Angolino dell'autrice

Salve gente! ^-^
Mi ripresento su questo fandom storico dopo eoni con un'altra storia scritta per un contest, e precisamente partecipa al Sintetic Contest indetto da Nora_2000 sul forum di EFP.
Il contest prevedeva la scelta di un pacchetto (l'Omega, nel mio caso) contenente due prompt. Tra questi io ho scelto il prompt Sguardo.

La flash è ambientata - come quasi tutte le mie storie - nel tempo di Mirai Trunks, e precisamente in un momento indefinito prima della morte di Gohan.
Tuttavia c'è una novità: questa volta il POV adottato è proprio quello di Mirai Gohan. Sorpresi? Io sì! xD

E... niente, direi che è tutto.
Ringrazio Nuel_2000 per avermi dato l'ispirazione per scrivere questa storiella e anche, come sempre, chiunque leggerà e/o commenterà.

Disclaimer: i personaggi e la storia di Dragon Ball non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^

Sogni d’oro

Gohan vegliava in silenzio il sonno del suo unico allievo, un ginocchio raccolto al petto e in viso un mezzo sorriso triste: quelli erano gli unici momenti in cui il giovanissimo volto di Trunks riusciva a distendersi del tutto.
Sempre ammesso che i cyborg non lo tormentassero anche nei sogni.
Sospirò piano, alzando la testa per guardare il cielo… e il sorriso si tinse di nostalgia.
Quella notte le stelle brillavano tanto che sembrava quasi di poterle toccare.
A quello spettacolo meraviglioso la sua mente andò subito indietro nel tempo, animata da volontà propria, dritta al momento in cui aveva raccontato a Trunks del suo viaggio nello spazio – quando ancora si illudeva di poterlo preservare almeno un po’ dagli orrori di quella realtà crudele in cui erano costretti a vivere.
«Un giorno ci torneremo insieme, vero Gohan?» Gli aveva chiesto il piccolo con sguardo supplicante, tirandolo piano per la manica.
Non rammentava che cosa gli aveva risposto – non era quello, l’importante – ma la meraviglia che aveva visto nei suoi occhi luminosi, al pensiero di quella e mille altre avventure, era uno dei ricordi più cari che aveva.
In ogni caso, non tornarono più sull’argomento.
Non ne ebbero l’occasione: pochi giorni dopo anche l’ultimo dei loro amici venne ucciso da quei mostri, lasciandoli completamente soli a difendere una Terra ferita e sanguinante che ancora, nonostante tutto, si ostinava a non arrendersi.
E, da quel momento in poi, quei dolcissimi occhi azzurri che tanto amava avevano riflesso soltanto l’affilato sguardo di un adulto fin troppo consapevole dell’immenso peso che gravava sulle sue fragili spalle.
Lo sguardo di un bambino che non aveva mai conosciuto davvero l’infanzia.
Per questo Gohan si tratteneva così spesso, a guardarlo dormire. Perché, finché le palpebre di Trunks restavano chiuse, poteva illudersi che celassero ancora quello sguardo vispo e curioso che ogni ragazzino ha il diritto di avere.
Soffocò malamente uno sbadiglio nel palmo della mano, ridestandosi da quei pensieri: doveva sforzarsi di riposare almeno qualche ora, o l’indomani non avrebbe avuto abbastanza energie per gli allenamenti – né per resistere a qualche eventuale attacco.
Tuttavia, prima di coricarsi, rivolse un’ultima volta l’attenzione al giovane sdraiato al suo fianco e sorrise intenerito, allungando il braccio per sfiorargli i capelli in una carezza leggera come un sospiro.
Avrebbe dato tutto se stesso perché i suoi occhi, un giorno, potessero riaprirsi su un mondo finalmente libero.