Rieccomi!
Scusatemi per il ritardo,
spero che abbiate letto l’avviso! Purtroppo il mio amato pc ha scelto ilo momento
meno opportuno per dare problemi…
Comunque, spero che questo
cap sia di vostro gradimento!
Grazie mille a:
Vero1star: Andrea e Deb
insieme? Mmm… Si vedrà nei prossimi cap, credo, ho la bocca cucita… ihih! E comunque
hai perfettamente ragione, Robert Pattinson è uno strafigo!
Angel Texas Ranger:Ehh, mi sa
proprio che Deb al momento non prova niente per Niko mentre Andrea è un carissimo
amico, una presenza fondamentale… anche io adoro Twilight, è stato un film
stupendo!
95_angy_95:Cos’ha lo zio Max
lo scopriremo in questo cap! Andrea cotto di Deb? Chissà…! Come hai detto tu lo
scopriremo nei prossimi cap!
_New_Moon: Ciao e bentornata!
Grazie mille, ora mi fai arrossire… ^^ Comunque anche per me Twilight è stato
stupendo, non vedo l’ora di vedere il prossimo film!
Spero di aggiornare sabato…
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!
la vostra milly92.
Capitolo 25
Quando la sincerità bussò al Loft di Music’s Planet
La domenica si annunciò
diversa dal solito: normalmente la trascorrevamo in giardino e a preparare il
mega pranzo domenicale , invece quella settimana tutti provavano i due brani
assegnati, dato che non c’era nessun minuto da perdere, e per questo Maria e Sandro
ci convocarono in sala prove.
“Non dobbiamo perdere nessun minuto, due ore di prova in più prima di quelle in studio non potranno che giovarci” annunciò decisa Maria, mentre Niko e Rossella annuivano.
Era una tortura per me dover
stare lì, in rappresentanza di una persona di cui la mia stima nei suoi
confronti oscillava tra lo 0 e il -10.
Ci eravamo scambiati solo
un’occhiata truce, cioè, l’occhiata truce era stata la mia, lui mi aveva risposto
solo con un cenno scocciato.
“Su, baldo giovane, inizia tu
con “Bella stronza” di Masini” fece Sandro,
facendo partire la base.
Cavolo. La faceva benissimo.
Era intonatissimo…
“Niko,sai che oggi proverai la coreografia con una ballerina?” rise Maria giuliva. “E’ perfetta per questa coreografia”
Feci una smorfia,
immaginandomi la scena: beh, dopo quello che aveva fatto con me non doveva
essere un problema fare una coreografia con una ballerina davanti a milioni di
persone. Invece lui rimase interdetto, dicendo “Mannaggia!”
“Cosa c’è, Debora, non ti va bene?” chiese Maria, scrutandomi. Di sicuro si riferiva alla mia smorfia.
“Ma no, anzi, direi che va benissimo, dopotutto Niko ultimamente sta prendendo una certa confidenza con le telecamere” sogghignai, ricevendo un’occhiataccia colpita da parte sua.
Alla fine delle prove così me
ne uscii rapidamente dalla sala prove, respirando finalmente un po’ di aria di
libertà dopo tutta quella tensione. Mancava poco a mezzogiorno, così me ne
andai sul terrazzo del salotto, decisa a starmene per conto mio a causa di
tutta quella stizza.
“Senti, piantala!”
Sobbalzai, trovandomi di fronte un Niko decisamente nero di rabbia. Nel frattempo mezzo loft si stava riunendo nel salotto a causa del termine delle prove.
“Prego?” domandai, decidendo
di far finta di non aver capito.
“La devi smettere di fare
battutine del cavolo davanti a Maria! Cioè, che cazzo voleva dire quella
battutaccia circa le telecamere…?” urlò,
facendo girare qualcuno che se ne stava nel salotto.
Era troppo, a dir la verità.
Non ce la feci più, così esplosi anch’io. “Vorresti dire che non è vero?! Mi
sono scocciata, ultimamente sei un falso della Madonna! E non mi riferisco solo
a quel fatto! Fai tante scenate, fai
il timido, il bravo ragazzo, e poi alla fine fai l’esatto contrario pur di
raggiungere i tuoi scopi! La prossima volta veditela da solo o almeno sii
onesto, stronzo!” urlai di rimando, sentendomi quasi febbricitante a causa
del’ira.
