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Autore: Draco394    27/03/2015    4 recensioni
Sesto e penultimo anno.
Cosa succederebbe se Harry decidesse di non rivelare ad Hermione il compito che Silente gli ha affidato?
{Dal II capitolo.
«Non una parola con nessuno.» voleva essere una minaccia, ma mi esce fuori più come un'implorazione.
{Dal VI capitolo.
Guardo il mio volto allo specchio e mi accorgo di quanto io mi odi. Odio me stesso con tutto me stesso. Odio l’uomo che sono diventato. Incapace di prendere decisioni se non per la paura di morire. Capace di fare del male a chiunque pur di salvarsi la pelle.Le lacrime scorrono dure, infedeli, come me.
{Dall'VIII capitolo.
E ridiamo, ridiamo come se lui non fosse Malfoy e io non fossi la Mezzosangue che si divertiva a punzecchiare.
Ridiamo perché è la cosa più naturale da fare.
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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È trascorso un mese.
Per quanto io abbia provato a riavvicinarmi a lui, Harry non ha voluto saperne. Sono riuscita più volte a mettere da parte il mio orgoglio per il mio migliore amico, ma ora basta.
Sono stanca di sentire la mia dignità calpestata, stanca di essere tenuta all’oscuro.
Ron è con me solo quando Harry non vuole la sua compagnia e sono stanca anche di questo. Mi rimane un ultimo tentativo: se loro non vogliono dirmi nulla, lo scoprirò da sola.

 
Un mese di monotonia.
Neanche il Quidditch riesce a distrarmi.
Più passa il tempo più il mio compito si rende imminente. Sono riuscito a capire il meccanismo dell’Armadio Svanitore che è nella Stanza delle Necessità. Sarà facile per i Mangiamorte entrare ad Hogwarts.
“Smettila di dire Mangiamorte con un tono carico di sdegno, Draco. Ricorda, sei uno di loro.”
 

«E’ permesso?»
Sono nell’ufficio del Preside. Lui è l’unico che può darmi qualche spiegazione.
Mi fa accomodare e, come sempre, i suoi toni sono cordiali ed educati.
«Cosa c’è che la turba, Granger?» mi chiede, notando il mio imbarazzo nel cominciare.
Mi guardo intorno prima di rispondere. Non ero mai stata lì prima di allora.
I colori sono caldi, il rosso e il giallo fuoco mi fanno sentire quasi in Sala Comune e il cielo di un mattino limpido che accentuare tutto quel calore che emana la stanza. Il perimetro dell’ufficio è circondato da migliaia di libro, di ogni forma e dimensione.
 Gli altri presidi, nei quadri affissi dietro quello attuale, aspettano una mia risposta.
«Professor Silente lei conosce il rapporto che lega me e Harry.»
Quando annuisce, vado avanti : «Purtroppo, qualcosa sta costringendo Harry a chiudere questo rapporto, tagliandomi fuori dalla sua vita. So che lui è spesso qui con lei. Non voglio sapere cosa fate qui, perché non sono affari miei. Mi dica solo se Harry sta bene.» dico con la voce che si spezza ma riuscendo a mantenere un tono dignitoso.
Silente sembra sorpreso di quanto gli ho appena raccontato, ma assume subito il tono calmo che lo contraddistingue : «Signorina Granger, mi dispiace per quello che mi ha detto, davvero. Lei lo sa quanto sono sciocchi i ragazzi, soprattutto se si chiamano Harry Potter, dico bene?».
Sorridiamo, prima che torni serio: «Tuttavia, se Potter non le ha raccontato quello che facciamo qui, deve avere avuto un motivo, che è un mistero anche per me. Le basti solo sapere che sta bene.»
«Era quello che volevo, sapere solo se andasse tutto bene.»
Quando sto per alzarmi e ringraziare il Preside, la porta si apre, ed è proprio l’oggetto del nostro discorso che compare tra le ali del grifone che conduce all’ufficio.
Quando mi guarda, si infuria.
«Che ci fai qui?» dice, con rabbia.
«Me ne stavo andando.»
Mi precipito fuori, correndo verso l’atrio del castello.
Solo quando arrivo nel prato, gremito di studenti, mi accorgo che mi ha seguito.

Dopo avere studiato in biblioteca, io e Blaise decidiamo di tornare al dormitorio. Lungo strada che ci conduce lì, passiamo per l’atrio dove siamo costretti a fermarci: la Granger è immobile, ansimante, mentre fissa Potter che le urla qualcosa.
Tutti gli altri studenti proseguono, pensando che non si tratti di nulla di strano. Ma l’ultima volta che è successa una cosa del genere, per me e Blaise è stato più che strano, così ci teniamo a distanza per capire cosa stesse accadendo.
Vorrei andarmene, pensando che infondo non mi importa di un litigio tra amici, ma quando noto che la Mezzosangue ha gli occhi spenti e spauriti come durante quel’incontro notturno di un mese fa, decido di restare.
«TI AVEVO DETTO DI FARTI GLI AFFARI TUOI,E TU? VAI DA SILENTE. NON FICCARE IL NASO IN FACCENDE CON NON TI RIGUARDANO, HERMIONE» urla il ragazzo.
«SEI MIO FRATELLO, MI RIGURDA SAPERE PERCHE’ MI ESCLUDI DALLA TUA VITA.»
«HERMIONE TI HO GiA’ DETTO CHE NON VOGLIO PiU’ VEDERTI!» urla a pochissima distanza dal viso della Mezzosangue che comincia a lacrimare, non ostentando mai debolezza. Anzi, sembrando ancora più coraggiosa.
«E’ per Sirius? Non è morto per colpa tua, smettila di colpevolizzarti, Harry!» lo dice quasi in un sussurro, ma lo sento. E lo sente anche Potter che ci lascia allibiti, quando le punta la sua bacchetta davanti agli occhi.

