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Autore: NaRayquaza    27/03/2015    0 recensioni
Una ragazza è sparita, un'altra è tornata. Una porta si è aperta.
La Soul Society interviene, ma non riesce a fare nulla. Spetta ad Ichigo salvare i suoi cari prima che sia troppo tardi e l'antico e leggendario Guardiano del Tempo si risvegli.
Premessa: racconto la storia in prima persona cercando di immedesimarmi nei pensieri di Ichigo e mantengo i suffissi onorifici giapponesi ove necessari (esempio: Ichigo chiama "Rangiku-san" Matsumoto nell'anime, portandolo per iscritto tendo a spingere il lettore a immaginarsi meglio la voce di Ichigo dire quella parola con il giusto tono).
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Misteri


03:15.
L'orologio parlava chiaro.
Toushirou sedeva alla mia destra a gambe incrociate e braccia conserte, gli occhi chiusi, Rangiku invece sedeva sulle ginocchia alla mia sinistra e guardava il soffitto pensierosa.
Io anche ero seduto a gambe incrociate.
Eravamo tutti riuniti attorno al solito tavolino dell'Emporio Urahara dove solitamente discutevamo sul da farsi quando si presentava una nuova minaccia. Urahara Kisuke era il proprietario, un uomo alto e vestito di verde, portava sempre un cappello da pescatore a strisce bianche e verdi e dei sandali, e il suo ventaglio lo accompagnava ovunque come il suo bastone da passeggio, con la differenza che dentro di esso vi era però custodita Benihime, la sua Zanpakutou.
Le Zanpakutou sono le spade degli Shinigami, esse nascono con il proprio Shinigami e muoiono con esso. Sono una seconda identità del nostro io. Solo il padrone di una Zanpakutou può parlare con essa e, imparando il suo nome, può diventare più forte.
Sì. Urahara era uno Shinigami tempo fa. Non chiedetemi come ha fatto ad arrivare qui.
«Quindi» Urahara parlò con il suo solito tono da persona colta e saggia, aprendo il suo ventaglio «Kuchiki-san è sparita e in compenso avete trovato il suo gigai ferito a morte davanti casa di Kurosaki-san?».
«Già» risposi io. Avevo usato il distintivo da Sostituto Shinigami che Ukitake-san, il Capitano della Tredicesima Brigata, mi aveva dato nella Soul Society per uscire dal mio corpo e diventare Shinigami. Faccio sempre così quando c'è un lavoro da sbrigare, e lascio il mio corpo qui al Negozio Urahara. Indossavo anche io il kimono nero, e sulla schiena portavo Zangetsu, la mia Zanpakutou.
Zangetsu è una Zanpakutou a rilascio continuo, ovvero non torna mai ad essere come una normale katana. A dirla tutta, la mia spada nello Shikai, la forma rilasciata, ricorda vagamente un grande coltello da cucina.
«Non so molto al riguardo» riprese Urahara «Ma per quel buco dimensionale di cui parlate» Urahara si fece serio, chiuse il ventaglio e mi guardò dritto negli occhi «Kurosaki-san» fece il mio nome con un tono totalmente diverso dal precedente.
Io rimasi in attesa. Poi: «Cosa?».
Urahara sorrise e disse: «Niente, niente» si rivolse poi agli altri due «Consiglierei di iniziare a cercare vicino alla ruota panoramica. Se i miei calcoli sono giusti, lei dovrebbe trovarsi lì».
«Lei?» chiesi io «Intendi Rukia?».
Urahara non mi rispose, ma si limitò ad aggiungere: «Da un po' Yoruichi-san sta facendo delle ricerche al riguardo» poi si alzò e si avviò verso la stanza affianco, dandoci le spalle; poi si fermò «Kurosaki-san, potrai anche averla dimenticata, ma noi non la abbandoneremo».
«Dimenticata?» ero piuttosto irritato, per questo alzai la voce «Cosa stai dicendo? E' da quando è andata via che penso a lei!» ignorai lo sguardo di Rangiku, che aveva una faccia da “Rivelazione! A Ichigo piace Rukia!”.
