[Nota dell’Autrice: eccomi di nuovo gente,
perdonate l’attesa, finalmente sono riuscita a scrivere questo aggiornamento
che devo essere sincera, mi sono anche divertita a scriverlo. Un affettuoso
abbraccio a tutti i lettori che seguono la fan fiction. Baci baci!]
CAP.8 Specchio
Sprofondare in un sonno profondo, senza sogni,
senza rumori, senza pensieri o preoccupazioni… cancellare per sempre ogni
barlume di coscienza che lega il corpo e l’anima alla terra… fare finta di
esistere è ormai un gioco superato, adesso c’è solo il totale abbandono alla
pace ed alla quiete del nulla…
Sakura non aveva più alcuna percezione di ciò
che la circondava, il suo corpo intorpidito era totalmente immerso nell’acqua,
lentamente si era lasciata andare senza opporre alcuna resistenza ed ora era
lì, da un tempo infinito a faccia in giù ed il corpo abbandonato a mollo nello
stagno. Non sentiva più niente, non c’era alcun rumore, neppure nella sua
testa; tutto era muto o in attesa di qualcosa. A lei non importava più, voleva
solo dormire e, lentamente, morire…
Eppure qualcosa o qualcuno la stava
trattenendo, ma lei al contrario era convinta che le stesse dando una mano,
accompagnandola nell’oblio.
“Sakura…”
Una voce dolce ed amica le sussurrava
dolcemente, una voce familiare che però avrebbe preferito non sentire, perché
sapeva che quella voce era soltanto un sogno irrealizzabile.
“Sakura… Che
cosa ti è successo? Perché stai vagando nell’ombra, chi ti ha fatto così male?”
Per un solo istante Sakura socchiuse gli occhi,
ritrovandosi faccia a faccia con la sua anima nera che si limitò a sorridere in
un ghigno enigmatico; Sakura richiuse gli occhi soddisfatta, era quasi giunta
la fine…
Non vedeva nulla, non sentiva nulla, non era
ancora morta perché poteva percepire strani rumori provenire dall’esterno, ma
desiderava solo andarsene in pace e nulla più; un curioso trambusto la avvolse,
luci bianche si fecero intense illuminando l’acqua e tutto ciò la circondava.
Fu in grado di distinguere un solo rumore, quello dell’acqua quando viene
smossa con violenza, qualcuno si era tuffato nello stagno afferrandola e
trascinandola via dal dolce torpore a cui si era gradualmente abituata. Perché
non la lasciavano in pace? Perché continuavano a voler tenerla in vita? Era
così difficile esaudire il suo desiderio?
Domande futili che non avrebbero avuto
risposta, tranne una e semmai si fosse svegliata avrebbe preteso quello
risposta.
Sasuke aveva scorto con lo Sharingan il corpo
che giaceva a peso morto nell’acqua dello stagno paludoso e con un solo balzo raggiunse
quella persona e riconoscendo la chioma rosa si gettò in acqua, afferrò il
corpo galleggiante e lo girò per vedere meglio il volto, ed aveva ragione. Per
un istante, il respiro gli si mozzò in gola, era così pallida e magra da essere
quasi irriconoscibile, mentre le scostava i capelli dal viso non potè fare a
meno di stringere i denti per reprimere la rabbia; vistosi lividi e tagli sulle
labbra e sul sopraciglio lasciavano poco spazio all’immaginazione ed una
domanda gli tormentò il cervello fin dal momento in cui la portò fuori
dall’acqua… una domanda che presto avrebbe avuto una risposta.
Prese in braccio Sakura, la sentiva leggera
come una piuma per quanto era magra; durante gli appostamenti con Naruto, aveva
scoperto una grotta nelle montagne, non molto distante dal Villaggio della
Notte ed era ben protetto e nascosto dalla boscaglia, difficile da individuare
da parte di ninja nemici.
Incrociò per caso Naruto, che non appena vide
in che condizioni era la sua cara amica quasi non poteva credere ai propri
occhi.
“Teme? Ma…
è Sakura?”
“C’è una
grotta nei paraggi dove possiamo nasconderla. Ci serve Ino però. Dove sono
tutti gli altri?”
