe
forza di replica e scoppiò in un pianto silenzioso.