Urahara ridacchiò compiaciuto «Hai dimenticato» disse poi girandosi e aprendo il ventaglio, mentre il cappello gettava ombra sugli occhi, nascondendoli, e la bocca si allargava in un largo sorriso «Ma non preoccuparti, è normale».
«Urahara» intervenne Toushirou «Cosa stai blaterando?».
Urahara tornò sui suoi passi, aggiungendo una sola parola «Shinenju».
Toushirou fece sgranò gli occhi per un attimo, incredulo, poi tornò serio e chiese: «Cosa c'entra lo Shinenju con tutto questo?».
«Lo scoprirete presto» rispose Urahara alzando la mano, continuando a darci le spalle.
«Shinenju?» chiesi io, mentre Urahara apriva la porta per andare nell'altra stanza «Che cos-» e tutto ad un tratto mi venne un capogiro.
Portai una mano alla testa, che mi bruciava.
Shinenju.
Dove avevo già sentito quel nome?
Era così familiare...
Eppure...
«Non abbiamo tempo per questo» dissi alla fine, tornando in me «Dobbiamo salvare Rukia».
Feci per alzarmi quando il capogiro tornò, stavolta più forte di prima, e caddi...
Caddi in un'oscurità infinita...
Caddi in un vuoto tetro...
Caddi... nell'Emporio Urahara. Con me c'erano Toushirou e Rangiku, ma erano entrambi alla mia sinistra, e c'era anche il signor Tessai, un uomo alto e massiccio con i capelli da rasta, gli occhiali da sole e dalla carnagione scura, che girava delle pagine illustrate di un album da disegno. Urahara stava parlando ma non lo sentivo.
Nelle pagine dell'album c'erano strane forme. Una indicava la Soul Society e un'altra indicava il Mondo dei Vivi, ma quella al c'entro... cos'era?
Lentamente tutto si offuscò, ed io iniziavo a sentirmi pesante, seppur mi rendevo conto di essere sdraiato sul pavimento di Urahara.
Aprii gli occhi e vidi la faccia di Toushirou «Kurosaki» fece lui con tono scocciato «Ti senti bene?».
«S-Sì» risposi io, mettendomi a sedere «Un capogiro».
«Inizi a ricordare» disse Urahara sbucando da dove era entrato prima e guardandomi dritto negli occhi.
Ce ne andammo dal negozio e ci dirigemmo verso la ruota panoramica di Karakura Town. Sopra di essa si poteva vedere tutta la città.
«Ichigo» fece Rangiku «Cosa potrebbe c'entrare questa ruota panoramica con Rukia? E' molto piccina, quindi potrebbe essere che sia venuta qui per sentirsi più alta?».
«Ehi...» dissi io guardandola con una faccia a metà tra l'abbattuto e il sorpreso.
«Zitti» disse Hitsugaya subito dopo «C'è qualcuno» estrasse Hyorinmaru, la sua Zanpakutou «Fatti vedere!» aggiunse poi.
Silenzio, e poi...
Reiatsu. Tantissima reiatsu mi schiacciava.
Guardai i miei compagni ed anche loro avevo la testa e il corpo chinati, gli occhi socchiusi, per la potenza di quella forza spirituale che ci opprimeva.
«Cosa diavolo è» chiesi io con la voce tremante «Questa... reiatsu...?».
Caddi a terra schiacciato da quella potentissima reiatsu, seguito da Rangiku e Hitsugaya.
Poi la ruota panoramica iniziò a girare da sola. Alzai la testa per vedere meglio ma girava al contrario rispetto alle altre volte. Cosa diamine stava succedendo?
E poi lo vidi.
Perfettamente rotondo come il buco sul petto di un Hollow, un buco si aprì dal nulla. L'interno, dapprima nero, stava prendendo colore.
Nel giro di dieci secondi i colori erano comparsi tutti, ed ero già riuscito a mettere a fuoco un piccolo corpo disteso a terra su un pavimento di sabbia; la faccia era visibile solo per metà e l'occhio che si vedeva era socchiuso. I capelli di quella persona erano neri e partivano dalla testa fino ad arrivare al collo, per poi dividersi in diverse “punte” che scendevano giù sulla schiena per qualche centimetro.