“Alcuni
miei cloni stanno coprendo la fuga di Shikamaru e Kina con le ninja che abbiamo
salvato. Ritorneranno con loro a Konoha. Ho una altro clone insieme a Sai e
Ino, non sono molto lontani, li avverto subito dove ci troviamo”
Alcuni minuti dopo erano nella grotta segreta e
vennero raggiunti in breve tempo anche da Ino e Sai; stesero una coperta sulla
fredda roccia dove Sasuke vi adagiò delicatamente Sakura, era completamente in
stato di incoscienza e presentava i primi segni di ipotermia. Accesero un fuoco
vicino al suo giaciglio in modo che si riscaldasse, ma il suo battito era così debole
che sembrava non ci fosse più speranza.
“Ok ragazzi,
uscite fuori e fate la guardia all’ingresso. Ci penso io a lei. Non la lascerò
andare via, parola mia.”
Appena furono sole, Ino iniziò a spogliare
Sakura e la coprì con la sua mantella affinchè il corpo rimanesse al caldo il
più possibile; la tutta della prigione gettata nelle fiamme del fuoco acceso,
ad una prima occhiata non sembrava che avesse lesioni gravi a parte le ferite
evidenti, il problema però era un altro e dovette andare a chiamare i compagni
per avere il loro aiuto.
“Devo
farvi vedere una cosa”
La bionda si avvicinò a Sakura seguita da
Naruto e Sasuke, Sai rimase di guardia alla grotta; quando Ino prese la
mantella per abbassarla venne immediatamente bloccata da Naruto.
“Ehi ma
sei matta Ino? E’ completamente nuda, cosa…”
“Sei il
solito cretino Naruto, non la voglio scoprire del tutto, non certo davanti a te.
Sta zitto e guarda”
Ino abbassò leggermente la mantella fino al seno,
lasciando scoperte solo le braccia, le spalle e il petto dove erano visibili i segni
del sigillo dei carcerati; Naruto trattenne il fiato, era molto simile al
sigillo che aveva applicato a lui anni fa nella Prigione del Sangue, mentre Sasuke
si incupì ancora di più: negli anni trascorsi con Orochimaru e Kabuto ebbe modo
di conoscere molti sigilli, e quello non era diverso da tutti quelli che aveva
visto tanto che scatenò in lui una rabbia che mai aveva provato in vita sua.
Molte domande gli frullarono nella mente, a
quelle domande avrebbe dato presto una risposta.
“Questo
sigillo non solo blocca il chakra di Sakura, ma blocca anche il mio. Non riesco
ad intervenire per curare le sue ferite se non viene rimosso ed io non sono
capace di togliere un sigillo simile”
“Tranquilla
Ino, ci pensiamo io e Naruto. Tu fatti da parte, appena lo avremo tolto potrai
intervenire.”
Naruto non se lo fece ripetere due volte, mise
la mano destra sul petto di Sakura, Sasuke mise la sua su quella di Naruto e
nello stesso preciso istante attivarono il loro chakra, un bagliore luminoso
illuminò il volto sofferente di Sakura che, nel giro di pochi istanti, reagì
con urla e dimenando il corpo per il forte dolore. I segni del sigillo cedevano
molto lentamente, era incredibilmente potente, Naruto era sul punto di smettere
pur di non far soffrire la sua amica.
“Che stai
facendo dobe, non fermarti!”
“Ma teme,
le stiamo facendo male…”
“Tu
continua e basta. Ino!”
Bastò un solo sguardo di Sasuke ed Ino si gettò
con tutto il corpo addosso a Sakura per tenerla ferma e non farle scivolare via
la mantella che la copriva; ci vollero diversi minuti, ma che per i ragazzi
sembrò un tempo interminabile, finalmente il sigillo scomparve non lasciando
alcuna traccia di ciò che era.
Rimase solo una lieve bruciatura sul petto di
Sakura, ma non appena Naruto e Sasuke si staccarono da lei, si allontanarono
verso l’uscita della grotta lasciando Ino al suo gravoso compito, avrebbe
rimediato lei a tutte le ferite dovevano solo assicurarsi che nessun nemico
fosse nei paraggi.
Sasuke e Naruto non avrebbero permesso a nessuno
di entrare lì ed attesero con pazienza che Ino finisse di visitarla.
Nel frattempo Sai li mise al corrente di quanto
discusso nell’ufficio dell’Hokage; del sospetto anche da parte di Suna e di
Kiri che il vero intento di questo fantomatico capo del Villaggio della Notte
fosse quello di catturare la migliori ninja di tutti i più potenti villaggio
del mondo conosciuto per farne cavie da laboratorio, esperimenti sul chakra che
potevano includere anche l’accoppiamento con i loro uomini più forti.
