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Autore: Isidora Anadiomene    26/03/2015    2 recensioni
Ho deciso, per questa volta, di raccontare un'Ichigo diversa, un'Ichigo con un problema che accomuna molte ragazze e che ha accomunato anche me e che si fa ancora un po' sentire.
Il mio intento è quello di trasmettere speranza. Per una volta, voglio scrivere una storia, nella quale vinca la forza, perché, dopo il buio, ci possono essere la luce e la vita.
"Finché c'è vita, c'è speranza... per quanto amare possano essere le acque"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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#8.


La presenza di Reiko mise in crisi gli equilibri del Caffè in maniera abbastanza vistosa: Ichigo era spesso nervosa, facile alle lacrime e con lo stomaco ancor più chiuso del solito; Minto non si risparmiava dal guardare la nuova arrivata in cagnesco, nonostante si dimostrasse affabile davanti a lei; Zakuro l’aveva trovata leggermente irritante, nonostante avesse avuto il piacere di scambiarci due parole; Retasu temeva scioccamente di essere sostituita, poiché Reiko si era dimostrata un’abile cameriera, al contrario di lei che rompeva un piatto o un bicchiere al giorno; Purin, sempre favorevole a nuove amicizie, fu l’unica ad accettarla senza problemi.
Reiko era precisa e gentile con i clienti, non si lamentava, a differenza di Ichigo, degli incarichi che le venivano assegnati e appena poteva cercava di farsi notare da Ryou.
Ichigo faticava a sopportare il sorriso che la sua compagna rivolgeva al biondo, ma, allo stesso tempo, si rendeva conto di non poter di certo controllare i sentimenti degli altri.
Dal canto suo, Ryou sembrava trovarla simpatica, ma non si perdeva in atteggiamenti ambigui con lei e ciò non faceva che innervosire maggiormente Ichigo, che si perdeva costantemente nella paura che lui stesse nascondendo una leggera infatuazione.
Sbuffò, mentre ritornava in cucina a prendere l’ordine del tavolo 5, stanca delle sue elucubrazioni mentali e delle sue sciocche paure profondamente infantili.
 
Alla fine della giornata, Keiichiro chiese ad Ichigo di avvisare Ryou della sua imminente uscita e di ricordargli di provvedere ai rifornimenti di zucchero e caramello.
Ichigo sospettò di una mossa strategica in stile Akasaka, ma non disse nulla.
Quando salì in camera di Ryou, lo trovò intento a sistemare dei vestiti posti sul letto.
Lo trovava estremamente delizioso quando si impegnava in lavori domestici. Se la cavava anche bene in cucina, pensò. Si rammaricò del fatto che la voglia di assaggiare qualcosa di suo non fosse accompagnata da gioia.
“Ryou-kun, Kei-kun, mi ha detto di dirti che sta uscendo e che c’è bisogno di zucchero e caramello” gli disse.
Era quasi annoiata dal suo desiderio di passare del tempo con lui, perché avrebbe potuto indurla a cercare scuse per farlo rimanere con lui.
“Provvederò. Comunque, volevo dirti che… mi sono accorto che la tua amica ci sta provando con me e anche in maniera molto evidente. Lo sapevi che era interessata a me, quando l’abbiamo assunta?” il tono di Ryou era piatto.
Posò le maglie che aveva piegato nell’armadio e si parò davanti a lei a braccia conserte e sopracciglio inarcato. “Allora?”
Ichigo balbettò e si torturò le mani. “Sì, me lo aveva detto”
Ryou la guardò, assottigliando lo sguardo in un’espressione che suonava vagamente astiosa.
Ichigo non gli diede modo di controbattere: “Ryou-kun, erano settimane che ne cercavamo una! Che potevo dirle? Non arrabbiarti… puoi sempre ignorarla…”
“Mi ha chiesto di uscire” borbottò.
Ichigo lo guardò sconvolta. Non era possibile.
“Capisco. E tu cosa le hai risposto?”
“Che le avrei fatto sapere, perché non sapevo se fossi stato libero per quella sera”
Il tono di Ryou continuava ad essere neutrale. Odiava la sua fermezza.
“Si è fatto tardi, devo tornare a casa a studiare. Ci vediamo domani, Ryou-kun”
“A domani, Ichigo” le disse, guardandola con quei suoi occhi penetranti.
 