Ci lanciammo un’occhiata
furente, prima che lui ribattesse: “Siamo in tv, non al premio Nobel per
l’onore e la lealtà! Sono qui per far carriera, non per dar conto ad una
sedicenne psicolabile!”
“Come mi hai chiamata?!”
esclamai, sentendo un forte istinto di mollargli un ceffone, un calcio, un
pugno… qualsiasi cosa gli facesse davvero male come lui lo stava facendo a me.
“Sedicenne psicolabile, ecco
quello che sei! Se fossi stata diversa te ne avrei parlato, ti avrei detto…”
“Sapevi che ti avrei detto di
no perché, come dicevi tu fino a poco fa, “Non sono come tutte le altre”! Sai
come sono fatta! E’ nella mia natura!”
Ormai riuscivamo a stare
fermi con non poca difficoltà, entrambi rossi come peperoni.
“Ma stai zitta, quelle erano
tutte cose che ti dicevo per ammorbidirti…” dichiarò sprezzante, facendomi rimanere
zitta. “Era tutto scritto nel mio copione! Tutti qui ne abbiamo uno, e la prima
ad averlo qui sei tu, che vuoi fare la brava ragazza ma che alla fine tradisci
le persone una ad una non appena vedi che hanno capito come sei fatta
veramente!”
Ormai le persone in salotto
iniziavano a guardarci preoccupati.
“Finiscila, non è vero…”
protestai, quasi senza avere più la forza di ribattere.
“Certo che è vero! Forse
all’inizio potevo essere sincero, ma dopo no, ho dovuto recitare, cosa potevo
mai fare? Vuoi capire che quando usciremo qui fuori non ci rivedremo più?”
Davanti a me vedevo un
cortometraggio infinito… Io che arrivavo, che ci presentavamo, che piangevo,
lui che mi consolava…
“Ok, come vuoi!” sbottai,cercando
di non piangere e di mantenere un certo contegno . “Spero per te che tu sia
felice della fine di quella che credevo un’amicizia! Anzi, di più! Mi ero
illusa, tu mi piacevi, e molto, ed io mi ero solo illusa… Stai tranquillo, ora
nella mia vita non conti più nulla, verme viscido!” urlai, allontanandomi con
passo d marcia, ignorando le occhiate di tutti fissi su di me.
Ero finita dopo quella
litigata. Finita. Ogni legame era stato spezzato, non potevo fingere che
andasse tutto bene, facevo meglio ad andarmene a casa…
Avevo voglia di chiudermi
nella stanza e non uscirne più, ma mi dissi che non gliel’avrei voluta dare
vinta e che dovevo dimostrami forte. Per una volta avrei dovuto fingere anch’io
come aveva fatto lui per così tanto tempo. Mi sentivo male, non potevo credere
che tutti quei giorni trascorsi, quei sorrisi, quelle chiacchierate, quei
momenti, fossero tutti falsi.
Anche lui si presentò a
pranzo, insieme a Max.
“Max, finalmente!” dissi. Che
stupida, avevo quasi dimenticato la sua presenza presa com’ero da quella
situazione.
Abbozzò un sorriso in mia
direzione prima che mi ci avvicinassi. “Come stai? Ma cosa è successo?”
“Scusa ma non mi va di
parlarne” mi ripeté come il giorno precedente, prima di alzarsi e prendere
qualcosa dal frigo.
Ancora più sconsolata,
ritornai al mio posto, tra Francesco ed Andrea. Niko se ne stava dall’altra
parte, intento nello scherzare con Vincenzo come se niente fosse. Sospirai
affranta, dicendomi chi me l’aveva fatto fare di partecipare.
“Ho saputo della litigata”
fece Andrea dopo pranzo, mentre ce ne
stavamo sul divano a vedere Lara e il suo life coach Alessandro fare una lotta
con i cuscini.
“Dovevi vederla” sbuffai.
“Su, intanto alla fine hai
avuto tu l’ultima parola” mi ricordò.
“E che voci circolano? Cosa
dicono? Che gli ho mollato un pugno sul naso e un calcio nei paesi bassi?”
sbottai affranta, mentre Lara cadeva a causa di una cuscinata bene assestata e
rideva. Come avrei voluto essere al suo posto!
“Lo hai fatto?” esclamò Andrea,
voltandosi a guardarmi con un’aria di ammirazione.
Lo guardai anch’io, alzando
le sopracciglia. “E ci credi pure?! Magari lo avessi fatto… Mi sono
trattenuta…”
Gli raccontai tutto per filo
e per segno, lasciandolo allibito.