Sebbene non ci fosse nulla di concreto, il
sospetto però era molto forte e Naruto non potè trattenersi da dare un pugno ad
una roccia mandandola in frantumi; come
avevano osato fare questo a Sakura? Non li avrebbe perdonati mai e poi mai,
chiunque fosse l’artefice di un tale subdolo piano non l’avrebbe fatta franca.
La sua rabbia era comprensibile, anche Sasuke
la pensava allo stesso modo, anche se non lo dava a vedere, per tutto il tempo
aveva tenuto stretti i pugni per mantenere un briciolo di autocontrollo; non
osava pensare a quanto avesse potuto sentirsi abbandonata e sola in tutto quel
tempo in cui era stata in prigione ed il pericolo, ora che era evasa, che
potessero trovarla per rinchiuderla di nuovo, era troppo grande e lo avrebbe
scongiurato con tutte le sue forze.
L’esito della visita fatta da Ino non era
rassicurante, erano ancora evidenti tracce di un potente sedativo e droghe di
ogni genere, persino un antibiotico, ma ciò che la sorprese di più erano le
piccole macchie sui polsi, sulle caviglie e sulle tempie, come se le avessero
applicato degli elettrodi, fortunatamente non vi erano tracce alcune di
violenza sessuale.
Distintamente aveva ascoltato i discorsi dei
ragazzi e non appena ebbe risistemato al meglio la sua amica li raggiunse per
rassicurarli.
“E’ stata
fortunata in un certo senso, è stata picchiata e torturata ma non ha subito
molestie di altro genere; quello che è strano è che chiunque sia stato il suo
aguzzino, l’ha martoriata lentamente e senza eccessiva pressione, non era
intenzionato ad ucciderla, ma voleva farle male fino a che lei era in grado di
resistere. Ed ha resistito parecchio; mi sorprende che non sia morta per il
dolore provocato dall’abuso di tal metodi punitivi. Comunque potete stare
tranquilli. Non hanno abusato di lei.”
Naruto non era per nulla contento della piega
che stava prendendo quella storia, adesso sapevano di avere a che fare con un
aguzzino sadico e psicopatico il cui intento era portare al limite l’essere
umano per i suoi subdoli scopi.
Sakura però non era una delle tante, qualcosa
di indefinito lasciava intendere che lei era sicuramente qualcosa di più e
dovevano indagare molto più a fondo di quanto avessero fatto fino a quel
momento; trovare quell’uomo non era solo una priorità, era essenziale per poter
scavare nel suo passato e capire così il legame tra lui e Sakura.
“Sakura
potrebbe quindi non essere una vittima casuale?”
La domanda di Naruto era più che legittima ed
Ino condivideva i suoi stessi sentimenti.
“Esatto.
Senza saperlo, lei potrebbe aver intrecciato un legame con quella persona anche
solo indirettamente, legame che ha fatto scatenare la follia in questa città e nel
sistema che le ha fatto tutto questo. Dobbiamo impegnare maggiormente le nostre
forze per trovarlo e fargliela pagare.”
“Non
prima di avergli fatto sputare la verità. Quando lo avrò tra le mani voglio
fargli sputare tanto sangue quanto il male che ha fatto a Sakura”
“Voglio
provare la mia tecnica del Capovolgimento Spirituale. Anche se incosciente potrei entrare nella mente di Sakura e
scoprire qualcosa in più sul nostro aguzzino. Statemi vicino, potrebbe volerci
un po’”
Sai restò alle spalle di Ino per sostenerla,
Naruto rimase a sorvegliare l’ingresso della grotta, Sasuke si sedette vicino a
Sakura, sentiva nel profondo che, almeno per una volta, doveva essere al suo
fianco se si fosse risvegliata.
Ino attivò la sua tecnica e perse conoscenza ma
solo per pochi istanti, si svegliò di soprassalto, gli occhi vitrei e spenti ,
quasi bianchi, cercò di sfuggire alla presa di Sai urlando come una ossessa non
rendendosi conto di dove si trovasse e con chi fosse.
Sai riuscì a calmarla e a farla tornare in sè;
sudava freddo ma alla fine la bionda ritornò alla ragione chiamandolo per nome.
Tutti rimasero sconcertati, nessuno riusciva a capire che cosa fosse successo,
nemmeno Ino riusciva a trovare un senso al fallimento totale della sua tecnica,
elemento di forza della sua famiglia da generazioni.
