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Autore: LaRagazzaImpossibile    24/03/2015    1 recensioni
Volete rilassarvi? Eccovi una Colepaldi leggera da leggere con una tazza di tè e biscotti!
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Togliete il Dottore, togliete Clara, togliete che Peter e Jenna sono attori famosi.
Immaginateli come una ragazza in cerca di una nuova vita e un uomo di mondo, accomunati da un incontro speciale.
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jenna-Louise Coleman, Peter Capaldi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Tè, biscotti e Colepaldi -
 

Capitolo 8: Come fossi a casa tua
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Jenna entrò nella caffetteria, ansiosa.
Si guardò intorno e si avviò al bancone dove venne accolta da un ragazzo sorridente, alto, capelli castani e un ciuffo che lei definirebbe "indipendente"
"Buongiorno, posso aiutarla?"
"Matt, smettila"
"ahahhaha benvenuta Jenna, come stai?"
"un po' ansiosa, ma tutto bene"
"dai, metti la divisa e iniziamo"
Matt, l'amico che le aveva offerto il lavoro, era contenta di vedere una faccia amica dopo tutto.
Jenna infilò il grembiule e il cappellino giallo mentre era dietro il bancone.
"Ti sta male il giallo, sai?" disse a Matt;
"oh grazie, ho scelto il giallo solo perchè sta male anche a te, così facciamo schifo insieme"
"ahahhahah grazie! Comunque...da quanto hai aperto?"
"Qualche mesetto, direi che va tutto bene".
Jenna conosceva Matt quando viveva a Cardiff, ma lui è partito per Coventry alla ricerca di "fortuna", ha aperto la sua caffetteria e ora "vende dolcezza e amore ai clienti mattinieri scorbutici", parole sue.
Dopo aver mostrato il localetto a Jenna, le vetrine per la colazione, le macchine per caffè, cappuccini e Gin Seng, ecco alcuni primi clienti del pomeriggio.
"Okay, uno lo faccio io, l'altro ci pensi tu"
"Tu servi la ragazza?" 
"ovvio!" disse lui strizzando un occhio e sorridendo.
Tra un bicchiere di latte rovesciato e troppo sale in qualche omelette, il pomeriggio passò abbastanza in fretta, Jenna non ebbe un secondo nemmeno per chiacchierare con David, era tutto di corsa il lavoro.
"Domani conoscerai qualche collega"
"Chi?"
"Karen e Arthur, brave persone, ti troverai bene con loro".
Jenna annuì, intanto, un tuono spaventò le strade di Coventry, il cielo era coperto.
"Okay, abbiamo finito per oggi, il giovedì chiudiamo presto"
"Okay, allora...che dici?"
"dai, è normale che eri nervosa, è il tuo primo giorno, tranquilla, chiudo e possiamo andare"
"Perfetto" si tolsero la divisa e dopo che Matt ebbe chiuso la porta della caffetteria si mise in macchina.
"Vuoi un passaggio?"
"nono, chiamo un mio amico che deve venire"
"Perfetto, allora a domani pomeriggio"
"ciao!" dopo averlo salutato, cominciò a camminare lentamente digitando il numero di Peter sul telefono per chiamarlo.
Peter era a casa, a guardare la tv, stranamente, pensava a ciò che gli aveva detto Caroline e alla sua paura di essersi davvero innamorato di Jenna.
Non doveva succedere, lui non vuole innamorarsi, Peter può piacere, essere di buona compagnia, essere bravo a letto, ma mai un compagno di vita.
Il telefono squillò, lo prese e vide un numero, immaginò fosse lei.
"Jenna, dimmi"
"Peter! Ho finito, sono appena uscita dalla caffetteria".
Peter restò in silenzio qualche istante.
"Jenna, perdonami, non posso venire a prenderti",
detto questo la pioggia cominciò a cadere facendo alzare il naso di Jenna all'insù.
"Oh, capisco, però potevi avvertirmi prima, sta cominciando a piovere"
e venne giù il diluvio.
"Hai ragione, scusami, è che...davvero, ho da fare"
"okay, ci sentiamo, scusa, devo correre adesso" riattaccò infastidita e cominciò a correre verso casa, la situazione era davvero sgradevole, decise di precipitarsi in strada per cercare un taxi, si guardò a destra e sinistra finchè non arrivò uno vuoto.
"Taxi!" urlò alzando la mano al cielo, il taxi si fermò facendola salire,  Jenna disse la destinazione mentre controllava i capelli gocciolanti.
Arrivò davanti casa e scese dal taxi, era particolarmente infastidita dal gesto di Peter, ci pensava mentre saliva le scale.
Infilò la chiave nella Sua porta mentre fissava quella di Peter ed entrò sbattendosela alle spalle.
Andò a farsi un bagno, si sentiva molto stanca.
Peter si era riempito un bicchiere di scotch mentre gironzolava per casa sua, erano sicuri che quella sera nessuno si sarebbe parlato.
Non si capiva perchè, non era il fatto che non era andato a prenderla, ma è come se Jenna avesse capito qualcosa, sembrava di conoscere Peter da una vita, conoscerlo così bene da riuscire a sentire ciò che aveva dentro anche solo attraverso una parola.
Che succede?
Perchè questi peniseri? Perchè Jenna è infastidita da questa sorta di "mancanza di interesse" da parte del suo vicino?
"Okay, ora vado, busso e la faccio mia" barcollava qualche pensiero proibito nella mente di Peter.
"Okay, ora vado, busso e gli mollo un ceffone" barcollava qualche pensiero stupido nella mente di Jenna, ma era attesa, solo attesa.
La Jenna mentale tornò ad affollare la mente di Peter, "che diavolo fai?" gli chiedeva, "vieni qui, è te che aspetto, stupido!" lo rimproverava, ma lui voleva solo evitarla.
Peter, perchè tutti questi problemi se Jenna non ti interessa come dici?
Forse era il caso di fermarsi a pensare, o di far scorrere il tempo e sarà quel che sarà.
Dov è finito il Peter che si era presentato alla porta di Jenna in tuta e l'aveva invitata a pranzo sudaticcio? Mentre gironzolava per la casa, Peter trovò il biglietto che aveva lasciato la sera prima a Jenna.
"Buongiorno, fa come se fossi a casa tua, Peter".
Una delle sue gli gongolò nella testa, prese il biglietto, aprì la porta e lo infilò sotto la porta di Jenna, sperando di essere minimanete perdonato del gesto di quel pomeriggio.
Lanciò il biglietto sotto la porta e aspettò, se la conosceva avrebbe dovuto aprire.
Jenna vide sbucare il biglietto da sotto la porta, lo raccolse e lo lesse, un sorrisetto si affacciò sul suo viso, mise da parte il foglietto e aprì la porta sorridendo "Io sono a casa mia, e non grazie a te"
"beh, fammi rimediare allora" disse Peter di getto sorridendo di rimando
   
 
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