Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: Ystava    26/03/2015    2 recensioni
Capitoli corti, tutti già pronti, li pubblicherò a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro.
Dopo la 2x16, la vita va avanti per tutti i personaggi. Uno sguardo a cosa succede, alle novità, agli eventi che li porteranno a incontrasi di nuovo.
Naturalmente è tutto frutto della mia immaginazione, non c'è nessun elemento spoiler della terza stagione.
La storia riguarderà tutti i personaggi e le loro relazioni (d'amore, amicizia o altro) ma sarà incentrata su alcuni in particolare, e condurrà al Bellarke.
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bellamy Blake, Clarke Griffin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
postS2_2-3 "Sono sicuro che non vuole essere trovata" - Miller

Il primo a lasciare la stanza fu Monty. La frase di Lincoln non aveva colpito solo Bellamy. Anche lui tempo prima, quando erano rinchiusi nel Monte, aveva posto quella stessa domanda. Cosa farebbe Clarke? Clarke era stata per lui un punto di riferimento fin dal loro atterraggio. Si era dimostrata intelligente, giusta, e aveva a cuore le loro sorti. Monty non aveva mai esitato nell'aiutarla e sapeva di essere colpevole quanto lei e Bellamy per la morte degli innocenti nel Monte. Lui aveva trovato il modo di ucciderli, e sapeva bene cosa stava facendo. Sapeva che Maya sarebbe morta, sapeva che Jasper avrebbe sofferto. E anche se non lo dava a vedere, la sofferenza di Jasper era anche la sua. Ma Cage non aveva lasciato alternative. Era ciò che si ripeteva fino alla nausea, ogni volta che ripensava a quel momento, ogni volta che da lontano scorgeva il viso del suo migliore amico (lo era ancora?), ogni volta che Harper e Miller gli portavano sorridenti qualcosa da mangiare mentre lavorava con Wick. Capiva perchè Clarke era andata via. Non aveva salutato nessuno, solo Bellamy. Ma era davvero stato così? Al loro ritorno al campo, lo aveva fermato e abbracciato. Monty aveva capito che in quell'abbraccio c'erano delle scuse, e dei ringraziamenti, e anche qualcos'altro che non aveva saputo decifrare. Adesso aveva capito che era un addio.

Il secondo ad uscire fu Miller, che in un attimo raggiunse Monty nei corridoi e gli diede un paio di pacche sulla spalla. "Harper e Monroe sono andate a caccia", gli disse, perchè appena erano usciti dalla Base aveva notato che il giovane ingegnere si stava dirigendo verso la tenda delle ragazze. Monty però non smise di camminare e Nathan lo seguì. "Tutto bene, amico?", gli chiese dopo un po', quando si fermarono di fronte alla tenda vuota.
Monty la fissava senza però vederla. "Clarke avrebbe dormito qui con loro. Per essere vicina a Bellamy e alla madre."
Miller lo guardò con apprensione. "Probabile", commentò, quasi con cautela.
"Forse dovremmo andare a cercarla."
"Sono sicuro che non vuole essere trovata."
"Anche noi non volevamo essere salvati."
Questo zittì il giovane Miller.

Subito dopo, uscirono Raven e Wick. La ragazza lanciò uno sguardo a Monty e Miller che si allontanavano insieme verso l'uscita. "Non voglio tornare in quel letto", disse con fatica, perchè faceva un certo sforzo nel camminare con quelle stampelle. Stava molto peggio dell'ultima volta che aveva dovuto usarle.
"Ti assicuro che non c'è niente di divertente da fare là fuori. Sono quasi tutti a caccia e gli altri stanno lavorando. Cosa che dovresti fare anche tu."
Raven sbuffò. Wick aveva portato un tavolo vicino al suo letto in infermeria con tutti i componenti che le servivano per riparare ogni sorta di oggetto, inclusi quelli che erano stati recuperati dalle altre stazioni dell'Arca che avevano fatto atterraggi meno fortunati di quello della Base. Della creazione di altre radio per tenere tutti sempre in contatto si stavano occupando Wick e Monty, perchè lei non voleva più saperne di radio per un bel pezzo.
L'infermeria era proprio lì accanto. Ormai non c'erano più feriti, per cui fu sorpresa di trovare Abby.
"Ciao ragazzi...", disse la donna, con un debole sorriso. "Wick, Sinclair aveva bisogno di te, mi ha chiesto di dirti se potevi raggiungerlo il prima possibile."
"Sicuro". Il ragazzo baciò Raven sulla testa. "Forse ha trovato un modo per capire dove sono posizionate le stazioni mancanti isoland-" ma si interruppe rendendosi conto che la dottoressa non avrebbe capito una parola. "Vado." Sorrise e sparì.
"Che succede? Perchè sei qui?", domandò preoccupata il meccanico, mentre si sedeva sul letto e appoggiava le stampelle al tavolo.
Abby distolse lo sguardo. "Tu e Bellamy avete avuto notizie?"
Non era la prima volta che le rivolgeva quella domanda. La Cancelliera era convinta che se Clarke avesse trovato un modo per mettersi in contatto con loro, per far loro avere un messaggio tramite qualcun altro, avrebbe cercato Bellamy o Raven.
"Nessun segnale di fumo all'orizzonte, Abby", riferì stancamente la ragazza, e per poco non sbuffò. Odiava dover continuamente parlare di Clarke con Abby. Capiva che era in pensiero per sua figlia, ma non era la sola a soffrire per l'assenza della ragazza. Quando Raven aveva scoperto che Clarke era andata via, dapprima non ci aveva creduto, poi aveva urlato di rabbia, aveva rotto una sedia, per poco non aveva ferito Wick e Monroe lanciando cacciaviti per la stanza, aveva procurato un livido ad Octavia prima che Lincoln riuscisse a ripararla dalla pioggia di bulloni, poi aveva dichiarato di odiare Clarke Griffin, e infine aveva pianto, perchè si era sentita abbandonata.
Ma, soprattutto, non ne aveva mai parlato con Bellamy. In tutto il campo, Clarke era diventata un argomento tabù.