“Perdonatemi…
io non so come sia successo. E’ completamente fuori dal mio controllo. Non ne
sono sicura ma… credo che le abbiano iniettato una specie di sostanza che serve
come precettore dell’annullamento della volontà. Forse prevedevano una seconda
iniezione per completare il processo, non lo so, ma è talmente forte che mi ha
totalmente sbattuta fuori e per poco non ha fatto effetto anche su di me. Non
sono riuscita a vedere niente, mi dispiace. Ci vorrebbe un’abilità più potente,
lo Sharingan di Sasuke magari…”
Tutti si voltarono verso Sasuke, non avevano
dubbi sulle parole di Ino ma la faccenda si stava aggravando sempre di più e
non avevano tempo di porsi ulteriori domande.
“Non si
può fare!”
“E perché
mai teme, si tratta di Sakura!”
“Perché deve
essere cosciente affinchè lo Sharingan Ipnotico funzioni e in questo momento Sakura
non è nelle condizioni adatte.”
Naruto spostò lo sguardo da Sasuke a Sakura e
poi di nuovo su Sasuke e comprese che l’amico aveva ragione; stava ancora male
per le condizioni in cui si trovava la sua amica ma ancora di più per il dolore
che erano stati costretti a procurarle per toglierle il sigillo. Non aveva alcuna
intenzione di fargliene ancora, doveva fidarsi di lui.
Fu Ino ad avere la soluzione al dilemma, non
era un piano semplice ma sicuramente il più efficace al momento.
“Credo di
aver capito che tipo di sostanza le hanno iniettato, ho alcune erbe con me ma
non sono sufficienti, me ne servono delle altre e non posso andare a prenderle
a Konoha, non abbiamo tutto questo tempo. Devo andare al Villaggio della Notte
a prenderle, non c’è altra soluzione.”
“Stai
scherzando vero? Ino è troppo pericoloso, con il casino che abbiamo combinato
alla Fortezza tutta la zona sarà piena di nemici, figuriamoci se al Villaggio
non hanno già attivato le loro misure di sicurezza.”
“Sai
potrà coprirmi le spalle dall’alto. E’ sufficiente che mi tolga la fascia di
Konoha e che mi privi di tutte le armi. Prestami il tuo mantello Naruto,
camuffata da semplice popolana non si accorgeranno nemmeno della mia presenza.”
Il piano di Ino era abbastanza logico inoltre
era per il bene di Sakura, dovevano tentare, così lasciarono che Ino e Sai
lasciassero la grotta in direzione del Villaggio della Notte; Sai disegnò
alcune nuvole e vi si nascose così da poter osservare Ino dall’alto e tenere d’occhio
il suo percorso. Dal canto suo, Ino aveva avuto la dritta da Sai su dove
trovare l’erboristeria, fortuna vuole che ce ne fosse una vicina all’ingresso
principale del Villaggio; Ino si avvicinò a passo tranquillo e sicuro verso le
guardie alla porta, con fare malizioso riuscì a convincerli che era soltanto
una giovane di passaggio proveniente dalla cittadina di Takumi e che aveva
bisogno di alcune erbe per la madre ammalata e solo il Villaggio della Notte
aveva un’erboristeria molto fornita.
Con immensa soddisfazione di Sai e di Ino, le
guardie la lasciarono passare senza problemi; trovò con facilità il negozio che
le aveva indicato Sai e, come previsto, riuscì a procurarsi tutti gli
ingredienti di cui aveva bisogno. Ma quando andò al bancone percepì un’aurea di
sospetto nella vecchia donna e si limitò a porgerle il denaro; la donna le
allungò il sacchetto e sottovoce la mise in guardia.
“Vattene
subito al più presto ragazza!”
“Come ha
detto scusi?”
“Sono
vecchia ma non sono stupida, ho capito subito che non sei ragazza qualunque.
Quelle come te le rinchiudono nella Fortezza della Lacrima. Se ti scoprono, ci
finirai anche tu come tutte le altre.”
Ino rimase ammutolita e continuò a fissarla
senza proferire parola, la vecchia si voltò facendo finta di fare qualcosa d’altro,
ma non smise di intimidirla.
“Esci
senza voltarti. Ti stanno già osservando.”