Il mondo si ferma quando Harry punta la sua bacchetta davanti a me. Più della bacchetta, mi spaventa il suo volto.
«Mi.. mi stai davvero puntando una bacchetta, Har- Harry?» dico con un filo di voce.
Arrivano Ginny e Ron.
«Ma che diavolo ti prende, amico?» gli dice, facendogli volare via la bacchetta. Ginny è spaesata, viene ad abbracciarmi ma la allontano.
Sono immobile, non riesco a muovermi. Lo stupore si mischia alla paura.
Ginny rimane accanto a me, Harry sta andando via e Ron lo segue. È a quest’ultimo che mi rivolgo con disprezzo: «Tu, vai con lui?»
«Scusami» è tutto quello che riesce a dire, prima di sparire dietro ad Harry.

«Potter è impazzito» mi sussurra Blaise. E ha decisamente ragione.
La Granger scappa via con la Weasley che la segue come un cagnolino.
Non so cosa pensare, quando ricordo, all’improvviso, che devo correre da Piton prima che inizi la lezione.

 
C’è lezione di Difesa contro le Arti Oscure, ma io sono corsa in camera mia, dove sono sola. Il letto sembra troppo piccolo, la stanza troppo grande e io non mi riconosco più.
Non riconosco più nemmeno chi  mi è intorno. Le lacrime ora scorrono veloci, e decido che è il momento di sfogarmi in un pianto liberatorio.
Voglio stare sola, voglio dormire fino a svegliarmi dopo la sconfitta di Voldemort, quando tutti saremo diversi, quando tutti saremo noi stessi.
Controllo l’orologio, è trascorsa mezz’ora.
“Tu sei Hermione Granger, non hai bisogno di nessuno, tantomeno di chi punta bacchette contro di te”.
Decisa della forza della mia affermazione, prendo la mia borsa e mi dirigo alla lezione di Piton.

 
Dopo trentacinque minuti di lezione, arriva la Granger. Ha ancora gli occhi arrossati, come le è saltato in testa di presentarsi a lezione ora?
«Trentasei minuti di ritardo, trentasei punti in meno per Grifondoro.» dice Piton, non alzando lo sguardo dal libro.
Ho altro a cui pensare, comunque.
Severus mi ha raccontato del Voto Infrangibile. Se fallisco, è in pericolo anche la sua di vita, oltre che la mia. La giornata non potrebbe andare peggio. Ottima cornice, è questa noiosissima lezione.

«… Malfoy?» chiede il professore. Malfoy non aveva ascoltato una singola parola, e al suo posto, non avrei risposto nemmeno io alla domanda di Piton, essendo completamente avvolta in tutt’altri pensieri.
Infatti, mentre gli altri osservano un Draco imbarazzato, io continuo a sfogliare il libro con aria annoiata.
«Forse vuole darmi le la risposta, Granger?»
Porca miseria. Ora tutti guardano me mentre resto in silenzio.
«Bene. 20 punti in meno a testa e resterete qui dopo la lezione fino a che non rispondete per iscritto alla domanda che vi ho rivolto.»

Mi volto a destra, dove incontro il suo sguardo imbarazzato. Nessuno dei due è abituato a queste umiliazioni, ma a nessuno dei due sembra interessare troppo al momento.
Quando tutti escono dall’aula, Piton compreso, prendo un foglio di pergamena.
«Blaise mi ha detto che ci ha chiesto del Sectusempra.
*» le dico, notando il suo smarrimento.
Provo a scrivere qualcosa, ma non ho studiato un bel niente e non so da dove iniziare.

«Hai visto tutto, vero?» gli chiedo, senza distogliere lo sguardo dal foglio che si riempie della mia scrittura.
«Si.» mi risponde.
«Non capisco.» dico tra me e me, ma lui pare aver ascoltato, perché dice : «Di cosa ti stupisci? Potter è uno stupido.»
Quando lo guardo, lui non si volta verso di me. Non so nemmeno perché sto parlando con lui, ma ora, non ho nemmeno tanta scelta.

«Se tu non fossi una Mezzosangue, mi staresti quasi simpatica ora che ti sei messa Potter contro.» dico, ridendo. Non volevo essere offensivo, per la prima volta. Ma lei non lo può aver capito. Non mi conosce e per quello che sa di me, quello che ho detto non fare altro che irritarla.
«Non ho intenzione di esserti simpatica, Malfoy.» dice.
Appunto.
Quando io sono a metà pergamena, lei si alza, lasciando la sua sul suo banco e dandone un’altra a me.
«Ho già finito, questa è per te.» dice andandosene.
Potrei dire che non ne ho bisogno, potrei dire che è scritta male, potrei trovare mille scuse. Ma la firmo, la lascio sul mio banco e sono grato alla Mezzosangue per avermi risparmiato un pomeriggio in quell’aula.

 
 
 
 
 
 
* Ho trovato in questo sito (http://mhwiki.altervista.org/php5/index.php/Hogwarts#Un_anno_scolastico_a_Hogwarts) il programma di Difesa delle Arti Oscure del sesto anno. Ho anticipato il Sectumpsempra, poi capirete perché.
  
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