“Tu che sei un cantante e che
sei qui per far carriera… La pensi così? Cioè… Per te oltre alle prove e le
esibizioni, il resto è tutto superfluo? I legami al di fuori di qui non
conteranno più?” gli domandai, decisa a conoscere l’opinione di qualcun altro e
sperando che fosse sincero.
“No! Cioè, io sono venuto qui
con gli altri tre per provare a fare successo, ma alla fine stando da due mesi
qui è ovvio che ho legato… anzi, fin
troppo… E una volta uscito, beh, cercherò anche di coltivare le amicizie
oltre che a fare qualsiasi altra cosa lavorativa! E poi” aggiunse, facendo una
faccia seria, “Non ho mai recitato un copione e cose simili, e dubito che lo
stiano facendo gli altri. Mi ha deluso, lui che sembrava il più vero!”
Annuii alle sue parole più
serena: almeno lì in mezzo c’era qualcuno più… normale!
“Sai, resta il fatto che devo
combinare qualcosa, non posso essere la life coach di uno con cui non parlo!”
ragionai tristemente.
Andrea annuì, pensieroso.
“Potreste fare una tregua… Nel senso non siete amici ma vi limitate ad un
rapporto professionale, tipo parlare nelle prove o cose simili”
Era un’idea, certo, ma dopo
lo scontro di quella mattina non sarei riuscita a fargli nemmeno un “ciao”
senza lanciarli un’occhiata assassina.
Eppure mi resi conto di
quanto fosse importante quel consiglio quel pomeriggio, alle prove nello
studio.
Christian, il coreografo, gli
spiegò la coreografia con la ballerina, una tipa mora magrissima. La
coreografia più che altro consisteva nel camminare su e giù per il palco e poi
tenersi stretta la ballerina o farle una carezza ogni tanto.
Ma non funzionava. Si dimenticava
le parole della canzone e i passi. Alla fine, dopo mezz’ora di sbagli continui,
Maria si alzò dalla sua postazione.
“Ma che ti succede?” gli
chiese sghignazzando, mentre lui si era seduto sul divano su cui doveva stare
la ballerina durante la canzone.
“No, è che… Niente, così,
tutti questi occhi puntati su di me…” si giustificò.
Alla fine riprese a provare,
mentre mi si avvicinò Daniele.
“Tutto bene?”
“Si, certo” dissi sarcastica,
prima di aggiungere un sentito: “Puozz
carè!” sottovoce, che in dialetto napoletano vuol dire: “Che tu possa
cadere!”, poiché mi aveva appena lanciato un’occhiata di disapprovazione
vedendomi parlare con Daniele mentre provava.
E, quasi come per magia, tre
secondi dopo inciampò sul palco, cadendo quasi a faccia per terra, facendo
scoppiare a ridere tutti i presenti.
Daniele era scioccato, mi
guardò con un’aria simile alla venerazione.
“Non ci capisco molto di
napoletano ma… Voleva dire “cadi” o qualcosa simile?” disse ridendo.
“Si! Oddio!” risi, mentre Maria
si alzava e gli andava vicino ridendo come una pazza.
“Sei una strega! Una maga!”
esclamò Daniele. “Sei il mio mito!”
Sorrisi incredula, e alla
fine, dopo le prove in cui mi costrinsi a dare un discreto parere, raggiunsi
gli altri dietro le quinte. Ormai avete imparato che per me, in quel momento,
“altri” stava a dire “Gold Boyz” o, meglio, soprattutto Andrea.
“Ragazzi, se sapeste cosa è
successo!” iniziai, ridendo ancora.
“Oh, Deb!” esclamarono insieme,voltandosi
verso di me. Stavano provando per l’ultima volta il loro brano in inglese.
“Oh, scusate, continuate, vi
dico dopo!” mi congedai con un sorriso.
“Deb!”
Era ancora Daniele, mi stava
raggiungendo sorridente.
“Daniele” feci.
“Cosa fai qui?”
“Perdo tempo, no?” risposi,
mentre Dante e Francesco si davano la colpa a vicenda con ripetuti: “Hai
sbagliato tu, hai ripetuto il ritornello due volte!” e “No, la seconda volta
devi cantare più forte!”.
“Si, anche io” mi guardò,
quasi come se fosse imbarazzato. “Ma ti immagini quando ritorneremo a scuola?”
aggiunse, come per fare conversazione.