Con disinvoltura, Ino si mise il sacchetto
delle erbe nel piccolo zaino che teneva legato alla cintura ed uscì dal negozio
dirigendosi nuovamente verso le porte del Villaggio; con la coda dell’occhio
intravide i due uomini in nero che la stavano seguendo e capì che la vecchia
non stava mentendo, continuò a camminare tirandosi il cappuccio per tenersi più
riparata e restare il più possibile nell’ombra.
Sai dall’alto si era accorto anche lui delle
due figure che stavano dietro a Ino, ma non potendo comunicare in alcun modo
con lei non potè fare altro che imprecare; restò con il fiato sospeso ad
osservare nella speranza di non dover intervenire per proteggere Ino o addio
alla copertura.
Incredibilmente, Ino riuscì a passare
nuovamente le porte del Villaggio e non appena fu abbastanza coperta dagli
alberi si mise a correre e a saltare in direzione del fiume per cercare di
depistare gli inseguitori.
“Brava
Ino!”
Sai la raggiunse poco più avanti, gli uomini in
nero si erano messi sulle tracce di Ino ma non erano riusciti a capire che
direzione avesse preso; si ritrovarono nei pressi di un grande albero,
circondati da folti cespugli ma non erano completamente al sicuro.
“Non
possiamo tornare alla grotta. Se ci vedono potrebbero scoprire il nascondiglio
e sarebbe tutto perduto!”
“Tranquilla
Ino, ho già un’idea. Cerca di scrivere un messaggio per Naruto e Sasuke il più
brevemente e velocemente possibile. Al resto penso io!”
Ino era abbastanza pratica di messaggi in
codice, non fu difficile abbozzare qualche scarabocchio leggibile; passò un
minuto e nei dintorni si udirono i passi degli uomini in nero che stavano
perlustrando la zona.
“Hai
finito? Dove ce l’hai il sacchetto delle erbe?”
“E’ nella borsa dietro la mia schiena, legata
alla cintu…”
Non ebbe il tempo di finire la frase, che Ino
si ritrovò contro l’albero, stretta le braccia di Sai con le labbra attaccate
alle sue, languidi movimenti della lingua e del corpo, bramosi di desiderio,
mani che si muovevano sotto la mantella scrupolosi ed attenti; Sai trovò il
sacchetto, Ino riuscì a passargli il biglietto, incuranti del fatto che erano
stati visti dagli uomini in nero ma avevano proseguito oltre: due colombi che
tubavano sotto un albero non era di loro interesse a quanto pare.
Appena si furono allontanati, Sai si staccò da
un’ansimante Ino che ancora non riusciva a realizzare che finalmente il suo Sai
si era fatto avanti in maniera così impetuosa, dopo mesi che si frequentavano.
“Wow
accidenti, non pensavo che ci sapessi fare così bene!”
“Era
indispensabile. Il messaggio è già partito!”
“Co…come?
Lo hai già inviato?”
“Avevo
già preparato uno dei miei animaletti. Mentre ti baciavo ho composto il sigillo
per attivarlo e ci ho attaccato il sacchetto delle erbe con il messaggio che
hai scritto. Va tutto bene?”
“Sì
certo, sono solo un po’ delusa. Insomma, era tutto solo per la missione… mi aspettavo qualcosa di diverso.”
“Diverso
da questo?”
Sai approfittò del breve momento di libertà per
baciarla nuovamente, questa volta non c’erano scuse, poteva dichiararsi senza
problemi.
Quando
si staccarono si presero per mano sorridendo l’una verso l’altra e
presero la strada per Konoha. Il loro dovere al momento era finito.
Naruto non riusciva a stare fermo, continuava a
camminare avanti e indietro borbottando e qualche volta anche imprecando, erano
trascorse un paio di ore da quando Sai ed Ino se ne erano andati, ormai
dovevano già essere ritornati da un pezzo. La pazienza non era mai stato il suo
forte.
“Accidenti,
ma quanto ci mettono? Che non sia capitato qualcosa anche a loro?”
“Piantala
di darti pena, testa quadra. Non li abbiamo obbligati noi e comunque sia non è
detto che siano per forza nei guai. Forse hanno bisogno di tempo per depistare
eventuali inseguitori”
Neanche il tempo che Sasuke dicesse quelle parole
che arrivò un furetto disegnato con intorno al collo legati strettamente, un
sacchetto ed un messaggio; Naruto prese entrambi e l’animaletto scomparve,
quando però lesse il messaggio iniziò a strabuzzare gli occhi cercando di
capirne la scrittura che era completamente senza senso.