Due giorni dopo
Alla fine dell’ultima lezione della giornata, Ichigo fu fermata da Reiko.
“Ichigo-chan, oggi vai al Caffè?”
“No, ho il turno domani mattina. Tu mi sembra debba venire dopodomani nel pomeriggio, perché domani pomeriggio Zakuro c’è” disse in maniera noncurante.
Reiko si torturò le mani e Ichigo decise di toglierla dall’imbarazzo per concludere in fretta quella conversazione. Voleva tornare a casa per riposarsi e non pensare a nulla.
“Reiko-chan, devi dirmi qualcosa? Non farti problemi!”
“Ichigo-chan… ho chiesto a Shirogane-kun di uscire e inizialmente mi ha detto che mi avrebbe fatto sapere e poi…”
Ichigo la guardò perplessa, Reiko sembrava delusa.
“Mi ha detto che non può uscire con me, perché è innamorato di un’altra ragazza. Tu sai chi sia? Shirogane-kun mi piace davvero e non ho intenzione di arrendermi” disse con decisione, cambiando repentinamente atteggiamento.
Ichigo balbettò per lo stupore. Avrebbe voluto essere lei la ragazza della quale aveva parlato Ryou. Scosse il capo.
“No, non lo so, Reiko-chan. Io e Ryou-kun siamo amici, ma non fino al punto di farci questo tipo di confidenze”
 
Quando arrivò al Caffè, il giorno dopo, raccontò l’accaduto a Minto.
“Beh, potevi dirmelo tra una settimana! Cosa aspettavi?!”
“Per telefono non sarei stata precisa! Sono preoccupata, Micchan” sussurrò, spaventata dal fatto che qualcuno potesse udirle.
Minto le rivolse un’occhiata dubbiosa. “Tra te e Ryou, non so chi sia più tonto” borbottò.
“Ah? Che hai detto?” le chiese Ichigo che non aveva sentito bene le sue parole.
“No, no, nulla. Piuttosto muoviamoci prima che Ryou ci decapiti per il ritardo”
A dimostrazione delle previsioni di Minto, Ryou rifilò un’occhiataccia ad entrambe, alla quale la mora si premurò di rispondere con una linguaccia. Ichigo, notevolmente intimidita per la situazione, non lo guardò neppure, chinando il capo.
“Ichigo, puoi venire un momento?” le chiese inaspettatamente.
Ichigo gelò sul posto e lo seguì in camera sua. Voleva sprofondare.
“Com’è andata?”
“Bene. Abbiamo parlato un po’ in generale, venerdì prossimo parleremo della mia famiglia. Ha detto che devo tenere un diario, perché ho bisogno di buttare giù i sentimenti e le emozioni in modo da… non vomitare più”
Ryou annuì, sentendosi improvvisamente più sereno. “Ne sono contento”
Ichigo gli saltò al collo, mentre il suo profumo le obnubilava i sensi. Quanto desiderava che Ryou fosse suo per poterlo abbracciare in qualunque momento?
Ryou le strinse la vita. Quanto desiderava dirle ciò che provava?
Ichigo si staccò piano, colta dalla paura che lui potesse essere infastidito da tutti quegli abbracci così frequenti.
Le sembrò che lui le sorridesse quasi con amarezza dopo essersi staccata, ma non disse nulla.
“È tardi, le ragazze hanno bisogno di te” le disse improvvisamente inespressivo.
Ichigo annuì e scese al piano di sotto, sentiva il cuore in gola.
 
Nei giorni seguenti, Reiko dimostrò di non aver dato peso alle parole di Ryou e Minto ed Ichigo non poterono fare a meno di chiedersi da dove provenisse tale caparbietà. Come di consueto, Minto non aveva mancato di farle notare la sua mancanza di coraggio e quanto fosse sciocca ad avere paura. Ichigo non le prestò molto ascolto, ormai abituata a quei discorsi e soprattutto ormai convinta che le idee della sua migliore amica fossero distorte dal desiderio di vederla felice.
“Reiko è molto insistente, hai notato?” la voce calma di Keiichiro la colse di sorpresa e si ritrovò a guardarlo con stupore, mentre le si avvicinava e asciugava i piatti che lei stava lavando.
“Ho detto qualcosa di sbagliato?” proseguì il moro, accentuando il sorriso sardonico.
Ichigo si premurò di scuotere la testa, ma, se non andava errato, Keiichiro stava per dirle qualcosa che l’avrebbe mandata in crisi.
“Ryou-kun le piace davvero, è comprensibile” sussurrò, scrollando le spalle in quello che doveva sembrare un gesto noncurante.
“Ryou le ha detto di essere interessato ad un’altra ragazza, però” continuò Keiichiro, mettendo i piatti nella credenza.
“Se n’è lamentato anche con te? Non pensi stia esagerando? Insomma, prima o poi lo capirà. Non gli sta togliendo l’aria, Kei-kun! Perché la fa tanto lunga?” sbottò.
“La fa tanto lunga, perché è lei ad esagerare. Ieri sera, lo ha seguito con le sue amiche in un locale” spiegò pazientemente Keiichiro.
“Ah… beh, questo non potevo saperlo. Mi dispiace, Kei-kun, ma io non posso dirle che Ryou è infastidito dalle sue attenzioni. Non ho voce in capitolo e non siamo nemmeno tanto amiche”
Keiichiro rise sommessamente. “Ah, mia dolce Ichigo...”
La frase del moro venne bruscamente interrotta dall’arrivo in cucina di Purin che avvertì dell’ennesimo piatto rotto da Retasu.
 