La ragazza indossava un kimono nero da Shinigami e stringeva nella mano destra una bellissima katana bianca con un nastro altrettanto bianco attaccato alla fine dell'elsa che si estendeva per uno o due metri.
«Rukia» chiamai io convinto, la mia faccia dipinta da un'espressione sorpresa e terrorizzata allo stesso tempo «Rukia!» chiamai di nuovo, mentre la reiatsu continuava a schiacciarmi sempre di più. E ancora. E ancora. Alla fine urlai con tutte le mie forze: «RUKIA!».
Vidi Rukia alzarsi di scatto e spalancare gli occhi e guardare proprio verso di me.
La reiatsu sconosciuta però era talmente potente che mi fece perdere i sensi.
L'unica cosa che ricordavo erano i suoi bellissimi occhi blu che rispondevano al mio sguardo, mentre pensavo “Chissà se quel buco le ha permesso di vedermi... Spero di no, non vorrei che mi avesse visto finire così per una misera reiatsu nemica...”.
«Rukia!» mi alzai di scatto, e sentii che la mia testa urtò contro qualcosa.
«Ahia!» si lamentò Rangiku, facendosi da parte e iniziando a massaggiarsi la fronte «Bel ringraziamento verso chi cerca di svegliarti dolcemente sussurrandoti nell'orecchio».
«Cosa... stavi facendo?!» chiesi io imbarazzato «E dov'è Rukia?» mi guardai intorno e non c'era nemmeno Hitsugaya «E Toushirou?».
«E' andato dietro una ragazza» rispose Rangiku alzandosi in piedi «E' comparsa all'improvviso e ci ha attaccati non appena si è chiuso quel buco».
«Una ragazza?» mi alzai anche io.
Rangiku annuì «Era bassina e indossava un kimono nero da Shinigami» spiegò poi «Portava dei capelli di media lunghezza e di un colore violaceo, mentre i suoi occhi erano grandi e arancioni».
«Vi ha feriti?» chiesi subito.
«No» rispose la donna «Non appena sei svenuto la reiatsu che ci opprimeva è sparita e sia io che il Capitano siamo riusciti a rimetterci in piedi senza problemi» Rangiku mi diede le spalle e si allontanò di qualche passo. Poi si voltò con una faccia beffarda dicendo: «Sei piuttosto deboluccio, Ichigo. E' solo una semplice reiatsu».
Non risposi.
Quando mi provocano tendo a zittire il soggetto con un tono di voce duro, ma stavolta non dissi nulla, ma mi limitai ad abbassare la testa.
«Oh?» Rangiku si avvicinò e si chinò per guardarmi dritto negli occhi da sotto «Ehi, ehi» disse poi «Stavo scherzando, non prendertela».
«No» dissi io, continuando a guardare in basso «E' solo che...» mi interruppi.
«Solo cosa?» Rangiku tornò dritta.
Io alzai la testa e sorrisi debolmente «Niente» dissi poi «Raggiungiamo Toushirou».
Cosa mi stava succedendo? Anche stavolta avevo visto delle cose, ma ho solo un ricordo impresso nella mente, a differenza di quando eravamo da Urahara.
Non sentivo voci, vedevo solo scene che mi sembrava di aver già visto.
E quella ragazza... Una tipa bassa, Shinigami, capelli violacei di lunghezza media, occhi grandi e arancioni... Dove potevo averla già vista?
I miei pensieri furono interrotti dal ritorno di Hitsugaya «L'ho persa» si limitò a commentare «Dannazione».
«Come ha fatto a perderla?» chiese Rangiku, incredula.
Hitsugaya la guardò storto dicendo: «Non lo so, la stavo inseguendo e tutto ad un tratto delle foglie autunnali mi sono arrivate in faccia».
Foglie autunnali.
Dove...?
Dove?
Poi mi balenò in mente un'immagine.
Mi venne un tuffo al cuore.
Una lacrima mi scese lentamente dall'occhio destro.
Poi una dall'occhio sinistro.
«Uh?» Hitsugaya si girò verso di me «Kurosaki, cosa succ- Ehi, aspetta!» iniziai a correre verso casa, dovevo assolutamente verificare una cosa.
   
 
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