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Autore: Clairy93    25/03/2015    10 recensioni
Si sa, il successo dà alla testa.
Per non lasciarsi ingannare dalla seducente e pericolosa luce della fama, il Detective Sara Carter dovrà ben ponderare le sue mosse per risolvere un caso di omicidio nel quale capire chi recita e chi no sarà indispensabile.
Sara è giovane, ma è intraprendente e sicura di sé.
Forse fin troppo.
Aggrapparsi alle proprie certezze può rivelarsi controproducente. Soprattutto quando dietro l'angolo, è appostato un affascinante attore inglese, pronto a smentirle.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A woman conceals what she does not knowUna donna nasconde ciò che non sa


“Gabriella Wilde?”
La voce carezzevole di Richard desta la ragazza seduta sul divano.
Lei drizza allarmata il capo.
Non appena ci vede arrivare, scatta in piedi rassettandosi la minigonna.
Ma data l’espressione provata e il suo equilibrio instabile, la esorto a non scomodarsi.
Lei torna lentamente al suo posto, sistemando una ciocca dietro l’orecchio e asciugandosi energicamente con le dita il volto macchiato di mascara.
“Sono Richard Mills. Lei è il detective Sara Carter. Vorremmo farle qualche domanda sull’omicidio di Amanda Seyfried.”
Gabriella ci scruta con aria smarrita, come fosse stata appena ridestata da un incubo, mentre i suoi grandi occhi cerulei si riempiono di lacrime.
“C-certo, qualsiasi cosa se posso essere d’aiuto.” mormora lei, corrucciando le labbra piene in un impercettibile sorriso.
Rick ed io ci accomodiamo di fronte alla ragazza.
Il suo pellicciotto leopardato (per nulla appariscente), lascia intravedere un fisico snello e longilineo, con tutte le curve nei punti giusti.

Sì d’accordo, è una gnocca.

Con un cenno d’intesa, Richard mi affida il compito di gestire l’interrogatorio. Forse perché persuaso che, in quello stato, Gabriella sia più propensa ad aprirsi con una donna.
“Qual è la sua professione, signorina Wilde?”
“Sono una modella.” risponde, passandosi una mano tra la sua elegante chioma bionda.
“Potrebbe dirmi che rapporto c’era tra lei e la Seyfried?”
“Sì, certo…Amanda ed io…”
Ma un brusco singhiozzo, induce la giovane ad affondare il viso tra le dita affusolate, colta da un’irrefrenabile crisi di pianto.
Incrocio lo sguardo di Richard, impassibile, tanto da incitarmi a procedere senza troppi convenevoli.
“Gabriella, mi ascolti attentamente.” lei è scossa da un tremore appena poso il palmo sul suo ginocchio e le porgo un fazzoletto “Capisco quanto sia difficile questo momento. Ma deve essere forte e collaborare. Più informazioni riuscirà a fornirci e prima troveremo il bastardo che ha fatto del male alla sua amica.”
Gabriella annuisce meccanicamente, tamponando con delicatezza il fazzoletto sulle palpebre e sulle guance.
“Conoscevo Amanda da quattro anni. Lei viveva a Los Angeles, era impegnata di frequente nelle produzioni di film. Ma abitualmente veniva a Londra e, lavorando per la stessa agenzia di moda, avevamo occasione di incontrarci spesso.”
“Gabriella, perché si è recata all’albergo, di notte?”
“Ero venuta a cercare Amanda. L’avevo chiamata più volte al cellulare ma non…non rispondeva e mi sono preoccupata.”
“Avevate programmato di vedervi?” chiedo.
“In realtà no. Questo pomeriggio avevamo un servizio fotografico, avremmo dovuto incontrarci lì. Ma Amanda all’ultimo momento mi ha telefonato, dicendo che doveva incontrare una persona e mi ha supplicato di reggerle il gioco. Mi ha suggerito di raccontare ai fotografi che non poteva presentarsi per alcuni…contrattempi.”
“E durante la vostra chiacchierata, la sua amica le ha rivelato che avrebbe alloggiato qui, al Buckingham Palace Hotel. Dico bene?”
Gabriella asserisce, tirando su con il naso in maniera poco elegante.
“Amanda ha per caso menzionato con chi doveva vedersi?”
Al mio quesito, la ragazza si stringe nelle spalle, arrotolando una ciocca attorno all’indice.
“Ho provato a chiederle qualche dettaglio, ma non ha voluto rivelarmi niente. Diceva che non poteva svelarlo a nessuno, nemmeno alla sua migliore amica…”
“Sa se c’era un uomo nella vita di Amanda?”
Gabriella scuote la testa avvilita.
“Non saprei… Amanda frequentava davvero tanta gente e aveva…” la modella s’interrompe, mordendosi nervosa il labbro inferiore “…varie relazioni, con diversi uomini…alcuni piuttosto facoltosi.”
“E la signorina Seyfried non le ha mai raccontato niente di questi suoi incontri?”
“Era raro che me ne parlasse...” replica lei tristemente, quasi si fosse resa conto dell’inconsistenza di quel rapporto d’amicizia.