 
All’università, Ichigo notò quanto Reiko fosse diventata schiva nei suoi confronti e decise di parlarle.
“Reiko-chan, c’è qualcosa che non va?” le chiese di punto in bianco, avvicinandosi a lei, mentre uscivano dall’edificio.
“Ichigo-chan, devo dirti una cosa. Mi sento incredibilmente stupida, perché mi sono comportata come una sciocca nei confronti di Shirogane-kun… lui mi piace davvero tanto, ma questo non mi giustifica”
Ichigo si inumidì le labbra e optò per quella che le sembrava la cosa migliore da fare.
“Reiko-chan, se Ryou-kun ti ha detto di essere innamorato di un’altra ragazza, non puoi continuare a soffrire così. Forse, non è il ragazzo giusto per te… o forse, lo è, ma non è ancora il vostro tempo. Perché non provi prima ad essere sua amica? Così potrai conoscerlo meglio e sapere se davvero ti piace” disse pacatamente, sperando di essere stata delicata.
“Ichigo-chan… io penso che Shirogane-kun sia innamorato di te”
Ichigo la guardò esterrefatta, prima di iniziare a scuotere ripetutamente il capo.
“No, no, no. Ma cosa dici, Reiko-chan? Ryou-kun e io siamo amici da quattro anni e..”
“Si vede da come ti guarda e forse anche tu lo sei di lui, ma hai preferito non dirmelo. Dimmi la verità, Ichigo-chan. Ad essere in errore sono io, non tu”
“Sì, sono innamorata di lui, ma lui non lo è di me, Reiko-chan, posso assicurartelo. Mi dispiace di non avertelo detto, ma mi era sembrato davvero inutile”
Reiko annuì e la salutò, dicendole che si sarebbero viste l’indomani al Caffè.
L’ipotesi che Ryou potesse realmente ricambiare il suo sentimento l’aveva sfiorata poche volte e solo per qualche secondo, il tempo di darsi della sciocca e ritornare a mentire.
Ryou poteva mai amare quella che lei considerava un mostro? C’era davvero qualcosa che valesse la pena amare in lei? Fu spinta dal desiderio di parlare con lui. Avrebbe avuto senso?
Quando chiamò Minto, raccontandole dell’accaduto, ricevette come risposta un “Cosa ti avevo detto?” che le suonò vagamente supponente. Minto le aveva ripetuto più e più volte che Ryou non aveva mai avuto nei suoi riguardi un atteggiamento amicale, ma lei non le aveva mai creduto. Da un lato, la sua insicurezza, dall’altro, la paura di deludere e intrappolare Ryou con il suo amore. Amarlo poteva fargli del male? Se l’era chiesto scioccamente così spesso.
 