“Tutti ci odieranno, noi stiamo qui a divertirci e loro lì a sgobbare!”
“Divertirci? Ultimamente ne
dubito, almeno per me” dissi, ritornando a pensare a tutta quella storia.
“Scusa, non volevo…” si scusò
arrossendo.
“Figurati, collega” ribattei,
cercando di alleggerire l’atmosfera. Notai che i Gold Boyz avevano terminato,
così dissi: “Vieni, devo raccontargli della caduta!” e lui accettò con un
sorriso.
“Allora, cosa dovevi dirci?”
chiese Giuseppe, allacciandosi una converse.
“Se ve lo dico non mi
credete” iniziai sorridendo come una scema.
“Si” diede man forte Daniele,
“Abbiamo una strega qui!”
Gli altri ci guardarono senza
capire, e alla fine mi decisi a spiegare: “In poche parole prima, alle prove di
Niko, lui stava provando la coreografia di Bella stronza con una ballerina, e all’improvviso mi ha
lanciato un’occhiataccia, così ho detto sottovoce: “Puozz carè!”, che in
napoletano vuol dire: “Che tu possa cadere…”
“E indovinate cosa è
successo?” fece Daniele.
“Cosa è successo?” chiese Andrea.
“E’ caduto per davvero tre
secondi dopo!” esclamai, scatenando le risate generali.
“Wow, mi raccomando, non
scagliarci mai nessuna maledizione!” dichiarò Francesco ridendo.
“Ci proverò” ironizzai.
“Salve ragazzi”
Era Max, che sorrideva a
stento. Lo guardammo sorpresi, e lui si giustificò con un: “Scusate ma… Il mio
comportamento è dovuto al fatto che forse il mio matrimonio salterà!”
Rimanemmo sconcertati,
increduli a ciò che aveva appena detto.
“Ve lo sto dicendo per
evitare altre domande… La verità è che Rossella venerdì... ci ha provato… con
me… Ed io ci sono cascato come un ragazzino. E lì, al CPM, lavora il fratello
di Beatrice che mi ha detto di aver visto tutto grazie alle telecamere…” si
fermò, sospirando, come se gli costasse la vita pronunciare quelle parole. “…
Ed io glielo dirò martedì…”
Il più sconvolto lì era Andrea,
che aveva avuto la conferma delle sue ipotesi.
“Oh, Max…” borbottai,
mettendogli una mano sulla spalla e con gli occhi lucidi.
Lui scrollò le spalle, con
gli occhi lucidi. “Perciò scusatemi se sono stato assente… Ci vediamo a casa”
disse, allontanandosi e lasciandoci lì, zitti.
“Alla faccia di Ross, ma è impazzita?” iniziò Giuseppe.
“Intanto ci avevo
azzeccato” sbottò Andrea.
“Fratè, non ci pensare che
una così è meglio perderla che trovarla!” rispose Dante.
Io me ne stavo zitta,
incapace di proferire verbo, incredula. Possibile che Max si fosse lasciato
andare? Era l’unico caso in cui accettavo un tradimento: lui amava Beatrice,
altrimenti non se ne sarebbe pentito.
Poco dopo ritornammo nel
loft, chiusi in un silenzio imbarazzante. Ce ne stavamo nel salotto tutti
zitti, ognuno immerso nei propri pensieri. Ci scambiavamo occhiatacce,
occhiate, sguardi… Senza proferire parola.
Alla fine, dato che tutti gli
sguardi si riversavano su Rossella, lei si alzò decisa.
“Basta! Piantatela di
guardarmi! Lo so che ho sbagliato, ma le cose si fanno in due, no? So che in
quel momento ho tradito il mio ex con un uomo che stava per sposarsi, ma ora
basta! Quel che è fatto è fatto! Ognuno di noi qui aveva qualche segreto o cose
simili! O volete dirmi che non è vero?” scoppiò, alzandosi dal divano e
guardandoci uno ad uno.
Nessuno rispose.
“Bene. Facciamo così, ognuno
di noi ora dirà agli altri qualche segreto, e vedremo se sarò ancora l’unica ad
essere guardata così!” aggiunse, con
un’occhiata di sfida.
All’inizio nessuno parlò, poi
Claudio si alzò, aggiustandosi gli occhiali sul naso. “Io ho una cotta segreta
per Debora” disse, scatenando le risate generali. Tutti mi guardavano ed io
feci una mezza smorfia, dato che non era una novità.