“Dovrebbe
essere un messaggio di Ino, ma non ci capisco niente con tutti questi simboli e
scarabocchi. Si è messa anche a fare i disegnini adesso?”
Sasuke prese dalle mani di Naruto il messaggio,
sbuffando per la totale noncuranza dell’amico;
non aveva ancora imparato che a Konoha vengono usati segni stenografici per
codificare i messaggi?
“Sì è un
messaggio di Ino. Ha trovato le erbe ma lei e Sai non posso tornare alla
grotta, sono inseguiti da uomini in nero e devono far perdere le loro tracce.
Ci ha lasciato delle semplici istruzioni su come preparare l’infuso per Sakura.
Non è sicura che l’effetto sia immediato, potrebbe volerci mezz’ora come anche
di più. Dice di tenere sotto controllo il chakra di Sakura, quando avrà
raggiunto almeno l’80% dovrebbe riprendere conoscenza”
“Bene
allora, da dove cominciamo?”
Seguendo le brevi istruzioni di Ino, presero
dell’acqua da un ruscello non molto lontano dalla montagna e riuscirono a
preparare quello che doveva essere un infuso, dall’odore nauseante e dall’aspetto
poco commestibile; era più un liquido gelatinoso che a Naruto faceva venire il
voltastomaco solo a guardarlo, ma Sasuke lo assicurò che era esattamente la
procedura indicata da Ino.
“Come
facciamo a farglielo bere adesso? Non possiamo certo farglielo ingurgitare
bocca a bocca; io sono sposato, se lo venisse ad imparare Sakura mi
seppellirebbe vivo, per non parlare di Hinata e tu…”
Naruto aveva perso l’arrabbiatura iniziale, e
si preoccupava molto delle condizioni di Sakura, ma si trovavano ora in una
condizione particolarmente imbarazzante in cui, pur di prendersi cura dell’amica,
dovevano agire con delicatezza e riservatezza.
Sasuke iniziò ad averne piene le scatole,
piuttosto che continuare a sentirlo blaterare a vanvera avrebbe ingoiato lui
stesso quella brodaglia nauseante.
“Si può
sempre sollevarla quel tanto basta per farle andare giù l’infuso. E’ molto
denso, lo ingoierà senza problemi.”
“Che? Ma
ti sei dimenticato che è coperta solo da una mantella? Se provi a sollevarla si
scoprirà, insomma si tratta di Sakura…è imbarazzante!”
“Vuoi
farla finita, dobe che non sei altro. Tienile la mantella mentre io le sollevo
la testa”
Naruto da una parte tenne stretta la mantella
sulle spalle di Sakura, dall’altra Sasuke la sollevò quel tanto che bastava per
avvicinarle la ciotola alla bocca e farle andare giù l’infuso; come stabilito,
essendo molto denso, Sakura non ebbe problemi ad ingoiarlo, era ancora in
totale stato di incoscienza, non si accorse di nulla nemmeno quando Sasuke la
adagiò nuovamente sulla coperta per lasciarla riposare.
“E adesso
cosa facciamo Sasuke?”
“Adesso
aspettiamo!”
Naruto emise un sospiro di sconforto, ma non
potevano più fare altro se non approfittare del momento per riposare un po’;
Sasuke si sedette contro la parete rocciosa, sempre comunque vicino a Sakura,
alla luce del fuoco i suoi lineamenti sembravano così delicati, non l’aveva mai
osservata prima da quella prospettiva.
Non aveva mai realmente pensato a lei come a
una donna, per lui era la noiosa e debole compagna di team, buona solo a
frignare; con il passare del tempo però le cose erano notevolmente cambiate,
quando lasciò Konoha per trovare la sua redenzione viaggiando per il mondo le
aveva detto che sarebbe tornato un giorno, ma non le aveva promesso niente:
niente che riguardasse loro due nello specifico.
Vedendola ora, stremata, indifesa, un corpo da
cui avevano strappato via l’anima, non potè che domandarsi se non aveva mentito
a se stesso quel giorno; forse valeva la pena tornare da lei, lei che lo aveva
perdonato in tutto ed aveva cercato di salvargli la vita insieme a quella di
Naruto.
E se avesse smesso di amarlo in quegli anni? Ci
sarebbe rimasto male se Sakura avesse trovato altri “interessi”.
Era troppo stanco per pensarci adesso, ogni
domanda avrebbe avuto la sua risposta.