"D'accordo", disse Abby. "Ma se..."
"Sarai la prima a saperlo."

Lincoln e Octavia rimasero.
"Non sei convinto", disse la ragazza, rivolta al fratello. Lincoln incrociò le braccia, in attesa. Aveva la stessa impressione ma non aveva osato dirlo. Non era compito suo. Non era la sua gente quella che Bellamy avrebbe dovuto guidare. Lui si sentiva a metà tra Sky People e Grounders, e così era per Octavia. Se ci fosse stata Clarke forse sarebbe stato diverso, perchè lei lo aveva sempre guardato come guardava gli altri suoi compagni. Aveva fatto l'impossibile, salvandolo dall'inferno dell'essere un Mietitore, non lo aveva lasciato morire quando il Mountain Man lo aveva preso come ostaggio. Quella ragazza gli piaceva e la rispettava.
Ben diversi erano i sentimenti di Octavia. Lei era ancora arrabbiata con Clarke, ma ora per un motivo diverso. Infine l'aveva perdonata per la strage di TonDc. Dopo la rabbia iniziale, l'aveva perdonata. Sapeva che stava cercando di fare la cosa giusta, e anche se forse una cosa giusta fino in fondo non esisteva, non poteva incolparla per tutto quello che era successo. Ma ora se n'era andata, l'aveva privata della possibilità di scusarsi e aveva lasciato il fratello da solo a convivere con il peso di decisioni terribili. Perchè la verità era che, pur circondato da persone che gli volevano bene, Bellamy era solo.

Se Bellamy avesse saputo che Monty provava il suo stesso senso di colpa per quel che era successo nel Monte... se avesse saputo che una piccolissima parte di Jasper aveva cominciato a perdonarlo dopo aver incontrato Clarke... se avesse saputo che non era l'unico a sentirsi abbandonato perchè Raven provava gli stessi sentimenti... sarebbe cambiato qualcosa?
"Non proprio", rispose alla sorella, guardandola negli occhi.
"Perchè?" Octavia fece un sospiro. "Bellamy, Raven ha ragione. Abby e Kane hanno bisogno di te, perchè tutti i ragazzi ti considerano il loro eroe, ed è la verità. E' questo che sei. E anche gli adulti ti rispettano, perchè sanno quello che hai fatto per infiltrarti nel Monte e salvare i nostri compagni. Non vedi come ti guardano? Come ti parlano? Ti rispettano. E ti ammirano, anche. Tu ispiri le persone, Bellamy. Quando vogliono fare la cosa giusta, guardano te. Devi concederglielo. Non ti piacerebbe poter fare lo stesso? Non ti piacerebbe avere qualcuno da cui essere ispirato?"
Il giovane Blake strinse i pugni, poi chiuse gli occhi e lentamente uscì dalla stanza, senza dire una sola parola.
Octavia si voltò a guardare Lincoln. "Cos'ho detto?" Da qualche tempo lei e il fratello non erano più in sintonia come una volta, e questo la preoccupava.
"Lui ispira le altre persone, è vero. Ma ad ispirare Bellamy era Clarke, e adesso lei non c'è più."


Nota dell'Autrice: Anche in questo capitolo sono passati 8 giorni dalla sconfitta del Monte, perchè si ricollega al capitolo precedente. Ho voluto dedicare un po' di spazio a quello che i suoi compagni pensano dell'assenza di Clarke. Spero vi sia piaciuto :)
Ci aggiorniamo tra un paio di giorni,
Y**
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: Ystava