“Ok, grazie Claudio, almeno
tu hai avuto il coraggio” fece Rosella con un breve sorriso.
“Io una volta, a ventotto
anni, mi innamorai di un diciassettenne” aggiunse Angela alzandosi.
“Io all’inizio odiavo far
parte del mio gruppo!” si aggiunse Vincenzo.
Dopo qualche faccia colpita
da parte di qualcuno del suo gruppo , ad alzarsi fu Dante che disse: “Non
sopporto essere così riservato a volte e non essere una faccia conosciuta del
mio gruppo”,lasciando gli altri tre a bocca aperta.
Le varie notizie lasciavano
ognuno un po’ sconvolti, facendo alternare il silenzio per la sorpresa a
qualche commento.
Cosa dovevo fare? Il cerchio
si ristringeva sempre di più ed io ero rimasta senza dire nulla insieme ad
altri pochi.
“Mi sono preso una cotta in
queste settimane, e non mi riferisco a Rossella” rivelò Andrea alzandosi, dopo
aver fatto un bel respiro.
“All’inizio non sopportavo Luke”
fece Giuseppe.
“Una volta, a diciotto anni,
mi misi con una trentenne… sposata” fu la risposta di Francesco.
Segreti dopo segreti, mi
decisi di fare qualcosa. Tutti mi guardavano, come ad invitarmi a dire la mia.
Tremante, mi alzai, sentendo le gambe cedere da un momento all’altro.
“Io… Beh, io più che altro mi
sento di essere una persona un po’ superficiale al momento. La cosa che vi dirò
non è nuova, scommetto che già la sapete… A me piaceva Niko, e ho fatti i
provini per conoscerlo, altro che life coach… Mi sento superficiale perché dopo
il litigio, beh, ho capito che era solo apparenza” dissi,sedendomi subito.
Avrei tanto voluto coprirmi la faccia con le mani, ma mi dissi di rimanere
ferma, fingendo che non m’importasse nulla.
Ma, stranamente,partì una
serie di applausi da parte di tutti tranne Niko che mi squadrava in un modo
molto strano, ma non d’ira.
“Meno male, ce l’hai
fattaaa!” sbottò Rita.
“Alla fine si sapeva”
commentò Samanta con aria da sapientona.
Non le badai, sentendomi
leggera come un palloncino. Evitai di incrociare lo sguardo di Niko, che si
alzò, brandendo in mano un foglio.
“Il mio segreto, se così
posso chiamarlo, è che ieri non sono andato alla radio, bensì ho incontrato il
produttore di quel famoso film… E, Debora, sai cosa mi ha detto? Che non faccio
a caso loro, la mia recitazione è stata scarsa. Ma, la novità, che conferma che
Dio esiste, è che vorrebbe ingaggiare te. “Dolce,
vera, dai lineamenti particolari e particolarmente calda…” Complimenti”,
terminò, leggendo le ultime frasi dal foglio e consegnandomelo.
Lo lessi con un colpo al
cuore, mentre tutti mi guardavano senza parole.
“Gentilissima Sig.na Debora di Bene, dopo la visione
del provino del signor d’Aiello, abbiamo deciso che lei potrebbe essere la
persona giusta per interpretare Felicia, la protagonista del film ,grazie
all’impressione che ci ha fatto, ovvero quella di avere le particolarità di Felicia:
dolce, vera, dai lineamenti particolari e particolarmente calda. Perciò la
invitiamo ai provini che si terranno a Roma il giorno 15 Giugno 2008, sperando
nella sua partecipazione. Distinti saluti, Giorgio Salanti”.
Restai zitta, mentre Niko usciva
dalla stanza e qualcuno mi strappava il foglio di mano per leggere.
Qualche Anticipazione
“Ma che…” riuscii a
balbettare, “Deve esserci un errore”.
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“Si, e di certo non possiamo
scannarci davanti alla giornalista” risposi sarcastica.
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“Che gioia essere vicino i
nuovi idoli delle teenagers!” dichiarò.
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Sarà stata la temperatura dei
fornelli, chissà, eppure quei gesti mi facevano sentire febbricitante e con il
viso in fiamme.
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“Complimenti anche a te che
mi hai aiutata con il sugo, te ne sarò grato” rispose giulivo, abbassandosi
alla mia altezza e dandomi un delicato bacio sulla guancia.