Quella sera, quando rincasò, Ryou non poté fare a meno di chiedersi cosa ci facesse Ichigo, alle undici di sera, seduta ad uno dei tavoli con un’espressione ansiosa e dubbiosa in volto.
“Ichigo, cosa ci fai qui? È successo qualcosa?” le chiese, stupefatto.
Ichigo scosse il capo, alzandosi in piedi e torturandosi le mani.
“Io… scusami, Ryou-kun, è che… non so perché sono venuta qui, a dire il vero” pigolò, incerta.
Ryou tentò di sfidare la sorte. “Volevi dirmi qualcosa?”
Ichigo sgranò gli occhi, sentendosi scoperta. “Io… posso rimanere un po’ con te, Ryou-kun? Se domani devi alzarti presto, non fa niente! Non voglio infastidirti” balbettò.
Ryou sorrise e le arruffò i capelli. “Domani avevo in mente di riposarmi, quindi non preoccuparti. Piuttosto che ne dici di un the? L’altro giorno, ho comprato un infuso molto buono”
Ichigo annuì e lo seguì in cucina senza proferire parola. Era una situazione nuova, quella. E strana. Strana e nuova. Si chiese per quale ragione la agitasse e la tranquillizzasse al tempo stesso.
“Come mai sei così silenziosa? Si sta quasi bene senza il tuo continuo parlare…” disse malizioso, Ryou, guardandola di sottecchi, con la speranza di scatenare una delle solite reazioni fintamente nervose e giocose di Ichigo.
Il suo intento andò a buon fine, perché Ichigo gonfiò le guance, indispettita, e gli rifilò uno spintone ben poco delicato.
“Ah, sei sempre così dolce con me, Momomiya” sospirò, passandole la tazza di the fumante e ridacchiando.
“Io sono sempre dolce con te, Shirogane! Non hai di che lamentarti!” trillò, sentendosi un po’ più sicura nello scherzo.
Lo scherzo con Ryou era un porto sicuro per non cadere nella paura del rapporto con lui. Quell’approccio giocoso la rassicurava.
“Ryou-kun” disse improvvisamente seria, attirando lo sguardo di lui che si fece perplesso. “Grazie di non… di avermi fatto rimanere. Stavo tornando a casa, ma i miei genitori sono fuori città e torneranno stanotte e… io non volevo stare sola” disse a bassa voce, abbassando lo sguardo sul the e godendo del contatto caldo con la tazza bollente.
“Ichigo, puoi venire tutte le volte che vuoi, quando non vuoi stare da sola. Troveresti me o Kei e sai che ci fa piacere averti qui”
Ichigo si adombrò. Ryou non aveva colto ciò che lei avrebbe voluto dire ed era comprensibile, lei non riusciva mai a spiegarsi. Per lui, non faceva differenza che lei desiderasse stargli accanto.
Lo osservò girare il cucchiaino nel the e poi riprendere a guardarla.
“Ryou-kun… ho vissuto nell’idealità di Masaya e di tutte le mie convinzioni e adesso stanno crollando tutte. Mi sento più… leggera, perché sto cercando di liberarmi, anche se con tanta difficoltà, dai miei schemi mentali, ma ho tanta paura”
“Di cosa hai paura?”
“Quanto sono pesante, Ryou-kun! Sto diventando davvero noiosa!” disse, cercando di dissimulare il tormento che la sconvolgeva.
“Questi continui paragoni tra il tuo peso e la tua personalità sono sbagliati, Ichigo. Non è da persone pesanti parlare della propria interiorità. È chiaro che non bisogna esagerare, ma tu devi parlare. Se ti fa sentire meglio, anche io ho il mio brutto carattere, no?”
“Oh e che brutto carattere! Devi fare sempre l’antipatico e il misterioso” rise Ichigo.
“Dimentichi che sono anche leggermente permaloso e molto dispotico” disse Ryou, fingendosi serio, ma scoppiando subito dopo a ridere.
Ichigo lo guardò di sottecchi, arrossendo un poco. “Ti ricordi quando i primi tempi battibeccavamo sempre?”
“Lo facciamo tutt’ora, Ichigo” le rispose, ridendo ancora più forte.
“Guarda che la situazione è cambiata! Eravamo insostenibili e tu eri davvero insopportabile. Non hai idea di quante volte ho ardentemente desiderato di darti un pugno!”
“Siamo anche indubbiamente cresciuti, ma il battibecco non mancherà mai” sussurrò, improvvisamente Ryou, scoccandole con l’indice un colpetto leggero sulla fronte.
Ichigo lo scansò via, mettendo su una finta espressione infastidita che si tramutò subito in un ampio sorriso. Si sentiva così serena lì con Ryou. Era come se il resto del mondo non esistesse e, con esso, tutte le sue ansie e le sue paranoie. Ryou era in grado di spazzare via i suoi pensieri negativi. Si sentiva la vecchia Ichigo spensierata di un tempo.
Quando si salutarono, ci fu un momento di imbarazzo che Ichigo provò a scacciare dandogli una carezza sul braccio e allontanandosi bruscamente. Ryou mosse un passo verso di lei, ma lei si allontanò di corsa balbettando un “a domani”.










Anadiomene.
Salve! Spero che il capitolo vi piaccia. E' un po' una transizione... in attesa di qualcosa che verrà dopo :)
Grazie a tutti coloro che seguono questa storia, è una grande gioia per me! Un bacione!

 
  
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