Il mondo dello spettacolo, che universo singolare!
Non puoi fidarti di nessuno.
E se lo fai delle persone sbagliate, ti ritrovi con una bottiglia di champagne frantumata sul cranio.

“E ha notato qualcosa di strano ultimamente?” domando, chinandomi in avanti “Amanda era preoccupata? Aveva assunto un diverso atteggiamento?”
“No, anzi! Era da tempo che non la vedevo così serena. Qualcosa la rendeva felice, o almeno le consentiva di venire al lavoro non completamente fatta...”
Gabriella sobbalza, mentre le sue gote s’imporporano, forse temendo di essersi spinta oltre con una dichiarazione tanto schietta.
“Non si preoccupi signorina Wilde.” rispondo “Siamo già a conoscenza della dipendenza da droga e alcool in cui la sua amica era caduta.”

Eppure qualcosa non mi torna.
Gabriella afferma che in questi giorni, aveva notato un considerevole miglioramento nello stato di salute della Seyfried.
Eppure, dalla condizione in cui abbiamo trovato la vittima, è lampante che avesse assunto sostanze stupefacenti prima di essere assassinata.
Ma poiché l’argomento è stato introdotto, ne approfitto per alimentarlo.
“E se Amanda avesse incontrato qualcuno, una persona speciale. Così speciale da indurla addirittura a smettere di drogarsi. Le sembrerebbe un’ipotesi tanto azzardata?”
“Detective! E’ la stessa cosa che ho pensato anch’io!” prorompe la bionda, sorprendentemente entusiasta “Mi creda, ho provato ad indagare così tante volte che alla fine…ho rinunciato. Amanda voleva tenerlo segreto ad ogni costo!”

Distolgo lo sguardo, massaggiandomi frustrata il collo.
D’accordo.
Su questo versante, la nostra giovane vittima è stata particolarmente accorta a non divulgare dettagli piccanti sulla sua vita sentimentale.
Tentiamo un altro approccio.
Smetto di scarabocchiare ghirigori astrusi sul taccuino, mi raddrizzo in fretta sullo schienale e torno a rivolgermi verso Gabriella.
“Può dirmi se qualcuno ha mai dimostrato rancore o invidia nei confronti della signorina Seyfried?”
“No detective.” obietta la modella, scrollando la sua lunga e fluente chioma “Perlomeno non in agenzia. Siamo una famiglia, tutti adoravano Amanda...”
Eppure scrutando con attenzione la ragazza, non mi pare convinta.
E’ inquieta. Si tormenta le mani, giocherellando nervosamente con i guanti che indossa.  
E, parliamoci chiaro. Nel mio lavoro la sua risposta è ciò di più scontato si possa sentire.
Dopotutto, non è proprio nelle famiglie che si rileva una delle più alte percentuali di vittime per omicidio?
“E’ sicura che Amanda non avesse problemi con i colleghi? Rivalità, gelosie, qualcuno che le abbia fatto delle avance indiscrete…”
Alla mia ultima supposizione, la Wilde trasalisce per un impercettibile istante che tenta miseramente di celare.
“Gabriella. Se conosce qualcosa, dovrebbe dirlo. Proteggere un possibile indiziato, mi creda, non è la scelta giusta.”
L’infelice bionda china irrequieta il capo.
“Il signor Ward. E’ il dirigente della nostra agenzia. Ha sempre avuto una certa simpatia per Amanda…Lei mi raccontò che Ward ci aveva provato con lei.”
M’illumino.
“Quando?”
“Circa due mesi fa.”
“Beh, avrò bisogno dell’indirizzo del suo posto di lavoro signorina Wilde.”
Gabriella rovista nella tasca del suo pellicciotto e mi porge un biglietto da visita:

FASHION PERSONELLE
21 Great Titchfield Street
London


Mentre Richard ed io controlliamo l’indirizzo, la modella ne approfitta per afferrare specchietto e rossetto rosso e aggiustarsi il trucco.
“Vorrei farle un’ultima domanda, se non le dispiace.” dico, seria.
Con le labbra sensualmente dischiuse e gli ingenui occhi sgranati, Gabriella leva indugiante lo sguardo dal suo riflesso.
“Dove si trovava prima di raggiungere l’hotel?“
La ragazza preme la confezione del rossetto e lo getta con poca premura nella borsetta.
“Ero con alcune colleghe a bere qualcosa, in un pub vicino all’agenzia di moda.”
“E si ricorda a che ora ha lasciato il locale?”
“Non ricordo detective... Penso verso le 22:45.”
“Ha una ricevuta che può confermalo?” le domando “O qualcuno che potrebbe testimoniare per lei?”
Gabriella strabuzza gli occhi e ghermisce con agilità la sua borsa Chanel. Fruga smaniosa in ogni tasca, finché non ne tira fuori uno scontrino stropicciato.
Me lo porge ma, nella frenesia, il rossetto le scivola dalla borsa.
Rapida lo raccolgo e…wow! Un Christian Dior.
Contemplo ammaliata il prezioso oggetto, profondamente restia nel restituirlo alla proprietaria.
Cavoli, dovevo fare la modella!

Richard picchietta un dito sulla mia spalla, passandomi lo scontrino ed esortandomi ad analizzarlo.
Dall’orario indicato, parrebbe che Gabriella sia uscita dal locale alle 22:37.
E a quell’ora, Amanda era già deceduta.
“Va bene signorina Wilde, ora la lascio andare.” dichiaro “Grazie per il suo tempo.”
Ci scambiamo un sorriso impacciato.
“Se preferisce usufruire di un passaggio Gabriella, i nostri agenti saranno lieti di accompagnarla.” le propone Richard, lezioso.
“Vi ringrazio, ma preferisco andare a piedi. Ho bisogno di aria…”
Osservo stranita la camminata barcollante della giovane modella, perplessa su quanto potrà resistere con quei tacchi vertiginosi, quando adocchio il direttore dell’albergo.
“Signor Bradford!”
Il mio tono deciso attira la sua attenzione.
“Detective Carter! Posso fare qualcos’altro per lei?” domanda, rigirandosi le mani guantate, con quell’eccesso di zelo che inizia davvero a darmi sui nervi.
“Ho bisogno al più presto di tutte le registrazioni delle telecamere, nel caso vi si trovi qualcosa di rilevante.”
“Ma certo, le invierò il materiale appena possibile.”

Grazie al cielo Richard si materializza alle mie spalle e, lasciato Bradford ai suoi "imprescindibili" doveri, ci dirigiamo verso l’uscita.
“Cosa ne pensi di Gabriella Wilde?” consulto Rick, mentre mi fa cenno di precederlo.
“Ha paura di qualcosa. Metterei una mano sul fuoco che la bionda non ci ha raccontato tutta la verità.”
“Tu credi? Io penso sia solo sconvolta per l’accaduto.” sottolineo io, mentre ci catapultiamo svelti ed infreddoliti nella mia Cabrio “Andiamo Rick! E’ una ragazzina ingenua e viziata. Un tale evento deve aver indubbiamente frantumato il suo magico castello di cristallo.”
Richard storce il naso, smettendo di sfregarsi le dita intirizzite.
“Mmh...Non giudicherei Gabriella solo come una principessina persa nel suo bel mondo di coniglietti pelosi.”
Lui si protende verso di me ed eleva l’indice con fare saccente.
“Ricorda Sara, una donna nasconde sempre ciò che non sa.”
Scoppio in una risata fragorosa.
“E questa dove l’hai trovata? In un biscotto della fortuna?”



Angolino dell'Autrice: Ciao mie fettine di mela caramellate!
Qui c'è un tempo grigio, ma grigio grigio! Meno male ci siete voi a ravvivare le mie giornate, con il vostro affetto e l'immenso supporto che mi infondete.
Cosa ne pensate di questa Gabriella? Vi sconfinfera la sua versione?
Un bacione grande!
Ah! E se volete fare quattro chiacchiere (o lamentarvi del tempo uggioso di oggi) mi trovate su Facebook -->
https://www.facebook.com/pages/Clairy93-EFP/400465460046874?ref=hl
Ve amo 'na cifra!

 
   
 
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