Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt:
Chi dorme non piglia pesci
Cap.16 La vendetta del Caos
Il
gigantesco Junior fece scattare il lungo braccio e gli
conficcò le unghie aguzze nell'occhio. Ci fu uno sprizzo di
sangue e il saiyan gridò di dolore, indietreggiando, si
portò una mano sulla ferita, spalancò le fauci e
continuò ad ululare di sofferenza. Calgare
afferrò il braccio sporco del proprio sangue del namecciano
e glielo strappò. Junior saltò, fece una capriola
in aria e riatterrò, il terreno tremò e si
aprirono una serie di crepe. In zampilli di sangue viola, il braccio
del namecciano ricrebbe e Junior gridò, spalancò
la bocca mostrando i denti candidi e aguzzi. Calgare corse
fino a una montagna, lanciò una serie di versi da gorilla e
sollevò la titanica roccia, si voltò e la
lanciò contro il namecciano. Junior lanciò una
bomba di luce, mandandola in frantumi. Le rocce precipitarono a pioggia
tutt'intorno, spezzandosi in frammenti più piccoli e
sollevando un polverone.
"Arrenditi scimmia troppo cresciuta, hai perso" ringhiò.
Calgare ansimava, con la bocca aperta e il muso dalla peluria verde
sporco del proprio sangue, le zampe sporche di quello dell'avversario.
"Il portatore del caos avrà la sua vendetta, ma sarà retrocesso a manichino nella fine di questo scontro!" gridò Lourth, attraverso la bocca di Calgare.
- Non posso morire ora, Elly mi aspetta - pensò Junior. Incrementò la propria aura ed iniziò a cercare di colpire con una serie di pugni il nemico.
L'aura di Calgare s'incrementò a sua volta, esponenzialmente. Il servo di Lourth raggiunse Junior con un pugno alla giugulare, il gigantesco namecciano sgranò gli occhi diventati bianchi, gli si mozzò il fiato e crollò esanime all'indietro facendo tremare nuovamente il terreno.
Calgare riatterrò, mugolò e scosse il capo, massaggiandosi la fronte. Sbatté un paio di volte gli occhi, abbassò lo sguardo e vide il namecciano privo di sensi ai suoi piedi.
"Chi dorme non piglia pesci" sussurrò. Scoppiò a ridere, spiccò il volo e si allontanò tornando indietro. Raggiunse i due supersaiyan di quinto livello e atterrò sopra una piccola montagnola, sorrise sedendosi.
"Principe, sembrate diverso" sussurrò.
- Con quella trasformazione sembra diventato uno degli dei del nostro popolo - pensò. Guardò le onde di energia brillare di riflessi vermigli e deglutì a vuoto.
"Ed è così. E' uno scontro tra due nuovi dei e ogni loro attacco è qualcosa di più potente della natura stessa. Il caos è già iniziato" ringhiò.
Goku lanciava una serie di Kamehameha x100, brillavano di un azzurro etereo. Vegeta schivava gli attacchi rimanendo in volo, spostandosi da un punto all'altro.
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“Lo sapevo che la nuvola dorata avrebbe ritrovato Goku anche in capo al mondo” sussurrò Chichi. La nuvoletta atterrò dietro una montagna e le due donne scesero, affacciandosi oltre la superficie di roccia. Accanto al capo dai lunghi capelli azzurri di Bulma c'era una lucertola pietrificata, verde esattamente come lo scenario tutt'intorno.
“Vegeta ...” mormorò Bulma. Chichi le passò un braccio intorno alle spalle, vedendo Vegeta attaccare Goku.
- E' nuovamente passato dalla parte del nemico – pensò.
“Mi dispiace, amica mia” mormorò con voce roca. La abbracciò e se la fece appoggiare contro.
“Non è in sé, sicuramente. E visto quello che sta succedendo, forse è parte dell'incantesimo”. Cercò di consolarla. Bulma guardò gli occhi del marito e avvertì una fitta al petto.
“Ha gli occhi spenti” mugolò. Chichi lasciò andare l'amica e indietreggiò.
“Anche Goku più combatte e meno lo riconosco. Sembra che stiano entrando in trance” mormorò.
“Forse è la trasformazione, li sta rendendo qualcosa che non sono” ribatté Bulma. Chichi e Bulma si guardarono negli occhi.
“E' stato bello essere amiche” mormorò la principessa.
“Anche per me” ribatté la scienziata. Entrambe uscirono da dietro la roccia e si misero a correre verso i loro mariti.